La Casa Stregata

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    LA CASA STREGATA

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    "Gran parte del carattere di ogni uomo può essere letto nella sua casa".

    (John Ruskin).


    j24wQdq

    Dimora di An Lushan, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Il nome di An Lushan era abbastanza conosciuto su Laputa, nonostante non fosse nativo del Presidio Errante. Si trattava di un vecchio mercante di stoffe dalla lunga barba liscia e bianca, esattamente come i suoi capelli. Dai caratteristici occhi a mandorla degli occidentali ed in posa retta e dignitosa nonostante l'evidente età avanzata, gironzolava spesso per i giardini, quando non era a lavoro. Gli abiti eleganti e dalle stoffe pregiate lo rendevano sempre ben riconoscibile, e sovente attaccava bottone con i passanti, parlando di filosofia e religioni.

    In molti lo trovavano un vecchietto amabile e simpatico, e lo stesso An Lushan apprezzava Laputa, ragion per cui non temporeggiò molto quando trovò un palazzotto in svendita.
    Dall'aspetto di una torre dalla pianta quadrata e molto larga, nonostante il prezzo, suddetta dimora si innalzava di almeno tre piani ed era merlata sul tetto. Dai muri in pietra ed il portone in legno pesante, emanava una certa aura austera e solida, perfettamente in contrapposizione con gli interni, adattati al nuovo proprietario, al suo lavoro ed a ciò che definiva confortevole. I pesanti e massicci mobili in legno del precedente proprietario erano -infatti- stati venduti, sostituiti da altri con linee più leggere e tipiche del presidio dell'Ovest. Numerosi drappi di sete pregiate tappezzavano pareti e finestre del salotto e di alcune camere, mentre i cuscini ben lavorati erano spesso adagiati a terra, di fianco a tavolini bassi. Numerosi rotoli di pergamena e paesaggi su carta di riso prendevano il posto dei precedenti dipinti, ed un forte odore di incenso si diffondeva in ogni dove, coprendo la fredda umidità del palazzotto con aromi piacevoli e rigeneranti.

    Nonostante fosse evidentemente pronta per essere abitata, il proprietario risultava assente: un signore si era presentato in sua vece, raccontando ai presenti tutte le problematiche che aveva dovuto affrontare An Lushan dall'acquisto della proprietà, e se per i presenti discutere di mobilia e muffe poteva non risultare interessante, a rendere la discussione più movimentata furono invece i racconti della sue prime notti lì dentro. Si parlava di strani notturni, oggetti che si spostavano, porte cigolanti e numerosi fenomeni inquietanti, che lo avevano costretto a lasciare casa e trasferirsi in una locanda.
    Aveva quindi diffuso la richiesta -su pagamento- di passare la notte in quella dimora, così da capire il problema ed -eventualmente- eliminarlo.

    Per questo erano tutti lì, valige in mano e molto caffè in sacca, pronti per quella nuova avventura.

    Turno 1

    Benvenuti in Quest!
    :yuppi:

    Come si può notare, questo è un post introduttivo: i vostri pg sono appena arrivati nella dimora del datore di lavoro nel tardo pomeriggio. La missione consiste nel passare la notte lì dentro e far chiarezza su tutte le stranezze descritte dal proprietario. Descrivete pure il vostro arrivo e se iniziate a prepararvi già per la notte. Potete già suggerire qualche piano o parlare genericamente con gli altri personaggi presenti.
    Oltre a voi, ci sono altri due png: Virginia Nailo [link] e José Gonzales [link].
    Virginia è una suorina dall'aspetto molto giovane, il viso tondo e l'aria non particolarmente intelligente. Occhi nocciola e capelli biondi, porta al dito la Lacrima dell'Alfiere, l'evidente segno che si tratta di un Ufficiale di Presidio.
    Josè è un soldato normalissimo, molto giovane (probabilmente è il suo primo anno di servizio vero e proprio) e dalla pelle bronzea. Ha brillanti occhi verdi e porta con sè un cagnolino dalle zampette corte e l'aria simpatica.

    Kami: essendo tu un commerciante, almeno di bg, sei probabilmente quello che conosce maggiormente An Lushan, e sicuramente hai anche avuto modo di parlarci in passato. E' un vecchio chiacchierone dall'aspetto palesemente asiatico, barba e capelli lunghi, con tante perle di saggezza da distribuire ai giovani. Di base si tratta di un uomo molto corretto -differentemente dalla nomea che si era creato lo scaltro Zucchero- disposto a non guadagnare troppo, pur di perseguire un ideale di rispetto reciproco ed equilibrio karmico. Per questo motivo è fortemente improbabile che vi siano secondi fini alle sue richieste.

    Ren: essendo tu Principe di Laputa, non ti è concesso passare una notte fuori di casa, se non con almeno un paio di guardie. Essendo poi un bimbo piccolo, una delle guardie è il capo dei guaritori laputensi, nonché Ufficiale di Presidio e tua balia: Virginia Nailo.
    A lei è stato però affiancato anche un soldato dell'Esercito Errante, cioè il giovane José Gonzales, che personalmente tu non hai mai visto prima. Ovviamente la tua mamma non è presente sul suolo laputense, altrimenti avrebbe applicato scelte diverse.

    Postare entro il: 2 Marzo, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicare tutto in Bacheca.

     
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    Tabi no Kami | Turno 1



    « Ulysses, hai mai conosciuto An Lushan? »
    « Certo, ho avuto il piacere, perché? »
    « Ho accettato un incarico da parte sua e ho pessimi presentimenti... Si tratterebbe di una "casa stregata". »
    « Allora, signor Kami, le preparo le erbe che le potrebbero occorrere... » il giovane iniziò a cercare alcuni infusi da pipa fra i cassetti del bancone e a disporli su fogli di carta che poi avrebbe piegato con la solita accortezza per formare dei comodi pacchettini.
    « Devi però farmi un altro piacere quando avrai chiuso il negozio. Vai dai nostri cari amici mercanti, quelli affidabili, e chiedi informazione su An. »
    « Non si fida di lui? »
    « No, voglio solo assicurarmi che stia bene. Sarebbe una grossa perdita per il distretto. Ulysses, di solito, quando si parla di posti stregati o infestati si parla anche di persone che sono diventate pazze... »

    La casa del vecchio mercante di stoffe non era molto distante dal negozio eppure non avevo mai sentito parlare di eventi bizzarri o sovrannaturali. Mi incamminai con lo zaino da viaggio, il sacco a pelo ben ripiegato, il pentolino appeso alla cinghia dondolava producendo un ritmico tintinnio. Alcune botteghe stavano iniziando a chiudere liberando lo spazio davanti ai loro negozi dalle varie merci esposte, abiti, cibo, alcuni si fidavano addirittura ad esporre prodotti di valore come piccoli gioielli, qualche gemma e tessuti pregiati, questi mercanti non erano pazzi poiché i crimini non erano così frequenti grazie all'impostazione rigida del distretto.

    Mentre fumavo del buon tè verde ai mirtilli cercai, in un tentativo di preparazione, di mettere insieme ciò che sapevo sui fenomeni sovrannaturali. Il fumo della pipa disegnava volute scostanti e confuse dietro di me, quasi a prendersi gioco del mio voler ragionare. Arrivato ormai a destinazione spensi ciò che rimaneva del tè con un gingillo placcato d'oro e con un minuscolo fregio di dragone dell'Ovest. L'alto palazzo si ergeva nella via come il torrione di un castello, nella sua totale austerità manteneva comunque una sorta di calore probabilmente dovuto alla sfumatura rosea della pietra di cui era fatto. Il portone d'entrata era ricavato da legno massiccio intarsiato nella parte superiore con una fantasia minimale di rombi, i batacchi erano in ferro battuto e non presentavano alcun tipo di effige, dei normali e semplici batacchi. Belli però.

    « Prego, entri pure! » un signore mi aprì e mi fece accomodare all'ingresso dell'abitazione « La... Ringrazio. » per un momento rimasi stupito, mi sarei aspettato An e non qualcun'altro, la mia intuizione quindi non era sbagliata e avevo fatto bene a mandare Ulysses in "ricognizione". « Io sono Tabi no Kami comunque » allungai la mano in segno di saluto. Dopo le dovute presentazioni l'ospite mi fece sedere per attendere un paio di persone, dopodiché avrebbe proceduto a spiegarci la situazione e ci avrebbe lasciato lavorare. Io, capita la solfa, riaccesi la pipa e mi rilassai un po' considerato che la nottata sarebbe stata lunga e probabilmente poco piacevole.

    Poteri Passivi

    ♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.

     
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    Quando la missiva per quella missione gli venne recapitata fra le mani, il giovane Alfiere comprese subito le ragioni.
    Rumori notturni, porte cigolanti, fenomeni inspiegabili... stavano cercando un uomo coraggioso. Un individuo incapace di provare paura, un avventuriero in grado di esorcizzare il terrore, di sfidare il sovrannaturale e sconfiggerlo.
    Mentre stava con le gambe incrociate e poggiate sopra il tavolino a lui di fronte, il valoroso Ren leggeva con occhio attento ogni dettaglio. Da un lato della bocca un bastoncino zuccherato una pipa esalava una leggera nuvoletta di fumo, mentre le iridi smeraldine si assottigliavano per scovare i dettagli nascosti fra una riga e l'altra. Non era il primo caso di questo tipo che gli capitava fra le mani, eppure percepiva qualcosa di diverso... qualcosa di fuori dall'ordinario, che solleticava il suo istinto da grande eroe.

    « REN! »

    Ecco che finalmente giunse anche la fidata assistente, che l'avrebbe dovuto accompagnare in quella nuova missione.
    Spalancò la porta con veemenza, evidentemente elettrizzata per l'emozionante avventura che di lì a breve li avrebbe attesi.

    « COME ACCIDERBOLINA SEI ENTRATO NELL'UFFICIO DELL'ESERCITO?!?
    Lo sai che tua madre non vuole che oooh nononononono, non sono caramelle zuccherate appiccicose quelle che vedo su tutti quei documenti ufficiali nella scrivania del Comandante, vero? »


    Era sempre stata una tipa un po' bizzarra, e forse era proprio per quello che gli era piaciuta così tanto da assumerla. Odiava la monotonia, l'ordinarietà... per questo aveva abbandonato il suo comodo lavoro tranquillo per lanciarsi in qualcosa di sempre più incredibile ed imprevedibile.
    Sorrise quando la vide così entusiasta, complice della mirabolante avventura a cui stavano per prendere parte.

    « ...perché ora stai ridendo?
    ...cos'è quel registratore che hai fra le mani, Ren? Dallo alla zia Virginia, da bravo... »

    -Nuova... MISIONE!
    « NONONONO NON SCAPPARE DI NUOV- »


    Dimora di An Lushan, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando il giovane maggiordomo aprì la porta per accogliere i nuovi ospiti, fu evidente lo stupore sul suo volto: mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi al suo cospetto nientemeno che la famosissima Super-Agenzia-AcchiappaFantasmi di Laputa.
    Il primo ad entrare, con degli occhialini protettivi poggiati sulla fronte ed una tuta bianca voluminosa indosso, contornata da uno zainetto a cui era collegata quella che sembrava essere la punta di un'aspirapolvere, fu niente meno che l'Alfiere in persona, il leggendario eroe-detective in grado di risolvere ogni caso.
    Subito dopo di lui, ma vestiti alla stessa maniera, fecero seguito i due assistenti.

    « Virginia, non capisco: perch- »
    « Zitto. E. Assecondalo. »
    « Sì ma... dovrei essere di ronda. Mi hai afferrato per un braccio, costretto ad indossare questo costume e mi hai portato in... in... che posto è questo?! »
    « Era l'unico modo per non perderlo nuovamente di vista: la tua vita ora dipende da questo bambino. »
    « ...ma... »


    Mentre i giovani apprendisti confabulavano a bassa voce fra di loro, forse analizzando l'ambientazione circostante, il grande Detective fu intanto felice dell'inaspettato incontro:

    -Assitente!

    Il fido investigatore con la pipa che gli aveva offerto un croissant ricoperto di miele! Se lo ricordava molto bene, lo aveva affiancato nella sua ultima spedizione. Si era dimostrato tanto bravo da aver ricevuto una promozione: era lui ora infatti a dirigere la filiale Laputense della sua agenzia investigativa. Si sarebbe dovuto aspettare di ritrovarlo, in effetti: degno di lui! Ne fu orgoglioso, ma cercò di non darlo troppo a vedere.

    -Alloa... doe sono i fatasmi?

    Dritto al sodo, come suo solito.
    Non c'era tempo da perdere.

    FORTUNA SFACCIATA
    Ren è un demonietto incredibilmente fortunato: trova informazioni giuste, piace alle persone giuste, riesce a scamparla anche nelle situazioni che sembrano tra le più disperate. Tutto ciò non accade grazie ad immensi poteri o strabilianti astuzie... ma per semplice e sfacciata fortuna!
    Gli "scampati pericoli" o le situazioni favorevoli in quest saranno sempre decisi dal Quest Master, il quale valuterà volta per volta l'utilità della passiva nelle varie situazioni di gioco.
    [Fortuna Perenne]

    OCCHI DELL'INNOCENZA
    "CHECCARINO!!!" E' la prima cosa che si pensa quando lo si incontra; i suoi occhietti grandi, il visino paffutello e dolce... tutto in lui ispira tenerezza. Chi entrerà in contatto con Ren e non avrà difese appropriate, non riuscirà a fare del male al bambino, piuttosto si sentirà inspiegabilmente invogliato a coccolarlo e a viziarlo.
    [Malia di tenerezza]

    LEGAME CON LA FONTE
    Per comprendere una delle caratteristiche base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo, perché come gli angeli, i Galanodel sono legati alla Fonte, ed è questa a non renderli intaccabili da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete", come batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono tendenzialmente immuni agli agenti esterni.
    [Immunità agli agenti esterni passiva]

    VOCE DELL'INNOCENZA
    Forse è colpa delle orecchiette e della codina che attirano le attenzioni, forse è colpa del bellissimo verde smeraldo dei suoi occhi, o forse è semplicemente merito del dna da ladro e volpe del padre... qualunque sia la ragione, è praticamente impossibile distinguere bugia e verità nelle parole del demonietto. In questo modo sarà più semplice per Drusilia convincere il resto del mondo che il suo bimbo in realtà è un angioletto bravissimo ed innocente, no? Dopotutto... se Palanthas è improvvisamente preda delle fiamme non può certo essere colpa di un bambino.
    [Spara-balle]

    UN PICCOLO LADRO IN ERBA
    Seppur in modo maldestro, la piccola Volpe possiede a tutti gli effetti le stesse abilità naturali da Ladro del padre. Un patrimonio genetico che lo rende di fatto impercepibile: potrebbe osservarvi da dietro una sedia od una pianta senza che ve ne accorgiate!
    Certo, sempre che non decida di tradirsi lanciandovi qualcosa contro, o mettendosi a correre d'improvviso; a quel punto il tap-tap-tap rapido e ravvicinato dei suoi passettini potrebbe tradirlo sulla sua presenza.
    Sarà anche una Volpe, ma è pur sempre un bambino.
    [Passiva di anti-auspex di tipo radar]

    DENTINO
    Degno del piccolo demonietto quale è, Ren possiede un piccolo dente affilato in grado di lasciare letteralmente il segno! Chiedere a Lowarn per eventuali testimonianze.

    SCRIGNO DELL'ARMAGEDDON [img]
    Si narra che questo apparentemente innocuo cofanetto ligneo sia attratto da grandi eroi, avidi governanti e mortali disperati – e la leggenda vuole che il suo uso smodato provocherà un giorno il rilascio dell’apocalisse. Solo il suo legittimo proprietario è in grado di sollevarne il coperchio per massimo cinque volte a giocata (consumando ogni volta una quantità variabile di mana ed eventualmente occupando uno slot tecnica), estraendo per miracolo un singolo oggetto a discrezione del QM dalla Vetrina del Mercante del mese corrente. L’utilizzo di ogni oggetto estratto sarà naturalmente vincolato dalle clausole presenti nelle relative descrizioni. Il livello di rarità da cui si può attingere e la durata dell'evocazione dipendono dal consumo energetico speso, come indicato nella tabella allegata (le celle rosse indicano la necessità di occupare uno slot tecnica).

    Rarità \ ConsumoBassoMedioAltoCritico
    ComuneTre turniFino a fine giocata//
    RaroUn turnoTre turniFino a fine giocata/
    Epico/Un turnoTre turniFino a fine giocata
    Leggendario//Un turnoTre turni


    Edited by Ren Galanodel - 7/3/2020, 23:35
     
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    Terminato il giro di saluti e le informazioni di rito, l'uomo che aveva loro aperto la porta ebbe finalmente -e felicemente- modo di congedarli, evidentemente desideroso di andarsene da quel posto maledetto. Inchinandosi ai presenti ed aprendo l'enorme portone, lì lasciò soli, così da permettere loro di indagare o di gironzolare.

    Il piano terra era quasi un ambiente unico, salvo che per una cucina abbastanza intima ed un bagno di servizio. Come molte case di buona famiglia, il bagno era fornito di una seggiola forata -in quel caso di legno negli esterni, in ceramica all'interno- con scarico direttamente in un sistema di tubature. Era anche presente un piccolo lavandino con acqua corrente e per terra un secchio già pieno di acqua, unico sistema per ripulire quella "latrina in casa" a forma di sedia, non presente in tutte le abitazioni.
    Questo dettaglio divenne evidente nel momento in cui Josè -nel giro di ricognizione- si trovò ad aprire la porta, osservando la sedia forata con una certa ammirazione e commentando che a casa sua non c'era nulla di simile. Dopotutto era nato nel Primo Girone, in uno dei quartieri più poveri: nonostante non si morisse di fame, i servizi igienici erano fuori di casa ed in comune con il resto del vicinato. Mancava anche l'acqua corrente, che era spesso prelevata ad uno dei numerosi pozzi o fontane.

    Anche cucina era molto semplice: un piccolo tavolo basso per (al massimo) quattro persone era posto di fianco ad un piano cottura in legno non troppo grande ed adiacente ad un braciere spento. Numerose erbe e foglie di tè erano appese ai muri o racchiuse in boccette di vetro disposte ordinatamente su più scaffali, segno che il mercante aveva già iniziato a disporre i propri averi, prima di andarsene. Virginia fu la prima ad arrivare in quella camera e l'ultima ad andarsene, troppo presa dalla ricerca di sedie inesistenti, rendendosi conto solo alla fine -e con un discreto ritardo- che quelli del Presidio dell'Ovest s'inginocchiavano a terra quando erano a tavola.

    La sala più grande doveva essere invece un enorme soggiorno, considerando la presenza di un bel camino in marmo, numerose zone su cui accomodarsi ed un mobile in legno ricolmo di libri e pergamene. Considerando che era stato il primo ambiente in cui erano finiti, considerando che era quello con la porta d'ingresso su una delle pareti, i presenti non notarono nulla in più rispetto a prima, a parte la presenza di scale per il piano superiore e quello inferiore, disposte sul lato sinistro rispetto al portone principale, in un punto dove si sarebbero notate poco, se non si era esattamente alla loro ricerca.

    Turno 2

    Molto bene, scusate il ritardo, ma è stato un periodaccio per tutti.

    Detto ciò, vi annuncio che la quest -essendo di tipo investigativo- è molto focalizzata sull'iniziativa dei personaggi. Questo vuol dire che se non si fa attivamente nulla (dal focalizzarsi su qualche dettaglio o muoversi in altri ambienti, o toccare/prendere/rompere/altro cose, semplicemente non si va avanti. In questo caso, ho fatto muovere i png per tutto il piano inferiore, concedendovi una panoramica molto generica del piano-terra. Ora che siete soli, decidete il da farsi.

    Per chi si approccia la prima volta a questo tipo di gioco su pbf, suggerisco di applicare la stessa metodologia investigativa dei giochi cartacei, che a volte torna utile. Altrimenti improvvisate, ma ricordate di essere investigatori, quindi non ci saranno molti eventi o scoperte, se non li cercate.

    Postare entro il: 29 Marzo, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicare tutto in Bacheca.

     
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    Terminate le ovvie e scontate presentazioni, doverose unicamente per rito e buon costume (d'altronde chi è che già non conosceva la sua agenzia acchiappa-fantasmi? Erano lì perché lo avevano chiamato, dopotutto!), era giunto finalmente il tempo di mettersi in azione. Il maggiordomo li accompagnò in un breve giro panoramico, mostrando le stanze del piano principale su cui gli avventurieri si trovavano.
    Il bagno, la cucina, il soggiorno... un tour guidato scarno di dettagli, poche informazioni ed una casa arredata con poco gusto e colori. Il piccolo investigatore appuntò molti dettagli in quella rapida e semplice camminata, piccoli particolari che resero chiara fin da subito la situazione.
    Quel posto era infestato dai fantasmi? Beh... non se ne sarebbe sorpreso.
    Prima cosa: mancavano animaletti. Uno dei motivi per cui la casa del grande Re pullulava di tantissimi animali, che spaziavano da uccellini canterini a volpi morbidissime, era perché scacciavano gli spiriti cattivi ed i brutti sogni. La mamma era sempre stata molto chiara a riguardo: fintanto che un pappagallino con le guance rosse e tonde avrebbe cantato una canzoncina nelle mura domestiche, nulla sarebbe mai potuto andare storto.
    Secondo: non c'era alcun profumo di cibo. Cosa poteva far avvertire ad uno spirito maligno l'assenza di persone in una casa, se non un anonimo e neutrale profumo d'aria comune?! In quella casa non si respirava aria dolce ed accogliente, ma freddo ed inospitalità... il clima ideale in cui potevano proliferare i fantasmi.
    E terzo........ non se lo ricordava più.
    Ma non importava!

    -Asittente.

    Era tempo di mettersi al lavoro. Per questo, una volta ritrovatisi soli nella magione oscura e malvagia, il piccolo Galanodel richiamò l'attenzione del fidato compagno di avventure, con il quale l'intesa era oramai talmente consolidata al punto che non serviva altro che uno sguardo per comprendersi. Incrociarono le iridi, annuì in sua direzione, e con passo cauto e silenzioso si avventurò nei meandri della cucina.
    Valicata la porta della stanza estrasse allora dalla tasca il più invidiabile concentrato di tecnologia: una piccola scatola di cartone con una cannuccia un rilevatore di frequenze spettrali. Girò la manopola per azionarlo e dunque iniziò a muoversi fra una mattonella e l'altra, con estrema cautela. Il minimo sfarfallio nelle onde sonore avrebbe segnalato lui una presenza malvagia nei dintorni, un nemico da rinchiudere subito nella gabbia indistruttibile che portava sulle spalle.
    Perché aveva scelto proprio la cucina, avrebbero chiesto i suoi più grandi fan? Beh, era ovvio: non per cercare del cibo, come ad esempio delle torte nascoste in qualche credenza. Oppure dei croissant alla marmellata nascosti con grande cautela, o barrette di cioccolato infilate nel mezzo di tovaglie. No, certo non per quelle cose lì. Nemmeno del gelato, figuriamoci. Semplicemente... nei film sui fantasmi i primi segnali si manifestavano sempre nella cucina. Posate che volavano da sole, piatti che cadono misteriosamente...
    Si posizionò dunque di fronte al primo sportello della cucina. Si assottigliò con sopraffina eleganza sulla sua superficie, e d'improvviso... lo aprì!
    Cosa avrebbe trovato in quell'anta del mobile? Ed in quella dopo ancora? Cosa avrebbe trovato in quella cucina?!
    Fantasmi? Torte? Prove di un loro passaggio?
    L'avventura si preannunciava più misteriosa che mai... ma una cosa era certa: non un angolo di quella cucina sarebbe rimasto inesplorato.
    Nemmeno i ripiani del frigorifero.
    E la dispensa.
    Ed il freezer.

    Mana: 100%

    Passive
    • Fortuna Sfacciata: [Fortuna Perenne]

    • Occhi dell'Innocenza: [Malia di tenerezza]

    • Legame con la Fonte: [Immunità agli agenti esterni]

    • Voce dell'Innocenza: [Spara-balle]

    • Un Piccolo Ladro in Erba: [Passiva di anti-auspex di tipo radar]

    Equipaggiamento
    • Dentino: [arma]

    • Scrigno dell'Armageddon: [oggetto del mercante]
     
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    Tabi no Kami | Turno 2



    « Detective! Che piacere! » ridetti del fortunato incontro. Di nuovo all'avventura con quella piccola canaglia (di cui però ancora non sapevo il nome, in effetti). Dopo i convenevoli fummo lasciati all'esplorazione della casa, io e il ragazzino ci guardammo e ci capimmo al volo: lui avrebbe controllato la fonte di cibo, la cucina, e a me invece toccava il lavoro sporco, la latrina! I suoi assistenti non ebbero nemmeno il tempo per presentarsi, ma sicuramente se ne sarebbe presentata l'occasione più tardi.

    Mi incamminai per i corridoi della magione, a passo lento, le orecchie ben aperte e tese a captare qualsiasi rumore sospetto. Arrivato in bagno iniziai a controllarne ogni angolino. L'avanzatissimo "vaso da notte" era di ceramica e legno, sicuramente segno di enorme disponibilità economica visto l'alto livello di manualità richiesto per lavorare con la ceramica. C'era anche un lavandino... E un rubinetto! Decisi che valeva la pena di tentare e aprire l'acqua. Questi due sistemi di "toeletta" erano collegati ad un sistema di tubature, evidentemente, di conseguenza alcuni rumori sarebbero potuti prevenire da lì. Era presente anche un secchio pieno d'acqua, utilizzato per sciacquare via gli escrementi. Lo usai per testare anche le tubature della latrina. Chissà quali suoni sinistri avrei potuto sentire grazie a questo piccolo, sporco, esperimento idraulico...

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    Sfortunatamente per loro, le camere analizzate apparivano perfettamente normali. La cucina era pulita e funzionante... ma senza caramelle e dolcetti. Perfetta ma desolata, totalmente priva di quel calore tipico che sapeva di amore e famiglia, presente anche negli appartamenti regali, nei quali non mancavano mai torte, bignè ed altre delizie per i più golosi.
    Lo stesso valeva per il bagno: le tubature sembravano assolutamente funzionanti, addirittura quasi nuove -forse grazie a lavori pregressi di ristrutturazione- al punto da far sfuggire qualche dubbio sulla possibilità che non fossero state ancora usate. Nessun suono sinistro, solo lo scrosciare rapido ed appena udibile dell'acqua del secchio, che -oltretutto- terminò molto rapidamente.

    A quel punto, tristi per quegli scarsi risultati, tutti i presenti si radunarono nella sala principale, in cui il piccolo Ren intravide finalmente un porta bon-bon elegantemente decorato da cui rifornirsi. Josè, con l'aria di qualcuno che si era ritrovato in un pessimo imprevisto durante quello che doveva essere il suo turno di lavoro, incrociò le braccia e si esibì in un broncio scontento. Virginia -invece- si limitava a guardarsi attorno, fortemente a disagio.
    Che fare, a quel punto?

    Turno 3


    Nuovo turno: le zone in cui avete cercato non hanno rivelato nulla di strano, il che è comunque un dato importante per le investigazioni. I png al momento non son molto loquaci o con molta iniziativa, anche perché non era nemmeno loro intenzione essere lì.
    Quale è quindi il prossimo passo da fare nell'investigazione?

    Ps: se riuscite ad accordarvi (ma anche se volete fare ognuno per conto suo) potete mandarmi un messaggio privato su chat o per mp in cui mi dite cosa cercherete adesso e dove. In questo modo vi fornirò altri dettagli da aggiungere al vostro prossimo post.

    Postare entro il: 6 Aprile, ore 23:59.
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    Ma quella casa... era un concentrato oltraggioso delle più infime illegalità!
    Chi era quel vile individuo che osava invitare l'Alfiere nella sua magione senza rifornirla adeguatamente della giusta riverenza dolciaria?! Niente, nella cucina non c'era n-i-e-n-t-e! Un'infrazione di una tale portata superava persino quella di chi andava a rubare nelle pasticcerie... ma che fine aveva fatto il buon senso nei cittadini Laputensi?! Era questo il regno che il Re si ritrovava fra le mani?
    No, e nossignore: non sarebbe passato alla storia come il Principe che tollerava simili affronti. Avrebbe risolto il caso, perché lui era un professionista e-s-e-m-p-l-a-r-e, e poi sarebbe intervenuto con l'Esercito. Zia Shantotto sarebbe stata indignata tanto quanto lui, quando avrebbe sentito parlare di quell'affronto.

    Si ritrovarono dunque nella stanza principale con l'Assistente numero uno, anche lui -a quanto pareva- a mani vuote. Nessun segno da parte dei fantasmi, come confermato dal radar che non aveva emesso alcun segnale... si nascondevano, eh? E facevano bene. Perché erano loro a dover avere paura, non il Re! Lui non aveva paura dei fantasmi. Ne aveva già sconfitti a bizzeffe, per proteggere il fratello maggiore che aveva persino timore di dormire solo e gli teneva sempre la mano. Lowarnn ne aveva paura, non lui.
    Ma bando alle ciance: era giunto il momento di...
    ...aspetta.
    Aspetta.
    Le orecchie super attente del piccolo ma grande volpino si rizzarono improvvisamente. Aveva colto qualche dettaglio mistico? Era forse un preambolo per...

    -ui uiiii uiiiii

    Il radar trova fantasmi! Stava suonando!
    Aveva forse stanato lo spirito maledetto?! Si lasciò guidare dall'antenna del suo marchingegno supertecnologico, puntandola in una direzione ben precisa. Fece un cenno alla zia-assistente per prenderlo in braccio e guidarlo verso uno dei ripiani in prossimità della parete. Che fosse il vaso lì adagiato?! Il fantasma si era nascosto lì dentro?? Oppure...
    ...era quel porta bon-bon misterioso? Era quello il suo rifugio?!
    Coraggioso come suo solito, il piccolo Alfiere si fece carico di aprire la scatolina maledetta, per verificare in prima persona. Sfilò lentamente il coperchio e...
    ECCOLO!
    ...no, era scappato. Veloce come un fulmine, quel fantasma... ma aveva lasciato delle tracce. Dei cioccolatini, per la precisione. E quello fu un grave errore, poiché l'abile Detective li prese con se. Quel profumo, ed il loro sapore... lo avrebbero guidato verso lo spirito malvagio.
    Ne mangiò subito uno, per fiutare immediatamente una nuova pista. Non poteva essere andato lontano...
    Ed infatti!

    -Psst

    Fece un cenno discreto ai due assistenti per attirare la loro attenzione, pronto ad istruirli sulle nuove azioni da intraprendere. Non poteva essere andato lontano, questo gli suggeriva il suo intuito... e così diede loro istruzioni, silenzioso e furbissimo per non farsi sentire nemmeno dal fantasma.
    Con il ditino tondeggiante e sporco di cioccolata indicò all'assistente svitata il divano, perché in qualche modo era certo che il loro nemico cacciasse via il padrone di casa per mettersi comodo nella sua casa, un classico.
    All'assistente imbranato consigliò il mobile ricolmo di libri e pergamene. Ma non perché lui non li sapesse leggere, era bravissimo anche in quello! Lowarnn gli leggeva le storielle prima di dormire (mentre lo teneva per mano per la paura dei fantasmi) solo perché ci teneva tanto e glie lo faceva fare. Mica perché non era capace da solo. Figuriamoci.
    Il Grande Alfiere, invece, sfruttando la sua taglia minuta avrebbe analizzato il camino, perché era lì che sicuramente il fantasma si nascondeva la notte! Doveva solo capire... come...

    « Ren! Non si butta in giro la carta delle caramelle, lo sai... »

    ...cosa? Cosa stava insinuando l'assistente?!

    « Aspetta... tu non ti sei avvicinato a questo divano, vero? »

    La piccola volpe assottigliò gli occhi con fare offesissimo. E non perché avesse ricevuto un'accusa gravissima, ma perché quelle caramelle non erano state mangiate da lui!

    -Chi è 'tato?
    CHI HA UBATO E CAAMELLE?


    Effettivamente qualcosa non tornava... era vero che Ren era un demonietto ladro molto agile e scaltro, ma era solito mascherare in altro modo le sue colpe. Nei suoi occhi c'era del sincero risentimento, qualcosa che faceva intuire non stesse mentendo. Virginia era stata la sua badante in diverse occasioni, aveva capito bene o male i suoi modi di fare.

    « Qui ci sono solo favolette. Parla di spiriti della natura, di come vadano trattati... »

    Intervenne a quel punto della discussione anche l'assistente super-novizio, che raccontò l'esito della sua perlustrazione nella parte noiosa della stanza.
    Si scambiò uno sguardo con Virginia, vide cosa aveva fra le mani e... poco dopo aggiunse:

    « ...di come non vada mai negato loro il cibo, poiché se ben disposti ti proteggeranno sempre. »

    Improvvisamente, l'illuminazione dell'Investigatore.
    Ecco perché la cucina era vuota! Non era il proprietario un illegale malfattore... ma uno dei suoi presunti assistenti ad aver mangiato tutto prima che lui potesse accorgesene! Ed ora cercava di scaricare persino la colpa sul volpino, che aveva riconosciuto subito come il nemico più temibile all'interno di quel gruppo! Che incredibile investigatore... non era caduto nell'inganno né era stato avventato. Aveva atteso fino all'ultimo prima di processare il padrone di casa perché sapeva che aveva bisogno di prove, che gli sfuggiva qualcosa.
    Ancora una volta, il detective strabiliante aveva risolto il caso. Poteva premiarsi con un nuovo cioccolatino da mangiare.
    Ma ora restava ancora un quesito: chi dei suoi assistenti era il traditore?!
    Gli occhi scaltri del volpino saettavano furiosamente fra i presenti nella stanza.

    Virginia e José, invece, ebbero tutt'altra intuizione... e per questo si voltarono verso l'altro collaboratore, nella speranza che li aiutasse ad uscire da quella situazione senza contrariare troppo l'evidente genialità del piccolo Alfiere. Perché anche lui aveva chiaramente capito che il 2+2 da fare era di tutt'altro tipo, no?
    Iniziavano quasi a pensare che il bambino possedesse seriamente un innato talento come investigatore... da affinare semplicemente con gli anni.

    Note: di seguito le info fornire dal QM -come da indicazione dello specchietto precedente- in seguito alle domande rivolte in privato. Ho anzitutto avuto il permesso di manovrare i png, e questo è il risultato delle azioni/risposte:
    • Virginia che indaga il divano: fra le pieghe, trovano delle carte di dolcetti, tipo cioccolatini o caramelle, ma non sono di ren.
    • José che indaga su libri e pergamene: fra i libri trovano documenti e altra roba noiosa, a parte un libro che sembra quello delle favole. Dentro però mancano i racconti classici, piuttosto ci sono alcune lodi agli spiriti della natura, oltre che alcune massime su come trattarli
      Ad esempio sta scritto che non va mai negato il cibo e considerazione agli spiriti della natura, e che se sono bendisposti ti proteggeranno per sempre.
    • Ren che indaga nel camino: nel camino non trovano nulla.

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    La piccola ricerca nel bagno non aveva dato alcun risultato soddisfacente, in effetti An Lushan si era da poco trasferito e comprensibilmente aveva sistemato l'impianto idraulico. Tornai sui miei passi verso il salone d'entrata e con sorpresa vi ritrovai subito il piccolo detective e i suoi "assistenti" intenti ad analizzare meglio la stanza. « Ren! Non si butta in giro la carta delle caramelle, lo sai... » la donna che accompagnava il bimbo stava rovistando nelle pieghe del divano e dal mezzo aveva appena tirato fuori carte di caramelle e cioccolatini « Aspetta... tu non ti sei avvicinato a questo divano, vero? » continuò.

    Rimasi leggermente divertito ma in silenzio, osservando anche l'altro assistente che nel frattempo stava controllando pergamene e tomi della libreria. Le cartacce nel divano erano davvero molte e An Lushan non mi pareva un animale, lui le avrebbe gettate nel cestino o forse non le avrebbe nemmeno mangiate per non scomporre la sua figura da elegantone. « Chi è 'tato? CHI HA UBATO E CAAMELLE? » esclamò il piccolino « Qui ci sono solo favolette. Parla di spiriti della natura, di come vadano trattati... » l'interruzione del secondo assistente salvò la situazione intervenendo « Il bagno è in perfette condizioni e anche le tubature... Non ci troviamo di fronte ad un'allucinazione uditiva... » dissi quasi fra me e me, quasi a completare un ragionamento « ...di come non vada mai negato loro il cibo, poiché se ben disposti ti proteggeranno sempre » continuò l'assistente. Mentre il bimbo si arrovellava nei suoi fantasiosi pensieri Virginia e Josè mi guardarono, avevamo tutti avuto la stessa intuizione probabilmente.

    Mi avvicinai al piccolo investigatore «Mio piccolo amico, ho come l'impressione che io e te abbiamo una passione in comune con lo spiritello che abita qui... A tutti e tre piace il cibo, quello buono però! » ridetti un poco, frugai nelle mie tasche e tirai fuori dei biscottini da tè, li poggiai sul tavolino da caffè che stava vicino al divano. Il profumo dello zenzero era irresistibile, quei biscotti sprigionavano l'essenza delle festività invernali. « Questi... » dissi indicando i dolcetti sul tavolo « ...Non sono per noi, ma per lui » questa volta indicai il soffitto, come a rappresentare un'entità superiore a noi. Beh, più a loro che a me. Tirai fuori un biscottino che mi era rimasto e lo cedetti al detective in erba. « Forse è il caso di nasconderci qui vicino e attendere... »

    Poteri Passivi

    ♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.

     
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    LA CASA STREGATA

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    "Gran parte del carattere di ogni uomo può essere letto nella sua casa".

    (John Ruskin).


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    Dimora di An Lushan, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Desiderosi di scoprire la verità riguardo il cibo depredato, il gruppo di investigatori preparò una trappola, per poi nascondersi. Chi si lanciò dietro le tende, chi sotto una scrivania... trascorsero così i minuti, ma non accadde nulla.
    Vero era che -purtroppo- nascondersi in quel salone non era affatto semplice: ci fosse stato realmente un ladro di leccornie, non si sarebbe certo avvicinato in quel modo, o con quelle premesse.

    « ...secondo me dovremmo andare a riposare. »
    Disse improvvisamente il soldato, improvvisatosi "piantana vivente", con la testa nascosta da un paralume, sottratto all'arredamento circostante. Nella foga del nascondersi, l'aveva trovata un'ottima idea... salvo poi sentirsi stupido, nel rimanere in posa per diversi minuti.
    -Josè!- lo ammonì Virginia, ancora visibile dietro un tendaggio -Se parli ti sentono!
    « Non cambia nulla. Se davvero qualcuno vuole fregarci il cibo, sa che siamo qui, quindi aspetterà che crolliamo »
    In effetti il ragionamento non faceva una piega.
    « E poi non abbiamo nemmeno controllato tutta la casa... »

    Del silenzio assorto seguì quella constatazione, e Josè non perdette nemmeno troppo tempo nel far ragionare Virginia, che in qualche modo conosceva già da un po'. Non era una Volpe, ne' concretamente -come il loro principe- e nemmeno metaforicamente. Sperare che trovasse soluzioni intelligenti era fuori discussione.
    Si rivolse piuttosto agli altri due, ai rispettivi nascondigli.
    « Allora... che si fa? »

    Turno 4


    Nuovo turno: nascondersi si è rivelato difficoltoso, e Josè fa notare che -ammesso vi sia qualcuno- sa che sono lì, e nascondersi serve a poco. Molto meglio andare a dormire (o fingere di farlo). Inoltre fa anche notare che ci sono zone della casa che ancora non son state controllate.

    Postare entro il: 6 Maggio, ore 23:59.
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    Nel mentre che il grande Detective elaborava nella sua arguta testolina un milione di possibili scenari su come avrebbe potuto smascherare il traditore, l'assistente prediletto gli si avvicinò con passo cauto.

    « Mio piccolo amico, ho come l'impressione che io e te abbiamo una passione in comune con lo spiritello che abita qui... A tutti e tre piace il cibo, quello buono però! »

    He!
    Come si vedeva che lui era stato il suo discepolo migliore! Aveva imparato proprio tutto dal maestro... ne era molto orgoglioso, ma si limitò a sorridere senza scomporsi troppo: non doveva viziarlo con i complimenti. Anche se a quel punto decise poi di tirare fuori dei biscotti, posizionandoli su un tavolo per organizzare ovviamente uno spuntino: lavoravano ininterrottamente da ore, se lo erano meritati!

    « Questi... Non sono per noi, ma per lui »

    ...lui? Il traditore?
    Chiaro, voleva tendergli una trappola! Ne sapeva proprio una più del diavolo... glie aveva anche offerto un dolcetto in via preferenziale, segno del profondo rispetto che nutriva nei suoi confronti. Il Principe lo accettò di buon gusto, assaporandolo subito: ok, era buono. Avrebbe sicuramente funzionato come esca.
    Il particolare che ovviamente non sfuggì alla piccola Volpe era l'aver indicato il soffitto... era lì dunque che l'aveva visto fuggire? Bene, allora avrebbero seguito il suo consiglio e si sarebbero nascosti, in attesa.

    Passarono i minuti, ma nulla sembrava accadere nella magione. Mangiò un cioccolatino per non perdere la traccia olfattiva dello spirito malvagio.
    Passarono degli altri minuti, ma il dolce aroma dei biscotti si diffondeva spietato nella stanza, senza che nessuno ne cadesse vittima. Mangiò un altro cioccolatino per non perdere di vista l'obiettivo.
    Passarono ancora degli altri minuti, ma nulla; come se non bastasse, il sacchetto di cioccolatini era appena finito... non andava bene. Era evidente che lo spirito malvagio non si faceva vivo perché aveva degli alleati che lo aiutavano, e facevano la spia... qualcuno che, CASUALMENTE, poteva coincidere con il traditore che aveva mangiato le caramelle nascondendole nel divano?!
    Tutto tornava!

    « ...secondo me dovremmo andare a riposare. »
    -Josè! Se parli ti sentono!
    « Non cambia nulla. Se davvero qualcuno vuole fregarci il cibo, sa che siamo qui, quindi aspetterà che crolliamo. E poi non abbiamo nemmeno controllato tutta la casa... »

    -MMMM

    Qualcuno qui sembrava conoscere molto bene le abitudini degli spiriti malvagi, eh??
    Ci sarebbe dovuto arrivare subito: Virginia gli preparava le torte quando non c'era la mamma, l'assistente gli offriva i dolcetti ogni volta che poteva... chi era l'unico dei presenti a non aver rispettato le leggi Laputensi???
    Un vile soldato infiltrato nell'Esercito... un classico. Doveva immaginarselo.

    « Allora... che si fa? »

    Lo stava sfidando, dunque? Ebbene, avrebbe compreso da solo perché era conosciuto da tutti come l'Imbattibile Alfiere Volppino Detective. Glie l'avrebbe fatta vedere lui!
    E la prima mossa era molto semplice... aveva commesso un grosso errore, dandogli la possibilità di fare la prima mossa.

    -Tu, io, sù.

    Esordì immediatamente il Re, dichiarando lo scatto matto. Le ditina paffute indicarono per prima Virginia, poi se stesso ed infine il piano superiore.
    Perché? Beh, era ovvio: l'assistente aveva detto prima che l'aveva visto scappare lì.
    E gli altri due, allora?

    -Tu, ui, giù.

    Ha-ha! Così mandandolo al piano inferiore gli avrebbe impedito di incontrare il suo complice, e così facendo li avrebbero tenuti separati!
    L'assistente era abile a sufficiente da tener testa a quel vile mascalzone, mentre il grande Investigatore si sarebbe occupato del nemico principale. Un piano perfetto.
    Ma prima di metterlo in atto, si arrampicò sulla giacca dell'amico fino a giungergli in spalla, pronto a sussurrare:

    -E' ui il taditoe.

    Era suo dovere metterlo in guardia, nel caso ancora non l'avesse capito. Dovevano essere pronti a tutto.
    Detto ciò sarebbe tornato in braccio alla zia Virginia, pronto ad incamminarsi lungo le scale per il piano superiore. In braccio non perché non sapesse fare le scale da solo! Non era vero che ogni tanto gli capitava di cadere e rotolare giù sulla sua stessa coda.
    Era solo che doveva preservare tutte le energie per lo scontro finale.

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    Tabi no Kami | Turno 4



    « Tu, ui, giù. » la trappola non aveva funzionato, lo spirito non voleva presentarsi a noi. Il piccolo detective aveva deciso di salire ed esplorare il piano superiore, lasciandomi con il soldato e consigliandomi di scendere sotto e controllare quel pezzo di magione. Annuii con la testa e sorrisi, il bimbo mi si avvicinò e si aggrappò rapidamente, come fanno i gatti, alla mia giacca. Arrivato sulle spalle mi sussurrò all'orecchio « E' ui il taditoe » riferendosi all'uomo « Va bene, ci penso io... » bisbigliai in risposta.

    « E' ora di andare, ci conviene ritrovarci qui... Nel caso in cui trovassimo qualcosa di urgente o sfuggevole, beh... Potremmo urlare forse... » sarebbe stato meglio seguire il consiglio di Josè probabilmente e riposare giusto un po', magari sorseggiando un po' di tè con dei biscottini o una bella tisanina. Chissà.

    « Andiamo Josè » dissi richiamandolo. Ci incamminammo verso le scale, io tirai su l'abito e lo sistemai con uno spillone, così che non mi intralciasse nei movimenti. A passo lento ci eravamo allontanati dal salone, ormai non sentivamo più nemmeno gli altri due, c'era un silenzio innaturale e i quadri erano come attenti a dove mettevamo i piedi. Arrivati alle scale ci prese un po' di sconforto, chi si sarebbe avventurato per primo? « Josè, vai avanti per piacere. » dissi con fermezza.

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    POV: Ren Galanodel.

    Il piano superiore della magione, nonostante fosse all'incirca grande quanto quello da cui provenivano, dava uno strano senso di claustrofobia, forse a causa del lungo e stretto corridoio a cui si accedeva tramite le scale. Sulle pareti ormai vuote, adornate talvolta di qualche pergamena preziosa, vi era ancora il segno di precedenti quadri su di esse appesi, grandi abbastanza da ritrarre persone a grandezza naturale.

    Tre porte conducevano ad altrettante stanze: la prima portava ad una semplice camera per gli ospiti. Lo si capiva dalla totale assenza di effetti personali, ma dalla presenza di oggetti particolarmente curiosi o rari -ottenuti probabilmente tramite il suo lavoro di mercante.
    Vi era infatti una teca con gioielli esposti dall'aspetto non particolarmente prezioso -più simili a reperti in legno ed osso, forse appartenuti ad un antico re o sacerdote-, una cornice di cristallo con una pergamena dall'aria estremamente fragile ed antica -riportante scritte dall'idioma sconosciuto- ed un pugnale non affilato bene in mostra su un espositore. Su di esso erano dipinte ed intarsiate scene di caccia.

    La seconda porta conduceva ad un bagno, praticamente identico a quello del piano terra, se non fosse per la presenza di un'enorme vasca per le abluzioni in ceramica lavorata, spaziosa abbastanza da farci entrare comodamente tre individui adulti.

    Alla parete di fronte a queste due prime aperture, una terza conduceva ad una stanza da lavoro: vi era una scrivania, una marea di documenti, e numerosi scaffali utilizzati per contenere registri ed altre pratiche squisitamente burocratiche. Nulla di tutto ciò era chiuso a chiave, né si trovava nei dintorni qualche cassaforte, segno che vi fossero custodite cose di poco conto.

    Ultima camera, il cui accesso era esattamente di fianco a quello dello studio, era quella dello sventurato proprietario. Un probabile letto a baldacchino era stato sostituito dal tatami, e la mobilia era chiaramente riconducibile a quella tipica del Presidio Occidentale. Differentemente dall'altra stanza, non vi erano oggetti da esposizione, piuttosto qualche suo vestito nell'armadio, oggetti personali come un paio di bastoni lavorati, usati per trascinarsi sotto il peso della vecchiaia, ed un paio di cornici con sopra dipinto il suo volto da giovane, accompagnato da una donna dai capelli neri e lisci ed una bambina.

    Ancora fra le braccia di Virginia, il Re volpino non avrebbe potuto scorgere nient'altro, osservando forse quanto fossero disposti male gli spazi, considerando che l'intero piano sembrasse decisamente più piccolo di quello sottostante, cosa impossibile, vista la struttura relativamente semplice del palazzo.

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    POV: Tabi no Kami.

    A malincuore -tuttavia consapevole del suo ruolo, anche in quella vicenda- il soldato laputense ascoltò le richieste del signore, portandosi in avanti ed entrando per primo nel seminterrato. Procedendo di qualche metro a tentoni, riuscì a trovare la prima lanterna sul percorso alla fine delle scale, che accese immediatamente. L'ambiente che si rivelò a loro era ampio ed in penombra, difficile da osservare, dato che la luce di una sola fonte finiva per disperdersi. Dovettero accenderne almeno cinque, lungo tutta la parete, per avere un'idea chiara di cosa ci fosse lì.

    Utilizzata come cantina dal precedente proprietario, l'intera zona era stata tramutata in un ambiente conviviale. C'era infatti un tavolo enorme e basso in mezzo alla gigantesca sala, unico grande protagonista, oltre ai numerosi cuscini disposti sui lati per sedersi. Sulle pareti erano disposti diversi dipinti di un qualche artista occidentale a loro sconosciuto, perfettamente a tema con la sala: vi erano nature morte, allegri banchetti e scene bucoliche con l'onnipresente albero di ciliegio.

    Sulla parete opposta all'ingresso, era possibile svoltare un angolo e trovarsi in una seconda cucina, usata probabilmente come supporto a quella già vista nel piano superiore. Differentemente dall'altra -più moderna ed adatta a pochi abitanti- quella era dotata di calderone ed una gigantesca fornace, al momento perfettamente pulita -dato che il proprietario non aveva ancora avuto modo di festeggiare alcunché.

    -Wow, il mercante si è dato da fare: questa casa è una ficata- disse il soldato, guardandosi attorno -E pensare che è pure vecchio. Venderei la mia anima per arrivare alla sua età con la sua vita sociale...


    Turno 5


    Terminata l'esplorazione, potete decidere il da farsi.
    Potete ricongiungervi con gli altri al piano terra, raggiungere il vostro compare al piano dove si trova, o continuare l'esplorazione decidendo di soffermarvi su qualcosa o in una stanza. Potete anche andare a dormire o organizzarvi in altro modo: siete liberissimi di indagare come preferite.

    Postare entro il: 20 Maggio, ore 23:59.
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    In sella al suo fidato destriero, il giovane Re scalò monti e piramidi ripidissime! La neve che incessante calava contro il suo volto non lo intimoriva in alcun modo, poiché un nobile intento guidava l'ardore del nostro eroe. Ci vollero giorni e notti, incessanti avventure e costanti pericoli, ma finalmente...

    -Eccoci qua, finite le scale!

    ...la bocca del vulcano era ora sotto i suoi piedi.

    -Vuoi scendere per esplorare meglio, Ren?

    Annuendo con aria fiera al suo valoroso destriero, il nobile Alfiere abbandonò finalmente le briglie e scese infine sulle sue gambe, pronto a sorreggere il peso dell'imponente armatura. Quale segreto misterioso l'avrebbe atteso, dunque? Un drago impavido? Un demone alato? Una dispensa di dolci vuota?! Orrori a cui solo il suo incommensurabile coraggio sarebbe stato in grado di far fronte.

    Mantenendo la presa salda sulla gonna di Virginia sulla briglia del destriero, la piccola Volpe si avventurò con passo cauto in giro per le stanze. Perché non poteva lasciarlo solo: fosse saltato fuori d'improvviso un mostro, sarebbe scappato via! Così invece lo rassicurava. Al cavallo, non lui.
    Forte dunque del suo talentuoso sangue da figlio ladro d'arte, il kitsunino esplorò i dettagli che ritenne più rilevanti: nella stanza degli ospiti, la teca catturò solo in parte il suo interesse. Nessun giocattolo o cose sbrilluccicose che meritassero di essere rubate analizzate. Il bagno... era un bagno! Non ci perse tempo, perché i fantasmi mica avevano bisogno del gabinetto...
    Sullo studio invece trovò interesse il destriero Virginia, che decise di buttare un occhio alle scartoffie, forse speranzosa di trovare qualche riferimento come nei libri del salone principale. Nella camera del padrone di casa, invece, il Detective entrò in azione con maggior convinzione: sollevò il tatami per sbirciarci sotto, perché lì spesso cadevano le caramelle portate per la notte si nascondevano le impronte dei cattivi. Poi si avvicinò al quadro familiare, e allungando le braccia per essere sollevato da Virginia saltando nuovamente in sella al nobile destriero, cercò di spostare la cornice lungo un lato. Lì lui avrebbe nascosto la cassaforte dei cioccolatini!
    Ed infine, esaurito l'esplorabile... qualcosa non gli tornava.

    -...doè la 'tanza dele totte?
    -La cosa, Ren?

    Si guardò intorno con fare confuso, come se cercasse qualcosa che mancava. In effetti... anche Virginia si rese conto che -rispetto al piano sottostante- gli era parso di aver esplorato meno spazio del previsto. Forse era solo una sensazione data dalla disposizione delle stanze?

    -Mmmm...

    C'era un mistero che gli sfuggiva, ne era certo.
    Ed il suo intuito suggeriva... una stanza super segreta dove nascondere tutte le torte! Unica spiegazione al perché non ve ne fosse in giro nemmeno una. Ma dove l'aveva nascosta? Ci doveva essere un ingresso, da qualche parte...

    ...che fai?
    -Ssssh!

    Sussurrò il giovane Alfiere alla sua assistente, mentre avvicinava l'orecchio contro le pareti del corridoio, picchiettando con le mani man mano che avanzava. Cercava di capire se oltre quella parete vi fosse qualcosa di vuoto, ovvero la famigerata stanza segreta!
    Restò perplessa per qualche istante, ma infine anche Virginia si convinse che non era poi un'idea così malvagia... ed iniziò dunque ad aiutarlo, controllando in più punti la fantasiosa teoria del volpino.


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    ♛ Mana: 100%

    ♛ Passive
    • Fortuna Sfacciata: [Fortuna Perenne]
    • Occhi dell'Innocenza: [Malia di tenerezza]
    • Legame con la Fonte: [Immunità agli agenti esterni]
    • Voce dell'Innocenza: [Spara-balle]
    • Un Piccolo Ladro in Erba: [Passiva di anti-auspex di tipo radar]

    ♛ Equipaggiamento
    • Dentino: [arma]
    • Scrigno dell'Armageddon: [oggetto del mercante]
     
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    Tabi no Kami | Turno 5



    -Wow, il mercante si è dato da fare: questa casa è una ficata- guardai il soldato divertito dal gergo che stava usando -E pensare che è pure vecchio. Venderei la mia anima per arrivare alla sua età con la sua vita sociale- continuò. Io, in silenzio, iniziai ad osservare l'ampio salone che ci eravamo trovati davanti. Lo spazio era stato adibito a taverna, tanti morbidi cuscini fungevano da sedute e il tavolo da caffè al centro della stanza era davvero grande. Alle pareti erano appesi molti quadri, con cautela mi avvicinai alle tele per esaminarle da vicino e cercare qualche dettaglio che potesse esserci utile. I tratti erano morbidi, le composizioni piacevoli ed equilibrate, l'uso del colore eccelso. Mi ero dovuto avvicinare molto per vedere alcuni piccoli particolari ed era strano che in una sorta di galleria d'arte ci fossero così poche e flebili fonti di luce. Se hai quadri di questo calibro non vuoi nasconderli ai tuoi ospiti con una luce fioca. Tra le altre cose mi parse fuori posto anche l'aver messo delle opere così fragili in una cantina tanto umida da poterne sentire il tipico odore. Magari erano solo delle copie e per questo An Lushan non ne aveva grande cura.

    In fondo alla stanza un piccolo corridoio ad angolo nascondeva una pratica cucina fornita di un calderone ed una fornace. Il locale era, prevedibilmente, intonso. Ispezionai, per curiosità, lo spazio e poi attrezzature ed arnesi vari. Grossi mestoli di rame pendevano dal portautensili insieme a colapasta, forcone da arrosti e una serie di piccoli coppapasta legati da una catenella d'acciaio. In alto, su uno scaffale, c'era anche una teiera malconcia e visibilmente in pessimo stato -So cosa regalare ad An appena questa magagna sarà risolta- ragionai, ad alta voce.

    Tornai nel salottino e mi arricciai la barba, pensoso -Allora, giovane scudiero! Cosa dici, trovato qualcosa di interessante qui?- era palese che l'uomo non fosse uno scudiero, ma mi divertiva l'idea di chiamarlo con un ruolo a lui totalmente estraneo. In ogni caso, le due stanze non sembravano così sospette e forse sarebbe stato il caso di ricongiungersi agli altri due avventurieri ma, essendo vecchio, poteva essermi sfuggito qualcosa. Avrei potuto fare quattro chiacchiere con qualche divinità di mia conoscenza e risolvere tutto in poco tempo, ma non ci sarebbe stato alcun divertimento e nessun mistero. Decidi di tenere per casi disperati la possibilità di intercedere con divinità dei segreti e simili, così, giusto in caso di pericoli mortali per i graziosi umani che mi stavano accompagnando... O per me.

    Poteri Passivi

    ♦ Botanista eccelso: la padronanza degli elementi naturali, gli innumerevoli viaggi e gli incontri con esperti della flora e dei suoi effetti hanno insegnato molto al Viaggiatore rendendolo capace, per esempio, di riconoscere le piante buone da quelle velenose e analizzare quelle a lui sconosciute.

     
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