Elay Vos

Docili luci velate ed un vento glaciale accarezzavano vie e palazzi; poco dopo il crepuscolo del Giorno del Chiarore di ventisette anni fa, venivo al mondo sotto una luna scura, riempiendo i miei polmoni dell’aria dell’inverno. Una coperta pulita e spessa, il tepore del corpo di mia madre, la gioia di mio padre per un primogenito maschio, la stanza scaldata dal fuoco. Eppure, sono nato dal freddo, nel cuore di Naos, quando le strade di Najaza sono vuote e persino la Dama del Gelo non ha nessuno accanto a scortare i suoi passi solitari, quando le luci devono essere accese apposta a illuminarne il cammino. È la mia fortuna e la mia condanna, essere venuto al mondo così.
Ho i capelli neri e morbidi di mia madre, la sua pelle chiara, le sue labbra piene; ho gli occhi di ghiaccio di mio padre, il suo stesso passo fermo, la sua stessa alta statura. Sono cresciuto riservato, silenzioso, con le spalle dritte; sono stato educato ad avere la convinzione che fossi sempre nel giusto, sempre dalla parte del manico di ogni coltello: un ragazzo col cuore d’ametista, duro e freddo come pietra. Sono stato il figlio perfetto per una famiglia come la mia, almeno per un po’; il mio mondo si dispiegava fra buone maniere, vesti eleganti, pochi sentimentalismi, nessuna carezza.
Sette anni dopo di me, nel dorato della luce di Alkaid, la famiglia si è ampliata con la nascita di mio fratello Levi; identico a me, ma più gentile, dallo sguardo più dolce, il sorriso spontaneo, la fragilità nel cuore. Quasi a rendere fede ai nostri nomi, sono stato ai suoi occhi come una divinità, e lui si è legato a me come una piantina d’edera fa con un muro, cercando sostegno nella sua via verso l’alto. I nostri genitori erano troppo intenti a badare alle proprie ricchezze ed agli eventi mondani per curarsi di noi. Ad ogni rimprovero di mio padre, ad notte troppo buia, ad ogni tempesta troppo forte, Levi era attaccato alle mie gambe, nascosto fra le mie coperte, sepolto in un mio abbraccio. Per gioco, spontaneamente, riuscivo ad evocare piccole luci per lui, disegnando sul pavimento accanto al letto la semplice runa della luce, al sicuro dietro la porta di camera mia; lo calmava, e il sorriso che mi regalava riusciva a scaldarmi.
Nei primi anni della mia adolescenza, un evento particolare ha indirizzato i miei passi verso l’Obelisco della Spina dopo il mio Adoubement, nonostante il maestro d’arme avrebbe voluto vedermi continuare la formazione all’Accademia di Daltigoth. Durante uno dei litigi di mio padre con Levi non sono riuscito a sopportare la durezza con cui continuava ad offenderlo; avrei solo voluto che smettesse, che non riuscisse più a parlare, che non avesse aria nei polmoni per proferir parola. D’improvviso, il silenzio si è fatto padrone della stanza, nulla sembrava cambiato tranne la mia volontà; il tempo ha ripreso a scorrere, il viso di mio padre s’è fatto paonazzo, mia madre ha urlato, Levi si è nascosto dietro di me, tirandomi le vesti, facendomi distogliere lo sguardo da mio padre. Quando mi sono voltato verso di lui era poggiato contro il muro, una mano alla gola, il respiro affannato, a recuperare l’aria che gli avevo negato. Mi ha fissato con uno sguardo di fuoco, ho pensato che mi avrebbe frustato la schiena fino a farmi sanguinare. Invece, non mi ha rivolto neanche una parola, pensando chissà cosa; non saprò mai cosa abbia realizzato in quel momento, ma da allora è stato più cauto con Levi ed ha esercitato parecchie pressioni perché il mio precettore mi avviasse ad approfondire lo studio di rune ed evocazioni, spingendomi poi a continuare questi studi dopo i miei tredici anni.
Non ho mai pensato a me stesso con vanità, ma le ragazze della nobiltà del Nord hanno subìto sempre un po’ il mio fascino distaccato; ho avuto relazioni più o meno lunghe, più o meno intense, senza che però mi coinvolgessero totalmente, fino a che non ho incontrato lei, seduta fra i tavoli dell’Obelisco, i raggi del sole che le rischiaravano la chioma bruna, il sorriso dolce, gli occhi grandi. Lilith mi ha conquistato per la sua mente, per i suoi pensieri, per il modo disarmante che aveva di arrivare oltre le mie barriere, per il contrasto dei suoi ricci scuri sulla sua pelle diafana, la risata cristallina come acqua di fonte. L’ho amata, la amo nonostante tutto. L’amo nonostante l’immagine di lei, nuda, coi capelli scarmigliati, ad occhi chiusi, fra le lenzuola, stretta al corpo di Levi, la sera prima che le chiedessi d’essere mia per il resto dei nostri giorni. Il vuoto, ecco il mio destino, lei non era per me, l’amore non era per me, il vuoto nel petto, ecco cosa ho sentito. E la luce, ecco il mio destino, le notti con lei non erano per me, l’amore non era per me, la luce ad accecarmi, ecco cosa ho sentito. Ho il cuore stretto al solo pensiero, scheggiato, ferito.
Non ne ho fatto parola con nessuno, ma avevo bisogno di andare, di essere altrove, di riprendere il controllo di me stesso dopo aver lasciato così pericolosamente che qualcun altro si avvicinasse. Sono partito, lasciando ai miei genitori la scusa perfetta della mia formazione che necessitava di progredire, sono partito e non mi sono voltato, sono partito senza una parola, senza ripensamenti, senza tornare indietro. Ma ho scelto Laputa, che sospesa nell’aria sa almeno un po’ di casa. Ed al collo, ho ancora il medaglione che avrei dovuto regalare a lei, perché lo portasse vicino al cuore, perchè sapesse che l’avrei protetto ad ogni costo.

Calmo, riflessivo, controllato; non si lascia facilmente abbattere dallo sconforto o vincere dalle paure. Non è una persona loquace, ma è un buon conversatore; misura le parole da dire, ascolta con grande attenzione gli interlocutori e sa essere pungente come ghiaccio. Comunica molto più a gesti che a parole, ed anche per questa ragione le azioni hanno per Elay grande importanza. Ha difficoltà a fidarsi del prossimo, ma non a vivere in modo autentico emozioni profonde: è difficile che qualcuno o qualcosa lo colpiscano nel profondo, però una volta che gli si entra nel cuore è praticamente impossibile uscirne. È orgoglioso e testardo, ma sufficientemente razionale da non lasciarsi andare a spontanei scatti d’ira e da riuscire a mettere in discussione ciò in cui crede se qualcuno gli dimostra coi fatti che si tratta di qualcosa di sbagliato. È abituato ad interagire con diversi piani dell’esistenza, portandolo alla convinzione che al mondo esista molto più di ciò che si può vedere o persino immaginare – nel bene e nel male.

Capelli neri e lunghi, mossi, quasi mai legati; occhi azzurri, dallo sguardo fermo e penetrante. Alto 1.80m, portamento elegante, dai movimenti aggraziati e coordinati.
Nobile proveniente da Najaza – Veste elegantemente, spesso di scuro; nei periodi più rigidi dell’anno indossa un mantello scuro e spesso con una pelliccia di volpe artica sul bordo poggiato sulle spalle, regalatogli dalla madre prima della sua partenza.
Nonostante sia cresciuto in una città dove l’ostentazione e l’opulenza sono visti di buon grado, si è adattato ai costumi Laputensi e non porta molti gioielli indosso, ad eccezione di un medaglione d’oro brunito con delle iniziali incise e di tre bracciali sottili d’argento per ogni polso.

• Blackhole – Elay è in grado di creare un Portale del Vuoto capace di assorbire l’energia di attacchi magici a lui rivolti.
[Tecnica di difesa energetica 2 pt – Consumo variabile]

• Scudo Mentale – Quando si sente minacciato da un’incursione mentale (per un Auspex o semplice intuizione), Elay è in grado di imporre attivamente una barriera mentale per opporvisi.
[Tecnica di difesa mentale 2 pt – Consumo variabile]

• Sound of silence – E’ una delle prime abilità di cui Elay è stato consapevole; quando c’è troppo rumore intorno a sé o ha bisogno di silenzio, può creare ristrette aree di Vuoto in cui escludere l’aria stessa; come conseguenza, Elay può causare temporanea impossibilità di respiro e di proferire parola a chi si trovasse vicino a lui. Prima che l'area venga sgombrata del tutto, l'aria al suo interno comincia a vibrare ed altera i contorni delle cose visibili attraverso di essa.
[Tecnica offensiva Elementalist - 1 pt – Consumo medio]

• Spazio al Vuoto – Se si trova davanti a situazioni precarie in cui la stabilità di chi ha di fronte lo fa sentire minacciato, Elay è capace di creare momentaneamente il Vuoto sotto i piedi di chi lo inquieta, con la possibilità di fargli perdere l’equilibrio; l'effetto è preceduto da una vibrazione leggera del suolo.
[Tecnica offensiva Elementalist - 1 pt - Consumo basso]

• Beneficio del buio – Elay ha la capacità di manipolare la Luce circostante per oscurarla del tutto; come risultato, genera una semisfera di buio a partire da sé stesso in un raggio di 7 metri.
[Tecnica offensiva Elementalist - 1 pt – Consumo medio]

• Signore della Luce – Elay è in grado di manipolare la luce circostante, per deviarla e condensarla in punti specifici, con l’intenzione di abbagliare chi si trovi nel raggio di 5 metri di distanza.
[Tecnica offensiva Elementalist - 1 pt – Consumo basso]

• Volontà imperativa – Elay può evocare e piegare al proprio volere una creatura elementare antropomorfa del Vuoto al fine di attaccare mentalmente chi si trova intorno a lui. Seguendo i successivi ordini del suo Evocatore, la creatura può creare il Vuoto nella mente degli avversari: attraverso un raggio unidirezionale che parte dalle sue dita rivolto verso la testa dei rivali, la creatura può lasciarli nell’impossibilità di pensare in modo lucido; la creatura elementale può attaccare un solo nemico per volta.
[Tecnica offensiva Summoner - 1 pt – Consumo Medio]

• Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.
[Auspex - 5pt]

• Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.
[Auspex - 5pt]

• Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.
[Auspex Spiritico - 5pt]

• Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense
[Passiva Elementalist - gratuita]

• Sanguigna – Elay porta una cintura particolare, con all’esterno una tasca orizzontale in cui può inserire un contenitore per la sanguigna, con cui può disegnare rune per evocazioni all’occorrenza.
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