[H] Miraggio

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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


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    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    Le nuvole su cui galleggiava l'intero Presidio Errante si muovevano al vento come onde di un immenso mare cremisi, lambite dai raggi di un magnifico tramonto, spesso scosse da qualche strana bestia alata che vi si tuffava o ne riaffiorava con grazia e fluidità, mostrando le proprie ali con grande orgoglio.
    Nonostante la Notte avesse già annunciato il proprio arrivo con l'apparizione di poche stelle al crepuscolo, i gironi più bassi di quel Purgatorio sospeso nei cieli erano tuttavia ancora in movimento: c'era chi tornava da una lunga giornata di lavoro nel Latifondo e chi chiudeva la propria attività. Numerosi soldati in divisa si davano il cambio per la ronda, tutti nelle loro divise scure e dai ricami aurei. In effetti -differentemente da qualunque altro posto- Elay avrebbe notato il numero di guardie cittadine stranamente elevato, eppure i volti rilassati ed il modo in cui la gente del posto pareva osservarli non davano affatto l'idea che fossero lì per qualche tipo di emergenza.

    Varcare la Porta delle Icone, splendido passaggio nelle mura principali -alte, molto spesse e merlate-, non si era rivelato troppo difficile per i due viaggiatori: come da procedura per chiunque passasse, erano state richieste delle generalità, il motivo della propria visita, ed era stata elargita una piccola raccomandazione -comune per tutti gli stranieri- di non generare troppo scompiglio, nemmeno fra il popolino. Terminato quel brevissimo interrogatorio da parte di uno spilungone biondo e con freddi occhi di ghiaccio, era stato possibile inoltrarsi per i vicoli stretti e pullulanti ti vita.

    Elay e Demira si erano quindi diretti alla più vicina taverna, dove si erano presto sistemati ad un tavolo per la cena. Al bancone, un ragazzone biondo -due metri d'altezza ed una larghezza di spalle che si avvicinava pericolosamente al metro e mezzo- era già sul punto di terminare i preparativi delle pietanze da loro ordinate, quando Elay realizzò l'effettiva scomparsa della bella Demira.
    Non che non lo avesse avvisato: era uscita una mezz'ora prima a raccogliere alcuni effetti personali dalla sella del suo cavallo, un'operazione che avrebbe richiesto non più di dieci minuti. Dopo tutto quel tempo da solo al tavolo -però- il cavaliere avrebbe potuto sentirsi in dovere di preoccuparsi.

    -Ecco la cena per lei e signora!- annunciò il taverniere, atletico... ma comunque troppo grande per la camicia che indossava. Poi aggiunse, notando l'espressione del nobiluomo e l'effettiva assenza della bella bionda -Tutto ok, amico?
    Già... tutto ok?


    Angolo del Quest Master - Turno 1

    Benvenuta alla tua seconda scena masterata!
    :yuppi:

    Ci troviamo a Laputa, tot tempo dopo il tuo incontro con Demira.

    Durante il viaggio avete potuto parlare dei più disparati argomenti: dice di essere nativa del Nord, ma che ricorda poco la sua patria, avendo girovagato un po' in tutti i presidi fin da che aveva memoria. Attualmente è sola: non ha parenti sull'isola, ma ha vagamente accennato a qualche sorella che non vedeva da molto tempo. Riguardo le sue motivazioni sul viaggio verso Laputa, si è rivelata abbastanza restia nel rivelare i dettagli. Il massimo che Elay è riuscito a strapparle di bocca riguarda il suo desiderio di trovare lavoro e rifarsi una vita nel Presidio Errante.

    Se il tuo pg (durante il viaggio) potrebbe averle chiesto altro, comunicamelo pure privatamente, e ti risponderò direttamente con le informazioni che cerchi, o che vuoi inserire nel tuo prossimo post!

    Come sempre: il tuo pg è in una determinata situazione. Demira è sparita, dopo essere uscita un attimo a prendere qualcosa lasciato sulla sella del proprio cavallo. Gestisci la situazione come credi, ricordando sempre di non essere autoconclusiva.

    Postare entro il: 4 Maggio, ore 23:59.
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    “Tutto ok, amico?”

    La stanchezza per la giornata di viaggio, l’attenzione per il luogo nuovo ed il chiacchiericcio delle tante persone alla taverna mi avevano distratto; solo quando il ragazzone arrivato al tavolo mi rivolse la parola mi resi conto che era passato molto tempo dal commiato di Demira. Lo guardai sorpreso per un attimo prima di rispondergli.

    “Immagino di sì, la mia compagna di viaggio è uscita per prendere qualcosa dalla sua sella, dovrebbe tornare a momenti.”

    Rimescolai per un attimo con un cucchiaio di legno le verdure dello stufato che galleggiavano accanto al pezzo di carne, come satelliti intorno a un pianeta, pensieroso. Alzai di nuovo lo sguardo verso il taverniere.

    “Forse è il caso che vada a controllare, però; è notte e siamo nuovi in città; non vorrei avesse fatto brutti incontri, anche se ho visto molte guardie che penso mantengano l’ordine con facilità.”

    Ripensai a come avevo incrociato il suo cammino, rabbrividendo al pensiero che potesse esserle accaduto qualcosa di altrettanto spaventoso. Demira mi lasciava pieno di dubbi sul perché qualcuno avesse voluto rapirla, nonostante avessimo condiviso ore di cammino e di discorsi. Poteva esserle accaduto di tutto, da quel che potevo sapere; banalmente, una così bella ragazza avrebbe potuto attirare attenzioni indesiderate. Decisamente non potevo star tranquillo a mangiare fino a che non mi fossi accertato che tutto andava bene. Non potevo propriamente chiamarla amica, né potrei dire che si era creato un legame particolare con Demira; ad ogni modo la mia coscienza mi spingeva alla ricerca della ragazza, sola ed indifesa fra le strade di una così grande città.

    “Potresti farmi la gentilezza di tenerci il tavolo ed il cibo da parte?” chiesi speranzoso all’oste. “Non temere, tornerò presto, e sicuramente non andrò via senza pagare.” gli dissi, rassicurante, poggiando due monete sul tavolo come pegno.

    Ordinare da mangiare e scappare sarebbe stato un pessimo biglietto da visita nella città dove speravo di rifarmi una vita, senza contare che inimicarmi un uomo così grosso avrebbe significato trovarmi in guai altrettanto grossi.
    Non persi comunque molto altro tempo, alzandomi dal nostro tavolo; cercai di intercettare nuovamente lo sguardo dell’oste, per assicurarmi di avere il suo benestare prima di uscire dalla taverna.

    In caso di un cenno affermativo, avrei abbandonato il tepore di quel locale affrontando il freddo della notte per cercare Demira. Se non l’avessi incontrata mentre rientrava o accanto all’entrata, avrei mosso i miei passi verso i nostri cavalli, stanchi dal viaggio, per vedere se fosse ancora intenta con i pochi averi che portava con sé, legati alla sella.

    “Dove sarà finita?” mi chiesi, coi sensi all'erta, guardandomi intorno, cercando di riconoscere la bella ragazza dai capelli biondi.


    Energia:

    100%


    Riassunto:

    Elay si rende conto, allarmato, che Demira non è rientrata. Esce per cercarla, ponendosi domande sulla ragazza. ).

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
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    “Immagino di sì, la mia compagna di viaggio è uscita per prendere qualcosa dalla sua sella, dovrebbe tornare a momenti.” rispose il giovanotto, rimescolando con un cucchiaio le verdure nel proprio piatto, prima di sollevare lo sguardo sul taverniere “Forse è il caso che vada a controllare, però; è notte e siamo nuovi in città; non vorrei avesse fatto brutti incontri, anche se ho visto molte guardie che penso mantengano l’ordine con facilità.”
    Il taverniere -che, per quanto grosso, dava l'idea di un bonaccione dai modi affabili- tentò in qualche modo di rincuorarlo, percependo chiaramente una leggera nota di preoccupazione nella voce dello straniero.
    -Oh, si! Laputa è una delle capitali più sicure di Endlos!- annunciò con orgoglio, dandogli una vigorosa pacca sulla spalla -La criminalità non è molto sviluppata, l'esercito ufficiale è sempre vigile... e la gilda che controlla la zona combatte instancabilmente contro le forze del Male!- condì tutto con un sorriso gentile -Se pensi ci siano dei mostri in giro, sappi che non hanno vita lunga, qui. Vedrai che la tua amica avrà avuto solo un contrattempo...
    “Potresti farmi la gentilezza di tenerci il tavolo ed il cibo da parte? Non temere, tornerò presto, e sicuramente non andrò via senza pagare.”

    Non infastidendosi affatto per la proposta, leggendo chiaramente la genuina preoccupazione sul volto dell'uomo, l'oste accettò quella condizione, prendendo i due piatti e riportandoseli in cucina, probabilmente per conservarli in qualche luogo sicuro.
    Elay uscì quindi dalla taverna. Oltrepassata la soglia, dopo essersi abituato all'aria più fredda ed umida, si sarebbe guardato intorno, constatando che le vie non fossero poi così buie: globi di energia e numerose lanterne illuminavano l'intero Presidio come deliziose stelle, così da permettere a chiunque di girare di notte senza particolari difficoltà, anche se non portava torce con sé. Mai come allora, sembrò realmente una città sicura: pochi metri oltre, passeggiava perfino un'allegra famiglia dall'aria rilassata e serena.

    Peccato però che di Demira non vi fosse nemmeno l'ombra. Per questa ragione, Elay si mosse in direzione dei loro cavalli, ed effettivamente li trovò dove li aveva lasciati. Su quello di Demira, non vi erano segni di manomissione della sella... ed i suoi effetti personali erano ancora lì.
    Dove si trovava Demira, dunque?
    Forse preso dal panico, forse per un semplice tentativo di riordinare i propri pensieri, Elay rimase comunque in muta contemplazione della scena per qualche attimo... e fu proprio allora che avvertì qualcosa. Nulla di particolarmente strano, ma vista la situazione, avrebbe potuto certamente interessarlo.
    Si trattava di un chiacchiericcio appena udibile, proveniente da nord-est. Avvicinandosi lentamente, giunto a qualche metro dalla fonte del suono, avrebbe percepito distintamente due presenze con le rispettive anime. Una di esse, sembrava quella di Demira. Cosa faceva lì? E con chi parlava, da sola e di notte?


    Angolo del Quest Master - Turno 2

    Demira è scomparsa e pare non aver preso nulla dalla propria sella, come invece aveva riferito ad Elay. Nel tentativo di rintracciarla, Elay percepisce una presenza molto simile alla sua, in compagnia di qualcun altro, con cui parla. Al momento non è chiaro cosa dicano (sei troppo distante, dovresti avvicinarti maggiormente).

    In ogni caso, si trovano in un vicoletto secondario, un po' "imboscato" fra le case ammassate della Città Bassa. Questo vicolo è cieco, ed ha quindi una sola entrata. Le case son palazzine di stampo medievale di uno o due piani. Di base è tutto illuminato, ma essendo un vicolo secondario, riceve meno luce rispetto alle zone di passeggio.
    Decidi cosa fare: se ti avvicini, descrivi bene come lo fai.

    Postare entro il: 11 Maggio, ore 23:59.
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    Aggrottai le sopracciglia, ancora sorpreso per la bugia che Demira mi aveva rifilato; la scusa di dover prendere alcune sue cose sarebbe stata efficace e non avrei sospettato di nulla, se qualcuno non l’avesse trattenuta per più tempo di quanto la donna aveva preventivato.

    “Ma possibile che io sia sempre così ingenuo? Non imparo mai… , pensai.

    Cercai un angolo un po’ meno illuminato dai globi di luce che costellavano la via, per appostarmi accanto al punto da cui provenivano le due voci in modo da non essere visto. Normalmente non mi sarei messo a spiare la conversazione, un po’ per disinteresse ed un po’ per educazione, ma mi sentivo piccato per il comportamento di Demira, ed anche un po’ incuriosito.

    “Se intendeva parlare con qualcuno senza che io lo scoprissi, deve esserci sotto qualcosa.” , riflettei.

    Dubitai dunque che si trattasse di un incontro casuale; cominciavo a sospettare che ci fossero molte cose nascoste in Demira. Tutti i suoi silenzi e le sue risposte vaghe, il modo stesso in cui aveva incrociato il mio cammino…
    Non avrei avuto problemi a dire che stavo cercando Demira, se si fossero accorti della mia presenza; tuttavia, sperai di cogliere qualcosa in più col favore della sorpresa. Sicuramente la fanciulla non si aspettava che sarei andato a cercarla, né che l’avrei colta in quella conversazione. Tesi le orecchie, in attesa, cercando di cogliere le parole che si stavano scambiando, o di carpire qualche informazione sul suo interlocutore. O interlocutrice?






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    Riassunto:

    Elay si apposta in un angolo riparato per cercare di ascoltare la conversazione, o quanto meno cogliere qualche informazione in più.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    Il sole calava sulla fine di un altro giorno, tingendo progressivamente il cielo che avvolgeva quella terra fluttuante con i toni freddi e cupi dell'indaco; lente ma inesorabili, le ombre della sera si facevano più lunghe e scure per le strade del Presidio Errante, stiracchiate dalle luci dei lampioni, e mentre tutti i bravi abitanti dell'Isola sparivano nelle proprie case, o si stipavano nelle taverne -dove avrebbero passato la notte tra chiacchiere, birra e risate-, le vie si erano fatte tranquille e silenziose.

    jpg

    E in quel silenzio sospeso e quasi onirico, in cui ogni più piccolo rumore rimbomba nella notte come amplificato, il giovane visitatore avrebbe captato l'eco di alcuni suoni: dapprima, non sarebbe stato facile udirvi alcunché di distinguibile, ma avanzando verso la loro fonte, Elay avrebbe cominciato a distinguere la voce della donna insieme a cui aveva viaggiato fino a lì.


    -... perciò non credere che le tue minacce mi spaventino! -

    Peccato solamente che il nervosismo che acuiva la voce di Demira raccontasse una storia diversa. Ma alle orecchie del giovane -ad ulteriore riprova che fosse stata raggiunta da qualcuno- non giunse la sola voce della donna, e alle sue parole fece eco una breve e composta risata, dissimulata in un tentativo di schiarirsi la gola, a cui seguì l'asciutta risposta di un uomo...

    -Sarebbe pretestuoso attribuire un tale potere alle mie parole.
    A spaventarvi è la consapevolezza che sono, non di meno, veritiere. -


    ...un tipo maturo e istruito, a giudicare dal timbro profondo, dal vocabolario scelto, e dal tono alquanto pacato e sommesso; e tuttavia, il freddo senso di pericolo emanato dalle sue parole sarebbe suonato allarmante anche al ragazzo ancora defilato dalla scena, e celato alla vista dall'angolo di un palazzo.

    - Che cosa hai fatto a mia sorella?! -

    - Quello che ho fatto a tutte le altre, Milady. Ma non abbiate timore: non dovrete macerarvi a lungo nella curiosità... intendo mostrarvelo in prima persona. -

    - Sono tutti a casa in questo momento, e la città è pattugliata!
    Se fai un solo passo, mi metto a gridare. -


    - Allora non mi lasciate altra scelta che tagliarvi la gola
    prima di tutto il resto. -

     
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    Angolo del Quest Master - Turno 3

    Piccola sorpresa per te!

    Come avrai notato, l'account di sopra non è il mio da Quest Master, ma appartiene alla nostra Madhatter :teach:

    Dato che sto gestendo il tuo arrivo come una sottospecie di tutorial, approfitto dell'occasione per spiegare questa "stranezza". Devi sapere che le quest o le scene masterate possono essere gestite da più di un giocatore, quindi da più Quest Masters (o da un Quest Master ed una o più comparse).

    La scelta di questa soluzione deriva da diversi fattori, dalla semplice mancanza di tempo di un Quest Master, a cui se ne affianca un altro come supporto, per gestire un progetto creato a più mani... oppure -come in questo caso- per introdurre PNG che non appartengono al Quest Master (che in questo caso sono io), ma ad un altro utente (in questo caso Madhatter). In questi casi, si parla molto spesso di personaggi che non appaiono solo una volta, ma che in futuro potrebbero essere visti anche altrove, perché funzionali a trame legate ad ipotetiche campagne, ad ambientazioni o progetti di vario tipo.

    Nel caso in futuro deciderai di fare il QM, dunque, sappi che esiste fra le varie cose anche questa possibilità, cioè di gestire un progetto assieme ad una persona fidata. Almeno per ciò che mi riguarda, io lo faccio spesso.

    Detto ciò spero che la scena descritta ti sia abbastanza chiara. Ovviamente sei liberissima di decidere il da farsi e come reagire.

    Postare entro il: 20 Maggio, ore 23:59.
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    “... perciò non credere che le tue minacce mi spaventino!”


    Il tono fintamente deciso di Demira mi mise in allerta. Mi immobilizzai nella mia posizione, appena nascosto da un palazzo, e cominciai inconsapevolmente a trattenere il respiro. “Qualcuno la sta minacciando?” mi chiesi, lasciando che la preoccupazione per la ragazza prendesse il posto del dubbio e del fastidio provati fino a un attimo prima.

    “Sarebbe pretestuoso attribuire un tale potere alle mie parole.
    A spaventarvi è la consapevolezza che sono, non di meno, veritiere.”



    Cercai di registrare mentalmente quante più informazioni potevo da quella semplice frase, parole misurate accuratamente e proferite con calma. Cominciava a formarsi nella mia mente l’immagine di un uomo di estrazione elevata, avvezzo a minacciare e poi dissimulare. I pericoli per Demira non erano finiti lungo la strada per Laputa, dunque.


    “ Che cosa hai fatto a mia sorella?!”

    Ricordai che Demira aveva vagamente accennato ad una sorella lungo il nostro viaggio, ma non immaginavo che si trovasse proprio a Laputa. Mi era parso di capire che fosse molto lontana, e che le due non avessero contatti da molto tempo. Quelle parole accorate mi facevano sospettare tutt’altro; soprattutto, mi mettevano doppiamente in allarme, spingendomi a chiedermi cosa fosse successo alla sorella di Demira.


    “Quello che ho fatto a tutte le altre, Milady. Ma non abbiate timore: non dovrete macerarvi a lungo nella curiosità... intendo mostrarvelo in prima persona.“

    ...questa era decisamente una minaccia, neanche troppo velata. La mia mano corse sull’elsa della mia spada, sperando che non fosse necessario usarla ma comunque pronto ad estrarla. Se qualcosa di brutto era accaduto alla sorella di Demira, e ad altre prima di lei, la cosa sarebbe finita lì; Demira non era sola, fra le strade silenziose.

    “Non mi lasciate altra scelta che tagliarvi la gola
    prima di tutto il resto.”


    Uscii rapidamente dal cantuccio che mi aveva offerto difesa alla vista, guadagnando il centro della strada con un balzo svelto.

    “Non così in fretta.” scandii ad alta voce, assicurandomi che l’uomo potesse sentirmi chiaramente, pronto ad intervenire in soccorso di Demira.

    “Non farete nulla a questa donna!”


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    Riassunto:

    Elay si rende conto, allarmato, che Demira non è rientrata. Esce per cercarla, ponendosi domande sulla ragazza. ).

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    “Non così in fretta.”

    Parlando con voce chiara e forte perché fosse distintamente udito, il nuovo arrivato rivelò la propria presenza, richiamando sulla sua figura gli occhi speranzosi di Demira e quelli freddi ed insondabili del suo misterioso interlocutore.

    “Non farete nulla a questa donna!”

    Con la mano stretta attorno all'elsa della spada che gli pendeva al fianco, il giovane Cavaliere emerse dal riparo offertogli dalle ombre della sera e dalla pietra delle mura laputensi, e con un sol balzo prese posizione nel centro della via, mostrandosi senza esitazione alla luce dei lampioni... ma guadagnando anche una visuale più ampia e nitida della situazione.

    - Oh, Elay! -

    Letteralmente con le spalle contro il muro di una bottega, ovviamente chiusa a quell'ora tarda, la donna si rincuorò immediatamente alla vista del suo paladino, ma -lanciando un'occhiata all'uomo che la minaccia- non si arrischiò a corrergli incontro, in cerca della sua protezione; ad una manciata di metri da lei, infatti, il malintenzionato non sembrò in alcun modo allarmato, né dal fatto di essere stato colto in flagrante, né da quello di dover fronteggiare un uomo armato.

    Non era un buon segno: solitamente, i criminali da due soldi fuggono non appena vengono scoperti.
    Tuttavia, se era per quello, quando si sta per fare qualcosa di socialmente pericoloso, illegale o inaccettabile, sarebbe buona norma usare una certa forma di cautela: nascondersi tra le ombre, ricercare un luogo isolato, celarsi il viso per proteggere la propria identità in qualunque modo...


    Quel tipo, invece, no: se ne restava immobile al proprio posto, tranquillo, senza alcuna intenzione di voler rinunciare ai suoi malvagi propositi - qualunque essi fossero. A giudicare dal suo vestiario elegante, l'effetto che faceva era di un uomo distinto: pantaloni scuri tagliati si misura, una camicia bianca che si intravede sotto il panciotto color malva, un cappotto a coda di rondine dello stesso colore, e un mantello rosso porpora, segnato da ricami d'oro.

    jpgLo stile era in tutto quello di un gentiluomo: dagli scarpini con le ghette al cappello in coordinato col mantello, sormontato da una piuma e decorato da alcuni ingranaggi dorati, senza dimenticare i guanti di pelle e il bastone da passeggio; anche il volto si sarebbe detto quello di un rispettabile signore già in là con l'età, con capelli e baffi canuti e curati... ma anche se il suo aspetto non pareva pericoloso, il giovanotto l'aveva udito con le sue orecchie minacciare una fanciulla sola ed indifesa.


    - Oh, questo è inaspettato:
    non immaginavo ci fosse un accompagnatore, questa volta. -

    commentò lo sconosciuto, appuntando l'unico occhio visibile sul giovanotto
    - Buonasera, Sir! È davvero una notte incantevole, questa, non trova? -

    Ostentando gli stessi manierismi già evidenziati dal suo linguaggio, il nobiluomo si portò una mano guantata alla falda del cappello, rivolgendo ad Elay un signorile cenno di saluto, prima di riprendere la parola.

    - Tuttavia, Sir, temo di doverla contraddire su entrambe le cose: farò a questa donna quel che devo... e per quanto io disdegni lavorare di fretta, sarà una cosa rapida. -

    E senza preavviso, mentre si voltava a fronteggiare il Cavaliere, il Gentiluomo portò la destra sul petto -chiusa a pugno- ma quando stese il braccio verso l'esterno (e verso Demira!) cinque pugnali -avvolti da un etereo alone color porpora- lasciarono la stretta delle dita affusolate, diretti contro la donna.

     
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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


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    Presidio Errante, Endlos.

    Nonostante Elay fosse abile nell'arte del combattimento, non sarebbe stato comunque abbastanza rapido per raggiungere Demira e deviare i colpi a lei inferti; rapidi come saette, quattro pugnali a lei diretti impattarono su qualcosa di oscuro e ben diverso dalla tenera carne a cui erano destinati.

    Buio come la notte in cui Laputa era avvolta, un muro dalle fattezze umanoidi si era improvvisamente separato dall'ombra di Demira, per poi sollevarsi e proteggerla, qualcosa di inaspettatamente familiare al giovane spettatore di quella strana sequenza di eventi. Era infatti in tutto e per tutto identico al mostro da lui stesso combattuto -e sconfitto, almeno per quello che aveva visto- il giorno che si erano incontrati per la prima volta e perfino la sensazione di trovarsi innanzi ad una sola anima nonostante due corpi distinti tornò a martellargli la coscienza, insinuandogli probabilmente numerosi dubbi.

    Ancora più destabilizzante sarebbe stato scoprire dove l'ultimo pugnale, il quinto, aveva terminato il suo viaggio. Oltrepassato lo strato della gonna e ben piantato nella carne nivea della coscia di Demira, aveva prima scatenato in lei un urlo di dolore, e poi prodotto un versamento copioso dalla sua ferita di una strana sostanza che sarebbe certamente parsa sangue, se solo non fosse stata di un colore ed una viscosità decisamente più simili al petrolio.

    -Tu... tu mi fai schifo!- urlò lei all'indirizzo dell'aggressore, più adirata che sotto shock -Osi sfiorarmi, ma non sei nessuno!
    Cercò di risollevarsi, aggrappandosi alla parete retrostante, mentre l'ombra si gettava sull'uomo dall'aria distinta, con un chiaro intento di attaccarlo.
    -Quelli come te non sono degni della Bellezza!


    Angolo del Quest Master - Turno 4

    Molto bene: in questo turno accadono un po' di cose strane.
    L'ombra che hai sconfitto nella precedente scena, riappare dall'ombra di Demira per difenderla dai pugnali di quel signore. Uno dei suoi pugnali -però- ferisce la donna, e dalla ferita esce roba strana e nera.
    Ultimo dettaglio tecnico: di fronte a te continuano a esserci solo due anime, nonostante si sia aggiunta l'Ombra nel combattimento.

    Ovviamente sei libera di agire, facendo sempre attenzione all'autoconclusività.

    Postare entro il: 24 Maggio, ore 23:59.
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    Le cose davanti ai miei occhi cambiarono così rapidamente che ne rimasi sbigottito. L’audacia del muovermi in soccorso di Demira lasciò dapprima il posto al senso di impotenza nel vederla colpita comunque rapidamente dall’uomo, e poi alla sorpresa di rivedere quella cosa fatta di ombra prendere le difese della ragazza.

    “Ma io… io avevo annientato quell’essere! Com’è possibile? Eravamo ricoperti dai suoi resti…” pensai, dolente. Rimasi fermo nella mia posizione, raggelato dalla scena che si parava davanti ai miei occhi. Demira mi aveva mentito? Non era mai stata assalita né rapita, ma nascondeva con sé quell’abominio? Un rivolo di sudore ghiacciato mi scivolò lungo la schiena quando realizzai: “Ha persino causato una carneficina, inscenando l’imboscata che avrebbe colto la sua carovana? Tutto pur di ingannarmi e far sì che la difendessi nel momento del bisogno? ”

    Sentii il cuore rallentare al centro del petto, confuso, ferito. “No… non può essere… deve essere stata una creatura simile a quella celata da Demira, della stessa specie, qualunque cosa sia… ” , cercai di convincermi. “Demira era legata, non poteva aver fatto quei nodi così stretti da sola ” , pensai provando a razionalizzare, scacciando dalla mente l’ipotesi che l’ ombra stessa potesse averla legata, su suo ordine.

    “Non sono degni della Bellezza? Che cosa dovrebbe mai significare una cosa del genere?” sbottai.

    Senza dubbio Demira era una donna molto bella; mi chiesi se il prezzo di tale pregio non fosse un patto con una creatura che era invece tutt’altro, nascosta nella sua ombra, capace di corrompere la natura stessa della fanciulla, rendendo il suo sangue così innaturalmente scuro e denso. Cominciava però a martellarmi fra le tempie il pensiero che non si trattasse di un essere malvagio e contro natura, ma che potesse essere parte di Demira: il fatto che avessero un’anima sola era un campanello d’allarme piuttosto evidente, che avevo frainteso ampiamente la prima volta che avevo incrociato i passi della ragazza.

    Non riuscivo quasi a stupirmi dunque che quell’uomo - tanto elegante e raffinato – volesse colpire quella creatura così orrorifica. Ma come faceva a saperlo? Cosa sapeva della sua natura? Quante altre come lei aveva ucciso prima della sorella di Demira? Probabilmente era proprio per l’esistenza di un cacciatore di esseri come lei che la donna mi aveva voluto al suo fianco per proteggerla, specie se era consapevole del fatto che l’ombra oscura non era bastata a salvare altre prima di lei da quell’uomo.

    Mi sentivo spaccato a metà, ad osservare il combattimento fra due probabili assassini. Da un lato riuscivo a comprendere che l’uomo volesse la morte di quell’essere che neanche io riuscivo a comprendere, ed ero molto deluso dalla messinscena di Demira e dalle cose che mi aveva nascosto; dall’altra, dovevo ammettere che la prima creatura strana ero io, a causa delle mie capacità fuori dal normale, ed anche che il piano della giovane donna era andato a segno: non riuscivo a rivolgere facilmente la mia lama contro di lei, molto probabilmente per il tempo che avevamo trascorso insieme.

    Non lasciai la presa sulla spada, ma si fece più insicura e meno salda; allo stesso modo persi momentaneamente il controllo sul Vuoto, distratto da tutti i pensieri e le supposizioni che mi si affastellavano nella mente. Il terreno prese a vibrare lievemente, in un modo che conoscevo ormai a memoria; spontaneamente mi preparai alla sensazione di cadere nel vuoto che sarebbe seguita di lì a poco, chiedendomi se avrebbe sorpreso le figure di fronte a me facendo loro perdere l’equilibrio. Avevo bisogno di chiarezza, di risposte, e di tempo per elaborare le nuove informazioni.


    Energia:

    100% - 5% = 95%


    Riassunto:

    Elay viene preso alla sprovvista, incapace di decidere quale parte prendere in quello scontro, sentendosi raggirato da Demira e confuso sulla natura di ciò che stava vedendo. Sentendosi instabile, perde momentaneamente il ferreo controllo sulle sue capacità da Elementalista, cercando momentaneamente di creare una porzione di vuoto sul fondo del vicolo cieco per far perdere l’equilibrio sia a Demira che all’uomo (Spazio al Vuoto, consumo basso ), nella speranza di fermarne brevemente lo scontro per fare chiarezza su ciò che stava accadendo.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.

    Abilità attive:

    • Spazio al Vuoto – Se si trova davanti a situazioni precarie in cui la stabilità di chi ha di fronte lo fa sentire minacciato, Elay è capace di creare momentaneamente il Vuoto sotto i piedi di chi lo inquieta, con la possibilità di fargli perdere l’equilibrio; l'effetto è preceduto da una vibrazione leggera del suolo.
    [Tecnica offensiva Elementalist - Consumo basso]
    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    Quando uno dei suoi coltelli da lancio raggiunse il bersaglio, alla vista dell'icore scuro che prese a sgorgare dalla ferita inflitta alla coscia della donna, il gentiluomo con il monocolo si limitò ad arricciare le labbra in una piccola smorfia di disappunto, un tic che sarebbe certamente passato inosservato sotto i mustacchi, se non fosse stato per il breve fremito che trasmise ai baffi ben curati: non aveva centrato nessun punto letale nell'immediato, purtroppo.

    -Tu... tu mi fai schifo! Osi sfiorarmi, ma non sei nessuno!

    Più infuriata che sofferente, la laida creatura pensò bene di aggiungere sgradevolezza alla sgradevolezza alzando di un'ottava la sua voce già stridula, volgendola contro di lui come un'arma, e mentre le iridi scarlatte l'osservavano ondeggiare sgraziatamente per restare in piedi -aggrappata come un insetto alla parete alle sue spalle- l'ombra si lanciò contro di lui.

    -Quelli come te non sono degni della Bellezza!

    “Non sono degni della Bellezza?
    Che cosa dovrebbe mai significare una cosa del genere?”


    Visibilmente indignato da quella situazione criptica, che assumeva sempre più i tratti di un raggiro ai suoi danni, il giovane spadaccino proruppe in una richiesta di spiegazioni; tuttavia, oltre che utile ad esternare i suoi stati d'animo, quelle parole ottennero l'effetto di sospendere l'assalto della sguaiata, richiamandone l'attenzione sul giovane accompagnatore, distraendola dall'aggressore...

    - Che alcuni hanno aspirazioni più alte dell'essere becchime per il suo ego. -

    ...e dando a questi il tempo di controbattere con una frecciata -elargendo al ragazzo una qualche risposta-, e di infilare -rapido e furtivo- una mano guantata nella borsa che gli pendeva al fianco per estrarne un oggetto metallico simile ad una grossa pistola.

    Oltraggiata dal fatto che il suo oppositore le avesse nemmeno troppo velatamente dato della gallina, e messa in allerta dall'estrazione di quella che aveva tutto l'aspetto di un'arma da fuoco, Demira tornò ancora una volta a focalizzare la sua attenzione sul Nobiluomo, aspettandosi un attacco alla sua persona, ma... quando il baffuto stese il braccio e fece fuoco, lo fece puntando verso l'alto.

    jpg

    Perché quella non era una pistola, bensì un
    rampino.
    E perché, a differenza dell'altra, aveva percepito il suolo vibrare ed intuito qualcosa in arrivo.

    L'artiglio avviluppò il robusto colonnato in pietra di uno dei balconi del vicino palazzo, e il cavo a trazione ad esso collegato strappò il Gentiluomo da terra, salvandolo dallo scaltro stratagemma di Elay mentre la donna -già ferita ad una gamba- perdeva definitivamente l'equilibrio, crollando sul lastricato, digrignando i denti e inveendo.


    - Siete solamente una gilda di vermi impudenti! Ancora non avete imparato qual'è il vostro posto?! -
    stridette la maliarda, puntellandosi su braccia e ginocchia, per rimettersi in piedi in fretta
    - Non vi hanno insegnato proprio nulla tutti i morti del Pentauron?! -

    Nel tempo di un battito di cuore, con studiata precisione ed una naturalezza disarmante, l'uomo col monocolo si impresse una spinta sulla facciata dell'edificio contro cui penzolava, oscillò lungo la fune che lo teneva in aria, e si sganciò dall'appiglio, direzionando la caduta per giungere esattamente davanti alla sua oscena preda.

    - Che increscioso equivoco... -

    Col fruscio lieve delle piume di un rapace che cali in picchiata sulla vittima, il mantello si afflosciò attorno all'elegante figura atterrata in ginocchio, e Demira appena ebbe il tempo di impallidire, ritrovandosi a contemplare da vicinissimo il sorriso sadico del suo nemico... un uomo che le parlava con tono carezzevole, scostando con gentilezza una ciocca di capelli dal suo viso con la punta di un coltello.

    jpg- Vede, Milady, io non sono un soldatino del Silenzio.
    Sono un onesto impiegato con un semplice compito: eseguo gli ordini, proprio come lei. -

    le rivelò, abbassando la voce con fare mellifluo e confidenziale
    - E il mio capo ha detto che non vuole puttane in questa città. -

    Poi, con un baluginare sinistro che catturò la luce dei lampioni, la lama danzò con grazia tra le dita del Gentiluomo, scivolando rapida sulla candida pelle del collo e lasciando una scia vermiglia e profonda sulla gola della donna... e mentre la luce negli occhi di Demira si appannava, e il suo corpo cadeva sul selciato con tonfo ovattato -sgozzato e scosso dagli spasmi del prossimo dissanguamento-, il suo Assassino si rimise in piedi con un movimento fluido e i volse per fronteggiare Elay, unico testimone di quel crimine.

    - Permetta una domanda, Sir... lei è un suo collega? -

     
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    Angolo del Quest Master - Turno 5

    In questo turno sono accadute delle cose che mi accingo a spiegare, in previsione di quest future.

    Esistono due modi di presentare le proprie azioni in-game, e questi vengono scelti in base al ruolo che ricopre il pg che agisce in una scena. I giocatori semplici hanno da scrivere specchietti in spoiler come hai fatto tu sia nelle quest che nei duelli. A volte possono farlo anche nelle giocate semplici, a seconda della situazione.

    Per i QM la situazione è variabile. A volte scrivono spoilers simili ai giocatori, altre volte (più comunemente) si limitano a dire cosa fanno in quel turno e i consumi che impiegano. Lo stesso vale per "guest star" o png che aiutano i Quest Masters.

    In questo preciso caso, il signor baffuto si protegge dal tuo attacco con un rampino. L'azione di difesa alla tua tecnica attiva è a sua volta un'attiva a consumo basso, e per questo non ne rimane vittima. Demira si incasina un po', e non le va benissimo, con gli effetti che puoi tranquillamente osservare.

    A fine post, il distinto signore ti pone una semplice domanda. Tramite auspex su di lui non avverti nulla di strano, ed ai tuoi occhi può tranquillamente essere un normalissimo umano. Ovviamente puoi decidere cosa rispondere e/o cosa fare, facendo sempre molta attenzione all'autoconclusività.

    Postare entro il: 2 Giugno, ore 23:59.
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    Osservai impotente la morte di Demira. Tutto era accaduto così in fretta che facevo fatica a realizzare che fosse reale. Mi morsi l’interno della guancia, con forza, come quando si prova a testare il fatto d’esser svegli o meno con un pizzico; il dolore mi confermò che ero lucido, e che tutto era davvero accaduto. Sentii le lacrime pizzicarmi ai lati degli occhi, ma mantenni il mio solito freddo distacco, celando il tuffo al cuore alla vista del sangue e della vita che scorrevano via dal corpo della giovane donna. Qualunque cosa fosse stata, qualunque cosa avesse ordito alle mie spalle, non ero persuaso certo del fatto che meritasse di morire. Per di più, mi infastidiva parecchio che un assassino fosse così gentile e gioviale, come se fosse uscito per una passeggiata al chiaro di luna e stesse scambiando due chiacchiere di rito con una persona incrociata per caso. Sentii la rabbia montarmi dentro, ma mi dissi che non sarebbe stato molto saggio mettermi contro quel mercenario; era stato non solo in grado di percepire chiaramente cosa sarebbe avvenuto tramite la vibrazione del terreno, ma era stato una letale e perfetta macchina della morte. Mantenendo le spalle dritte e con il mio solito passo fermo, feci qualche passo in direzione dell’uomo; lasciai in pace la spada nel fodero in un gesto di distensione, ma mantenendo tutti i sensi all’erta.

    "Permetta una domanda, Sir... lei è un suo collega?"

    I miei pensieri si facevano strada impazziti nella mia mente, rimbalzando l’uno sull’altro, cercando di dare un senso a tutto quello che mi era capitato. “Collega?” pensai fra me e me, sbuffando. Neanche sapevo chi o cosa fosse Demira; avevo il sospetto che ci fossero forze ben più grandi di me e di quelle che avevo conosciuto finora in ballo. Cercai il filo che collegasse le poche parole che avevo colto, le ultime pronunciate da Demira e alcune che avevano lasciato le labbra del gentiluomo sconosciuto. “Bellezza… Silenzio… O forse, Gilda del Silenzio? Un mandante senza scrupoli, ed anche un massacro o qualcosa di terribile accaduto nel Pentauron?” , riflettei. Ero più confuso che mai; avevo l’impressione di cominciare a intravvedere qualcosa, ma il senso di tutto quello fluiva via, come il sangue scuro di Demira in quel vicolo anonimo e nascosto di una città che cominciava a sembrarmi paradossalmente più ostile di quella che avevo lasciato. Con buona pace di tutti i miei buoni propositi di ricominciare da zero una vita tranquilla e senza coinvolgimenti, decisi di cercare altre risposte, piuttosto che restare vago, andarmene e tornare alla taverna come se nulla fosse accaduto. Non ne sarei stato in grado, dopotutto.

    “No, non sono un suo collega.” risposi all’uomo, con fermezza, ostentando una calma ed una freddezza che in realtà non sentivo di avere. Valutai l’idea di dirgli chi fossi in realtà, ma dubitavo fortemente che mi avrebbe rivelato il suo nome in risposta al mio; lo avevo appena visto uccidere a sangue freddo qualcuno, ed immaginavo che ci tenesse all’anonimato. Rivolsi un ultimo sguardo, velatamente triste, al corpo di Demira; tornai dunque a fissare dritto negli occhi lo sconosciuto prima di riprendere a parlare.

    “In tutta onestà, non ho ancora idea di chi fosse. L’ho incontrata pochi giorni fa lungo la strada verso Laputa, e sembrava vittima di quell’ abominio che è comparso poco fa dalla sua ombra. Non potevo certamente esimermi dal provare a salvarla da un essere tanto oscuro." aggiunsi, facendo in modo da calcare il disgusto nella mia voce al pensiero della creatura fatta d’ombra. Sperai che sapermi al fianco di Demira per aiutarla contro quell’essere e non perché fossi abbagliato dalla bellezza della donna lo portassero a valutarmi positivamente.

    "Riesco a capire perché Lei lo abbia combattuto; io per primo ci ho provato, ignaro della vera natura delle cose. Temo di essere stato ingannato senza ritegno.” proseguii, concludendo il mio breve discorso con un sospiro. Omisi che al contempo ero indignato da come avesse preso la vita della donna, dato che sarebbe servito a ben poco: nella migliore delle ipotesi avrebbe riso della mia moralità, nella peggiore si sarebbe sentito disapprovato e probabilmente minacciato, infilandomi in uno scontro che volevo evitare. Per di più, avevo bisogno di risposte e chiarezza da parte dell’unico che poteva fornirmele; sottolineare i punti su cui il mio pensiero era evidentemente in linea con il suo mi sembrava una buona idea.

    “Ad ogni modo, cosa era?” chiesi, indicando il corpo senza vita.


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    95%


    Riassunto:

    Elay assiste impotente alla morte di Demira; cerca di dare un senso a quanto è accaduto, chiedendo all’uomo che l’ha uccisa alcune informazioni sulla reale natura della donna.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.
    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

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    Del tutto ignaro delle forti emozioni che turbavano l'animo del giovane che gli stava davanti, e del caotico vorticare di pensieri che dovevano certamente stargli affollando la mente, (o, peggio, mostrandosene incurante, a sprezzo di ogni umana empatia), il Gentiluomo mantenne la propria attenzione educatamente appuntata sullo Spadaccino, in attesa.

    L'Assassino lo vide muovere un paio di passi nella sua direzione, tenendo la spada a riposo nel fodero e le mani lontane dall'elsa, e perciò lo lasciò fare senza mostrargli alcuna riserva... cercando di non apparire in alcun modo ostile mentre tergeva via il sangue della vittima dalla propria lama con un fazzoletto di stoffa bianca, che si era cavato di tasca. Dopotutto...
    era semplice pulizia, non una minaccia.

    “No, non sono un suo collega.”
    replicò Elay con fare posato, lanciando un ultimo mesto sguardo al corpo della donna
    “In tutta onestà, non ho ancora idea di chi fosse. L’ho incontrata pochi giorni fa lungo la strada verso Laputa, e sembrava vittima di quell’ abominio che è comparso poco fa dalla sua ombra.

    Senza staccare lo sguardo dal suo interlocutore, quasi ne stesse soppesando ogni parola, l'uomo baffuto eseguì un'elegante rotazione del polso con la mano che ancora stringeva l'arma del delitto -ora linda e scintillante-, e come per effetto del più sensazionale dei giochi di prestigio, le dita guantate si ritrovarono vuote... libere perciò di sollevarsi fino al volto per raddrizzare la montatura del monocolo.

    “Non potevo certamente esimermi dal provare a salvarla da un essere tanto oscuro."

    Reclinando il capo da una parte, il misterioso vigilante sicario delle vie di Laputa si limitò a rivolgere al giovanotto l'occhiata paziente e vagamente commiserante che un veterano consumato riserverebbe ad un ingenuo sprovveduto, e l'unico indizio a suggerire la smorfia che arricciò le labbra dell'uomo fu un breve e discreto tremolio dei mustacchi.

    Se non si era associato a quella creatura con l'ardore dell'innamorato, lo aveva fatto per lo scrupolo del paladino della giustizia... e dal suo punto di vista,
    la situazione non era granché diversa.

    "Riesco a capire perché Lei lo abbia combattuto; io per primo ci ho provato, ignaro della vera natura delle cose. Temo di essere stato ingannato senza ritegno.”

    Concludendo l'articolata replica con un sospiro meditabondo, e tacendo per lungimiranza e quietovivere eventuali rimostranze sul suo operato -che pure erano lì, presenti ma inespresse, come il silenzio tra le note di uno spartito- il giovane mosse infine un gesto inoffensivo e misurato per indicare la salma ancora calda della morta, seminascosto nella penombra, il cui pallore lunare sembrava essersi ulteriormente raffreddato nelle sfumature della cianosi.

    “Ad ogni modo, cosa era?”

    - Era una donna, Sir: esseri di belle sembianze e cattive intenzioni. -
    la risposta arrivò telegrafica e piena di sottintesi, accompagnata da un vago sorriso sotto i baffi ben curati
    - Parassiti mendaci, naturalmente inclini all'inganno... come avreste comunque scoperto.
    A vostro danno. Probabilmente troppo tardi. -


    Parole dette con sincerità, ma sintomo di una visione alquanto personale della realtà, distorta da uno spesso filtro di disprezzo; visibilmente sul punto di aggiungere altro, il Gentiluomo prese fiato e schiuse le labbra, ma qualche suono proveniente dalla medesima direzione da cui Elay era sopraggiunto parve indurlo a fermarsi per volgere il capo da quella parte, con espressione dignitosamente seccata sul viso severo.
    jpg
    Magari poteva trattarsi del drappello di guardie che il giovane aveva poc'anzi incrociato durante la loro ronda, e in tal caso quello spiacevole quarto d'ora sarebbe potuto presto concludersi con la denuncia alle autorità di quel mostro a sangue freddo, ma... se si fosse trattato invece dell'innocente famigliola che aveva visto passeggiare poco prima? Sarebbe stato pericoloso allarmarli sulla natura di quell'uomo...?

    E mentre la lama lucente faceva nuovamente capolino tra le dita guantate dell'elegante signore di mezza età, lo sguardo dell'unico occhio visibile tornò ad incatenarsi a quello del Cavaliere, in un muto eloquente invito alla discrezione.
    Perché, dopotutto, quello era un Assassino... e non si sarebbe fatto alcun problema ad uccidere ancora.

    - . . . -

     
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    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


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    Passi pesanti generati da mole considerevole e lunghe falcate anticiparono l'apparizione di un omone dai biondi capelli mossi ed un mascellone squadrato notevole, anche per uno della sua stazza. Elay lo avrebbe riconosciuto subito: si trattava di Raphael, il gentile locandiere che aveva deciso di tenergli il posto e la cena alla sua locanda. Forse li aveva raggiunti per caso, anche se -con il suo avvicinarsi- l'idea che stesse cercando proprio lo straniero scomparso diventava sempre più plausibile.
    Nel momento in cui gli occhi castani si posarono sul suo cliente, gli si allargò il sorriso sulla faccia. Iniziò addirittura a sbracciarsi con energia per attirare la sua attenzione, come se ve ne fosse bisogno.
    -Signore, vi stavo cercando!- affermò con bonaria naturalezza, avvicinandosi ancora -Volevo avvisarvi che i piatti sono sul punto di freddarsi del tutto e sarebbe un vero peccato non mangiare...

    Improvvisamente l'omone si fermò, quasi sorpreso dalla scena che si trovò innanzi.
    Qualora Elay si fosse voltato, forse spaventato all'idea si essere stato colto in flagrante nel bel mezzo di una scena del crimine, avrebbe tuttavia scoperto che non vi era più alcun cadavere nei dintorni. Nessuna scena del crimine, nessuna macchia di sangue: era tutto perfettamente pulito. Perfino le armi del gentiluomo al suo fianco erano tornate belle lucide, ciascuna al proprio posto, come se non le avesse mai usate.

    -Oh, mi dispiace. Non volevo interrompere una chiacchierata amichevole- avrebbe detto, mortificato, ricevendo dall'uomo baffuto un gesto di perdono del capo -Però sprecare del cibo è davvero un peccato: che ne dite di continuare entrambi in locanda? Qui è buio e freddo... e mi farebbe molto felice vedere i miei clienti mangiare in un ambiente confortevole e caldo.

    In risposta all'innocente esternazione di quel gigante buono, il gentiluomo baffuto portò le mani dietro la schiena, ed ogni volta le avrebbe spostate in modo da non far comprendere al giovane Elay se fosse ancora armato o meno.
    -Nessun disturbo, buonuomo! In effetti, la sua è davvero una magnifica idea...- e si incamminò verso l'ignaro locandiere, affiancando e superando Elay -... stavamo impelagandoci in un argomento che potrebbe andare per le lunghe. Perciò, tanto vale farlo comodamente seduti davanti ad un buon desco in una graziosa ed accogliente locanda: Cappio di Bronzo, vero? La migliore della città!
    Dopo quella risposta estremamente affabile, si voltò in direzione del giovane rimasto indietro.
    -Vieni, amico mio: sarebbe scortese fare aspettare il Signor Oste...?
    -Raphael, Signore! Mi chiamo Raphael e sono al vostro servizio!

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    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    Quando furono nuovamente in locanda, i due ospiti furono fatti accomodare al tavolo lasciato precedentemente vuoto da Elay. L'oste servì loro i piatti precedentemente conservati, non facendo mai domande sulla signorina, forse temendo di metter bocca su un appuntamento terminato con un due di picche.
    A confermare quella teoria, giunse un terzo piatto appena sfornato, offerto ad Elay dalla casa.

    -Amico, ti vedo un po' giù di morale, quindi ho pensato di offrirti questo piatto speciale di mia invenzione! L'ho chiamato: "Dono della Regina"- annunciò, gonfiando il petto tutto orgoglioso -Ha ben tre tipi di carne rossa al suo interno, ben rosata, condita con miele e spezie a dare un sapore diverso dai nostri piatti tipici. Ci sono alcuni che lo prendono come dolce, anche se non l'ho mai pensato così.
    In effetti, quel piatto aveva ben poco in comune con un prodotto da pasticceria.
    -Mi sono ispirato alla Regina Madre, perché è buono, da' energie ed è dolce e squisito! Forse avrei dovuto mettere anche della cioccolata, ma secondo me non stava benissimo sulla carne...- commentò, rabbuiandosi -In ogni caso, poi fatemi sapere se vi piace!
    Il simpatico intermezzo terminò in quel modo, e l'oste tornò rapidamente ai propri doveri.
    E così rimasero in due, in silenzio e con tre piatti da finire.


    Angolo del Quest Master - Turno 6

    Vi raggiunge il locandiere, forse preoccupato dalla sparizione di Elay.
    La situazione inizia a diventare un po' strana, ed ora Elay dovrà trovare un modo per gestirla.

    Ovviamente sei libera di agire, facendo sempre attenzione all'autoconclusività.

    Postare entro il: 11 Giugno, ore 23:59.
    Enjoy!



    Edited by Drusilia Galanodel - 4/6/2020, 23:22
     
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38 replies since 26/4/2020, 21:18   818 views
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