Candle in the wind

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    In realtà è stato molto più semplice di quello che pensavo.
    Per quanto il corpo della serpe potesse cambiare nel tempo, a seconda della propria muta, l'unica vera costante erano gli occhi da rettili. Un fondo ocra tagliato da una scure nera come la pece. L'Ofiuco, adagiato sul suo triclinio imbottito di un rosso nobile, se ne stava placido a vantarsi della sua recentissima impresa. La mano artigliata si allunga verso il tavolino per afferrare l'ennesimo acino di uva.
    Vorrei farti notare che hai dovuto uccidere due tuoi fratelli.
    Non uno, che già è peccato mortale, con pena di estromissione.
    Due.

    Lyra era sempre stata la voce della non-coscienza dell'Ofiuco. Le sue stilettate verbali venivano accompagnate da trilli vibranti di corde. Come al suo solito utilizzava il dominio musicale per sottolineare le sue parole. Le bastava pizzicare uno dei suoi lunghissimi capelli biondi per emettere un suono ora stridulo, ora dolce come il miele.
    Bhè, quel molliccio grigiore di Ret, era previsto. E' il suo ruolo, o meglio era, il suo ruolo quello di custodire la Matrice Primordiale.
    Mangiando maldestramente l'acino il signore delle serpi si ritrovò insozzato da dolce frutto. Si alzò con calma per andare a sciaquarsi le mani nella piscina di acqua piovana poco distante.
    Avresti dovuto vedere il suo viso quando ha capito che il coppiere del suo vino non era tale Jona, ma io. Ci ha messo qualche secondo per capire di avermi sottovalutato.
    Mi sono gustato ogni istante della sua agonia. Gli ho restituito tutti gli insulti ricevuti all'ultima Assemblea.
    Solo perchè la Matrice è nel tuo Regno, questo non vuol dire che puoi sentirti oltre il tuo ruolo, giusto?

    Certo...certo...ne abbiamo già parlato abbondantemente.
    Mi vuoi piuttosto spiegare perchè Scorpio era lì?

    Devo farti un disegnino?
    La risata grassa dell'Ofiuco si disperse nel vasto ambiente della sua villa. Aveva sempre sospettato che Scorpio avesse una relazione con Ret. La cuspide amava pizzicare le altre guardiane senza farsi troppi problemi.
    Comunque si è trattata di una coincidenza perfetta. Eliminare anche uno dei dodici è stato un segnale chiaro e netto.
    Mi hanno deriso, ora ne pagheranno le conseguenze.
    Dovranno temermi.

    La bionda si lasciò andare ad un languido sorriso pizzicando leggermente i suoi capelli creando una melodia mielosa, densa, appicicosa. Una dolce vittoria per il suo fratello, una grande vittoria per la sua fazione. Non avevano avuto mai tanto potere, non avevano mai potuto sperare di spezzare le regole del loro mondo, come questa volta.
    Ti temono, ma sai più che bene che i dod...undici stanno arrivando insieme ai loro cagnolini.
    Non siamo in grado di arginare il loro potere.

    Certo che no, almeno non adesso.
    Ma...facciamo un gioco.

    Era palese che l'Ofiuco si stesse divertendo molto tenendo sospesa Lyra nella sua ignoranza e bramosia di informazioni. A passo lento cominciò a muoversi intorno la vasca di acqua piovana. Mano a mano che incedeva lasciava cadere della polvere verdastra che a piccoli pizzichi estraeva da un piccolo contenitore d'argento che portava in tasca. Un mare di rune iridescenti cominciò a prender vita intorno la vasca, la stessa acqua cominciò a scurirsi e diventare più densa, uno specchio liquido in continuo movimento.
    Se io avessi il modo di abbandonare questo mondo con la Matrice, così da impedire il normale ricorcolo energetico.
    Trasformerei il nostro piano di esistenza...in una grande palude stagnante.
    Tutti utilizzerebbero i loro poteri residui per mandare avanti le cose, si esaurirebbero, come piccole candele di fronte ad una tempesta.
    A quel punto, semplicemente, mi basterà tornare.

    Un trionfante salvatore.
    Tutti i miei peccati mondati via per la gioia di poter nuovamente vivere.
    Concluso il rituale la Serpe si avvicino a Lyra prestandole la mano per potersi alzare più facilmente dalla sua seduta. Accompagnò la guardiana della musica verso la vasca dimensionale.
    Ho bisogno della tua voce per lanciare il mio messaggio.
    Per spezzare le protezioni che ci incarcerano in questo mondo chiuso ho bisogno che qualcuno mi accolga altrove.
    Invitato potrò uscire dai confini imposti dall'Assemblea.

    Lyra mi limitò ad annuire. Con un gesto fluido getto i suoi capelli dorati all'interno della vasca. Nel liquido iridescente i capelli della Guardiana sembravano oro liquido. Un polpo dorato in continua espansione, alla ricerca di qualcuno a cui avvinghiarsi, alla ricerca di un orecchio abbastanza potente e predisposto ad ascoltare il suo messaggio.
    Scandagliare l'infinità dell'universo è un lavoro estenuante, ma la Guardiana con caparbietà continuò la sua ricerca.
    Sino a quando qualcuno non avrebbe colto la sua richiesta di ascolto.
    C'è qualcuno?


     
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    (Josemaría Escrivá de Balaguer)

    Palazzo degli Arásargjarn, Najaza.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    Mani nodose, ricolme di gioielli e smaltate di un rosso acceso, sfogliavano delicatamente un libro di geografia reperito nello studio del suo nobile e -ahimè- defunto marito, il Markese Ulfur Nótt Arásargjarn. Nonostante il nome altisonante ed i numerosi servitori, si era sempre dimostrato un uomo mite, gentile e rispettoso, così innamorato della moglie da averle sempre concesso tutto, dai piccoli vizi alla propria eredità, non avendo mai avuto figli dalla stessa, e nemmeno dalle precedenti, defunte per malattie o da lui scacciate di casa per tradimenti sgraditi quanto disonorevoli.
    Anche la sua ultima moglie -nonché ereditiera- aveva sempre gradito la sua presenza in casa: ripercorrendo la vita trascorsa insieme e sospirando con dolcezza e pace dei sensi, la Marchesa Rowena Arásargjarn pensò di essere stata davvero fortunata nel trovare un uomo come lui, e che -se il destino non si fosse messo fra loro- avrebbe volentieri passato altri anni con lui.

    Poco distante, una strana equipe di scheletri in frac raccoglieva in gran fretta numerosi abiti pregiati femminili dagli armadi, riponendoli ordinatamente in numerose valige, e passando poi ai costosissimi gioielli nella cassaforte. A coprire il cacofonico sfregare di quelle giunture scarnificate ci pensava invece della soave musica di violino -componimento piacevole e di indubbio buongusto scritto dalla nuova Corona di Symphonia, divenuta da poco Alfiere Errante, eseguita alla perfezione da un satiro in cravatta.

    -Potresti ripetere l'ultimo passaggio, caro?- domandò la Marchesa al musicista, che obbedì senza indugi, quasi fosse abituato a certe richieste, o magari sotto ipnosi -Mi piace molto ascoltarla, e tu sei bravissimo ♥

    Contenta dell'intrattenimento, sfogliò ancora un'altra pagina, trovando finalmente ciò che cercava: una mappa dell'Ovest che fosse aggiornata agli ultimi avvenimenti del Semipiano. Ripercorrendo mentalmente la geografia di quel Presidio e calcolando le distanze tra monti famosi e corsi d'acqua, riuscì finalmente ad intuire la locazione di una sua vecchia residenza: il castello del nobile Jun Amunhasses, suo ex -e defunto, pure lui- marito. Vista la situazione politica, era stata probabilmente abbandonata, forse invasa da qualche Youkai in fuga: avrebbe quindi potuto occuparla per un po', giusto il tempo di abbassare di poco il proprio profilo ed allontanarsi dal Nord.

    Aveva infatti scoperto -ormai da anni, invero- di non essere l'unica a Najaza a praticare Magia Nera, e se da un lato non la disturbava una pacifica convivenza con altre streghe, di certo detestava i tentativi di controllo o localizzazione dei suoi incantesimi, cosa che era avvenuta diverse volte la settimana precedente. Temendo intrusioni sconvenienti nei suoi affari, aveva quindi deciso di traslocare, portandosi dietro tutti i suoi preziosi.

    Una goccia di sangue leggermente denso cadde sul suo braccio niveo, e la donna parve visibilmente scocciata. Afferrò con grazia un fazzoletto e si pulì, sollevando lo sguardo verso l'origine del fastidio. Il cadavere di un nobiluomo era fissato sul soffitto grazie a numerose lance d'acciaio, infilzate fino alla metà della loro lunghezza negli arti, nella gola, e nel ventre.
    -L'ho sempre trovato un po' disattento all'igiene, ma era comunque un brav'uomo il mio dolce Ulfur ♥ - commentò, rivolgendosi al satiro ed osservando il cadavere con occhi languidi. Il satiro non rispose, continuando a suonare -Peccato per questo brutto contrattempo che ci ha separato...

    Sospirò, prima di spalancare gli occhi ed alzare la mano, imponendo al musicista immediato silenzio.
    Tutto tacque, a parte le giunture degli scheletri, che continuavano a preparare i bagagli, indisturbati.

    C'è qualcuno?

    Rowena rimase ferma ed in ascolto pochi attimi, poi mosse appena lo sguardo, ed uno degli scheletri la raggiunse correndo. Raccogliendo con delicatezza un vassoio dall'argenteria ed una delle spade che il padrone di casa teneva appese al muro, il costrutto di ossa si avvicinò al satiro, sgozzandolo in un movimento fluido e lasciando confluire la materia prima dal collo leso al vassoio, senza mai sporcare la Marchesa di una sola goccia, nonostante la vicinanza.
    Terminata quella faccenda, glielo avvicino con una riverenza, e la Strega toccò lievemente la superficie cremisi con la punta dell'indice.

    -Con chi parlo?

     
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    I capelli di Lyra si muovono come un polpo vivo e pulsante all'interno del grande specchio è il multiuniverso. Ogni ciuffo si allunga verso un groviglio planare, ne testa la consistenza, le dimensioni e quindi invia un impulso musicale diretto verso coloro che sono abbastanza potenti per poterlo ascoltare. Ogni volta che questo avviene un ciuffo biondo si illumina di luce propria, pulsa per qualche secondo, trasmettendo la melodia extraplanare. Se qualcuno risponde al suo canto, però, non è dato saperlo, quindi la Guardiana pazienta qualche istante per poi allontanarsi verso un nuovo mondo.
    E così, mondo dopo mondo, universo dopo universo, continua il suo estenuanto lavoro di canto.
    L'Ofiuco, se dapprima era rimasto alle spalle della donna in tonaca bianca, tutto sorridente e pronto al contatto, ora invece cammina avanti ed indietro con una certa insistenza. Tutto il suo piano si basa sulla buona riuscita di questo particolare passaggio, altrimenti si troverà a dover fronteggiare mezza Assemblea che è pronto a decapitarlo nel migliore dei casi.
    Niente?
    Domanda insistente dopo aver posto la medesima domanda già più e più volte, proprio come un bambino che non vede l'ora di arrivare a destinazione.
    Come ti ho detto, scandagliare tutti i mondi esistenti non è cosa che si esaurisce nel giro di qualche minuto. Porta pazienza, anche perchè sto utilizzando una melodia particolarmente bassa, così che solo chi è dotato di sufficienti poteri potrà rispondere.
    Inutile collegarci con esseri banali e non utili allo scopo, non pensi?

    La risposta dell'Ofiuco è uno strano verso con la bocca. Odia Lyra, cerca sempre di frenare le sue mire, ma è innegabile che ora ha bisogno dei suoi poteri e della sua pazienza (cosa di cui abbonda visto che è costretta a lunghi concerti per l'Assemblea della durata anche di giorni e giorni).
    Impotente ed impaziente l'Ofiuco torna a sedersi sul triclinio ingurgitando uva a grosse manate, senza un minimo di pudore e classe.
    Signore?
    L'inquietante e silenziosa comparsa di Cefeo lo feca trasalire di colpo, senza contare il bolo sputato malamente al suolo di acini di uva e miele. Lo sguardo di serpe si sposta quindi verso il nuovo arrivato che torreggiava alle sue spalle. Se si fosse trovat in qualche altro mondo, sicuramente Cefeo sarebbe stato un qualche governante, un sultano o qualcosa del genere: al solito indossava degli ampi vestiti arabeggianti di seta ricamata ed il capo adornato da un turbante grigio fasciato più e più volte intorno alla testa spigolosa. Lo sguardo severo del Guardiano, però, era nulla se confrontato al suo essere inquietante. Silenzioso ben più dello stesso Ofiuco, molti dei fratelli lo reputavano il più pericoloso tra le costellazioni. Il figuro rispose con un sorriso alla reazione esagerata della Serpe, mostrando un paio di canini lunghi e spietati. La stirpe Assamita lo ha chiamato come suo visir e subito l'Ofiuco ho la reclutato come suo consigliere, peccato di non riuscir a sopportare quei suoi modi inquietanti.
    Quante volte devo dirtelo? QUANTE?
    Lo sguardo della Serpe si fissò sul consigliere riversando su di lui un'aura di terrore e disperazione. L'Assamita, però, si limitò a restare lì placido nella sua arabeggiante placidità, appena appoggiato ad un bastone da passeggio che stringeva nella mano destra, bastone di particolare bellezza rubina, una sorta di cristallo vermiglio intagliato dalla sua volontà di sangue.
    Come previsto stanno cercando di forzare tutte le nostre barriere. Al momento sono riusciti a distruggere il quattordicesimo ordine di contenzione, ma è solo questione di tempo.
    E tua moglie? E tua figlia? Che stanno facendo?!?!?!?!
    Stanno già ritessendo la trama di difesa, ma sia Cassiopea che Andromeda sono esauste per l'ultimo intreccio. Inoltre mi duole ricordarle che stiamo fronteggiando i Dodici...
    Undici! Ahaha!
    ...gli Undici...più tutto il resto dell'Assemblea.
    Ho solo bisogno di tempo e la questione sarà risolta. Magari...umh
    Meditando la Serpe cerca una posizione più comoda sul triclinio che non implichi guardare direttamente il suo consigliere in viso, la sua stoicità di fronte agli eventi lo disturba.
    Manda Fenice a farsi ammazzare un paio di volte, magari li farà distrarre e sfogare abbastanza.
    Certo, provvederò subito.
    E con lo stesso silenzio con cui il Consigliere si era palesato, così rapidamente scompare. Fuori dal naos, infatti, infuria una battaglia divina, ma paradossalmente è lontana e non ha riverberi, per ora, nelle stanze private dell'Ofiuco.
    Abbiamo qualcosa.
    La voce trillante di Lyra ridestò il mostro dalle sue considerazioni e piani di difesa. Sguisciando oltre il triclinio si portò alle spalle di Lyra osservando i capelli avvilupparsi con forza intorno una strana formazione, una specie di croce che si sfiocca in mille e più sentieri, un crocevia interplanare.
    Un mondo interessante, ma penso che poco ti interessi.
    Percepisco un potere antico, potrebbe fare al caso tuo.

    Purtroppo le abilità di Lyra si esaurivano a questi scarsi dettagli, probabilmente avrebbe dovuto costringere altri Fratelli più adatti allo scopo, ma il tempo è avverso.
    Violento e senza chiedere alcun permesso l'Ofiuco alle spalle di Lyra le immerge una mano nei capelli setosi, lasciandosi avvolgere dal suo Potere ed entrando così in contatto con chi è presente all'altro capo del telefono universo.
    Il mio nome è Ofiuco, Guardiano della Costellazione del Serpentario.
    Ho inviato il mio segnale interplanare alla ricerca di potenti creature desiderose di governare gli universi al mio fianco.

    Certo, sicuro e convinto del suo messaggio il Guardiano non poteva che sorridere soddisfatto di fronte al mare lucido davanti a sè.
    Aiutami nel mio cammino e di potenza e ricchezze verrai ricoperto.


     
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    Il mio nome è Ofiuco, Guardiano della Costellazione del Serpentario.
    Ho inviato il mio segnale interplanare alla ricerca di potenti creature desiderose di governare gli universi al mio fianco.

    Un estraneo, dunque. Rowena trasse un profondo sospiro di sollievo, dato che -per un attimo soltanto- aveva temuto in qualche potente mago di Najaza. O qualche assassino ben pagato dalla famiglia di uno dei suoi numerosi "ex-mariti".
    Aiutami nel mio cammino e di potenza e ricchezze verrai ricoperto.

    -RicopertA, milord. Sono una lady.
    Lo corresse senza particolare astio nella voce, piuttosto delle note in un certo senso svampite, se non addirittura "altezzose", in realtà abbastanza tipiche delle nobili dame della zona. Quasi quel dettaglio fosse per lei importante, cosa che -in realtà- non lo era... per entrambi.

    In ogni caso, la Strega convenne immediatamente che quel tale Ofiuco doveva essere un certo senso "importante", considerando che le era già capitato di leggere di sfuggita un simile titolo, in qualche libro di magia multidimensionale. Non poteva tuttavia capire se l'individuo con cui parlava corrispondesse effettivamente a chi vantava di essere... o se avesse in qualche modo intenzione di rispettare quella promessa.
    Quanto alle condizioni del patto... poteva considerarle interessanti.
    Dopotutto, da quel giorno poteva considerarsi nuovamente una donna libera!
    Senza altri uomini in vita fra i piedi.

    -Il mio nome è Rowena, sono una semplice strega ed un'addolorata vedova- snocciolò, mimando umiltà e cortesia che non le appartenevano affatto -Trovo un grande onore, accogliere un Suo messaggio, ancor più in questo momento per me così delicato.
    Non mentiva, anche se -quel colpo di fortuna- le parve così insolito da risultarle in qualche modo sospetto.
    -Tuttavia il mondo è crudele con una donna delicata e sola come me...- continuò, schioccando le dita ed ordinando tacitamente ai suoi scheletri di raccogliere le valige ormai complete e portarle giù dall'isola, direttamente nell'Etlerth. Da lì si sarebbe direttamente teletrasportata ad Ovest -Come faccio a sapere che la magnifica voce che ascolto appartiene proprio al grande Guardiano? E cosa vorrebbe da una umile strega come me?

    Accavallò sensualmente le gambe, mentre le labbra tinte di rosso acceso si piegavano in un sorriso malevolo.
    -Se così fosse, sarei più che onorata di scendere a patti con Lui, e contribuire al Suo compiacimento ♥

     
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    Il potere di Lyra è setoso ed avvolgente come i suoi capelli che si disperdono nell'ampia piscina trasformata in mappamondo interplanare per l'occasione. L'Ofiuco, in verità, più di una volta si è perso in quella coltre di biondo, perdendosi nella lascivia e nella depravazione più totale. Dal canto suo, Lyra, ha ottenuto indubbi vantaggi dalla relazione con la Serpe: la sua costellazione è sempre stata vista come mero orpello, una Guardiana intrattenitrice e poco più; la Serpe invece ha ritrovato nella bionda una potente alleata, in grado di confondere ed irretire le menti altrui e sfruttarle per i propri scopi. Il povero Triangolo, infatti, è stato raggirato e soggiogato dall'Ofiuco, proprio grazie all'intreccio della chioma bionda di Lyra.
    Stringendo i capelli biondi e tirandoli a sè, strappando un mugugnio di sofferenza alla donna, la Serpe si mette in contatto con la Strega. Non si aspettava certo una creatura femminile, ma è pur vero che universo che vai, usanze che torvi. Se la strega è stata abbastanza forte da captare il suo messaggio, vuol dire che è utile allo scopo e tanto basta al fuggitivo.
    Incatevole nome, potente creatura.
    La voce giunge alla strega traslata e distorta dal lungo viaggio extraplanare, che gli dona un ritorno metallico cacofonico e fastidoso. Eppure, a dispetto della stanza, resta quel pizzico di viscidume che è proprio della Costellazione del Serpentario. Ambiguo, disonensto e truffatore, caratteristiche che l'Ofiuco esalta e pone a proprio vessillo con gran disonore e vanto.
    Una Lady come voi, non deve che chiedere per vedere i propri desideri avverati.
    E certo non sarò io a tirarmi indietro ad una vostra richiesta.

    Stringendo con maggior vigore la chioma di Lyra, quest'ultima mugola per il dolore, ma comprende cosa vuole fare la Serpe. Inizialmente la Bionda cerca di opporsi, ma è consapevole di poter fare ben poco contro l'Ofiuco, anche se questo le costerà molto. Il turbante di lunghi capelli comincia ad arrampicarsi attorno al braccio dell'Ofiuco, come una massa viva ed avida comincia a ricoprirlo centimetro dopo centimetro. Nel giro di pochi secondi la figura del Guardiano è trasformata in un biondo cugino it. Lyra si sforza maggiormente per veicolare nell'universo un messaggio ben più complesso di una semplice conversazione telefonica.
    Il vassoio pieno di sangue di Rowena, viene investito dall'eco lontano dei poteri della Lira. Ribolle appena e si coagula in un nero pece. Dalla pozza nera di sangue, grovigli di spaghetti neri si intrecciano e crescono a ricreare un viso umanoide, non molto dettagliato, ma quantomeno reale. Una copia in minuatura dell'Ofiuco cresce sempre più. Una figura snella, dal profilo tagliente come la sua lingua. A ben vedere il dettaglio delle iridi di rettile, è l'unica nota di colore presente, di un giallo paglierino.
    La piccola figura di sangue raggrumato allunga la piccola mano verso Rowena, per esibirsi in un bacia mano, o forse sarebbe meglio dire bacia-mignolo, degno del più osservante dei cavalieri.
    Ogni vostro desiderio, sarà per me un ordine, dolce Creatura.
    Farò di voi la più gioisa delle vedove, se me lo permetterete.

    Il piccoletto mostra un sorriso sghembo prima di esibirsi in una piccola piroetta, per far ammirare alla Strega tutta la sua figura, a dimostrazione di chi è realmente. Invero Rowena sarà sicuramente consapevole che la particolarità dell'Ofiuco è quella di essere un insieme di creature, sempre differenti, che coindividono l'essenza, la memoria, i ricordi, la volontà. Oltre gli occhi il Serpentario può vantare diverse fattezze, ora uomo, ora donna, ora animale, ora aberrazione. Quindi mostrare quel corpo, è semplice indizio, che ora ha quel corpo, ma quegli occhi, invece, sono una costante.
    Compiacimi, mio Angelo, ed ogni tuo desiderio sarà avverato.
    Invitami nel tuo mondo, evoca l'Ofiuco, Guardiano del Serpentario, nel tuo crocevia.
    Ed offrimi, come è giusto che sia, un corpo degno della mia potenza.

    Intanto la Serpe ignora i versi di dolore di Lyra, sempre più esausta per lo sforzo che la impegna al punto che diverse ciocche di capelli biondi cominciano a cadere in una pioggia luminosa. La Guardiana stringe i denti e richiama a sè le ultime energie concentrandole nei capelli che sta utilizzando per ricreare l'immagine della Serpe e permetterne la comunicazione.
    Richiamami subito ed al mio fianco ti trasformerò in una Regina.


     
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    Ogni vostro desiderio, sarà per me un ordine, dolce Creatura.
    Farò di voi la più gioisa delle vedove, se me lo permetterete.


    La strega assistette alla scena in muto compiacimento, lasciandosi baciare il mignolo con la medesima e falsissima docilità con cui per anni aveva recitato la parte di una ricca moglie di nobili natali. Nonostante incantesimi simili fossero possibili, innescarli ad una distanza quale doveva essere quella dell'interlocutore non era cosa da tutti, pertanto si considerò discretamente convinta della veridicità delle dichiarazioni appena ascoltate, almeno per ciò che riguardava l'identità dell'Ofiuco. Quali fossero realmente i suoi piani o le ragioni della richiesta, Rowena lo avrebbe scoperto successivamente: in ogni caso la situazione stuzzicava la sua curiosità e la malizia, quindi decise di concedergli quanto bastava per doverle un favore.

    Compiacimi, mio Angelo, ed ogni tuo desiderio sarà avverato.
    Invitami nel tuo mondo, evoca l'Ofiuco, Guardiano del Serpentario, nel tuo crocevia.
    Ed offrimi, come è giusto che sia, un corpo degno della mia potenza.
    Richiamami subito ed al mio fianco ti trasformerò in una Regina.

    Osservando con la coda dell'occhio l'ultimo servitore sparire dietro l'uscio aperto, la donna decise dunque di agire: avrebbe esaudito il suo desiderio, ma lo avrebbe fatto senza rischiare fallimenti o -peggio- la propria vita. Najaza non era infatti una capitale qualunque, ma sapeva esattamente come comportarsi, essendoci vissuta.
    -Così sia, mio Signore- acconsentì -Ma una magia così potente rischia di essere avvertita e fermata nel luogo in cui mi trovo adesso. Concedetemi esattamente sei minuti, e vi assicuro che sarete il più gradito e riverito dei miei ospiti.

    Qualora l'Ofiuco avesse acconsentito, avrebbe interrotto la comunicazione con uno schiocco di dita: ormai aveva percepito l'energia magica decisamente "particolare" del messaggio e sarebbe stata in grado di scovare la sua posizione senza problemi in tutto il Multiverso. Si sarebbe dunque diretta rapidamente verso l'uscita della città, per nulla distante alla sua magione, così da raggiungere l'Etlerth. Seguendo i programmi della sua "fuga organizzata" e recitando un paio di parole in una lingua antica, si sarebbe immediatamente teletrasportata -assieme alla servitù- nella propria dimora ad Ovest, cioè un castello di legno lievemente malmesso, ma spazioso e -fortunatamente- sgombro da fastidiosi visitatori.

    C'era polvere ovunque, ragion per cui -posate le valige- uno scheletro si accinse a spazzare per terra, seguito da altri intenti ad incidere uno strano cerchio sulla superficie di legno marcio con le proprie ossa, mostrando una curiosa naturalezza delle azioni tipica di chi è ormai pratico in quelle mansioni. La strega si posizionò al centro, lasciando che il pavimento scricchiolasse ad ogni passo, ben attenta a non far calare troppa cera dalla candela che teneva accesa in mano, salmodiando una melodia blasfema ed antica.
    Allo scadere del sesto minuto, come promesso, coloro che erano giunti in contatto con lei si sarebbero ritrovati al sicuro nella semioscurità, fra polvere, scheletri, ed una donna matura illuminata da una sola candela ed un sorriso malizioso.

     
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    La Serpe sorride soddisfatta del contatto che ha ottenuto, e del discreto lavoro che ha svolto Lyra, ben oltre una semplice intrattenitrice. I pochi capelli che le sono rimasti regrediscono lentamente della figura dell'Ofiuco che già si allontana di un paio di passi dalla bionda inginocchiata, si avvicina al triclinio per mangiare ancora un po' di uva.
    Sei minuti, vedremo se questa donna è realmente di parola.
    Ancora sgranocchiando l'uva tra i denti di serpe l'Ofiuco torna ad avvicinarsi a Lyra che contempla il suo riflesso mezzo-calvo nell'acqua cangiante della piscina. Lacrime silenzioso le rigano il viso e lo sguardo triste diviene sgomento quando sente le mani viscide dell'Ofiuco stringerle con forza il mento e la tempia. Lo stridore di ossa che si disarticolano accompagna il semplice gemito che schiude le labbra della bionda, che esanime crolla nel mercurio che si agita.
    Sangue di famiglia io verso per spezzare il vincolo.
    Recita brevemente mentre le rune che circondano la piscina divengono di un verde ancora più intenso. Le regole del loro mondo sono semplici: una Matrice che distribuisce ai Guardiani la linfa vitale e permette e garantisce il continuo ricircolo, grazie a prodigiosi sigilli che "chiudono" il loro mondo rispetto l'esterno. Una palude infinita ed in perfetto equilibrio grazie alla volontà degli stessi Guardiani, che sono garanti dei circoli e dei sigilli. Spezzare un Guardiano vuol dire affievolire il muro che isola il loro Mondo con l'esterno e quindi rendere un richiamo da tale Endlos, più semplice e funzionale. Tre Guardiani sono già caduti e probabilmente altri stanno per cadere nella guerra che infuria fuori il naso dell'Ofiuco, abbastanza per traslare sul semipiano una piccola forza di comando.
    Cefeo.
    E' un bisbiglio quello dell'Ofiuco che richiama a sè il suo Consigliere. Che nel silenzio interrotto solo dallo sciabordio dell'acqua appare a qualche passo di distanza.
    Prendi la Matrice, tua figlia e tutti coloro che non hanno bisogno di un corpo fisico per affrontare un viaggio interplanare.
    Hai quattro minuti per portare tutti qui, il nostro passaggio sta per arrivare e dobbiamo essere pronti per prenderlo a volo.

    Intanto già si immagina il corpo potente, aitante che la strega gli metterà a sua disposizione. Non sapendo nulla del mondo in cui andranno, teme che i corpi siano dotati di strane propaggini, privi di viso ed orrori simili, ma se questo è il costo da pagare per sopravvivere e tornare come un Re, lo pagherà con piacere.
    Intanto l'Assamita recluta i membri della famiglia in grado di sopportare un simile viaggio. Cefeo, in primis, è in grado di affrontare simili condizioni, il corpo è solo un guscio in cui scorre la sua Vitae, e solo di questa ha bisogno. Andromeda, sua figlia, ha parzialmente ereditato questa capacità, preferendo altre sfumature di vampirismo.
    Mio Signore, ho portato con me anche il Custode dell'Eridano ed un paio di fratelli e sorelle.
    L'Ofiuco voltandosi verso il gruppetto lo studiò con attenzione. Come al solito il Visir Assamita era riuscito a soddisfarlo pienamente nel giro di appena tre minuti. La squadra creata è perfetta.
    Miei cari, vi offro un nuovo mondo da conquistare, prima di tornare vittoriosi nelle nostre Costellazioni.
    Ed allo scadere dei sei minuti, come promesso dalla Strega dal mare di mercurio in tempesta emerse una porta tremolante. L'invito a varcare la soglia per giungere al nuovo mondo.
    In silenzio il gruppo attraversa la porta, mentre lentamente la villa dell'Ofiuco si sgretola sotto l'ira degli altri Guardiani.
    Di fronte a Rowena si anima il corpo di Satiro seguito dalla lenta rigenerazone degli altri membri del gruppo; chi si plasma dal sangue, chi da uno specchio, chi ancora da poche briciole di cibo.
    Lo sdegno di ritrovarsi in un corpo di capra è palpabile sul viso della Serpe. Gli occhi, gialli e tagliati di netto dal nero della pupilla, si muovono sulla strega appena illuminata. Poteva andare meglio...ma anche peggio.
    La figura caprina si inginocchia appena per esibirsi in un bacia mano.
    Mia Regina, è un piacere fare la tua conoscenza.


     
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