[H] Major Arcana

Galleria delle Ombre

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Il posto tra il Sonno e la Veglia,
    la fine dell'Innocenza, una Mascherata senza fine,

    ...è lì che ti aspetterò.


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    In un mondo che non conosce limitazioni di spazio e vincoli di tempo, l'eterna immutabilità abbracciava il perpetuo divenire, dando origine a un non-luogo in cui i punti di riferimento potevano fluire incessantemente in una continua trasformazione, come la sabbia sotto la carezza del vento trasforma il profilo delle dune... perché, il piano onirico della Curtis Arcana è malleabile, e tende a stabilizzarsi in un'immagine comprensibile -e più probabilmente desiderata- a coloro che ne percorrono le lande.

    Naturalmente, anche in quel labirinto, coloro che di quel sogno erano fibra e dominatori non avrebbero avuto problemi di sorta nel trovare la strada per la
    Galleria delle Ombre , perché la volontà che sottendeva ciascuna delle loro esistenze li avrebbe guidati fino ad uno dei pochi punti fissi -comune e ricorrente- di quella fantasia condivisa; e non era importante che stessero passeggiando tra le strade affollate di una metropoli di grigio cemento, calcando i verdi e selvaggi sentieri di un bosco remoto, percorrendo un giallo e brullo deserto nella canicola di mezzogiorno, o persino sguazzando nelle sconfinate distese d'acqua azzurra nel pallido plenilunio...

    jpgQuando il momento di iniziare il Conclave fosse giunto, ciascuno dei Numi si sarebbe visto comparire davanti la
    Scala di Vetro , una successione di evanescenti ed iridescenti gradini che la Carta dell'Amore avrebbe trovato decisamente rassomiglianti a quelli che avevano più volte guidato i suoi passi durante i terribili eventi della fatidica Notte della Prima.

    Percorso quel passaggio sicuro in mezzo al Nexus -il nero vuoto a cui il pensiero non ha ancora dato forma-, tutti gli invitati si sarebbero ritrovati intorno ad un grosso tavolo circolare, di un materiale simile a pietra lucida o vetro nero (sebbene non altrettanto freddo), decorato con intarsi d'argento e d'oro che raffiguravano -in corrispondenza di ogni posto a sedere- un Emblema dei Tarocchi, disposti secondo un ordine e una numerazione precisi, da zero a ventuno... e sebbene molti seggi fossero ancora vuoti -e tali sarebbero rimasti- qualcuno dei loro Fratelli e Sorelle si era già accomodato prendendo posizione.

    Tralasciando il seggio vacante del Matto -e cominciando propriamente la successione-, la figura incappucciata del Mago sedeva serafica e composta, con le braccia conserte sul ripiano del nero cristallo e le mani celate all'interno delle ampie maniche della tunica, mentre la Papessa -appena sopraggiunta- si accomodò leggiadria sullo scranno a lei riservato proprio in quel momento, ravviandosi i lunghi capelli cerulei e lanciando uno sguardo blu zaffiro in direzione dell'amica; difatti, passando attraverso i posti vuoti dell'Imperatore e dell'Imperatrice -tipicamente in ritardo-, e del Papa -ancora disperso-, i commensali più prossimi erano proprio i gemelli che incarnavano il duplice aspetto dell'Amore...

    ...che probabilmente avrebbero supplito con la reciproca compagnia al fatto di trovarsi così isolati dagli altri, mancando anche -in successione- il Carro e la Giustizia, e trovandosi poi la vista preclusa dall'imponente profilo dell'Eremita, già piuttosto alto di suo e -per l'occasione- infilato di testa tra le pagine di un voluminoso librone; se non altro, così facendo, preso nella propria lettura, il gigante dal corno dorato non avrebbe sofferto troppo l'assenza della Fortuna. Né la presenza della Forza.


    « Ehi... ma guarda che razza di fagiolino che sei! »
    ridacchiò l'Ispanico con tono sornione, torreggiando sul suo piccolo vicino
    « Non dovresti essere un po' più alto? »

    « Nuuu! Smettila! Eddai, Fratellone! »

    Restando fedele alle sue feroci apparenze di energumeno poco raccomandabile, il Guerriero dalla pelle olivastra aveva pensato di salutare l'Appeso -suo "compagno di banco", reo di essersi distratto ad agitare la manina verso la Dama del Vento- scompigliandogli la zazzera castana, ghermendogli il cranio con una delle mani forti, e scuotendolo come palla di vetro con dentro la neve... e, brontolando, il ragazzino dagli occhi bigi aveva gonfiato le guance imberbi del suo viso perennemente infantile, e cominciato a dimenare in vano la testolina per scrollarselo di dosso, con il solo risultato di sembrare una scimmietta rimasta incastrata tra i rami di una quercia. Almeno finché la Morte non si avvicinò alla tavolata, proiettando sui suoi chiassosi vicini di posto un'ombra sinistra e un singolo momento di inquietudine.

    « Mein Gott... quando la finirai di comportarti come un bulletto di periferia? »
    la sua voce roca e maschile -dal forte accento tedesco- irruppe sulla scena, riportando il Fulvo nei ranghi
    « Avanti... Lascialo stare. »

    Con un mezzo sbuffo seccato, il Fulvo mollò la presa sul ragazzetto smilzo e si lasciò cadere pesantemente sulla propria sedia, puntellandosi su un gomito per reggere nella relativa mano il peso della sua testaccia dura e facile al surriscaldamento; intanto, il nuovo arrivato -un uomo alto, sottile, e con due vistosissimi aloni violacei sotto gli occhi blu fiordaliso- si tolse il cilindro dai capelli biondo cenere, slacciò il pastrano, sistemò la borsa da medico sotto il tavolo, e prese posto.

    « Uff.. speravo tanto non venissi. »
    brontolò il Guerriero, scoccandogli un'occhiata annoiata ma un sorrisino sornione
    « Non c'è gusto ad incontrarti lontano dai campi di battaglia. »

    « Che differenza fa...? »
    ritorse il Tedesco, sottilmente divertito, restituendogli il sorriso
    « Mi incontrerete tutti, un giorno. »

    « Tsk! »

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    « Grazie, Fratellone! ♪ »

    E mentre il dodicesimo Arcano faceva leva sul ripiano di nero cristallo per protendersi verso il tredicesimo e manifestargli la propria contentezza per essere stato difeso, e quello rispondeva stirando le labbra cianotiche in un sorriso gentile, l'undicesimo sbuffò ancora, roteò gli occhi scuri, e portò l'altra mano rimasta libera sotto la superficie a specchio del tavolo... e se nessuno poté vederglielo fare, fu facile immaginarlo compiere la rituale grattata scaramantica. Un vero signore. La Temperanza, non ancora arrivata, si risparmiò -o si perse- così lo spettacolo.

    Mancando all'appello il Diavolo, sarebbe stato il turno della Torre, ma nessuno si sarebbe aspettato davvero di vederlo presenziare alla Riunione... e neppure lui se lo aspettava, a giudicare da come sussultò contro lo schienale del proprio seggio quando si rese conto di dove si trovasse, e dal modo in cui prese a guardarsi intorno, con un'espressione sconvolta nell'unico occhio dorato, cerchiato da occhiaie di chi non vedeva un letto o un cuscino da settimane - che rivaleggiavano con quelle del Dottore.


    « No... no, no, no. Io non ho tempo per questo. »

    Il giovane alto, moro e con la benda sull'occhio mormorò tra sé e sé quelle poche parole, scuotendo la testa per scacciare il colpo di sonno che lo aveva portato lì, ma mentre le sue fattezze si facevano traslucide -riconsegnandolo al mondo della veglia- il Mastino rivolse un'occhiata al posto vuoto del Gufo e a quello deserto della sua Maestra, scoccando infine uno sguardo insondabile verso la Dama del Vento, prima di dissolversi con un'ultimo borbottio.

    « Scusate. »

    « Poverino: a quanto ho sentito,
    il Cacciatore di Teste ha un diavolo per capello di questi tempi... »

    esordì in tono neutro la donna albina, apparsa sullo scranno della Temperanza
    « Sta avendo un po' di problemi nel suo mondo: il termine di ingiunzione per la chiusura dell'Accademia lasciatagli dalla sua Maestra è sempre più vicino, ma lui insiste a voler gestire l'Esame per la Licenza come da programmi, e in più girano voci sul fatto che il Gran Consiglio degli Hunter abbia avviato un'indagine segreta sul suo conto. »
    con un mezzo sospiro grave, si abbandonò contro lo schienale e accavallò le gambe
    « Inoltre, so di un paio di colleghi nel mio ambiente a cui sono arrivate proposte di ingaggio che hanno il Mastino per bersaglio; non che quelli siano un problema per lui, ma... temo che la stessa richiesta possa essere arrivata agli Zoldick. »

    Per quanti avessero una certa familiarità con il mondo di Mirach, mettendo in rapporto le parole "colleghi" e "Zoldick" non sarebbe stato troppo difficile capire quale fosse la professione della giovane dagli occhi azzurro ghiaccio, e -da lì- immaginare come facesse a sapere quelle cose; in ogni caso, la signorina non aggiunse altro, anche perché la Riunione doveva incominciare, e la conta degli astanti proseguire...

    ...per quanto non ci fosse poi troppo da fare in quel senso: con la Stella elegantemente in ritardo -per la sua fissazione a farsi desiderare-, e la Luna in ostaggio del Nemico -disconnessa dalla Corte al punto da non poter sapere nulla della sua sorte-, il Sole era l'unico astro dell'Arcana, ma la sua rigida posa immobile -seduto contro lo schienale, con le braccia incrociate sul petto- e la faccia scura e pensierosa, smorzavano la calda e rassicurante sensazione che di solito irradiava la sua presenza.

    In assenza del trionfo del Giudizio alla destra del Paladino, il Mondo chiudeva il cerchio nella sua duplice forma di Legge e Caos, e dove la Custode dell'Ordine prendeva nota degli sviluppi delle cose, il suo gemello sostava in piedi alle sue spalle, appoggiato contro lo schienale del loro seggio condiviso.


    « Direi che possiamo dare inizio all'Assemblea:
    mi premurerò io di ragguagliare i ritardatari di quello che verrà detto. »

    esordì la Custode del Libro, rigirandosi la piuma d'oca tra le dita e abbracciando i presenti in un'occhiata blu
    « Chi vuole parlare per primo...? »

    Davanti a quell'invito, la Dama Azzurra cercò con lo sguardo blu zaffiro le iridi verde smeraldo della Dama del Vento, scambiando con lei un'occhiata che recava con sé un muto interrogativo: voleva essere Drusilia a prendere la parola? O la Galanodel preferiva che fosse Kalia ad intavolare le tante e complesse questioni di quel discorso? Del tutto inconsapevole di quella loro incertezza, non senza una certa sorpresa, fu Leon, la Carta del Sole, ad alzarsi in piedi e cominciare.

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    « Ho pensato a lungo agli eventi che ci hanno colpito ultimamente: l'attacco su larga scala che è stato sferrato ad Endlos era inequivocabilmente una trappola per la Corte, perciò sottolineerò l'ovvio dicendo che il mandante è al corrente della nostra esistenza e della nostra missione. »
    esordì il Paladino, spostando lo sguardo ceruleo sul seggio della Luna, vuoto al suo fianco
    « ...noi -di contro- non possiamo nemmeno esser sicuri di conoscere o meno questo Demone, visto che gli archivi costituiti dalle esperienze delle nostre vite passate risultano danneggiati. Ma questo rafforza soltanto il sospetto che la risposta sia proprio lì. »

    Battendo un colpetto sul nero cristallo contrassegnato dalla decorazione del proprio emblema,
    il Cavaliere levò gli occhi per passare in rassegna i volti dei suoi Fratelli e Sorelle.


    « Finché non sappiamo chi è il Nemico e che cosa ha a che fare con la Corte, agiremo alla cieca; per questo ho intenzione di mettermi in viaggio per ricostruire gli Annali. »
    annunciò il biondo, con tono risoluto ma sguardo calmo
    « La nostra memoria può fallire, ma le vite che abbiamo vissuto hanno lasciato un segno nel tempo e nello spazio: sono convinto che trovando quelle tracce, e ripercorrendone le storie, potremmo ritrovare il filo dei nostri ricordi - e mettere insieme il puzzle. »

    « Appurata la nostra condizione di bersagli, non è saggio per nessuno di noi muoversi da solo; tanto più per una questione complessa come quella degli Annali, che richiede di spingersi in altri mondi ed altre epoche. »
    dalle ombre del proprio cappuccio, il Mago intervenne con voce efebica
    « Gli Assi si stanno già muovendo per cercare i nostri Fratelli e Sorelle dispersi.
    Dovremmo aspettare le loro istruzioni. »


    « Ne ero a conoscenza: sotto il Tendone ho incontrato due membri dell'Arcana di Spade. »
    assentì il Paladino, tornando a sedersi, e lasciando correre il pensiero ai due gemelli albini
    « Allen e Tasha: sono stati loro a salvarmi la vita... ma il compito per cui sono su Endlos è trovare la Carta del Papa. A quanto pare, è rinato, ma... per qualche motivo non si risveglia. »

    « Sì... ricordo che la Giustizia mi aveva parlato del fatto
    che trovava ci fosse qualcosa di strano nella sua ultima morte... »

    mormorò pensosamente tra sé e sé la Morte, carezzandosi pensosamente il mento
    « Come se qualcosa avesse alterato il suo fato... il suo Karma. »

    « Temo che anche al Matto sia successo lo stesso... »
    commentò il Bagatto, scuotendo mestamente il capo
    « Nemmeno lui è ancora tornato alla Corte. »

    E mentre molte paia di occhi si posarono sull'emblema dell'Arcano senza numero,
    attorno al tavolo calò il silenzio.



    Hints to the Future
    [Mirach]
    • L'Esame per la Licenza: Nonostante le pressioni politiche per la chiusura dell'Accademia Abel (l'unico responsabile rimasto) si ostina a voler mantenere l'impegno di organizzare e gestire il prossimo Esame per la Licenza di Hunter. Potrebbe essere un'idea aiutarlo nell'impresa, o -alla luce del resto- partecipare per vigilare.

    • Indagine Interna: Non è chiaro il perché, ma il Gran Consiglio Supremo degli Hunter ha aperto un fascicolo sul conto del Mastino - un Cacciatore che è sempre stato ligio al dovere.

    • Caccia al Mastino: Qualcuno con i mezzi necessari per assoldare la Famiglia di Assassini più famosa di quel mondo e un certo numero di altri sicari ha preso di mira Abel - ma chi? E, soprattutto, perché?

    [Extra]
    • Ricostruire gli Annali: Gli Arcani sono il fulcro e il bersaglio di molte delle tragedie abbattutesi su Endlos: potrebbero esserci indizi nel passato della Curtis, ma i resoconti "storici" di molti eventi sono spariti, rafforzando il sospetto che la spiegazione sia lì e che il Nemico l'abbia fatta sparire; tuttavia, trovando oggetti-chiave e ripercorrendo le storie ad essi legate, è possibile ricostruire quelle memorie - e mettere insieme il puzzle.

    [Endlos]
    • La Carta del Papa: Gli Assi della Curtis hanno inviato su Endlos una coppia di ragazzi (Allen e Tasha) con la missione di trovare l'Arcano del Papa, il cui Risveglio in quanto tale è bloccato - aiutare i Gemelli significherebbe il recupero di un elemento prezioso della Corte e maggior comprensione della forse analoga situazione del Matto.


    Edited by - Destino - - 11/12/2019, 23:29
     
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    Impeto e tempesta

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    "Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme.
    Insieme valgono di più".


    (Massimo Gramellini)


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    Galleria delle Ombre.
    Regno dei Sogni.

    -Assolutamente no.
    -Oh, andiamo... lo sai che non ci giudicherà nessuno, Amore mio ~ ♥

    Muovendo lievemente il capo verso sinistra, la Dama del Vento mimò un'espressione seccata e decisamente insofferente. Erano ormai trascorsi diversi minuti dal loro arrivo alla Galleria delle Ombre, e lei era stata la prima a prendere posto sul sesto seggio -quello riservato agli Amanti-, confidando che il gemello si sarebbe poi limitato a sostarle alle spalle, come -in effetti- era accaduto per la carta del Mondo.
    Quarion non si era tuttavia rivelato dello stesso avviso; rimasto malvolentieri in piedi, l'aveva più volte infastidita, intrecciandole i capelli fra le sue dita o sussurrandole oscenità alle orecchie, sperando forse di farla alzare e rubarle la poltrona. Alla fine -però- le abilità di mediazione dell'Ambasciatore avevano preso il sopravvento, ispirandogli una soluzione che avrebbe certamente accontentato entrambi. La Dama del Vento si sarebbe infatti dovuta alzare, concedendogli il posto, per poi sistemarsi graziosamente sulle ginocchia del gemello.
    Proposta ovviamente rifiutata all'istante, nonostante Quarion l'avesse più volte rassicurata (?) sul fatto che, per evitare di farla cadere, avrebbe sempre tenuto le mani ben salde sui suoi fianchi e sulle gambe.

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    -Se ci tieni tanto, addormentati prima la prossima volta.
    -I miei "passatempi" necessitano purtroppo lunghe veglie notturne, luce dei miei occhi.
    - ...e allora resti in piedi.
    All'ennesimo rifiuto -poco prima che il Concilio cominciasse- Quarion decise tuttavia di arrendersi alla testa dura della sorella. Ridacchiando per le sue risposte al flirt e scrollando le spalle, si mosse verso il quinto seggio, posto al loro fianco già vuoto da molto tempo. Vi si accomodò con nonchalance, accavallando le gambe ed attendendo gli altri.
    -Che fai?!
    -Il Papa è sempre assente, e poi son sicuro che non si arrabbierà per questo ♥
    Chiuse la discussione ricambiando il saluto dell'Appeso rivolto a sua sorella, e Drusilia lo imitò a sua volta, sorridendo gentile verso Bess, salvo poi scoccare uno sguardo torvo all'energumeno che aveva poi iniziato ad infastidirlo. Fortuna che ci pensò Faust a placarlo.

    « No... no, no, no. Io non ho tempo per questo. »
    Il mormorio di una voce conosciuta catalizzò poi le attenzioni di tutti, e Drusilia trovò al proprio posto un Abel sorpreso da un colpo di sonno indesiderato. Scuotendo la testa nel tentativo di tornare alla sua veglia, si fece traslucido, rivolgendo tuttavia uno sguardo al posto del Matto e a quello della Luna prima di sparire, soffermandosi anche su Drusilia, che ricambiò il contatto aprendo leggermente le labbra, quasi desiderasse ardentemente parlargli... o che rimanesse lì con loro.
    « Scusate. »

    « Poverino: a quanto ho sentito, il Cacciatore di Teste ha un diavolo per capello di questi tempi... » esordì una donna a lei sconosciuta, esattamente come lo era l'energumeno fra Brifos e Bess. Aveva i capelli candidi come la neve e lo sguardo di ghiaccio « Sta avendo un po' di problemi nel suo mondo: il termine di ingiunzione per la chiusura dell'Accademia lasciatagli dalla sua Maestra è sempre più vicino, ma lui insiste a voler gestire l'Esame per la Licenza come da programmi, e in più girano voci sul fatto che il Gran Consiglio degli Hunter abbia avviato un'indagine segreta sul suo conto. Inoltre, so di un paio di colleghi nel mio ambiente a cui sono arrivate proposte di ingaggio che hanno il Mastino per bersaglio; non che quelli siano un problema per lui, ma... temo che la stessa richiesta possa essere arrivata agli Zoldick. »

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    -...

    « Direi che possiamo dare inizio all'Assemblea: mi premurerò io di ragguagliare i ritardatari di quello che verrà detto. Chi vuole parlare per primo...? »
    Irrigidendosi un poco alle notizie giunte dalla Temperanza, Drusilia intercettò a malapena lo sguardo di Kalia, perdendo -di fatto- il momento di farsi avanti per prima, lasciando il posto ad un Leon scuro in viso.
    « Ho pensato a lungo agli eventi che ci hanno colpito ultimamente: l'attacco su larga scala che è stato sferrato ad Endlos era inequivocabilmente una trappola per la Corte, perciò sottolineerò l'ovvio dicendo che il mandante è al corrente della nostra esistenza e della nostra missione. »
    Come un leader nato -o un Paladino, quale in effetti era- il Sole mostrò immediatamente un atteggiamento risoluto e delle risposte al problema. Soluzioni che lo avrebbero portato a scendere in campo personalmente, così da indagare su uno dei più grandi problemi della Curtis Arcana: le memorie perdute. Quarion annuì interessato, ma lo sguardo smeraldino di Drusilia era perso nel vuoto.
    « Appurata la nostra condizione di bersagli, non è saggio per nessuno di noi muoversi da solo; tanto più per una questione complessa come quella degli Annali, che richiede di spingersi in altri mondi ed altre epoche. » chiarì immediatamente Nightingale -una presenza discreta, già intravista su Laputa da entrambi i gemelli Galanodel « Gli Assi si stanno già muovendo per cercare i nostri Fratelli e Sorelle dispersi. Dovremmo aspettare le loro istruzioni. »
    « Ne ero a conoscenza sotto il Tendone ho incontrato due membri dell'Arcana di Spade. Allen e Tasha: sono stati loro a salvarmi la vita... ma il compito per cui sono su Endlos è trovare la Carta del Papa. A quanto pare, è rinato, ma... per qualche motivo non si risveglia. »
    « Sì... ricordo che la Giustizia mi aveva parlato del fatto che trovava ci fosse qualcosa di strano nella sua ultima morte... Come se qualcosa avesse alterato il suo fato... il suo Karma. »
    « Temo che anche al Matto sia successo lo stesso... Nemmeno lui è ancora tornato alla Corte. »

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    Rivolgendo l'attenzione al posto vuoto del Matto, molti Arcani preferirono il silenzio alle parole. Fu in quel momento che Quarion, voltandosi subito dopo all'indirizzo della Dama del Vento, forse in cerca di qualche suo segnale relativo a quello che doveva essere il loro intervento, trovò la sua adorata Drusilia col viso rivolto nella stessa direzione degli altri, ma con occhi persi... che non guardavano nulla.

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    Abbassando lo sguardo aureo da quello spento e distratto della gemella, il bell'angelo dai capelli azzurri rimirò quindi con chirurgica attenzione le labbra rosse e piene, più tirate del solito, la sua postura rigida... ed oltre la soffice curva del seno, delle mani affusolate -ma straordinariamente forti- erano conserte all'altezza del ventre. O -per meglio dire- serrate... almeno finché non decideva di mollare la presa, sfregandole in un palese gesto di agitazione ed insicurezza, per poi tornare a richiuderle in quello che dava tutta l'idea essere un tic nervoso.
    Sospirò.

    -Mi dici cosa devo fare con te?
    Le bisbigliò appena con voce morbida e carezzevole, protendendosi verso di lei ed agguantandole una mano, così da districare la morsa sul suo ventre.
    -Owl ha fatto una scelta che va rispettata, il tuo Abel è grande e grosso, e noi siamo stati tutti presi di sorpresa. Pensiamo piuttosto a risolvere il problema, invece di crearcene altri, ok?
    -Non sa ancora di Owl... nessuno glielo ha detto.
    -...


    Mentre numerosi pensieri si affollavano oltre lo sguardo imperscrutabile di Quarion Galanodel, costui strinse con inaspettata fermezza la mano della sorella, imponendo una maggiore pressione a quella blanda ed aggraziata di poco prima, richiamando tutta l'attenzione di Drusilia. Quando gli sguardi dei gemelli s'incatenarono, vi fu un lungo attimo di silenzio.
    Nient'altro.

    Infine, come se quel confronto non fosse mai avvenuto, l'Ambasciatore infranse il contatto visivo, rivolgendosi attivamente a Leon senza mai abbandonare la presa dalla mano della Dama del Vento.
    -In realtà abbiamo già iniziato a muoverci per risolvere la nostra terribile carenza di informazioni- disse con voce gioviale, senza tuttavia risultare irrispettoso nei confronti del Paladino, in realtà "sensibile" quasi quanto sua sorella, o almeno così aveva da sempre pensato -Abbiamo iniziato a riorganizzarci su Endlos, ed ottenuto qualcosina, invero poche briciole... ma è presente oggi qualcuno che ha avuto un incontro molto ravvicinato con il nostro primo sospettato.
    Nel dirlo -ovviamente- guardò Drusilia, costringendola di fatto a reagire.
    -... ed ha anche uno spasimante pettegolo, che ci ha regalato qualche informazione bonus sul nostro "amico" Fistadantilus.

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    Trovandosi numerosi sguardi catalizzati su di lei, Drusilia non potè fare altro che parlare, limitandosi ad aggiornarli su quanto accaduto e dando per scontato che tutti fossero a conoscenza delle scoperte sulla Luna precedenti alla Notte della Prima, dato che Owl si era premurato di diffondere le informazioni fra tutti i Fratelli.

    -Nel mio incontro "diretto", Fistadantilus non ha lasciato trapelare molto, in realtà... ma ho saputo dal Re del Tempo che il nostro Nemico dovrebbe avere un lignaggio parecchio antico ed illustre, il cui capostipite è stato il Ribelle del proprio pantheon, oppostosi al suo Creatore. Si tratta infatti del rampollo del Tredicesimo Iblis, ed avrebbe dovuto prenderne il posto ereditando il titolo e tutti i possedimenti, se non fosse stato che -in punto di morte- suo padre decise di designare come proprio successore uno dei figli illegittimi. La notizia non fu ovviamente accettata, motivo per cui allontanò il nuovo erede... ma Fistadantilus non si dimostrò capace di regnare, motivo per cui fu lo stesso entourage ad acclamare il fratellastro come un salvatore, nel momento in cui tornò dopo aver acquisito un sostanziale potere. Fistadantilus fu quindi imprigionato, e liberato solo in tempi recenti...
    La spiegazione fu rapida e concisa. Anche perché -a tormentarla- era qualcos'altro.
    Abbassò il capo, e la voce si fece sottile ed insicura.
    Forse spaventata.
    -Quando mi son trovata rinchiusa in una gabbia al Circus Diabolique, isolata da tutto e tutti... parlando con lui ho avuto delle visioni. Visioni che lo riguardavano direttamente... e che riguardavano una certa Ishtar.
    -"Ishtar" è il nome con cui Fistadantilus ti ha chiamata quando ha parlato con te... giusto?
    Drusilia tacque, annuendo.



    Edited by Drusilia Galanodel - 13/12/2019, 15:45
     
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    I Sogni celano spesso delle risposte
    alle domande che non siamo in grado di formulare.


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    -In realtà abbiamo già iniziato a muoverci per risolvere la nostra terribile carenza di informazioni: abbiamo iniziato a riorganizzarci su Endlos, ed ottenuto qualcosina, invero poche briciole... ma è presente oggi qualcuno che ha avuto un incontro molto ravvicinato con il nostro primo sospettato.

    A spezzare il silenzio disceso attorno alla tavolata fu dapprima la voce vivace di Quarion, e molte paia di occhi si appuntarono su di lui: alcuni l'avevano in realtà già visto -e forse anche udito- parlottare con la sorella a cui ora teneva con gentile fermezza la mano, ma nessuno vi aveva dato troppo bado.

    Dopotutto, erano gemelli di sangue già al di fuori della Corte, erano due metà di uno stesso spirito entro i suoi confini, e al momento erano circondati dalla loro famiglia nei meandri più segreti del più sicuro dei loro domini, perciò quel gesto non suscitò altro che il
    sollievo di Kalia, Bess o Leon, ritrovatisi troppo distanti per offrire il loro conforto a Drusilia.

    -... ed ha anche uno spasimante pettegolo,
    che ci ha regalato qualche informazione bonus sul nostro "amico" Fistadantilus.


    Sebbene alcuni dei presenti -come la Papessa, il Sole, l'Appeso e l'Eremita fossero in parte già stati messi al corrente di certi progressi fatti in merito alle indagini sugli accadimenti della Notte della Prima, l'eventualità che potessero esserci degli aggiornamenti catalizzò all'istante la loro attenzione sull'Amore - e gli sguardi di tutti gli astanti convergettero in quella direzione.

    -Nel mio incontro "diretto", Fistadantilus non ha lasciato trapelare molto, in realtà... ma ho saputo dal Re del Tempo che il nostro Nemico dovrebbe avere un lignaggio parecchio antico ed illustre, il cui capostipite è stato il Ribelle del proprio pantheon, oppostosi al suo Creatore.

    I Numi riuniti in conclave si concentrarono nell'ascolto di quel breve racconto, passandolo ciascuno al setaccio delle proprie intuizioni, ma pur con una tale variegata quantità di punti di vista, tra le maglie delle loro analisi restarono impigliate più domande che risposte: che aveva a che fare il discendente di un'antica divinità ribelle con loro? Certamente, la Corte non era in genere estranea a leggende e cosmogonie, in cui spesso il Destino li chiamava ad assolvere qualche ruolo mirato, ma... il più delle volte, il senso della loro presenza in un dato posto e in un dato momento non era mai del tutto noto neanche ai suoi stessi agenti, perciò in che modo poteva uno sconosciuto aver appreso della Corte?
    E come si era sviluppato il suo rancore contro di loro?

    La Curtis era il sogno del Card Master, e come tale era qualcosa di inesistente per gli abitanti del mondo della veglia... e per assicurarsi che tale rimanesse, se potevano essere numerose le storie di gesta sparpagliate per le epoche e gli universi riferite a qualcuno degli Arcani, non era mai stata prodotta -o comunque sopravvissuta- della documentazione che serbasse ricordo, menzione, o speculazione della loro esistenza come collettività.

    In ogni caso, nonostante quell'apporto risultasse modesto, nessuno pensò di lamentarsene: gli interrogativi sono il punto di partenza di ogni ricerca, e quelle "briciole" aprivano sentieri, e fintanto che si resta in movimento si arriva sempre da qualche parte... eppure, oltre al racconto riguardante le origini di quel tale Fistadantilus e le sue faide familiari, la Dama del Vento aveva qualcosa che pareva tormentarla ancor più del suo incontro ravvicinato con il Nemico.


    -Quando mi son trovata rinchiusa in una gabbia al Circus Diabolique, isolata da tutto e tutti... parlando con lui ho avuto delle visioni. Visioni che lo riguardavano direttamente... e che riguardavano una certa Ishtar.
    -"Ishtar" è il nome con cui Fistadantilus ti ha chiamata quando ha parlato con te... giusto?

    Mentre un silenzio pensieroso calava nella cerchia, il Caos primigenio che costituiva l'essenza del Mondo si sporse dallo schienale del seggio contro cui era appoggiato, si chinò fin quasi a sfiorare la spalla della sorella con il mento, e allungò la destra verso il suo Libro della Legge, interrompendone le annotazioni (un vezzo scenico, dato che le trascrizioni sarebbero andate avanti autonomamente) e cominciando a carezzare le pagine con le dita guantate di nero, scorrendole a ritroso; quando ebbe trovato quel che cercava, picchettò gentilmente un indice su un punto della pagina -contrassegnato dai sigilli dei Quattro Assi-, e tornò a ritrarsi nella sua posizione iniziale.

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    « Ishtar è il nome della divinità dell'amore e della guerra di un antico pantheon. »
    esordì Nemes in tono conciliante, portando su Drusilia un rassicurante sguardo blu
    « Era la precedente incarnazione del vostro emblema - l'ultima, prima di voi. »

    Per un po', la dea babilonese era stata assente dalla Corte, e gli stessi due Galanodel che aveva davanti -che ne erano risultati i successori- avevano avuto bisogno di particolari condizioni di tempo e di calma per raggiungere il Risveglio, oltre che dell'intervento diretto della Luna, del Matto e della Torre... tuttavia, la Custode dell'Ordine preferì omettere quelle informazioni aggiuntive, poiché avrebbero logicamente sollevato curiosità e -di conseguenza- scomodi interrogativi, come ad esempio il perché di quella scissione. E come suo fratello aveva prontamente evidenziato, parlare della Maledizione Karmica ancora pendente sull'anima di Ishtar era qualcosa che gli Assi avevano espressamente chiesto di mantenere sotto silenzio...

    E i pochi Arcani a conoscenza del fatto (il Mondo, la Giustizia e poteva certamente supporsi la Luna) non avevano potuto che convenire col fatto che rivelare la verità a Drusilia e Quarion non avrebbe giovato loro in alcuna maniera: non c'era nulla di utile nell'apprendere dell'infelice sorte che aveva costretto il loro precedente ego a perire ogni volta in giovane età e in modo crudele -sempre prima del Risveglio da Arcano-, così come non avrebbero potuto trovare soluzione all'atroce condanna che li avrebbe costretti a rivivere una ad una tutte le loro morti quando sarebbe giunto il momento di spirare.

    In vero, lo spettro di quella consapevolezza avrebbe solamente rischiato di aggravare e accelerare la loro Execratio... e se ciò fosse avvenuto, tutti gli sforzi compiuti dagli Assi fino a quel momento, tutta la lunga catena di eventi che aveva permesso il ritorno alla Corte dell'Amore -anche al costo della scomparsa del Papa e della cattura della Luna- sarebbero stati vanificati.
    Molto meglio cambiare argomento. E su quello, avevano l'imbarazzo della scelta.

    « Tornando a Fistadantiulus... » « ...una vera spina nel fianco! »

    La voce dell'Imperatrice trovò il tempismo perfetto per inserirsi nella conversazione, e mentre emergeva dalle ombre della Galleria, ancheggiando sinuosa al ritmo che i tacchi scandivano ad ogni suo passo, con una mano puntellata su un fianco ed un'espressione seccata sul viso, l'Imperatore camminava al suo fianco, scortandola in un silenzio reso sornione dal sorrisino che gli increspava le labbra.

    « Perdonate il ritardo, ma da quando mi sono sistemata a Najaza lui e il suo Socio non fanno altro che cercare di prendermi in fallo -anche in senso letterale- e sono costretta a dormire con un occhio aperto. »

    Roteando gli occhi con fare esasperato, e senza velare di particolare pudore i suoi sottintesi, la Dama Nera si lasciò condurre per mano dall'uomo che le faceva da accompagnatore -un giovanotto dai capelli rossi, acconciati in un ciuffo che gli ricadeva su uno degli occhi azzurri-, che la guidò fino ai loro troni; dopo averla fatta accomodare davanti al terzo emblema, egli si accomodò al quarto, ma rimase in silenzio, dato che la Strega dagli occhi d'argento non aveva ancora finito di lamentarsi.

    « Il mio sonno di bellezza è costantemente compromesso: non so quanto riuscirò a resistere. Se a causa di questa storia dovessero venirmi le rughe, io non rispondo delle mie azioni. »

    « Desdemona, cara...? » « Cosa? »

    Seduta di fianco a lei, la Papessa intervenne nelle sbuffate dell'Imperatrice con tono gentile, rivolgendole un sorriso prima di sciorinarle qualche parola che sarebbe stata mirata a rassicurarla e ben disporla -naturalmente, senza mentire-... prima di tornare ad indirizzarla con grazia sull'argomento di discussione.

    « Non hai motivo di preoccuparti: sai che sei sempre splendida.
    Ma... cosa stavi dicendo a proposito di Fistadantilus...? Come mai lo conosci...? »


    jpg« Beh... Non è proprio che lo conosca. »
    cominciò la donna, consolandosi in fretta e condividendo quanto sapeva
    « A Najaza usa un altro nome, e si fa passare per un "Ashanti", gli déi protettori delle grandi Famiglie Nobili, che hanno sostituito l'antico culto degli Spiriti-Totem... Ma lui e il suo amichetto sono chiaramente demoni: stipulano contratti, chiedono tributi, e fanno organizzare dai loro fedeli dei riti sacrileghi in proprio onore. »

    Fin lì, nulla di nuovo: quelle erano informazioni che Drusilia e Kalia avevano già appreso dalle testimonianze riportate da Mugen e Firion, in occasione del loro incontro con Emeraude, il Servo del Demone Asmodeus; tuttavia, Desdemona parlava di pratiche che aveva visto svolgersi sul campo, e che i suoi studi da strega le avevano permesso di riconoscere ed interpretare.

    « Divide il territorio con Ashmo-dai, "il Serpente Asmodeus"... e proprio questo suo socio è il più assillante dei due. Anche perché, in realtà, Fista-coso non sembra essere quasi mai in città. »
    proseguì la mora, menzionando qualcosa di curioso, già riportato da Emeraude
    « Da quel che ho potuto capire sondando il terreno, sta cercando qualcosa nelle lande circostanti, così le sue forze e le sue attenzioni sono poco concentrate in città. »

    « Sei riuscita a scoprire cos'è che sta cercando? »

    « Non ne ho idea: oltre ad essere limitata nei movimenti al di fuori della magione che mi ospita, non posso ricorrere ad incantesimi su vasta scala o troppo potenti, perché ci sono fitti e complicati sortilegi di contenimento e tracciamento sulla città, e dal momento che sono una straniera ogni attività insospettirebbe le Famiglie. »
    spiegò con evidente seccatura la donna, non per la domanda in sé, ma per la circostanza
    « Inoltre, visto che non sono votata ad un Ashanti, quell'Asmodeus mi sta col fiato sul collo per asservirmi, perciò devo muovermi con cautela: è davvero invadente ed inopportuno! Potrebbe evitare di stressarmi mentre mio marito è ancora a letto, in fin di vita. »

    A quella dichiarazione, Leon scoccò uno sguardo interrogativo a Kalia -come a chiederle se ne sapesse qualcosa-, e mentre Isaac sogghignava divertito dallo spettacolo, alcuni si domandarono i motivi per cui Desdemona si fosse cacciata in quella situazione a Nord, e altri si chiesero piuttosto perché non fossero stati invitati alla cerimonia; solamente Bess, però, prese la parola... e nel farlo si concentrò -forse per intuito, forse per ingenuità- sulla figura chiave di quella faccenda.

    « Ah... Mi dispiace per tuo marito... »

    « A me no. »
    fu la replica sdegnosa della donna, sbuffando e ravviandosi i lunghi capelli corvini
    « Lo avveleno quotidianamente e con cura proprio per tenerlo in quello stato:
    paralizzato a letto, semi-incosciente, e -soprattutto- muto. »


    Le reazioni a quello furono alquanto eterogenee: da una parte, gli occhi sbarrati del Sole resero evidente la sua sorpresa, e la Papessa impallidì, con quello sguardo preoccupato tipico delle madri che si chiedono dove abbia sbagliato nell'educarla; all'altro capo dello spettro emotivo, invece, la Forza rovesciò indietro il testone fulvo in una risata divertita, mentre l'Imperatore -che ancora stringeva nella propria quella della controparte- si limitò a portare alle labbra le dita della donna commentando con un "Che cattiva...!" che suonava più di elogio che non di rimprovero.

    In mezzo a questi due estremi, il Mago scosse solamente il capo, la Temperanza scrollò le spalle -non trovando personalmente nulla di male nel metodo-, l'Eremita continuò a leggere il suo libro come niente fosse, la Morte si limitò a sospirare, e l'Appeso reclinò la testolina da una parte -evidentemente confuso- lanciando occhiate ai suoi vicini, cercando di capirci qualcosa.


    « Non guardatemi così. »

    Sentendosi gli sguardi addosso -soprattutto quello del Paladino e della Castellana, che l'avevano raccolta e cresciuta nella Cittadella della Luce prima del suo viaggio attraverso il Maelstorm-, quell'ammonimento le venne fuori altero e stizzito.

    « Stiamo parlando di uno psicopatico misogino assassino seriale. »
    asserì, spiegando i motivi della sua giustificatissima totale assenza di rimorsi o scrupoli
    « Per la sua ossessione di trovare "quella giusta" faceva portare giovani ragazze al suo castello, le sottoponeva ad un rituale che sosteneva essere "nuziale", e la notte seguente dava loro la caccia nella sua tenuta, come fossero animali. »
    spostando altrove le iridi d'argento, incrociò le braccia sulla scollatura in un gesto imperioso
    « Non è nemmeno possibile risalire al numero esatto delle sue vittime, visto che si trattava per la maggior parte di popolane, straniere, donne di malaffare o figlie di nessuno - perciò non mi sentirò in colpa per un tipo del genere. »

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    « Desdemona... non sarà troppo pericoloso rimanere lì? Vuoi che venga a prenderti? »
    chiese Leon, senza nascondere la sua preoccupazione
    « Najaza è territorio nemico, e se i servitori di quell'uomo scoprono cosa gli stai facendo... »

    « Intendi i miei servitori...? Per quanto ne sanno, io sono la Bella che ha domato la Bestia. »
    puntualizzò la mora, con un certo autocompiacimento
    « I domestici considerano una benedizione la mia presenza alla tenuta, le guardie non fanno domande, e i dignitari... mi si sono affezionati subito, visto che so come farmi voler bene. »

    Il tono allusivo di quell'ultima frase, il sorriso malizioso che le aleggiò sulle labbra ben disegnate, e la disinvoltura con cui Drusilia l'avrebbe certamente ricordata togliersi gli abiti di dosso l'unica altra volta in cui si erano incontrate di persona, erano tutti elementi che avrebbero lasciato facilmente intuire alcuni dei più spicci metodi persuasivi del suo repertorio.

    « Il mio unico problema con i Servitori, è che non ne ho abbastanza a guardarmi le spalle. »
    riprese l'imperatrice, sospirando e crucciandosi un poco
    « A quest'ora, gli Ashanti hanno capito che il Duca mio marito è fuori dai giochi, ma secondo la Legge di Najaza il nuovo Capofamiglia -cioè io- deve scegliere un patrono a cui votarsi entro 23 giorni dalla dipartita del suo predecessore... »

    Con tutte le ovvie problematiche del caso: il dover sopportare o schivare le pressioni mafiose dei due preordinati candidati papabili, valutare con attenzione quale sarebbe in potenza il male minore da scegliere, capire come gestire gli eventuali risentimenti e le ripicche della parte che sarebbe finita per forze di cose scartata... Fortuna che era stata abbastanza furba da prendere tempo.

    « ...ma col fatto che mio marito è ancora vivo, si è creato uno stallo. Così, nell'ultimo periodo, hanno cominciato a verificarsi episodi in cui "forze misteriose" hanno provato ad introdursi nella magione per porre fine alle sofferenze del Duca ed accelerare i tempi. Pur in ristrettezze, sono riuscita a respingerle, ma ho perso alcuni elementi del mio seguito... »
    tamburellando nervosa le dita di una mano sul tavolo, la Dama anticipò ogni recriminazione
    « ...e non fatemi la morale sulle vite di quei "poveri innocenti". A Najaza, anche i sassi sapevano delle stravaganze del mio presto-defunto maritino: chi pensate lo aiutasse a procurarsi le ragazze, a tenere lontani i curiosi, e a far sparire le tracce? Se non mi servissero pedine per la mia sopravvivenza li avvelenerei tutti. »

    Nel denso silenzio che calò subito dopo, nessuno osò sollevare obiezioni a contrasto della spietata logica dell'Imperatrice; tuttavia, le sue berciate non fornivano troppe rassicurazioni sulla sua situazione... e a farlo presente -con estrema diplomazia- fu il Mago.

    « Cosa pensi di fare, ora...? »
    intavolò Nightingale, parlando cautamente dalle profondità del cappuccio
    « È chiaro che in questa situazione non potrai mantenere lo stallo a lungo. »

    « Se le cose dovessero mettersi davvero male, ho pronti dei piani di fuga. »
    puntualizzò la Dama Nera, arricciando però sdegnosamente il nasino
    « Però, se mi ritirassi, la Curtis perderebbe la sua testa di ponte per la roccaforte del Nemico. »
    sbuffò, come se la cosa non la facesse affatto felice
    « Per questo, sono venuta a dirvi che ci sono un paio di cose che si potrebbero fare per minare gli equilibri di potere di Najaza. »

    « Stai chiedendo aiuto alla nostra famigliola...? »
    la punzecchiò sornione Isaac, seduto al suo fianco

    « Di cosa si tratta? »
    si intromise Leon, ignorandolo

    « Asmodeus e Fista-coso hanno monopolizzato il Pantheon di Najaza, ma non sono gli unici Ashanti: per la tradizione, dovrebbero essere tre. »
    rivelò la Strega, andando dritta al punto
    « Credo che per non avere concorrenza o dissensi l'abbiano bandito, ma se riuscissi a richiamarlo sul Semipiano, e mi mettessi sotto la sua protezione, e ne rinfoltissi il culto... »
    enumerò, spiegando in che consistesse il piano
    « ...si verrebbe a creare una terza fazione a Najaza, e sarebbe una grana per gli altri due. »

    « Ci sono un po' troppi "se" in questo progetto.
    E oltre agli ovvi rischi di vincolarti ad una qualche entità... »

    osservò Faust, in tono un po' cupo
    « ...dubito gli Arcidemoni ti lascerebbero preparare indisturbata un simile rituale. »

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    « Certo, avere qualche incantatore dotato a darmi supporto renderebbe la cosa più facile e sicura, ma l'ideale sarebbe tenere distratti i Nemici dando loro altro a cui pensare. »
    ribatté Desdemona, prima di espandere il concetto
    « Prima che l'egemonia dei Demoni si rafforzasse, i dissidenti venivano semplicemente esiliati nei territori circostanti... E molti, sono ancora lì. Con i loro Cavalieri. »
    e degli eserciti autoctoni, si sa, tornano comodi in date occasioni
    « Riunirli e convincerli ad unirsi, richiamerebbe di certo l'attenzione delle Famiglie e dei loro Patroni, perché è dai loro eremi che passano e provengono i tributi su cui Najaza fonda il suo stile di vita... »

    Perché se i tuoi avversari non hanno un cuore dove colpirli,
    l'alternativa è
    puntare al portafoglio.


    Hints to the Future
    [Presidio Nord]
    • Caccia al Tesoro: A quanto pare, l'ex-Impresario del Circus Diabolique si è insediato a Najaza per qualcos'altro oltre al dominio e al profitto: nel Presidio Nord, Fistadantilus sta cercando qualcosa, e non sarebbe male trovare un modo di ficcanasare per scoprire di cosa si tratta...

    • Il Terzo Incomodo: "Dividi et Impera" è un vecchio adagio, ma è soprattutto un utile consiglio. Dopotutto, per turbare il sodalizio di un duo spesso basta solo aggiungere un terzo elemento... e se questo non farà scoppiare la coppia, di sicuro gli darà il suo daffare per trovare un nuovo equilibrio o fare qualcosa per ritornare al vecchio.
      L'idea di Desdemona è buona, ma non scevra di pericoli - e per metterla in pratica, servirà fare infiltrare qualcuno a Najaza perché la aiuti nel Rituale di Evocazione del terzo Ashanti della Città delle Stelle Cadenti.

    • Un Fronte Comune: Anni di egemonia hanno col tempo fatto sì che gli Arcidemoni si creassero un discreto numero di nemici... e, in battaglia, "il nemico del mio nemico è mio amico".
      Incontrarli e riunirli potrebbe essere un buon modo di scoprire qualcosa d'altro sul conto dei nemici di Endlos e metter loro un po' di sale sulla coda.


    Edited by Madhatter - 7/1/2020, 00:10
     
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    "Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme.
    Insieme valgono di più".


    (Massimo Gramellini)


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    Galleria delle Ombre.
    Regno dei Sogni.

    « Ishtar è il nome della divinità dell'amore e della guerra di un antico pantheon. »
    A risponderle fu uno dei due volti del Mondo. Parlava con toni concilianti, tuttavia entrambi i gemelli -improvvisamente statici nel loro silenzio- si scoprirono quasi perplessi dalla rapidità della risposta. La motivazione giunse immediatamente dopo.
    « Era la precedente incarnazione del vostro emblema - l'ultima, prima di voi. »
    -...
    La mano di Drusilia si contrasse in un riflesso violento, stretta a sua volta fra le dita di Quarion, più lucido della sorella solo in apparenza. Con quelle semplici frasi -dopotutto- i loro sospetti più intimi erano improvvisamente diventati reali.
    « Tornando a Fistadantiulus... »« ...una vera spina nel fianco! »

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    In ritardo rispetto a molti di loro giunse finalmente la coppia di imperatori, e se da un lato Drusilia non si scompose troppo al loro ingresso, forse eccessivo per quella che doveva essere una "riunione di famiglia", si lasciò tuttavia sfuggire una smorfia nel momento in cui comprese che l'Imperatrice era entrata in contatto proprio con il loro principale nemico.

    « Beh... Non è proprio che lo conosca. A Najaza usa un altro nome, e si fa passare per un "Ashanti", gli déi protettori delle grandi Famiglie Nobili, che hanno sostituito l'antico culto degli Spiriti-Totem... Ma lui e il suo amichetto sono chiaramente demoni: stipulano contratti, chiedono tributi, e fanno organizzare dai loro fedeli dei riti sacrileghi in proprio onore. »
    Nel silenzio più concentrato e composto, gli Amanti ascoltarono con interesse tutte le informazioni del caso, confermando di fatto molti dei dati che avevano già raccolto in altre circostanze. Consapevoli del clima orribile che doveva certamente regnare in una capitale occupata da satanassi, trovarono perfino "normali" le pressioni che tanto avevano indispettito Desdemona.

    « Potrebbe evitare di stressarmi mentre mio marito è ancora a letto, in fin di vita. »
    « Ah... Mi dispiace per tuo marito... »
    « A me no. »
    Drusilia sollevò un sopracciglio, perplessa.
    « Lo avveleno quotidianamente e con cura proprio per tenerlo in quello stato:
    paralizzato a letto, semi-incosciente, e -soprattutto- muto. »

    Entrambi gli sguardi -come quelli del resto degli Arcani- si concentrarono su quella donna, e fra uno scuotimento di testa e qualche volto impallidito, Quarion riuscì a stento a trattenere una risata divertita, nascondendosi dietro la maschera di conciliante e comprensivo Ambasciatore che tanto amava mostrare.
    « Non guardatemi così. Stiamo parlando di uno psicopatico misogino assassino seriale. » continuò la Strega « Per la sua ossessione di trovare "quella giusta" faceva portare giovani ragazze al suo castello, le sottoponeva ad un rituale che sosteneva essere "nuziale", e la notte seguente dava loro la caccia nella sua tenuta, come fossero animali. »
    -...lurido pezzo di sterco- bisbigliò la Dama del Vento a bassa voce -Modera i termini, Amore mio ♥
    -Questi vermi non meritano nulla di "moderato"...
    « [...] ...e non fatemi la morale sulle vite di quei "poveri innocenti". A Najaza, anche i sassi sapevano delle stravaganze del mio presto-defunto maritino: chi pensate lo aiutasse a procurarsi le ragazze, a tenere lontani i curiosi, e a far sparire le tracce? Se non mi servissero pedine per la mia sopravvivenza li avvelenerei tutti. »
    Empatizzando sempre più con Desdemona sotto lo sguardo divertito del fratello, Drusilia rimase ancora in silenzio, certa che qualcuno avrebbe dato voce al quesito che probabilmente tutti si ponevano in quel momento. Lo fece il Mago, con ammirevole diplomazia.

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    « Cosa pensi di fare, ora...? È chiaro che in questa situazione non potrai mantenere lo stallo a lungo. »
    « Se le cose dovessero mettersi davvero male, ho pronti dei piani di fuga. Però, se mi ritirassi, la Curtis perderebbe la sua testa di ponte per la roccaforte del Nemico. Per questo, sono venuta a dirvi che ci sono un paio di cose che si potrebbero fare per minare gli equilibri di potere di Najaza. »

    Nonostante le osservazioni di Faust sottolineassero i numerosi rischi, Quarion Galanodel -nell'ascoltare le proposte di Desdemona- si sentì stranamente rinvigorito e molto più interessato. Non lo trovava solo un piano astuto, ma era fortuitamente perfetto per la condizione attuale della nuova Gilda capeggiata da Kalia e Drusilia: in mancanza di forze ed in evidente inferiorità -risultato quantomai evidente durante la Notte della Prima- come si erano trovati fino a quel momento, distrarre i due satanassi puntanto ai gruppi di esuli sarebbe stato positivo sia per guadagnare tempo ed infoltire le loro fila, sia per sferrare attacchi senza trovarsi a dover fronteggiare tutti gli assi nella manica di cui il nemico disponeva.
    Se poi l'Imperatrice riusciva anche ad aggiungere un terzo incomodo a Najaza, avrebbero potuto perfino sperare in una breccia fra le mura inviolabili della capitale del Nord.

    -L'astuzia non vi manca certo, oltre all'accecante bellezza- affermò Quarion con voce carezzevole, non mentendo mai, tuttavia caricando di enfasi le proprie parole, così da bendisporre la Strega nei suoi riguardi. Poi si rivolse agli altri Fratelli -Sono favorevole all'idea: la buona riuscita di questo piano, o anche solo della prima parte, tornerebbe utile anche ad alcuni di noi.
    La voce dell'Ambasciatore era gentile, i modi concilianti ed in grado di mettere a proprio agio chiunque.
    -Abbiamo da poco inaugurato una gilda con l'intento comune di preservare i territori da questi loschi figuri, in modo che non si ripetano le loro follie- spiegò, lanciando uno sguardo verso Drusilia e Kalia -Allontanare i loro sguardi dai nostri affari ci permetterebbe più spazio di manovra... ancor più ora che anche Asmodeous ha buoni motivi per avercela con mia sorella.
    Drusilia gli scoccò un'occhiataccia.
    -Ti ho già detto che andava fatto, e che comunque ho già il suo amico che mi odia.
    -I mostri non si muovono per "amicizia", ma per orgoglio si...e tu gli hai rubato un servitore, umiliandolo pubblicamente.
    Drusilia sbuffò, ben consapevole di quanto fossero valide le parole del fratello. Ciò non cambiava che non avrebbe potuto far diversamente: limitati come erano, avrebbero sempre guadagnato qualcosa perdendo qualcos'altro... ed erano già fortunati nel poter agire in qualche modo significativamente.

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    Il problema si riduceva sempre al decidere cosa perdere... ed era ogni volta difficile giungere ad un accordo unanime. Quarion in particolare non aveva affatto apprezzato il suo esporsi, battezzando Emeraude.

    -In ogni caso, potremmo occuparci noi dei suddetti esuli e cavalieri. Potresti agire anche personalmente in rappresentanza del tuo Presidio, considerando quanto tu sia brava a fomentare gli eserciti... e ad appropriarti di gente dagli altri schieramenti
    -Dimentichi che ho perfino abbandonato la corona perché non è bene che troppa gente mi sia legata, nelle mie condizioni- gli rispose seccamente la Dama del Vento, ignorando la frecciatina -Ho quel pazzo col fiato sul collo da mesi... non posso far nulla senza trovarmelo fra i piedi. Ed è pericoloso...

    « Domando scusa, Fraulein. » prese la parola la Morte, reclinando la testa bionda da una parte « Di che pazzo stiamo parlando, al momento? »

    Colta di sorpresa dalla giusta osservazione di Faust, Drusilia arrossì appena al suo indirizzo -balbettando qualche attimo, presa in contropiede ed abbastanza a disagio per quella particolare quanto incresciosa situazione in cui si era ritrovata. Più abile di lei nell'arte della dialettica, fu Quarion a rispondere, prendendo parola al posto della gemella.
    -Del suo corteggiatore più insistente e pettegolo, ovviamente ♥ - sorrise, sornione -Non che abbia molte speranze di sposarla come va affermando in giro... ma abbiamo scoperto di non riuscire a levarcelo di torno facilmente. Ci stiamo comunque lavorando su ♥

    Sospirando, ormai rassegnata all'evidente figuraccia, la Dama del Vento riuscì finalmente a prendersi le proprie responsabilità... e chiarire la faccenda.
    -Non so bene cosa sia, suppongo un Arcidemone, ma -in ogni caso- si fa chiamare "Re del Tempo" e sostiene che, durante la Notte della Prima, io abbia raccolto il suo Argento Nuziale, il che mi rende una sua "Candidata"- sollevò gli occhi al cielo, rendendo palese la sua esasperazione -Non ho ben chiaro cosa voglia dire, ma si è trasferito a casa mia, prima fingendosi un cane e poi con il suo aspetto "umano"... e mi segue anche durante i miei viaggi. Ho provato ad allontanarlo in tutti i modi, dalle maniere forti all'elencare pazientemente e scrupolosamente svariati motivi per cui "non son degna di lui", ma non ha funzionato nulla. Mi segue come un'ombra... ed è uno dei motivi per cui ho deciso di abdicare.
    Attese qualche attimo, giusto il tempo di massaggiarsi le tempie.
    -Il problema principale è il suo potere, totalmente fuori dalla mia portata: è pericoloso... e penso che la distruzione di Sequerus e Berjaska siano imputabili a lui- spiegò -Per questo motivo cerco di coinvolgere meno gente possibile nei miei affari, e taglio ponti dove mi è possibile: sostiene che io abbia da parte sua una certa protezione, ma che intende comunque difendersi se qualcun altro decide di infastidirlo.
    Sospirò.

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    -Non posso permettermi di coinvolgere altri innocenti in un problema che mi son creata da sola... come una stupida. Questa cosa -tuttavia- mi limita molto. Ho difficoltà anche nel comunicare con i miei alleati senza che lui non lo sappia... per non parlare della mia privacy, ormai inesistente.
    -Mi avevi detto che usava anche il tuo bagno...
    -Esatto!- ringhiò quasi -Non mi è insolito uscire dalla doccia e trovarlo a farsi la barba nonostante avessi chiuso a chiave... e spesso gira seminudo mentre mi lavo i denti. Mi ha cambiato tutti gli asciugamani con robaccia di un rosa imbarazzante.

    Quarion sogghignò.
    -...ed è per questo che non amo la vita di coppia. Sembra di vivere in un carcere, ma almeno non ha dato segnali di volerti uccidere ♥
    -Non. Siamo. Una. Coppia.
    -Mi piace molto quando lo dici ♥


     
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    Come andrebbe a finire se si potesse riscrivere la Verità...?
    Ho visto cosa il Futuro ha in serbo per me.


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    -L'astuzia non vi manca certo, oltre all'accecante bellezza-

    Nel sentirsi rivolgere quelle parole, l'Imperatrice si ritenne compiaciuta: i complimenti erano sempre stati un qualcosa che -per quanto naturalmente dovutigli- non riusciva mai a dirsi stanca di ricevere, e sebbene possedesse ovviamente il talento necessario a distinguere i più genuini e sentiti -come in quel caso- da quelli che non lo erano, nella sua personale scala dei valori, l'assenza di apprezzamenti era qualcosa di assai più grave; dopotutto, anche gli esercizi di retorica più maldestri o insinceri avevano un sapore.

    A partire da quelli più banali ed insipidi, dettati dalla circostanza -la cui pochezza non faceva che affermare la sua propria levatura-, a quelli più barocchi e vuoti, nati dall'ingenua convinzione di poter esercitare su di lei una qualche forma di controllo semplicemente adulandola; senza dimenticare i commenti più ipocriti
    (i suoi preferiti!), che molti vomitavano per l'invidia più bieca: così zuccherosi e smielati al suo cospetto, e così beceri alle sue spalle... del tutto ignari di quanto il loro lagnoso vittimismo e il loro odio feroce avessero per la Strega il gusto del trionfo. Perché quegli attacchi e quei piagnistei non erano che un atto di resa all'evidenza del fatto che Lei era migliore di loro.

    Ma, al momento, non doveva certo preoccuparsi dei bifolchi: era in compagnia della sua Famiglia... ma poiché è sempre piacevole sentirsi apprezzati, la Dama Nera non mancò di manifestare la sua benevolenza al bell'Ambasciatore dai capelli cerulei rivolgendogli un dolce sorriso, tributandogli tutta l'attenzione delle sue iridi d'argento, e pronunciando qualche parola dolce.


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    « Ti ringrazio, Fratello caro! ♥ »
    pronunciò brevemente, senza pudore per la propria sfacciataggine
    « Per la tua acuta perspicacia nel darmi ragione, e per essere qualcosa di bello da poter ricordare al mio triste risveglio in terra straniera. »

    E, probabilmente, quello sarebbe stato l'inizio di una profonda bella amicizia:
    sarebbero di certo andati d'accordo in futuro.

    -Sono favorevole all'idea: la buona riuscita di questo piano, o anche solo della prima parte, tornerebbe utile anche ad alcuni di noi. Abbiamo da poco inaugurato una gilda con l'intento comune di preservare i territori da questi loschi figuri, in modo che non si ripetano le loro follie. Allontanare i loro sguardi dai nostri affari ci permetterebbe più spazio di manovra...

    Perorando le proposte di Desdemona, Quarion ricordò ai presenti forse la più grande risorsa di cui ora disponevano: la Hush e -con essa- la possibilità di non dover essere più le sole forze ad adoperarsi per la serenità e la stabilità di Endlos.

    -...ancor più ora che anche Asmodeous ha buoni motivi per avercela con mia sorella.
    -Ti ho già detto che andava fatto, e che comunque ho già il suo amico che mi odia.
    -I mostri non si muovono per "amicizia", ma per orgoglio sì...
    ...e tu gli hai rubato un servitore, umiliandolo pubblicamente.


    La stoccata di Quarion offrì uno spiraglio sulla questione anche a chi ne era all'oscuro, ma probabilmente seccata dalla ripresa di una vecchia discussione -che doveva esserle stata reiterata con una frequenza spiacevole-, la Dama del Vento brontolò uno sbuffo piuttosto sonoro, e mentre molti occhi si posavano su di lei -alcuni interrogativi, altri solidali-, l'Ambasciatore non si fece cruccio del malumore dell'amata Gemella. Perché aveva ragione lui.

    -In ogni caso, potremmo occuparci noi dei suddetti esuli e cavalieri.
    proseguì, analizzando la questione riguardante il fronte a Nord e rivolgendosi a Drusilia
    -Potresti agire anche personalmente in rappresentanza del tuo Presidio, considerando quanto tu sia brava a fomentare gli eserciti... e ad appropriarti di gente dagli altri schieramenti

    -Dimentichi che ho perfino abbandonato la corona perché non è bene che troppa gente mi sia legata, nelle mie condizioni. Ho quel pazzo col fiato sul collo da mesi... non posso far nulla senza trovarmelo fra i piedi.
    Ed è pericoloso...


    jpg« Domando scusa, Fraulein:
    di che pazzo stiamo parlando, al momento? »


    Non risiedendo sul Semipiano, la Morte -al pari di molti altri a quel tavolo- non aveva la più pallida idea della situazione in cui la Galanodel si era d'un tratto ritrovata all'indomani degli eventi della Notte della Prima, ma sapeva che gli ingranaggi del Destino -in virtù del loro ruolo di Arcani- avevano spesso l'abitudine di spingerli ad avere a che fare con personalità sui generis ed entità fuori dall'ordinario (nel senso più positivo come in quello più negativo), e... alla luce di quella consapevolezza, una semplice indicazione di squilibrio mentale non poteva che risultare terribilmente generica.

    Tuttavia, che fosse per l'imbarazzo dovuto al problema di comunicazione o per il disagio legato al ricordo degli eventi in loro, Drusilia arrossì vistosamente e farfugliò qualcosa di inintelligibile... a cui, fortunatamente, Quarion fornì pronta decodifica.

    -Del suo corteggiatore più insistente e pettegolo, ovviamente ♥ Non che abbia molte speranze di sposarla come va affermando in giro... ma abbiamo scoperto di non riuscire a levarcelo di torno facilmente.
    Ci stiamo comunque lavorando su ♥


    -Non so bene cosa sia, suppongo un Arcidemone, ma -in ogni caso- si fa chiamare "Re del Tempo"...-

    Incoraggiata dal Fratello -che aveva rotto il ghiaccio delineando almeno a grandi linee la faccenda-, la Dama del Vento riprese le redini della narrazione, e ad ogni suo gesto, sbuffo o sospiro l'esasperazione che covava diveniva sempre più chiara ed esacerbata; nella cerchia dei propri simili, la donna dagli occhi verdi poté però finalmente sfogarsi: raccontò loro dell'Argento Nuziale, delle mentite spoglie di buffo cagnolino sotto cui il Re del Tempo si era insinuato in casa sua, e di come quel tale le avesse imposto la propria ingombrante presenza iniziando a perseguitarla ovunque e in qualunque momento.

    Il fatto che fosse poi talmente potente da non poter essere abbattuto aveva gettato l'Angelo in profonda crisi, e il sospetto -poi confermato- di un suo coinvolgimento nel maremoto che aveva ridisegnato la geografia del Presidio Ovest l'aveva convinta del livello di pericolosità di quell'essere, ma era stata la paura che coloro con cui la Galanodel aveva dei legami potessero finire coinvolti in qualche disastro ad averla costretta a distanziarsi dalla vita pubblica e dalle ragioni di stato, fino a costringerla ad abdicare al seggio di Autocrate di Laputa.


    -Questa cosa -tuttavia- mi limita molto.
    Ho difficoltà anche nel comunicare con i miei alleati senza che lui non lo sappia...

    nell'udire quelle parole, la Papessa si smosse nervosamente sul proprio scranno
    -...per non parlare della mia privacy, ormai inesistente.

    -Mi avevi detto che usava anche il tuo bagno...

    -Esatto! Non mi è insolito uscire dalla doccia e trovarlo a farsi la barba nonostante avessi chiuso a chiave... e spesso gira seminudo mentre mi lavo i denti.
    ruggì Drusilia, liberando in quelle parole tutta la propria frustrazione
    -Mi ha cambiato tutti gli asciugamani con robaccia di un rosa imbarazzante.

    « Ah, no. Non scherziamo: il bagno è sacro. »
    borbottò tra sé e sé la Temperanza, incrociando le braccia e indignandosi
    « Potrei uccidere per molto meno. »

    -...ed è per questo che non amo la vita di coppia.
    commentò invece l'altra faccia dell'Amore, cercando di essere positivo
    -Sembra di vivere in un carcere, ma almeno non ha dato segnali di volerti uccidere ♥

    -Non. Siamo. Una. Coppia. -Mi piace molto quando lo dici ♥

    « Hai provato con del veleno di qualche tipo, cara? »
    si interessò l'Imperatrice, puntellando un gomito sul tavolo per sporgersi verso l'interlocutrice
    « Magari, dell'arsenico o dell'antimonio: sono veleni ad azione discreta,
    e puoi dargliene un po' ogni giorno con cibi e bevande... »


    jpg
    « Dubito che dei veleni comuni come quelli potrebbero funzionare su di una creatura come quella: aliena, antica, soprannaturale, e -soprattutto- di alto livello. »
    sentenziò l'Assassina, ancora a braccia conserte, abbandonandosi contro lo schienale
    « Non hai qualcosa di più forte? Delle "creazioni originali", magari? »

    « Con le mie conoscenze e poteri, potrei provare a sintetizzare qualcosa su misura... »
    ventilò la Dama Nera, arricciando le labbra e carezzandosi pensosamente una guancia
    « ...ma non credo potrò dedicarmici con la dovuta attenzione prima di essermi liberata dei miei problemi a Nord - o di aver lasciato Najaza. »

    « Ecco... a proposito di questo figuro...
    So che suonerà strano, specie dopo quanto appena sentito da Drusilia, ma... »

    rompendo il silenzio in cui era fino a quel momento rimasta, la Papessa si levò lentamente in piedi
    « Mi sono state sottoposte nuove informazioni, di recente, e se la mia intuizione è corretta, c'è possibilità che il Re del Tempo -per quanto problematico- non sia propriamente un nemico. »

    Sentendo gli sguardi dei presenti convergere su di lei -probabilmente pieni di sorpresa, curiosità e aspettativa-, la Dama Azzurra inalò quietamente un profondo respiro, e nel ripercorrere di nuovo a memoria la sequenza di eventi così come le era stata narrata da Arthur -passando in rassegna le parole che aveva già più volte soppesato con cura in vista di quel momento-, le iridi blu zaffiro cercarono gli occhi verdi della Dama del Vento.

    « Arthur non ha potuto parlartene di persona proprio a causa della costante presenza dell'Arcidemone, ma mi ha confidato -e pregato di riferirti con canali sicuri- i molti strani elementi che hanno segnato il suo ritorno. »
    squadrando la platea con una sola occhiata seria, la donna proseguì, tornando a rivolgersi all'amica
    « Lui stesso l'ha definita una "nascita" più che una resurrezione, e chi ne è stato il fautore non aveva un'idea ben chiara di come ci fosse riuscito; fatto sta che Arthur è stato riportato alla vita in un luogo non meglio precisato, ma... a quattrocento anni di distanza dagli eventi del Circo. »

    Sapendo quanto già quel primo dettaglio sarebbe risultato indigesto per inquadrare la questione, Kalia fece una pausa, concedendo a sé stessa e ai presenti un momento di silenzio perché quella nozione si depositasse nelle loro teste.

    jpg« Pare che quella persona, un Fotografo giunto dal futuro per cercare la sua famiglia, abbia immortalato gli ultimi momenti di Arthur e... in qualche modo -tornato alla sua epoca-, nel riprodurre quella registrazione, gli abbia involontariamente infuso la vita.

    Dalle informazioni, si può concludere che il Fotografo -un giovanotto di nome Theobald- deve essere un Cronomante, e uno piuttosto potente anche, ma con poca consapevolezza o non del tutto in controllo delle sue capacità; credo infatti sia stata questa inesperienza ad aver riportato Arthur indietro una prima volta, fino alla Notte di Kisnoth...

    Dice di avermi vista mentre ero con uno degli ospiti del Tendone, cosa realmente avvenuta, e... »


    « Conosci un Arcidemone, Sorellona? »
    l'interruppe l'Appeso, puntellando le manine sul tavolo, entusiasta
    « Come mai eri con lui? Voleva mangiarti? Era brutto e cattivo?
    Ce le aveva le corna, la coda e gli zoccoli? »


    « Beh... ecco... Non è propriamente un demone, il Samhain è più uno Spirito, e... »
    rivolgendogli uno sguardo interdetto, la Papessa si lasciò poi sfuggire un sorriso gentile ma amaro
    « Non è una personalità sconosciuta alla Corte, né al mondo di Endlos: condivide un legame simile al nostro con Lord Aeon di Rivenore, e... la Notte dell'invasione mi ha nascosta perché i Circensi non mi trovassero. »

    « Pensi che possa esserci d'aiuto? Sì, insomma: come alleato, intendo. »
    domandò l'Imperatore, per puro pragmatismo, senza aspettative di sorta

    « Purtroppo non ne sono sicura: mi ha aiutato, e ha menzionato la Luna chiamandola amica, ma... resta comunque quantomeno complice dell'attacco. »
    serrando le labbra in un moto di stizza e afflizione, la donna si lasciò andare a un sospiro
    « È stato lui ad autorizzare l'arrivo del Circo nella Capitale: nella sua ottica, non si trattava che di una semplice festa, e quando mi sono arrabbiata non ha capito affatto le mie ragioni. »
    poi, scrollò un poco la testa turchina per ricacciare indietro l'indignazione, e proseguì
    « In ogni caso, il Samhain non ci è apertamente ostile, perciò avevo pensato all'eventualità di contattarlo per chiedergli cosa sa dirci su Fistadantilus: dopotutto, deve avervi avuto qualche contatto per la faccenda dei permessi... »

    ~ B - z - z - z - z ~

    Nel frangente di silenzio che seguì le parole della Castellana, un crepitante ronzio risuonò nella Galleria delle Ombre, lasciando in sospeso le preoccupazioni già istintivamente sorte sulle labbra schiuse del Paladino biondo, e dirottando l'attenzione di tutti sulla presenza del Demone delle Tempeste, fino ad allora rimasto chiuso in un mutismo assoluto.

    Un'abitudine, quella dell'Eremita, che tendeva spesso a far dimenticare gli altri della sua presenza in una stanza... o -vista la sua mole non proprio trascurabile- del fatto che fosse vivo, vigile, e in ascolto.


    jpg
    « E Arthur? »
    chiese semplicemente, staccando per la prima volta gli occhi dal libro per posarle su Kalia
    « Dopo che è tornato al Circo, cosa è successo ad Arthur? »

    Arrossendo un poco per l'imbarazzante consapevolezza di essersi in vero fatta distrarre dalle domande -entusiaste ed estemporanee- del piccolo Oracolo di Miséricorde, facendosi trascinare in una divagazione certamente importante, ma che aveva avuto in mente di esporre successivamente, la Dama Azzurra si schiarì la voce e riprese il proprio resoconto.

    « Ehm... sì, ecco: dopo l'incontro col Fotografo Theobald e il suo ritorno alla Notte della Prima, avendomi vista nella zona delle tribune, Arthur ha provato a raggiungermi, ma... è stato intercettato dal Re del Tempo, che lo ha spedito in una specie di "Anagrafe per Cronomanti". »
    reclinando pensosamente la testolina cerulea da una parte, la donna arrivò al fulcro della faccenda
    « Là ha scoperto una effettiva connessione tra la sua ascendenza Vampirica e la Cronomanzia, ma è anche stato immediatamente riconosciuto come una Anomalia: in pratica il suo ritorno non era né qualcosa di previsto, né qualcosa di possibile... così, temendo volessero eliminarlo, Arthur ha cercato un modo per andarsene. »

    Per quanto quella storia sarebbe potuta apparire assurda e delirante a chiunque non conoscesse la seria affidabilità del Vampiro, o la strampalata attitudine del Re del Tempo verso qualunque cosa, nessuno dei presenti trovò alcunché da fiatare: dopotutto, esagerazioni, scherzi e menzogne non erano qualcosa che avrebbero avuto senso nei meandri della Corte... senza contare che quello non era neppure il racconto più incredibile che gli Annali avessero mai registrato.

    « Si è imbattuto in un "Archivio della Anomalie", e vi è entrato in cerca di risposte... scoprendovi un'intera ala intitolata ad Endlos, e alcuni volumi dedicati al Circo, ai Galanodel e ad una famiglia ad essa legata, i Meliamne -gli stessi tomi che ha riportato a Palanthas-; poco dopo è stato scoperto, così è scappato, ma nella fuga è stato tratto in salvo dal Fotografo. »
    citando il nome della sua genia, la Castellana riportò gli occhi blu su Drusilia
    « Una volta al sicuro, questo Theobald gli ha spiegato un po' di cose, tra cui la più preoccupante è una catastrofe denominata "End of Time", che si abbatterà sul multiverso a meno di cento anni dal nostro tempo odierno: le cause sono ignote, ma il suo effetto... distruggerà i confini tra piani dimensionali e sovvertirà l'asse temporale, causando un'infinità d vittime. »

    Avendo ricevuto le conoscenze che aveva richiesto, Brifos si limitò ad annuire per poi reimmergersi nella propria lettura, e tuttavia -mentre buona parte degli astanti taceva, meditabonda- non fu il solo a dedicarsi ad un libro; chinandosi di nuovo oltre lo schienale del seggio occupato dalla gemella, la parte caotica del Mondo scambiò qualche parola con la sorella, che sfogliò il volume che aveva davanti fino alle ultime pagine, prima di prendere la parola.

    « Stando alle nostre conoscenze, comprese quelle che gli Assi ci concedono,
    non trovo niente su questa catastrofe. »


    « Sì... e sospetto che anche il Re del Tempo sia nella stessa situazione. Sono prove indiziarie, ma... oltre al fatto che tenga un Archivio, che si sia stabilito in prima persona su Endlos, e che si sia incollato a Drusilia -una Galanodel, schedati come tali-, non ha fatto nulla per allontanare Arthur, e gli ha persino permesso di tenere i libri trafugati... cose che fanno sembrare evidente il suo interesse per le "Anomalie". »
    spiegò Kalia, muovendo un cenno di assenso, tornando poi a guardare Drusilia
    « Dato che anche il Circo di Fistadantilus rientra nella categoria, i nostri obiettivi e quelli del Re del Tempo potrebbero non essere in contrasto, almeno per il momento; anzi, penso che potremmo prendere in considerazione uno scambio di informazioni, non appena riusciremo a scoprire qualcosa di più. »

    Ormai prossima a concludere il proprio intervento, la Dama Azzurra tornò ad accomodarsi sul proprio scranno, intrecciando poi le mani diafane sopra il ripiano del tavolo e abbassandovi lo sguardo delle iridi blu zaffiro, prima di concedersi un lungo e profondo sospiro.

    jpg
    « C'è solo una cosa che Arthur ha chiesto di mantenere sotto silenzio: si tratta del giovane Fotografo che lo ha aiutato a tornare a casa sano e salvo; è lui il preciso motivo per cui ha evitato di raccontarti tutto. »
    lentamente, Kalia tornò a rivolgere la sua attenzione e le sue parole a Drusilia
    « Arthur me lo ha descritto come una persona gentile, ma la solitudine in cui Theobald vive nel suo tempo lo ha reso... emotivamente fragile; teme che il Re del Tempo potrebbe arrecargli dei seri danni, se ne scoprisse l'esistenza... »

    E poiché la Dama del Vento ormai ben conosceva l'attitudine e gli atteggiamenti del suo ospite indesiderato nei confronti di qualunque povera anima incrociasse il suo cammino, avrebbe certamente compreso tutte le preoccupazioni di suo Padre.


    Hints to the Future
    [Extra]
    • Indagare le Anomalie: La presenza del Re del Tempo sul Semipiano potrebbe essere legata ad un qualche suo interesse per le Anomalie, ovvero tutti quegli eventi ed elementi che non erano né previsti né possibili nel flusso temporale; tra di esse risultano note i Circensi del Circus Diabolique, Galanodel & Meliamne, e chissà quali altri dei tanti fenomeni bizzarri che costellano Endlos.
      Potrebbe essere una buona idea tenere gli occhi aperti, indagare le questioni, e raccogliere informazioni; chissà che non salti fuori qualcosa di succoso da poter barattare con Mephisto.

    • Il Re del Terrore: Il Samhain è uno Spettro tanto antico quanto potente, ed è intimamente legato al Semipiano di Endlos... tuttavia, è stato lui ad autorizzare l'arrivo del Circo nel Pentauron e -con esso- tutti gli orrori che vi sono seguiti, facendo presupporre la stipula di un qualche accordo tra lui e Fistadantilus.
      La sua posizione nella vicenda risulta quanto mai ambigua, ma i suoi gesti hanno dimostrato tutt'altro che ostilità nei confronti della Corte, e perciò... quanto potrebbe utile alla causa trovare un modo per contattarlo, così da cercare di ottenere informazioni - e magari qualche spiegazione?

    • End of Time: In un secolo o meno, un cataclisma denominato "End of Time" si abbatterà sul multiverso; le sue cause sono ignote, così come le sue esatte dinamiche, ma quanto noto sui suoi effetti dice che distruggerà i confini tra piani dimensionali e sovvertirà l'asse temporale, causando un'infinità d vittime.
      Purtroppo, l'unica fonte di informazioni su questo evento pare essere un giovane Cronomante di nome Theobald, e per quanto risulterebbe utile contattarlo per saperne di più, potrebbe risultare piuttosto problematico riuscire a farlo senza che il Re del Tempo lo venga a sapere.
     
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    Impeto e tempesta

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    "Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme.
    Insieme valgono di più".


    (Massimo Gramellini)


    png

    Galleria delle Ombre.
    Regno dei Sogni.

    « Hai provato con del veleno di qualche tipo, cara? Magari, dell'arsenico o dell'antimonio: sono veleni ad azione discreta, e puoi dargliene un po' ogni giorno con cibi e bevande... »
    « Dubito che dei veleni comuni come quelli potrebbero funzionare su di una creatura come quella: aliena, antica, soprannaturale, e -soprattutto- di alto livello. Non hai qualcosa di più forte? Delle "creazioni originali", magari? »
    Ricevendo il sostegno psicologico e -in realtà- anche concreto delle Sorelle, Drusilia si sentì immediatamente sollevata. Certo... nel corso degli anni qualche pretendente "problematico" lo aveva già avuto, ma non le era mai venuto in mente di avvelenarlo. Era tuttavia altrettanto vero quanto il Re del Tempo fosse riuscito a battere in poco tempo numerosi record, rubandoli ai precedenti detentori, dal "più fastidioso" al "più complicato da far fuori", passando per "quello con gli outfit più strani" e -forse- anche il "più vecchio".
    Forse fu a causa di questi primati che Drusilia finì involontariamente per guardare speranzosa Desdemona, quasi fosse in grado realmente di gettarle l'ancora di salvezza ad una tortura che non si sentiva di meritare.
    « Con le mie conoscenze e poteri, potrei provare a sintetizzare qualcosa su misura... ma non credo potrò dedicarmici con la dovuta attenzione prima di essermi liberata dei miei problemi a Nord - o di aver lasciato Najaza. »
    Speranze che furono immediatamente distrutte. Drusilia sospirò sconsolata, ma -almeno- apprezzò il pensiero.
    Ed il sostegno femminile alla gestione di quel mostro.

    « Ecco... a proposito di questo figuro... So che suonerà strano, specie dopo quanto appena sentito da Drusilia, ma... Mi sono state sottoposte nuove informazioni, di recente, e se la mia intuizione è corretta, c'è possibilità che il Re del Tempo -per quanto problematico- non sia propriamente un nemico. »
    Come aveva precedentemente -ed involontariamente- anticipato, qualcosa era giunto alle orecchie di Kalia senza arrivare a lei a causa dell'ingombrante presenza, e se inizialmente Drusilia si sentì ancor più stizzita di quella condizione di isolamento, in un secondo momento si ritrovò alquanto inquietata dalla piega degli eventi.
    « Arthur non ha potuto parlartene di persona proprio a causa della costante presenza dell'Arcidemone, ma mi ha confidato -e pregato di riferirti con canali sicuri- i molti strani elementi che hanno segnato il suo ritorno. »

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    -...

    A turbarla maggiormente non furono tuttavia le condizioni del ritorno di Arthur, quanto le azioni di un tale Samhain nei confronti del loro nemico, nonostante si dichiarasse "amico" della Luna. Ad esse si aggiungeva la semplice idea che Mephisto fosse parte di qualcosa che centrasse con una questione importante e delicata quanto la gestione della Cronomanzia (con quale miracolo erano riusciti a sopravvivere fino a quel giorno?!) e -ovviamente- l'ipotesi di un'Apocalisse ancora più spaventosa di quelle che era riuscita a sventare nel corso degli anni. Una Fine dei Tempi che non era stata prevista nemmeno dalla Curtus Arcana.

    « Sì... e sospetto che anche il Re del Tempo sia nella stessa situazione. Sono prove indiziarie, ma... oltre al fatto che tenga un Archivio, che si sia stabilito in prima persona su Endlos, e che si sia incollato a Drusilia -una Galanodel, schedati come tali-, non ha fatto nulla per allontanare Arthur, e gli ha persino permesso di tenere i libri trafugati... cose che fanno sembrare evidente il suo interesse per le "Anomalie".
    Dato che anche il Circo di Fistadantilus rientra nella categoria, i nostri obiettivi e quelli del Re del Tempo potrebbero non essere in contrasto, almeno per il momento; anzi, penso che potremmo prendere in considerazione uno scambio di informazioni, non appena riusciremo a scoprire qualcosa di più. »

    Ricambiando lo sguardo della Papessa, Drusilia storse vistosamente le labbra nel tipico broncio di chi era consapevole delle ragioni dell'altro e della validità delle sue idee, ma non reputava comunque quelle soluzioni semplici da attuare. Affermare che delle trattative con quel pazzo sarebbero potute risultare "complicate" era infatti un puro eufemismo.
    Dopotutto... vivevano assieme già da mesi, e di lui non sapeva praticamente nulla.

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    « C'è solo una cosa che Arthur ha chiesto di mantenere sotto silenzio: si tratta del giovane Fotografo che lo ha aiutato a tornare a casa sano e salvo; è lui il preciso motivo per cui ha evitato di raccontarti tutto. Arthur me lo ha descritto come una persona gentile, ma la solitudine in cui Theobald vive nel suo tempo lo ha reso... emotivamente fragile; teme che il Re del Tempo potrebbe arrecargli dei seri danni, se ne scoprisse l'esistenza... »

    -Con la brutta faccia che si ritrova, potrei dire che sarebbe in grado di arrecare seri danni a chiunque
    Quarion sdrammatizzò, appoggiando comunque le volontà di Arthur, e trovando perfino la muta approvazione della sorella, che più di tutti loro aveva sperimentato direttamente cosa significava averci a che fare.
    -Del ragazzo non ne faremo parola con nessuno, questo è certo.

    Scherzi a parte, concedere facilmente quelle informazioni -importantissime e ghiotte- al corteggiatore di sua sorella era fuori discussione. A prescindere dallo stato del giovanotto e dal debito di vita contratto da Arthur, parlarne o meno sarebbe risultato strategicamente essenziale ad un ipotetico scambio.
    Trovò invece interessante la questione delle anomalie, in cui si sentì -ovviamente- coinvolto, essendo non solo un Galanodel, ma tecnicamente anche il "Capocasata", a seguito della morte violenta di suo padre.

    -Trovo piuttosto dell'ironia nell'esser stati schedati come Anomalie... considerando quello che facevamo- continuò, visibilmente piccato -Arthur mi ha accennato qualcosa dei suoi studi sul mio casato, e mi è parso di capire che le "Anomalie" siano l'equivalente di ciò che consideravamo "empio" e "peccaminoso". In poche parole: quello che non rispettava le naturali Leggi del Creato. Questo per la radicata convinzione che lasciare i "peccati" impuniti avrebbe portato alla distruzione del nostro mondo.
    Accanto a lui, Drusilia tacque, ricordando in silenzio assorto la principale ragione per cui lei aveva subito tante ingiurie e discriminazioni dai suoi stessi familiari. Una gemella del primogenito non era effettivamente "naturale" per un Galanodel: per questo "peccatrice" dalla nascita.
    Una peccatrice che non fu giustiziata... e che -anche se indirettamente- causò lo sterminio dell'intero casato.
    -La nostra famiglia viveva solo in base a degli antichi dettami di un uomo che in molti non hanno nemmeno conosciuto, interpretandoli in base a chissà quali regole o quali convenienze politiche- intervenne Drusilia, placando il gemello, intervenendo forse per la prima volta riguardo quel preciso argomento -Esiste la probabilità ci sia qualcosa di vero, ma mi sento portata a pensare che nei secoli sia stato distorto qualcosa. Intendo indagare, per quanto sia possibile, perché è ormai evidente quanto l'argomento sia centrale al problema dell'End of Times... e quanto sia strano che Mephisto abbia lasciato vivere me, te, Arthur e chissà chi altro, se davvero siamo pericolosi.
    -... lo stai difendendo?

    QVDNFAA

    -No, ma il suo comportamento mi fa pensare che non basti essere "Anomalie" per risultare pericolosi, o che esistano comunque regole a noi ignote per determinarlo. E poi...
    -...?
    -...e poi, se ci pensi, i nostri "peccatori", secondo le Antiche Scritture, avrebbero portato alla fine del nostro mondo.
    L'End of Times dovrebbe invece consisterebbe nel collasso di tutti i mondi e dubito sinceramente possa trattarsi di un'azione così capillarmente studiata in ogni singolo angolo del Multiverso.

    Parlò per logica... ma anche per esperienza, avendo dovuto amministrare per anni eserciti e poi anche un regno. Organizzarsi in quel modo sarebbe stato fuori dalla portata di chiunque e -ammesso che fosse successo- sarebbe stata per lei la cosa più improbabile mai accaduta nei secoli dei secoli.
    -Penso sia più credibile, probabile e logico che riguardi i legami fra i mondi. Quindi Anomalie che si spostano frequentemente... o che hanno le mani in pasta in più mondi contemporaneamente. Oppure che -addirittura- danneggiano in qualche modo il tessuto connettivo. Quindi non tutte le Anomalie, ma un tipo specifico.

    Quarion tacque, intrecciando pensosamente le dita diafane fra i capelli brillanti, riflettendo che -infondo- le parole della gemella avevano un loro senso. Approfittando di quella pausa fra i due, fu a quel punto il Mago ad intervenire.
    « Riguardo alle connessioni fra i mondi... ho letto proprio ieri la richiesta del Governo laputense di una nuova spedizione sul Naos, e mi ha sorpreso la presenza della firma della Regina Madre » parlò con garbo, osservando la Dama del Vento « Non si tratta della solita esplorazione, ma della ricerca di una sacerdotessa dalla descrizione molto particolare... chi sarebbe costei e a cosa servirebbe a Laputa, se posso domandare? »

    -Sto indagando su Ishtar, in base alle informazioni fornite da Mephisto stesso- confessò l'ormai ex-Alfiere Errante, tuttavia ancora madre di quello in carica, che le aveva accordato quella piccola concessione -Pare che l'ultima superstite fra le amate figlie -una delle sue sacerdotesse- abbia trovato riparo proprio sul Naos, se si esclude la progenie vampirica a lei legata, della quale non so nulla.


     
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    le Stelle saranno testimoni della nostra esistenza.


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    -Con la brutta faccia che si ritrova, potrei dire che sarebbe in grado di arrecare seri danni a chiunque
    Del ragazzo non ne faremo parola con nessuno, questo è certo.


    Pur avendo accettato la richiesta di Arthur senza alcun tipo di obiezione, il primo commento che giunse dalla metà più crudele dell'Amore-con impeccabile tempestività- fu caustico e frizzante al punto giusto; certamente, era stata sua intenzione sdrammatizzare -come al solito- i toni seri e pesanti che la Papessa aveva dipinto con il suo intervento, ma... per chi potesse vantare il fatto di conoscerlo almeno un po', sarebbe apparsa evidente la presenza di una qual certa puntina di acredine in più. Come se qualcosa lo avesse disturbato. E in effetti, era proprio così, e il motivo fu presto svelato.

    -Trovo piuttosto dell'ironia nell'esser stati schedati come Anomalie... considerando quello che facevamo: Arthur mi ha accennato qualcosa dei suoi studi sul mio casato, e mi è parso di capire che le "Anomalie" siano l'equivalente di ciò che consideravamo "empio" e "peccaminoso". In poche parole: quello che non rispettava le naturali Leggi del Creato. Questo per la radicata convinzione che lasciare i "peccati" impuniti avrebbe portato alla distruzione del nostro mondo.-

    Incrociando le braccia sul petto esile, piccato nel tono e visibilmente indispettito per quello che doveva aver recepito come una forma di insulto al suo pluriblasonato casato, Quarion prese le redini del discorso, portando all'attenzione degli Arcani una serie di informazioni sui Galanodel che -per quanto note ai loro archivi- potevano forse ora essere ricollegate al contesto in essere, acquistando un significato più ampio... o per lo meno, suggerendo loro validi spunti di riflessione e punti di partenza per ulteriori indagini.

    -La nostra famiglia viveva solo in base a degli antichi dettami di un uomo che in molti non hanno nemmeno conosciuto, interpretandoli in base a chissà quali regole o quali convenienze politiche. Esiste la probabilità ci sia qualcosa di vero, ma mi sento portata a pensare che nei secoli sia stato distorto qualcosa.
    Intendo indagare, per quanto sia possibile, perché è ormai evidente quanto l'argomento sia centrale al problema dell'End of Times... e quanto sia strano che Mephisto abbia lasciato vivere me, te, Arthur e chissà chi altro, se davvero siamo pericolosi.-

    -... lo stai difendendo?
    -No, ma il suo comportamento mi fa pensare che non basti essere "Anomalie" per risultare pericolosi, o che esistano comunque regole a noi ignote per determinarlo. E poi... e poi, se ci pensi, i nostri "peccatori", secondo le Antiche Scritture, avrebbero portato alla fine del nostro mondo.
    L'End of Times dovrebbe invece consisterebbe nel collasso di tutti i mondi e dubito sinceramente possa trattarsi di un'azione così capillarmente studiata in ogni singolo angolo del Multiverso.


    Riprendendo la solidità dei fatti presentati dalla Dama Azzurra, ed ampliandolo con nuovi tasselli di un puzzle che potevano ricostruire solo per logica e andando per esclusione, l'intervento della Dama del Vento -pur entrando in contrasto con quello del gemello- non veicolava che la logica più inattaccabile, e anche l'Ambasciatore dovette riconoscere ed accettare la voce data a quel pensiero più ponderato e giudizioso.

    -Penso sia più credibile, probabile e logico che riguardi i legami fra i mondi. Quindi Anomalie che si spostano frequentemente... o che hanno le mani in pasta in più mondi contemporaneamente. Oppure che -addirittura- danneggiano in qualche modo il tessuto connettivo.
    Quindi non tutte le Anomalie, ma un tipo specifico.


    Per un istante, tra gli astanti calò un meditabondo silenzio: se quanto teorizzato da Drusilia era fondato... non rientravano essi stessi -tutti, nel loro insieme- sotto la definizione di Anomalie? In quanto Arcani, non era infrequente per loro spostarsi tra piani dimensionali... senza contare che, nascendo in un dato mondo, essi crescevano come pezzi integranti della sua realtà, intrecciati alla sua fibra e plasmati dai suoi prodotti, ma conservando in loro quella scintilla aliena che gli consentiva di piegarne le leggi.
    Seppur a caro prezzo.
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    Approfondire la questione delle Anomalie, risalendo magari ad una definizione più precisa, non era perciò qualcosa che interessasse soltanto le due metà dell'Amore in quanto Galanodel, ma... da dove cominciare le indagini? Viste le particolari proprietà del Semipiano di Endlos, c'era solo l'imbarazzo della scelta.


    « Riguardo alle connessioni fra i mondi... ho letto proprio ieri la richiesta del Governo laputense di una nuova spedizione sul Naos, e mi ha sorpreso la presenza della firma della Regina Madre »
    con voce calma e modi misurati, il Mago approfittò della quiete per prendere la parola
    « Non si tratta della solita esplorazione, ma della ricerca di una sacerdotessa dalla descrizione molto particolare... chi sarebbe costei e a cosa servirebbe a Laputa, se posso domandare? »

    -Sto indagando su Ishtar, in base alle informazioni fornite da Mephisto stesso-
    asserì Drusilia, rendendo gli altri partecipi delle sue intenzioni
    -Pare che l'ultima superstite fra le amate figlie -una delle sue sacerdotesse- abbia trovato riparo proprio sul Naos, se si esclude la progenie vampirica a lei legata, della quale non so nulla.

    Nell'udire le parole della Dama del Vento, chiedendosi che rilevanza potesse avere la figura da lei menzionata nel complesso arazzo di situazioni che gravitavano attorno alla Corte, la maggior parte dei presenti focalizzò i propri pensieri sulla misteriosa Sacerdotessa; tutti, tranne una persona, la cui vocetta infantile -solitamente allegra e prorompente- si fece strada nel silenzio con un riflessivo e pensieroso "Uhm..." che fece convergere gli occhi dei commensali sulla figuretta minuta dell'Appeso.

    In quanto unico esponente di categoria attualmente presente, alla menzione di una "progenie vampirica" qualche tasto aveva fatto
    'click' nella sua testolina dalle rotelle asimmetriche e non sempre allineate, e percependo istintivamente il peso di quegli sguardi su di sé, il ragazzino ruotò la testolina castana da una parte e dall'altra, sbattendo le palpebre con aria interrogativa nel notare come tutti quegli i volti dei suoi Fratelloni e delle sue Sorellone fossero rivolti a lui, pieni di aspettativa.

    « Beh, ecco... Non so se c'entra qualcosa...
    ...anche perché era la Sorellona quella esperta di Storia Cainita... »

    cominciò il Malkavian, alzando le spalle e posando gli occhi bigi sul seggio vuoto della Luna
    « ...però credo che anche il nome della capostipite del Clan Toreador -una delle linee di sangue che popolano Mirach- fosse proprio Ishtar, "la danzatrice dei torii". »

    « "Credi" soltanto? Non sei tu che dovresti sapere le cose? »
    lo schernì con un ghigno sornione la Forza, stravaccato nel posto accanto al suo
    « Bell'oracolo dimmerda. »

    « ...guarda che il Dono di Malkav non è mica onniscenza, Fratellone. »

    jpgInfastidito dal fatto che quel ranocchio tutt'ossa avesse avuto il coraggio di ribattere e correggerlo, senza alcun preavviso -e senza metterci tuttavia troppa forza- Gain gli mollò un pugno sul cranio... a cui Bess replicò scandendo un sonoro e lamentoso "Ahia!", prima di piegare la testolina all'indietro e spalancare la boccuccia per cominciare a piagnucolare, in una reazione tutto sommato coerente col suo aspetto infantile.

    Naturalmente, la cosa creò un po' di trambusto, e mentre Faust estraeva dalla tasca un fazzoletto di stoffa con cui asciugare i lacrimoni rossi del piccolo Malkavian, e Kalia rassicurava quest'ultimo sul fatto di essere davvero un Oracolo incredibilmente dotato e talentuoso, il Guerriero Fulvo fu raggiunto da commenti di biasimo e rimprovero da più punti della tavola rotonda, a cui si limitò a rispondere sprofondando comodamente nello schienale imbottito del proprio seggio, incrociando le braccia muscolose sul petto, ed emettendo un secco grugnito indisponente.

    ...e forse fu anche quello spettacolo a spingere la Dama Nera ad esalare un sospiro insofferente, piegarsi in direzione del suo accompagnatore e vicino, e parlottarci un poco in tono cospiratorio, prima di alzarsi in piedi per prendere congedo dal resto della Famiglia non appena si fu ristabilita la calma.


    « Per me si è fatto tardi: come dicevo, mi risulta imprudente dormire troppo a lungo. »
    esordì Desdemona a voce ben udibile, restando in piedi davanti al proprio scranno
    « Per coordinare le operazioni a Nord, ci aggiorniamo la prossima volta. Ciao, cari. ♥ »

    E dopo aver portato le dita affusolate e diafane della destra alle labbra, l'Imperatrice mimò il lancio di qualche bacio ai presenti -di cui ovviamente riservò uno per Quarion- e semplicemente svanì nel nulla, lasciandosi alle spalle quel mondo onirico per fare ritorno alla realtà che ospitava le sue spoglie; dopo appena qualche istante di stacco dall'uscita di scena della sua compagna, non appena la calma si fu ristabilita, anche l'Imperatore si alzò in piedi per prendere la parola.

    « Prima di imitare la mia cara consorte, volevo approfittare dell'occasione che questa riunione rappresenta per offrire alla vostra Gilda -e alla causa che rappresenta, ovviamente- tutto il supporto delle mie arti. »
    esordì con voce suadente Isaac, rivolgendo un lieve inchino alla Papessa e all'Amore
    « In quanto Forgiatore Diabolico, sono capace di manipolare molti tipi di elementi alchemici e magici, perciò pensavo che potrei occuparmi di parte della logistica, come armi ed equipaggiamenti... se non avete nulla in contrario. »
    per prevenire la replica delle donne, il Serpente sollevò un indice e aggiunse un ultimo dettaglio
    « E se vi sta bene prestarmi uno o due ragazzotti per reperire i miei materiali. »

    Colta di sorpresa da quella proposta inaspettata, la Dama Azzurra reclinò la testolina cerulea da una parte, e mentre le labbra ben disegnate si increspavano in una linea pensosa, gli occhi blu zaffiro si mossero a cercare quelli verde smeraldo della Dama del Vento per ricercare con lei un'intesa.

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    « Beh, ecco... non sarebbe una cattiva idea... »

    Non che Kalia nutrisse dubbi di sorta sul fatto che Drusilia potesse avere qualche riserva ad accettare l'offerta, ma poiché si erano imbarcate in quell'impresa insieme, ascoltare l'opinione dell'amica era sempre importante.


    Hints to the Future
    [Naos]
    • L'Ultima Sacerdotessa: Nascosta da qualche parte nel vasto e ancora sconosciuto mondo di Naos si trova l'ultima Figlia di Ishtar ancora in vita; riuscire a trovarla potrebbe portare qualche progresso nelle operazioni di ricostruzione degli Annali, condurla su Endlos sarebbe d'aiuto a far luce su una vita passata di cui i due Galanodel non hanno memoria, e non è detto che la sua storia non possa fornire anche qualche elemento in più sul conto del Nemico della Corte - colpevole dell'assassinio e della Maledizione della dea, sua madre.

    [Mirach]
    • Il Clan della Rosa: Mischiandosi ai mortali di cui si nutrono, i Vampiri che abitano Mirach annoverano nel loro complesso un gran numero di sottorazze, linee di sangue classificate per i propri tratti come Clan distinti e separati; tra tutte quelle numerose famiglie, gli antichi resoconti riportano che uno dei nomi dell'Antidiluviano da cui i Toreador -generalmente artisti e amanti della bellezza in tutte le sue forme- discendono sia proprio Ishtar.
      Dal momento che già molti fili del destino legano gli Arcani alla Luna Verde dei cieli di Endlos, potrebbe non essere una cattiva idea approfondire la questione...

    [Extra]
    • Il Fabbro di Gilda: Isaac Laforeze, Carta dell'Imperatore nonché abile Forgiatore Diabolico offre le sue arti al servizio della Hush... ma ha chiesto delle braccia extra per svolgere i lavori necessari, e chiunque sarà la vittima il fortunato prescelto dovrà senz'altro prepararsi a lavorare.

     
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    "Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme.
    Insieme valgono di più".


    (Massimo Gramellini)


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    Galleria delle Ombre.
    Regno dei Sogni.

    « Uhm... »
    Una vocina di bimbo si fece strada fra i loro discorsi, finendo di fatto per rispondere ad un interrogativo che la Dama del Vento non aveva mai realmente posto, ma di cui aveva davvero bisogno.
    « Beh, ecco... Non so se c'entra qualcosa... anche perché era la Sorellona quella esperta di Storia Cainita... però credo che anche il nome della capostipite del Clan Toreador -una delle linee di sangue che popolano Mirach- fosse proprio Ishtar, "la danzatrice dei torii". »

    Felice per quella dritta, Drusilia era già sul punto di ringraziare il suo adorato Appeso... ma l'energumeno di fianco al piccolo e dolce Bess decise nuovamente di infastidirlo, mostrando chiaramente gli stessi atteggiamenti da gradasso e da bullo che -nei casi in cui scopriva qualche suo soldato ad averli fatti propri- era solita spegnere sul nascere a suon di denti saltati e lunghe sessioni di pulizia delle latrine. Ovviamente a mani nude.

    « "Credi" soltanto? Non sei tu che dovresti sapere le cose? Bell'oracolo dimmerda. »
    « ...guarda che il Dono di Malkav non è mica onniscenza, Fratellone. »


    Fu allora che la Forza superò la linea sottile per cui l'Amore non lo aveva ancora insultato fino a quel momento. Senza preavviso, mollò un pugno sul cranio del bimbetto, che replicò scandendo un sonoro e lamentoso "Ahia!", prima di mettersi a piangere.

    SXwMJOu

    A quel punto si creò del trambusto, e mentre Faust asciugava i lacrimoni rossi del piccolo Malkavian, e Kalia lo rassicurava di essere un Oracolo incredibilmente dotato e talentuoso, Quarion si esibì in un gesto lieve di dissenso del capo -più per apparenza che per reale interesse a quella scena- sperando che la sorella facesse lo stesso, ma...

    -Oh, wow! Davvero da macho colpire un bambino che non ti ha fatto nulla!
    ...Bel guerriero dimmerda.


    ...non le riuscì proprio di star zitta. Lo fissò piuttosto in cagnesco, ignorando deliberatamente i pizzicotti del gemello e i suoi tentativi di farla sembrare più posata o garbata. Non a caso, in risposta al grugnito di Gain, l'amata sorella non si risparmiò di levargli galantemente un dito medio.

    « Per me si è fatto tardi: come dicevo, mi risulta imprudente dormire troppo a lungo. » esordì infine Desdemona, levandosi dal proprio scranno e congedandosi « Per coordinare le operazioni a Nord, ci aggiorniamo la prossima volta. Ciao, cari. ♥ »
    E mentre Quarion ricambiava il bacio, l'Imperatrice scomparve dalla tavolata.
    Fu dunque il turno dell'Imperatore le cui parole furono rivolte principalmente alla Papessa e all'Amore.

    « Prima di imitare la mia cara consorte, volevo approfittare dell'occasione che questa riunione rappresenta per offrire alla vostra Gilda -e alla causa che rappresenta, ovviamente- tutto il supporto delle mie arti. » annunciò loro con voce suadente ed un lieve inchino « In quanto Forgiatore Diabolico, sono capace di manipolare molti tipi di elementi alchemici e magici, perciò pensavo che potrei occuparmi di parte della logistica, come armi ed equipaggiamenti... se non avete nulla in contrario.
    E se vi sta bene prestarmi uno o due ragazzotti per reperire i miei materiali. »


    La reazione di Kalia e Drusilia fu praticamente speculare e quasi sincronizzata: finendo a lanciarsi occhiate di intesa, fu la Papessa a pronunciarsi per prima, cosa che Drusilia apprezzò non poco.
    « Beh, ecco... non sarebbe una cattiva idea... »
    Non che Drusilia avesse riserve in proposito, ma era comunque ben consapevole delle enormi differenze di gestione dei tre Presidi su cui si estendeva il "controllo" della gilda e che -per quanto molto interconnessi e spesso alleati- rimanevano anche profondamente diversi. Si sentiva quindi autorizzata a pronunciarsi solo riguardo la sua parte, e Laputa ospitava maghi, draghi, mostri e necromanti. Le abilità di un "Forgiatore Diabolico" non avrebbero terrorizzato nessuno. O almeno così sperava.

    -Per me ogni forma d'aiuto o di supporto è un dono e un investimento, soprattutto se nasce dalla nostra cerchia- ammise, voltandosi verso Isaac, e guardandolo negli occhi con aria affabile -Averti fra i nostri il prima possibile non può che darmi un enorme piacere.


     
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    La Forza di proteggere qualcosa non è solo dar la vita per difenderla.
    ...ma essere in grado di uccidere in suo nome.


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    -Oh, wow! Davvero da macho colpire un bambino che non ti ha fatto nulla!

    Nonostante nel bel mezzo del trambusto che era seguito al piccolo increscioso episodio che aveva -letteralmente- colpito l'Appeso si fossero levate e sovrapposte più voci differenti, alla Forza non era sfuggita la replica sarcastica e sprezzante dell'Amore...

    -...Bel guerriero dimmerda.
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    ...e nel posare gli ardenti occhi scuri sulla Dama del Vento, che lo guardava in cagnesco e gli rivolgeva il dito medio in segno provocatorio, l'Ispanico ne era apparso tutt'altro che infastidito; anzi, a giudicare dal ghigno divertito che gli aveva snudato la dentatura feroce e arricciato le labbra in una curva crudele, sembrava aver apprezzato quell'interazione. Perciò il Fulvo si limitò a restituirle la cortesia, rilassandosi contro lo schienale e levando la desta per replicare lo stesso gesto all'indirizzo della Galanodel.

    « . . . ♪ »

    Tuttavia, la cosa si era fermata lì, anche perché l'Imperatore si era fatto avanti, prendendo la parola per presentare agli astanti un'iniziativa tanto audace quanto inaspettata: un Forgiatore Diabolico non è solo in grado di piegare metalli e minerali, ma anche di plasmare gli elementi in una forma tangibile, e manipolare le anime, dando loro nuove forme e nuovi impieghi... ragion per cui, nel mondo in cui Isaac l'aveva appresa, la sua era considerata un'arte empia e proibita.

    Eppure, mettendo da parte dilemmi morali -subordinati a dogmi mutevoli nel tempo e nello spazio-, ciò che quel potere avrebbe potuto produrre in una guerra contro degli Arcidemoni e le altre aberrazioni al loro seguito costituiva certamente un vantaggio potenziale, e al commento della Dama Azzurra fece eco l'assenso della Dama del Vento.


    -Per me ogni forma d'aiuto o di supporto è un dono e un investimento,
    soprattutto se nasce dalla nostra cerchia-

    ammise, vedendo Isaac in una luce nuova
    -Averti fra i nostri il prima possibile non può che darmi un enorme piacere.

    « Magnifico!
    Direi che, a questo punto, tutto ciò che mi serve è un Mandato... »

    allargando le braccia in modo cerimonioso, il Serpente rivolse uno sguardo e un sorrisetto ai gemelli del Mondo
    « Potrei chiedervi la cortesia di occuparvene? »

    Con un cenno di assenso, la Custode della Legge tornò ad immergere il faccino nel proprio libro, già cominciando a svolgere i complessi calcoli mentali che le sarebbero stati necessari per quella prassi: addensare troppi di loro in uno stesso piano dimensionale -individui in possesso della capacità di provocare grandi alterazioni nel corso del fato- non era esattamente una mossa da compiersi alla leggera, ma...

    C'era anche da considerare il fatto che venire presi di mira da un ignoto nemico esterno, che fosse non solo a conoscenza della loro esistenza, ma persino in grado di arrivare a colpirli nel loro insieme era una situazione senza precedenti.


    « Ah... Che strano questo sogno... »

    Il suono di una voce mai udita prima in quel consesso -ma che alcuni attorno a quel tavolo avrebbero potuto trovare familiare- catalizzò immediatamente gli sguardi di tutti sul suo punto d'origine, e fu certamente per gli astanti una piccola sorpresa trovare un partecipante in più alla loro riunione; soprattutto, se si trattava di quel Fratello... che, per quanti lo riconobbero, si trattava quasi di una sorta di figlio.

    jpgSeduto sullo scranno contrassegnato dall'emblema del Carro, con l'ispida zazzera bionda scompigliata e gli occhi blu che si guardavano intorno con aria spaesata, Ryusang Galanodel -dapprima protetto del Nido degli Angeli di Istvàn, cresciuto come recluta dei Cavalieri Celesti, in seguito divenuto libero avventuriero girovago, poi Sergente della Squadra Verde degli Aviatori, e infine Principe di Laputa- si era materializzato da un momento all'altro in quell'angolo della Corte, comparso dal nulla, nello stesso moto istantaneo con cui l'Imperatrice era invece uscita di scena, occupando il posto che neppure sapeva spettargli di diritto.


    « ...ci sono quasi tutti quelli che conosco... »
    osservò tra sé e sé, ancora mezzo assonnato, passando in rassegna la tavolata
    « Il Capitano Leon... e poi lì c'è Kalia... e quella è Drusilia... e... »

    Nel volgere il capo in una certa direzione del tavolo, il Nibbio posò lo sguardo su una familiare ed ispida zazzera fulva, incrociò le iridi scure dell'uomo a cui appartenevano, e... le pupille gli si restrinsero per l'adrenalina quando Gain Esperanza snudò nuovamente la dentatura in un sorriso spiacevole e mosse un poco la destra in un cenno di saluto.

    A quel punto, gli occhi blu di Ryusang si sbarrarono all'invasione di brutti ricordi, la bocca gli si spalancò in un'espressione chiaramente spaventata, e visto che per un attimo avevano dimenticato di farlo, i polmoni presero aria con un profondo respiro...


    « AAAAAHHH! »

    ...e mentre quell'urletto angosciato e un po' comico risaliva la gola del Biondino e superava la sua bocca larga come un forno, nella fretta di ritrarsi per togliersi da lì, il seggio su cui sedeva si ribaltò, ma prima che lo schienale toccasse terra con un tonfo, il ragazzo era già svanito - così come era apparso.

    « Si può sapere che cosa gli avete fatto, voi Mammine...? »
    insinuò la Forza, gettando uno sguardo di sufficienza all'Amore e alla Papessa
    « Non era così smidollato quando girava con me. »
    intrecciando le mani dietro la nuca, l'uomo tornò ad abbandonarsi contro il suo sedile
    « Se i soldatini della vostra fantastica gilda stanno allo stesso livello,
    non mi meraviglia che i demoni vi abbiano fatto il culo. »


    Anticipando le reazioni che quelle parole deliberatamente crudeli e strafottenti avrebbero comprensibilmente scatenato negli altri -alcuni dei quali avevano anche vissuto sulla propria pelle gli orrori di quella Notte di atrocità-, il Sole batté i palmi sul ripiano del tavolo e scattò in piedi, scagliando uno sguardo crepitante all'indirizzo del Macellaio.

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    « Non ti permetto di parlare di quello che è successo in questi termini. »
    lo ammonì il Paladino, con gli occhi induriti da una collera gelida
    « Molte persone sono morte, un'intera città è stata presa in ostaggio, il Matto si è sacrificato per permetterci di avere almeno una possibilità di contrattaccare, e tanti compagni valorosi sono caduti per difendere il Semipiano. »

    « E io che ho detto? »
    replicò il Guerriero, alzando le spalle con una totale mancanza di sensibilità
    « Vi hanno fatto il culo: dirlo con parole da damerini non cambia le cose. »

    Dal canto suo, Gain stava spassionatamente esprimendo un banale dato di fatto: lui, di botte ne aveva date tante e a parecchi, ma talvolta le aveva anche prese da qualcuno, e ricordava bene quanto brucia la sconfitta. Perché ti mette davanti all'impietosa realtà della debolezza: un colpo di "sfortuna" da cui imparare -se hai l'occasione di poter vedere un altro giorno l'indomani-, ma su cui è inutile recriminare, per lui come per chiunque altro. Insomma: "a chi tocca nun se 'ngrugna".

    « Quei demoni stronzoni hanno fatto i gradassi nel vostro territorio solo perché avevano la forza per farlo. Voi ne siete usciti perché avete avuto la forza di riuscirci. I morti, no. »

    Era piuttosto singolare vedere quanto un energumeno così facile all'ira potesse prendere qualcosa con tanta filosofia, ma... stranamente, non c'era scherno né accusa in quelle parole, perché -nella sua visione del mondo- la forza era semplicemente il più autentico criterio della selezione naturale, lo spartiacque che separa chi è in grado di cavarsela da chi soccombe.

    Di conseguenza, questo rendeva certamente il suo opposto un male, ma... la debolezza non era chissà quale sorta di peccato senza perdono (per quanto meritevole di frizzi e lazzi), bensì un errore: un pericoloso passo falso, spesso fatale, quando si danza su quella linea di demarcazione, con la propria lama come ago della bilancia.

    Era per quello che, nella concezione di questa realtà, Gain non arrivava a cogliere che senso avesse preoccuparsi della propria sorte (motivo per cui difettava tanto risolutamente di timore e cautela), e pertanto comprendeva ancor meno il valore di sobbarcarsi il destino altrui e l'afflizione di portarne il peso:
    se ci si dovesse preoccupare delle formiche, non si potrebbe neanche più camminare.

    « Quindi stai dicendo che non essere sopravvissute sarebbe colpa delle vittime? »
    sbottò il Paladino, pericolosamente vicino ad aggirare il tavolo per mettergli le mani addosso
    « Si può sapere che diavolo di problemi hai? »
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    « Oh, vari ed eventuali! ♥ »
    intervenne in scivolata il Forgiatore, sentendo la tensione crescere
    « Sai che Gain ha l'hobby delle risse:
    avrà preso troppe botte in testa. »


    « E tu hai l'hobby delle chiappe allegre. »
    ritorse quello, con un'occhiata sardonica al Serpente, non gradendo l'intromissione
    « Avrai presto troppi ca- »

    L'Appeso non seppe mai come andava a finire quella frase, dal momento che la Morte -intuendo l'antifona- era prontamente intervenuto tappandogli le orecchie con le mani; tuttavia, il diversivo operato dall'Imperatore sortì l'effetto desiderato, stemperando la tensione, catalizzando l'attenzione della Forza, e dando modo alla Papessa di inserirsi nella questione, placando l'indignazione del Sole e convincendolo a rimettersi a sedere.

    « So cosa pensi dell'usare il nostro potere per aiutare gli altri, Gain... »

    « Sono più tipo da "distruggi-la-minaccia". »

    « ...e so anche che su questo punto non arriveremo mai ad un accordo. »
    proseguì Kalia, cercando di mantenersi conciliante nonostante la visibile difficoltà della prova
    « Ma la Corte è in pericolo, ed è più che mai necessario che ognuno faccia la sua parte. »

    « Perciò dovrei fare il leccaculo come Isaac e mettermi graziosamente al vostro servizio? »
    domandò il Guerriero, con tono sarcastico ed un ghigno strafottente
    « Non rendo bene nei lavori di squadra. Non ho il complesso del salvatore come voialtri.
    E certamente non ho intenzione di fare da balia ad un branco di pappamolle. »


    Senza minimamente mutare espressione, l'Ispanico incrociò le braccia muscolose sul petto,
    perché la sua era una
    conditio sine qua non definitiva.

    « Non sono tipo da avere compagni,
    a meno che non si guadagnino il mio rispetto prima. »

     
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    Insieme valgono di più".


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    Regno dei Sogni.

    « Ah... Che strano questo sogno... »

    k0V3yog

    Una voce conosciuta si fece largo fra loro, approfittando involontariamente dal silenzio creatosi in quegli attimi, e quando Drusilia si voltò -percependo chiaramente in essa un ricordo piacevole e carico di nostalgia- riconobbe suo figlio, seduto sullo scranno contrassegnato dall'emblema del Carro.
    Con la zazzera bionda e scompigliata e gli occhi blu fiordaliso che si guardavano attorno spaesati, Ryusang Galanodel si era materializzato da un momento all'altro alla loro riunione, comparendo letteralmente dal nulla. Non che quella pratica fosse considerata "insolita" nella loro fortezza onirica, ma il suo adorato Nibbio le diede l'idea di non essere affatto cosciente di ciò che stava accadendo. Per questo Drusilia finì per cercare lo sguardo dell'amica Kalia in cerca di risposte.

    « ...ci sono quasi tutti quelli che conosco... »
    Probabilmente erano le uniche -o quasi- a conoscere la vera ragione del suo "coma" nel mondo materiale, e se da un lato sapevano perfettamente che il Risveglio fosse per ciascuno un'esperienza diversa e personale, dall'altro si erano trovate ad affrontare la questione fin troppe volte, proprio a causa del ritardo del Principe laputense.
    « Il Capitano Leon... e poi lì c'è Kalia... e quella è Drusilia... e... »

    Da quanto tempo Ryusang aveva chiuso gli occhi?
    Le stagioni si erano rincorse, lasciando che numerosi anni lo separassero da tutti loro, portandolo in una condizione di riposo permanente. Un coma da cui non si sarebbe mai svegliato, se non come Arcano del Carro.
    Quante cose non sapeva del Presente?
    Tante... troppe.

    « AAAAAHHH! »

    Con un urletto angosciato il Nibbio finì per ribaltare il proprio Seggio nel tentativo di una goffa ritirata, attirando le attenzioni anche dei più distratti e poi sparendo di nuovo. A quel punto fu per tutti abbastanza evidente cosa chi lo avesse spaventato, e molte paia di occhi finirono nuovamente sulla figura della Forza. Lo fecero anche i due volti dell'Amore, e se il primo si mostrò insofferente, la seconda tornò ad irritarsi.

    « Si può sapere che cosa gli avete fatto, voi Mammine...? Non era così smidollato quando girava con me. »
    Insinuò la Forza, gettando uno sguardo di sufficienza sia a Kalia che a Drusilia, sventolando metaforicamente un fiammifero dentro ad un covo gigantesco di dinamite. Non solo per le possibili risposte delle due interessate, ma per i Fratelli e le Sorelle che sarebbero certamente intervenuti.
    « Se i soldatini della vostra fantastica gilda stanno allo stesso livello, non mi meraviglia che i demoni vi abbiano fatto il culo. »

    Non a caso, il primo fu Leon, che batté i palmi sul tavolo, levandosi in piedi.
    « Non ti permetto di parlare di quello che è successo in questi termini. »
    Il Sole -che forse più di tutti loro aveva perso qualcosa di importante, quella Notte- ammonì la Forza, evidentemente adirato.
    « Molte persone sono morte, un'intera città è stata presa in ostaggio, il Matto si è sacrificato per permetterci di avere almeno una possibilità di contrattaccare, e tanti compagni valorosi sono caduti per difendere il Semipiano. »
    « E io che ho detto? Vi hanno fatto il culo: dirlo con parole da damerini non cambia le cose. Quei demoni stronzoni hanno fatto i gradassi nel vostro territorio solo perché avevano la forza per farlo. Voi ne siete usciti perché avete avuto la forza di riuscirci. I morti, no. »

    Fu in quel momento che Quarion lanciò un'occhiata interrogativa alla gemella, evidentemente troppo concentrata nel seguire l'accesa discussione per dargli realmente corda. Con il viso contratto in un'espressione molto contrariata, Drusilia aveva le braccia conserte al seno e l'aria di chi avrebbe voluto fare lentamente a pezzi Gain Esperanza, per poi esibirne i brandelli su numerose picche... ma era miracolosamente rimasta buona e ferma.

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    « Quindi stai dicendo che non essere sopravvissute sarebbe colpa delle vittime? Si può sapere che diavolo di problemi hai? »
    « Oh, vari ed eventuali! ♥ » intervenne l'Imperatore, cercando astutamente di smorzare i toni ed evitare che la riunione degenerasse in altro « Sai che Gain ha l'hobby delle risse: avrà preso troppe botte in testa. »
    « E tu hai l'hobby delle chiappe allegre. Avrai presto troppi ca- »

    -Caro Isaac, hai anche dei difetti?
    Correndo in aiuto dell'Imperatore nella sua volontà di spegnere sul nascere tutti gli intenti bellicosi, anche Quarion decise di sdrammatizzare, dando così anche modo al suo amato Alfiere di dire la propria.

    « So cosa pensi dell'usare il nostro potere per aiutare gli altri, Gain... »
    « Sono più tipo da "distruggi-la-minaccia". »
    « ...e so anche che su questo punto non arriveremo mai ad un accordo. Ma la Corte è in pericolo, ed è più che mai necessario che ognuno faccia la sua parte. »
    « Perciò dovrei fare il leccaculo come Isaac e mettermi graziosamente al vostro servizio? Non rendo bene nei lavori di squadra. Non ho il complesso del salvatore come voialtri. E certamente non ho intenzione di fare da balia ad un branco di pappamolle. Non sono tipo da avere compagni, a meno che non si guadagnino il mio rispetto prima. »

    Durante i vani tentativi di Kalia di farlo ragionare, chiusa nel suo adirato silenzio, la Dama del Vento aveva intanto riflettuto a lungo sulle loro priorità.
    Contrariamente alla sua amica, si sentiva abbastanza in accordo con Gain riguardo il suo mancato coinvolgimento nelle questioni di gilda. La Forza trasmetteva infatti molto chiaramente l'idea di un guerriero potente... ma un elemento distruttivo come lui -nonostante fosse utile- secondo Drusilia non poteva che risultare un danno più che una benedizione, e mandare in panne la complessa macchina di legami e rispetto fra associati che lei e Kalia oliavano ormai da anni e su cui si basava buona parte della loro forza.
    Dall'altro lato -però- l'idea che quel pazzo insensibile potesse prendere iniziative strane da solo le causava non poca agitazione. Come se non bastasse, l'unico piano sensato che era riuscita ad elaborare per marciare contro quel mostro di Fistadantilus consisteva nell'unire nuovamente la Curtis e... Gain Esperanza -purtroppo- era uno di loro. Dovevano trovare un modo di coinvolgerlo.

    -Owl non era debole.
    La sua affermazione giunse a bruciapelo, ferma e chiara, così che a nessuno sfuggisse quel pensiero.

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    -Dal momento in cui l'ho conosciuto, Owl è stato forte ogni singolo istante della sua vita.
    L'aveva sorretta e protetta per anni in Accademia, quando ancora non sapeva controllare le proprie lacrime, accompagnandola nel suo viaggio fuori da Mirach come un angelo custode. L'aveva rassicurata e coccolata ogni volta in cui si era sentita sola e con un bambino indifeso nel proprio grembo. Fra una danza ed una canzone, aveva fatto da padre, fratello e maestro al suo primogenito Lowarn, che era cresciuto splendido e coscienzioso come pochi altri Galanodel.
    -Aveva così tanta forza che ce l'ha data per buttare giù le difese del Nemico che nessuno di noi sarebbe riuscito ad abbattere... nemmeno tu.
    Era stato Owl il suo bastone, un fratello maggiore... e la spalla su cui piangere.
    Agli occhi di Drusilia era stato l'uomo più forte del mondo e nessuno avrebbe dovuto osare dire il contrario.

    -Anche la Luna è forte. Ci ha guidati per tutta la resistenza durante la Notte, però è prigioniera del Nemico- con la stessa brutalità di Gain gli lanciò in faccia quelle verità con il solo intento di far crollare il suo piccolo castello delle certezze -Come vedi, la tua logica ha parecchie falle, e se pensi seriamente che la colpa di quel disastro sia delle vittime, allora non sei solo insensibile e cieco, ma pure maledettamente stupido.
    Ringhiando le sue ragioni, si sollevò in piedi, avvicinandoglisi passo dopo passo e rimettendo al proprio posto lo scranno del Carro.
    -Credi che non vogliamo fare il Nemico a pezzi? Pensi seriamente che vogliamo solo occuparci dei deboli o sacrificarci come verginelle malinconiche? Dannazione! Se potessi, vorrei far sparire Fistadantilus per sempre con le mie mani e nel modo più doloroso possibile.
    Sorpassò i seggi vuoti ed il quieto Brifos, raggiungendo il Gain e battendo un pugno sul tavolo con violenza.

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    -Ma sai una cosa?
    Non me ne importa nulla di invitarti a ragionare.

    Fu inamovibile.
    -Se ti aspetti che mi metta a supplicarti o a darti qualche contentino per convincerti a collaborare, hai proprio sbagliato persona.

    Gli si avvicinò lentamente, abbassandosi, fino a che non si trovarono faccia a faccia.
    -Per rispettare qualcuno hai bisogno di essere preso a schiaffi? Benissimo.- Lo fissò a lungo da quella prospettiva, abbastanza vicina da sentire il suo respiro addosso, per poi lanciargli la sua sfida -Manderò le mie "pappemolle" a cercarti. Se perderai, ti unirai a noi.

     
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    Il Destino è sconosciuto, e come tutte le altre parole senza valore,
    lascia prosciugati.


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    jpg-Caro Isaac, hai anche dei difetti?

    « Beh... ...forse. Da qualche parte... »
    Magari nascosti tra le sue chiappe allegre.

    Davanti alla battutina della più sagace parte dell'Amore -unitosi a lui in quel teatrino improvvisato-, l'Imperatore assentì con disinvoltura, sorridendo ammiccante e ravviandosi il ciuffo rossiccio con aria splendida; disinnescata la situazione esplosiva -almeno quella che rischiava di detonare tra la Forza e il Sole- fu il turno della Papessa di prendere la parola, e se il suo discorso non poté comunque compiere il miracolo di ridurre il Fulvo a più miti consigli, ebbe certamente il merito di schiudere almeno uno spiraglio alla possibilità di una collaborazione.

    Dopotutto, quel che l'Ispanico aveva fatto con la sua replica era stato porre una
    condizione. E una condizione ha più la valenza di un mezzo accordo, che non quella di un completo rifiuto, quindi...avevano almeno qualcosa su cui poter lavorare.

    Fu allora che -come una tempesta bianca- arrivò l'intervento della Dama del Vento, cavalcando una furia che ella -ancora scottata dalle traumatiche esperienze vissute quella notte- aveva imbottigliato e plasmato con autocontrollo.


    -Owl non era debole. Dal momento in cui l'ho conosciuto, Owl è stato forte ogni singolo istante della sua vita. Aveva così tanta forza che ce l'ha data per buttare giù le difese del Nemico che nessuno di noi sarebbe riuscito ad abbattere... nemmeno tu. Anche la Luna è forte. Ci ha guidati per tutta la resistenza durante la Notte, però è prigioniera del Nemico.

    Per nulla impressionato dalle puntualizzazioni della donna, il Guerriero la osservò levarsi dal proprio scranno con una certa annoiata sufficienza: per quanto sarebbe stato lecito -e corretto- imputar a Gain una evidente parzialità di pensiero, nelle aspre parole con cui aveva esposto la propria semplicistica filosofia di vita le figure e le scelte dei suoi Fratelli non erano mai state completate.
    Erano Arcani - era ovvio che fossero forti.

    -Come vedi, la tua logica ha parecchie falle, e se pensi seriamente che la colpa di quel disastro sia delle vittime, allora non sei solo insensibile e cieco, ma pure maledettamente stupido. Credi che non vogliamo fare il Nemico a pezzi? Pensi seriamente che vogliamo solo occuparci dei deboli o sacrificarci come verginelle malinconiche? Dannazione! Se potessi, vorrei far sparire Fistadantilus per sempre con le mie mani e nel modo più doloroso possibile.

    Ah, finalmente un campo in cui parlavano la stessa lingua! Arricciando le labbra in un sogghigno compiaciuto, il Macellaio seguì l'Angelo con uno sguardo divertito negli occhi scuri: muovendosi per colmare la distanza tra loro, la donna percorse il perimetro del tavolo con passo di marcia, fermandosi solo per rimettere in piedi il seggio del Carro -ribaltatosi nella sua fuga-, e non le ci volle molto prima di raggiungere il suo designato interlocutore, sempre placidamente accomodato al proprio posto, con le spalle sprofondate nello schienale e le braccia conserte sul petto.

    -Ma sai una cosa? Non me ne importa nulla di invitarti a ragionare. Se ti aspetti che mi metta a supplicarti o a darti qualche contentino per convincerti a collaborare, hai proprio sbagliato persona.
    scandì la Galanodel, chinandosi per trovarsi faccia a faccia con lui
    -Per rispettare qualcuno hai bisogno di essere preso a schiaffi? Benissimo. Manderò le mie "pappemolle" a cercarti. Se perderai, ti unirai a noi.

    Per nulla turbato da quell'invasione del suo spazio personale, Gain Esperanza sostenne lo sguardo sfavillante e verde della silfide senza battere ciglio, respirò i suoi respiri dall'intossicante odore di rosa, e -senza accennare a spostarsi di un millimetro- snudò la dentatura feroce in un sinistro sorriso da predatore.

    jpg
    « ...hai delle belle "argomentazioni"... »

    Abbassando lo sguardo in un gesto eloquentissimo, gli occhi scuri del Fulvo si appuntarono sul solco profondo che le forme della donna disegnavano prorompendo dalla scollatura: uno spettacolo che la Galanodel aveva involontariamente messo in mostra avvicinandosi a lui in quel modo.

    « ...Latteria. »

    Spiacevolmente colpita da quell'uscita gretta, la Dama del Vento rimase a fissare il Guerriero in silenzio per qualche attimo, immobile come la statua di una divinità offesa: una tensione palpabile si dipanò nell'aria attorno a lei, ma uno sguardo al resto della sala le ricordò di non essere sola con quell'individuo.

    Non voleva certo trasformare quella Riunione in una rissa, e poi... lo sdegno che faceva vibrare i pugni serrati del Paladino, l'indignazione sul volto della Dama Azzurra, e il gelo sottile e affiliato negli occhi dell'Assassina albina erano tutti segnali confortanti, che la aiutarono a calmarsi.
    Almeno un po'.

    -Sono fortunata che non mi limitino i movimenti...
    esordì con tono tranquillo, che si fece poi duro e basso
    -...così posso prenderti per i capelli come e quando voglio.

    Al contrario dell'energumeno -che se l'era vista piombare addosso, sul piede di guerra-, l'Angelo non sorrise quando prese infine la decisione di ritrarsi, borbottando uno sprezzante "...maiale" prima di fare ritorno al proprio posto; nell'udirla, l'Ispanico rovesciò il testone all'indietro, e una breve risata gli risalì la gola.

    jpg« A me sta bene.
    Sarò in giro per Endlos, in attesa - di certo saprete come trovarmi.
    Non chiedo di meglio che sgranchirmi le ossa, e menare un po' le mani. »

    con un ghigno sardonico, Gain lanciò uno sguardo a Kalia
    « ...ma poi non andatevene in giro a piagnucolare,
    se rompo qualcuno dei vostri bei bambolotti. »


    « Sono uomini valorosi: non si faranno sconfiggere facilmente. »
    rispose con calma la Castellana, senza battere ciglio
    « Sappi comunque due cose:
    che quanto di male infliggerai loro, io lo disferò in un istante... »

    proseguí, con grazia inamovibile, mostrandogli un sorriso gentile
    « ...e che, naturalmente, dal canto mio non ci sarà alcun tipo di problema se vorrai piangere dopo aver perso con un bambolotto. »

    « Col cazzo. »

    Con un ghigno strafottente, sbuffando con sprezzo ed ilarità -sempre intimamente seccato da quel modo di fare composto, cordiale e fastidiosamente condiscendente-, il Macellaio si mise in piedi, si scostò dal proprio seggio, e voltò le spalle alla tavolata senza aggiungere altro; l'istante seguente, abbandonò la riunione, svanendo nel nulla e segnando la fine della discussione.

    A quel punto, ristabilita la calma, il Forgiatore -fino ad allora rimasto in piedi, già in procinto di ritirarsi-, colse l'occasione al balzo per congedarsi a sua volta... ma non prima di aver lasciato in eredità alla Dama del Vento qualche parola che -sperava- potesse esserle di conforto.

    Non con dell'inzuccherata gentilezza, dal momento che dubitava sarebbe servita a qualcosa in quel frangente (anche se, ne era certo, la Dama Azzurra avrebbe sopperito quella mancanza con torte e dolcetti), ma con qualche elemento più concreto.


    « Per quel che vale la mia esperienza con lui...
    non è così male una volta che ci si abitua alle rispettive... "peculiarità". »

    asserì il Serpente con un'alzata di spalle
    « Gain non sa stare tra le persone, ma è forte, risoluto, e tenace,
    e -soprattutto- ha un sacco di energie in eccesso da fargli usare per rendersi utile. »

    spiegò, incurvando le labbra in un sorriso sbarazzino
    « Ovviamente, vi aiuterò ad occuparvene ogni volta che mi sarà possibile .
    ...se qualcuno dei vostri riuscirà a batterlo, certo. »


    Portando una mano al petto in un gesto ampolloso, l'Imperatore si esibì in un profondo inchino, prima di dissolversi, e fu allora con ritrovata calma -massaggiandosi il ponte del naso con aria stanca- che il Sole si alzò di nuovo dal suo seggio, dando in un profondo sospiro e abbracciando poi i presenti in un'unica occhiata delle iridi azzurre.

    jpg« Chiedo scusa -compreso agli assenti- se ho perso la calma. »
    si sentì in dovere di specificare per prima cosa, senza "se" né "ma" a sua giustifica
    « Tornando alla riunione, credo che quel che c'era da dire sia stato detto, e perciò... conviene cercare di tirare un po' le fila del discorso, concludere l'assemblea, e valutare il miglior modo di darci da fare. »

    Appoggiando entrambi i palmi sul tavolo -così da scaricarvi il peso del corpo-, il biondo Paladino si piegò in avanti, come se con quel gesto potesse meglio coinvolgere la cerchia in quello che voleva rendere una conversazione partecipata da tutti.

    « Non so se siete d'accordo, ma per prima cosa penso dovremmo concentrarci sul difendere noi stessi: la situazione della Torre non mi lascia tranquillo, e mettere in sicurezza Desdemona è certamente prioritario... tuttavia, anche recuperare il Papa è determinante. »
    spiegò, soffermandosi a scrutare uno ad uno i volti degli altri, studiandone le reazioni
    « Fortunatamente, questo possiamo delegarlo ad Allen e Tasha, incaricati dagli Assi di questa missione: da parte nostra, credo basterebbe riuscire a contattarli e coordinarci con loro, così da diramare un avviso agli affiliati del Silenzio perché tengano gli occhi aperti e li supportino. Voi cosa pensate sia meglio fare, nell'immediato?
    Ci sono proposte? »


    Hints to the Future
    [Extra]
    • Submit the StrayDog: C'è uno Spadaccino Ramingo che va errando per le lande di Endlos: la sua forza sarebbe certamente utile alla causa del Silenzio, ma la sua pessima indole è un grande ostacolo da tenere in considerazione, che lo rende un soggetto -senza mezzi termini- pericoloso.
      Tuttavia, trattandosi di un Guerriero, egli rispetta un qual certo codice: la Legge del più Forte... e se uno dei Gildanti lo sfiderà a duello e riuscirà a sottometterlo in un regolare combattimento, lo Stray-Dog farà ritorno con lui alla Sede di Gilda per arruolarsi.



    Edited by Madhatter - 7/2/2020, 14:13
     
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    "Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme.
    Insieme valgono di più".


    (Massimo Gramellini)


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    Galleria delle Ombre.
    Regno dei Sogni.

    « Per quel che vale la mia esperienza con lui... non è così male una volta che ci si abitua alle rispettive... "peculiarità". Gain non sa stare tra le persone, ma è forte, risoluto, e tenace, e -soprattutto- ha un sacco di energie in eccesso da fargli usare per rendersi utile. »
    Le parole dell'Imperatore -in realtà- non furono di grande conforto per la Dama del Vento, che non era pratica ne' tendente alla manipolazione, ancor meno propensa ad accettare soggetti simili al Macellaio fra i suoi alleati. Non concordava con Isaac su molti punti, semplicemente. Apprezzò tuttavia il gesto, ragion per cui lo lasciò parlare con calma, annuendo appena col capo e rimanendo in silenzio.
    « Ovviamente, vi aiuterò ad occuparvene ogni volta che mi sarà possibile .
    ...se qualcuno dei vostri riuscirà a batterlo, certo. »

    Fu così che anche l'Imperatore andò via, ma la riunione continuò.

    « Chiedo scusa -compreso agli assenti- se ho perso la calma.
    Tornando alla riunione, credo che quel che c'era da dire sia stato detto, e perciò... conviene cercare di tirare un po' le fila del discorso, concludere l'assemblea, e valutare il miglior modo di darci da fare. »

    Avendo assistito in silenzio posato a tutta la scena, dopo una breve occhiata a sua sorella, l'Ambasciatore approfittò dell'intervento di Leon per avvicinarsi leggermente a lei. Allungandosi garbatamente nella sua direzione ed accostando le labbra all'orecchio di Drusilia, le sussurrò di essere stata brava e di essersi sentito fiero di lei per non aver fatto sprofondare la faccia di Gain fra le assi del tavolo della riunione.
    « Non so se siete d'accordo, ma per prima cosa penso dovremmo concentrarci sul difendere noi stessi: la situazione della Torre non mi lascia tranquillo, e mettere in sicurezza Desdemona è certamente prioritario... tuttavia, anche recuperare il Papa è determinante. »

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    Drusilia non rispose, piuttosto guardò altrove con espressione offesa.
    Quarion sorrise, e le baciò la guancia.
    Drusilia glielo lasciò fare.

    « Fortunatamente, questo possiamo delegarlo ad Allen e Tasha, incaricati dagli Assi di questa missione: da parte nostra, credo basterebbe riuscire a contattarli e coordinarci con loro, così da diramare un avviso agli affiliati del Silenzio perché tengano gli occhi aperti e li supportino. Voi cosa pensate sia meglio fare, nell'immediato?
    Ci sono proposte? »


    -La nostra gilda è in una fase embrionale, ragion per cui è nostra principale occupazione creare fondamenta solide: suppongo sarà prioritario (ma semplice) il trasferimento di Isaac e... si, potremmo anche rivolgerci ad Allen e Tasha. Ho molti contatti su Endlos e non penso mi sarà troppo complicato rintracciarli.
    Lo disse in modo abbastanza sbrigativo, perché non credeva risultassero azioni troppo complicate o dispendiose.
    -Quanto a Desdemona... probabilmente non sarà semplice, ma troveremo una soluzione anche per il suo problema. Mi sento fiducioso.

    Sorrise affabile, prima che la sorella prendesse improvvisamente parola.

    -Io... vorrei chiedervi scusa.
    Drusilia -nuovamente al centro dell'attenzione dei presenti- si concesse alcuni attimi di silenzio, imbarazzandosi appena per ciò che stava per dire. Chiudendo gli occhi e respirando profondamente, riuscì tuttavia a raccogliere le paure ed a farsi coraggio.
    -So che potrebbe risultare egoista o sentimentale da parte mia, magari poco lucido o ponderato... ma non posso non considerare Abel la mia unica priorità, adesso.

    Abbassò lo sguardo, ripensando alla condizione in cui versava la Torre e sentendo lo sconforto ed il rimorso logorare il suo spirito.

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    -Abel... è stato la mia famiglia per molto tempo, ancor prima del mio Risveglio come Arcano. Mi ha accolta fra le sue braccia e mi ha addestrata e protetta per anni, lasciandomi poi andar via senza batter ciglio, nel momento in cui i nostri desideri e destini si sono separati.
    Respirò profondamente, rattristandosi.
    -Ho ottenuto prestigio in questi anni, e lui ha dovuto addossarsi problemi che -forse- nemmeno ha causato personalmente. Mentre io ho creato una famiglia, circondandomi di alleati... lui è rimasto solo, e non credo sia a conoscenza di ciò che è accaduto durante Notte della Prima a Kora e Owl, le persone con cui è cresciuto e con cui ha trascorso una vita intera.

    Strinse i pugni, evitando di incrociare lo sguardo con il gemello.
    Dentro di lei sapeva quanto Quarion non approvasse decisioni prese in quel modo.

    -Non sapevo che la situazione in cui si trovava fosse così grave. Forse non l'avevo capito. Però lui è molto importante per me... e non riuscirei più a guardarmi allo specchio se non mi precipitassi ad aiutarlo il prima possibile.
    Abbassò il capo, mortificata, ma risoluta ad arrivare fino in fondo.
    -Non ho argomentazioni precise o piani astuti da proporre, ma sento chiaramente, fin nel profondo, che lui più degli altri ha bisogno di me... e di noi tutti.

    Sensazioni.
    Dopotutto... si parlava esattamente di questo.
    Forse qualcuno l'avrebbe trovato anche stupido, ma per Abel avrebbe fatto questo ed altro.

    -Però... non sono mai stata molto brava nel salvare le persone che amo.
    Per quanto ci provasse, tutti i suoi affetti avevano il pessimo vizio di cadere in disgrazia o morire.
    -Vi prego di aiutarci.

     
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    Gli Artisti -come gli Angeli- sono messaggeri divini,
    e parlano solo in un lingua fatta di labbra sorridenti o ferite sanguinanti.


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    Il primo a seguire il Sole nel suo coscienzioso impegno per riscuotere la sala dall'atmosfera tesa in cui le uscite infelici della Forza l'aveva lasciata, fu la parte più concreta dell'Amore: tirate le somme della lunga ed articolata riunione, e prospettati da Leon alcuni dei possibili piani d'azione, Quarion espresse il suo giudizio su quelle che reputava le priorità del neonato Ordine del Silenzio.

    Rinsaldare le fondamenta della Gilda, includendo l'Imperatore nella cura della logistica.
    Rintracciare i gemelli Allen e Tasha -inviati dell'Arcana di Spade- per coordinarsi nelle ricerche del Papa.
    Pianificare l'azione di recupero dell'Imperatrice dal fronte -per ora statico- a Nord.


    -Mi sento fiducioso.

    Il bell'Ambasciatore dai capelli cerulei concluse il proprio intervento con un cordiale sorriso, ma prima che chiunque potesse aggiungere altro o rilanciare il discorso con altri argomenti, la voce della Dama del Vento eruppe nella sala, prendendo d'improvviso la parola.

    -Io... vorrei chiedervi scusa.
    esordì, abbassando poi lo sguardo e concedendosi una lunga pausa sofferta
    -So che potrebbe risultare egoista o sentimentale da parte mia, magari poco lucido o ponderato...
    ma non posso non considerare Abel la mia unica priorità, adesso.


    Nel ripercorrere la propria storia -una storia personale certamente ricca e travagliata, in cui la Torre era stata pietra miliare del suo percorso di vita-, la parte più sentimentale dell'Amore si lasciò pervadere dall'ombra malinconica della nostalgia e -purtroppo- ferire dal pungolo velenoso e crudele di un frustrante senso di impotenza.

    jpgIl loro incontro su Mirach, la routine all'Accademia degli Hunter, il momento sereno del commiato, quando -raggiunta la maturità- ella aveva voluto inseguire la propria strada decidendo di lasciare quel nido sicuro, iniziando un nuovo viaggio ed una nuova vita... erano tutti anelli della catena di ricordi che legava Drusilia alla figura cupa e taciturna che le aveva fatto da punto di riferimento.


    -Ho ottenuto prestigio in questi anni, e lui ha dovuto addossarsi problemi che -forse- nemmeno ha causato personalmente. Mentre io ho creato una famiglia, circondandomi di alleati... lui è rimasto solo, e non credo sia a conoscenza di ciò che è accaduto durante Notte della Prima a Kora e Owl, le persone con cui è cresciuto e con cui ha trascorso una vita intera.

    L'Angelo strinse i pugni e tacque un istante ancora, ma nessuno volle infilarsi nelle pieghe di quel silenzio: non tanto per una qualche forma di disinteresse verso il Cacciatore (estremamente schivo anche nei loro confronti), ma perché combattuti tra la preoccupazione per Abel e l'intenzione di adoperarsi per la sua sicurezza da una parte, e il pensiero di dover rispettare loro malgrado la sua volontà di essere coinvolto negli affari della Corte dall'altra.

    Dopotutto, la loro natura di Araldi del Fato non era una cosa facile da metabolizzare o da gestire, perché dover d'un tratto realizzare che quei sogni che fai non sono solo sogni può farti letteralmente esplodere la testa: scoprire di essere qualcosa di
    anomalo finisce per mettere un muro tra te e gli altri, scoprirsi stranieri in patria dà un senso di isolamento, e l'improvvisa consapevolezza di essere diverso dalle persone che ti circondano, dagli amici che ti sei fatto, e persino dalla famiglia che ti ha generato, diventa un pensiero ingombrante che non puoi condividere con nessuno - non senza suonare completamente pazzo.

    -Non ho argomentazioni precise o piani astuti da proporre,
    ma sento chiaramente, fin nel profondo, che lui più degli altri ha bisogno di me... e di noi tutti.

    proseguì Drusilia, profondamente coinvolta, insistendo sulla questione
    -Però... non sono mai stata molto brava nel salvare le persone che amo. Vi prego di aiutarci.

    « Non serve pregarci per il nostro aiuto, Drusilia... »
    si affrettò a rassicurarla il Paladino, con tono gentile e fiducioso
    « Abel sta a cuore anche a noi, e faremo certamente quanto possiamo
    per aiutarlo a risolvere i problemi che ha nel suo mondo. »


    « Sì, ma non dobbiamo aspettarci che cambi idea. »
    sentenziò la Temperanza, incrociando le braccia, senza indorare la pillola
    « Non è detto che una volta appianate le situazioni che lo tormentano,
    il Mastino decida di unirsi alle "attività di Famiglia". »


    Senza aggiungere all'equazione il fatto che ben pochi mondi del multiverso conoscono e accettano l'esistenza di altri piani di realtà -e che aprire la mente a quello costituisce già di per sé un shock non da poco-, doversi barcamenare tra la piccola vita che già conduci -magari neanche facile di suo-, e lasciare in eventi più grandi di te quel segno che il Destino ti chiama a compiere (di cui probabilmente non arriverai neppure a vedere l'esito) è una decisione che spesso richiede di scegliere una sola delle due cose...

    jpgE anche se la maggior parte delle persone sedute a quel tavolo aveva già una volta scelto di lasciarsi alle spalle il suo mondo d'origine e la vita di prima, tutti loro avevano desiderato -a qualche punto delle loro esistenze- di rifiutare oneri e sacrifici per poter condurre una vita semplicemente
    normale.

    « Non so cosa lo tenga ancora tanto legato a Mirach, ma mi pare chiaro che finché non sarà disposto a lasciarselo alle spalle, non possiamo obbligarlo. »
    concluse l'albina, incrociando gli occhi di ghiaccio con quelli smeraldini di Drusilia
    « Mi spiace se suona antipatico, ma dobbiamo tenerlo in conto. Tutto qui. »

    Una precisazione indelicata, ma ahimé veritiera, e si trattava probabilmente di qualcosa che l'Amore -la carta della Libertà e dell'Arbitrio- avrebbe senz'altro potuto comprendere meglio di chiunque altro.

    « Luci! »

    In risposta a quella nuova voce, femminile ed energica, le luci a cui si era appellata -qualunque cosa stesse proiettandole in quel luogo metafisico- tremolarono e sfarfallarono per poi spegnersi, e in un imprevedibile istante tutto si fece buio... Poi, al tessuto onirico che li circondava venne una crisi epilettica.

    Una vivida fosforescenza s'addensó in una sorta di piattaforma sospesa nell'oscurità, lampi stroboscopici cominciarono a rischiarare la Galleria delle Ombre ad un'intermittenza frenetica che faceva apparire ogni movimento rallentato, e -infine- la base di una melodia martellante, tonante, e a dir poco anti-climatica cominciò a risuonare attorno agli Arcani in riunione.

    Tunz - Tunz - Tunz - Para - Para - Tunz

    In uno di quei momenti paradossali che la mente fatica a metabolizzare anche con la consapevolezza che si tratta di un sogno, quattro coni di luce colorata conversero sulla piattaforma, e quando la nera fibra della realtà onirica si stracciò in quel punto, il costrutto si espanse a formare una passerella dai colori cangianti ed iridescenti... e da lì, la Stella fece il suo ingresso ad effetto.

    La giovane ed adorabile fanciulla dai lunghi capelli rosa -vestita per l'occasione di un flamboyante completo dorato, corredato da un boa di piume nere e da una cuffia con auricolari e microfono- avanzò verso il tavolo delle riunioni con il passo agguerrito di una
    glamazon in passerella... e, dietro di lei, i quattro aitanti marcantoni del suo corpo di ballo la seguirono: vari prototipi di bellezza maschile, ma tutti abbigliati allo stesso modo -cioè poco-, con brache di pelle nera super-attillate ed una serie di cinghie dello stesso materiale a formare un disegno geometrico sui pettorali scolpiti ed in bella mostra.

    Quando i nuovi arrivati arrivarono in fondo alla
    runway -praticamente a ridosso della tavola rotonda- la Idol prese la parola, accennando un passo di danza e rivolgendosi al suo pubblico mentre il quartetto di giovanotti si disponeva attorno a lei ed eseguiva una breve coreografia danzante, dal ritmo incalzante; l'unico a sembrar gradire quella deriva trash -e a non esserne invece rimasto interdetto o seccato- fu l'Appeso, che non ci pensò su due volte prima di mettersi in piedi sulla sua sedia e cominciare a saltellare sul posto un balletto che ricalcava la coreografia dei quattro valletti.

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    « Buonasera, belli! Sono forse in ritardo? »
    esordì, portandosi una mano alla guancia con finta preoccupazione
    « Scusate se ci ho messo tanto a raggiungervi, ma sono in tournée
    e i paparazzi non ne volevano proprio sapere di lasciarmi tranquilla. »


    Con un'ultima piroetta, i ballerini si tuffarono giù dal palco improvvisato, si allinearono in quella che sembrava una fila indiana, ed assunsero ciascuno una diversa posa plastica, sistemandosi in prospettiva vitruviana a diverse altezze e... finendo per formare una scala umana, di cui la Performer scese i gradini con nonchalance, fino a toccare terra davanti al suo scranno, prendendovi posto con grazia, aiutata dai boys, accavallando signorilmente le gambe, inforcando un paio di occhiali da sole -dalle lenti rosa a forma di stella-, e gettandosi i capelli dietro le spalle in un gesto da diva.

    Infine, la fanciulla batté le mani due volte, zittendo la musica, cancellando la passerella, e congedando la scorta, facendo sparire all'istante tutto il chiassoso carrozzone che s'era portata dietro.


    « Ma ora sono qui: tutta per voi. ♥ »

    ~ T ~ h ~ u ~ m ~ p ~

    Un tonfo ovattato ma vicinissimo strappò alla Stella le attenzioni che aveva così d'impegno ricercato giungendo elegantemente in ritardo e con tutte quelle fanfare: e mentre la giovane dai capelli rosa sbarrava gli occhi risentita e gonfiava un poco le guance imbronciate, la Giustizia si erse -in tutta la sua moderata altezza- al centro del tavolo dove era atterrata; intorno a lei -a chiaro indizio del suo retaggio angelico- poche candide piume fluttuavano ancora in caduta.

    « Vi chiedo perdono per il ritardo e i per i miei modi,
    ma non ho molto tempo. »


    Asserita quella breve premessa con voce delicata, l'esile fanciulla dai corti capelli scuri si guardò intorno per passare in rassegna i presenti con un'imperscrutabile occhiata delle iridi rosse, e una volta individuato il proprio emblema si diresse al suo posto.

    « Ora che la Pandorica è stata riaperta, il mio Signore ha fatto ritorno. E il suo Nemico con lui. Questo significa che presto si affronteranno, e che Endlos farà le spese della loro guerra. »
    proclamò, andando dritta al punto e sfrondando i dettagli per mancanza di tempo
    « Al momento sono ancora deboli e privi di forma, ma mentre parliamo la corsa agli armamenti è già iniziata. Dobbiamo... »

    Stringendo i denti di riflesso -di modo che non un lamento le uscisse di bocca- l'Angelo fu costretta a tacere, scossa da uno spasmo che scosse la sua immagine, facendola tremolare fino a perdere nitidezza e consistenza, rendendola per qualche istante traslucida come un fantasma; qualcosa nella realtà che l'attorniava stava operando una qualche interferenza, cercando di strapparla al sonno, ma scrollando il capo in un cenno di rifiuto, il Messaggero Divino si ancorò testardamente alla fibra di quel sogno.

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    « Dobbiamo provare a contenerli. »

     
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    Impeto e tempesta

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    "Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme.
    Insieme valgono di più".


    (Massimo Gramellini)


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    Galleria delle Ombre.
    Regno dei Sogni.

    « Non serve pregarci per il nostro aiuto, Drusilia... » la rassicurò il Sole, sempre gentile e disposto ad aiutare il prossimo « Abel sta a cuore anche a noi, e faremo certamente quanto possiamo per aiutarlo a risolvere i problemi che ha nel suo mondo. »
    « Sì, ma non dobbiamo aspettarci che cambi idea. »
    sentenziò la Temperanza, facendo trasalire la Dama del Vento, che non aveva mai considerato quell'aspetto della faccenda « Non è detto che una volta appianate le situazioni che lo tormentano, il Mastino decida di unirsi alle "attività di Famiglia". »
    Drusilia -durante quelle riflessioni- la guardò con occhi confusi.
    Dal momento in cui aveva pensato di correre in soccorso della Torre, non aveva mai pensato all'idea che Abel dovesse poi ricambiarli in qualche modo. Forse era l'abitudine o la deformazione professionale ad averla resa così disinteressata agli atti di gratitudine o agli scambi di favori -nella sua esperienza personale, molto rari- o magari era tutto dovuto al suo legame "affettivo", oltre che onirico, nei confronti del Mastino.
    Sta di fatto che -non si fosse trattato di un Arcano- per lei non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Si sarebbe comunque precipitata da lui, ed avrebbe comunque chiesto aiuto a tutti loro nello stesso modo.
    « Non so cosa lo tenga ancora tanto legato a Mirach, ma mi pare chiaro che finché non sarà disposto a lasciarselo alle spalle, non possiamo obbligarlo. Mi spiace se suona antipatico, ma dobbiamo tenerlo in conto. Tutto qui. »

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    -In realtà... è esattamente per questo motivo che ho iniziato con delle scuse- rispose prontamente la Dama del Vento, abbassando il capo -La priorità che intendo dare ad Abel è personale e soggettiva... e non centra nulla con gli affari della Corte.
    Si dispiacque per quella puntualizzazione, ma non si sentiva di mentire.
    -Abel è stato fondamentale nella mia vita, lo è stato prima del mio Risveglio e lo è anche adesso. Lo avrei considerato una mia priorità anche senza il suo emblema.

    Nonostante si sentisse mortificata, non sarebbe fuggita da un ulteriore confronto -qualora ve ne fosse stato uno-, ben consapevole di essere parzialmente in torto con quell'atteggiamento e di aver chiesto loro un favore, più che esprimere una strategia. Ancor peggio, si era permessa di avanzare quelle richieste in tempi di guerra e fin troppo carichi di faccende da sbrigare.

    « Luci! »
    Peccato (o per fortuna), furono tutti interrotti da un arrivo a dir poco surreale, che spense sul nascere ogni discorso o intenzione. Non fu ben chiaro il cosa stesse accadendo o il perché, ma -trattandosi di una realtà onirica- le reazioni furono perfino più tranquille e posate di quanto ci si sarebbe aspettato in altri contesti.
    « Buonasera, belli! Sono forse in ritardo? »
    La Stella li raggiunse -come al solito, in ritardo- e Drusilia si limitò a fissarla con aria interdetta. Quarion non parve invece farci troppo caso, piuttosto prese ad osservare con estremo interesse la punta delle proprie unghie, così da controllare che la sua estetista avesse fatto un buon lavoro.
    « Scusate se ci ho messo tanto a raggiungervi, ma sono in tournée e i paparazzi non ne volevano proprio sapere di lasciarmi tranquilla. Ma ora sono qui: tutta per voi. ♥ »

    ~ T ~ h ~ u ~ m ~ p ~

    Atterrando sul tavolo assieme a candide piume bianche -che suggerivano il suo retaggio angelico- la Giustizia rubò letteralmente la scena alla Stella, catalizzando ogni singolo sguardo su di lei.

    « Vi chiedo perdono per il ritardo e i per i miei modi, ma non ho molto tempo. »
    Quarion sollevò lo sguardo aureo dalle proprie unghie e Drusilia -che già aveva avuto modo di parlarle, anche se attraverso Cesare- s'interessò non poco a quella stranezza.
    « Ora che la Pandorica è stata riaperta, il mio Signore ha fatto ritorno. E il suo Nemico con lui. Questo significa che presto si affronteranno, e che Endlos farà le spese della loro guerra. Al momento sono ancora deboli e privi di forma, ma mentre parliamo la corsa agli armamenti è già iniziata. Dobbiamo... »
    La sua immagine vacillò, segno che qualcosa la stava richiamando nel mondo reale.
    « Dobbiamo provare a contenerli. »

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    Consapevoli del problema a cui Jophiel stesse alludendo -soprattutto coloro che avevano avuto esperienza con il Circus Diabolique, ottenendo pure informazioni interessanti dai Saggi di Palanthas, scesi in battaglia con loro- alcuni dei presenti s'irrigidirono, soprattutto Quarion; nonostante mancassero in quel discorso informazioni precise, non gli era stato infatti difficile fare "due più due" ed intuire cosa contenesse la Pandorica.
    Storse le labbra, pentendosi quasi della propria cultura religiosa.
    Lanciò uno sguardo verso Drusilia, anche lei molto tesa, ma forse non pienamente consapevole di coloro a cui la Giustizia alludeva. Dopotutto... avevano ricevuto un'educazione diversa, da bambini.

    -Penso nessuno di noi abbia riserve su questo...- commentò, rabbuiandosi ed incrociando le braccia -...ammesso che sia possibile.
    Non lo disse con codardia o scarsa motivazione, ma con la consapevolezza che -quella più di tutte- fosse la proposta con minori possibilità di riuscita. Se aveva intuito bene, erano tutti seriamente in pericolo. Qualcosa di ineluttabile e pericolosissimo... forse perfino collegato all'Apocalisse futura, annunciata da Arthur.

    -Chi sono esattamente il tuo Signore ed il Nemico?- domandò Drusilia, per capire chi fossero gli elementi di disturbo, interrotta poi da Quarion -Hai dei suggerimenti per gestire questa faccenda? Perché da queste parti sappiamo troppo poco, e forse anche male... e credo tu sia l'unica con qualche informazione in più.
    Lo disse con aria seccata, ma non nei confronti della Giustizia.
    Era ancora irritato del fatto che i Galanodel fossero considerati "anomalie" dai cronomanti... e se non erano stati resi partecipi della faccenda accennata da Jophiel -che con loro condivideva parzialmente la propria natura-, avevano appena ricevuto un'ulteriore e fastidiosa conferma di quel pensiero comune.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Tra i Cieli e negli Abissi, il potere degli Dei è perduto,
    ma per uno scherzo del Destino, danzeremo sulla Fine del Mondo...


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    -In realtà... è esattamente per questo motivo che ho iniziato con delle scuse.
    La priorità che intendo dare ad Abel è personale e soggettiva... e non centra nulla con gli affari della Corte.-

    esordì la Dama del Vento dopo un primo istante di sincero smarrimento
    -Abel è stato fondamentale nella mia vita, lo è stato prima del mio Risveglio e lo è anche adesso. Lo avrei considerato una mia priorità anche senza il suo emblema.

    jpgDavanti alla reazione della parte più emotiva dell'Amore e a quella risposta in fondo perfettamente allineata alla sua essenza, la Temperanza si limitò a distogliere lo sguardo azzurro ghiaccio e ad alzare le mani, tornando ad appoggiarsi allo schienale del proprio seggio senza nascondere una smorfia perplessa.

    Non era che non comprendesse il sentimentale discorso di Drusilia, ma l'albina si chiedeva come la Sorella potesse altrimenti sperare di monitorare la situazione, mantenere i contatti, e vigilare sulla sicurezza della Torre a livello pratico senza aver prima trovato un modo per ricondurlo alla Corte: con di mezzo gli impegni delle loro vite a cui badare, i pericoli di nemici in agguato nel buio, e la distanza di interi mondi a dividerli, a lei non venivano in mente molti altri modi altrettanto efficaci.

    In ogni caso, complice il chiassoso arrivo della Stella -ma non certamente a causa sua-, lo scambio si concluse lì: l'Angelo non avrebbe potuto aggiungere altro a quelle sue granitiche argomentazioni, e l'Assassina non necessitava di condividere i propri dubbi con il resto della classe; dopotutto, come aveva precedentemente cercato di esporre, anche accettare di farsi aiutare dalla sua Famiglia era una scelta che nessuno di loro avrebbe potuto prendere al posto del Mastino.


    L'entrata della Giustizia, invece, fu tutta un'altra storia. E sebbene il suo ingresso catalizzò l'attenzione di tutti i presenti, il messaggio che ella portava con sé destò in particolar modo le preoccupazioni di coloro che avevano già udito una volta quel nome, "Pandorica", e che tristemente sapevano a quale Gabbia si riferissero le sue parole.

    -Penso nessuno di noi abbia riserve su questo... ammesso che sia possibile.-
    commentò Quarion, arricciando le labbra ben disegnate in una smorfia visibilmente contrariata

    -Chi sono esattamente il tuo Signore ed il Nemico?-
    si informò invece Drusilia, decisa a sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione

    -Hai dei suggerimenti per gestire questa faccenda?
    subentrò seccamente l'altro Gemello,
    -Perché da queste parti sappiamo troppo poco, e forse anche male...
    ...e credo tu sia l'unica con qualche informazione in più.


    Cogliendo il fastidio dell'Ambasciatore, l'Angelo dagli occhi cremisi appuntò lo sguardo su di lui, ma non l'ombra di un'emozione trapelò dalla sua espressione marziale -e sempre un po' malinconica- quando dette in un mezzo sospiro, mentre i pensieri già correvano alla ricerca delle parole più adatte a conciliare il bisogno di comunicare con l'urgenza di fare ritorno dove era attesa -pretesa- la sua presenza.

    « Il Principe degli Eserciti Angelici e il Re delle Schiere dei Caduti:
    sono loro il Signore che servo e il Nemico che sono chiamata a combattere. »

    spigò l'Angelo, sfrondando dettagli superflui per asciugare la questione all'osso
    « Nel Libro del Destino, i dettami che il Dio-Creatore ha lasciato prima di svanire, è scritto che il loro scontro finale segnerà la fine dell'umanità, e... non è su Endlos che sarebbe dovuto cominciare, ma dal momento che si trovano bloccati là, là combatteranno. »

    Intanto, a sottolineare la sua mancanza di tempo -per metterle ancora più fretta-, la sua immagine di fanciulla tremolò di nuovo -stavolta in maniera più vistosa di prima-, ed in concomitanza a quel fenomeno, un lontano boato echeggiò nella Galleria delle Ombre in una sorta di contraccolpo. Come se qualcosa di grosso si fosse abbattuto contro la porta di casa.

    « Al momento, sto cercando di evitare azioni inconsulte da parte dei miei, ma non ho modo di sapere cosa sta architettando il Re Malefico nel frattempo. Tutto ciò che possiamo ipotizzare è che stia rimettendosi in forze dopo il periodo di prigionia nella Pandorica. »

    Dardeggiando gli occhi rossi in giro, la Giustizia rivolse uno sguardo ai Fratelli attorno a quel tavolo, che sapeva essere di stanza sul Semipiano al centro del Maelstorm: il Mago, la Papessa, l'Amore, l'Eremita, l'Appeso, il Sole...

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    « Mi rendo conto che -in un mondo come Endlos- una simile richiesta valga come trovare un ago in un pagliaio, ma sarà opportuno tenere d'occhio sparizioni di persona, strani incidenti, o crimini efferati... soprattutto se coinvolgono vittime dotate di grande forza spirituale: potrebbero essere state usate come sacrifici per la rinascita del Re Malefico. »

    Una nuova violenta interferenza scosse con la forma onirica dell'Angelo, e un secondo rimbombo risuonò alle orecchie degli astanti, indizio che le due cose fossero collegate; tuttavia, serrando le labbra con ostinazione, la fanciulla dagli occhi cremisi si aggrappò a quella realtà ancora per un ultimo istante.

    « Mi piacerebbe spiegarvi i dettagli con più calma... ma temo di dover rimandare. »
    asserì con voce delicata, imbottigliando ogni altra emozione
    « Quando la Luna Blu sorgerà su Endlos, cercate i segni nello Stato delle Cento Torri:
    farò in modo di guidarvi fino a me... Allora parleremo. »


    Poi, la sua immagine ricominciò a farsi traslucida fino a sublimare nell'etere,
    e la breve visita della Giustizia si concluse.


    Hints to the Future
    [Armageddon]
    • A Dark Seed Growing: Stando alle informazioni riportare dall'Angelo Jophiel, l'apertura della Pandorica ha liberato il Re degli Angeli Caduti dalla sua prigionia; al momento, egli è ancora debole, ma è facile immaginare che stia impiegando questo periodo di relativa quiete per recuperare le forze... sicuramente, a scapito di vite umane.
      Sarà il caso di prestare più attenzione del solito a sparizioni di persona, strani incidenti, o crimini efferati... soprattutto se coinvolgono vittime dotate di grande forza spirituale.

    • Il Mese della Luna Blu: Il suo ruolo nella Gerarchia Celeste permette a Jophiel di tenere sott'occhio i movimenti di quella fazione, ma c'è differenza tra essere informati sui fatti e riuscire a tenere sotto controllo la situazione; cercando di giocare d'anticipo sugli eventi, l'Angelo crea perciò un'occasione di confronto e scambio di informazioni nel Pentauron, nel mese endlossiano di Sirio.
     
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