La Casa Stregata

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    Impeto e tempesta

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    LA CASA STREGATA

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    "Gran parte del carattere di ogni uomo può essere letto nella sua casa".

    (John Ruskin).


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    Dimora di An Lushan, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando il piccolo Ren si fece avanti, il demonietto lo scrutò attentamente, rimanendo immobile anche quando gli fu offerto un cioccolatino. Non durò molto, comunque: esattamente come un cucciolo umano, allungò la manina, raccogliendo il piccolo tesoro che gli era stato offerto. Lo scartò con aria curiosa... poi lo mangiò in un sol boccone.

    «Questa non è cosa per noi» disse intanto il vecchio, cupo «dovremmo solo andarcene e avvisare chi può gestire un diavolo»
    Un silenzio imbarazzante ed imbarazzato calò su tutti i presenti. Il soldato lanciò un'occhiata di sbieco verso Virginia che, improvvisamente arrossita, iniziò a fissarsi la punta delle scarpe con un'insistenza sospetta. Visibilmente agitata, spostò il proprio peso su un piede e poi sull'altro, chiuse gli occhi e cercò di respirare lentamente, così da riprendere una lucidità che sentiva probabilmente vacillare. Alcuni di loro non erano infatti a conoscenza delle sue abilità di esorcista... e forse era meglio così. Non riusciva proprio a far del male a qualunque cosa le ricordasse un bambino.
    Però... forse c'era un modo migliore di risolvere la faccenda.

    -Questo tipo di creature non finiscono su piani come il nostro per propria volontà- osservò, dopo un profondo sospiro -Probabilmente è stato evocato da qualcuno a cui apparteneva la casa... e che si è dimenticato di annullare l'incantesimo, quando ha venduto la struttura al mercante.
    A guardarla in volto, sembrava quasi provare pietà per il demonietto, rimasto intrappolato chissà quanto in un mondo diverso dal suo.
    -Dissolviamo tutto e riportiamolo indietro. Probabilmente è quello che vorrebbe anche lui... vero, piccolino?

    Alle parole della suora, il demonietto era appena uscito fuori dal suo nascondiglio. Somigliava spaventosamente ad un bambino piccolo ed ispirava davvero molta tenerezza, se non si prestava troppa attenzione all'aura negativa da lui emanata. Probabilmente Virginia avrebbe dovuto neutralizzarlo, qualora in futuro fosse tornato più adulto e più spaventoso... ma se a stento riusciva a portar rancore per qualcosa, ancora più difficile le apparivano delle morti "preventive". Quel piccolo demone non aveva ancora fatto niente. Non avrebbe ucciso un innocente.
    -Cancelliamo il disegno, rompiamo le candele. Tornerà serenamente al suo luogo naturale.

    Fu così che, con calma e molta attenzione, diede istruzioni agli altri riguardo il rituale svolto e su come cancellarlo. Fortunatamente erano presenti in casa degli oggetti d'argento: con quelli riuscirono a rompere le candele e cancellare la traccia magica di alcuni segni impressi a terra.
    Quando tutto fu completato, il corpicino del demonietto iniziò a diventare traslucido, segno che -effettivamente- l'idea di Virginia stava funzionando. Per la prima volta lo videro sorridere; prima di andar via, però, allungò un braccio paffuto all'interno del suo nascondiglio, estraendo una pallina di carta. La consegnò a Ren, per poi salutarlo con la manina, quasi fossero diventati amici.
    All'interno era nascosto il suo piccolo tesoro, che aveva deciso di dare in eredità al Principino Re di Laputa: tre caramelle alla fragola, una al caramello, due fiorini laputensi ed un curioso ramoscello in legno, tutto decorato.


    Turno 11


    Quest conclusa, metto tutto in valutazione.
    Nel caso vogliate inviare un post di chiusura, potete farlo senza problemi!

     
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30 replies since 17/2/2020, 09:35   541 views
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