L'orecchino di giada

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    "Dimenticanza è sciagura,
    Memoria è riscatto".


    (Anneliese Knoop-Graf)


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    Scogliere meridionali, Nishikaigan.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    In un momento di alleanze e trasformazioni come quello in cui il Nishikaigan -ed Ego inquanto individuo- si erano trovati, non era risultato affatto semplice ritagliare molto tempo per la meditazione.
    Spinto quindi da quel bisogno -per lui- quasi primario, forse stanco dall'assenza prolungata di segni divini -gli stessi che, con l'incontro di Nobunaga, lo avevano convinto ad abbracciare la sua causa-, a poco più di un anno dalla loro vittoria a Sequerus, Ego riuscì a districarsi dai numerosi impegni, ritagliandosi del tempo per un periodo di meditazione e preghiera.

    Gli fu consigliato di andare verso Sud; non molto distante a quello che era il confine con un altro feudo gli sarebbe stato infatti possibile godere del panorama di alte scogliere dalle punte aguzze. Nel corso dei secoli, proprio in quell'area, erano state costruite nella roccia -per mano di samurai e ronin- piccole grotte grandi quanto delle camere. Servivano come letto di fortuna a chi sceglieva quei luoghi impervi e molto aridi per allenarsi, decisamente perfette per un monaco in cerca di solitudine.

    Così fu, ed Ego accettò l'idea di un lungo pellegrinaggio verso climi più miti, incamminandosi in un territorio abbandonato da decenni.
    Al suo arrivo -ahimè- trovò tuttavia numerose grotte ricoperte dal fango, segno che lo Tsunami aveva generato onde anomale anche in quella zona, senza però raggiungere l'entroterra, ragion per cui dovette accontentarsi di un'insenatura larga appena quanto il suo corpo e ben coperta dalla pioggia grazie ad un grosso masso sporgente. Si trattava di una delle poche rimaste sgombre, forse già pulita dallo scorrere delle acque più limpide nei mesi successivi al disastro.

    Trascorse un giorno in silenzio, riflettendo sulle cose terrene e su quelle divine, e la solitudine ed il dubbio regnarono sovrani, accompagnandolo nella preghiera. Così fu anche per il secondo ed il terzo giorno, ed i morsi della fame dovuti al digiuno ed il vuoto generato da quel silenzio quasi innaturale furono presto distrazione e motivo di dubbio.
    Che non fosse quello il volere degli dei?
    Che avesse sbagliato ad interpretare il loro messaggio, seguendo Nobunaga nel suo progetto di unificazione?


    Quando -alla fine del terzo giorno- il sole si accasciò sull'orizzonte, sfiorando la superficie delle acque e colorandola di oro e rosso, un'onda più vigorosa delle altre quasi raggiunse l'eremita, fermandosi a pochi centimetri dalle sue ginocchia. Qualcosa brillò, riflettendo la luce del sole morente: abbassando lo sguardo, il Servo degli Dei avrebbe trovato con sorpresa uno splendido orecchino.
    Nonostante la salsedine, non sarebbe stato difficile notare quanto fosse prezioso: dalla struttura d'oro lavorato, ostentava l'evidente bellezza di una grande pietra di giada.

    Rigirandolo fra le dita nel tentativo di ripulirlo, avrebbe scoperto un nuovo dettaglio: sul retro, inciso nell'oro, vi era un simbolo ormai in disuso della lingua dell'Occidente endlossiano... ma che era sicuro di aver già visto. Trascorsero dei minuti, prima che Ego ricordasse; si trattava infatti di un simbolo già quasi cancellato al suo naufragio, riprodotto soltanto in alcune pergamene antiche o documenti storici... memorie di un passato che non sarebbe più tornato.

    "Aranwe".

    QM

    Benvenuto a questa scena masterata!
    Il tuo pg va in pellegrinaggio, perché sono ormai mesi in cui non gli sembra di ricevere segni divini e ritiene di aver bisogno di solitudine. Gli impegni politici ed il tentativo di sollevare il Nishikaigan dalla crisi promosso da Nobunaga ha infatti assorbito le forze, la concentrazione e gli sforzi di tutta la comitiva, Ego compreso.

    Ritagliatosi del tempo per se', decide di andare in qualche luogo isolato, e Nobunaga stesso gli consiglia una scogliera dove erano soliti andare ad allenarsi i grandi eroi del passato, o i samurai in cerca di migliorare le proprie tecniche di spadaccini.
    Perché si, tirare fendenti a vuoto su una scogliera, circondati dalle onde di un mare tempestoso è un must e una tradizione orientale che non va abbandonato! XD

    Scherzi a parte, la zona pare essere stata colpita da qualche onda anomala, ragion per cui Ego trova rifugio in un'insenatura naturale ripulita dalle acque solo successivamente, dato che le caverne "artificiali" son completamente sepolte nel fango e nei detriti. Qui resta in preghiera per tre giorni, finché non si trova un orecchino, portato a lui da un'onda.

    Si tratta di un oggetto molto rovinato, ragion per cui si potrebbe pensare che sia stato perso molto prima dello tsunami.
    Dietro, inciso nell'oro, ci sta il simbolo di appartenenza alla famiglia degli Aranwe. A prima vista pare autentico.

    Decidi che fare: il tuo pg può prendere qualunque iniziativa desidera, dal compiere azioni al viaggiare in un'altra location. Come QM mi limiterò a seguirlo nel suo percorso.

     
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    Ego può dire con certezza di aver vissuto una vita straordinaria. Una vita ordinaria, inizialmente, culminata nella conoscenza con il Capo dei Capi. Invero cerca di ricordarsi di quell'incontro, del lungo colloquio che hanno avuto, eppure gli sfugge. Ricorda alcune sensazioni, alcuni odori, ma è tutto confuso. Come se avesse mangiato un piatto troppo speziato per poter chiaramente distinguere tutti gli ingredienti, ma ricorda bene il sapore che gli è rimasto sulla lingua. Piacevole.
    Le sue avventure su questo semipiano sono frutto di questo sapore. Sin dal suo primo incontro ha letto, rivissuto e riassaporato quel sapore così speciale. Si è lasciato guidare dalla sua pancia. Passo dopo passo ha conosciuto persone straordinarie, ed anche parecchio strane. In ognuno di loro ha ritrovato un briciolo di divinità, ha sempre saputo che ogni sua scelta era quella corretta.
    Tutto ha fatto parte e farà parte del medesimo piano divino, incarnato nella sua persona come occhi e volere del Capo.
    Ne era certo.
    Almeno lo è stato sino ad un certo punto. Dovrà prima o poi cominciare la missione con quella strana donna drago, interfacciarsi con i segni della riscrittura e di quell'enorme città. Prima o poi dorvrà farlo e dovrà comportarsi con la stessa fermezza e sicurezza che ha dimostrato. Eppure non coglie più il disegno del destino intessuto nella sua trama. Non sente la voce del Divino che gli sussurra con la medesima certezza. Non coglie il disegno dei Kami intrecciato nelle sue scelte.
    Si sente perso.
    Per fortuna Nobunaga, navigato e segnato dagli anni di turbamenti, ha sempre un buon consiglio per la sua mente confusa.
    Ha sbrigato le ultime faccende, ha cercato un sostituto per le sue occupazioni giornaliere e quindi è partito verso la volta della costa.
    Proprio come il samurai aveva predetto non è stato difficile trovare i loculi scavati nella roccia. Più complesso è stato trovarne uno ancora abitabile ed utile alla sopravvivenza.
    Con sè ha portato l'essenziale: una borraccia, un piccolo acciarino, il suo bastone ed un grosso rosario. Un saio sformato di tela beige è l'unico indumento che indossa, oltre le ciabatte di paglia piuttosto logore.
    Ha trascorso la prima giornata, da quanto è arrivato, a procacciarsi i mezzi per sopravvivere alla sua meditazione. Il digiuno è sacro, ma va intervallato con parsimonia. Ha pescato qualche pesce che ha messo sottosale, trovato un piccolo riuscello poco lotano per l'acqua dolce, qualche sterpaglia portata dal mare è il nutrimento del suo fuoco.
    La meditazione ha rinforzato il suo spirito, aperto le sue orecchie, anche se alcun consiglio è giuto dalla divinità in suo favore.
    Solo silenzio, spezzato dalla spuma del mare.
    Dormire nel loculo è scomodo, ma è stato provato da disagi ben peggiori.
    Dove sei?
    Pone le sue domande al vento senza ottenere alcuna risposta, mentre intrecciato nella posizione del loto su di una scogliera lascia che la risacca delle onde si infranga e spumeggi sul suo viso.
    Il silenzio lo culla nella sua lunga riflessione, equilibra i suoi chakra e gli stampa un sorriso tonto sul viso.
    Perchè mi hai abbandonato?
    La domanda è sincera, ma sa bene che domandare è lecito, ma rispondere è cortesia. Ed il Capo di tutto non deve necessariamente essere cortese o gentile; sono concetti sin troppo umani per Egli.
    Perso nella riflessione e nei ricordi il Teologo si lascia trasportare da ogni possibile dettaglio che la Natura gli offre. Lo sbrilluccichio nella spuma è un faro nelle tenebre e lo costringe a rapidi movimenti per scavalcare la scogliere e recuperare il piccolo orpello.
    Che sia il segnale tanto desiderato?
    Rigira più e più volte il piccolo orecchino tra le mani, lo lucida appena utilizzando il saio incrostato di sale e salsedine. Sembra un monile pregiato, come il cognome inciso nel metallo.
    Ripete tra le labbra quel cognome più e più volte, come se stesse recitando un rosario. Impiega non poco tempo a collegarlo ai proprio ricordi. Nobunaga gli aveva parlato di una tale Mio, Alfiere dell'Ovest, bambina prodigio dall'intelligenza ed acume rare. Se ben ricorda faceva parte di una delle grandi famiglie.
    Saranno ancora vivi discendenti della famiglia?
    Domanda alla giada rigirandola tra le mani. Immagina e rivive quanto quel piccolo gioiello possa aver visto nella sua vita. Grandi avventure. Grandi incontri. Lo tsunami ed ora le sue mani.
    Perchè?
    Il filo del destino si snoda intorna tutti gli eventi, tutto ha un senso, si deve solo avere la sensibilità di coglierlo. Ed è questa che il Teologo ha perso.





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    Saranno ancora vivi discendenti della famiglia?
    Alle domande -come sempre- non vi fu alcuna risposta, solo il rumore delle onde che s'infrangevano sulla scogliera, ed il vento che fischiava fra le pietre spaccate.

    Rigirandosi fra le mani il prezioso monile, il religioso si concentrò sulle apparenze, ed avrebbe subito notato altri dettagli, fra cui alcuni non del tutto legati all'arte ed alla bellezza femminile: le pietre colorate del pendente lo rendevano fin troppo simile ad un oggetto cerimoniale, e se non era chiara la divinità a cui quella sequenza di colori fosse legata, di certo lo sarebbe stato il contesto per cui era stato indossato. Non si trattava del monile di un sacerdote, ma di un "ospite d'onore" ai rituali canonici. Peccato che la figura di "ospite" potesse spaziare dalle autorità presenzianti ai sacrifici umani.

    Ego rigirò nuovamente il monile fra le dita.
    Chiudendo gli occhi ed abbandonando le apparenze, avrebbe percepito un'enorme tristezza.
    Il presagio che nessuno sarebbe mai tornato a reclamarlo.
    Poi... silenzio.

    Si dice che gli dei parlino una lingua difficile da comprendere, un continuo sforzo d'interpretazione dei loro segnali. Ma se un dio onnisciente mandava ad un uomo in preghiera un messaggio impossibile da tradurre con le proprie abilità, quale poteva essere era la ragione del gesto?
    Perché un dio aveva scelto lui, Ego, e non qualcuno capace di decifrare quel messaggio?

    E se non era lui il destinatario, ma un messaggero?

    QM

    Utilizzando attenzione e conoscenze religiose, ottieni questi dettagli: si tratta di un monile legato alle funzioni religiose, ma è difficile comprendere la divinità a cui è legato, sia perché ve ne son tante di molto simili, sia perché la salsedine ed il tempo hanno parzialmente cancellato i colori di alcune pietre distintive.
    Avverte inoltre il presagio che non esistano Aranwe in vita.

    Decidi che fare: il tuo pg può prendere qualunque iniziativa desidera, dal compiere azioni al viaggiare in un'altra location. Come QM mi limiterò a seguirlo nel suo percorso.

     
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    Nei giorni a seguire, l'orecchino di giada è divenuto la principale occupazione del Teologo.
    Certo, si è dedicato con cura a svolgere le sue meditazioni, ha pescato qualche pesce per avere un minimo di cibo per non lasciare il corpo troppo fiaccato, si è dedicato a tenere acceso il fuoco...ma poi puntualmente la sua attenione si rivolgeva costantemente a quel piccolo monile.
    Non ha ricevuto alcun segnale dal divino, nulla.
    Eppure quell'orecchino, tra tanti, è giunto tra le sue mani.
    E' come il suo arrivo, i demoni avrebbero potuto attaccare chiunque, Nobunaga avrebbe potuto percorrere una qualsiasi strada, ed invece i loro destini si son incrociati, intrecciati ed in questo vi è il grande disegno divino.
    Quell'orecchino, deve essere un segnale. In realtà lo spera ardentemente, perchè l'alternativa è che la divinità lo ha definitivamente abbandonato.
    Osservando meglio la giada, di giorno, di notte, con la luce del fuoco, ha compreso che si tratta di qualcosa di rituale. Ben lungi da indossarlo in prima persona, lo ha lucidato sino a renderlo splendente, nei limiti del possibile. La tristezza che percepisce maneggiandolo gli ha suggerito poi, che degli Arawne, siano rimaste ben poche tracce.
    La distruzione di questo Presidio lo ha smosso a recitare lunghe preghiere ed odi.
    Durante queste, però, si è reso conto di avere ancora qualche arma a sua disposizione, armi che la divinità stessa gli ha fornito. Ripassando mentalmente le odi sacre a sua disposizione ne ha trovata una adatta alla situazione.
    Trattandosi di un monile rituale, verosimilmente dovrebbe essere infuso di una qualsiasi forma di magia o simili, se così fosse il buon Nabu dovrebbe essere capace di risolvere il mistero.
    Intrecciato nella posizione del loto su di una scogliera, sotto il sole di mezzogiorno, con il monile davanti a sè il Teologo si appresta a smuovere le divinità per avere una piccola mano.
    Nabu, divinità della saggezza e della conoscenza, chiedo il tuo aiuto illuminato per districare questo dilemma.
    Giungi con il tuo drago e la tua serpe e verga con il calamaio la risposta alla mia domanda.

    Allunga le mani verso il cielo mentre con l'adeguata concentrazione cerca di invocare la divinità barbuta mesopotamica per ottenere una risposta.
    Dispiega i palmi verso il monile ed aggiunge.
    Cosa sai dirmi di questo orecchino di giada?
    La domanda è semplice e spera invero anche di ottenere una qualsiasi risposta. Qualcosa a cui aggrapparsi per poter meglio comprendere questo indecifrabile messaggio.


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    Ode n° 40, Nabu
    Nella mitologia mesopotamica Nabu è il rappresentante della conoscenza e della scrittura. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che gli permette di analizzare uno specifico oggetto, persona o luogo. Nello specifico il Teologo potrà meglio comprendere il potenziale magico del bersaglio o comprendere se vi sia qualche incantesimo o maledizione presente. [Tecnica Auspex Magica; Consumo Basso]

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    Nabu, divinità della saggezza e della conoscenza, chiedo il tuo aiuto illuminato per districare questo dilemma. Giungi con il tuo drago e la tua serpe e verga con il calamaio la risposta alla mia domanda.
    Allungando le mani verso il cielo, rimanendo con le gambe nella posizione del loto, Ego cercò di invocare una divinità in cerca di una risposta.
    Dispiegò i palmi verso il monile.
    Cosa sai dirmi di questo orecchino di giada?

    La risposta fu... strana.
    Nessuna benedizione, nessuna maledizione.

    Sull'oggetto vi erano comunque ben due tracce "magiche" insolite.
    La prima, molto recente, era calda e rassicurante: brillante e rinvigorente come la benedizione del sole, apparteneva ad un potere antico, potente e neutrale, quasi certamente legato ad un dio. I dettagli sarebbero rimasti tuttavia impossibili da dedurre in quel modo: l'identità di chi l'aveva lasciata era un mistero, esattamente come lo era il motivo per cui aveva toccato l'oggetto.
    La seconda traccia era invece diametralmente opposta. Nonostante fosse antica di qualche anno, aveva comunque lasciato sull'oggetto del miasma opprimente e malevolo. Apparteneva ad una magia di costrizione, probabilmente utilizzata per tener fermo il proprietario del gioiello.

    Cosa voleva dire tutto ciò?

    QM

    Ottieni queste info aggiuntive, utilizzando la tecnica delle impronte magiche.
    In sostanza, l'oggetto riporta due tracce "magiche".
    La più antica è brutta e cattiva, e riguarda probabilmente qualche incantesimo di costrizione. La più vicina (temporalmente parlando) è di tipo neutrale (non è magia bianca o nera), ma dà sensazioni positive. Non si capisce però da dove proviene o a cosa serve.
    Si tratta comunque di "tracce", quindi impronte di qualcosa già avvenuto. Non ci sono incantesimi attivi sull'orecchino.

    Puoi ragionare, dedurre, prendere decisioni. Conta che non è detto che il pg deduca tutto subito, in questa giocata. Rientra nelle possibilità di Ego anche chiedere aiuti o consigli "esterni" di pg e png.

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    Il potente Nabu, come sempre, gli ha riversato una serie di informazioni importanti. L'inchiostro magico dipinge l'aria e gli spiega quanto è accaduto al piccolo orecchino nel corso della sua vita, magicamente parlando. Da quel che sa il Teologo la piccola Alfiera è sempre stata piuttosto solitaria, una meteora estinta in pochi anni. Molti han temuto che sia stata assassinata, manipolata in vario modo. Il senso del primo incanto, così oscuro e paralizzante, potrebbe riguardare proprio questi eventi, dare un senso alla storia passata del Presidio. La storia del secondo incantesimo, invece, è qualcosa di molto più "strano", temporalmente più vicino. Che si tratti dello strano figuro in bianco, salvatore dei demoni e probabile distruttore di isole.
    Eventi strani, che necessitano di spiegazioni più approfondite, che unicamente chi conosce bene le dinamiche del Presidio gli può dare. Il suo pensiero si mescola con la spuma. Ha conosciuto i saggi del Qidao e sembrano le persone giuste da interpellare, purtroppo però la situazione polita è delicata, tesa, e non può esporsi così tanto.
    Decide di rifletterci ancora una sera, l'ultima in quel luogo così solitario, prima di tornare sulle sue orme il giorno seguente.
    Colui che cerca è Nobunaga. Vuole raccontargli di aver trovato un barlume di fede, ma più che altro uno strano ed interessante oggetto.
    Si tratta sicuramente di un qualche oggetto rituale degli Aranwe, però ho trovato delle strane tracce. In passato è stato contaminato da qualche maledizioni paralizzante, o qualcosa del genere; in tempi più recenti, invece, è stato incantato nuovamente, ma non ne comprendo pienamente il significato.
    Spiega il quasi monaco al samurai mentre sorseggia una calda tazza di tè. Il samurai è taciturno come al solito e lascia spazio ad Ego di sfogare la sua voglia di raccontare tra una sorsata ed un'altra.
    Non penso ci siano superstiti della famiglia, ma sicuramente qualche vecchio saggio conoscerà qualcosa di come sono andati gli eventi, no?
    Comprendere il passato di questo semplice monile potrebbe permetterci di capire più chiaramente le radici del Presidio, sistemare meglio tutti i tasselli del complicato puzzle...e chissà, magari potrebbe anche permetterci di trovare nuovi alleati. Il secondo incantesimo è...grigio, ma percepisco qualcosa di positivo, forse qualcuno si è battuto per aiutare l'Alfiere in passato. Trovare nuovi alleati! Trovare radici comuni, non pensi che si intrecci perfettamente con il nostro progetto?

    Sfoga il silenzio di settimane di meditazione.
    Puoi aiutarmi nobile amico in questa piccola missione di fede?
    Avevo idea di dirigermi anche dai saggi del Qidao, ma non so se interpellarli per simili ragioni possa essere una scelta politicamente saggia. Stiamo cercando di portarli dalla nostra parte, dobbiamo mostrarci sicuri e certi, non in cerca di aiuto.
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    Shiju, Capitale del Nishikaigan.
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    Si tratta sicuramente di un qualche oggetto rituale degli Aranwe, però ho trovato delle strane tracce. In passato è stato contaminato da qualche maledizioni paralizzante, o qualcosa del genere; in tempi più recenti, invece, è stato incantato nuovamente, ma non ne comprendo pienamente il significato.
    Mentre il monaco parlava, il Ronin taceva, meditabondo, rigirandosi il monile fra le mani.
    Non penso ci siano superstiti della famiglia, ma sicuramente qualche vecchio saggio conoscerà qualcosa di come sono andati gli eventi, no?
    Comprendere il passato di questo semplice monile potrebbe permetterci di capire più chiaramente le radici del Presidio, sistemare meglio tutti i tasselli del complicato puzzle...e chissà, magari potrebbe anche permetterci di trovare nuovi alleati. Il secondo incantesimo è...grigio, ma percepisco qualcosa di positivo, forse qualcuno si è battuto per aiutare l'Alfiere in passato. Trovare nuovi alleati! Trovare radici comuni, non pensi che si intrecci perfettamente con il nostro progetto?

    Ad esser sincero, Nobunaga davvero non sapeva cosa rispondere: negli ultimi tempi si era occupato principalmente di riunire vecchi soldati ed addestrare nuove leve, progetti ben lontani dalla ricerca di verità perdute o alleati dai grandi poteri spirituali. Per quelli -in effetti- si era totalmente affidato ad Ego, e vederlo così rinvigorito a seguito di quel ritiro spirituale non poteva che renderlo felice.
    Puoi aiutarmi nobile amico in questa piccola missione di fede?
    Avevo idea di dirigermi anche dai saggi del Qidao, ma non so se interpellarli per simili ragioni possa essere una scelta politicamente saggia. Stiamo cercando di portarli dalla nostra parte, dobbiamo mostrarci sicuri e certi, non in cerca di aiuto.
    Consigliami.

    OpB7bEk

    -Ego-san, ricorda che la Saggezza e tutti gli altri pregi sono come il Denaro.
    Rispose il Ronin con pazienza ed un certo distacco, come era solito fare anche con i suoi soldati.
    -Chi vanta di possederne in grandi quantità è certamente colui che ne ha di meno, ed è cosa risaputa.

    Sorseggiò lentamente il tè appena versato, per poi comunicare i suoi pensieri all'amico.

    -Non dobbiamo aver timore di mostrarci ignoranti; non è un vanto, ma una condizione naturale dei mortali, e chiedere un consiglio è un ottimo modo per stringere alleanze.

    Posò il tè sul tavolino di legno che li separava, avvicinando al religioso la preziosa reliquia recuperata dal mare.

    -Se ricordi le tre figure che hanno condotto il nostro incontro con i capivillaggio del Quidao, allora è bene che ti parli di una di loro- continuò, focalizzandosi su un aiuto più concreto della semplice filosofia politica -Pare sia conosciuta come Fu Hao, ed abbia acquisito prestigio grazie alle sue spiccate doti di Oracolo: ha salvato numerosi villaggi dalle incursioni demoniache, prevedendo ogni mossa del nemico con accuratezza e precisione.
    Attese qualche istante, così che Ego potesse assimilare ogni singola informazione concessa.
    -Se è talentuosa come si narra, allora potrebbe essere la scelta migliore per chiedere consiglio.
    Inoltre... ricorda che l'Alfiere era sia nostro che loro: è probabile si mostrino motivati quanto noi in questa tua ricerca.

    QM

    Ottieni info aggiuntive e ci avviciniamo alla chiusura di questa prima scena.
    Hai uno o due turni per porre altre domande al buon Nobunaga, nel caso Ego le abbia. In caso contrario, basta congedarti con lui o avvisarmi in privato delle intenzioni del tuo pg.

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    Casa Nobunaga


    Parlare con Nobunaga permette di esplorare uno spettro di emozioni, pensieri e vissuto estremamente vario e complesso.
    Da un lato è una persona estremamente taciturna, che difficilmente permette di essere completamente compresa. Si apre con difficoltà, quindi tende a centellinare le parole.
    Dall'altro lato è una persona estremamente saggia, ha vissuto sulla sua pelle decenni di vita densi di eventi, tragedie ed ogni sorta di disperazione e crudeltà. Questo ha forgiato il suo animo e la sua mente in un modo tutto particolare.
    Quindi quando si parla con il samurai si vive il binomio ossimorico e contraddittorio, di volerlo adorare per i buoni consigli e volerlo picchiare per la sua parmoniosità.
    Ego vive questa contraddizione in silenzio, un lungo silenzio pieno di sospiri e sorsate di tè.
    Come sei saggio, mio caro Compagno.
    Ringrazio i Kami di averti messo sulla mia strada il giorno del mio naufragio.

    C'è un velo di ironia nelle sue parole, ma nel complesso le sue parole sono veritiere. Apprezza molto il disegno divino per cui si trova in questa situazione della sua vita di Teologo.
    Hai ragione, non dobbiamo ostentare ricchezza e questa trama ordita dal fato potrebbe essere assai utile per consolidare la nostra reciproca alleanza.
    Annuisce sorseggiando un paio di sorsi di tè che ormai si sta cominciando a freddare. Smuove appena le ginocchia indolenzite dalla posizione continuata che sta sopportando ormai da tempo.
    Ascolta con attenzione il resto della descrizione riguardo l'anziana Fu Hao. Una veggente, probabilmente adepta di Thot o di qualche divinità lunare, immagina. Sarebbe interessante comprendere meglio le manifestazioni di quel potere e le connessioni con il divino. Resta in silenzio per assaimilare al meglio quelle poche parole che il samurai si degna di rivelare.
    Benissimo, non fai altro che rafforzare la mia idea allora.
    Scriverò oggi stesso una missiva ai saggi per chiedere loro un incontro quanto prima. Porterò con me il piccolo monile e spiegherò le mie intuizioni, se vorranno aiutarmi, forse scopriremo qualcosa riguardo le radici del Presidio e consolideremo le radici del grande albero che stiamo coltivando insieme.
    Grazie!

    Finisce di bere la sua tazza che poggia con un cenno del capo di ringraziamento. Recupera il monile e si accinge ad alzarsi pronto per andare via, sempre che il samurai non abbia ulteriori dettagli da rivelargli.

    Equipaggiamento: Bastone
    Mana: 105%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Illuminazione Divina: Aumento riserva dai Mana
    Laurea in Teologia: Conoscenza enciclopedica del “divino”

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    "Dimenticanza è sciagura,
    Memoria è riscatto".


    (Anneliese Knoop-Graf)


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    Shiju, Capitale del Nishikaigan.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Come sei saggio, mio caro Compagno.
    Ringrazio i Kami di averti messo sulla mia strada il giorno del mio naufragio.
    Hai ragione, non dobbiamo ostentare ricchezza e questa trama ordita dal fato potrebbe essere assai utile per consolidare la nostra reciproca alleanza.

    Qualunque fosse stata l'intenzione del buon Ego dietro alle sue parole, Nobunaga ne parve ignaro, intoccato o semplicemente disinteressato. Dai modi composti ed i movimenti precisi sorseggiava il suo tè in compagnia del religioso con la calma tipica di chi accusava una grande stanchezza ed era quindi intenzionato a godere ad ogni costo dei pochi momenti di pace di cui disponeva.
    Benissimo, non fai altro che rafforzare la mia idea allora.
    Scriverò oggi stesso una missiva ai saggi per chiedere loro un incontro quanto prima. Porterò con me il piccolo monile e spiegherò le mie intuizioni, se vorranno aiutarmi, forse scopriremo qualcosa riguardo le radici del Presidio e consolideremo le radici del grande albero che stiamo coltivando insieme.
    Grazie!


    Terminata di bere la sua tazza, Ego la posò sul tavolo -imitato quasi contemporaneamente dallo stesso Nobunaga- per poi rivolgere al padrone di casa un cenno di ringraziamento. Quando poi si accinse a recuperare il monile ed alzarsi, il Ronin non lo fermò, ma si limitò ad aggiungere un piccolo appunto. Una richiesta che sarebbe andata in realtà bene a tutti.

    -So che Sadwrn-san era alla ricerca della stessa persona di cui ti ho parlato: potreste organizzarvi per andare assieme, così da guardarvi le spalle a vicenda.

    Perché nel loro mondo di guerre e demoni non vi era più alcuna certezza... e viaggiare soli in terra straniera non sarebbe stato sicuro per nessuno. Era così dalla scomparsa di Mio Aranwe, e se i nemici erano cambiati nel corso delle stagioni, l'incertezza e la paura di non tornare a casa erano rimasti immutati.

    QM

    Scena masterata conclusa.

     
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