[H] Miraggio

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Sta forse mettendo in dubbio l'operato di un Ufficiale di Laputa?

    La retorica replica dell'Ufficiale giunse con quel vago retrogusto di abuso di potere che talvolta accompagna gli interventi più estemporanei delle autorità, ma il tono tranquillo del giovanotto riccioluto ne smussò notevolmente il mordente, abbassando -anche se di poco- il livello di tensione nella stanza.

    jpgDopotutto, evitare di sbilanciarsi in accuse era per lui la scelta più prudente: al di là della sua convinzione personale, e delle pressioni che la Farfalla di Asmodeus poteva aver mosso a suo carico, l'Assassino sapeva di aver sempre lavorato con attenzione, senza lasciare né testimoni né indizi in nessuno dei casi precedenti, e perciò dubitava che i sospetti dello Spiritista possedessero delle basi realmente solide quanto voleva far credere.

    In quell'ottica, la sua recita stava funzionando a dovere, instillando il dubbio negli astanti, perciò il Gentiluomo si limitò ancora una volta a sorridere pacificamente all'Occhialuto, scuotendo il capo con fare comprensivo, e mormorando un benevolo
    "Non mi permetterei mai" di circostanza... lasciando tuttavia al viandante del Nord la possibilità di esprimere le proprie riserve.

    “Lungi da me volervi mancare di rispetto, Ufficiale. Probabilmente sono solo così poco avvezzo ad argomenti del genere, da essere sorpreso del vostro parlarne così apertamente in una taverna.”

    Siamo qui giunti, con urgenza, proprio per la presenza di prove a riguardo. Del suo essere persona informata dei fatti, Signor Jack Kowalsky. Data l'urgenza della situazione, e la presenza di prove che rendono il qui presente Jack Kowalsky solo una persona informata dei fatti, tralasceremo il protocollo e continueremo qui.

    L'elegantone col monocolo si concesse un sospiro paziente e stanco, e annuì un vago assenso col capo, attendendo senza fretta che il Numerologilo finisse di esaminare i documenti del Palazzo del Leone, che stringeva ancora tra le mani; tuttavia, prima di riportare l'attenzione sul buon vecchio Jack, Augustus rivolse la parola all'altro inquisito, ponendogli un paio di domande sul commensale e convocandolo in caserma per l'indomani.

    “Ho conosciuto il Signor… …Covaschi? Scusi, Signor Jack, non ho mai sentito prima un nome simile, l’ho pronunciato correttamente?”

    Con un sorriso ingenuo, Elay si voltò a cercare l'approvazione dell'uomo, e quello fu pronto ad elargirgliela senza fare una piega: muovendo un lieve cenno affermativo del capo, rivolgendogli uno sguardo benevolo, e ricambiando il sorriso con una condiscendenza resa discretissima dalla parziale copertura dei mustacchi; poi, il giovanotto tornò a voltarsi verso l'Ufficiale.

    “Dicevo, ho conosciuto il Signore solo pochi minuti fa, nonostante sia così gentile da trattarmi come se fossimo amici di lunga data; non posso raccontarvi molto riguardo il suo passato, dunque. In effetti, sono entrato qui al Cappio di Bronzo in compagnia di un’altra persona, di una giovane ragazza, ma la serata con lei non è andata esattamente come immaginavo. Come potete vedere voi stesso, lei non è più qui con noi”

    Muovendo un ampolloso gesto con la mano, lo Spadaccino appuntò lo sguardo in quello del Numerologo... ma, inaugurando un nuovo scambio in quel ping-pong verbale, quegli tornò a fissare il buon vecchio Jack con insistenza.

    Signor Kowalsky, se questo certificato è vero come immagino, può spiegarmi come è possibile che sia stato visto qui a Laputa da un tempo ben maggiore di un giorno? Le ricordo che mentire ad un Ufficiale o la contraffazione di documenti della Dogana Laputense sono crimini gravi. E come le chiedevo, è a conoscenza di questi omicidi? Ha informazioni a riguardo?

    Reclinando il capo da una parte con aria interrogativa, e sollevando le sopracciglia nella tipica mimica facciale di una persona perplessa al punto da rasentare l'incredulità, il Galantuomo batté le palpebre un paio di volte con studiata curiosità, raccogliendo le medesime parole fornitegli dallo stesso Ufficiale e riarrangiandole con la disinvolta maestria con cui lo chef che aveva dichiarato essere sarebbe stato capace di rigirare una frittata al salto.

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    - Se quel certificato è vero come immagina -e come effettivamente è- come potrei mai fare a spiegarle qualcosa di cui sono totalmente all'oscuro? So che qui a Laputa è data grande considerazione alla Magia e a coloro che sono in grado di padroneggiarla, ma una simile risorsa non è purtroppo mio appannaggio. -
    replicò l'uomo, poggiando il capo contro la mano del gomito puntellato sul tavolo a cui ancora sedeva
    - Non sono un veggente, un profeta, né un indovino... tutto ciò che posso, è provare a fornire qualche ipotesi fuor di buonsenso, usando la logica... Certo, dubito che il concetto vi soddisfi, ma temo comunque sia tutto ciò è in mio potere fare per voi. -
    arricciando il naso, e facendo fremere i baffi ben curati, Jack si accigliò meditabondo
    - Dunque... se qualcuno sostiene di avermi visto a Laputa prima del mio arrivo certificato dalle autorità, posto che sia in buona fede, sarebbe ragionevole pensare che possa aver visto qualcuno che mi somiglia. Naturalmente, potrebbero esserci altre spiegazioni, ma con il poco che so... -

    Ci fu uno stacco, di quelli che solo il Numerologo aveva già avuto modo di sperimentare prima di quel momento, e un silenzio vibrante di tensione inespressa calò nella sala da pranzo del Cappio di Bronzo come un colpo di scure, lasciando in sospeso le parole del Gentiluomo; poi si udì un tonfo sordo, e nella quiete stagnante dei singulti strozzati, a cui un gorgoglio sinistro faceva da contrappunto.

    Nel volgere di un battito di cuore, qualcosa di bizzarro era accaduto... e Augustus Asensi -Numerologo, Pastore di Anime ed Ufficiale di Presidio- ne sarebbe stato il più consapevole di tutti, perché mentre contemplava il posto a sedere di Jackal Kowalsky ora rimasto vuoto, era suo il braccio levato e proteso ad invadere quello spazio... trattenendo familiarmente tra le dita una delle sue carte-lama -quella raffigurante il Matto- dal bordo affilato che gocciolava di rosso vivo.

    E del medesimo colore era la chiazza viscosa che si allargava rapidamente sul pavimento, accanto ai piedi dell'Occhialuto e -naturalmente- attorno al corpo che vi era appena caduto: il corpo del Gentiluomo, che sussultava con lo sguardo sbarrato e la gola recisa, negli ultimi spasmodici sussulti di un'orribile morte per dissanguamento.

    Agli occhi di Elay, come del resto a quelli del locandiere Raphael (misteriosamente ritrovatosi ora sulla soglia della porta della cucina, e non più al riparo dietro di essa), la scena sarebbe apparsa di chiara interpretazione... ma nel silenzio irreale che si impadronì di quell'istante, qualcuno doveva pur assumersi il difficile compito di sottolineare l'ovvio.

    Così, seduto al suo tavolo in fondo al locale come fosse stato lì da sempre, l'alto figuro vestito di bianco accavallò le lunghe leve, reclinò da una parte il capo sormontato dal candido cilindro, e si carezzò distrattamente il pizzetto caprino nello studiare i presenti con uno sguardo penetrante degli occhi verde peridoto cerchiati da profonde occhiaie; infine, schiuse le labbra pallide per rivolgersi al vivace quartetto di giovincelli, esibendo la dentatura affilata in un mezzo sorriso che ricordava una parodia dell'umana cortesia.


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    mjo9om

    Cappio di Bronzo


    Un brivido gelido.
    Una scossa di magia.
    Un condensato di tempo che purtroppo conosce benissimo.
    Come conosce benissimo il figuro che si palesa a qualche tavolo di distanza.
    Prima di tutto ha bisogno di un po' di tempo per capire cosa sia realmente accaduto. Un secondo prima era lì, a giocare quella partita a scacchi con il killer di asservite, ed un secondo dopo sembra che si sia macchiato del peggior omicidio.
    Sembrare è la chiave di volta per comprendere cosa sia avvenuto. Dal canto suo sa benissimo cosa è accaduto, ma deve rispondere prontamente alla situazione. Deve dimostrare tutta la sua plasticità e resilienza per rispondere in modo dinamico alla situazione.
    Come al solito in nemico dimostra avere un potere soverchiante rispetto le loro conoscenze. Cosa che questa notte getterà il Numerologo in un mare di lacrime. Anzi, probabilmente cercherà Drusilia per conforto o per rassegnargli le sue dimissioni. Di fronte a questa situazione, infatti, è palese e chiaro che nessuno possa far nulla contro un nemico di una simile portata. Un nemico, che così a memoria ha nell'ordine: distrutto un'isola con uno schiocco, sopravvissuto a multipli assalti dell'ex-Alfiere (una delle donne più potenti di tutto il Presidio ed Endlos), manipolato interi mondi per i suoi intenti. A queste certezze aggiungiamo il fatto che il Demone esiste da millenni, probabilmente manipola la materia temporale come fosse sua.
    Come ci si può interfacciare con una creatura di questo genere?
    Forse farebbero prima ad asservirsi o lasciarsi morire.
    Per fortuna che c'è il suo corteo spiritico che lo sprona a fare qualcosa, fosse anche solo per l'egoismo più marcato di voler sopravvivere e non morire seduta stante.
    Giulietta interviene e spinge il Numerologo, lo muove come fosse un pupo nelle sue mani. Ed Augustus, da questo punto di vista, esegue gli ordini, felice di non dover pensare e potersi affogare nel suo senso di inadeguatezza.
    Prima di tutto cede una parte del suo potere ad uno spirito che diviene così una piccola nuvoletta lattiginosa che rapidamente si dirige verso l'oste guardone. La situazione potrebbe esser fraintesa e preferisce non avere problemi. Enuclea o almeno ci prova, i ricordi riguardanti quanto è appena avvenuto. Un colpo di spugna per cancellare via ogni problema seguito da un comunicato mentale di restare tassativamente in cucina.
    Continua a cedere il suo potere magico per cercare di animare il tavolo dei due astanti che dovrebbe così farsi fluido ed animato. Lo scopo è quello di spostare il cadavere dell'uomo sul tavolo, che a mò di cane butta via piatti e posate, e cerca di caricarsi il cadavere in spalla. Non può essere lasciato lì. Il Numerologo chiederà anche alla Farfalla di coprire il corpo con il giaccone. Se non ci saranno problemi il tavolo animato porterà via il cadavere coperto verso le truppe dislocate fuori dalla taverna. Giulietta ha un piano per quel corpo, che tanto probabilmente il Demone farà sparire con uno schiocco di dita.
    Resta in silenzio, ancora con il tarocco sporco di sangue. Giulietta gli parla, lungamente. Gli spiega. E lui accetta. Se questo deve essere il suo destino, lo sarà.
    Lo sguardo si poggia sul nobile del Nord, cerca un appiglio nella sua mente.
    Si tratta di un demone pericoloso, non fare nulla, limitati a non essere aggressivo.
    Allontanati appena puoi, fuori dalla taverna la Milizia di prenderà in consegna

    Un consiglio sperando che nelle sue prossime parole il Nobile compreda che non sia stato il Numerologo a bagnarsi del sangue del killer.
    Re del Tempo.
    Si volge verso il Satanasso sistemandosi gli occhiali. Cerca di non tradire il disagio strisciante ed il senso di impotenza con il tono della sua voce.
    Guardando la con cura con cui trattate Lady Drusilia, non pensavo che trattaste con tale piccolezza e disprezzo i vostri cani.
    Pulisce la carta che ripone all'interno della tasca. Sarebbe inutile cercare di combattere contro il Demone e non vuole mettere in pericolo tutta l'Isola. L'unica speranza sarebbe l'intervento delle divinità di Laputa.
    Pensavo che avendo impersonato il cane della Madre, aveste a cuore i vostri animali.
    Ucciderlo così a sangue freddo, perchè?
    Cosa siamo per voi? Semplici pedine? Un passatempo?
    State cercando semplicemente un po' di azione ed intrattenimento come nei vostri drama?

    Si acciglia tirando un lungo sospiro.
    E se fosse così, se per voi siamo semplici insetti, perchè interferite tanto nelle nostre vite?
    Cosa volete da noi?

    Uno sfogo quello del Numerologo, sfogo perchè continua a non comprendere il senso e gli scopi di quel Demone. Lo provoca? Anche, forse. Ma le sue azioni ed i suoi modi di fare restano un enorme punto interrogativo.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 110-10-10= 90%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

    Attive
    ۸ Numerologia: 4, la Praticità
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero quattro Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Quattro è il numero della praticità e della memoria, ma ogni numero presenta anche un rovescio della medaglia e quello del numero quattro è la fiacca, la lentezza e la spossatezza. Dirigendo lo spirito verso un bersaglio sarà possibile manipolare la sua mente ed in particolar modo estirpare temporaneamente quella che è un'idea o un nucleo semplice di memoria. Ad esempio sarà possibile far dimenticare temporaneamente al bersaglio un nome, o magari uno scopo, o ancora il perchè sta compiendo una certa azione.
    Tipologia: Attiva (attacco psionico)
    Consumo: Medio
    Durata: Due turni

    ۸ Numerologia: 17, Animazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno o più spiriti e bisbigliandogli il numero diciassette Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Diciassette è il numero della resurrezione. Gli spiriti, in numero proporzionale al consumo, penetrando in qualsiasi tipologia di oggetti andranno ad animarli e seguiranno gli ordini mentali del Numerologo. Sarà così possibile animare una statua, un tavolo o una spada ed impartire loro qualsiasi tipo di ordine. Grazie al potere alchemico di Augustus a tali oggetti verrà temporaneamente donata una particolare fludità che permetterà movimenti più naturali.
    Tipologia: Attiva (attacco magico/spiritico - danno fisico)
    Consumo: Variabile
    Durata: Un/Due turno/i


    Scheda: Qui
     
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    Impeto e tempesta

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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


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    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    « Magister Asensi...! Ma quanta violenza...!? ★ »
    Del tutto indifferente alla morte del losco figuro per mano di Augustus -seppur in dubbio riguardo l'efficacia di quella modalità per la raccolta di informazioni- la Farfalla Infernale non batté ciglio davanti all'efferato svolgersi degli eventi finché, inaspettatamente, la voce del Re del Tempo lo congelò all'istante, mettendo in allerta il suo spirito di autoconservazione. Poco importava se -a ben pensarci- attraverso il Battesimo della Dama del Vento era diventato tecnicamente immortale, e questo perché sapeva bene quanto il Demonio che gli sostava innanzi fosse crudele e abbastanza antico da aver certamente trovato altri metodi per fargliela pagare. Istintivamente, retrocedette di un paio di passi, spiattellandosi di schiena contro il muro, dimenticandosi di tutti gli altri.

    Re del Tempo.
    Guardando la con cura con cui trattate Lady Drusilia, non pensavo che trattaste con tale piccolezza e disprezzo i vostri cani.

    Solo la voce di Augustus ebbe il potere di riportarlo alla ragione, ma più per un senso di urgenza che per squadrismo, lontano anni luce dal suo modo di gestire qualunque faccenda spinosa.
    Pensavo che avendo impersonato il cane della Madre, aveste a cuore i vostri animali. Ucciderlo così a sangue freddo, perchè? Cosa siamo per voi? Semplici pedine? Un passatempo? State cercando semplicemente un po' di azione ed intrattenimento come nei vostri drama? E se fosse così, se per voi siamo semplici insetti, perchè interferite tanto nelle nostre vite?
    Cosa volete da noi?


    L'umano di nome Augustus -per quanto più pratico di molti altri in faccende che li riguardava- era chiaramente alterato, forse spinto dalla disperazione e da ricordi traumatici, forse dalla naturale esasperazione che il Re del Tempo sapeva generare in tutti coloro che decideva di tormentare. In ogni caso, non era evidentemente mai stato negli Inferi, dove il concetto di libertà era opinabile e sottomesso a gerarchie di potere molto rigide, costellate di ingiustizie ed abusi come quello, nelle quali si faceva carriera solo per diritto di nascita o tramite astuzia e cautela... ed a una buona strategia di "mordi e fuggi". In quell'istante in cui erano stati scoperti, l'unica soluzione era mollare tutto e fuggire.

    -Se è concesso ad una nullità come me di aprir bocca, vorrei esprimere il mio rammarico per la situazione spinosa- avrebbe detto, afferrando la spalla di Augustus nel tentativo di calmarlo. In altri casi, lo avrebbe lasciato parlare, per poi scaricargli addosso anche le proprie colpe e darsela a gambe, ma il Contratto con la sua nuova Signora non glielo permise, costringendolo in qualche modo a proteggere l'Ufficiale -Abbiamo un fine comune, ma agiamo su strade diverse... e senza coordinazione reciproca può capitare di pestarci i piedi.
    Abbassò il capo con aria remissiva, esattamente come gli capitava di fare con l'Arcidemone Asmodeous. Ovviamente non accolse l'invito di Augustus a requisire il cadavere... perché non si sarebbe certo esposto in quel modo ad una morte certa.
    -Se così è stato, vi prego umilmente di perdonare la nostra goffaggine- ovviamente non credeva in nemmeno mezza delle affermazioni appena fatte... ma le recitò in modo credibile, perché in quel tipo di società l'umiliazione e l'abuso del più forte avevano una ritualità sociale, e loro erano su un gradino più in basso del Re. Considerando poi che avrebbe venduto la sua ipotetica madre pur di salvarsi la pelle, fu abbastanza accettabile per lui prostrarsi in quel modo -Non era nostra intenzione infastidirVi... ma solo difendere il Presidio e la Famiglia Reale.


    Angolo del Quest Master - Turno 10

    Turno relativamente semplice, anche se la successione degli eventi è un po' complicata.
    In pratica, in un attimo la scena muta all'istante, come se tutte le coscienze fossero saltate di qualche fotogramma. E così, da un momento all'altro, Jack è morto per terra sgozzato, e Augustus ha l'arma del delitto. Per qualche ragione non troppo chiara, il Locandiere chiuso nelle cucine è riapparso in sala (con bocca semiapera e viso pallido) e una nuova presenza in abiti bianchi ed eleganti si è manifestata. Augustus ed Emeraude pare che lo conoscano... Jack non si sa, dato che i morti non parlano :3

    Per questo giro terrei i turni identici al precedente (Elay, Destino, Augustus, me). La scadenza di sotto è per Elay.
    Postare entro il: 26 Luglio, ore 23:59.
    Enjoy!

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.




    Tutto accadde in modo così rapido che mi ci volle un po’ per registrare quanto fosse accaduto. Mi sentivo teso, sull’orlo di un precipizio, ed una parola di più contro Jack mi avrebbe spinto di sotto. L’assassino col monocolo cominciava già ad accampare le scuse che mi sarei aspettato, quando ecco l’Ufficiale Asensi tirare fuori qualcosa di affilato e con un gesto fulmineo uccidere il biondo sicario seduto al tavolo vicino. Strabuzzai gli occhi: non mi aspettavo un gesto così incauto né una giustizia tanto sommaria. Ero lontano abbastanza da evitare il sangue di Jack, ma non abbastanza da non vedere la vita che lo abbandovana. Fissai raggelato la scena, senza riuscire a capacitarmene.

    “La vita umana ha così poco valore nel Presidio Errante?”, mi chiesi, anche se una parte di me non era persuasa che Demira – e forse neanche Jack – fosse davvero un essere umano.
    “Forse l’Ufficiale sapeva più di ciò che aveva dato a vedere? Ha solo aspettato che vi fossero meno testimoni possibile per una condanna a morte? Ma se fosse stata la giusta punizione per un assassino di diverse donne, perché farlo in una taverna, al riparo da quanti più sguardi possibile?”
    Non ebbi il tempo di cercare risposte alle mie domande affannose, che una voce mi fece voltare.

    “Magister Asensi...! Ma quanta violenza...!?”

    Un uomo vestito di bianco, con uno sguardo verde affilato almeno quanto i suoi canini, ci stava fissando sorridendo. Aggrottai la fronte; pensavo che Raphael avesse chiuso l’ingresso a nuovi clienti. Questo, in particolare, sembrava essere entrato proprio nel momento dell’omicidio di Jack, e sembrava conoscere bene l’Ufficiale che lo aveva perpetrato. Non avrei saputo dire se fosse sconvolto: in tutta sincerità appariva calmo, quasi divertito dalla scena davanti ai suoi occhi.

    Cercai di studiarlo, ma il rumore di piatti accanto a me mi fece voltare nuovamente, come se stessi seguendo un uccellino impazzito che alla ricerca di un’uscita continuasse a sbattere contro le pareti e le finestre di una stanza troppo piccola. Il tavolo accanto a me si stava muovendo, cercando di avvicinarsi al corpo ormai senza vita dell’uomo che aveva tolto la vita a Demira. Sbattei le palpebre, e mi morsi l’interno della guancia per controllare di essere sveglio e presente a me stesso. Stavano accadendo troppe cose assurde in troppo poco tempo. Un secondo dopo, sentii come se qualcosa stesse cercando di entrare in contatto con la mia coscienza, un avvertimento appena sussurrato dalla mente dell’Ufficiale alla mia.

    “Un Demone pericoloso da cui fuggire appena possibile.
    Perfetto”.


    Cercai di mantenere il sangue freddo e non di non lasciarmi andare ad una risata isterica.

    “Re del Tempo” esordì l’Ufficiale, attirando il mio sguardo e dando segno di aver riconosciuto l’uomo appena entrato. Ne avevo soltanto sentito parlare, ma da qui a credere che un essere simile esistesse… Mi stupì la sicurezza con cui Asensi usò questo appellativo: che fosse davvero il Re del Tempo o che quello fosse soltanto un soprannome ottenuto per qualche sua capacità o azione, il nuovo venuto prometteva d’essere qualcuno di altrettanto inquietante – se non di più – del povero Jack ancora riverso in una pozza di sangue con il tavolo che cercava di metterselo in groppa.

    “Guardando la cura con cui trattate Lady Drusilia, non pensavo che trattaste con tale piccolezza e disprezzo i vostri cani, proseguì pulendo l’arma che aveva tolto la vita a Jack, che sembrava avere tutta l’apparenza di una… “Una carta da gioco?”. Ero sempre più incredulo. Cercai di venire a capo di quella affermazione man mano che l’Ufficiale parlava con il presunto demone, padrone dello scorrere del tempo. “Il figuro vestito di bianco ha a che fare con Lady Drusilia?”, mi chiesi mentalmente, provando a ricordare le voci che erano arrivate fino a Najaza da Laputa, e rimpiangendo di essermi interessato pochissimo del mondo circostante quando Lilith occupava gran parte della mia mente e del mio cuore. “E dove vede i cani l’Ufficiale?”, mi chiesi ancora, pensando che forse Asensi potesse avere le allucinazioni. Se invece sottintendeva che Jack fosse uno scagnozzo del Re del Tempo, sembrava che avessimo davanti agli occhi il mandante a cui Jack aveva fatto un accenno. “Forse l’uomo in bianco è colui che ha voluto la morte di Demira, dunque”, realizzai.
    “Ucciderlo così a sangue freddo, perchè?”, chiese poi. Lo squadrai, dubbioso. Lo avevo visto chiaramente colpire Jack, e non riuscivo a capire il perché di questa domanda. Che motivo avrebbe avuto quell’uomo di uccidere un suo sottoposto? E come avrebbe mai potuto spingere l’Ufficiale a farlo al posto suo? Non mi sembrava che fossimo dei burattini fra le sue mani, con tanto di fili; per quanto la sensazione di non essere capace di capire cosa stesse succedendo intorno a me aumentasse e mi mettesse sempre più a disagio, mi sentivo almeno ancora padrone di me stesso.

    “Cosa volete da noi?” domandò, e mi parve come un fragile vaso di cristallo sul punto di incrinarsi. L’Ufficiale aveva lasciato perdere l’eccesso di sicurezza che ostentava con Jack per un fiume di parole e domande che facevano trapelare nervosismo ed ansia. Non prometteva per niente bene. Ringraziai il fatto di essere già in piedi accanto al tavolo di Asensi e del suo accompagnatore, già rivolto verso il corridoio che portava all’uscita. Il mio unico problema era l’uomo con il cilindro bianco, il suo sorriso sornione ed il piccolo particolare non trascurabile che ero stato testimone involontario di più di un delitto. Alle mie spalle, il tavolo zampettava come una creatura vivente, cercando di trasportare il corpo di Jack, che ancora perdeva rivoli di sangue, ormai quasi del tutto finito sul pavimento del Cappio di bronzo. Mi scostai di lato, come a lasciargli spazio, avvicinandomi con le dita al viso del sicario per chiudergli gli occhi, ancora spalancati di sorpresa. Era un assassino, ma mi aveva risparmiato la vita per un qualche strano motivo, e meritava almeno quel gesto di cortesia. Nel mentre, sentii l’accompagnatore rivolgersi all’uomo in bianco con un tono incredibilmente sottomesso.

    “Se è concesso ad una nullità come me di aprir bocca, vorrei esprimere il mio rammarico per la situazione spinosa. Abbiamo un fine comune, ma agiamo su strade diverse... e senza coordinazione reciproca può capitare di pestarci i piedi. Se così è stato, vi prego umilmente di perdonare la nostra goffaggine. Non era nostra intenzione infastidirVi... ma solo difendere il Presidio e la Famiglia Reale.
    Alle sue parole, un sorriso amaro mi si dipinse sul viso. Non riuscivo a vedere nessun fine in tutti quegli spargimenti di sangue, nessuna goffaggine, nessun fastidio: tutto quello che vedevo erano giochi di potere fra persone che non conoscevo affatto, incuranti del prezzo che le varie scaramucce fra potenti avrebbero comportato. Donne dalle strane ombre mostruose, sicari, demoni… Cosa aveva tutto questo a che fare con la difesa della tranquillità e della pace del Presidio? “Soprattutto, che c’entro io?”, mi chiesi, realizzando che probabilmente fra i presenti fossi l’unico che stesse davvero cercando un po’ di pace. Sospirai, voltandomi verso il Re del Tempo. Gli rivolsi un deferente cenno del capo, con un’espressione seria in volto. Gli avevano rivolto già fin troppe domande, sicuramente non avrebbe voluto rispondere anche alle mie ed a tutti i dubbi che mi frullavano nella mente, e dubitai che potesse farsene qualcosa del mio nome, delle mie scuse per qualcosa che non avevo fatto, o per qualunque cosa potessi dirgli. La presenza dell’uomo in bianco raggelava l’atmosfera della taverna, ghiacciandomi in gola qualunque parola. Cercai di mostrarmi tutto tranne che ostile, sperando che la conversazione finisse alla svelta. Ad ogni modo, tutto ciò che avevo visto era qualcosa da cui non sarei potuto fuggire, qualcosa che mi sarei portato addosso sempre e comunque. In più, considerando l’abilità dei guai a trovarmi, cominciai a chiedermi se uscire dalla taverna non mi avrebbe semplicemente catapultato in un problema più grande ancora, e se sarebbe bastato a mettermi al sicuro da quel vortice di omicidi. Aspettai pazientemente le risposte del nuovo venuto, preparandomi mentalmente ad aspettarmi di tutto, dato che nulla sembrava avere senso ai miei occhi.



    Energia:

    100%


    Riassunto:

    Elay si sente intrappolato in un gioco di cui non capisce nulla e non conosce i giocatori. Troppi omicidi sono avvenuti davanti ai suoi occhi in troppo poco tempo, mettendo a dura prova la sua calma.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.


    Edited by GreyFox - 23/7/2020, 19:24
     
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    Mentre la Farfalla ripiegava prudentemente contro la parete, il Pastore di Anime raggelava dalla sorpresa, ed il suo Gregge spettrale si adoperava freneticamente in attività sciocche e discutibili -come ripulire la memoria del Locandiere e tentare di trafugare il cadavere dell'Assassino-, probabilmente volte a null'altro che esorcizzare il panico instillato dalla sua comparsa, il Nobiluomo in bianco puntellò un gomito sul proprio tavolo e fece del palmo corrispettivo un trespolo per il capo, in attesa di vedere come sarebbe evoluta quella bizzarra commedia.

    Re del Tempo.

    Fortunatamente, non dovette attendere molto prima che l'attore principale si facesse avanti,
    ben istruito da una degli spiriti, pronto a sciorinargli il suo fantasmagorico soliloquio.


    Guardando la con cura con cui trattate Lady Drusilia, non pensavo che trattaste con tale piccolezza e disprezzo i vostri cani. Pensavo che avendo impersonato il cane della Madre, aveste a cuore i vostri animali.
    si infervorò l'Ufficiale, ricostruendo un ragionamento che aveva forse senso solo ai suoi miopi occhi mortali
    Ucciderlo così a sangue freddo, perchè? Cosa siamo per voi? Semplici pedine? Un passatempo?
    State cercando semplicemente un po' di azione ed intrattenimento come nei vostri drama? E se fosse così, se per voi siamo semplici insetti, perchè interferite tanto nelle nostre vite? Cosa volete da noi?


    Nell'assistere alle emozioni del Numerologo -e al modo in cui si intrecciavano in un interessante mix di frustrazione, confusione e accusa, l'Arcidemone non poté fare a meno di piegare le labbra pallide e sottili in un sorrisino affilato.

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    « ...capisco. ★ Perciò queste sono le conseguenze della mia magnanimità? »
    chiese di rimando, più divertito che in qualche modo offeso dall'audace idealismo di Augustus
    « Vi ho viziato, certo: sono stato troppo buono, e così vi siete fatti un'idea sbagliata... »

    Fissando l'interlocutore con gli occhi verde peridoto, il Re del Tempo annuì con condiscendenza; tuttavia, prima che potesse proseguire nella propria replica, il Demone-Farfalla -nuovo acquisto tra i servitori della Dama del Vento- trovò il coraggio di farsi avanti e prendere la parola, dando sicuramente dimostrazione di migliori maniere, e anche di un maggior discernimento del suo compagno...

    ...per quanto -dal punto di vista di Mephisto- fosse proprio lui il principale responsabile di quella situazione, avendo premuto per quelle indagini, fomentando il senso di giustizia dell'ingenuo Quattrocchi e spingendolo a quell'azione inconsulta.


    -Se è concesso ad una nullità come me di aprir bocca, vorrei esprimere il mio rammarico per la situazione spinosa. Abbiamo un fine comune, ma agiamo su strade diverse...-
    esordì il biondo, posando una mano sulla spalla del Magister Asensi per invitarlo alla calma
    - ...e senza coordinazione reciproca può capitare di pestarci i piedi. Se così è stato, vi prego umilmente di perdonare la nostra goffaggine. Non era nostra intenzione infastidirVi... ma solo difendere il Presidio e la Famiglia Reale.-

    « Oh...! ♪ E intendi questo Presidio e la sua famiglia reale? »
    si informò l'essere, con tono retorico, sbattendo le ciglia con perplessità e reclinando il capo da una parte
    « Perché sabotare chi si occupa di tenere gli artigli dei Grandi Demoni lontano da Laputa e dalle gole dei suoi regnanti mi pare in aperto contrasto con questo nobile intento. ★ »
    increspando le labbra in una smorfia ghignante, espose la dentatura dai canini pronunciati
    « Le parole hanno sempre un incontrastabile fascino, ma... guadiamo i fatti, vi va? »

    Raddrizzando la schiena e sciogliendo la posa statica assunta solo poco prima, il Re del Tempo levò nell'aria una mano guantata di viola, agitando un indice sentenzioso nell'aria, sfoggiando un'insopportabile atteggiamento da saputello ai suoi due interlocutori; già, perché Emeraude ed Augustus l'avrebbero visto così, stando entrambi in piedi davanti al suo tavolo come studenti al cospetto del preside...

    « Un pericoloso demone di cui avete nota l'attuale posizione ha continuato ad infiltrare spie nella città per mesi, e non siete stati in grado né di anticiparne l'arrivo, né di intercettarle alle vostre dogane. Dopo, non vi siete preoccupati di implementare efficacemente i controlli neppure quando avete sottratto al suddetto individuo -noto per essere un tipo molto vendicativo- una delle sue proprietà più rappresentative, il tutto mentre l'artefice materiale del gesto se ne va per verdi pascoli con un bersaglio sulla schiena. E ora... questo bel pasticcio. »

    ...Elay, invece, senza sapere come o quando fosse finito lì si sarebbe ritrovato accomodato allo stesso tavolo del Nobiluomo in bianco, seduto alla sua destra, a contemplare l'Ufficiale e il suo Assistente, con posizionata davanti a sé una grossa coppa di vetro piena di palline di crema fredda di diversi colori, sormontata da un ricciolo di panna montata, una colata di cioccolato fuso, ed una lucida e vermiglia ciliegina glassata.

    Naturalmente, ad affiorare dalla elaborata composizione, lo Spadaccino del Nord avrebbe trovato anche una posata dall'impugnatura molto lunga e sottile, in modo da poter comodamente arrivare a scavare il fondo del pregiato pezzo di cristalleria.


    « Avete dislocato truppe straordinarie per le vie, dando quanto meno nell'occhio, se non creando un allarme. Avete interrotto l'ordinaria routine di un esercizio commerciale, facendone sgomberare la clientela: testimoni che chiacchiereranno dell'accaduto, e che avete reso fonti di informazioni per le prossime spie che verranno - perché ne arriveranno. E mentre un professionista è morto sul campo, nello svolgimento delle proprie mansioni, ad un altro povero onesto lavoratore è stata manomessa la memoria in un chiaro abuso di ufficio, e gli toccherà anche ripulire la sala, raccogliere i cocci, ricompare dei piatti, e smaltire un cadavere. »

    Quel particolareggiato resoconto terminò con un'occhiata eloquente ai dintorni, ed un gesto della mano avrebbe invitato gli sguardi a concentrarsi sul disastroso tripudio di piatti e bicchieri rotti sul pavimento, tovaglioli insudiciati con resti di buon cibo e buon vino, e impronte di sangue che le gambe ballerine di un tavolo imbizzarrito avevano provveduto a spandere in giro dalla pozza vermiglia originatasi intorno alla salma del fu Jackal Kowalsky.

    Poi, rimbalzando lo sguardo dalla Farfalla Demoniaca al Pastore di Anime come un professore alle prese con due scolari indisciplinati, la stessa mano si sarebbe orientata -con un'elegante rotazione del polso- a puntare l'indice verso l'avventore accomodato al suo fianco.


    jpg
    « ...per non parlare del povero giovine che avete incastrato in questa "situazione spinosa". Termine meravigliosamente indulgente per definire un'azione stupida e controproducente, tra l'altro: mi complimento per la scelta del lemma. ♥ »
    sorridendo, l'Arcidemone si reclinò contro lo schienale e intrecciò le mani guantate sul tavolo
    « Spero che comprendiate i vostri errori e il mio disappunto, e che stiate riflettendo con la dovuta serietà su quello che avete fatto. Perché mi avete causato un problema, e sarei molto curioso di sapere cosa intendete fare per risolverlo. »

    Con il solito tono magniloquente nella voce, e i modi garbatamente teatrali nei gesti e nella postura, che di condiscendente avevano solo l'apparenza, il Re del Tempo scrollò le spalle e riprese la parola.

    « ...ma visto che non intendo stare qui fino a domattina, vi verrò incontro e vi darò istruzioni: per prima cosa, congederete i soldati parlando di un falso allarme, poi risarcirete il simpatico Oste con una generosa cifra per il disturbo arrecato, e, per finire, assumerete questo giovanotto nel vostro piccolo club del libro: le Sentinelle Mute, o come vi fate chiamare. »
    stabilì, recuperando dal panciotto bianco un orologio da taschino in argento luccicante
    « In questo modo, lo ragguaglierete a dovere sulla situazione globale in cui è ora invischiato, e controllerete la fuga di informazioni; l'alternativa è che sia terminato, come è successo al buon vecchio Jack: scegliete voi... ma fatelo in fretta. »

     
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    Come si reagisce di fronte ad un potere così grande, schiacciante?
    Personalmente il Numerologo ha deciso di non trattenersi. Gli spiriti gli urlano di stare calmo, di tener chiusa la bocca, come fa anche la stessa Falena. Ma, ora che è stato posto di fronte al Nemico, non può tener dentro quel mare di sentimenti che prova. La sua carta è stato utilizzata per un omicidio, non sa bene se addirittura anche la sua stessa mano. Se è una pedina, perchè questo il Re gli sta dimostrando, ha deciso di non esserlo più.
    Si illude di non esserlo.
    Qualcuno dice che volere è potere, dubito sia questo il caso, ma l'occhialuto non terrà ferma la lingua. Se la sua esistenza è alla mercè del tizio vestito di bianco, non farà alcuna differenza parlare oggi o domani. E' comunque impotente. Si era illuso di poter architettare qualcosa di differente, ma la distanza che lo separa dal nemico è troppa per essere colmata anche con decenni di pianificazioni.
    Sabotare chi si occupa di tenere gli artigli dei Grandi demoni lontani?
    Perchè non ci ha informati di questa sua illustre occupazione? Avremmo potuto collaborare, no?

    Aggiunge con una certa sopresa nello scoprire che il carnefice sia in realtà un salvatore. Forse è troppo onesto per accollarsi l'onore di un simile gesto. Sicuramente però l'aria da saputello che sfoggia non fa altro che montare ancora di più la rabbia che prova il Numerologo. Che ora, si può dire, è montata a neve ferma. Come ferma e rigida è la sua posizione.
    Difese che sono state preposte appena la notizia di un simile evento è stata acquisita.
    Osserva la farfalla sicuramente colpevole di aver rivelato con un certo ritardo una simile notizia. Non si sente però di colpevolizzarlo troppo, in quanto con la sua soffiata si è messa in moto una macchina che sarebbe stata piuttosto fruttuosa, se il Re non avesse deciso diversamente.
    Testimoni che potranno leggere per filo e per segno quanto è accaduto nel rapporto pubblico che redigerò appena tornato all'Albero Casa. Come tutte le azioni di un Ufficiale e del corpo di pubblica sicurezza, viene fatto tutto alla luce del sole.
    I cittadini sapranno che la dislocazione straordinaria è stata attuata per la presenza di un omicida seriale, che doveva essere semplicemente sottoposto ad interrogatorio. Quando avessimo poi rivelato che le sue vittime erano spie, ovviamente, lo avremmo trattato con i dovuti riguardi e sottoposto alla legge vigente, perchè erano spie, demoni, ma lui ha agito alle spalle delle Autorità.

    Una pausa, lunga per prendere fiato e continuare il suo vomito di ira.
    Però qualcuno, con diversi interessi, è arrivato qui, uccidendo un professionista sul campo, macchinando contro un Ufficiale solo per divertirsi con quelle che sono le sue pedine, i suoi saltimbanchi, perchè siamo questo per lei, Re, o sbaglio?
    Volge poi uno sguardo verso il "povero giovine", si rende conto che si trova in una situazione spinosa, gli dispiace di averlo coinvolto in questo tafferuglio.
    Per quanto riguarda il Signor Vos, sarà accompagnato all'Albero Casa, dove potrà riposare. Domani una delle Sentinelle gli spiegherà la situazione. Se vorrà unirsi al nostro club del libro, sarà una sua scelta.
    Tace il dettaglio che in caso di rifiuto sarà probabilmente pedinato per mesi, se non anni, per tutelare la sua sicurezza.
    Il simpatico Oste sarà ricompensato e la taverna riparata. Gli spiegherò di persona i ricordi di cui l'ho privato. Se desidera, spiegata la situazione, gli restituirò i suoi ricordi, per quanto possano essere dolorosi.
    Perchè non teme quello che ha visto, vuole solo aver modo di spiegargli cosa è accaduto. Il Re del Tempo tesse una tela invisibile, muove tutti come pedine, ma è ben diverso sapere se lo spettacolo di pupi a cui si assiste è orchestrato da fili retti nelle mani di un Nemico.
    Quindi, questo gran pasticcio non sarebbe avvenuto se, Re del Tempo, avesse condiviso con noi il suo nobile impegno nel difendere il Presidio e la Famiglia Reale, così come se non avesse deciso di porre fine alla vita di un suo segugio perchè poteva rivelare informazioni pericolose.
    Se i suoi scopi sono così limpidi come dice, cosa ne dice se non ci fermiamo qui solo noi, davanti un buon bicchiere di Sangue di Mullai e non discutiamo delle manovre più adatte alla difesa del Presidio e della Dama del Vento?
    Perchè immagino che la sua visione d'insieme degli eventi di questo Presidio e di questo Semipiano siano assai più nitidi dei nostri. Se vuole agire con noi, questo è il momento giusto, altrimenti temo che in futuro questi pasticci, dati dall'incromprensione, saranno sempre più frequenti.

    Non è una pedina.
    Lo è stata, ma non lo sarà.
    Non nelle mani del Re del Tempo.
    Avanza e si frappone tra il bianco vestito e la Farfalla ed il povero Vos, come scudo, come difesa degli innocenti e del Presidio. Come ha sempre fatto.
    Non è una pedina.

    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (x10), Cocoguyan (x1), Tarlo di Kleptein (x2), Lacrima del Re (x1), Anatema dei Numi, Orologio dell’Eterno Ritorno
    Mana: 90%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Perfetto

    Passive
    Sussurri - Auspex spiritico, udito e dei legami nel raggio di 30 metri
    Figlio dei Numeri - Istant Casting ed aumento riserva di mana
    Spiriti: Giulietta - Percezione delle invasioni psioniche ed illusorie
    Spiriti: Giulietta - Percezione dei pericoli nel raggio di 30 metri
    Condivisione Spiritica - Immunità al dolore ed alle malie
    Continuità Spirituale - Telecinesi e cast dai tarocchi
    Velo dell'Anima - Visioni
    Lettura dell’Anima - Radar bugie e Telepatia
    Corazza spiritica - Armatura naturale, PU Resistenza, Levitazione
    Mazzo di tarocchi - Tasca dimensionale

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    "Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi;
    ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili".


    (René Bazin)


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    Cappio di Bronzo, Città Bassa.
    Presidio Errante, Endlos.

    « Oh...! ♪ E intendi questo Presidio e la sua famiglia reale? Perché sabotare chi si occupa di tenere gli artigli dei Grandi Demoni lontano da Laputa e dalle gole dei suoi regnanti mi pare in aperto contrasto con questo nobile intento. ★ Le parole hanno sempre un incontrastabile fascino, ma... guadiamo i fatti, vi va? »
    Nonostante i toni da rimprovero dell'Arcidemone, in quel momento rivolti a lui soltanto, Emeraude abbassò lo sguardo in un palese gesto di remissione, mostrandosi a suo modo dotato di un considerevole autocontrollo, ancor più se si considerava quanto non condividesse affatto la visione del suo interlocutore.
    « ...per non parlare del povero giovine che avete incastrato in questa "situazione spinosa". Termine meravigliosamente indulgente per definire un'azione stupida e controproducente, tra l'altro: mi complimento per la scelta del lemma. ♥ Spero che comprendiate i vostri errori e il mio disappunto, e che stiate riflettendo con la dovuta serietà su quello che avete fatto. Perché mi avete causato un problema, e sarei molto curioso di sapere cosa intendete fare per risolverlo. »
    La Farfalla Infernale era infatti perfettamente abituata -se non addirittura immersa- in quel preciso tipo di abuso e, anzi, Mephisto risultava a suo giudizio perfino tollerante rispetto al suo precedente Signore. Per questo non si scompose, ne mostrò segnali d'allarme.
    Si preoccupò piuttosto delle reazioni del Numerologo... ma -sebbene non rientrassero nella difesa "da manuale" in quel tipo di situazioni- non se la cavò malissimo.

    -Sabotare chi si occupa di tenere gli artigli dei Grandi demoni lontani?
    Perchè non ci ha informati di questa sua illustre occupazione? Avremmo potuto collaborare, no?

    Nonostante avesse potuto risparmiarsi di controbattere, lanciò in faccia al Monarca una verità che aveva dell'innegabile. Dopotutto, la ragione per cui chiunque su Laputa riteneva Mephisto oltremodo sospetto era esattamente quella: nessuno sapeva nulla di lui, e lui metteva le mani in pasta ovunque, spesso con prepotenza, generando agitazione ed ovvi dubbi sulla sua buonafede.
    -Per quanto riguarda il Signor Vos, sarà accompagnato all'Albero Casa, dove potrà riposare. Domani una delle Sentinelle gli spiegherà la situazione. Se vorrà unirsi al nostro club del libro, sarà una sua scelta.

    -Se lo desidera, posso condurlo immediatamente in un luogo più riservato e tranquillo- aggiunse, rivolgendosi ad Elay, riflettendo che la piega degli eventi era ancora incerta, e sarebbe stato molto saggio levarsi dal mirino di quel vecchio tiranno col pizzetto -Potrà riposarsi e discutere di ciò che desidera.
    Quanto ad Augustus, avrebbe potuto scegliere lui se continuare a tener testa al Re o seguirli in disparte, aggiornando lo straniero.


    Angolo del Quest Master - Turno 11

    Emeraude decide di darsela, e portarsi con se' Elay, prima che Mephisto cambi idea e lo uccida. Elay può decidere di seguirlo o rimanere.

    Dopo di me posta Elay. Stanfa e Destino possono accordarsi sull'ordine successivo.
    Postare entro il: 11 Agosto, ore 23:59.
    Enjoy!

     
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    Presidio Errante, Endlos.



    “Sabotare chi si occupa di tenere gli artigli dei Grandi Demoni lontano da Laputa e dalle gole dei suoi regnanti mi pare in aperto contrasto con questo nobile intento.”

    A quelle parole trasalii. “Grandi Demoni? Grandi Demoni con la volontà di uccidere i regnanti di Laputa?”, mi chiesi mentalmente. Ormai non mettevo più neanche in discussione che esseri simili potessero esistere; sapevo già che oltre il piano dell’esistenza che potevo vedere e sentire esistesse qualcos’altro, e la piega degli ultimi eventi mi portava a pensare che questo qualcosa potesse essere più pericoloso e imperscrutabile di quanto avessi mai creduto.

    “Un pericoloso demone di cui avete nota l'attuale posizione ha continuato ad infiltrare spie nella città per mesi, e non siete stati in grado né di anticiparne l'arrivo, né di intercettarle alle vostre dogane. Dopo, non vi siete preoccupati di implementare efficacemente i controlli neppure quando avete sottratto al suddetto individuo -noto per essere un tipo molto vendicativo- una delle sue proprietà più rappresentative, il tutto mentre l'artefice materiale del gesto se ne va per verdi pascoli con un bersaglio sulla schiena.”

    “Spie, donne come spie mandate a Laputa da un pericoloso demone... Demira? Sua sorella? Era per questo che Jack le ha uccise?”, riflettei. “E qualcuno ha rubato un tesoro a chi le mandava al Presidio Errante. Chi può essere così incauto da inimicarsi esseri del genere?”, pensai allarmato.

    “E ora... questo bel pasticcio.”
    Mentre i pensieri nella mia mente vorticavano come l’ago di una bussola impazzita cercando di incastrare tutti i pezzi del puzzle con le informazioni che il Re del Tempo stava sciorinando, qualcosa di molto strano accadde: in un battito di ciglia mi ritrovai seduto accanto all’uomo che parlava, con davanti a me un gelato così surreale che quasi mi fece impazzire. Realizzai immediatamente di non essere affatto padrone di me stesso; con un brivido gelido lungo la schiena rivolsi uno sguardo all’uomo vestito di bianco. Doveva necessariamente essere ciò che l’Ufficiale diceva che fosse, non c’era altra spiegazione a quanto facilmente aveva manipolato il mio corpo senza che neanche me ne accorgessi. Non osai toccare il dolce di fronte a me, nonostante l’aspetto invitante ed un cucchiaino lungo finemente cesellato. “Quantomeno mi sembra un gesto di distensione”, pensai, cercando di calmarmi. “Con la stessa rapidità avrebbe potuto togliermi la vita senza che me ne rendessi neanche conto”, considerai. ”Che stia addirittura cercando di essere gentile con me, in uno strano modo demoniaco?”

    “Avete dislocato truppe straordinarie per le vie, dando quanto meno nell'occhio, se non creando un allarme. Avete interrotto l'ordinaria routine di un esercizio commerciale, facendone sgomberare la clientela: testimoni che chiacchiereranno dell'accaduto, e che avete reso fonti di informazioni per le prossime spie che verranno - perché ne arriveranno. E mentre un professionista è morto sul campo, nello svolgimento delle proprie mansioni, ad un altro povero onesto lavoratore è stata manomessa la memoria in un chiaro abuso di ufficio, e gli toccherà anche ripulire la sala, raccogliere i cocci, ricompare dei piatti, e smaltire un cadavere.

    Dovetti ammettere che il resoconto di quanto appena accaduto non suonava affatto lusinghiero. Soprattutto, l’omicidio a sangue freddo di Jack ancora mi lasciava interdetto. Per un qualche strano motivo, sentivo pena per quella vita spezzata, come per quella di Demira. Non capivo la loro natura, le loro gesta, le loro motivazioni, ma erano comunque esistenze che ci erano spente ai miei occhi. Forse il Re del Tempo non aveva tutti i torti. Realizzai però che le truppe straordinarie fossero state chiamate perchè l’Ufficiale si aspettava di avere a che fare con un pericoloso assassino, e che i clienti erano stati allontanati da Raphael in persona, spaventato per la sua attività. Certo era che il povero locandiere avrebbe avuto molto lavoro da fare, e mi dispiacque molto per lui. Se poi era vero che per di più la sua memoria era stata compromessa...

    “Per non parlare del povero giovine che avete incastrato in questa situazione spinosa.”

    Rivolsi al Re del Tempo uno sguardo sorpreso, quasi grato: non mi aspettavo che mi rivolgesse delle parole compassionevoli. In tutta quella baraonda, sembrava impossibile ma era proprio un Demone pericoloso a preoccuparsi per me e per quanto mi fosse accaduto.

    “Assumerete questo giovanotto nel vostro piccolo club del libro: le Sentinelle Mute, o come vi fate chiamare. In questo modo, lo ragguaglierete a dovere sulla situazione globale in cui è ora invischiato, e controllerete la fuga di informazioni.”

    “Sentinelle Mute, un nome appropriato per dei testimoni di cose scomode che devono tacere”, realizzai. Era ovvio che non mi lasciassero a piede libero, dopo tutte le cose che avevo visto, ma se il prezzo che dovevo pagare per la vita era il silenzio, lo avrei pagato ben volentieri. Per di più, sembrava che avrei potuto avere qualche risposta per dare un senso a quanto avevo vissuto... Non avevo idea di che cosa fossero le Sentinelle, ma su due piedi mi parve la prospettiva migliore che potessi avere. Il Re del Tempo cominciava a piacermi genuinamente per il pragmatismo e per la compassione che mi dimostrava.

    “L'alternativa è che sia terminato, come è successo al buon vecchio Jack.”

    La leggerezza con cui lasciò la decisione all’Ufficiale ed al suo accompagnatore quasi bloccò sul nascere il moto di simpatia nei suoi confronti. Il cuore perse un battito, all’allontanarsi di quella che mi sembrava un’ottima soluzione per uscire finalmente da tutta quella strana situazione. Mi augurai però che un Ufficiale non volesse la mia morte. Asensi riprese a parlare, con un tono deciso - ed incosciente – che non mi sarei aspettato. Dopo una strigliata simile da un demone che aveva il potere di manipolare la nostra posizione con uno schiocco di dita, che fosse nel torto o nella ragione sarebbe stato importante restare cauti.

    “Per quanto riguarda il Signor Vos, sarà accompagnato all'Albero Casa, dove potrà riposare. Domani una delle Sentinelle gli spiegherà la situazione. Se vorrà unirsi al nostro club del libro, sarà una sua scelta.”

    La mia scelta era presa, ed era semplicissima: qualunque cosa fosse questo fantomatico club del libro avrei dovuto accettarlo, fare voto di silenzio, qualuque cosa richiesta. C’era la mia vita in gioco, e c’ero ancora molto affezionato. Ero sicuro che se avessi rifiutato di entrare a far parte delle Sentinelle, il Re del Tempo mi avrebbe trovato e ucciso.

    “Se lo desidera, posso condurlo immediatamente in un luogo più riservato e tranquillo. Potrà riposarsi e discutere di ciò che desidera.” aggiunse con fare svelto l’accompagnatore dell’Ufficiale. Ne apprezzai la prontezza di spirito.

    “Mi piacerebbe molto. La soluzione indicata da lei, Re del Tempo, mi sembra perfetta. La ringrazio” , dissi, con un sorriso il più garbato possibile in direzione dell’uomo vestito di bianco. “Sarò felice di andare all’Albero Casa, o ovunque si trovi questo club; mi fa strada?” , risposi poi all’uomo con gli occhi violetti. Era un tipo dall’aspetto strano, ma era il mio lasciapassare per l’uscita da tutta quella strana situazione. Se quel ragazzo fosse stato un mantello, me lo sarei stretto addosso con tutta la forza che avevo. Mi alzai, pronto a dirigermi verso la porta.

    “Questo gran pasticcio non sarebbe avvenuto se, Re del Tempo, avesse condiviso con noi il suo nobile impegno nel difendere il Presidio e la Famiglia Reale, così come se non avesse deciso di porre fine alla vita di un suo segugio perchè poteva rivelare informazioni pericolose. Se i suoi scopi sono così limpidi come dice, cosa ne dice se non ci fermiamo qui solo noi, davanti un buon bicchiere di Sangue di Mullai e non discutiamo delle manovre più adatte alla difesa del Presidio e della Dama del Vento?”

    Ammirai il coraggio dell’Ufficiale. Era sconsiderato, ma audace. La sua sembrava una richiesta del tutto leggittima, ma complice lo sfogo di poco prima suonava più come un’accusa nei confronti del Demone. Continuava a parlare dell’omicidio di Jack come se non si fosse trattato di una sua scelta, ma della volontà del Re del Tempo, e vista la facilità con cui mi aveva spostato al suo tavolo, cominciai a chiedermi se il demone non avesse semplicemente mosso il braccio dell’Ufficiale affinché togliesse la vita a Jack: in fondo, sarebbe stato ancora più semplice che spostare il mio intero corpo. Ad ogni modo, l’Ufficiale sembrava voler discutere di materie delicate e che non mi competevano; restare avrebbe significato dimostrare curiosità, mentre quello che cercavo di mostrare era che non avrei diffuso le informazioni di cui ero già venuto involontariamente a conoscenza quella sera. Mi preoccupai per l’incolumità dell’Ufficiale, ma la sua era stata una scelta. Giusta o sbagliata che fosse, era un atto estremo di libertà e decisi di rispettarla. Presi commiato con un cenno del capo, seguendo il giovane con il corpetto, sperando che guadagnare l’uscita dal Cappio di Bronzo avrebbe cominciato a fermare la giostra su cui ero salito.



    Energia:

    100%


    Riassunto:

    Elay cerca di dare un senso alle cose che ha visto e sentito. Si prepara poi a seguire l’accompagnatore dell’Ufficiale alla Casa Albero, per riceve informazioni e per poter entrare a far parte delle Sentinelle Mute in cambio della possibilità di aver salva la vita.

    Equipaggiamento:

    • Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.

    • Licht – Spada in acciaio temprato, con l’elsa finemente cesellata; nonostante non abbia continuato la sua formazione all’Accademia, Elay cerca di non perdere l’allenamento nel suo uso e sa combattere per autodifesa con precisione e coordinazione.


    Abilità Passive:

    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.

    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.

    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.

    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Sabotare chi si occupa di tenere gli artigli dei Grandi demoni lontani?
    Perchè non ci ha informati di questa sua illustre occupazione? Avremmo potuto collaborare, no?


    Davanti alla sorpresa del Numerologo -genuina quanto fuori luogo- e al suo scoppio d'ira -buffo quanto irrilevante-, l'Arcidemone si limitò a volgere gli occhi al cielo con l'aria profondamente tediata che si riserva ad un bambino irragionevole che batta a terra i piedini per fare valere le sue ragioni, concedendosi il conforto di una cucchiaiata di gelato, prelevata dalla coppa snobbata dal timido Visitatore del Nord.

    C'erano davvero tante argomentazioni che avrebbe potuto addurre ad una eventuale risposta, negativa ad entrambe le domande, e la sua lingua tagliente non avrebbe reso nessuna delle opzioni piacevole da sentire, e... certo, sarebbe potuto essere d'intrattenimento osservarne le reazioni, ma non aveva il tempo né la voglia di star dietro ai capricci di quel mortale.

    Quella era stata un'improvvisata, una visita non programmata nella sua agenda, e poiché il Nobiluomo non poteva permettersi di procrastinare ancora il suo viaggio su Mirach, preferì limitarsi ad un signorile, secco, paziente sospiro.

    In realtà, avrebbe trovato perfettamente calzante -oltre che estremamente divertente- ridergli in faccia, ma poi al giovanotto sarebbero probabilmente esplosi gli occhi dalle orbite, e la sua faccia spiritosa sarebbe stata ancora più indimenticabile, e.... mentre già si immaginava le smorfiette del Pastore di Anime e gli estrosi commenti del suo Gregge spettrale, Mephisto non prestò affatto attenzione a quello che uscì all'altro di bocca nel frattempo.

    Si riebbe giusto in tempo per vederlo fermarsi a riprendere fiato, prima di ricominciare lo sproloquio.


    Però qualcuno, con diversi interessi, è arrivato qui, uccidendo un professionista sul campo, macchinando contro un Ufficiale solo per divertirsi con quelle che sono le sue pedine, i suoi saltimbanchi, perchè siamo questo per lei, Re, o sbaglio?

    « Ho del personale qualificato adibito allo scopo, ma... ammetto che spesso avete dei tempi comici notevoli. ♪ »

    Sfoggiando sul volto arcigno un sorriso sornione, l'Arcidemone elargí graziosamente quella concessione allo Spiritista, annuì con meditabonda condiscendenza alle disposizioni che Augustus affermò di voler attuare per Elay e Raphael, annuí con vago interesse alla proposta di Emeraude di scortare all'Albero-Casa la pietra dello scandalo, ed elargí persino un mezzo sorriso compiaciuto e un benevolo cenno di assenso col capo alle parole giustamente colme di gratitudine del diretto interessato: l'unico abbastanza sveglio da aver compreso il modo migliore di adattarsi alle cause di forza maggiore.

    “Mi piacerebbe molto. La soluzione indicata da lei, Re del Tempo, mi sembra perfetta. La ringrazio”

    Trattandosi esattamente di ciò che aveva richiesto nei termini precedentemente espressi, Mephisto si ritenne all'incirca soddisfatto, e stava dunque per congedarsi...

    Quindi, questo gran pasticcio non sarebbe avvenuto se, Re del Tempo, avesse condiviso con noi il suo nobile impegno nel difendere il Presidio e la Famiglia Reale, così come se non avesse deciso di porre fine alla vita di un suo segugio perchè poteva rivelare informazioni pericolose.

    ...quando il petulante Quattrocchi ebbe la brutta idea di sconfinare oltre quanto gli competeva, sciorinando con tono lamentoso quelle che sembravano tanto delle recriminazioni e delle condizioni. Come se si potesse avere voce in capitolo alle scelte del Tempo.

    Se i suoi scopi sono così limpidi come dice, cosa ne dice se non ci fermiamo qui solo noi, davanti un buon bicchiere di Sangue di Mullai e non discutiamo delle manovre più adatte alla difesa del Presidio e della Dama del Vento?

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    « ...e poi magari potremmo fare una romantica passeggiata mano nella mano per i sentieri del Latifondo, sotto il chiaro di luna, scambiandoci promesse e guardandoci languidamente negli occhi! ♥ »

    Ceeerto, e in quel momento il suo ghigno mefistofelico e la sua voce melliflua non stavano grondando sarcasmo! Nossignore! Come se non avesse di meglio da fare che preoccuparsi dell'immagine che i bifolchi potessero farsi delle sue azioni. Come se quel sasso volante che chiamava Presidio fosse il vero fulcro della faccenda. Come fosse un male che i suoi scopi non fossero "limpidi" in un mondo popolato da creature che non li avrebbero compresi nel migliore dei casi, o che li avrebbero travisati e ostacolati nel più seccante.

    Se vuole agire con noi, questo è il momento giusto, altrimenti temo che in futuro questi pasticci, dati dall'incromprensione, saranno sempre più frequenti.

    E se quel giovanotto lottava così strenuamente -e inutilmente- per polarizzarsi nella seconda categoria... Oh, sarebbe stato divertente!

    « I collaboratori incapaci e indisciplinati tendono ad essere più una palla al piede, che non di qualche utilità, come amerebbero sentirsi. ★ Tutto considerato, li reputo anche più deleteri di un nemico. »
    intavolò pacatamente l'Arcidemone, con un sorriso malevolo
    « Io sono un tipo alquanto preciso, guardo a fatti e risultati più che alle buone intenzioni, e ho degli standard; per questo motivo, bisognerebbe che qualcuno sia in grado di dimostrarmi il suo valore, perché Io lo reputi idoneo a venir messo a parte dei miei progetti. »

    Vista la fine toccata al buon vecchio Jack, non era difficile credere che la "politica aziendale" del Re del Tempo fosse certamente rigorosa... pertanto, il suo messaggio implicito sarebbe risultato altrettanto lampante: se Augustus -e Laputa tramite lui- intendeva sedere al suo stesso tavolo, per una collaborazione da pari a pari, aveva decisamente qualcosa da dimostrare.

    « Fino a quel momento, temo che questi pasticci saranno sempre più frequenti, sì... ma dubito che la mia pazienza terrà lo stesso passo. ♥ »
    scavando vezzosamente un'altra cucchiaiata di gelato, la assaporò con molto gusto
    « Ora, visto che si è creato un ritardo sulla mia tabella di marcia, questa conversazione termina qui: farò riordinare io il locale, mentre lascio il Signor Vos alle vostre cure. E, se volete impressionarmi positivamente, evitate strafalcioni questa volta. »

    Quando il Nobiluomo in bianco sollevó la mano guantata di viola per agitarla in aria, in un distratto gesto di commiato -lo stesso con cui si allontanerebbe una mosca ronzante e troppo vicina-, la conversazione si sarebbe istantaneamente conclusa: senza che venisse concesso loro diritto di replica, il trio composto da Augustus, Emeraude ed Elay si sarebbe difatti ritrovato a miglia di distanza da Mephisto.

    In piedi, al sorgere dell'alba, con alle spalle la grandiosa verdeggiante distesa del Latifondo... e con davanti la maestosità dell'Albero-Casa.


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    Attardandosi placidamente al tavolo che aveva rivendicato come proprio, con le lunghe gambe signorilmente accavallate e la coppa di gelato davanti a sé, l'Arcidemone si concesse un lungo istante per assaporare la profonda pace che gli aleggiava intorno, ora che -escluso il locandiere, ancora asserragliato in cucina- era rimasto l'unico avventore del locale.

    Sarebbe stato divertente assistere dal vivo alla reazione del Numerologo a quel congedo forzato, ma... vista l'attitudine che aveva mostrato, era certo che -in futuro- non sarebbero mancate occasioni di vedere l'Ufficiale Asensi comporre nuove faccette buffe; ora come ora, però, aveva altro da fare.


    Come raggiungere la Dama del Vento su Mirach. L'aveva lasciata sola e senza supervisione per qualcosa come meno di una giornata, così da garantirle il riserbo necessario a ricongiungersi con le sue figure famigliari, e quell'ingenuotta era già riuscita ad attirare su di sé fin troppe attenzioni... Un talento.

    Si servì un altro boccone dal dessert, includendovi anche la panna montata e la ciliegina glassata, e sollevò la destra guantata di viola per schioccare le dita... rimanendo serenamente impassibile e gustandosi lentamente il gelato frattanto che la sala attorno a lui recuperava l'assetto che aveva nell'ora precedente. Prima cioè che i due detective wannabe facessero irruzione.

    Tavoli ballerini tornarono sui propri passi e si immobilizzarono nel giusto posto; schegge di vetro e ceramica rimbalzarono sul pavimento, ammassandosi in frammenti e ricomponendosi nella loro interezza, prima di saltare sul ripiano di legno prontamente vestito dalla tovaglia; gli aloni di colore che impregnavano la stoffa e le scanalature del pavimento fluirono via come dotate di volontà propria per tornare alla pietanza o alla bevanda da cui erano spillati...

    ...e lo stesso accade anche con il sangue di Jack: come un torrente che scorreva al contrario, il flusso arterioso cominciò a fluire all'interno dello squarcio nella sua gola, dapprima lentamente, poi in zampilli vivaci, restringendo e poi estinguendo la pozza vermiglia con cui la sua dipartita aveva imbrattato per terra.

    Come sollevato da un burattinaio invisibile, il corpo dell'Assassino si tirò innaturalmente su, tornò ad occupare la propria seggiola, sussultò qualche istante sul sedile per gli spasmi delle convulsioni, e il profondo solco rosso sulla sua gola si richiuse piano piano, risucchiando al di là della pelle intatta anche le ultime macchie che gli avevano imbrattato il completo elegante.

    Poi il riavvolgimento si fermò, e mentre il tempo riprendeva il suo scorrere abituale, il Gentiluomo con il monocolo si guardò intorno compostamente perplesso per un momento, tastandosi la gola, prima di individuare il suo datore di lavoro seduto al tavolo vicino alla porta, e rivolgergli un cenno di saluto con la mano guantata alla falda del cappello e un inchino.


    « Non so perché tu abbia voluto risparmiare il ragazzo, ma perderci tempo a cena è stato un errore grossolano e deludente: ti sei fatto scoprire. »

    - Sono costernato, mio Signore. -

    jpg« Come è giusto che sia. »
    avallò Mephisto, spiluccando altro gelato
    « La discrezione e l'anonimato erano due requisiti imprescindibili per questo lavoro. »

    - ... perciò devo considerarmi licenziato? -

    « Dal momento che hai sempre lavorato in maniera impeccabile, e che questa volta la faccenda presenta oggettive attenuanti, ho deciso di concederti una seconda chance. »
    concesse magnanimamente il Nobiluomo, finendo il suo dolce
    « ...ma, per ovvie ragioni non puoi restare a Laputa. Un altro agente prenderà il tuo posto, e tu sarai dislocato altrove. E, in ultimo... dovessero esserci altri errori, considera pure il tuo congedo come definitivo. »

    - Mi sembra più che ragionevole, Sire. -

    Così dicendo, il Re del Tempo si levò dal suo seggio in un frusciante ondeggiare del mantello bianco, e l'Assassino lo imitò per sancire il proprio assenso con un profondo cavalleresco inchino; un istante più tardi, il Cappio di Bronzo era deserto, silenzioso e perfettamente in ordine.

     
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