[H] [Quest] SACRARIVM

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    « Oh, il piacere è tutto mio, Signor Sadwrn! »

    Fece Garmin, la cui espressione curiosa suggerì a Sadwrn che non era abituato a vedere gente della sua stirpe – nulla a cui egli non fosse abituato, anche quando si trattava di persone abituate a vedere non-umani. Fu inoltre un'ulteriore conferma del fatto che Garmin non fosse un occidentale.
    Colto da un lampo di consapevolezza, l'umano frugò in una tasca interna della sua giacca finché non ne estrasse un foglietto, che porse al gruppo con una risatina nervosa.

    « Tesserino, eh? No, non mi hanno dato niente del genere. Però, il Signor Quarion -che mi pare di aver capito sia un responsabile- mi ha fatto questo autografo con dedica quando gli ho detto che aveva davvero dei bei capelli! Non so se può valere qualcosa... »

    Sadwrn esaminò il pezzo di carta spinto da pura curiosità. Lesse una piccola dedica a, in effetti, Garmin Pathfinder, seguita dalla scritta “Quarion Galanodel” scritta con un inchiostro di un rosa brillante come quello di una pesca a cui erano state tolte tutte le sfumature e poi malmenata, e circondata da cuoricini stilizzati.
    Un nome che conosceva perfino Sadwrn: Ambasciatore del Presidio Orientale, si diceva che fosse un essere dotato di una straordinaria bellezza destinata a non appassire mai, e che tempo addietro Shui Yoe Tu l'avese scelto come proprio amante. O almeno uno dei propri amanti, ma era altrettanto noto che quell'uomo condividesse con la signora del Kijani Fahari anche una certa promiscuità.
    Alcuni viandanti raccontavano inoltre di donne nobili e meno nobili sedotte dalle sue raffinati doti poetiche, e che egli scartasse tutte coloro che non fossero in grado di offrirgli dei versi di pari raffinatezza estetica. Altri ancora correggevano queste voci, dicendo che non era “tutte”, ma “tutti”, e che vagabondava in lungo e in largo dopo essere stato cacciato dalla propria casa ancestrale dopo aver provato a corteggiare una principessa di rango troppo alto...
    Nessun Worren, per quanto ne sapesse Sadwrn, ebbe mai occasione di distinguere la verità dalle mere voci.

    Quell'autografo, che doveva essere autentico a guardare l'espressione di Firion, provava tuttavia una sola cosa: che a un certo punto, Quarion Galanodel avesse fatto una dedica a qualcuno presentatosi come Garmin Pathfinder, ma non che Garmin Pathfinder fosse un membro della Hush, o addirittura che si trattasse di chi stava loro davanti.
    Noncurante delle falle, Garmin continuò, e Sadwrn decise di fare buon viso a cattivo gioco. Come se fosse l'unica persona misteriosa con cui avesse mai avuto a che fare: dopo Zakar a Maòyì, e il conte James Bond prima a Sequerus e poi a Laputa, non avrebbe avuto senso tirarsi indietro proprio con costui.

    « In qualità di vostro Cicerone, vi do il benvenuto nella città di Kisnoth, capitale del Pentauron, chiamata anche "la Grande Dama" e soprannominata "l'Eterna". Il suo particolare appellativo pare legarsi ad una leggenda che vuole la metropoli ciclicamente fulcro di un mai precisato cataclisma, da cui -ad ogni era- essa torna a rinascere dalle proprie fondamenta... ma questo fatto potrebbe essere solo un modo di mitizzare la particolare urbanistica della zona. La Kisnoth in cui ci troviamo, è infatti quella più superficiale: man mano che si scende nel sottosuolo, è possibile accedere ai resti degli insediamenti precedenti. »

    « Che cos'è un “cicerone”? » sussurrò Sadwrn a Benimaru nel mentre.
    Quello, però, era il minore dei problemi in quel discorso. Ciò che catturò davvero l'attenzione del Worren, infatti, fu la menzione dei cataclismi ciclici che colpirebbero Kisnoth, una città che egli credeva fosse chiamata “l'Eterna” perché esisteva da sempre – forse da tanto quanto lo stesso semipiano.
    Se a ogni “ciclo” un cataclisma la colpiva, che il famoso Circo fosse stato allora l'ultimo di una lunga serie?

    « È credenza di alcuni che sotto la Capitale ci siano un'infinità di altre Kisnoth, perciò... se quel che dovete fare è "scendere", ci aspetta un bel tour del mistero nelle profondità! Non è sicuro che sia così, perché i passaggi segreti sono... beh, per l'appunto, segreti, ma dovrebbero esserci meccanismi di accesso nei tre più illustri edifici della città: il Palazzo delle Ninfe, il Palazzo della Spada, e il Mausoleo della Famiglia Reale. Potremmo investigare uno di questi posti, per cominciare! »

    Ego decise di affidarsi del tutto a Garmin, chiedendo solo di prediligere luoghi dove venivano eseguiti rituali mistici, mentre Firion suggerì il Mausoleo della Famiglia Reale senza troppa convinzione. Sadwrn alzò timidamente la mano.

    « Ehm, il più centrale di questi quale sarebbe? Altrimenti, mi accodo a Firion-san e dico anche io il Mausoleo. »

    SadwrnStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Dubbioso
    Energia: 95/100
    Passive: Mind-Fuck Alert, Trick Detector, Conoscenza della Flora del Presidio Occidentale, Scurovisione
    Equipaggiamento: Kuwa (Zappa – Arma Bianca)


    Edited by Kuma. - 25/5/2020, 19:12
     
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    "Per raggiungere la meta, dovrai tornare alla partenza.
    Per comprendere la Volontà del Cielo scenderai nelle Profondità della Terra".


    png

    Mausoleo, Kisnoth.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Davanti al dubbio di quella scelta, i tre ricercatori dovettero ragionare riguardo la direzione da prendere.
    Nobile Pathfinder siamo nelle sue mani, se sono quelli i luoghi più probabili da esplorare, ci consigli pure quello che conosce meglio- disse per primo Ego, rivolgendosi in tono gentile al cicerone -In una delle tre costruzioni, per caso, si tenevano dei rituali mistici? Forse potrebbe essere più conforme alle nostre ricerche.
    « Se dovessi scegliere una delle tre proposte, credo prediligerei il Mausoleo della Famiglia Reale. Chi meglio di loro potrebbe custodire il segreto sulla storia di Kisnoth? » fu allora il turno di Firion a parlare, ed avanzò anche l'ipotesi che la Famiglia Reale potesse in qualche modo centrare qualcosa con la vicenda dei passaggi nascosti « Però forse proprio per questo motivo sarebbe troppo banale e prevedibile... al loro posto, nasconderei l'ingresso altrove. Tu cosa ne pensi, Garmin? »
    « Ehm, il più centrale di questi quale sarebbe? » domandò infine il più sospettoso dei tre « Altrimenti, mi accodo a Firion-san e dico anche io il Mausoleo. »

    Garmin -nell'elaborare tutte quelle domande- si portò un indice alle labbra con fare pensieroso. Sorrise poi con garbo, posando lo sguardo di miele sul primo che lo aveva interpellato, rivolgendosi a lui in modo affabile.
    « Beh... il Palazzo delle Ninfe era adibito a dimora di una famiglia nobile, mentre il Palazzo della Spada -per quel che ne so- è stato riadattato a tribunale; il Mausoleo invece -come suggerisce il nome- in quanto sepolcro monumentale avrà certamente ospitato numerose cerimonie commemorative e riti funebri! »
    Annuendo ad Ego, si voltò a sorridere verso il buon Firion, rivelando ingenuamente nella propria espressione una certa simpatia nei suoi confronti.
    « Non saprei: in ogni caso, un ingresso può certamente essere nascosto, ma non cancellato o spostato altrove, no? »
    Facendo una piroetta su sé stesso, si rivolse quindi al Worren, congiungendo le mani ed illuminandosi.
    « Oh, ma il Mausoleo è proprio nel cuore della Capitale! Affaccia sulla piazza centrale ed è connesso alle pertinenze della Cattedrale...» fatta quella osservazione, tornò ad osservare Ego, consapevole di quanto quel dettaglio fosse per lui importante « ...che è un antico edificio di culto! »
    Considerando la coincidenza, non sarebbe servito nemmeno discutere oltre, dato che puntavano tutti allo stesso luogo.

    jpg

    Dopo una breve camminata, abbandonato un ultimo agglomerato di palazzi, gli esploratori giunsero finalmente a percorrere l'ampia piazza antistante quello che poteva essere solamente il Mausoleo menzionato poco prima da Garmin. Attesero qualche attimo sul sagrato, abbracciando con lo sguardo quello splendido edificio eterno che -nella sua bellezza ed imponenza- aveva superato i rastrellamenti della Notte della Prima senza subire alcun danno.

    Come guidato da curiosità fanciullesca -o forse con il semplice intento di aggirare l'edificio, considerando che la porta principale sembrava chiusa- Garmin prese la bizzarra decisione di seguire cautamente le mura fino al retro del Mausoleo; quello che il gruppo eterogeneo trovò, fiancheggiando le colonne del portico scolpito, fu il suggestivo quanto malinconico paesaggio di un cimitero monumentale, ricco di lapidi di roccia, croci di marmo e splendidi angeli di pietra.

    jpg

    Alla luce del sole ed in assenza di molti colori per quello che poteva essere un giardino, le tombe in pietra bianca spiccavano nitidamente tra il verde della vegetazione selvaggia che -per incuria- era quasi diventata l'elemento predominante del cimitero, arrivando addirittura a nascondere totalmente alcune lapidi più piccole ed abbracciare le gonne delle frequenti statue di angeli, quasi tutti dall'aspetto femminile.
    Estasiato dalle bellezze artistiche, forse ipnotizzato dall'aria di sacralità che quel luogo riusciva ad emanare, Garmin avanzò fra le tombe con l'entusiasmo di un bambino e senza mai abbassare lo sguardo.
    Errore fatale, in realtà, perché gli bastarono pochi passi per inciampare su qualcosa...
    ...e cadere di faccia per terra.

    « Tranquilli, tranquilli: sto bene... Non mi sono fatto male...! » cercò bonariamente di rassicurarli il "soldato a terra", dopo essersi districato in modo un po' goffo da un intreccio di erbacce « Devo essere inciampato in qualche cosa...»
    E in effetti era proprio così: avviluppato alla punta di una scarpa, qualcosa di metallico luccicava fra l'erba.
    Cos'era quell'affare?

    Angolo del Quest Master - Turno 5

    Considerando che vi interessano luoghi sacri, in una posizione centrale e legati alla famiglia reale... la scelta non può che ricadere sul Mausoleo.

    Nonostante sia deserto (come tutto il resto) emana una certa aura di sacralità, e ad occhio sembra l'unico edificio della zona ad aver conservato perfettamente integrità a seguito della Notte di Kisnoth. Ovviamente, questo non lo ha reso immune alla rivalsa di Madre Natura: il cimitero monumentale che trovate sul retro è invaso di piante e arbusti, ed anche se è possibile comunque camminarci, moltissimi elementi architettonici e tombe sono nascoste dal verde rigoglioso e brillante.

    Non ho molto altro da dire, per ora. Decidete il da farsi: al momento avete un compagno a terra. Letteralmente.

    Postare entro il: 2 Giugno, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicarmelo in privato.
    Spero di aver chiarito tutto il necessario per giocare tranquilli.
    Enjoy!

     
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    Kisnoth


    Per Ego è tutta una questione di vibrazioni e disegni divini.
    Come non cogliere la poesia presente in questo incontro fortuito? Come non cogliere i segni di un progetto superiore nello scambio di parole del gruppo? Ognuno segue una sua teoria, ma poi per mezzo della guida tutto si unifica e trova una soluzione.
    Se Ego non avesse dato il suo contribuito, seguito da quello di Firione Sadwrn, nulla di tutto ciò sarebbe avvenuto, tutto si sarebbe sopito e scomparso.
    Tutto è parte del grande disegno.
    E loro lo stanno seguendo.
    Sorridente per quanto appena avvenuto Ego non può che seguire la guida in questo mini tour-guidato. E' felice di potersi dedicare in questa ricerca attraverso cui, giorno dopo giorno, riesce a riscoprire il divino ed il suo ruolo nelle trame.
    Cammina per la città, accompagnando ogni suo passo con un leggero ticchettio del bastone che si poggia sulle pietre del selciato. Il gruppo si è arricchito ed in verità è sempre più disomogeneo e strambo, ma fa tutto parte del disegno, no?
    Ascolta le descrizioni del palazzo e resta estasiato ad osservarlo curioso circa il tipo di culto che un tempo ha ospitato. Nel suo tempo libero sta redigendo un manuale su tutte le religioni presenti e vuole che sia completo, in ogni sua sfaccettatura e culto o setta che sia.
    Non comprende pienamente la scelta di aggirare il mausoleo per dedicarsi invece alla zona cimiteriale, ma continua ad essere particolarmente curioso di questa nuova location. Alcuni luminari del suo popolo dicevano che per valutare una civiltà si debba valutare come trattatano i propri morti. Se dovesse quindi dar un peso a questi, dovrebbe chiamarli sbadati o poco attenti, vista la rigogliosa vegetazione, certo c'è da considerare il dettaglio della scomparsa della città e così via, ma son dettagli.
    Cosa ci può dire riguardo i rituali che venivano celebrati in questa struttura?
    Domanda alla guida curioso mentre zigzagano tra le tombe. La guida, sbadata com'è, casca su una specie di affare luccicante e di metallo. Il Teologo, punta bene il bastone al suolo ed allunga la mano libera verso la guida.
    Tutto bene? Si è fatto male?
    Gli allunga la mano pronto per aiutarlo ad alzarsi seriamente preoccupato per eventuali ferite, se necessario potrebbe chiamare qualche divinità per lenire gli eventuali danni, ma pare che non ce ne sia propriamente bisogno.
    Su cosa è inciampato?
    Lascia ai due colleghi il compito di capire cosa sia quella cosa. Dal canto suo si limita a tastare il terreno con il bastone, magari si tratta di qualche botola o cripta e relativa apertura.

    Equipaggiamento: Bastone, Occhio della Notte x1, Tarlo di Kleptein x1, Cocoguyan x2, Bandoliera del Lottatore, Ascia del Sangue
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

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    Illuminazione Divina: Aumento riserva dai Mana
    Laurea in Teologia: Conoscenza enciclopedica del “divino”

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    « Oh, ma il Mausoleo è proprio nel cuore della Capitale! Affaccia sulla piazza centrale ed è connesso alle pertinenze della Cattedrale...
    ...che è un antico edificio di culto! »


    Tre due piccioni con una fava, dunque! In un modo o nell'altro il Mausoleo accoglieva le proposte avanzate da noi tutti: per Ego rappresentava un luogo di culto, visto il ruolo assegnato inevitabilmente al sepolcro. Si sposava con la mia """intuizione""", ovvero un puro lancio della moneta a sensazione, ed infine era una posizione centrale come richiesto da Sadwrn. Perfetto, insomma!

    Dopo una non troppo lunga camminata raggiungemmo dunque il famoso Mausoleo, la cui vista fu assolutamente all'altezza delle aspettative. Un edificio imponente, che trasudava storia da ogni mattone. Garmin - in quanto guida, fu forse il più entusiasta della visione ravvicinata; decidemmo per il momento di seguire i suoi stessi passi, finendo infine fra le tombe e le lapidi del cimitero. Un profondo ed importante pezzo di storia del semipiano giaceva sotto quella terra...
    ...e forse, letteralmente.

    « Tranquilli, tranquilli: sto bene... Non mi sono fatto male...!
    Devo essere inciampato in qualche cosa...»


    Forse distratto per l'entusiasmo storico tipico di una guida, il nostro compagno d'avventure finì per inciampare sull'erba incolta. Almeno, così era sembrato nella foga del momento: un luccichio metallico proveniva laddove si era incastrata la scarpa di Pathfinder.

    Su cosa è inciampato?
    « Ci penso io. Signor Garmin non si preoccupi... »

    In soccorso alla curiosità di Ego e -probabilmente- di tutti i presenti, prelevai uno dei miei coltelli dall'armatura. Prestando ovviamente la massima attenzione, sia per non ferire involontariamente la nostra guida sia per non rischiare di danneggiare eventuali ritrovamenti, avrei cercato dapprima di farmi spazio cautamente con la mano nel verde della vegetazione, infine avrei tentato di tagliare via le erbacce che ostruivano la visuale.
    Solo dopo, eventualmente, l'avrei aiutato a rialzarsi. Una volta certi di non essere incappati in trappole o affini.

    Mana: 110%
    Riassunto delle passive possedute:
    • Maestro d'arme: capacità di usare con maestria qualsiasi arma.
    • Filo incantato: legame magico che gli permette di richiamare a se le sue armi.
    • Volontà del Guerriero: power-up del 50% a forza, +10% mana e +50% destrezza (NB: con le armi indosso gli consente semplicemente di avere un'agilità normale nonostante il peso, se disarmato rappresenta a tutti gli effetti un +50%)
    • Percezione: auspex di tipo radar
    • Volontà Eroica: mindfuck-alert + trick detector

    Equipaggiamento: (immagine)
    • Arco Lungo + 10 frecce
    • Lancia Lunga
    • Spada ad una mano
    • Ascia Monopenne
    • Morningstar
    • Pugnale [x2]
    • Armatura Completa
    • Scudo piccolo
    • Unguento di Rendalim
     
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    « Beh... il Palazzo delle Ninfe era adibito a dimora di una famiglia nobile, mentre il Palazzo della Spada -per quel che ne so- è stato riadattato a tribunale; il Mausoleo invece -come suggerisce il nome- in quanto sepolcro monumentale avrà certamente ospitato numerose cerimonie commemorative e riti funebri! »
    Sadwrn reclinò il capo su di un lato, il mento stretto fra pollice e indice. A sentire solo quelle descrizioni sommarie, il suo istinto l'avrebbe portato al Palazzo delle Ninfe o al Mausoleo. Si chiese tuttavia anche cosa fosse il Palazzo della Spada, prima di essere un luogo di giustizia – sempre avesse importanza.
    « Non saprei: in ogni caso, un ingresso può certamente essere nascosto, ma non cancellato o spostato altrove, no? » continuò Garmin.
    Il Worren, un essere poco abituato a simili edifici e architetture, annuì con la lentezza di chi voleva mostrare meno di trovarsi d'accordo e più di stare seguendo il discorso senza però starci capendo molto.
    « Oh, ma il Mausoleo è proprio nel cuore della Capitale! Affaccia sulla piazza centrale ed è connesso alle pertinenze della Cattedrale... che è un antico edificio di culto! »

    « Quindi... andiamo lì? » chiese Sadwrn, dopo essersi voltato a guardare prima Ego e poi Firion.
    La risposta fu “sì.”

    Il Mausoleo si rivelò essere meno distante di quanto preventivato: fu una passeggiata di pochi minuti fra le vie centrali; costeggiarono i palazzi disabitati e si immisero nella più larga piazza che Sadwrn avesse mai visto. A dominarla era un palazzo forse perfino più grande di quello del daimyō a Shiju, sebbene non quanto la cittadella reale di Jincheng – ovviamente. Il tempo e la notte della catastrofe l'avevano lasciato intatto. Forse era perché, rifletté il Worren, chi stava cercando gente viva da far sparire non aveva dato troppa importanza a qualcosa che doveva contenere perlopiù cadaveri.

    Garmin decise di costeggiare le mura dell'edificio, e il gruppo lo seguì fino al retro dello stesso: un vasto e imponente cimitero costellato di lapidi e croci e sculture di pietra bianca. Un tempo, esso doveva apparire molto spoglio e brullo, ma una volta sparita la popolazione umana, arbusti ed erbacce si erano rimpossessati spontaneamente dell'area, tanto che la guida inciampò presto in quella che Sadwrn credette essere una radice sporgente, cadendo rovinosamente a faccia in giù.

    « Tranquilli, tranquilli: sto bene... Non mi sono fatto male...! Devo essere inciampato in qualche cosa...»

    Solo quando decise di guardare meglio da vicino egli scoprì di essersi sbagliato. Ego picchiettò il terreno con il suo bastone, e Firion liberò il terreno dalle erbacce per migliorare la visuale. Qualora si fossero assicurati che non c'erano trappole o trabocchetti di sorta a cui badare, Sadwrn avrebbe atteso un segnale degli altri per cominciare a menare colpi di zappa nei dintorni, facendo attenzione a non vibrarne di troppo forti, cercando di ammorbidire il terreno quel tanto che bastava da rendere più facile tirare fuori qualunque cosa fosse stata sepolta lì.

    « Magari qualcuno ha visto una vanga in giro? »

    SadwrnStato fisico: Perfetto
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    Mausoleo, Kisnoth.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Cosa ci può dire riguardo i rituali che venivano celebrati in questa struttura?
    « Beh, a quanto ne so è sempre stata un Mausoleo e non ha mai assunto funzioni diverse » aveva risposto Garmin, prima di capitombolare a terra « Per questo posso supporre siano stati fatti prevalentemente riti funebri e funzioni celebrative dei defunti »

    Quando poi la guida finì di faccia per terra, le reazioni dei presenti furono abbastanza eterogenee, nonostante fossero rivolte alla di lui salvaguardia. Garmin lo comprese subito, per questo si lasciò sfuggire uno dei suoi larghi sorrisi gentili, dato che pareva non stancarsi mai dal concederli a tutti.

    Tutto bene? Si è fatto male? Su cosa è inciampato?
    « Ci penso io. Signor Garmin non si preoccupi... »
    « Magari qualcuno ha visto una vanga in giro? »

    Contento di essere accompagnato da giovanotti tanto gentili e disponibili, Garmin rimase in paziente attesa per tutto il tempo, lasciando la possibilità di tastare il terreno col bastone, ripulire la zona dalle erbacce troppo lunghe o eventualmente menare la zappa in giro per sondare su cosa fosse finito. La realtà si rivelò tuttavia essere molto più banale e "semplice" di un passaggio segreto o una botola. Quando la visuale fu libera, Garmin ebbe modo di districarsi le gambe da quella strana catena con grani che gli si era avviluppata involontariamente, raccogliendola fra le dita e poi mostrandola agli altri.

    « Oh, che bello: ho trovato una corona da Rosario! » affermò, gioioso come un bambino « Si tratta di un oggetto di culto, e viene spesso usato in preghiera. Questo in particolare mi sembra molto bello e prezioso, sapete? »
    Sembrava una collana di perle: ne erano circa una cinquantina, ordinate in gruppi di dieci. A separarli, vi erano dei grani più grossi, probabilmente fatti in argento e perla. Questa collana aveva anche un pendente: una bellissima croce in argento, al cui interno era custodita una ciocca di capelli scuri, appena visibile da una sottile nicchia coperta da un vetro. su di essa era intarsiata una pietra preziosa, probabilmente un diamante.
    Diamante che, non appena finì in contatto con le dita dell'ignaro Garmin, reagì improvvisamente, iniziando così a brillare. La luce si fece più intensa, fino ad accecarli per qualche istante. Quando poi riuscirono a riaprire gli occhi... si accorsero di non essere più al cimitero.
    Erano sottoterra.

    Era buio, si percepiva una forte umidità ed in lontananza erano ben udibili sibili, e stridii acuti.
    « Meno male! Siamo riusciti a scendere: che fortuna! »
    Già... che fortuna.

    Angolo del Quest Master - Turno 6

    Per una botta di culo mostruosa, siete riusciti a scendere (o almeno, si spera).
    Vi trovate in una sottospecie di grotta, ed ovviamente è tutto buio. Dei rumori vi arrivano da molto lontano, forse a causa delle pareti in roccia o dall'effetto-eco. Non si tratta comunque di voci, ma sibili e stridii.

    Decidete che fare, oppure organizzatevi su come procederete ad esplorare la zona.

    Postare entro il: 14 Giugno, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicarmelo in privato.
    Spero di aver chiarito tutto il necessario per giocare tranquilli.
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    Kisnoth


    Per fortuna la Guida non si è fatta nulla, se non qualche sbucciatura qui e lì di poco conto.
    Aiutato il neo-collega osserva con attenzione quello che va a recuperare.
    Sadwrn che come al solito è il più concreto di tutti già cerca una vanga per disseppelire qualche cadavere o magari alla ricerca di botole. Ugualmente Firion, militaresco, agisce come se si trovassero in qualche trappola.
    Ego, in cuor suo, è contento di aver trovato due alleati così validi e così complementari alle sue doti. Fosse per lui avrebbe chiamato a raccolta qualche divinità, recitato qualche versetto, ma la materia e la strategia non sono certo pane per i suoi denti.
    Il rosario, invece, è il suo campo. Lo osserva con una strana mmirazione. Ha letto di diverse religioni del multiuniverso che utilizzano un simile accessorio. E' curioso vedere come, religioni completamente diverse, abbiano aspetti pratici molto simili. Ad esempio il popolo Unghai, sanguinari guerrieri, aggiungevano un grano del rosario per ogni morte dedicata alla divinità del sangue Hai. O ancora i moderati figli di Konko, che invece snocciolavano i rosari per guarire i feriti, ogni grano permetteva di risanare una piccola ferita, sedute di preghiere di giorni, si dice, potessero riportare in vita anche un defunto.
    Dettagli a parte il santone si avvicina alla Guida per meglio osservare l'oggetto, annuisce riguardo i commenti della Guida, sembra di ottima fattura ed ancora una volta lo Studioso non può che vedere lo zampino della divinità, a maggior ragione quando vengono trasportati all'interno di una grotta. Probabilmente Firion urlerà che è un trappola, ma Ego sa benissimo che questo è il disegno divino e con pacifica rassegnazione ringrazia sorridente.
    Non vedere nulla, non è proprio piacevole, ma è una difficoltà cche può essere facilmente oltrepassata. Potrebbe evocare Helios per illuminare tutto, ma teme di abbagliare i presenti, quindi per ora evita.
    Temo che una vanga sia superflua.
    E' un metodo molto strano di trasporto, ma interessante. Forse esiste una qualche divinità degli spostamenti. Magari più tardi vi parlerò della Dio Motus, ha alcuni aneddoti molto particolari!

    Intanto il gruppo si riorganizza disponendo chi è più orientato davanti. In una novella Cecità lo studioso si mette ad un passo di distanza da Sadwrn, allunga la mano sulla sua spalla così da poter creare un serpentone umano in movimento. La mano libera, invece, continua a stringere il bastone, che anzi funge da ulteriore appoggio nell'imprevista camminata.
    Nobile Pathfinder per caso ha qualche altra informazione su dove ci troviamo? Nelle sue esplorazioni è stato già qui?

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    Sadwrn scese a patti con l'assenza di attrezzi adatti sospirando sconsolato e preparandosi ad affondare le mani nel terriccio. Scavare a mani nude non era nulla a cui non fosse già più che abituato, né qualcosa che gli dispiacesse particolarmente: quando era ancora un apprendista, poche cose gli davano più soddisfazione di dissotterrare una radice o una pianta rara, nuova, o che potesse tornare utile al villaggio – il ginseng in particolare era uno dei più grandi tesori che potesse rinvenire nella foresta vicino alla quale era cresciuto. Il problema era che rischiava di metterci un sacco di tempo, e se l'oggetto era più grande di quanto apparisse e fosse incastrato in profondità, allora sarebbe stato impossibile recuperarlo!

    Quando l'area fu liberata da erbacce, fiori selvatici e graminacee, però, il Worren scoprì che non avrebbe dovuto neppure sporcarsi le mani. Garmin districò da una radice quella che Sadwrn riconobbe essere una collana nenju, di quelle che usavano i monaci umani dalle sue parti.

    « Oh, che bello: ho trovato una corona da Rosario! » disse la guida. Quindi altrove veniva chiamato rosario? « Si tratta di un oggetto di culto, e viene spesso usato in preghiera. Questo in particolare mi sembra molto bello e prezioso, sapete? »

    C'erano troppi pochi grani però: erano al massimo una cinquantina, mentre un vero nenju ne aveva almeno il doppio – la tradizione ne voleva esattamente centootto. Anche il materiale era diverso: i rosari che conosceva Sadwrn erano fatti quasi sempre di corda e legno (oppure semi), mentre quella era di perle e metalli preziosi. Anche il pendente era diversissimo: era una specie di cammeo con una croce d'argento sopra, un simbolo che non riconosceva, con perfino una gemma sopra!

    « Certo che non ho mai visto cose del gen- Ah! »

    La gemma iniziò a brillare. La sua luce si fece presto così forte e intensa che neppure voltarsi dall'altra parte aiutò il Worren a non finirne abbagliato. Gli ci volle qualche istante per aprire di nuovo gli occhi, ma Sadwrn si accorse anche prima che qualcosa era cambiato.
    Buio, umidità, rumori.
    Rumori.

    « Meno male! Siamo riusciti a scendere: che fortuna! » squittì Garmin, tutto contento.
    Sadwrn si voltò nella sua direzione, le pupille più dilatate del solito.
    « Sapevi che poteva succedere qualcosa del genere? » gli chiese con tono tranquillo. « Anche se magari non era nei tuoi piani? »

    Temo che una vanga sia superflua.
    E' un metodo molto strano di trasporto, ma interessante. Forse esiste una qualche divinità degli spostamenti. Magari più tardi vi parlerò della Dio Motus, ha alcuni aneddoti molto particolari!

    Sadwrn fece per rispondergli che era d'accordo sulla parte della vanga, ma non osò incoraggiarlo a parlare del resto.
    Nobile Pathfinder per caso ha qualche altra informazione su dove ci troviamo? Nelle sue esplorazioni è stato già qui?

    « Piuttosto, umani – scusatemi, suona un po' brutto detto così – dicevo, voi avete problemi a vedere al buio, giusto? »
    Cercò nei dintorni qualcosa che potesse usare come torcia e dell'esca con cui accendervi sopra un fuoco. Se avesse raccolto qualcosa di utile, avrebbe infine usato il suo acciarino per dare qualche strumento di orientamento agli altri.
    Altrimenti, si sarebbe limitato a fare da apripista, dando disposizioni affinché Ego e Garmin stessero in mezzo, mentre Firion e Benimaru dietro.

    SadwrnStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Neutrale, ma al tempo stesso descritto dalla seguente faccina: ò_o
    Energia: 95/100
    Passive: Mind-Fuck Alert, Trick Detector, Conoscenza della Flora del Presidio Occidentale, Scurovisione
    Equipaggiamento: Kuwa (Zappa – Arma Bianca)
     
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    « Oh, che bello: ho trovato una corona da Rosario! Si tratta di un oggetto di culto, e viene spesso usato in preghiera. Questo in particolare mi sembra molto bello e prezioso, sapete? »

    In contrapposizione all'entusiasmo storico della nostra guida, non potei far a meno di palesare una leggera delusione; vero era che non era finito vittima di chissà quale trappola misteriosa... ma al tempo stesso, non si trattava di un ingresso segreto sotterraneo. La maniglia di una botola nascosta fra le erbe, ad esempio! Ma dopo l'incontro fortuito con il buon Garmin, forse iniziavo ad avere aspettative un po' troppo alte in merito alle casualità favorevoli...

    ...o forse no?

    « Meno male! Siamo riusciti a scendere: che fortuna! »

    Vittime probabilmente di un qualche sortilegio strano, ci ritrovammo improvvisamente... dove, per l'esattezza? Il buio imperscrutabile ed il forte odore di umidità lasciavano intuire che il nostro compagno d'avventura ci avesse azzecato. Dei suoni non troppo incoraggianti echeggiavano invece in lontananza.
    Ma... eravamo ancora tutti insieme? Il nen emanato dal mio corpo mi suggeriva che nulla era cambiato nelle nostre posizioni rispetto a qualche istante prima: stesse presenze nei paraggi, in apparenza nulla di nuovo...

    E' un metodo molto strano di trasporto, ma interessante. Forse esiste una qualche divinità degli spostamenti. Magari più tardi vi parlerò della Dio Motus, ha alcuni aneddoti molto particolari!

    Ok, Ego era sicuramente presente e non era stato rimpiazzato da eventuali falsi.

    « Piuttosto, umani – scusatemi, suona un po' brutto detto così – dicevo, voi avete problemi a vedere al buio, giusto? »

    Anche la voce di Sadwrn sembrava coincidere con la persona conosciuta pocanzi. L'unico rimasto finora in assoluto silenzio era Benimaru, che... beh, così facendo confermava indirettamente la bontà della sua presenza.

    « Confermo la condizione sfavorevole... ma ho la capacità di percepire gli ostacoli fisici intorno a me grazie al Nen. »

    Il che mi avrebbe impedito se non altro di sbattere contro pareti o finire in improvvisi precipizi. Non malissimo ma nemmeno una condizione troppo favorevole... specie per combattere eventuali nemici.

    « Qualcuno di noi ha modo di illuminare l'ambiente circostante, anche solo per un attimo? »

    Prendere confidenza e conoscenza del posto in cui eravamo finiti ci avrebbe permesso di pianificare una possibile soluzione. All'occorrenza avrei potuto anche generare delle scintille tramite la collisione delle mie armi, in caso di emergenza...

    « Benimaru? »

    Giusto per avere anche una conferma indiretta della sua presenza e delle sue condizioni.
    Per il resto, rispettai i suggerimenti in merito alla disposizione della squadra, in attesa di risolvere l'inconveniente.

    Mana: 110%
    Riassunto delle passive possedute:
    • Maestro d'arme: capacità di usare con maestria qualsiasi arma.
    • Filo incantato: legame magico che gli permette di richiamare a se le sue armi.
    • Volontà del Guerriero: power-up del 50% a forza, +10% mana e +50% destrezza (NB: con le armi indosso gli consente semplicemente di avere un'agilità normale nonostante il peso, se disarmato rappresenta a tutti gli effetti un +50%)
    • Percezione: auspex di tipo radar
    • Volontà Eroica: mindfuck-alert + trick detector

    Equipaggiamento: (immagine)
    • Arco Lungo + 10 frecce
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    "Per raggiungere la meta, dovrai tornare alla partenza.
    Per comprendere la Volontà del Cielo scenderai nelle Profondità della Terra".


    png

    Sottosuolo, Kisnoth.
    Presidio Centrale, Endlos.

    Nobile Pathfinder per caso ha qualche altra informazione su dove ci troviamo? Nelle sue esplorazioni è stato già qui?
    Il primo a porsi delle domande in quella situazione che poteva essere definita in ogni modo, fuorché "normale" fu Ego, a cui il gentile Garmin rispose con la solita gentilezza.
    « Beh... credo sia ragionevole affermare che ci troviamo ancora a Kisnoth... ma in una delle sue tante versioni nel sottosuolo! » rispose con entusiasmo, ricordando così a tutti il piccolo-grande dettaglio che la Capitale di Endlos era costruita "a strati" « Mi è capitato di percorrere alcuni tratti sotterranei, ma non saprei dire così su due piedi a che profondità ci troviamo: solitamente, sono le architetture e il tipo di danni alle strutture a fornire un'indicazione temporale più affidabile! »
    « Sapevi che poteva succedere qualcosa del genere? » fu poi il Worren a parlare « Anche se magari non era nei tuoi piani? »
    « E' una domanda complicata»
    Dovette ammettere la loro Guida, facendosi pensieroso. Poi, però, riuscì a trovare il lato mezzo-pieno del bicchiere anche nelle condizioni in cui si trovavano.
    « So che a volte la Capitale può schiudere questo tipo di passaggi, ma solitamente succede esplorando dei posti... visto che ad aprire il passaggio è stato il Rosario, forse abbiamo trovato una chiave! »

    Eppure... la loro condizione non era affatto favorevole, e se ne erano accorti più o meno tutti. Il primo (enorme) problema rientrava in quella che era la loro percezione visiva, e da esso ne derivavano molti altri: avrebbero avuto notevoli difficoltà nell'orientarsi e non sarebbe stato nemmeno possibile capire dove esattamente erano finiti, dato che l'architettura e gli ambienti potevano essere studiati solo se visti. Per questo, avrebbero dovuto risolvere innanzitutto la questione "luce".

    « Qualcuno di noi ha modo di illuminare l'ambiente circostante, anche solo per un attimo? » domandò prontamente Firion, che comunque era avvantaggiato grazie alle sue abilità Nen « Benimaru? »
    -Va bene, me ne occupo io.

    yeRU890

    Con aria fin troppo tranquilla rispetto ad una persona che non ci vedeva nulla, Benimaru avanzò fino a superarli, per poi agitare il braccio in movimenti rapidi e netti, che ricordavano molto le arti marziali. Poi, improvvisamente, uscirono delle scintille... e la sua aura prese ad infiammarsi. Letteralmente.

    Infine -mentre le fiamme si concentravano sul pugno chiuso del giovane guerriero, senza tuttavia bruciarlo- poterono tutti ammirare il luogo in cui si trovavano: una semplice grotta. Nessun elemento architettonico e niente che potesse ricondurli a qualcosa. Però -almeno- si trattava di una strada a senso unico, dato che alle loro spalle il tunnel era interrotto da una frana. Bastava andare avanti... e capire dove sarebbero stati condotti dalle gallerie.

    Avrebbero quindi camminato per qualche metro, prima di svoltare e trovarsi in un ambiente molto più grande, ragion per cui buona parte della luce di Benimaru si disperse nell'oscurità che li avvolgeva. Fu comunque abbastanza per capire -avvicinandosi ad una parete che ricordava la rovina di una costruzione- che si trattava di una versione del Pentauron estremamente antica, dalle costruzioni bizzarre quanto grezze, mai viste sulla Endlos attuale. Evidentemente -per chi di loro era più abile di pensiero- il rosario che avevano raccolto li aveva condotti parecchio in basso, forse fra gli ultimi strati, ammesso che esistesse realmente una prima versione della loro capitale.

    -Non so cosa ne pensate, ma ho una sensazione pessima.

    La gioia si sarebbe comunque placata molto rapidamente: con il loro avanzare, i versi ed i rumori di sottofondo si fecero più vicini, ed anche quando si fermarono ad analizzare le rovine, il volume parve alzarsi ancora, come se -qualunque fosse l'origine di quel chiasso molesto- si stesse dirigendo verso di loro. Anche Firion ebbe la stessa brutta sensazione, avvallata pochi attimi dopo dalla consapevolezza che qualcosa si stesse avvicinando a loro. Per qualche ragione, erano stati avvertiti... e numerosi corpi si avvicinavano a loro da diverse angolazioni, muovendosi probabilmente fra i diversi tunnel che si affacciavano all'enorme spazio in cui si trovavano in quel momento. Erano veloci, ed erano tanti.
    Cosa avrebbero dovuto fare, a quel punto?

    Angolo del Quest Master - Turno 7

    Il luogo in cui vi trovate è molto simile all'immagine che ho messo nei post da QM durante tutta la quest. Ovviamente è molto più buio, ma almeno potete capire la forma della grotta.
    L'altezza delle rovine è notevole, e l'intera caverna è di forma circolare, con il pavimento spezzato nel mezzo da un profondissimo burrone: se vi affacciate non potete vederne la fine. Ci sta però un ponte di pietra che vi può portare dall'altra parte della grotta, dove si concentra un maggior numero di antiche rovine, ma è abbastanza stretto da costringervi a camminare a fila indiana. Ci sono altri tunnel lungo tutta la parete alle vostre spalle e sui lati, e la bucano come un groviera: solo tre sono i tunnel che potete imboccare, tutti all'altezza del suolo che calpestate, nel caso non vogliate attraversare il ponte: uno è alla vostra destra ed uno a sinistra, mentre quello da cui siete arrivati è alle vostre spalle.

    Sappiate che per qualche motivo che ora vi sfugge, siete stati percepiti da qualcosa che -ormai- si dirige verso di voi. Firion riesce a percepirli prima che compaiano, grazie ai suoi auspex. In questo turno dovrete accordarvi su cosa dirvi e come gestire l'emergenza (scappare, combattere, nascondersi). Più siete precisi, più possibilità ci sono per salvarvi.

    Ovviamente, potete usare qualunque cosa in vostro possesso, dagli oggetti del mercante alla semplice logica. Ci sono infatti diversi modi per risolvere la situazione rognosa senza uccidere nessuno.

    Firion: Quello che senti quando si avvicina abbastanza per le tue percezioni non è un elemento singolo, ma moltissimi elementi che vi vengono incontro. Hanno dimensioni diverse, vengono da punti diversi attorno a voi e mostrano spostamenti non particolarmente coordinati o lineari. Hai abbastanza tempo (prima che vi raggiungano) per avvisare il party e provare a fare qualcosa.

    Postare entro il: 27 Giugno, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicarmelo in privato.
    Spero di aver chiarito tutto il necessario per giocare tranquilli.
    Enjoy!



    Edited by Drusilia Galanodel - 17/6/2020, 00:20
     
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    Il potere di Benimaru venne in soccorso di noi tutti: in una situazione di buio assoluto, un alleato in grado di manipolare con naturalezza l'ardore delle fiamme era certamente ben apprezzato! Che la lungimiranza del rispettabile Nobunaga avesse previsto in largo anticipo una situazione del genere?
    Presa visione dell'ambiente circostante realizzammo ben presto che l'ipotesi di essere finiti nel sottosuolo del Pentaurono era divenuta estramamente concreta e tangibile, come annunciato fin da subito dalla nostra guida. Le pareti della stanza raggiunta dopo qualche passo apparivano estremamente antiche, ruderi di rovine appartenenti probabilmente ad epoche assai lontane.
    Sarebbe stato interessante approfondire l'argomento, soprattutto consultando la preziosa guida al nostro seguito, ma...

    -Non so cosa ne pensate, ma ho una sensazione pessima.

    ...i rumori uditi in precedenza si fecero via via sempre più intensi e vicini. Gli echi striduli acquisivano sempre più energia ed intensità, indicando chiaramente una realtà a noi tutt'altro che disinteressata. La conferma giunse con le vibrazioni del Nen.

    « Ci stanno accerchiando.
    Sono tanti, e rapidi. »


    Sentenziai brutalmente ai miei compagni, confermando il sesto senso del nobile Pathfinder.
    Lo sguardo passò in rassegna ognuno di loro, per studiare le reazioni e -sopratutto- la loro capacità di rilevare il pericolo. Benimaru aveva portato la mano ad impugnare la spada, e quella era la prima volta che mostrava un atteggiamento difensivo.
    Dovevamo agire, ed in fretta.

    « Quel ponte... usiamolo per oltrepassare il burrone. »

    Una delle tattiche militari più basilari ed efficaci riguardava il come far fronte ad un numero superiore di nemici: condurli in un campo di battaglia limitato, che li costringa a ridurre il confronto ad un numero paritario o favorevole. Nella peggiore delle ipotesi quel passaggio di pietra sottile li avrebbe forzati ad impilarsi per raggiungerci, annullando di fatto il rischio di un assalto incontrollato di massa. Il burrone nel mezzo rappresentava un ulteriore ottima barricata in grado di arrestarne l'avanzata.

    « Andate voi per primi. Io lo attraverserò per ultimo, per poi abbatterlo. »

    Forse una decisione così drastica li avrebbe allertati o preoccupati, ma se avessero avuto modo di percepire in qualche modo il pericolo che si stava avvicinando, probabilmente avrebbero condiviso al volo la decisione. Il vuoto che ci avrebbe separato dal sentiero di arrivo non sarebbe stato in ogni caso un ostacolo insormontabile: in caso di necessità sarei stato in grado di farvi ritorno, trascinando con me -all'evenienza- anche i miei compagni.
    Nel contempo che i miei alleati attraversarono il sentiero di pietra, prelevai dall'armatura la morning star, l'arma probabilmente più adatta per sbriciolare il ponte in grado di collegare le due metà della grotta. Quando tutti attraversarono il passaggio, incluso chiaramente il sottoscritto, lasciai scorrere il nen dal mio corpo sino ad avvolgere le punte acuminate della mia arma. A quel punto avrei caricato in alto il colpo, rilasciandolo con violenza contro la pietra che avrei cercato di sgretolare nella sua interezza.

    Mana: 110% - 20% = 90%

    Attive utilizzate:
    • Colpo caricato.
      Concentrando il proprio Nen in uno dei dei suoi arti o delle sue armi, Firion sarà in grado di potenziare notevolmente l'efficacia del suo prossimo attacco.
      Consumo: Variabile (alto)

    Riassunto delle passive possedute:
    • Maestro d'arme: capacità di usare con maestria qualsiasi arma.
    • Filo incantato: legame magico che gli permette di richiamare a se le sue armi.
    • Volontà del Guerriero: power-up del 50% a forza, +10% mana e +50% destrezza (NB: con le armi indosso gli consente semplicemente di avere un'agilità normale nonostante il peso, se disarmato rappresenta a tutti gli effetti un +50%)
    • Percezione: auspex di tipo radar
    • Volontà Eroica: mindfuck-alert + trick detector

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    Ma perchè non si può fare un'amorevole passeggiata tranquilla nelle rovine di una città alla ricerca di qualche infromazioni su uno strano orecchino senza doverci rimetter per forza di cose la vita?
    Un giorno Ego, quando sarà anziano e farà una vita tranquilla di riflessione e reclusione monastica, dovrà scrivere un libro sulle potenziali sfgihe ddella sua vita. Crede fermamente nel fato, nel suo Destino, nel cammino scelto dalla Divinità, però, spera, che questo non voglia dire calamitarsi contro tutti i mali del mondo. Poi, pensandoci bene, parlando con Nobunaga ed altri nobili ex-samurai, ha scoperto che ognuno vive con questa strana sensazione di calamita di sfortune. Forse, essere umani, è proprio questo?
    domande troppo profonde da porsi, quando un esercito di mostri sta ticchettando verso la tua posizione.
    Annuisce alle parole della guida e segue rapidamente i consigli di Firion. Non riesce a scorgere i nemici che si stanno avvicinando, ma sicuramente si fida delle percezioni dei suoi compagni, più avvezzi all'arte della guerra ed affini.
    Si, mi sembra un'ottima idea
    Come già detto in precedenza avere Firion nel gruppo lo fa sentire assai più sereno e tranquillo, anche in situazioni come queste.
    Corre insieme al gruppo verso il ponte di pietra. Avevano altre strade da prendere, ma tutte troppo simili a quella da cui sono giunti, da dove sembrano poi giungere i nemici. Non avendo nemmeno scale a disposizioni, o ascensori, non possono che avanzare e cercare un punto tranquillo in cui fare il punto della situazione e capire come uscire da questo labirinto infernale.
    Corre oltre il ponte, seguendo il gruppo cercando di muoversi in sicurezza data la scarsità di appigli e la strettezza della corsia di pietra. Lascia a Firion il lavoro sporco limitandosi a dirgli.
    Se hai bisogno di una mano, potrei evocare l'aiuto di qualche divinità.
    Ma dubita che il guerriero abbia bisogno di ulteriore aiuto, piuttosto preferisce conservare la sua linfa sacra per evocare le divinità quando avrà un quadro della situazione più chiaro. A conti fatti, appunto, non hanno la minima idea di cosa si stia avvicinando.
    Spera non ragni, per quanto ha letto della divinità ragno Llhot che pare essere particolarmente procace ed avvenente.
    Superato il ponte, quindi, si limita ad indietreggiare a distanza di sicurezza in attesa di poter finalmente vedere e fronteggiare il nemico.

    Equipaggiamento: Bastone, Occhio della Notte x1, Tarlo di Kleptein x1, Cocoguyan x2, Bandoliera del Lottatore, Ascia del Sangue
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Illuminazione Divina: Aumento riserva dai Mana
    Laurea in Teologia: Conoscenza enciclopedica del “divino”

    Attive
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    « E' una domanda complicata » ammise Garmin con un tono pensieroso che rassicurò ben poco il Worren, « So che a volte la Capitale può schiudere questo tipo di passaggi, ma solitamente succede esplorando dei posti... visto che ad aprire il passaggio è stato il Rosario, forse abbiamo trovato una chiave! »

    Sadwrn fece per chiedergli “quali” posti intendesse, ma venne distratto dalla richiesta di Firion a Benimaru di illuminare meglio i dintorni – ottima idea, se non fosse che Sadwrn si era già abituato all'oscurità di quelle gallerie, e gli serviva un po' di tempo per prepararsi a una nuova, forte e improvvisa fonte di luce. Sarebbe rimasto accecato altrimenti.
    Alzò un braccio per intervenire, si ricordò che nessuno poteva vederlo, e optò infine per voltarsi dalla parte opposta, chiudere gli occhi e sperare per il meglio.

    Quando li riaprì, fu lieto di riscontrare che Benimaru si era limitato a fare del proprio braccio una torcia improvvisata; una soluzione né intensa né invasiva, alla quale gli occhi del Worren non impiegarono che una manciata di secondi per adattarvisi.

    Allorché il gruppo proseguì lungo il tunnel e, svoltato un angolo, si ritrovò in un'ampia caverna circolare, il fuoco non bastò più a mostrare la via, la luce che non riusciva a penetrare ogni tenebra. Fu tuttavia abbastanza per distinguere i dettagli più importanti: primo fra tutti un burrone di cui non si vedeva neanche il fondo, spezzato soltanto da uno stretto ponte di pietra naturale che collegava i due lati opposti della grotta.
    Questa aveva una forma circolare, come di una cupola, e aveva più di una galleria che portava ad essa: ai loro lati, infatti, ce n'erano almeno altre due, entrambe a misura d'uomo. Dalla parte opposta c'erano alcuni edifici in rovina dall'architettura completamente diversa da quella vista in superficie. Quanto erano antiche? Sadwrn non ne aveva idea; era già tanto se aveva visto le capitali del Nishikaigan e del Qídǎo.
    Benimaru ruppe tutto d'un tratto il relativo silenzio di quel momento.

    -Non so cosa ne pensate, ma ho una sensazione pessima.
    « Eh? »
    Il Worren si accorse in quel momento che i lamenti che aveva udito nella distanza poco fa si stavano facendo man mano più chiari e vicini. O forse avevano appena cominciato a farlo.
    « Ah. »
    La sua destra afferrò immediatamente la zappa.
    « Ci stanno accerchiando. Sono tanti, e rapidi. »
    Avvertì Firion, che passò in rassegna gli altri. Sadwrn alzò gli occhi al soffitto, poi li fece rimbalzare da un punto all'altro dell'ambiente circostante, con un'occhiataccia a Garmin nel mezzo.
    « Quel ponte... usiamolo per oltrepassare il burrone. »
    « Ricevuto! » disse Sadwrn.
    « Andate voi per primi. Io lo attraverserò per ultimo, per poi abbatterlo. »
    « Aspetta, cosa- » Lo sciamano scosse la testa. « No, mi fido. »

    Avrebbe quindi attraversato il ponte quanto più rapidamente possibile, lasciando giusto che Ego andasse per primo. Benimaru era armato e sapeva difendersi, mentre Garmin... Si chiedette quanto avessero davvero bisogno di lui.

    SadwrnStato fisico: Perfetto
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    Come una fiamma che fende la notte sconfinata, Benimaru accese una luce nell'oscurità, e il mondo ignoto che attendeva in quel nero insondabile si svelò agli occhi degli avventurieri, non più così spaventoso... un potere, quello che aveva il Fuoco di ispirare coraggio, che non cessava mai di meravigliare Garmin, che si ritrovò a battere le mani con entusiasmo davanti all'azione del giovane Samurai.

    Probabilmente, il biondo avrebbe anche esclamato qualche genuino complimento, ma... fece solamente in tempo a schiudere le labbra, che questioni più importanti reclamarono l'attenzione del gruppo: in risposta al divampare di quella speranza, strani rumori -sibili sinistri, lugubri gemiti e stridii terrificanti- si levarono dalle tenebre, sempre più numerosi e sempre più vicini, presagendo l'arrivo di nulla di buono.

    Quel caldo bagliore doveva aver rivelato la loro presenza, richiamando attenzioni sgradite che avrebbero presto attirato lì qualsiasi cosa si stesse celando nel buio.


    -Non so cosa ne pensate, ma ho una sensazione pessima.
    « Eh? »
    « Ci stanno accerchiando. Sono tanti, e rapidi. »
    « Ah. »

    In reazione all'imminente pericolo, il Guerriero dell'Ovest portò la mano alla spada, il Sacerdote si stranì un istante (come chi vede tutta la propria vita passargli davanti o come chi si sta interrogando sui massimi sistemi dell'universo), e il Worren impugnò la zappa, rimbalzando gli occhi felini per l'ambiente e soffermandoli sulla loro Guida espertissima, che era invece rimasta congelata con le mani giunte nell'atto dell'applauso e un'espressione interdetta sul viso sempre sorridente; il Cavaliere di Laputa, invece, dopo un'attenta panoramica dell'ambiente circostante, formulò rapidamente un piano d'azione.

    « Quel ponte... usiamolo per oltrepassare il burrone. »
    Si, mi sembra un'ottima idea
    « Ricevuto! »
    « Andate voi per primi. Io lo attraverserò per ultimo, per poi abbatterlo. »
    Se hai bisogno di una mano, potrei evocare l'aiuto di qualche divinità.
    « Aspetta, cosa-... No, mi fido. »
    « Ah...! Va bene! »

    Fu quello il momento in cui l'orrore si mostrò agli occhi degli avventurieri: aberrante, ed inconcepibile... e che avrebbe tuttavia suscitato in Firion uno spiacevolissimo senso di deja-vu, rievocando il ricordo di abomini che aveva già avuto la sfortuna di scorgere in quella stessa città nel corso della sua più lunga, sanguinaria e terribile Notte di Kisnoth.

    Quando
    qualcosa emerse dal perimetro delimitato dalla luce, lo sguardo avrebbe facilmente scambiato quel movimento per una bassa nube di nera fuliggine... come un falò da bivacco andato fuori controllo, attorno a cui la distorsione dall'aria lasciava supporre una temperatura a dir poco torrida - e perciò pericolosa.

    jpg...ma mettendo a fuoco quella massa indistinta, un'ondata di raccapriccio avrebbe colto gli osservatori, perché tanto numerosi da non poterli contare, brulicanti come vermi da una carogna in putrefazione -da cui, in effetti, quegli esseri mutuavano la forma-, in mezzo a quel groviglio di spire palpitanti sarebbe stato possibile scorgere delle creature dal corpo serpentino -allungato e privo di arti-, ma dai volti umani per quanto orribilmente deformi, dalle espressioni inebetite e per nulla presenti a loro stessi; alcuni piccoli come innocui serpenti, altri talmente grossi da non poter venir racchiusi tra le braccia di un uomo adulto.

    Senza ulteriori tentennamenti, Ego girò i tacchi e cominciò la corsa verso lo stretto ponte di pietra indicato dal Cavaliere Laputense, subito seguito da Sadwrn, e Garmin -che certamente appariva come il più delicato ed indifeso del gruppo- avrebbe fatto bene a seguire il loro esempio...

    ...ma gli occhi color miele si posarono su quegli esseri, e per la prima volta nella traversata, il sorriso spensierato sul viso imberbe dell'Esploratore lasciò il posto a una costernata sorpresa, che più che nella paura o nel ribrezzo affondava le sue radici nella tristezza e nella
    pietà; a scuoterlo dal suo riflessivo immobilismo, e a portarlo forzosamente in salvo, fu l'intervento di Benimaru, che -avendolo visto bloccarsi sul posto- non si fece alcun tipo di scrupolo ad acchiapparlo sbrigativamente per la collottola, trascinandolo di peso dall'altra parte del sentiero sospeso.

    Nonostante i modi, la Guida ringraziò il proprio salvatore per la sua gentilezza con uno dei suoi soliti sorrisi... ma l'altro, marziale e taciturno, non gli rispose.

    A quel punto, mentre gli orrori vermiformi si contorcevano gli uni sugli altri, accalcandosi sul ciglio del baratro e spingendo qualche loro simile nel vuoto nella smania di raggiungere ciò che bramavano, fu il turno di Firion di affrettarsi a passare il valico... e una volta in salvo, attuò il suo piano per far saltare il collegamento: brandendo la morning star, ne infuse la puntuta testa metallica con il proprio Nen, scagliandola poi come un'ardente e luccicante meteora contro la fragile struttura di collegamento, che si sbriciolò sotto la veemenza del colpo, strappando strida raccapriccianti ai mostri che ne furono investiti, precipitando nel buio insieme ai resti del ponte.


    Erano in salvo, per il momento, ma dove sarebbero potuti andare, partendo da lì?
    Per proseguire verso la loro misteriosa meta serviva cercare una seconda via di uscita, ma guardandosi intorno nella semi-oscurità non avrebbero scorto che l'imbocco di qualche tunnel in lontananza e un complesso di strutture diroccate... probabilmente un quartiere di antichi edifici in rovina.

    jpgDopo aver rinvenuto nei paraggi qualche bastone di legno muffo o sbarra di metallo rugginoso e ritorto, ed avervi avvolto ad un'estremità delle strisce di stoffa ricavate da una coperta scovata tra i ruderi da un Garmin di nuovo sorridente ma evidentemente sovrappensiero, gli avventurieri si ritrovarono ciascuno in possesso di una torcia di fortuna e -su suggerimento di Benimaru- convennero sul dividersi per cercare una via da percorrere o qualche indizio utile ad indicargliela.

    Ovviamente con la raccomandazione di non allontanarsi troppo, di restare dove almeno il bagliore delle loro torce potesse essere visibile, e di urlare in caso di pericolo o di novità... e fu proprio l'allievo di Nobunaga a squarciare il silenzio dopo lunghi ed interminabili momenti di esplorazione nell'oscurità immobile.


    -Ho trovato qualcosa.

     
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    "Per raggiungere la meta, dovrai tornare alla partenza.
    Per comprendere la Volontà del Cielo scenderai nelle Profondità della Terra".


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    Sottosuolo, Kisnoth.
    Presidio Centrale, Endlos.

    -Ho trovato qualcosa.
    Quando il gruppo si riunì seguendo il richiamo di Benimaru, si trovò in quello che in apparenza dava l'idea di un grosso tempio diroccato. In realtà, ad esser molto precisi, era quasi interamente distrutto: una parete -quella della facciata- era totalmente rasa al suolo, ragion per cui sarebbe risultato per Ego praticamente impossibile reperire eventuali simboli indicanti la divinità a cui era dedicato.

    Giunti comunque in cima ad una (forse, un tempo) monumentale scalinata d'ingresso -anche quella decisamente malmessa, motivo per cui impiegarono parecchio tempo ad arrampicarsi per soli due o tre metri- gli esploratori dovettero superare una pavimentazione marmorea spaccata in numerosissimi punti. Ad uno sguardo superficiale, l'intero tempio dava l'idea di esser semplicemente ciò che restava di una guerra particolarmente cruenta, ma l'assenza di massi o "armi del delitto" suggerì piuttosto come causa della rovina un qualche evento naturale di grossa portata, ad esempio un terremoto.

    In ogni caso, anche quell'ala del tempio era quasi totalmente distrutta: passeggiando fra la desolazione che sapeva di eterno, forse sudati per l'umidità particolarmente alta ed asfissiante, magari infastiditi dall'odore di muffa e polvere che -probabilmente- aveva del tutto sostituito da secoli quello di iniziale putrefazione, ebbero presto modo di rendersi conto che si fosse salvata soltanto una cosa.

    Fra ragnatele e decadenza, un'enorme tavola rotonda in pietra scolpita si ergeva letteralmente intatta, diversamente da qualunque altra cosa avessero incrociato. Ancora ornata di metalli preziosi e gemme d'ogni tipo, dava l'idea di essere una sottospecie di altare. Divisa in otto settori, disposti come i raggi di un sole scolpito nel mezzo, su cui era posato un calice di legno, riportava su ognuno di essi simboli e preghiere di una lingua dimenticata, ma che Ego -con le sue conoscenze- riuscì in qualche modo a decifrare. Nonostante non fosse tutto chiaro -infatti- c'era un'evidente influenza della cultura di altri mondi in quella scrittura, ed alcuni simboli erano addirittura conosciuti dal religioso.

    Così ebbero modo di leggere la parola "Dio" in ogni settore, affiancata da "Luce" in uno, "Legge" nel successivo, e poi "Corruzione", "Guerra", "Morte", "Piacere", "Inganni", ed infine -a chiudere il cerchio- "Urlante".

    -Sapete tradurlo?- domandò Benimaru, che già li attendeva lì da parecchi minuti -Non è la scrittura del Nishikaigan.
    Ego sarebbe stato certamente utile nel risolvere molti suoi dubbi, ed anche colui che si faceva chiamare "Guida". Tuttavia, solo in quell'istante, mentre attendevano che qualcuno si facesse avanti, scoprirono che Garmin non era più fra loro.
    Scomparso nel nulla.

    Angolo del Quest Master - Turno 8

    Non mi soffermo sulle descrizioni, che spero vi siano abbastanza chiare. In caso contrario, sapete dove trovarmi per farmi tutte le domande che volete.
    Detto ciò, a questo giro c'è necessità che Ego sia il primo a postare: è l'unico che può tradurre qualcosa delle preghiere scolpite nei vari settori dell'altare, e più precisamente le parole che ho segnato in grassetto nel narrato. Ovviamente può aggiungere sue considerazioni o ipotesi.
    Garmin, invece, è scomparso e non sapete dove sia finito: siete sicuri abbia superato con voi il ponte, comunque. La cosa più probabile è che si sia attardato in qualche rovina, non essendoci al momento vie d'uscita evidenti da quel quartiere antico.

    Postare entro il: 12 Luglio, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, basta comunicarmelo in privato.
    Spero di aver chiarito tutto il necessario per giocare tranquilli.
    Enjoy!

     
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