Gàiguān

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    "Esser profeta significa conoscere ben più che il futuro:
    il più profondo presente".


    (Ernst Jünger)


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    Gàiguān, dimora di Fu Hao.
    Presidio Occidentale, Endlos.

    Arroccato sulle alte montagne del Qidao settentrionale, sorgeva un antico castello. Nonostante il trascorrere inesorabile dei secoli e l'estinzione della famiglia che lo aveva popolato per diverse generazioni, era rimasto in ottime condizioni, al punto da essere scelto come dimora per una delle personalità più influenti del feudo.
    Si trattava di Fu Hao, l'Oracolo Notturno. Famoso per predizioni utili quanto precise in tempi di assedio, aveva come particolarità quella di dare i responsi soltanto di notte. Per questo la sua dimora era volutamente grande ed accogliente, così da ospitare tutti coloro che chiedevano un incontro e permettere loro di riposare, in attesa dei rituali.

    Ego e Sadwrn varcarono la soglia dell'enorme cortile interno al terminare di un giorno sereno e senza pioggia, accompagnati fisicamente da un paio di samurai della guardia personale dell'Oracolo. Le pareti rosse, baciate dal sole morente, si coloravano di sfumature più cariche, ed il verde dei tetti -così simile alle fronde arboree da confondersi con maestria in quel paesaggio- assumeva alla luce dei toni più caldi ed accoglienti.

    Superato l'ingresso dell'edificio centrale, sarebbero stati accompagnati in una saletta molto semplice, con un paio di letti accostati al muro, una sola cassapanca dove riporre la propria roba, un orinatoio ed un tavolo basso in legno non lavorato. Su di esso era stato servito del del tè ed una cena a base di riso in bianco e zuppa di fagioli e radici. Quando sarebbe calata la notte, una sola piccola lanterna posata per terra sarebbe stata l'unica fonte di luce a loro concessa.
    I samurai li avrebbero a quel punto congedati con un inchino, permettendo loro di riprendere le forze. L'incontro con l'Oracolo era fissato per quella notte ed avevano ancora tre ore per prepararsi o schiarire le idee.

    Turno 1

    Benvenuti!
    Vi trovate nel luogo in cui vi è stato detto che vive uno dei più famosi oracoli del Qidao: Fu Hao.
    Vi è anche stato accordato un incontro, o almeno è questa la risposta alla lettera che avete inviato tempo fa, dopo esservi vicendevolmente contattati per incontrare questa misteriosa figura.

    Fate pure il vostro ingresso ed accordatevi riguardo le motivazioni che vi hanno spinto a raggiungere questo luogo assieme (oltre al consiglio di Nobunaga). Non è necessario che vi siate detti la verità o solo una parte: potete giocarvi come preferite l'evoluzione del vostro rapporto.
    Riguardo al vostro arrivo e all'attesa obbligata: siete liberi di decidere cosa fare. Potreste mangiare e poi dormire, oppure discutere fra voi (in quel caso, organizzatevi in chat su ciò che si dicono i pg e poi inseritelo in un unico post per ciascuno). Potete anche compiere azioni, ma in caso ci siano interazioni particolari con l'ambiente o i png, sarò io a comunicarvi l'esito ogni volta.

    Agite pure come ritenete necessario, da QM vi seguirò senza problemi.
    Se avete dubbi o problemi, sapete dove trovarmi.

    Scadenza: 16 febbraio.



    Edited by Drusilia Galanodel - 10/2/2020, 01:01
     
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    Ha atteso con una certa trepidante attesa che giungesse la risposta dall'Oracolo. Nel mentre si è dedicato con particolare attenzione ai preparativi. Prima di tutto, visto che ha trascorso diverse settimane al mare, si è procurato una nuova toga, di un bellissimo color mattone, con una fascia alla cinta di un viola acceso. Si, non ha mai saputo abbinare bene i colori, ma questo ha trovato e gli basta che sia tutto pulito. In ugual modo ha fatto disfare completamente i suoi sandali, ormai buoni solo per accendere un fuoco ed ha provveduto a comprarne di nuovi. Già che si trovava ha preso anche una piccola scarsella di tessuto in cui custodire il monile, certo non vuole danneggiarlo prima di aver interpellato l'Oracolo.
    Per mezzo di Nobunaga ha preso contatti con il coltivatore di nome Sadwrn; gli è sempre stato simpatico dal primo momento in cui si sono conosciuti. Inoltre poter condividere il cammino con qualcuno di conosciuto allieterà sicuramente il cammino, oltre a renderlo più sicuro. Ormai i vari youkai sono per lo più in fuga dai grandi e piccoli centri abitati ma si annidano spesso nelle foreste o nei sentieri poco battuti, che per necessità dovranno in parte attraversare esponendosi così al pericolo.
    Per fortuna il viaggio procede tranquillo senza particolari problemi, se non la necessità del monaco di assistere al trapasso di un vecchino in una casa lungo la strada e quindi di conseguenza preparare la cerimonia funebre con tanto di evocazione dei Kami. Niente che li faccia perdere troppo tempo, ma sicuramente necessario per il suo ruolo. Snocciola un rosario viola di evocazioni agli spiriti, brucia gli incensi necessari e ci rimedia anche un pezzo di formaggio per il resto del viaggio.
    Lungo il cammino il Teologo si dilunga nella spiegazione del motivo del suo viaggio. Gli spiega come ha trovato il piccolo monile, le impressioni che ha percepito accarezzandolo, gli esiti della lettura di Nabu e poi il discorso con Nobunaga, sempre saggio, ed i suoi striminziti consigli di vita e di praticità, da qui la necessità di questo viaggio. Insomma gli vomita contro pensieri, sensazioni, supposizioni e possibili risvolti di questa piccola missione di fede. Gli parla praticamente per ora senza voler avere realmente una risposta, vuole solo parlare, sentire la sua voce.
    Giunti a destinazione spiega alle guardie il motivo della visita e mostra la missiva ricevuta in risposta alla richiesta, dovrebbe esser sufficiente per esser ospitati nel castello. A quanto pare gli auspici avvengono solo di notte, che stranezza. Forse non è una divinità lunare quella a cui si è votata, bensì qualcosa di notturno ed oscuro. Ripensa alle divinità Azteche ed anche a quelle Norenne ed Egiziane, non ne riesce a trovare una perfettamente calzante.
    Comunque
    Dice mentre si accomoda sul letto lanciando un paio di occhiate alla cena che viene loro offerta nell'attesa.
    Mi sono reso conto solo ora di essere stato molto scortese.
    Non ti ho chiesto il motivo del tuo viaggio della Veggente. Vorresti condividerlo?

    Gli domanda gentile mentre si accomoda vicino il pasto frugale che comincia rapidamente a consumare mescolando la zuppa con il riso. Immagina che la serata sarà lunga ed un po' di cibo e di riposo saranno sicuramente migliori consiglieri. Certo, i fagioli un po' li teme, ma questo offre il castello.

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    Aveva sentito parlare dell'Oracolo Notturno solo in tempi recenti, quasi per caso, e quando Nobunaga gli disse che si chiamava così perché le sue predizioni avvenivano solo di notte, Sadwrn si era chiesto se non si trattasse di un Worren come lui. Sebbene accadesse di rado, non era insolito che qualcuno si allontanasse dal proprio clan di origine e dalla società worrena in generale per vivere in altri modi. A Hokugayama si tramandavano ancora antiche storie di città in cui coesistevano membri di tutti i Popoli Ancestrali: Worren, Winlan, Faeran, Sōsōsha e Haidari.

    Si era domandato in realtà anche se si trattasse di un uomo o una donna – non era molto ferrato con i nomi che venivano dati in quel feudo – ma aveva preferito non esprimere quel dubbio di fronte né al samurai né a Ego, che lo aveva accompagnato fino a Gàiguān, un castello vecchio di secoli abbarbicato su una delle tante montagne della parte settentrionale del Qídǎo. Ne avevano appena varcato le porte verso il tramonto di una giornata soleggiata e favorevole al viaggio, accompagnati da due guerrieri della scorta personale dell'illustro padrone di casa, ed erano stati condotti attraverso il cortile in direzione di una sala che il Worren non poté fare a meno di ritenere insolita nella scelta dell'arredamento: due letti, un orinatoio, e un tavolo basso sul quale era stata servita una modesta cena per due persone.

    Comunque disse Ego dopo alcuni minuti di silenzio a cui Sadwrn aveva quasi perso l'abitudine, Mi sono reso conto solo ora di essere stato molto scortese.
    Non ti ho chiesto il motivo del tuo viaggio della Veggente. Vorresti condividerlo?


    « Beh, » cominciò Sadwrn, che si prese un momento per apprezzare come almeno uno dei suoi dubbi fosse stato sciolto, « appena dopo il nostro incontro con Palden Wang-Mu, c'è stata l'eruzione che ha distrutto Berjaska e lo tsunami che ha cancellato l'Undarm. Prima di esse, il terremoto che ha fatto sparire Klemvor dalla faccia del Presidio. Nella mia tribù si tramanda da generazioni una profezia che parla di ciò che noi chiamiamo Discesa della Notte, un evento che sarebbe preannunciato da quattro forze naturali: l'Ira della Terra, della Montagna, del Mare, e del Cielo. »

    Abbassò gli occhi sulla sua zuppa e sul suo tè. Era stanco, e aveva bisogno di mettere qualcosa sotto i denti da almeno qualche ora. Gustò la sua zuppa con poche, ma abbondanti cucchiaiate, e il riso sparì pure nel giro di pochi minuti, pochi chicchi solitari a resistere nella scodella.

    « Siamo a tre su quattro. Sapere cosa succederà in anticipo potrebbe aiutare a prepararci meglio per ciò che verrà. Senza essere impreparati un'altra volta. »

     
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    Quando il sole tramontò oltre le montagne, delle guardie raggiunsero i due visitatori, invitando loro di seguirli.
    Li condussero ad una scala in legno abbastanza comoda da percorrere, che conduceva verso il basso. Gradino dopo gradino, i due Eroi del Nishikaigan si inoltrarono nei sotterranei, fino ad oltrepassarli; dopo un breve percorso a chiocciola, si ritrovarono infatti in una vera e propria grotta.

    Non si trattava tuttavia di una caverna allo stato totalmente "grezzo", piuttosto di un ambiente parzialmente scavato nella pietra, illuminato solo da un numero molto elevato di pietre e lanterne. Nonostante le pareti ed il soffitto apparissero coperte di stalattiti naturali ed umidicce, l'intera pavimentazione era liscia, percorribile da chiunque e leggermente decorata con motivi geometrici, realizzati con scalpellate più o meno profonde ai lati. Mancavano stalagmiti, se non si consideravano le colonne, nate dall'unione delle due concrezioni calcaree di verso opposto.
    Sui lati della lunga pedana decorata, l'acqua di un laghetto sotterraneo giaceva immobile e cristallina, e l'umidità era molto, molto elevata.

    In quel tempio sotterraneo, una sola zona era realmente "arredata", e si trovava proprio in fondo ad un lungo percorso: tendaggi in seta e drappi di velo erano stati fissati ad una parete, e per terra numerosi tappeti e cuscini erano stati disposti con riguardo per gli ospiti. Probabilmente era lì che si sarebbero dovuti accomodare, proprio di fronte ad un cuscino blu posto su un gradino, in una posizione più elevata e circondato di fiori.

    -Vi prego di accomodarvi- giunse dal nulla una voce femminile, quando furono soli -E' un grande onore ricevere gli Eroi del Nishikaigan.
    Era apparsa improvvisamente dietro di loro, e se si fossero voltati si sarebbero trovati al cospetto di una donna minuta e molto bella. Lunghi capelli neri e lisci come la seta ricadevano su una veste blu elegantissima, perfettamente intonata all'incarnato lunare. Gli occhi a mandorla erano di un azzurro innaturale, segno di chi -secondo alcune dicerie- era nato in villaggi baciati dalle acque.
    -Sono Fu Hao, e sarò lieta di rispondere alle vostre domande.

    Turno 2

    Turno abbastanza semplice: siete giunti alla presenza di Fu Hao, questa volta senza il velo a coprirle il volto, come era accaduto alla riunione a cui avevate partecipato con Nobunaga. La sua presenza ispira una certa soggezione, e la bellezza di cui è detentrice non fa che accentuare questa impressione. Non avete tuttavia auspex per capire altro.

    Detto ciò, siete liberi di interagirci come preferite :D
    PS: se vi serve un aiuto visivo, Fu Hao è così: [link].

    Scadenza: 1 marzo.

     
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    Ascolta estremamente interessato le parole del suo compagno di stanza. E' sempre stato affascinanto dalle profezie, in quanto queste ultime pongono interessanti quesiti sull'esistenza di Dio, di un futuro pretedeterminato, sul libero arbitrio e così via. Non vuole però tediare troppo il suo collega di sventure con simili riflessioni, piuttosto si ripromette di mettere i pensieri su carta, altrimenti si ritroverà per giorni e giorni a ripensarci a più riprese.
    Molto interessante. Inoltre trovo che una simile profezia sia stranamente inquietante.
    Non è originario del presidio ma conosce piuttosto bene le traversie e sciagure che hanno caratterizzato il presidio Ovest negli ultimi tempi. Sicuramente su Endlos non si può stare così tranquilli.
    Se c'è un fondo di verità nella profezia tramandata nel vostro popolo, sicuramente interepellare un Veggente a riguardo sarà cosa intelligente e ci preparerà alla prossima sciagura.
    Risponde mentre conclude il suo pasto e si riposa sul letto in attesa dell'arrivo delle guardie. Controlla che il monile sia al suo posto e non ci siano problemi di sorta.
    Quando giungono le guardie si limita a darsi una rassettata rapida e le segue lungo il percorso verso le profondità del castello. Nel suo immaginario si sarebbe aspettato di salire, una sala in alto quasi a baciare le stelle, invece forse è il contrario. Scendono nel ventre della montagna sino in una sala umida e spoglia. Un brivido gelato gli morsica le ossa e gli da uno strano senso di dolore diffuso, una specie di intorpidimento.
    Saltella appena quando la voce dell'oracolo lo costringe a voltarsi. Di fronte ad una simile figura, così rinnomata e famosa si sente piccolo piccolo. Si incurva appena tra le spalle mentre si morsica il labbro. Ha quasi timore di parlare, di rispondere a quella semplice domanda. Si limita a prendere un paio di lunghi respiri prima di riparlare con un filo di voce.
    Siamo semplici uomini del Presidio che si battono per la sua unione. Gli Eroi son ben altri.
    Abbozza un sorriso, le sue parole sono umili e rispecchiano i suoi pensieri. Ha accolto la proposta di Nobunaga, ma certo non si sente in alcun modo superiore agi altri, anzi.
    Grazie per la sua cortesia.
    Spiega mentre si muove insieme all'oracolo in direzione del piccolo santuario.
    Per quanto mi riguarda, sono entrato in possesso di un piccolo monile delle famiglia Arawne. Penso si tratti di un qualche oggetto rituale, ma percepisco in esso un duplice incantesimo, qualcosa di oscuro e qualcosa di...bhè, grigio, neutrale, non saprei dirlo.
    Le mie divinità non mi hanno aiutato nella comprensione di questi incantesimi.

    Spiega mentre recupera la piccola scarsella in cui conserva l'orecchino di giada. Si limita a porgerlo all'Oracolo per permetterle di esaminarlo meglio.
    Spero mi possa aiutare a ricostruire la storia di questo monile; immagino possa aiutarci a chiarire le radici storiche di questo Presidio.
    Conoscere li nostro passato, per costruire un più solido futuro.


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    Aveva appena posato le bacchette sulla scodella quando l'ultimo raggio di sole svanì dietro le montagne, e alcune guardie giunsero per invitarli a seguirle lungo una scala a chiocciola in legno che scendeva fin nei sotterranei del castello. Oltrepassati anche quelli, guidati da nient'altro che la luce fioca di alcune torce, i due viandanti si ritrovarono infine all'interno di una grotta.

    Sadwrn notò come questa era illuminata molto meglio dei corridoi che avevano percorso per raggiungerla, e che non era del tutto naturale: se i soffitti erano costellati di stalattiti, non c'era invece l'ombra di una stalagmite sulla pietra sulla quale camminavano, che era invece liscia e perfino abbellita da incisioni dai bizzarri motivi geometrici.

    C'era perfino un laghetto sotterraneo, e anche lì era difficile capire se esso avesse scavato il suo posto lì dentro attraverso i secoli o fosse stato creato dalla mano dell'uomo – o qualunque razza avesse creato quel castello. Ad ogni modo, rifletté il Worren mentre camminava lungo i suoi bordi, la sua presenza spiegava il motivo di tanta umidità.

    Arrivarono presto nella parte più profonda della caverna, dove trovarono tende e veli appesi alle pareti di roccia liscia e scivolosa, e tappeti e cuscini disposti con cura a terra tutt'attorno a un piccolo rialzamento sul quale era posato un cuscino blu, e che era circondato da fiori.

    -Vi prego di accomodarvi- disse una voce femminile, la cui proprietaria Sadwrn non aveva sentito arrivare. -E' un grande onore ricevere gli Eroi del Nishikaigan.
    Il Worren si girò e scoprì che dietro di sé c'era una donna piccola, ma straordinariamente bella. Aveva i capelli corvini lunghi e setosi di molte giovani femmine umane del Presidio Occidentale, e gli stessi occhi a mandorla. Questi ultimi, però, erano di un azzurro parecchio inusuale: secondo la saggezza popolare della sua gente, era una caratteristica di coloro che erano nati nelle fredde pianure del settentrione. O almeno era vero quando vivevano ancora su Sa'Shur, oramai diverse generazioni fa.
    -Sono Fu Hao, e sarò lieta di rispondere alle vostre domande.

    Siamo semplici uomini del Presidio che si battono per la sua unione. Gli Eroi son ben altri.
    Rispose prontamente Ego. Sadwrn si trattenne dall'aggiungere di non essere altro che qualcuno a cui piacevano i jiaozi al vapore del villaggio di Màoyì, limitandosi invece ad annuire.
    Grazie per la sua cortesia.
    Continuò il saggio, muovendosi verso il santuario insieme alla donna.
    Per quanto mi riguarda, sono entrato in possesso di un piccolo monile delle famiglia Arawne. Penso si tratti di un qualche oggetto rituale, ma percepisco in esso un duplice incantesimo, qualcosa di oscuro e qualcosa di...bhè, grigio, neutrale, non saprei dirlo.
    Le mie divinità non mi hanno aiutato nella comprensione di questi incantesimi.

    Estrasse un orecchino di giada da una piccola borsa di cuoio. Sadwrn lo guardò con interesse da lontano, la penombra che non era un ostacolo ai suoi occhi felini.
    Spero mi possa aiutare a ricostruire la storia di questo monile; immagino possa aiutarci a chiarire le radici storiche di questo Presidio.
    Conoscere li nostro passato, per costruire un più solido futuro.


    « Quanto a me, sono giunto per chiederle della venuta dell'Ira del Cielo, e la Discesa della Notte che ne conseguirà. Abbiamo avuto il terremoto che ha fatto sparire Klemvor, poi l'eruzione che ha distrutto Berjaska e l'onda che ha inghiottito l'Undarm... Cosa dobbiamo aspettarci ora? »

     
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    Siamo semplici uomini del Presidio che si battono per la sua unione. Gli Eroi son ben altri. Grazie per la sua cortesia.
    Il primo a parlare fu Ego, tuttavia la donna non gli rispose con null'altro che un lieve e gentile gesto d'assenso del capo.
    Per quanto mi riguarda, sono entrato in possesso di un piccolo monile delle famiglia Arawne. Penso si tratti di un qualche oggetto rituale, ma percepisco in esso un duplice incantesimo, qualcosa di oscuro e qualcosa di...bhè, grigio, neutrale, non saprei dirlo. Le mie divinità non mi hanno aiutato nella comprensione di questi incantesimi. Spero mi possa aiutare a ricostruire la storia di questo monile; immagino possa aiutarci a chiarire le radici storiche di questo Presidio.
    Conoscere li nostro passato, per costruire un più solido futuro.


    L'Oracolo accettò con grazia il prezioso oggetto, ma non parve modificare molto la propria espressione nel momento in cui abbassò gli occhi azzurri su di esso, quasi non fosse realmente detentrice dei poteri di cui tanto si narrava.

    « Quanto a me, sono giunto per chiederle della venuta dell'Ira del Cielo, e la Discesa della Notte che ne conseguirà. Abbiamo avuto il terremoto che ha fatto sparire Klemvor, poi l'eruzione che ha distrutto Berjaska e l'onda che ha inghiottito l'Undarm... Cosa dobbiamo aspettarci ora? »

    Alle parole del Worren, la donna rimase in silenzio di nuovo, limitando ad invitarli ad accomodarsi con cortesia. S'inginocchiò a sua volta sul cuscino blu sopraelevato, rimanendo qualche attimo in un silenzio meditabondo. Solo allora -quando gli altri ebbero modo di accomodarsi- prese la parola.

    -Leggende e dicerie parlano degli Oracoli come detentori di Verità Assolute, ma è bene che sappiate che siamo solo "Interpreti dei Segni"- spiegò con calma -Assaggiamo il cielo, odoriamo il vento e vediamo la consistenza della terra... da ciò, possiamo supporre facilmente cosa è accaduto, cosa sta avvenendo, e cosa accadrà.
    E... ok. Forse non era una delle spiegazioni più chiare da aspettarsi. Anche perché ci sarebbe voluto un notevole sforzo di immaginazione nel pensare a qualcuno che "assaggia il cielo". Tuttavia... quella donna appariva abbastanza saggia e consapevole di ciò che diceva. Ispirava fiducia.
    -Siamo tuttavia creature limitate, esattamente come voi. Questo nostro potere necessita di energia... ed a ogni mio visitatore son solita chiedere uno scambio equivalente, che mi permetta di sentire il profumo dell'intuizione.
    Sorrise, ed in lei vi era cortesia, gentilezza e grazia.

    -Per odorare le mie parole, vi chiedo di vedere un po' del vostro sangue.
    Cosa avrà mai voluto dire?

    Turno 3

    Prima decisione da prendere, signori miei :8D:

    Essendo la situazione un filo bizzarra, potete giocarvela più o meno come desiderate.
    Preciso comunque che la donna ha una malia di carisma molto simile a quella dei Saggi di Palanthas: in sostanza quello che dice sembra abbastanza autorevole. Ispira fiducia. E' comunque una semplicissima malia passiva.

    Scadenza: 13 marzo.

     
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    C'è qualcosa di strano nell'Oracolo. Nelle sue movenze, nelle sue parole, nei suoi silenzi.
    Sperava che la Veggente, al semplice tocco del monile, potesse in qualche modo illuminarsi di qualche strana luce e rispondere ai suoi quesiti, stessa cosa dicasi per il suo collega. Invece quello che riceve è unicamente un silenzio. Il Teologo, in un primo momento, resta quasi dispiaciuto, ma quando viene invitato a sedersi, non può che seguire la donna per poi accomodarsi sul grande cuscino.
    Magari, immagina, che sia il grosso cuscino su cui ora si accomoda l'Oracolo ad essere il tramite della sua divinazione. Manco la donna avesse la capacità di comprendere i suoi pensieri, ora gli spiega in che modo riesce a collegarsi con il futuro e leggerne gli auspici.
    Trova la filosofia che viene illustrata qualcosa di molto particolare. Solitamente, nei suoi studi, le forme di divinazione vengono "spiegate" con metodiche piuttosto disparate e differenti. La Sibilla utilizzava un mix di droghe per confondere la propria mente e renderla più ricettiva ai messaggi divini. Nella cultura Quozak, invece, l'oracolo non era altro che un formidabile matematico, conoscendo le giuste informazioni base, si può desumere cosa accadrà nel breve o lungo periodo. In altre civiltà, invece, gli Oracoli non erano altro che semi-divinità, figli bastardi di questa o quella divinità. Il celebre Oracolo Kukkudo, invece, era tale solo grazie ad un potente artefatto alieno, una specie di penna di piume in grado di scrivere del futuro. Quindi, in soldoni, gli Oracoli sono messaggeri divini, o comunque si interfacciano con la divinità, con qualcosa di superiore. La visione di Fu Hao, probabilmente, è più vicina a quella della cuotura Quozak, anche se questa richiesta di sangue, suona molto come offerta sacrificale.
    Che visione interessante della veggenza, se me lo permetterete, vorrei aggiungerla ai miei appunti.
    Ultimamente si sta dedicando alla stesura di una grande opera magna in cui cataloga, raccoglie, descrive, tutte le religioni e teologie esistenti. Così facendo vorrebbe avvicinarsi nuovamente al Solo ed Unico Dio.
    In ogni caso si sistema meglio sul cuscino, con le gambe intrecciate nella posizione del loto. Riflette su che sangue potrebbe mai offrire. Rivaluta mentalmente l'etimo da cui deriva la parola, nella possibilità che l'Oracolo intenda altro. Ma non riesce a trovare una soluzione migliore di quella letterale. Il suo sangue è la sua fede ed è questa che offrirà.
    Ciò che scorre nelle mie vene è la fede. La certezza assoluto che essiste sempre un progetto. Un disegno. Un motivo.
    Spiega con calma tenendo le mani ferme sulle ginocchia ben attento che la veste non si sollevi troppo. Inoltre è preoccupato da questa posizione che solletica un po' troppo gli intestini.
    Io ripongo la mia fede in voi. Vi offro e condivido con voi il mio sangue.
    Un cenno del capo lento e sicuro nella sua direzione. Intanto però attinge alla sua riserva mistica e la cerca di condensare alle sue spalle. Lo scopo è quello di evocare una ddelle amazzoni, guerriere sacre armate di armatura, spada e lancia. La donna guerriera dovrebbe comparire al suo fianco. Il Teologo si limiterà ad allungare una mano davanti a lei, come a sbarrarle la strada per tranquillizzare l'Oracolo.
    Ma se avesse bisogno di qualcosa di più reale.
    E qui la Valchiria si limiterà ad estrarre la spada e poggiarla sul dorso del polso del Teologo pronto a procurargli un piccolo taglio per versare l'obolo, azione che al bisogno ripeterà anche sul povero Sadwrn.
    Che strana richiesta, ma si sa, gli Oracoli sono strani.

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    Ode n° 83, Valchirie
    Nella mitologia norenna le Valchirie sono divinità al servizio di Odino che scelgono sul campo di battaglia chi vive e chi morirà. Attraverso quest’ode il Teologo è in grado di evocare questa divinità che si manifesta nella sua usuale forma: una donna in armatura leggera dotata di una lancia ed una spada corta. [Tecnica Magica; Consumo Alto; Durata 2 turni]


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    -Leggende e dicerie parlano degli Oracoli come detentori di Verità Assolute, ma è bene che sappiate che siamo solo "Interpreti dei Segni"- disse la donna, che nel frattempo si era inginocchiata sul cuscino posto in cima al piedistallo. -Assaggiamo il cielo, odoriamo il vento e vediamo la consistenza della terra... da ciò, possiamo supporre facilmente cosa è accaduto, cosa sta avvenendo, e cosa accadrà.

    Sadwrn annuì, le labbra serrate, comprendendo almeno in parte le parole di Fu Hao. Si trattava di un'abilità che veniva affinata anche presso il suo popolo, anche se in modi diversi e con minore portata. Sadwrn stesso sapeva entrare in comunione con il mondo circostante, anziché interpretarne i segni, e comunicava con gli spiriti ivi presenti apprendendo ad ogni viaggio cose nuove. Proprio per questo, infatti, si chiedette come quella donna avrebbe potuto prevedere la venuta della Quarta Ira. Se persino gli spiriti non avevano saputo dire granché, quali segni glielo avrebbero comunicato?

    -Siamo tuttavia creature limitate, esattamente come voi. Questo nostro potere necessita di energia... ed a ogni mio visitatore son solita chiedere uno scambio equivalente, che mi permetta di sentire il profumo dell'intuizione.

    Il Worren reclinò il capo di lato, perplesso ma non per questo diffidente. Ego, invece, sembrava essere affascinato. Ciò non sorprese il giovane, conscio dell'implacabile sete di sapere del monaco.

    -Per odorare le mie parole, vi chiedo di vedere un po' del vostro sangue.

    Sangue, dunque? Fu Hao non aveva specificato la quantità precisa, ma qualcosa gli suggerì che il prezzo non sarebbe stato troppo esoso. Ne aveva già versato già parecchio nella sua vita e – okay, con Nobunaga nemmeno tanto, tutto sommato, almeno letteralmente, ma rimaneva vero che si era esposto a un bel po' di rischi!

    Ciò che scorre nelle mie vene è la fede. La certezza assoluto che esiste sempre un progetto. Un disegno. Un motivo. Io ripongo la mia fede in voi. Vi offro e condivido con voi il mio sangue.

    Apparve dietro il teologo una donna in armatura leggera, alta e slanciata, con una lancia dietro la schiena e una spada alla cintura. La estrasse, e la poggiò sul dorso della mano del suo evocatore.

    Ma se avesse bisogno di qualcosa di più reale.

    Sadwrn lo imitò un istante dopo, in silenzio, senza nemmeno voltarsi dall'altra parte. Stoico, uno sguardo che sapeva di sfida. Poi la guerriera ripeté l'azione.

    « Ahia. »

     
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    Che visione interessante della veggenza, se me lo permetterete, vorrei aggiungerla ai miei appunti. Iniziò Ego, particolarmente interessato alla cosa Ciò che scorre nelle mie vene è la fede. La certezza assoluto che essiste sempre un progetto. Un disegno. Un motivo. Io ripongo la mia fede in voi. Vi offro e condivido con voi il mio sangue. Ma se avesse bisogno di qualcosa di più reale.
    L'Oracolo ascoltò in educato silenzio, lasciandogli la possibilità di ferirsi ed osservando con gioia la macchia rubiconda che si sarebbe generata dal taglio. A quel punto, gli si sarebbe avvicinata un pochino, inginocchiandosi a lui e prendendogli garbatamente le dita, così da rivolgere il palmo verso l'alto. Infine, dopo aver osservato a lungo la ferita, si sarebbe chinata su di essa, baciandola.
    Un bacio prima casto, poi stranamente umido e... piacevole.
    Così, mentre l'Oracolo passava lentamente la lingua sulla sua mano, Ego avrebbe iniziato a provare emozioni nuove ed inaspettate. Una strana eccitazione ed un senso di piacere incontenibili, facilmente riconducibili alla sfera sessuale. Lo stesso sarebbe accaduto a Sadwrn: ripulita la ferita di Ego di tutto il sangue, sarebbe stato il suo turno, ed avrebbe sperimentato le stesse -strane- sensazioni del religioso. Piacere, eccitazione... desiderio morboso di prenderla, e di farsi divorare.

    -La potente traccia di potere impressa sull'orecchino è certamente successiva alla perdita del monile da parte della sua padrona, Mio Aranwe, l'Alfiere scomparso- fortunatamente quegli attimi tesi non sarebbero durati molto, e la donna si sarebbe allontanata dai sacrifici richiedenti, così da accomodarsi nuovamente alla sua posizione ed annunciare tutto ciò che poteva comprendere -Si tratta di uno dei gioielli usati dalla sua famiglia per partecipare a rituali religiosi. Ascolto qualcosa di negativo legato ad esso: un incantesimo di contenimento appena saporito, in parte mascherato dalla neutrale e potente impronta, che mi fa odorare gli ultimi istanti in cui lo ha portato. L'assaporo immobilizzata da una qualche magia oscura. Tocco un rapimento... un pianto disperato. Altro non posso sapere: lo ha perso in quegli attimi, sull'ormai scomparsa Berjaska.
    Sorrise, mostrando un candore ed una pacatezza stridenti a quelle che sembravano essere le sue pratiche.
    -Mi è stato però concesso di ascoltare dove troverai ulteriori risposte, riguardo ciò che ha sfiorato successivamente questo oggetto, portandolo da te. Circondati di persone fidate e vai al centro di Endlos, dove tutto ormai è morto. Poi scendi verso il basso.

    Terminato il suo responso, si rivolse al Worren.
    -La Profezia di cui parli non può essere spezzata in alcun modo- principiò -Ma può cambiare l'entità del disastro... o se la Notte di cui parli sarà buia e spaventosa... o splendente e ricoperta di stelle.
    Attese qualche attimo, così che il richiedente assimilasse al meglio il suo messaggio.
    -Vi aspettano delle decisioni importanti da prendere, tutte spaventose. Una minaccia giunge da oriente, ma lasciate che vi suggerisca: abbandonate gli istinti e ragionate su ciò che vi fa paura. Cosa è realmente un pericolo? Cosa -invece- è un semplice sogno mascherato da incubo? Fate scelte sagge, o perderete qualcosa e qualcuno.
    Terminato ciò, prese un profondo respiro, mostrando una certa stanchezza sul volto.

    Turno 4

    Alors, quelle strane sensazioni che provate mentre vi lecca la mano (?) sono effettivamente riconducibili alla sfera sessuale e decisamente forti, troppo per essere ignorate. Non potete in alcun modo difendervi, però (per fortuna) l'atto dura abbastanza poco da permettervi di resistere ad eventuali istinti più concreti.

    Quanto alle profezie, vi ha dato delle risposte: potete congedarla, visto quanto è stanca, o provare a chiederle dell'altro, ma a quel punto non sapete se sia possibile.

    Scadenza: 19 marzo.



    Edited by Drusilia Galanodel - 12/3/2020, 16:16
     
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    A quanto pare la sacerdotessa ha bisogno praticamente e realmente di quello che chiede. La osserva un po' perplesso avvicinarsi alla mano da cui sboccia qualche goccia di sangue. Teme quello che sta per succedere, teme le conseguenze di questo suo gesto dolorso.
    In realtà alla mente gli tornano alcuni rituali Aztechi o simili. Quel popolo era estremamente colorito, da questo punto di vista. Non raramente infatti si dedicavano a veri e propri festival del sangue, per poter saziare la fame di sangue e tributi delle proprie divinità. Secondo alcuni scritti, i sacerdoti ebbri di morte, facevano il bagno in vasche di sangue coagulato; attraverso questa particolare dieta erano dotati di poteri divinatori portentosi. Certo, se si dedcide di non considerare l'arrivo di popoli stranieri che avrebbero trucidato la popolazione, ma per il resto erano divinatori di grande fama. Forse la qui presente sacerdotessa è qualche parente alla lontana di quel popolo.
    Quello che sperimenta quando la donna si ciba del suo sangue e delle sue domande, è qualcosa di particolare, ecco. Ora, un Monaco continua a sentire certe pulsioni. Non può nasconderlo e sarebbe stupido farlo. Però, ecco, le contiene dedicandosi a qualcosa di superiore, alla ricerca del vero senso della vita. Questo scopo gli ha sempre permesso di tenere a bada certe cose, ma non oggi.
    L'inquilino dei piani bassi si smuove destato dal chiasso del piano superiore. Estrae la mazza e comincia a battere contro il soffitto del saio. Il rossore che divora le gote del Monaco ben presto diventa qualcosa più di paonazzo o di violaceo, innaturale. Suda freddo per la vergogna che quel gesto gli sta provocando. Da un lato la spirale del piacere è dolce, ed è meglio censurare dove la sua mente ed i suoi ricordi planano, dall'altro la vergogna è tale che la mano libera cerca di assiepare più e più strati di saio a coprire le vergogne che turgide continuano a svettare.
    Ah..va bene. Ho capito.
    Riesce malamente a blaterare quelle parole mentre fissa un punto fisso davanti a sè cercando di rallentare la sua respirazione al punto da recuperare il polso della situazione. Peccato che appena pensa a quanto è accaduto, smuove il tumulto interiore e ricomincia a sudare. Tutto sta andando malissimo. Per fortuna ha sentito benissimo la risposta della donna, ha più o meno capito che la sua intuizione era corretta e che c'è un mistero ancora da svelare riguardante l'orecchino. Purtroppo le persone di cui si fida sono poche, ma troverà una giusta soluzione. Con la mano ancora sanguinante recupera l'orecchino e si alza rapidamente, mantenendo il batuffolo di pieghe davanti le parte bassi.
    Grazie..gentile oracolo. Grazie.
    E così, in modo scomposto, disordinato e probabilmente scortese, si allontana il più lontano possibile.
    Deve fare delle abluzioni corporali quanto prima. E magari anche trovare una qualche divinità a cui votarsi per farsi cancellare la memoria.

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    Se c'era qualcosa che Sadwrn non avrebbe mai associato alla sensazione di una lingua sulla propria mano ferita, questa fu la vampata di piacere che lo investì all'improvviso – i peli che gli si rizzarono sul collo e il brivido che gli percorse la schiena, la reazione dei suoi lombi e il desiderio di chinarsi su di lei per baciarla e poi farla sua, qualunque fosse stato il prezzo in sangue da pagare.

    L'onda, tuttavia, si ritrasse nel giro di pochi attimi. Il Worren tornò alla lucidità tanto rapidamente quanto ne venne sottratto, ritrovandosi ad aggiungere fra sé che, ad essere sinceri, alla sensazione di una lingua su una mano ferita egli non aveva mai associato alcunché – anzi, non aveva mai contemplato neppure la possibilità che qualcosa del genere potesse succedere un giorno. Sicuramente non in quel contesto, e non in quella maniera.

    -La potente traccia di potere impressa sull'orecchino è certamente successiva alla perdita del monile da parte della sua padrona, Mio Aranwe, l'Alfiere scomparso- disse Fu Hao, cominciando da Ego. -Si tratta di uno dei gioielli usati dalla sua famiglia per partecipare a rituali religiosi. Ascolto qualcosa di negativo legato ad esso: un incantesimo di contenimento appena saporito, in parte mascherato dalla neutrale e potente impronta, che mi fa odorare gli ultimi istanti in cui lo ha portato. L'assaporo immobilizzata da una qualche magia oscura. Tocco un rapimento... un pianto disperato. Altro non posso sapere: lo ha perso in quegli attimi, sull'ormai scomparsa Berjaska.

    Sadwrn sbarrò gli occhi. Anche se non era quella la ragione per cui si era spinto fino a Gàiguān, non succedeva tutti i giorni di ascoltare degli indizi rispetto alle circostanze della scomparsa della loro sovrana di un tempo. Sigillata, quindi? Poi rapita? Oppure l'inverso? Ma, soprattutto, che importanza aveva dopo tutti quegli anni? Mio Aranwe, nella mente della gente comune, aveva abbandonato l'Ovest a sé stesso, e permesso a sciagure come la Signa Infero, il duumvirato di Kikio Ho e Usama Kuroi, e infine Palden Wang-Mu di seminare devastazione indisturbati. Anche se fosse tornata, Sadwrn dubitava che qualcuno l'avrebbe riaccolta a braccia aperte. Lui, di sicuro, no. Avrebbe preferito sostenere Ego in un'ascesa all'alfierato piuttosto che accettare passivamente che tutto tornasse com'era prima. L'Ovest aveva sofferto, l'Ovest era cambiato, l'Ovest era andato avanti.

    -Mi è stato però concesso di ascoltare dove troverai ulteriori risposte, riguardo ciò che ha sfiorato successivamente questo oggetto, portandolo da te. Circondati di persone fidate e vai al centro di Endlos, dove tutto ormai è morto. Poi scendi verso il basso.

    A quelle parole, il Worren si girò verso Ego, domandandogli con uno sguardo se avesse o meno capito il significato di quelle parole. Fece appena in tempo a farsi una vaga idea a sua volta che la donna continuò, stavolta rivolgendosi a lui.

    -La Profezia di cui parli non può essere spezzata in alcun modo. Ma può cambiare l'entità del disastro... o se la Notte di cui parli sarà buia e spaventosa... o splendente e ricoperta di stelle. Vi aspettano delle decisioni importanti da prendere, tutte spaventose. Una minaccia giunge da oriente, ma lasciate che vi suggerisca: abbandonate gli istinti e ragionate su ciò che vi fa paura. Cosa è realmente un pericolo? Cosa -invece- è un semplice sogno mascherato da incubo? Fate scelte sagge, o perderete qualcosa e qualcuno.

    « Qualcosa e qualcuno? »
    Qualunque cosa fosse il qualcosa, e chiunque fosse il qualcuno. Abbandonare gli istinti e ragionare su ciò che faceva paura. Cosa sarebbe stato di fatto un pericolo e cosa, invece, sarebbe stata soltanto una minaccia sopravvalutata. Sadwrn non aveva capito nulla delle parole dell'oracolo, se non la parte sulla minaccia da oriente. Cosa intendeva, però, con oriente? Si trattava del buco lasciato da Klemvor (effettivamente ai margini orientali del Presidio), o era collegato in qualche modo alla profezia per Ego? Centro di Endlos. Il Pentauron? Il Pentauron era a oriente, a ben pensarci.
    « Sono desolato, Fu Hao, ma... potrebbe ripetere in termini più semplici? Se serve altro sangue, glielo posso fornire! Se non il mio, posso uscire a caccia e portarle qualcosa senza problemi – noi Worren siamo a nostro agio anche di notte. Se però neppure questo è possibile, » chinò la testa fino a quando la fronte non sfiorò il pavimento, « allora la ringrazio di cuore in ogni caso, e rifletterò sulle sue parole. »

     
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    La bella fanciulla dalla pelle chiara accennò un gesto gentile verso Ego, quando da lui ottenne dei ringraziamenti. Poi fu il Worren a parlare, evidentemente e -logicamente- desideroso di conoscere dell'altro riguardo una faccenda così delicata.

    « Sono desolato, Fu Hao, ma... potrebbe ripetere in termini più semplici? Se serve altro sangue, glielo posso fornire! Se non il mio, posso uscire a caccia e portarle qualcosa senza problemi – noi Worren siamo a nostro agio anche di notte. Se però neppure questo è possibile, allora la ringrazio di cuore in ogni caso, e rifletterò sulle sue parole. »

    -Ho visto parlare di voi, siete creature piacevoli, e il vostro sangue ha una nota fruttata nel suo suono- gli rispose, con il tono di chi elargiva un gentile complimento -La mia filosofia mi impedisce tuttavia di accettare doni graditi dove non necessari: temo che altro sangue non renderà più chiari i miei presentimenti. L'onniscienza purtroppo non mi ha come profeta: la mia lettura dei segni parla delle scelte, e il mio invito è di mantenere il raziocinio e diffidare dal fare scelte poco ponderate.
    Lo disse con fermezza, ma anche con una certa tristezza nella voce, consapevole di non poter essere ulteriormente d'aiuto.
    -Se voi o i vostri cari avrete altre domande in futuro, sarò felice di aiutarvi, nel limite del possibile.

    Un lieve e gentile inchino fu il suo gesto di congedo.
    L'evidente segnale che quell'incontro era giunto alla fine.

    Turno 5

    Molto bene: l'incontro è finito, andate in pace! :yuppi:
    Scrivete pure il vostro post di chiusura: decidendo come ve ne andate, se vi scambiate qualche parola o intenzioni per il futuro.

    Scadenza: 28 marzo.

     
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    Se ne sta rintanato nella stanza che gli è stata assegnata cercando di smaltire la sua vergogna. Si rende conto di essersi comportato in maniera non del tutto educata verso la Sacerdotessa ed il compagno di avventure, ma non era minimamente preparato ad una situazione del genere.
    Ripete mentalmente tutti i mantra che conosce per cercare di pensare ad altro, di rilassarsi. Prima o poi dovrà andare a chiedere penitenza all'oracolo in qualche modo.
    Tranquillo, ripresosi dalla vergogna del momento, si rimette seduto sul letto a riflettere a quanto l'Oracolo gli ha appena rivelato. C'è qualcosa di oscuro legato a quel monile ed è un segno che sia arrivato proprio tra le sue mani.
    Quando Sadwrn torna dal colloquio lo saluta con un certo imbarazzo. Si prende qualche istante per decide le parole più corrette da utilizzare.
    Come avrai sentito pare che ci sia un fitto mistero celato dietro questo piccolo monile che ho ritrovato.
    Spiega mentre si rigira tra le mani il piccolo monile di giada.
    Penso che comprendere cosa sia accaduto al precedente Alfiere ci possa aiutare a comprendere meglio quello che sta avvenendo; ad avere un'idea più chiara dei nemici di questo semipiano. Purtroppo sono un semplice monaco ed ho bisogno del sostegno di altri per continuare in questo cammino.
    Spiega mentre mentalmente pensa a chi potersi rivolgere per questa delicata missione. Chi potrebbe voler approfondire la faccenda? Nobunaga, certo, forse Mugen? Deve stilare una lista di possibili candidati, ma solo persone fidate.
    Vorresti unirti al mio cammino verso il centro ed il profondo di Endlos?

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    -Ho visto parlare di voi, siete creature piacevoli, e il vostro sangue ha una nota fruttata nel suo suono- disse Fu Hao. Sadwrn, che pure accettò il complimento con un sorriso che ne svelava i canini appuntiti, si chiedette se ciò fosse dovuto a ciò di cui facevano uso per entrare in comunicazione con la Terra e con la Notte – del resto, quando possibile, preferivano pesce e selvaggina alla frutta. -La mia filosofia mi impedisce tuttavia di accettare doni graditi dove non necessari: temo che altro sangue non renderà più chiari i miei presentimenti. L'onniscienza purtroppo non mi ha come profeta: la mia lettura dei segni parla delle scelte, e il mio invito è di mantenere il raziocinio e diffidare dal fare scelte poco ponderate.

    « Capisco, » rispose il Worren, « è un vero peccato. »

    -Se voi o i vostri cari avrete altre domande in futuro, sarò felice di aiutarvi, nel limite del possibile.

    Scosse la testa. Avrebbe potuto chiedere se esisteva un futuro per la sua gente, ma anche se fossero rimasti in vita altri Worren oltre a quelli di Hokugayama, nulla avrebbe avuto senso finché quella storia non sarebbe giunta al termine. Se fossero sopravvissuti all'Ira del Cielo, se la Notte non avesse dovuto sopraggiungere, allora Sadwrn sarebbe tornato dall'Oracolo.

    Si ricongiunse poco più tardi ad un Ego dall'aria costernata. Sadwrn lo aveva sentito mentre recitava mantra, e aveva resistito alla tentazione di posargli una mano sulla spalla per dirgli che se era per quello successo prima con Fu Hao, allora non avrebbe avuto nulla di cui vergognarsi, e aveva atteso pazientemente.

    Come avrai sentito pare che ci sia un fitto mistero celato dietro questo piccolo monile che ho ritrovato. gli fu mostrato il monile di giada. Sadwrn reclinò il capo di lato. Penso che comprendere cosa sia accaduto al precedente Alfiere ci possa aiutare a comprendere meglio quello che sta avvenendo; ad avere un'idea più chiara dei nemici di questo semipiano. Purtroppo sono un semplice monaco ed ho bisogno del sostegno di altri per continuare in questo cammino. Vorresti unirti al mio cammino verso il centro ed il profondo di Endlos?

    Sospirò, e mosse il capo di lato in un gesto di incomprensione, più che di rifiuto, le dita di una mano portate alla fronte.

    « Se devo essere sincero, non ho più alcun interesse in Mio Aranwe, » cominciò. « Se per assurdo dovessimo ritrovare perfino lei in persona, sappi che mi opporrò a qualsiasi proposta di restaurarla come Alfiere. Ma se capire cosa le sia successo può aiutare noi adesso, allora questo semplice raccoglitore sarà lieto di unirsi a te. »

     
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