Contest: "Mercante & Ricorrenze"

Topic di raccolta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Founder
    Posts
    4,824

    Status
    Anonymous


    Questo è il topic di raccolta del Contest - Mercante & Ricorrenze.
    Qui di seguito ognuno posti in un singolo intervento la propria creazione.
    Grazie e buon divertimento.

     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Cra

    Group
    Staffer
    Posts
    4,622

    Status
    Offline
    Asciugamano per autostoppisti galattici
    Towel Day (25 Maggio)
    Rarità: Raro
    Tipologia: Perenne

    “Se per qualche motivo qualcuno vedesse un autostoppista con un asciugamano, penserebbe automaticamente che l’autostoppista in questione è in possesso anche di uno spazzolino, una saponetta, dei biscotti, una fiaschetta, una bussola, una mappa, un gomitolo di lana, uno spray contro i moscerini, una tuta spaziale eccetera eccetera. Inoltre, quel qualcuno che incontra l’autostoppista con tutti questi oggetti potrebbe goderne in caso venissero ‘accidentalmente smarriti’. Infine se l’autostoppista galattico è riuscito a sopravvivere a pericoli d’ogni genere e sa ancora, dopo tutte quelle disavventure, dove si trova il suo asciugamano, è chiaramente un uomo da non sottovalutare” [D.A.]
    Si tratta di un comunissimo asciugamano da bagno, rigorosamente bianco, con una piccola impuntatura alla base di un bianco traslucido. Quando viene indossato sulla spalla suscita nei presenti un senso di sbigottimento e stima di breve durata [Malia di ammirazione a consumo Basso per la durata di un turno]. La particolarità di questo asciugamano è che si tratta di una piccola tasca dimensionale da cui è possibile estrarre qualsiasi oggetto utile ad un autostoppista o esploratore a peso zero.
    Di seguito una comoda lista del suo contenuto:
    • Zaino: zaino di media capienza
    • Razioni/Acqua: razioni con barrette ipercaloriche per dieci pasti. Sei borracce da un litro.
    • Gessetti: sei gessetti (due bianchi, due rossi, due verdi)
    • Corde: Due corde di 25 metri ognuna
    • Fiammiferi/stracci: Una scatola di fiammiferi (venti in totale) e due semplici stracci di stoffa bianca di circa 50x20 cm.
    • Coperte: coperte di lana sottile.
    • Occhiali: semplici occhiali da vista.
    • Quaderno/penne: Un quaderno con una trentina di fogli, due penne (una nera ed una rossa).
    • Provette: tre provette in plastica con tappo ermetico a pressione. Capienza 20 ml cadauna.
    • Guanti: un paio di guanti neri con una sottile imbottitura in cuio morbido sul palmo così da essere adatti alle superfici rocciose.
    • Scarpe: un paio di scarpe comode dalla suola antisdrucciolo.
    • Tenda: una tenda canadese di semplice montaggio, può ospitare fino a 3 persone
    • Sacco a pelo: comodo e caldo, utile in caso di campeggio e non solo
    • Pietra focaia: piccola pietra che se sfregata adeguatamente produce scintille
    • Set toilette: spugna, asciugamenti, unguenti e saponi; è anche provvisto di un comodo accappatoio rosa shocking


    Biscotto Pi-greco
    Pi-day (14 Marzo)
    Rarità: Comune
    Tipologia: Monouso

    Pensate di poter mescolare con un po’ di uova, latte, farina, tutta la conoscenza naturale ricorrente infusa nel mistico numero del pi-greco! Nonna Genoveffa ci è riuscita ed ha sfornato dei biscotti buonissimi decorati con un semplice pi-greco di glassa nera. Quando uno dei suoi clienti ne mangia uno viene investito da una potente scarica psicotropa che gli permette di collegarsi con il mondo circostante, cogliendo sfumature celate, blandi collegamenti o diventare ricettacolo di intuizioni geniali! Eureka!
    In pratica, al consumo del biscotto l’utilizzatore diverrà più ricettivo alla situazione in cui si trova, potendo ricevere piccoli suggerimenti o aiuti dal QM.
    N.B. si sconsiglia l’assunzione agli intolleranti ai latticini.


    Meteora Spaghetti
    International Talk Like a Pirate Day (19 Settembre)
    Rarità: Epico
    Tipologia: Monouso

    Una delle sacre feste dei pastafariani, una strana comunità di fedeli ad una palla volante di spaghetti, è la giornata del “parla come un pirata”. Basterà per il proprietario evocare la divinità con un “Arrrr! Corpo di mille balene!” per permettere la comparsa di una sfera fluttuante di spaghetti al suo fianco, grande circa come una palla da bowling. La sfera è asservita alla volontà del suo padrone e può essere utilizzata come si trattasse di una appendice, è in grado di colpire bersagli, afferrare oggetti, persone o simili azioni tramite l’infinita quantità di spaghetti che la compone. La sfera può allontanarsi un massimo di 10 metri dal suo proprietario ed in cambio di un consumo Basso, può diventare il centro di casting di eventuali tecniche del padrone.
    Unico difetto? La sfera risponde ai comandi del padrone fintantoché questi parla come un pirata! Una sola parola come un vile terrestre e la sfera sparirà. [Durata: fino alla fine della giocata]
     
    Top
    .
  3.  
    .
    original
    June + Hadar
    Earth / Endlos
    Giugno è #PrideMonth, il mese dell’orgoglio. Di orgoglio di essere quel che si è: persone, prima di tutto. Persone che amano persone. Di ogni genere e orientamento sessuale.
    È il mese del #LoveIsLove, dell’amore dirompente che travalica tutte le barriere.
    Quello a cui Febbraio, con il suo San Valentino, le rose rosse e i cuori di cioccolato, fa una pippa. Perché l’amore è un sentimento libero, senza forma e senza colore. Di tutti i colori. È una festa policroma con sottofondo di tamburi e fischietti, non un incontro monocromatico per 2 della durata di un pasto di 3 portate.
    Giugno è il mese in cui i membri della comunità LGBT+ camminano per il mondo a testa alta, sventolando bandiere arcobaleno e seminando piume, glitter, paillettes, e in cui gli etero-ottusi si chiedono se sia proprio necessario. Si, è proprio necessario. Perché essere visibili significa esistere e le sfilate a questo servono: dare visibilità a chi, durante gli altri 11 mesi dell’anno, viene (ancora) discriminato per la propria identità di genere e il proprio orientamento sessuale; a chi, in passato, ha dovuto lottare con la forza contro abusi, violenze e brutalità inflitte da una società che ha fatto dell’eterosessualità una regola e dei generi uomo/donna le uniche identità possibili (e dell’omosessualità un “disturbo mentale”).

    ~ da "Giugno è #PrideMonth, il mese dell’orgoglio: ecco come e dove celebrarlo" di LeSexenRose


    Benchè la situazione generale nel Multiverso sia decisamente positiva e non si riscontrino particolari necessità di rivendicazione, in alcuni sperduti angoli dello stesso permangono recalcitranti sacche d'immotivata resistenza: per tali motivazioni è allora importante perseguire nel celebrare la ricorrenza del Mese dell'Orgoglio (omosessuale e non, Queer per una più corretta inclusività), affinchè non si consideri raggiunto l'obiettivo fino a che, effettivamente, l'interezza delle culture disseminate sui vari piani dimensionali abbia riconosciuto quelli che sono inalienabile porzione dei diritti fondamentali di ogni essere vivente. Dopotutto, nella vastità sconfinata di cui siamo tutti parte, non è ammissibile considerare qualsivoglia caratteristica migliore di un'altra sulla base delle proprie abitudini o preferenze: risulta infatti evidente che ogni naturale variante è di per sè valevole e gli si ha da tributare un giusto rispetto.

    ~ da Meditazioni sull'Essere, capitolo diciottesimo: "La diversità del sentire"


    La lobby gay (anche nota come lobby LGBT e definita a ragione "gay mafia") è una potentissima organizzazione infiltratasi nella politica e nelle istituzioni del semipiano tutto. Essa è costituita da gruppi di pressione (lobbisti) a favore dei diritti LGBT, è associata a gruppi di influenza posti in posizioni di rilievo nei settori della moda e del mondo dello spettacolo, dell'intrattenimento e anche in politica (particolarmente nei Presidi Est ed Errante, il cui massimo rappresentante è l'ambasciatore Quarion Galanodel <pron. Queerion>) in ambito informativo fino alla vita di tutti i giorni.
    Il suo principale intento ("gay agenda") è quello di favorire l'espansione dei diritti per le devianze sessuali e si adopera per promulgare l'oscena "teoria gender", un diabolico progetto mirante alla distruzione della famiglia e dell'ordine naturale su cui si fonda la società. Nonostante i lobbisti gay lavorino incessantemente per eliminare le prove dell'esistenza di questa organizzazione, diversi giornalisti d'inchiesta sono riusciti a scoperchiare il complotto da essa architettato, rivelando che la cosiddetta "Danza degli Dei" (la coloratissima celebrazione di fine anno, patrocinata dai poteri forti nel mese di Hadar e cioè in tempi non sospetti rispetto a giugno/Alkaid, già mese devoto alle baracconate arcobaleno) è in realtà il primo, decisivo passo per omosessualizzare in massa e a sua insaputa l'interezza della popolazione.

    ~ da Iniquipedia, alla voce "Lobby Gay"


    Purtroppo in alcuni Stati occidentali è previsto il contratto di matrimonio tra due persone dello stesso sesso solo per “difendere” capricci personali di lobby contro la famiglia, mascherati da difesa di interessi generali e “diritti” coi quali si logora poco alla volta il concetto stesso di uomo e donna, destabilizzando così l’ordine naturale in un perverso disegno volto a sostituire il bene con il male, il normale con l’anormale e soprattutto in un attacco frontale verso le Famiglia Tradizionale.
    In questo progetto contro la tradizione e l’ordine naturale si creano unioni non proiettate verso la procreazione; unioni come quelle tra i cosiddetti “gay” che avvengono per uno spirito di emulazione e soddisfazione di capricci individuali, fino ad arrivare all’ordine di figli ai vari supermercati online tra madri surrogate o uteri in affitto e qualsivoglia altro metodo pur di riuscire a “comprare un figlio”, essendo quelle unioni logicamente improduttive! [...] Assistiamo sempre più spesso a sindaci che violano la legge trascrivendo “matrimoni” omosessuali contratti all’estero, fino a legalizzare le “unioni civili” fra persone omosessuali. Solo chi è in malafede non vede in tutto ciò un progetto globale ostile alla famiglia tradizionale e alla procreazione di figli, portato in ogni angolo del mondo dai paladini della sovversione transnazionale.

    ~ da "In Difesa della Famiglia Tradizionale" di Fabrizio Sgandurra

    miniQRbis ----- QRbis

    A prima vista potrebbe apparire soltanto un complicatissimo intrico di linee e di puntini, totalmente privi di ordine o significato. Qualcosa di strano, di forestiero, di innaturalmente astruso e di certo non necessario. Forse, addirittura, uno strumento sovversivo della famigerata Lobby Gay con il quale ordire un complotto subdolo a detrimento delle povere genti e della sacralità della famiglia (cioè, dico, perchè nessuno pensa ai bambini?). In realtà, ben lungi dal farsi carico di queste fantasiose illazioni, il QueeR Code è semplicemente una tecno-runa che ha saputo coniugare in un'unica sede due distinte componenti scientifiche ed i loro rispettivi campi d'appartenenza.
    La prima porzione, fisica e rappresentata dal succitato glifo quadrato -inciso per l'appunto di un codice puntinato secondo precise regole che ne permettano all'occorrenza pronta codifica e decodifica- viene comunemente applicata sulla nuda pelle in qualità di tatuaggio inchiostrato (liberamente in vista o meno, a discrezione del portatore): essa, oltre a fornire il sostrato materiale per l'accentramento del potere necessario alla sua attivazione, assolve pure a molteplici funzioni di comunicazione accessoria, tra cui ovviamente quella di affermare la propria appartenenza alla comunità LGBT+ (o quantomeno la propria affiliazione ed il sincero supporto verso la stessa), nonchè lo strenuo desiderio di rivendicare una basilare ed inalienabile libertà dalle etichette e dai costrutti socio-culturali canonici (spesso troppo lesti nell'incasellare la vastità di ogni singola persona entro rigide ed immutabili categorie -ed in ciò, nel logo grafico del QueeR Code, la sovrapposizione delle iniziali sta proprio a testimoniare questo desiderio di spezzare ogni catena ed ogni vincolo che siano stati imposti contro il proprio volere).
    La seconda frazione, invece, si rende immateriale ed in sè sublima l'insieme di sentita compassione e di genuina accettazione ambo necessarie per approcciarsi con giusto rispetto alla sensibilità di ognuno in quanto persona -e cioè a prescindere da ciò che definisce nei modi e nel sentire quella medesima individualità: la complessità richiesta alla componente fisica del QueeR Code (di gran lunga incrementata dall'utilizzo dell'intero spettro di colori e non più limitato ai soli bianco e nero) rispecchia infatti la molteplicità d'espressione che ogni singolo ha a disposizione per tratteggiare -anche momentaneamente e senza pretesa di incontrovertibile fissismo- ciò che sente valido per sè. Ne deriva dunque che la lettura di una persona attraverso il suo QueeR Code (azione per la quale non è necessaria alcuna abilità specifica, giacchè il codice stesso agisce in qualità d'interfaccia universale, perennemente attiva e diretta senza danno al subconscio di chiunque la osservi) permette una subitanea e profonda comunanza a livello emotivo, tale da affinare il sentire degli interagenti e promulgare una più autentica comunicazione tra di essi: ogni sorta di inibizione o di presunta barriera al dialogo -sia essa effettiva, percepita o forzosa- si dissolverà quindi senza opporre più resistenza e così pure per ogni intima resistenza fonte consapevole o meno di pregiudizio o d'incertezza (finanche paura) verso l'ignoto.
    Non si commetta però l'errore di credere che l'apposizione del QueeR Code -a tutti gli effetti un barcode identificativo- vada in qualche modo a limitare la fluidità di pensiero e di azione che sono anzi il fondamento del codice stesso: tutt'altro che controproducente o paradossale, la tecno-runa in esame assicura che ad ogni precisa personalità si possa associare un tag di riconoscimento senza che questo imprigioni in alcun modo il soggetto entro quelle medesime, temporanee caratteristiche. Il QueeR Code non funge infatti da limite invalicabile entro cui costringere una presunta diversità, bensì veicola senza legacci le due sacrosante prerogative dell'autodeterminazione: affermare la propria libertà di dirsi (“io sono così”) e manifestare la propria libertà di essere (“io esisto”) aprendosi al contempo al resto del mondo, senza nascondersi, senza temere ed anzi tendendo una salda mano per avvicinarsi ad aiutarsi a comprendersi (così da vivere, assieme, le meraviglie della varietà individuale).
    Per concludere, dovesse chi indossa un gendress sfoggiare al contempo anche il proprio QueeR Code, l'abbinata dei due prodigiosi artefatti saprà produrre un incremento non indifferente delle abilità collegate a ciascuno di essi: il QueeR Code, previo un adeguato consumo energetico, potrà infatti ribaltare la propria funzione direttamente sul lettore, invertendo così i ruoli e concedendo a chi lo veste (e cioè al possessore tatuato) di individuare con chiarezza le specifiche personali dei dirimpettai con i quali si sta intrattenendo (ovverosia come se ad essere tatuato non fosse lui bensì gli altri). Similmente, il gendress acquisirà un'ulteriore malia passiva derivante da ciò che il codice esprime e che rispecchi dunque appieno la precisa personalità del suo indossatore.

    pantonered

    Confezionato in qualità di omaggio ad un'attempata regnante che ha fatto del suo stile impeccabile -pur se sobrio- un vero e proprio vanto (un'allegra vecchietta così ben voluta dai suoi sudditi che, pur di non ferirli, ella si ostina a calcare questa terra senz'alcun progetto di andarsene), il Pantone Queen ha presto acquisito lo status di Queer-friendly per l'immancabile arcobaleno in esso rappresentato nonchè per la triviale e sfacciatissima operazione di propaganda che -in apparenza- la Lobby Gay ha voluto ricavarvi anche al di fuori del contesto del Pride, esibendo dunque quest'artefatto tanto nei salotti televisivi più trash che su riviste patinate altamente glitterate (al punto di farne un meme idolatrato al di là dei suoi scopi originari).
    In sostanza, comunque, il Pantone Queen è un pratico e maneggevole prontuario di colori al quale affidarsi non solo quando alla ricerca del perfetto abbinamento scarpe-abito-cappello (il che è già comunque tanto, siete avvisati!) ma anche e soprattutto nei momenti di incertezza verso sè o il proprio futuro o quando ancora sia richiesto il saggio consiglio di Her Majesty "la nonnina" The Queen Elizabeth II. Come un vero e proprio oroscopo annuale, infatti, il Pantone Queen associa ad ognuno dei 300 giorni endlosiani (più altri 65 extra, tali da considerarsi jolly e cioè di scorta dovessero mai servire per qualche speciale occasione) il colore che più assicurerà fortuna in quel preciso giorno, allegando pure una massima di Sua Maestà che cela in sè un sibillino ma sincero aiuto per affrontare ogni eventuale difficoltà. Con una corretta interpretazione delle profezie in esso riportate sarà dunque possibile aggirare gli ostacoli del quotidiano ed emergere dalle criticità con pieno successo, al fine di trarre dal Fato le chiavi per compiere una vita lunga e soddisfacente, benchè si renda necessariamente evidente come sia possibile ricorrere a questo gratuito escamotage una sola volta al giorno (tanto nel caso l'enigma venga risolto quanto ci si arrenda senza permearne i segreti).
    Laddove il suggerimento criptico si mostrasse però troppo ostico o troppo oscuro, il Pantone Queen non rimarrà invero un oggetto dal vuoto valore o destinato al disuso, in quanto l'abbinata dello stesso con il gendress -nella foggia di un chiccosissimo ventaglio di carta (un vero e proprio accessorio must have, d'infinita classe e di sgargiante ricercatezza!)- permetterà al possessore di entrambi di produrre un matching perfetto con l'eletto colore odierno e -oltre a tributare così giusto omaggio alla Regina- potenzierà ambedue gli effetti, da un lato aggiungendo alla malia del gendress la capacità di sanare le storture dell'animo (afflizioni, maledizioni e simili) e dall'altro ottenendo un parziale beneficio aggiuntivo relativo alla perla di saggezza del Pantone Queen a prescindere dal suo corretto vaticinio o meno.
    Similmente, anche l'uso combinato di Pantone Queen e QueeR Code si è mostrato in grado di incrementare vicendevolmente i vantaggi dei due singoli artefatti: rimembrando i regali consigli di vita frutto dell'esperienza della vecchina, l'analisi condotta attraverso il QueeR Code risulterà in effetti ben più profonda ed accurata di quanto non avverrebbe sfruttando la tecno-runa in solitaria, veicolando così una sorta di empatia rinforzata che -negli estremi contesti edonistici di una sfenata libido- permetterà una comunanza tale da sfiorare la crasi emotiva (crasi, non crisi!) per un'esperienza davvero totalizzante ed intima oltre ogni dire. Resta comunque valido l'effetto (benchè più limitato) in ogni altro contesto, tale per cui la succitata commistione tra istinti potrà immancabilmente dirsi valida e strenue come se conseguenza di un consumo energetico attivo pari ad alto (invece che il canonico medio delle abilità passive), nonchè sufficiente a permettere un nuovo sguardo (da diversa prospettiva) al quesito giornaliero espresso dallo stesso Pantone Queen, così da rivelarne un secondo aiuto sorprendentemente inedito.

    pantonequeenred


    gendress

    Ispirato alla celebre bandiera rainbow nella sua versione originaria ad otto colori (rosa, rosso, arancione, giallo, verde, turchese, blu e viola), il gendress rappresenta nonchè ostenta tutto l'orgoglio che caratterizza il movimento LGBT+ (e di cui c'è onestamente bisogno). In particolare, esso è disponibile proprio nei soli otto esemplari che nominalmente ricalcano i suddetti colori fondanti, per quanto questa sia solamente una caratteristica pro forma ovvero una soluzione d'emergenza nel caso più di un gendress si presenti nel medesimo luogo o tempo e sia necessario distinguerlo dagli altri.
    In realtà, forte di una diversità naturale e di una varietà incessante (che sappia declinarsi senz'alcun ostacolo aderendo alle specificità di ognuno) il gendress è di per sè un abito unico nel suo genere (ha-ha!) perchè multiforme e incredibilmente sfaccettato, sempre in divenire e mai uguale a se stesso. Esso ha infatti la peculiare abilità di mutare d'aspetto secondo il personalissimo sentire di chi lo indossa, adattandosi al contempo sia ai gusti, all'espressività e al mood del suo modell* che al contesto, alla situazione ed al preciso ruolo nel quale si è calat* (ma sempre nel rispetto dei valori e della valenza del suo portatore).
    Grazie al gendress, dunque, sarà sempre possibile sfoggiare un abito degno dei più grandi (e folli) stilisti d'alta moda (in effetti il gendress sembra preferire l'attire di un celebre indossatore, tal Billy Porter), una mise di ultimo grido che di certo non farà sfigurare in nessuna occasione (nemmeno al Gran Ballo di fine anno, ove sarà pienamente in accordo allo sgargiante arcobaleno di colori della Danza degli Dei). Anzi! Grazie al gendress sarete sempre al centro dell'attenzione (nel bene o nel male, chè i bigotti esistono comunque, eh!) e se il vostro naturale glamour non fosse sufficiente a catalizzare gli sguardi di tutti -se la momentanea foggia dell'abito non fosse già di per sè l'argomento principe di ogni sano pettegolezzo in sala- allora la malia che passivamente emana dal gendress si preoccuperà di supplire a questa disdicevole mancanza rendendovi l'oggetto (il soggetto!) di ogni taciuta o conclamata brama ed il tutto senza nemmeno doversi scomodare nella ricerca del leggendario unicorno dal crine arcobaleno, simbolo dell'amore libero e privo di pregiudizi, la cui favoleggiata amicizia garantirebbe una cavalcatura esclusiva e di sicuro effetto!.
    Bonus accessori del gendress comprendono inoltre la possibilità di eseguire lip sync perfetti (semmai vi fosse necessario stupire i presenti con le vostre immancabili abilità canore) nonchè la feature cruciale di non sentirsi mai, per alcuna ragione (malie, forzature ed affini compresi), inadeguati o inferiori ad altri, al di là che sia per merito o per causa del gendress stesso. Per contro, tuttavia, il gendress può in taluni casi dare alla testa, sovraccaricando il portatore di fabulousness e perciò spingendolo -in preda al pieno orgoglio di sè- a non celare alcun aspetto della propria persona (fisicamente e/o caratterialmente) così come ad indugiare nella curiosità e nella fluidità di quei campi affettivi e di preferenza sessuale che ancora non sono stati esplorati. Ultimo ma non ultimo punto (perfettamente in linea con l'essenza neutrale dell'abito), il gendress assumerà sempre sembianze imparziali e cioè non esclusive di alcun genere specifico: simbolo infatti dell'impropriamente detta ideologia gender (<pron. giender>), il gendress non prenderà mai posizione univoca ma si lascerà sempre aperto ad una paritaria commistione, evitando dunque ogni tipo d'offesa al millantato "buon gusto" pur promulgando la libertà di autodeterminazione che per diritto spetta ad ognuno.

    GendressBPred

    spac
    Pantone Queen
    (Comune)
    QueeR Code
    (Raro)
    gendress
    (Epico)
     
    Top
    .
2 replies since 26/10/2019, 17:28   204 views
  Share  
.