[H] Le tre"C" del Caffé

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    Non esiste nulla che non si possa risolvere con un sorriso e un buon pasto.

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    Da che si erano messi in cammino per raggiungere la meta che Garmin Pathfinder si era prefissato, il cielo ardente del meriggio era andato pian piano raffreddandosi nelle pacate e tenui tinte dell'indaco.

    Il lento declino del sole nel cielo, ed il modificarsi della luce, aveva offerto all'espertissima Guida e alla sua piccola viandante uno spettacolo unico e dal fascino suggestivo, anche se un pochino malinconico e desolato... ma la cosa non aveva naturalmente intaccato nemmeno un po' il sorriso angelico e il buonumore incrollabile dell'esile ragazzo biondo, che seguitava a condurre la ragazzina dal caschetto argentato tra le vie deserte - adattandosi al di lei passo, standole di fianco, mano nella mano.


    « Guarda, Riful! Adesso il cielo ha lo stesso colore dei tuoi occhi! ♪ »

    Era così che aveva detto il giovanotto dagli occhi di miele solo qualche tempo prima, quando -con l'arto libero- aveva puntato l'indice verso il cielo violetto della sera; ora, però, che il freddo aveva cominciato a scendere e la notte a calare, la Guida aveva proposto una piccola deviazione: percorrere i sentieri dell'ipogeo, così da giungere a destinazione passando sotto la città invece che in mezzo.
    Lì avrebbe fatto un po' più caldo...

    E poi, non c'era nulla da temere, Garmin aveva prontamente rassicurato tutti i dubbi di Riful in merito a quell'argomento:
    conosceva la strada!

    Un paio di ore più tardi, i due viaggiatori erano ancora in cammino per i tunnel di pietra lastricata di qualche gigantesca cantina: certo, sarebbe stato esageratamente generoso definire l'esperienza come una passeggiata di piacere (perché c'erano posti con paesaggi molto migliori di quello in cui farsi una camminata), ma... se non altro, così avevano di sicuro evitato il vento e le altre intemperie.

    Probabilmente, a doversi aggirare là sotto -a quell'ora, da soli e al buio- lo scenario sarebbe apparso terribilmente lugubre anche al più impavido degli avventurieri, ma... la presenza gentile del biondino -con il suo chiacchiericcio allegro e il suo sorriso spensierato- aveva il potere quasi mistico di rendere tutto molto meno spaventoso; inoltre, rovistando tra le cianfrusaglie abbandonate qui e là in quella che sembrava una Kisnoth sotterranea, Garmin aveva trovato una lanterna ancora funzionante in mezzo alle casse di legno -marcio o tarlato, sotto teli polverosi-, e mentre la brandiva nella mancina per illuminare il loro cammino, con la destra custodiva sempre la mano della ragazzina.

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    « ...si usava fare molto spesso così, presso le famiglie nobili,
    perché di solito erano quelle che avevano lo spazio per farlo - oltre che i capitali per permetterselo. »

    stava raccontando Garmin, riferendosi al fatto che quelle che stavano visitando fossero antiche dispense
    « Le arredavano anche con armadi in cui mettere i barattoli, ed era tutto pieno di sacchi di patate, e legumi, e altre cose buone... e al soffitto appendevano ad essiccare le erbe aromatiche, e talvolta anche qualche forma di formaggio... o un bel prosciutto... »

    Nell'elencare tutte quelle cibarie -e nell'immaginarsene molte altre-, il pancino della Guida emise un lamento simile al guaito di un cucciolo... e certamente anche la bambina e il suo draghetto bicefalo sarebbero stati dello stesso avviso; dopotutto, ormai camminavano da un po', e l'ora di cena era appena passata... e quando -giunti alla fine di un corridoio- Garmin aprì una porta di legno per proseguire, l'appetitoso profumino che li investì con una potente zaffata sembrò uscire direttamente dai loro sogni.

    « Oh... sembra che siamo sulla buona strada! »
    esclamò allegramente, rivolgendo a Riful un sorriso incoraggiante
    « Lo senti anche tu, vero? Per di qui! Basta seguire il naso...! »

    Così, inseguendo la profumata scia di chissà quale misteriosa e squisita pietanza, i viaggiatori percorsero un altro breve andito, salirono una scalinata di legno un poco polverosa, e -spingendo una strana porta senza pomolo o maniglia- si ritrovarono in corridoio sicuramente più moderno, pulito ed illuminato di quelli da cui erano emersi; senza farsi troppe domande, il biondino chiuse il passaggio dietro di loro, spense la lanterna e si addentrò con la piccola nella direzione da cui proveniva il profumino da acquolina... insieme allo sfrigolare del grasso su tegami roventi e al ribollente borbottio delle pentole sui fornelli.

    Svoltato l'angolo, passando una porta spalancata, si ritrovarono a contemplare tutta la magnificenza di una cucina casalinga: piena zeppa di cose, colorata, e allegra... anche se non c'era nessuno in vista. Insomma, erano finiti proprio in una bella cucina! E nell'aria c'era un odorino così buono...

    Chissà cosa bolliva in pentola?

     
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    « Guarda, Riful! Adesso il cielo ha lo stesso colore dei tuoi occhi! ♪ »
    Non era facile riabituarsi a tanta gentilezza, non dopo aver trascorso un tempo interminabile passato a subire le angherie dei suoi aguzzini. Era commossa dalle cortesie e dalle attenzioni di Garmin Pathfinder, però al tempo stesso faticava davvero tanto a stargli dietro, nonostante lui per primo facesse palesemente attenzione a tenere il passo. Per Riful era davvero deprimente pensare come senza di lei come zavorra a quest'ora l'esploratore sarebbe certamente già arrivato a destinazione da un pezzo, tutte le volte che le porgeva la mano per aiutarla a scavalcare un ostacolo oppure rallentava visibilmente per restarle a fianco provava un misto di imbarazzo, frustrazione e gratitudine non bene amalgamato. Voleva solo uscire da quell'incubo il prima possibile, ma era disperata al pensiero che non c'era un luogo a cui fare ritorno, solo tanta, tanta confusione che le impediva anche di apprezzare il cielo violaceo decantato dal suo salvatore.
    Arrossì credendo di intravedere una qualche sorta di complimento nelle parole del giovane, cui rispose con voce esitante:

    « E' già così tardi, Garmin? »
    Stringeva a se il piccolo Abbadon, simile ad un peluche un po' troppo animoso. Sulle prime era stato davvero ralcitante a rimanere appiccicato al petto della sua padrona (che oltretutto era tale solo in linea teorica), poi per qualche tempo si era dato una calmata ed ora riprendeva a fare i capricci, cercando di divincolarsi con le due teste serpentine che soffiavano irritante, oppure facendo le bizze con le zampette munite di artigli. Riful dal canto suo aveva difficoltà a tenerlo a bada, visto che aveva un corpicino davvero fragile, specie le ali dotate di membrane delicatissime come fogli di carta. Con delicatezza lo risistemò, tenendolo in grembo con entrambe le braccia un po' come una bambina che stringe un gattino.

    « Avevamo una cantina così, dove vivevo prima... »
    Rifletté la ragazzina argentata, ripensando con nostalgia ai sotterranei del Castello del Drago. Una volta si era persa là sotto, era rimasta per circa un'ora a vagare fra scorte di vini e prosciutti, poi si era scocciata e aveva sfondato due pareti scavandosi un'uscita con le proprie forze. A ripensarci era sorprendente pensare a se stessa come la stessa persona che all'epoca era riuscita a ridurre ad una groviera un castello protetto da difese runiche senza tanti sforzi, oltretutto per un mero capriccio. A quei tempi traboccava di potere, adesso invece non era del tutto sicura di riuscire a piegare due cucchiai contemporaneamente, tanto era debilitata.
    Aveva la pancia che gorgogliava, altro motivo per provare imbarazzo.
    « C-credo che Abby abbia molta fame! »
    Si affrettò a giustificarsi, sfuggendo allo sguardo di Garmin. Non era certo una bugia dire che il suo draghetto aveva fame (Abbadon ha sempre fame in realtà...) e messa così sembrava quasi che il colpevole di quel gorgoglio imbarazzante era il ferocissimo drago della mezzanotte, e non lei.
    Proprio allora la sua guida aprì una porta di legno, e un fiotto di odori di erbe aromatiche la colpì come uno spintone, quasi facendola cadere all'indietro e facendole venire l'acquolina in bocca. Riful non è esattamente quella che si definisce una ghiottona, ma non mangiava da giorni e non aveva un pasto come si deve da... quanto tempo? Troppo.

    « Garmin, credi che possiamo chiederene un po'...? »
    Domandò con voce disperata, mentre accelerava il passo di fianco al giovane. Elemosinare del cibo non era proprio nel suo stile, ma in quel momento non le veniva in mente nulla di diverso...

     
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    "Se vogliamo bene a qualcuno,
    preparare una buona cena è un modo splendido per dirglielo".


    (Antonino Cannavacciuolo)


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    Tempio del Silenzio, Kisnoth.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Oltrepassando un angolo, i due visitatori trovarono un'ampia cucina ricolma di alimenti dall'aria sana e succulenta. Pomodori di ogni tipo, verdure, uova, farina... che fosse realtà o allucinazione dovuta dai morsi della fame, ogni singolo ingrediente aveva colori vivi ed un'aria appetitosa. La cucina -però- non era vuota: un giovane uomo dava loro le spalle, totalmente concentrato in un'operazione particolarmente complessa. Quando infatti ebbe modo di calare l'ultima pizza fritta nell'olio bollente, un forte sfrigolio accompagnò una bordata di vapore e schizzi non indifferente. Nonostante l'evidente pericolo, quello che sembrava un dominatore della frittura osservava il compiersi della sua opera con una calma quasi eroica.

    Quando la superficie di quella meraviglia culinaria raggiunse una colorazione aurea e la consistenza croccante, il cuoco la tirò su, riponendola su di un coccio di ceramica con sopra un fazzoletto di carta assorbente. Soddisfatto della nobile prodezza, si asciugò la fronte con la manica della casacca, per poi spegnere il fuoco, così da raffreddare l'olio bollente. Lo avrebbe riciclato in qualche modo, magari consegnandolo a quello strano Saggio di Palanthas che beveva soltanto il suo sanguinaccio.

    Sgranchendosi le ossa e riponendo gli strumenti del mestiere in una tinozza piena di acqua, decise quindi di prendersi una pausa, e fu solo in quel momento che -voltandosi- notò la presenza dei due intrusi. A quel punto avrebbe potuto urlare, ma uno dei due era una bambina, e l'altro un giovane padre dall'aria abbastanza sciupata - o almeno sarebbe uscito questo, da una sua prima interpretazione dei fatti. Magari erano due girovaghi affamati. Quindi...

    -We.
    Li salutò in quel modo, perplesso ma abbastanza amichevole. Poi sorrise.
    -Waglioni, quando si entra in una cucina ricordate sempre di bussare!- li redarguì, ma i toni non sembravano particolarmente offesi -Siete qui per fa 'na pausa?
    Che fossero intrusi, era evidente pure per lui. Fece comunque finta di averli scambiati per qualcun altro.
    -Avete la faccia stanca e state sciupati. Volete 'na pizza fritta? Dovevo preparare per quattro, ma ci ho preso la mano e mi sono usciti otto chili di roba... quindi non fate complimenti!

     
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    « Garmin, credi che possiamo chiederne un po'...? »

    « Oh, questa è davvero un'ottima idea! ♪ »
    chiocciò gioviale l'interpellato, per nulla toccato dalle angosce dell'altra
    « Sono certo che solo una persona buonissima
    possa creare qualcosa di squisito come questo profumino nell'aria! »


    Come argomentazione, il discorso del biondino sarebbe potuto suonare forse un po' troppo semplicistico, ma... il ragionamento aveva una propria linearità, e la cosa aveva una sua logica; inoltre, la spensieratezza di Garmin era sempre così ricolma di pacatezza e convinzione da trascendere l'ottimismo e risultare per chiunque decisamente rincuorante.

    Così, i due svoltarono un angolo, e si ritrovarono in un autentico paradiso dei cuochi: bello e accogliente come un Eden lussureggiante, ricolmo di alimenti dall'aria fresca e sana, splendenti dei colori più vivaci e brillanti della natura, e profumati della vita che solo la terra e le sue creature sanno donare con gioia e generosità a coloro che la abitano. E in quel santuario della buona cucina, c'era anche un
    angelo.

    Al momento, il padrone di casa dava loro le spalle, così la Guida non lo vide subito in volto, ma capì subito che si trattava di un giovanotto serio ed assennato già solo a giudicare dall'assoluta concentrazione con cui doveva starsi dedicando all'arte culinaria vicino ai fornelli... e l'ospite dagli occhi color miele non volle disturbarlo, visto che quello sembrava alle prese con un'operazione delicata e pericolosa che coinvolgeva dell'olio bollente, così -portandosi un indice sulle labbra- fece segno a Riful di fare altrettanto.

    Nel silenzio ravvivato solo da un allegro sfrigolio, Garmin condusse la ragazzina dai capelli d'argento a cercare un'angolazione più adatta ad osservare l'operato del cuoco, senza però invadere il suo campo visivo (non voleva mica fargli prendere uno spavento!), e da lì osservò con genuina meraviglia l'eroica fermezza con cui quell'uomo sfidava gli schizzi di olio bollente, sopportando le nuvolette di vapore che si levavano fino ai suoi occhi e resistendo al il calore intenso che gli investiva il viso...
    E lo trovò fantastico!

    Quando infine le operazioni furono concluse, il Maestro prelevò l'ultimo aureo pezzo di frittura croccante dal suo bagno dorato, e lo ripose in un piatto ad asciugare; poi, terse via dalla fronte il sudore della sua fatica, spense la fiamma del fornello, e cominciò a rigovernare la sua postazione di lavoro... ma fu allora che, finalmente voltandosi, si accorse della presenza di quegli inattesi visitatori.

    -We. Waglioni, quando si entra in una cucina ricordate sempre di bussare!-
    li salutò, perplesso ma affabile, apostrofandoli con una bonaria sgridata
    -Siete qui per fa 'na pausa? Avete la faccia stanca e state sciupati. Volete 'na pizza fritta? Dovevo preparare per quattro, ma ci ho preso la mano e mi sono usciti otto chili di roba... quindi non fate complimenti!

    jpgFortunatamente, il cuoco sembrava non essersi allarmato per la comparsa di due estranei nel suo regno, e a quel punto c'erano davvero tante cose che sarebbe stato sensato fare o dire: presentarsi sarebbe senz'altro stata una di queste, così come lo sarebbe stato scusarsi per non aver bussato, magari anche spiegare le circostanze della propria presenza in quei luoghi sarebbe risultata essere una buona idea...

    O se, in alternativa, si aveva troppa fame -come probabilmente la sua piccola amica e il suo draghetto bicefalo- anche avventarsi sul cibo poteva funzionare come biglietto da visita: sicuramente, avrebbe detto molto di loro...

    Peccato solo che Garmin fosse un tipetto strano, e che la sua più impellente priorità si rivelò essere un'altra; perciò, in accordo a quel che sentiva, il faccino imberbe e delicato del biondo si illuminò di un radioso sorriso mentre cominciava ad applaudire, ancora incantato dalla
    performance di abilità a cui aveva avuto il privilegio di assistere.

    « Ma sei bravissimo! È stato fantastico! »
    esclamò, entusiasmato come un bambino, continuando a battere le mani
    « Come si chiamano queste cose dall'aspetto meraviglioso che hai preparato?! E possiamo davvero mangiarne qualcuna? »

     
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    « Oh, questa è davvero un'ottima idea! ♪ »
    Cinguettò Garmin con fin troppa leggerezza, evocando in Riful un certo senso di ansia e pessimismo della serie "ci stiamo ficcando in guai tremendi". Sentiva però che la sua guida però non era minimamente toccata da nessuno dei cattivi presagi che oscuravano i suoi pensieri, il che un po' le dette fiducia e contribuì per metà a trattenerla dal manifestare quelle brutte sensazioni. L'altra metà dei motivi per cui non disse nulla di negativo fu che sperava intensamente di riuscire a mettere qualcosa in pancia e dare qualcosa da mangiare anche ad Abbadon, che nel frattempo si dimenava fra le sue braccia con frequenza sempre crescente.
    « Sono certo che solo una persona buonissima
    possa creare qualcosa di squisito come questo profumino nell'aria! »


    Riful non era granché convinta nemmeno di quella affermazione, ed era intimamente convinta che ci fossero al mondo persone molto cattive capaci di piatti molto buoni, tant'è che aveva perso il conto delle volte in cui l'avevano minacciata di essere macellata ed utilizzata dal terrificante cuoco della compagnia (che lei non aveva mai visto, ma che aveva popolato i suoi incubi) per creare manicaretti di carne umana adatti al palato dei demoni. La prima volta aveva risposto a tono, le successive però aveva imparato ed era rimasta semplicemente in silenzio a quelle minacce che ora le risalivano dalla bocca dello stomaco vuoto impedendole di apprezzare quell'odore buonissimo.
    Abbadon invece non era dello stesso avviso e quasi le scivolò via, costringendola a rinsaldare la presa con entrambe le braccia mentre avrebbe volentieri preferito stringere il lembo della maglia di Garmin per meglio seguirlo e assicurarsi di non perderlo.

    Di lì a poco trovarono il cuoco, un omone che visto di spalle non aveva l'aria granché rassicurante. Riful imitò Garmin rimanedo fuori dal suo campo visivo, ma lo sguardo ametista vagava con ansia dal cuoco all'opera con olio bollente e cibi dall'aspetto invitante allo sguardo serafico del suo accompagnatore che non sembrava intenzionato a manifestare la propria presenza. Aveva paura che da lì a poco l'uomo si sarebbe accorti di loro e li avrebbe cacciati via come intrusi e disturbatori -e in effetti non avrebbe avuto tutti i torti. Riful si strinse alle spalle di Garmin cercando di nascondersi dietro di lui come meglio riusciva, sapendo di avere in quel frangente un aspetto brutto e ben poco diritto di trovarsi lì, nelle cucine.


    -We. Waglioni, quando si entra in una cucina ricordate sempre di bussare!-
    Li sgridò il cuoco con aria bonaria quando finalmente si accorse della sua presenza, facendo trasalire Riful che si era preparata ad una reazione molto meno gentile.
    -Siete qui per fa 'na pausa? Avete la faccia stanca e state sciupati. Volete 'na pizza fritta? Dovevo preparare per quattro, ma ci ho preso la mano e mi sono usciti otto chili di roba... quindi non fate complimenti!

    « D... davvero...? »
    Chiese lei, confusa. Rimase però ben nascosta dietro la schinea di Garmin, indecisa sul da farsi.
    Quest'ultimo iniziò improvvisamente ad applaudire, lasciando Riful di sasso e disorientata
    « Ma sei bravissimo! È stato fantastico! »
    Esclamò la guida. Riful non capiva, ma intuiva che probabilmente quello era un modo per lodare il cuoco ed ingraziarselo. Quell'idea però cozzava completamente con quel poco che sapeva di Garmin, che sotto tutti i punti di vista era un'anima candida, una persona estremamente gentile e sicuramente molto poco avvezzo a comportamenti maliziosi.
    « Come si chiamano queste cose dall'aspetto meraviglioso che hai preparato?! E possiamo davvero mangiarne qualcuna? »
    Abbadon era sempre più irrequieto, fu per lui che Riful si fece forza e si decise ad aprire bocca:

    « Ecco... mh, potrei chiedervi un pezzettino di carne per il mio cucciolo? Sta morendo di fame, va bene anche qualcosa che non usate... »
    Moriva dalla voglia di addentare quei tesori dorati, ma prima doveva pensare ad Abbadon e calmarlo, altrimenti non sarebbe riuscita a tenerlo a bada.

     
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    "Se vogliamo bene a qualcuno,
    preparare una buona cena è un modo splendido per dirglielo".


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    « D... davvero...? »
    « Ma sei bravissimo! È stato fantastico! Come si chiamano queste cose dall'aspetto meraviglioso che hai preparato?! E possiamo davvero mangiarne qualcuna? »
    « Ecco... mh, potrei chiedervi un pezzettino di carne per il mio cucciolo? Sta morendo di fame, va bene anche qualcosa che non usate... »

    Le reazioni degli intrusi ospiti furono alquanto diverse fra loro. In ogni caso, non parvero piacere particolarmente al cuoco, per qualche oscuro motivo. Fu per questo che la fronte si contrasse, e li fissò con aria quasi indignata... ma poco credibile. In effetti, sembrava una recita brutta.
    -Per chi mi avete pigliato, eh?!?- agitò le mani, gesticolando in modo strano -Per uno scostumato, forse?!?!
    Cosa intendesse esattamente -poi- sarebbe rimasto un mistero per i più.
    -Nella mia cucina non manca mai NULLA! Nemmeno per gl'imbucati! Non si nega mai il cibo a chi lo chiede!

    Continuando a borbottare fra se' con aria un po' offesa, il misterioso cuoco si diresse verso un cassetto della cucina, da cui estrasse una tovaglia bianca a quadri rossi. Poi si diresse verso un tavolino lì vicino, apparecchiandolo. Aggiunse due fazzoletti di stoffa arancioni, due bicchieri d'acqua con brocca di coccio e due piatti. Niente posate, perché in quel caso non servivano.

    -A voi...
    Avrebbe infine detto, invitandoli ad accomodarsi, dopo aver adagiato due strani panzerotti dorati sui piatti, dall'aspetto invitante e dalle dimensioni gigantesche. Odoravano di buono, ed erano ancora belli caldi.
    -Queste so' pizze fritte. Se volete il bis, basta chiederlo.

    Poi tornò alle cucine, non dimentico della richiesta della bambina. Preparò per questo un cono di carta rigida, poi estrasse qualcosa da uno strumento curioso che ricordava vagamente un bollitore. Una volta inserito tutto nella confezione, aggiunse del pepe, del limone e lo avvicinò ai due, posandolo su un sostegno.
    -Per il cucciolo mi era rimasto il naso del porco che ci siamo mangiati a pranzo. Spero gli piaccia al limone.

     
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    « Ecco... mh, potrei chiedervi un pezzettino di carne per il mio cucciolo?
    Sta morendo di fame, va bene anche qualcosa che non usate...
    »

    Dall'esiguo riparo che la Guida poteva offrire con la sua corporatura da fuscello, la Ragazzina dai corti capelli argentati -rigidamente nascosta dietro le di lui spalle- prese timidamente la parola per formulare quella richiesta... e il timore che le irrigidiva le membra al pensiero di scatenare le ire del padrone di casa sembrò sulle prime ben fondato davanti alla reazione quasi risentita del Cuoco.

    Tuttavia, il suo tutore continuò a fornirle riparo con la propria esile figura, rimanendo perfettamente sereno e rilassato; dopotutto, per qualche motivo, era incrollabilmente fiducioso nel fatto che quella davanti a loro fosse un'anima buona.


    -Per chi mi avete pigliato, eh?!? Per uno scostumato, forse?!?!
    si adirò, sebbene in modo caricaturale e poco credibile, gesticolando con fomento
    -Nella mia cucina non manca mai NULLA! Nemmeno per gl'imbucati!
    Non si nega mai il cibo a chi lo chiede!


    Sinceramente ammirato da tanta passione, coraggio e buon cuore nel professare una simile caritatevole inclinazione alla generosità, Garmin Pathfinder si ritrovò a sorridere raggiante e ad applaudire di nuovo.

    Ma il Buon Samaritano ancora senza nome -a dimostrazione del fatto che fosse un tipo concreto- aveva già voltato loro le spalle per raggiungere un cassetto della sua cucina, estrarne una tovaglia a scacchi bianchi e rossi, e apparecchiare la tavola con bicchieri, brocca, piatti e tovaglioli - ovviamente borbottando con fare indignato per tutto il tempo.


    -A voi... Queste so' pizze fritte. Se volete il bis, basta chiederlo.

    Al gesto di invito dall'Angelo della Cucina, l'Esploratore si mosse senza indugio, avvicinandosi con passo tranquillo al tavolo allestito per loro con tanta solerzia e cortesia, e lasciando Riful priva di riparo.

    « Grazie di cuore, Signore: lei è davvero una brava persona. »
    dichiarò semplicemente, rivolgendo all'interessato un caldo sorriso ed un cenno del capo
    « Coraggio, Riful: ringrazia il Signore e vieni a sederti. ♪ »

    Oltre che con il proprio esempio, con un sorriso rassicurante, e con quelle parole, il biondino tese la mano verso la fanciulla per invitarla a seguirlo ed imitarlo; dopotutto, il loro ospite sembrava tenerci davvero molto al principio che aveva poc'anzi annunciato -segno che doveva essere parte dei suoi principi e della sua educazione-, e ogni tentativo di tentennare o declinare l'offerta gli sarebbe probabilmente suonato come null'altro che scortese.

    Intanto, il loro benefattore tornò ai fornelli, e sotto lo sguardo incuriosito delle iridi color miele di Garmin -affascinato da ogni operazione che l'uomo sembrava compiere in quel microcosmo per lui sconosciuto- assemblò un cono di carta rigida, che riempì col contenuto di una pentola, e in cui riversò alcuni condimenti, prima di tornare da loro..


    jpg-Per il cucciolo mi era rimasto il naso del porco che ci siamo mangiati a pranzo.
    spiegò lo Chef, consegnando il cono al loro tavolo su un comodo sostegno di legno
    -Spero gli piaccia al limone.

    « Sono sicuro che andrà benissimo! Lei è davvero tanto gentile! »
    cinguettò il Trova-Via, compostamente seduto sulla seggiola, porgendo la mano al Cuoco
    « Le siamo piombati in casa, e non ci siamo ancora neppure presentati, perciò... permetta: il mio nome è Garmin Pathfinder -sono una Guida esperta-, mentre la signorina si chiama Riful, e il suo cucciolo Abby. »
    esordì, aspettando di stringere la mano dell'interlocutore prima di indicargli i due
    « Li ho trovati in uno dei quartieri abbandonati durante una passeggiata, e mi sono proposto di accompagnarli a cercare aiuto, perciò non so davvero come ringraziarla per averci accolti! »

    Di solito, quando la gente è troppo prodiga di complimenti e cerimonie viene facile pensare che abbia dei secondi fini, ma... il giovanotto stava semplicemente confidandosi in maniera onesta con una persona che reputava degna di fiducia, confrontandosi con lui in cerca di una soluzione ai problemi di cui aveva deciso di farsi carico.

    « Naturalmente, però, non vogliamo approfittarci della sua generosità, perciò... saprebbe dirmi se c'è qualcuno a cui possiamo rivolgerci per una sistemazione? »
    domandò semplicemente, continuando a sorridere con fare sereno
    « Un mio amico Bardo mi ha parlato di un gruppo di Cavalieri volontari che fanno servizio d'ordine da queste parti... »

     
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    -Per chi mi avete pigliato, eh?!? Per uno scostumato, forse?!?!-
    Rispose l'omone gesticolando in modo concitato. Per un istante Riful temette che si fosse arrabbiato sul serio, complice il fatto che non riusciva a capire bene il suo strano dialetto ed il suo modo davvero esagerato di gesticolare con le mani in modo minaccioso, ma fortunatamente si trattava solo di un'impressione iniziale.
    -Nella mia cucina non manca mai NULLA! Nemmeno per gl'imbucati! Non si nega mai il cibo a chi lo chiede!
    Riful si ritrovò quindi di fronte la pietanza dalla crosta dorata appena uscita dalla frittura d'olio bollente, al che rimase per un lungo istante indecisa sul da farsi, guardando Garmin per capire quale fosse la cosa giusta da fare. Era affamatissima, ma sedersi e avventarsi sul cibo le sembrava una cosa un po' volgare, quindi lasciò l'iniziativa al suo accompagnatore.

    -Per il cucciolo mi era rimasto il naso del porco che ci siamo mangiati a pranzo. Spero gli piaccia al limone.
    Il porco...? Abbadon si dimenò con violenza fra le sue braccia, fiutando il cibo che gli veniva offerto, e infine stirando al massimo la testolina dalle scaglie nere come la pece, lasciando a malapena il tempo a Riful di scostarlo a destra con un gesto immediato. Partirono dalla piccola testa serpentina fiamme sottili come quelle di un cerino ma nere e dense come altofuoco, che si persero nel nulla con uno stridio scocciato del drago, cui seguirono squittii di protesta e le due testoline che cercavano di liberarsi con rinnovato vigore.

    « P... perdonatelo! » Implorò Riful per il disastro appena sfiorato. Se le fiamme avessero raggiunto i vestiti del cuoco avrebbero potuto addirittura bruciacchiargli il bordo delle maniche. « Abby non vede cibo da giorni, è un po' agitato... »
    Prese in modo affrettato il pezzetto di carne dalle mani del cuoco, si chinò sotto il tavolo e lo porse con delicatezza al draghetto, che immediatamente vomitò una seconda scarica di fiamme nere e poi vi si avventò con tutte e due le teste, alternando morsi affamati a violente contese fra la testa nera e quella argentata, che litigavano per i bocconi più grossi lasciando quindi a Riful tempo e modo di dedicarsi alla pizza fritta...

    « Grazie di cuore, Signore: lei è davvero una brava persona.
    Coraggio, Riful: ringrazia il Signore e vieni a sederti. ♪ »

    Riful arrossì in modo evidente, tentò di sistemare alla buona il vestito malconcio e fece un breve inchino rispettoso, prima di sedere di fianco al suo salvatore guardando la grande pasta fritta senza sapere bene come affrontarla.
    « Non... so bene come ringraziarla, signore... »
    Per fortuna che Garmin era una figura piuttosto loquace ed evidentemente avvezza a quel genere di situazioni, tanto che Riful si chiese se per caso dove abitava aveva un enorme serraglio di gatti randagi raccolti dalla strada, dato che sembrava proprio il tipo di persona che risponde ad ogni richiesta di aiuto in modo spontaneo.

    « Le siamo piombati in casa, e non ci siamo ancora neppure presentati, perciò... permetta: il mio nome è Garmin Pathfinder -sono una Guida esperta-, mentre la signorina si chiama Riful, e il suo cucciolo Abby. Li ho trovati in uno dei quartieri abbandonati durante una passeggiata, e mi sono proposto di accompagnarli a cercare aiuto, perciò non so davvero come ringraziarla per averci accolti! »
    A questo punto Riful era davvero a disagio. In effetti Garmin Pathfinder dava proprio l'impressione di aver raccolto due animaletti randagi che se la passavano male. Anche se poi uno era un draghetto e l'altro era una ragazzina.

    « Naturalmente, però, non vogliamo approfittarci della sua generosità, perciò... saprebbe dirmi se c'è qualcuno a cui possiamo rivolgerci per una sistemazione? »
    « Oww, Garmin forse non dovremmo dare altre noie al signore... »
    Gli occhi ametista di Riful si illuminarono, speranzosi, ma poi si resero conto di quanto fosse effettivamente un po' presuntuosa la domanda di Garmin. Insomma: erano piombati lì dal nulla, si erano presi da mangiare ed ora chiedevano anche aiuto per la notte. Tirò impercettibilmente la manica al suo salvatore, sentendosi avvampare le guance per l'imbarazzo. Certo l'idea di un letto comodo le faceva venire le lacrime agli occhi, però aveva dormito in una gabbia scomodissima per un anno, poteva sopravvivere ad una notte all'aperto...
    « Un mio amico Bardo mi ha parlato di un gruppo di Cavalieri volontari che fanno servizio d'ordine da queste parti... »
    Un suo... amico bardo...?
    Riful guardò in viso Garmin, abbastanza stupita. Non le aveva mai parlato di un amico Bardo...

     
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    preparare una buona cena è un modo splendido per dirglielo".


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    Dopo i vari ringraziamenti ed un pizzicotto affettuoso del cuoco alle guanciotte della bambina, i due presero finalmente a mangiare. Il biondino approfittò inoltre della situazione per fare le dovute presentazioni... e spiegare perché erano lì e cosa -esattamente- erano giunti a fare, considerando che si trattava pur sempre di uno dei luoghi meno visitati della capitale.
    « Le siamo piombati in casa, e non ci siamo ancora neppure presentati, perciò... permetta: il mio nome è Garmin Pathfinder -sono una Guida esperta-, mentre la signorina si chiama Riful, e il suo cucciolo Abby. » esordì, ed entrambi si strinsero la mano, mentre l'altro rispondeva con un semplice -Gennaro Panuozzo, al vostro servizio!
    « Li ho trovati in uno dei quartieri abbandonati durante una passeggiata, e mi sono proposto di accompagnarli a cercare aiuto, perciò non so davvero come ringraziarla per averci accolti!
    Naturalmente, però, non vogliamo approfittarci della sua generosità, perciò... saprebbe dirmi se c'è qualcuno a cui possiamo rivolgerci per una sistemazione? Un mio amico Bardo mi ha parlato di un gruppo di Cavalieri volontari che fanno servizio d'ordine da queste parti... »


    Dopo aver indugiato qualche attimo nell'osservarli, quasi avesse deciso per la prima volta di analizzarli accuratamente, il cuoco prese la parola, rivelando qualcosa di cui -forse- non erano a conoscenza.
    -Beh... si. Siamo nella loro cucina.
    Semplice e diretto, perché -dopotutto- ai suoi occhi quella era una banalità.
    -Sono il cuoco della Hush e stiamo nella loro sede principale: non so' esattamente "cavalieri"... trovi pure gente un sacco strana. Mi hanno assunto da poco e do loro da mangiare quando c'hanno lo stomaco vuoto, altrimenti deperiscono!- lo spiegò coi suoi soliti modi, gesticolando un sacco -A volte danno 'na mano alla gente, ma non so se lo fanno sempre aggratis...
    Nonostante Gennaro si reputasse uno dei suddetti "fortunati", era comunque consapevole di non essere un semplice "protetto". Lui aveva trovato un tetto sulla testa e qualcosa da mangiare, ma in cambio era comunque stato inserito nelle cucine della sede principale di quella strana gilda di combattenti. Tutto quello che gli era stato dato era ampiamente ricambiato col proprio lavoro e la propria dedizione alla cura dei soldati.
    -Se tenete scuorno e pensate che vi cacciano, potete chiedere di lavorare come miei assistenti. So che serviva altra gente nelle cucine... al momento ci sto solo io.

     
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    « P... perdonatelo! Abby non vede cibo da giorni, è un po' agitato... »

    Mentre il draghetto bicefalo si avventava sul cibo con un candore e un'avidità dettate dall'istinto, e la sua piccola padrona si scusava con voce flebile prima di accomodare il cucciolo per terra affinché consumasse il suo desco sotto il tavolo, il ragazzo biondo rimase in attesa di sentire la replica del buon samaritano che li aveva così caritatevolmente accolti, e che si presentò loro come...

    -Gennaro Panuozzo, al vostro servizio!

    Intanto, sedendosi al suo fianco dopo essersi a sua volta presentata con un piccolo inchino -e aver ricevuto dal buon Cuoco un affettuoso ganascino-, Riful gli tirò brevemente la manica, ancora timorosa verso il prossimo ed il mondo esterno a causa dei traumi che aveva accumulato nel corso della cattività: esternando le sue esitazioni con una muta e speranzosa richiesta negli occhi ametista, Garmin cercò di rincuorare con uno dei suoi soliti sorrisi benevolenti ed una carezza gentile sul caschetto argentato, non badando così all'occhiata analitica con cui Gennaro li soppesò.

    -Beh... si. Siamo nella loro cucina.
    Sono il cuoco della Hush e stiamo nella loro sede principale...


    Esordendo con quelle parole, il brav'uomo richiamò su di sé le iridi color miele del biondino, che subito si illuminò di un sorriso trionfante e tornò a guardare Riful, sorridendo ancora di più... evidentemente fierissimo di aver tenuto fede al proprio titolo di Guida Esperta.

    jpg-...non so' esattamente "cavalieri"... trovi pure gente un sacco strana. Mi hanno assunto da poco e do loro da mangiare quando c'hanno lo stomaco vuoto, altrimenti deperiscono! A volte danno 'na mano alla gente, ma non so se lo fanno sempre aggratis...
    spiegò il nuovo amico, gesticolando in quel modo pittoresco che affascinava Garmin
    -Se tenete scuorno e pensate che vi cacciano, potete chiedere di lavorare come miei assistenti. So che serviva altra gente nelle cucine...
    ...al momento ci sto solo io.


    « Oh, sarebbe davvero fantastico! Non trovi Riful? »
    esclamò, battendo gioiosamente le mani e rimbalzando lo sguardo tra i due astanti
    « Così avremmo un posticino dove stare, ricambieremmo la gentilezza di questa brava persona, e potremmo imparare a fare tante cose utili ed interessanti! Ti andrebbe? »
    aspettando una risposta da parte della fanciulla, Garmin tornò a rivolgersi a Gennaro
    « Per prendere accordi, devo parlare con qualcuno? »

     
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    Riful impiegò più tempo del dovuto per realizzare che effettivamente era al sicuro, che Abbadon aveva finito di carbonizzare il pezzetto di carne ed ora lo stava sgranocchiando sotto il tavolo, che quello che aveva davanti era cibo vero ma che sopratutto poteva mangiare dopo giorni. Fu allora che mise le mani su quella focaccia ripiena fritta nell'olio scottandosi leggermente la punta delle dita e azzannò un'estremità sentendo l'olio di frittura ancora caldo scottarle l'interno della bocca, sebbene dopo il primo doloroso morso non riuscì a fare a meno di passare subito dopo ad addentare una seconda porzione di quel cibo delizioso, con i lacrimoni agli occhi un po' per il dolore un po' per la pura e semplice gioia di mangiare del cibo vero dopo chissà quanto.

    « Oh, sarebbe davvero fantastico! Non trovi Riful? »
    Si girò a guardare Garmin, sentendosi colpevole di non aver seguito niente della conversazione. Addentò un terzo, piccolissimo morso anche se una parte di lei sapeva che mangiare in quel frangente era maleducato e avrebbe invece dovuto chiedere delucidazioni verso ciò che si era persa. Oltretutto lo stomaco stava iniziando a protestare quasi da subito: non mangiava cibo vero da quando si era svegliata nella sua gabbia dove era rimasta quasi un anno.
    « Così avremmo un posticino dove stare, ricambieremmo la gentilezza di questa brava persona, e potremmo imparare a fare tante cose utili ed interessanti! Ti andrebbe? »
    Le disse il suo salvatore. Riful singhiozzò piangendo a dirotto un po' perché il cibo bruciava, un po' perché la pancia faceva malissimo, un po' perché l'idea le sembrava troppo bella per essere vera.
    « I-insieme...? Resti anche tu con noi, vero...? »
    Morse ancora la pizza fritta, mentre Garmin tornava a rivolgersi al cuoco.
    Aveva bisogno di un po' d'acqua. Per fortuna il cuoco le aveva messo davanti agli occhi un bicchiere colmo d'acqua, altrimenti non avrebbe saputo che fare. Bevve in avidamente, uscendone come dopo una lunga apnea scoprendosi incapace di mandare giù un altro boccone, anche se al contempo aveva ancora fame. Era al sicuro, aveva del cibo e dell'acqua e perfino Abbadon si stava rifocillando, eppure iniziava ad avere ancora più paura di prima. Se Garmin se ne andava lei che avrebbe fatto? Sarebbe rimasta lì da sola?

     
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    « Oh, sarebbe davvero fantastico! Non trovi Riful? Così avremmo un posticino dove stare, ricambieremmo la gentilezza di questa brava persona, e potremmo imparare a fare tante cose utili ed interessanti! Ti andrebbe? »
    « I-insieme...? Resti anche tu con noi, vero...? »
    « Per prendere accordi, devo parlare con qualcuno? »

    Il simpatico cuoco si concesse alcuni attimi nel contemplare i due ospiti durante il pasto. Rispose solo quando fu interpellato, dando l'impressione di esser appena caduto dalle nuvole, forse a causa di qualche pensiero che lo teneva distratto.
    -Oh, accordi? Beh, si...- biascicò un poco, prima di riprendere la calma -Si, magari finito di mangiare vi porto al piano di sopra. Così possiamo parlare con qualche responsabile del da farsi: mi pare che ci sia almeno il Signor Quarion, dato che ha ordinato poco fa una macedonia di fragole, banane e panna. Non sembrava avere intenzioni di partire oggi.

    Puntellò prima il dito calloso sulle labbra, per poi carezzarsi il mento con aria pensierosa. Personalmente non aveva la più pallida idea di come funzionassero gli arruolamenti "classici"... ma avrebbe comunque provato ad aiutarli, dato che gli stavano simpatici.
    -Ma prima... pigliamoci un caffè! Così digerite e io mi riposo.

    Quando ebbero finito, sparecchiò in un lampo, offrendo loro due tazzine di semplice porcellana bianca, con del liquido nero e denso, particolarmente cremoso e concentrato. Molto amaro, sarebbe risultato più gradevole ad una bambina con una generosa aggiunta di zucchero: per questo Gennaro ne portò un contenitore sulla tovaglia, posando al suo fianco un semplice cucchiaino.
    -Prego, non fate complimenti e non aspettate troppo!- annunciò l'omino, tutto contento -Ricordate che il caffè va sempre bevuto con tre "c": "Cacchio-Come-Coce"!

     
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