[Quest] Patti e Catene

Ascesa dell'Ofiuco

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  1. GreyFox
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Grotta del Ragno, Amnos.
    Presidio Settentrionale, Endlos.




    “Da solo non posso spezzare i sigilli. Posso estendere la mia influenza nelle grotte e nei suoi dintorni, ma i sigilli richiedono abilità ed uno sforzo che mi è precluso da questo circolo runico.”

    Le rune mi sembrarono brillare alle parole del Ragno, come una specie di luccichio familiare, lo sguardo brillante di un amico che dice che non ci sia nulla da temere. Il Ragno, ad ogni modo, è riuscito ad influenzare e manipolare persone ben al di fuori di quel cerchio di tratti incisi nella pietra nel cuore dell’Amnos. Già così si è rivelato potente e subdolo; cosa avrebbe potuto fare una volta libero dai vincoli fisici, a contatto con persone innocenti ed indifese, con a portata di mano strumenti e poteri che gli erano preclusi in quella grotta?
    “La mia colpa è banale, ma l’offesa è stata rivolta contro una famiglia troppo potente. Mi sono illuso di poter stravolgere le gerarchie e questa è la mia punizione.”

    Riflettendoci meglio, il Ragno stesso parlava di una colpa. Ammetteva uno sbaglio, una falla. Ed aveva agito sperando di sovvertire l’ordine delle cose, fiducioso nei terribili mezzi di cui disponeva. Avremmo davvero corso il rischio di lasciarlo andare per riprovarci – e magari riuscirci? Continuava a minimizzare, ad interpretare la parte della vittima debole contro un nemico troppo forte. Eppure sfidare una famiglia simile e pensare di poter vincere richiedeva ben più della fiducia nei propri mezzi: quella creatura doveva avere accesso a capacità che non riuscivo neanche ad immaginare. Doveva essere ben più pericolosa di un semplice assassino, di un incantatore, di un profeta. Restai con la mascella serrata e la mano stretta sull’elsa della mia spada, cercando di farmi coraggio e di ragionare velocemente per non prendere decisioni avventate.

    ”Di grazia, ci potrebbe raccontare qual è la profezia che ha convinto i Darcia a bloccarla in questa accogliente grotta?” chiese il signor Winbringer. Dovevo ammettere d’essere curioso di cosa potesse aver scatenato una furia tale da incatenare il Ragno nell’Amnos.

    “Mi state attribuendo poteri e scopi che non mi sono propri. Ho trascorso secoli a leggere futuri differenti. Ma la mia punizione mi ha trasformato in una Cassandra. Io devo essere liberata. Sette sono i seggi vacanti. E presto un disastro temporale si abbatterà sul Semipiano. Io ho un ruolo. E devo svolgerlo. È un mio dovere verso il futuro.”

    “I seggi di cosa? E che disastro dovrebbe travolgerci tutti?”, chiesi, colto alla sprovvista da quelle frasi. Un discorso fumoso, a tratti profetico, come se volesse ancora blandirci per convincerci ad agire in suo favore. Un essere antico, vissuto secoli. Dagli scopi inafferrabili ed oscuri. Non avevo mai sentito parlare di sette seggi vacanti, ma a sentir parlare di un disastro in attesa di abbattersi sul Semipiano mi si gelò il sangue nelle vene. Che fosse una menzogna o meno, il tono del Ragno fu abbastanza netto da istillare il dubbio nella mia testa. Cosa sarebbe accaduto? Che ruolo avrebbe dovuto giocare una creatura del genere? In ogni caso, quella rivelazione sembrava responsabilizzarci: che avessimo preso parte o meno al piano folle di quell’essere abominevole, forse la sua presenza (o la sua assenza) avrebbero avuto un peso importante su qualcosa di grande, qualcosa di pericoloso.

    O forse stava soltanto mentendo. Ancora.

    Rise di me, delle mie preoccupazioni, della mia rabbia per il piccolo Jung e sua madre. Bastò quella risata a farla montare ancora di più, a rendermi immune dalle sue giustificazioni, a scacciare i dubbi e le domande, a riportarmi presente a me stesso e non stregato da qualche parola appena accennata.

    “Mai ho tolto una vita con queste mani. Se voi umani vi lasciate attirare da lucciole di anima, non è una mia colpa.”

    La voce della madre di Jung, il corpicino che si dissolveva in piccoli ragnetti… Posai uno sguardo carico d’astio sul Ragno. Non era un assassino, a suo dire, ma questa era la prova di quanto potesse spingersi oltre nel mentire.

    “Anche chi vi ha preceduto, mai è perito per mia mano. O per sua scelta o per mano d’altri. La mia coscienza è pulita.”

    Dunque altri erano arrivati in quella grotta. In quanti avevano già perso la vita, scegliendo di non scendere a compromessi con il Ragno? Non li avrà uccisi con le sue mani, ma con le sue illusioni sicuramente sì. Quanti erano già stati costretti a vagare, perdendo il senno, morendo di fame, sete o freddo?

    ”In fondo non ci sta di certo minacciando, è una nostra scelta quella di rimanere bloccati in una grotta per l’eternità, giusto signor Elay?”

    Annuii a quelle parole. Per sua stessa ammissione, l’essere arcano si sentiva persino non responsabile per la sorte degli uomini che aveva già ingannato. Una loro scelta. Una risata amara mi lasciò la gola, quasi un suono gutturale a sostituire quella limpida del Ragno.

    “Per propria scelta in risposta alle tue bugie, alle tue illusioni”, sbottai quindi rivolto verso il Ragno, senza riuscire a contenermi. Mi bruciava dentro l’essere stato gabbato con tanta facilità.

    “Cari Ragazzi! Smettetela di frignare e trattate il Ragno con la giusta reverenza che gli è dovuta! Davanti a noi ci sono gli Occhi e le Orecchie di tutto il Semipiano. Solo al suo sguardo le nebbie del futuro si dissipano. È nostro d-o-v-e-r-e aiutare il Ragno ad uscire dalla sua prigione, così da poter finalmente asservire al suo Futuro!”

    Mi voltai verso l’anziana donna, e con un tono gelido ed una voce profonda le risposi con parole cariche di tutto il disgusto che provavo per chi gioiva in una situazione del genere.

    “Non siamo ragazzi, siamo uomini. E a una creatura ingannatrice ed infida non devo un bel niente. Tantomeno ad una donna bugiarda che non ha ammesso i suoi scopi fin dall’inizio”, la apostrofai.

    Mi voltai ancora verso il Ragno, poi, per mantenere la mia attenzione verso la creatura più pericolosa presente nella grotta e per evitare di dire – e fare – cose che un gentiluomo non dovrebbe mai nei confronti di una donna anziana.

    “Signor Vos, Nobile Gyllenstierna e suo accompagnatore, se quello che chiedete è un patto differente, fate pure la vostra richiesta. Come vi ho detto, non c’è alcun problema di tempo. Ponete le vostre domande. Fate le vostre richieste. Il Ragno è qui anche per voi.”

    “Come fa a conoscere il mio nome?”, mi chiesi, sgranando gli occhi. Per una frazione di secondo mi sentii esposto; cosa sapeva di me quella creatura? Quello smarrimento durò non meno di un respiro: ero indignato oltre ogni misura, violato ed oltraggiato. La rabbia per la sorte del bambino e di sua madre avevano soltanto lasciato il posto a sentimenti peggiori. La scelta era essere un burattino o morire? La mia vita valeva quanto il rischio dei danni che un essere simile avrebbe potuto causare al di fuori di quella grotta? No, no di certo. L’istinto di sopravvivenza, però, lottava contro il mio voler essere un uomo retto. Passare il resto dei miei giorni in un’illusione infinita non mi allettava. Cosa avrebbe mai potuto valere il pagare un prezzo simile? Per quale verità sarei stato disposto a vendere la mia anima, e le vite di tanti altri? Se anche avessi pattuito col Ragno che le persone scese con me fra le rocce avessero salva la vita ed una via d’uscita dal suo labirinto di illusioni, cosa mi avrebbe garantito la sua sincerità ed il suo rispetto del patto?
    Intanto Curtis faceva le sue domande, domande oneste, ma cominciavo a dubitare potessero ricevere risposte veritiere. Essere stati attirati con l’inganno in quella tela mi faceva ormai dubitare di tutto. Eppure, anche se la luce che attira le falene nelle ragnatele è una fatua e fragile cosa, la morte che le attende è pur sempre concreta, e certa. A ben giudicare le parole del Ragno, altri erano morti senza che se ne facesse un grande scrupolo. Da quanto tempo era lì sotto? Quanto tempo gli restava prima che il suo destino si compisse senza trovarlo nel mezzo del disastro, ma ancora lì, inutile, sotto tonnellate di roccia? Dubitavo passassero tante persone nell’aria di influenza di quella creatura, rendendoci forse la sua ultima possibilità. Avrebbe davvero lasciato che morissimo di sete o che impazzissimo nel dedalo labirintico creato apposta per noi? Il pensiero mi fece sentire un pochino meno impotente. Niente gli avrebbe però impedito di causarci la stessa sorte dopo averlo aiutato. No, era fuori questione. Avremmo soltanto dovuto cercare un modo per uscire di lì. Cosa avrebbe potuto spezzare le sue illusioni? La morte, forse? Mi chiesi, senza neanche rendermi conto che ci stessi pensando, se il Ragno fosse un essere mortale. Avrebbe sanguinato, trafitto dalla mia lama? O era eterno ed immutabile? In fondo, i Darcia lo avevano imprigionato invece che ucciderlo, e se era vero che viveva da secoli, forse non avrei potuto liberare il semipiano dall’esistenza di quell’essere con una semplice lama. Sarebbe stata una benedizione, quanto meno per impedire che altri dopo di noi potessero cadere vittime dei suoi giochetti, certo, ma sarebbe stato anche solo possibile?

    “Chi sei? Cosa sei?”
    Scrutai il Ragno nella speranza che i miei soli occhi potessero dirmi di più.

    “Come posso fidarmi di qualcuno che fin dal primo istante non ha fatto che irretire le nostre menti?” chiesi, avendo l’ardire di avvicinarmi un passo in più verso la creatura.

    “Dissolvi le tue illusioni, lascia liberi me e gli uomini che sono scesi con me nella grotta. Quando avrò la certezza che loro siano in salvo, e che tu non stia giocando ancora con le nostre menti, soltanto allora sarò disposto, forse, ad aiutarti. A tornare qui e liberarti dai vincoli che ti tengono prigioniero. Ecco la mia prima richiesta. Ti aiuterò da uomo libero, o non lo farò affatto. Se e quando sceglierò di aiutarti, lo farò perchè per me ha senso e non perchè vi sarò costretto dai tuoi trucchetti. Se non ti sta bene, morirò qui sotto, certo, ma tu resterai vivo per l'eternità rimpiangendo di aver rifiutato la mia richiesta. ”







    ~In sintesi~


    Scheda Elay

    Legenda colori:
    “Parlato”
    “Pensato”
    Testo

    Energia:
    100%

    Equipaggiamento:
    Licht - Spada in acciaio temprato | Cintura con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna

    Abilità Passive:
    Mindfuck-alert (Auspex) | Radar (Auspex) | Soulfeeling (Auspex spiritico) | Brighteyes (resistenza spontanea a luci molto intense)

    Abilità Attive:
    -



    Edited by GreyFox - 30/10/2020, 15:06
     
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