Eclissi all'Alba

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    "Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce,
    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


    (Emanuele Trevi)


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

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    Nella penombra di un'enorme Hall vuota, ricolma di numerosi scatoloni -alcuni non ancora riempiti, altri contenenti attrezzature d'allenamento di vario tipo-, due figure comparvero dal nulla, concretizzandosi in quella realtà come il sintomo di un miraggio, un'allucinazione... o perfino un sogno lucido.

    Si trattava di un uomo ed una donna.
    Lui era biondo, alto e bello: il classico Principe Azzurro che molte bambine -nei loro sogni infantili- desideravano di trovare come sposo. Perfino l'attitudine ed i modi risultavano attraenti quanto rassicuranti, per quanto leggermente insoliti nel mondo in cui -in quel momento- si trovavano.
    La donna -invece- aveva lunghi capelli castani e mossi, lasciati liberamente sciolti su delicate spalle diafane. A coprirli vi era tuttavia un lungo mantello pesante, indossato forse per coprirsi dalle intemperie, forse temendo di incrociare qualche fastidioso ospite nel tragitto. Ricordava infatti le parole di Sasha ed i suoi cauti avvertimenti riguardo la sua condizione a Mirach. Da quel momento aveva deciso di muoversi con maggiore cautela, anche in luoghi considerati relativamente "sicuri".

    -Non so come ringraziarti della tua presenza qui, al mio fianco- rivolse quelle parole al suo biondo accompagnatore, abbassando lo sguardo con aria imbarazzata -Ammetto che questa cosa mi spaventa... ma l'averti ora al mio fianco renderà le cose migliori. Lo sento.

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    Sorrise, lasciando trasparire del disagio. Non che non credesse in ciò che diceva, ma "migliori" non significava che sarebbe filato tutto liscio. Ciò che portava con sé era qualcosa di terribile, messaggera di notizie infauste, dal potere distruttivo enorme. E... si sa. Non esiste mai un modo giusto per dare delle pessime notizie a qualcuno che si ama.

    Si guardò attorno, imbarazzata, lasciando scorrere lo sguardo smeraldino sui numerosi scatoloni sparsi per la sala, labirinto dal sapore di memorie passate e decadenza. Provò della tristezza perché, dentro quelle scatole, c'erano anche parti di lei e del suo passato. Un passato che credeva di aver accantonato, ma che -nel bene e nel male- si riaffacciava periodicamente nella sua vita, a ricordarle che non se ne sarebbe mai andato, e che senza di esso non sarebbe mai giunta fino a quel punto.
    Drusilia Galanodel era -in un certo senso- figlia di quel passato di terrore e fughe rocambolesche, e se l'ormai ex-Alfiere Errante era divenuta famosa per coraggio incrollabile e per una indiscutibile Volontà di proteggere se' stessa e chi amava, era stato soprattutto grazie alla paura ed alla perdita di quegli anni.

    Tuttavia, quel fiore era sbocciato anche fra le amorevoli cure e rassicurazioni di Enju, fra le allegre sviolinate -in tutti i sensi- di Owl e con la protezione ed il sostegno di Gabriel, Killua ed Abel. Era fiorita fra le braccia dei suoi amici, Yang ed anche Rain... a volte gentili, a volte spietate.
    Ogni raggio di luce ed ispirazione da lei emanato, apprezzato dai suoi sudditi e soldati come segno di forza, sostegno e rinascita, ogni ombra temuta o mal tollerata del Tiranno che aveva soverchiato il regno del Primo Alfiere... non erano altro che lo specchio del suo passato, di quelle memorie raccolte negli scatoloni che fissava con aria triste.

    -Direi che è il momento di cercare Abel.
    Disse semplicemente, tentando di farsi forza con un profondo respiro.
    -Forse è nel suo ufficio.

     
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    Here, in cherished halls... in peaceful days...
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    Gli occhi cerulei del forestiero spaziarono per l'alta volta del vasto ingresso, studiandone le geometrie sconosciute, osservandone i giochi di luce che l'immergevano nella penombra, e riflettendo su come potesse quel luogo far vibrare qualche remota corda del suo cuore pur non essendoci mai stato prima.

    Da che ricordasse, quella era la sua prima visita al mondo di Mirach, ma le sensazioni di familiarità, di sicurezza e di nostalgia che quelle mura proiettavano erano una suggestione difficile da ignorare: forse era dovuto a qualche riminiscenza della Luna o agli echi del Matto, o ai sentimenti che si rimescolavano nel cuore dell'Amore e a quelli che opprimevano in modo schiacciante i pensieri della Torre.
    Oppure...

    -Non so come ringraziarti della tua presenza qui, al mio fianco.-
    la voce della donna lo richiamò da quel flusso di coscienza
    -Ammetto che questa cosa mi spaventa... ma l'averti ora al mio fianco renderà le cose migliori.
    Lo sento.-


    Facendo vagare lo sguardo altrove, tra gli scatoloni impilati tutto attorno, la Dama del Vento parve per qualche istante perdersi nel labirinto dei propri ricordi: memorie di un tempo così diverso da quello in cui viveva da sembrare quasi appartenere alla vita di qualcun altro...

    Il mantello con cappuccio che aveva indossato camuffava parzialmente le sue fattezze, nascondendone la silhuette e coprendone la lunga chioma castana, ma bastava scrutare i lineamenti belli e luminosi del viso della silfide per vedere con chiarezza quando il suo cuore fosse pesante in quel momento, rendendo teso il suo sorriso e gli occhi verdi adombrati dall'ansia...


    -Direi che è il momento di cercare Abel. Forse è nel suo ufficio.

    ...o, forse, all'uomo biondo che la accompagnava sembrava così lampante semplicemente perché, in fondo, ne condivideva lo stato d'animo. Ma lui era il Sole, e questo significava che fosse compito suo rischiarare le cose, perciò si fece coraggio, incurvò le labbra in un mezzo sorriso, e sollevò la mano per portarla sulla testolina di Drusilia, elargendovi qualche carezza al di sopra della tela del cappuccio.

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    « Non è mai facile o piacevole dover dare delle brutte notizie a qualcuno che amiamo. »
    concordò il biondo in tono paziente e gentile, mostrando però un sorriso incoraggiante
    « Ma ricorda che anche se la Luna è prigioniera, la troveremo e la libereremo... e che per quanto la separazione sia dolorosa, il Matto non è perduto: tornerà da noi, vedrai... »
    sperando di aver alleggerito i tormenti della Sorella, Leon ritrasse la mano
    « Dobbiamo essere sicuri di questo, o non riusciremo a sostenere Abel! »

    E una volta concluso quel discorso con un cenno affermativo del capo -pieno di determinazione e convinzione-, il Paladino biondo si mosse per addentrarsi in uno dei corridoi: ignorava se fosse quello degli uffici indicato dalla Galanodel, ma... la Risonanza proveniva da lì.

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    Afferrò l'ultima fila di scartoffie ancora allineata sullo scaffale e la rimosse dalla mensola in blocco, sollevandola per adagiarla insieme alle altre pile di volumi sulla vicina scrivania, facendo attenzione a non comprimerla con troppa forza: dopo tanti anni di procrastinazione, si era infine deciso a passare in rassegna tutto il ciarpame accumulato in quell'ufficio... giusto per essere sicuro che ci fosse qualcosa che valesse la pena salvare dal macero.

    A una prima occhiata, era per di più roba di cui disfarsi: avrebbe potuto ammucchiare tutto in un unico scatolone e tanti saluti, ma il Mastino aveva cominciato a scartabellare tra le varie pile di volumi, vagliando i pezzi uno per uno... e se di regolamenti, elenchi, protocolli e lettere aveva fatto senza ripensamenti un malloppo cui spettava un viaggio diretto e di sola andata verso il distruggi-documenti prima e l'inceneritore poi, esitò un istante davanti ad una partita di romanzetti d'avventura e album da colorare...

    ...cose che Owl aveva mollato lì un immemore tempo prima, probabilmente per non rischiare di perderli nella baraonda in cui da sempre versavano le sue pertinenze: una brutta abitudine che il Gufo aveva sviluppato fin da quando erano ragazzini.
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    Fu così che si ritrovò per le mani anche quel vecchio cimelio che conosceva bene: un libro di favole. La Maestra glielo aveva regalato il giorno del suo arrivo in Accademia -poco dopo averlo preso con sé-, e gli leggeva un racconto a sera, prima di metterlo a dormire
    -quando era in sede, certo-; personalmente, non aveva mai provato particolare fascinazione per quella roba, ma gli piaceva ascoltare la sua voce...

    Owl, invece, andava pazzo per quelle cose: cavalieri, principesse, draghi, mostri... lo entusiasmavano. Per quello, il libro lo aveva regalato a lui. Non che facesse differenza: alla fine, dividevano la stanza.
    In uno slancio di nostalgia, imbraccio il tomo e quando lo aprì per sfogliarlo qualcosa scivolò fuori dalle pagine:
    la Licenza da Hunter di Owl.

    « ...ecco dove se l'era dimenticata. »

    Poi... un tintinnare mistico, misterioso e disincarnato di mille campanelli d'argento -familiare, ma a cui mai si sarebbe abituato- echeggiò tra i suoi pensieri; accigliandosi confuso, il Cacciatore si voltò in direzione della porta, sollevando lo sguardo.

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    Quando i loro occhi si incontrarono a mezza strada, attraverso il vano della porta aperta, Drusilia e Leon trovarono Abel nel proprio ufficio: in piedi davanti ad una scrivania ingombra delle cose più disparate, l'uomo dall'occhio bendato reggeva una piccola tessera nella destra e un libro nella mancina.

    Per quanto le emozioni fossero un concetto relativo sul suo volto di pietra, l'espressione del Mastino si accigliò appena nel soffermare la vista sulla donna, naturalmente attirato dall'elemento più noto: certamente gli sfuggiva cosa ci facesse lei lì -e perché fosse così infagottata-, ma riconobbe il suo volto familiare e tanto bastò a normalizzare la sua presenza in quelle mura; diversa reazione gli suscitò concentrare la sua attenzione sulla persona che l'accompagnava...


    « . . . ? »

    Perché anche quel tipo gli risultò familiare, ma per motivi assai meno concreti e razionali...
    Come se l'avesse già visto in un qualche sogno. Era così. E... somigliava a... la Maestra...?

     
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    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

    « Non è mai facile o piacevole dover dare delle brutte notizie a qualcuno che amiamo. Ma ricorda che anche se la Luna è prigioniera, la troveremo e la libereremo... e che per quanto la separazione sia dolorosa, il Matto non è perduto: tornerà da noi, vedrai...
    Dobbiamo essere sicuri di questo, o non riusciremo a sostenere Abel! »


    Annuendo un po' insicura -forse spaventata dalla conoscenza più intima di Abel, e dalla consapevolezza di come potesse gestire male dei traumi emotivi- Drusilia cercò di farsi forza alle carezze dell'Astro che l'accompagnava. Chiudendo gli occhi e respirando profondamente, si confortò nelle sue attenzioni, approfittando del suo calore per ravvivare la fiamma del proprio coraggio.
    Più di altri Fratelli... Leon aveva questo dono di rasserenarla nonostante tutto, e quando Drusilia era serena riusciva a vederci chiaro, oltre che affrontare qualunque avversità a testa alta. Per questo gli aveva chiesto di accompagnarla: parlare con Abel era -per lei- una delle prove più dure che averebbe dovuto affrontare in quel periodo, dilaniata dalla necessità di renderlo partecipe della situazione in cui versavano e dal desiderio di non nuocergli mai.

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    -Ehm.. ciao, Abel- disse con un po' di timidezza, abbassandosi il cappuccio del mantello, con la volontà di fronteggiarlo a viso scoperto -Lui è... beh... Leon.

    Nonostante sorridesse, la tensione era palpabile. Il sintomo più evidente fu il silenzio che seguì quel nome, accompagnato dal dubbio su come spiegare al Mastino -che mai si era interessato alla Famiglia o i suoi meccanismi- che Leon era loro Fratello, e che era la persona più affidabile del mondo.

    -Lui è un Arcano come noi... ed un Fratello Maggiore, per me.

    Sperando con tutta se' stessa che Abel comprendesse quelle parole, del tutto ignorante di quanto effettivamente ne sapesse in materia di Arcani -perché non ne parlava mai, e si vedeva che non aveva alcuna intenzione di farlo- Drusilia indagò per qualche istante sul suo volto, cercando di intercettare qualche segnale di dubbio o smarrimento.
    -Siamo qui per parlare di come procede la questione della mia ricerca di Kora...
    ...però credo sia meglio che tu ti sieda.

    Ok, forse non era il modo migliore di iniziare, ma lei ci stava provando per davvero, nonostante il suo sorriso -diversamente dal solito- non fosse molto rassicurante, esattamente come non lo era il suo aver disperatamente cercato il braccio di Leon per stringerlo fra le proprie.
    In un secondo momento, si sarebbe dispiaciuta per averglielo stretto così forte.

     
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    -Ehm.. ciao, Abel. Lui è... beh... Leon.
    Lui è un Arcano come noi... ed un Fratello Maggiore, per me.


    Abbassando il cappuccio e liberando la testolina castana dal mantello che la copriva, Drusilia esordì con un timido saluto e una presentazione appena sbozzata del suo accompagnatore, e mentre il Paladino taceva -cosí da darle il tempo di gestire la situazione con i suoi tempi-, anche il Mastino tacque, spostando l'occhio d'oro sulla donna, dopo aver scandagliato senza commentare il volto familiare di quel biondo sconosciuto con un'intensità che in molti avrebbero trovato insostenibile.

    Se aveva capito quanto la Dama del Vento gli stava dicendo, e cosa avesse esattamente inteso, non fu dato saperlo: Abel non proferì una sillaba, né per accogliere Leon, né per incoraggiare la ex-allieva... ma neppure fece nulla per fermarla o andarsene, pertanto la visitatrice proseguì.

    -Siamo qui per parlare di come procede la questione della mia ricerca di Kora...
    ...però credo sia meglio che tu ti sieda.


    Pur con visibile sforzo -nel tentativo di mostrarsi positiva-, la Galanodel sorrise, ricercando con gli occhi verdi qualche reazione sul volto del suo vecchio istruttore; tuttavia, il Cacciatore di Teste rimase impassibile come una statua di pietra... fatta eccezione per l'accentuarsi della pressione con cui le sue labbra si strinsero nel sentire menzionare il nome della sua Maestra.

    Trattenendosi dall'intervenire in quella che Drusilia riteneva una questione personale, il Sole si limitò a studiare l'ambiente e le reazioni della Torre, sentendo -e sopportando- la morsa in cui le mani dell'Amore gli avevano serrato un avambraccio: doveva essere molto nervosa, per stringere così... ma non gliene volle.
    Nel corso della sua vita aveva subito ben di peggio.

    Il Mastino, invece, acconsentì alla richiesta a modo suo: arretrò di un passo, depose il libro di fiabe sulla scrivania alle sue spalle, infilò la tessera di Licenza nella tasca dei pantaloni, e si appoggiò contro lo scrittoio, sedendovisi ed incrociando le braccia sul petto.

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    « ...ebbene? »

     
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    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

    Per Drusilia, parlare con Abel era una delle cose più complicate a cui riuscisse a pensare, molto più di scalare gerarchie politiche, vincere guerre o altre imprese considerate "eroiche".
    Nonostante si ripetesse di continuo che non aveva alcun motivo per cui preoccuparsi, la mancanza di tatto di colui che le aveva fatto da Maestro per qualche mese e la totale ed assoluta assenza di gesti o atti comunicativi che lo caratterizzava davano modo al suo cervello di marciare senza una direzione precisa, e non era raro che spesso finisse per credere di essere per lui un peso, un fastidio o qualcosa da cui tenersi a distanza.

    Dopotutto, dopo la partenza di Drusilia verso Endlos, il Mastino non aveva mai mostrato intenzione nel rivederla, come invece era successo per Owl. Le aveva dato modo di richiamarlo in caso di pericolo, ma avrebbe potuto ricondurre quel gesto a semplice senso del dovere, di cui lui era un esponente più che autorevole. L'unico canale che avrebbe potuto tenerli in contatto era la Curtis, ma anche su quel punto, Abel aveva chiaramente rifiutato più volte di farne parte attivamente. E poi... i loro incontri erano stati sempre sgradevoli, per lui.
    Ogni volta che lo vedeva, non faceva altro che mettergli ansia, e tirar fuori discorsi che lo facevano innervosire. Questo la faceva sentire tremendamente in colpa, e la logorava molto più di un'eventuale reazione violenta, che avrebbe certamente preferito all'angoscia.

    Eppure da lui, la Dama del Vento aveva imparato ad andare anche contro la propria Volontà per un bene più grande, e per quanto soffrisse intensamente di quella situazione, era per lei comunque poca roba rispetto al destino che era stato riservato ad Owl e a Kora. O -per meglio dire- che Owl e Kora avevano scelto, sacrificandosi o finendo in trappola al suo posto. Fu forse quello il pensiero che la spinse a parlare, sciogliendo Leon dalla presa delle sue braccia. Per non rendere vana la loro sofferenza.

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    -Su Endlos si è verificata un'invasione per mano di esterni al semipiano. Demoni, soprattutto- disse con freddezza, lasciando che il tono marziale a cui si era abituata come Gerarca mascherasse ogni altra emozione -Si tratta di un evento mai visto prima, che ha portato allo sterminio di un'intera metropoli ed un numero incalcolabile di innocenti, oltretutto nei modi più atroci. C'era un mercato di bambini, alcuni sono stati usati nelle cucine come bestiame, ed altri...
    Si fermò, rendendosi conto di divagare rispetto a quello che avrebbe dovuto dirgli.
    -Si è trattato di un attacco improvviso e rapido, ed è durato solo una notte. Io ero presente per puro caso durante questo attacco. Ed era presente anche Owl...
    Si fermò, cercando di non singhiozzare e mantenere un contegno. Ciò nonostante, non riuscì più a guardarlo negli occhi, ragion per cui abbassò lo sguardo smeraldino, fissandosi la punta delle scarpe.

    -Questo attacco prevedeva che l'intera metropoli fosse separata dal resto di Endlos da barriera insormontabile, probabilmente per evitare che giungessero dei rinforzi, ed in effetti nessuno era in grado di superarla. Però... Owl ha detto che ne era in grado, ed avrebbe richiamato tutti gli eserciti per portarci soccorso, cosa che è riuscito a fare... e senza di lui non penso che ci sarebbe stato qualche superstite.
    Non lo disse per mettere una buona parola, ma perché lo pensava davvero. Lei era in debito di vita con lui.

    -La lotta è stata... non so nemmeno come definirla.
    Atroce, forse. Disgustoso e destabilizzante, perché ho ancora le idee confuse riguardo ciò che ho visto.

    Prese un respiro profondo, prima di continuare.
    -In ogni caso, mi hanno catturata e credo volessero vendermi ad un'asta. Ho provato a fuggire, ma la gabbia in cui mi avevano rinchiusa era fatta di qualche materiale particolare che mi isolava da tutto e tutti. Non sentivo nemmeno il richiamo della Risonanza. Ho avuto modo di parlare solo con un uomo sgradevole, che credo fosse uno dei capi, e che mi ha anticipato quale sarebbe dovuta essere la mia fine. Poi però sono arrivati i soccorsi e... è apparsa Kora. Io... non so come ci è riuscita, ma mi ha tirato fuori dalla gabbia... mettendosi al mio posto.

    Nel dirlo ad alta voce, provò un brivido lungo la schiena.
    In realtà, aveva già avuto modo di scendere a patti con quel senso di colpa... ma sentirlo pronunciare dalla propria voce aveva un effetto diverso. Molto più violento di quanto si aspettasse.

    -Mi ha lanciata via, lontano da quel delirio, e con me tutti i superstiti. Poi, quando tutto sembrava finito... Owl mi ha detto che quel suo potere di varcare la barriera aveva un prezzo.
    Si fermò, cercando di trovare le parole giuste. Per quanto sapesse quanto Abel tenesse a Kora, la morte di Owl le risultò una questione più "personale". Con Owl aveva trascorso davvero tanto tempo assieme, ed anche se ad Abel fosse importato di meno, quella morte l'aveva distrutta. Aveva distrutto anche suo figlio.

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    -Non ho potuto salvarlo.
    Lo disse con voce appena udibile, trattenendosi dallo scoppiare in lacrime, ma lasciandosi sfuggire solo una lacrima.
    -Non sono stata in grado di salvare nessuno.
    Non gli chiese perdono, perché lei per prima riteneva di non meritarlo.


     
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    Vincendo i dubbi che animavano le ombre nella sua mente, che non facevano che allungarsi e crescere in quel tetro silenzio, viticci di una pianta malvagia pronta ad avvilupparle il cuore, Drusilia si fece coraggio e cominciò a parlare... cercando di scalare i muri che l'atteggiamento ermetico di Abel innalzava con tanta naturalezza tra sé e chi gli stava difronte.

    -Su Endlos si è verificata un'invasione per mano di esterni al semipiano.
    Demoni, soprattutto.-


    Il disegnarsi di un lieve cipiglio sulla fronte corrugata del Mastino fu la sua prima, unica e -relativamente parlando- più evidente reazione alle parole della Dama del Vento; un involontario segno di sorpresa, a testimonianza del fatto che non si aspettava niente del genere.

    Invasioni aliene su una realtà ignota, lo sterminio su vasta scala di civili inermi,
    bambini indifesi venduti come merce, uomini e donne macellati come bestie... tutto nel tempo di una sola notte: avrebbe potuto dire che si trattava di un mondo lontano, non il suo. Che sentirlo raccontare da una persona cara in quel modo affranto non significava comunque niente. Che non aveva nulla a che fare con lui. Ma crederci sarebbe stata tutta un'altra questione.

    -Io ero presente per puro caso durante questo attacco. Ed era presente anche Owl...

    jpg...specie dopo quello. E l'improvviso tacere della donna, mentre abbassava lo sguardo nello sforzo di non singhiozzare, non fu che uno scroscio di benzina sulle braci mai sopite e sempre nascoste delle sue preoccupazioni. In cosa si era andato a cacciare, stavolta, quel Gufo col cervello di gallina?

    -Questo attacco prevedeva che l'intera metropoli fosse separata dal resto di Endlos da barriera insormontabile, probabilmente per evitare che giungessero dei rinforzi, ed in effetti nessuno era in grado di superarla.

    Senza che lo volesse, il Cacciatore vide passargli davanti agli occhi
    una lunga carrellata di tutte le pessime decisioni che l'Albino era sempre stato solito prendere.

    Ricordò quando, poco dopo il suo arrivo, di punto in bianco, ad Owl era saltato in testa di studiare il "silenzio tonante" degli Occhi del Cielo, e si era recato nel settore Nord delle Zone di Addestramento -coperto di ghiaccio e neve tutto l'anno- senza alcun tipo di preparazione... rischiando di morirci assiderato, se Lui non lo avesse trovato seguendo le tracce, e riportato in spalla e di corsa all'Accademia.


    -Però... Owl ha detto che ne era in grado, ed avrebbe richiamato tutti gli eserciti per portarci soccorso, cosa che è riuscito a fare... e senza di lui non penso che ci sarebbe stato qualche superstite.

    Gli tornò alla mente anche quella volta in cui, durante il suo tirocinio di fine percorso al parco naturale di Numelle, Owl lo aveva raggiunto senza invito al suo accampamento -perché "sentiva la sua mancanza"-, e si era addentrato da solo nella foresta per "studiare il canto degli uccelli"... sparendo per una decina di giorni lá dentro, fino a che Lui non era andato a cercarlo, ritrovandolo intrappolato nel nido di una bestia alata gigante, che lo aveva scambiato per uno dei suoi piccoli pulcini appena uscito dal guscio.

    -La lotta è stata... non so nemmeno come definirla. Atroce, forse.
    Disgustoso e destabilizzante, perché ho ancora le idee confuse riguardo ciò che ho visto.


    O di tutte le volte che la Maestra li aveva spediti in coppia in una qualsiasi città, e il Gufo finiva sistematicamente per attirarsi le ire della malavita locale, vuoi per le sue strampalate fissazioni artistiche, vuoi -più tipicamente- per le moine di qualche "damigella in difficoltà", e sempre Lui era costretto ad intervenire per poterlo riportare a casa tutto intero.

    Non riusciva ancora chiaramente a figurarsi che ruolo potesse aver ricoperto Owl in un conflitto che aveva sconvolto quel lontano mondo chiamato Endlos, ma anche se non lo sapeva -o stava frenando la sua mente dal realizzarlo- non poteva non presagirlo... E la cosa non gli piaceva per niente.

    Come un animale che fiuta il pericolo, il Mastino avrebbe preferito girare i tacchi e andarsene. Ma non c'era un posto dove potersi rintanare e sentirsi al sicuro -non c'era più, da quando la Maestra era scomparsa-, e senza che avesse avuto alcun tempo o modo di metabolizzare il colpo sui temi che gli impliciti messaggi sul Gufo di Neve gli avevano inferto, un altro pugno gli arrivò diretto sulla faccia.


    -In ogni caso, mi hanno catturata e credo volessero vendermi ad un'asta. Ho provato a fuggire, ma la gabbia in cui mi avevano rinchiusa era fatta di qualche materiale particolare che mi isolava da tutto e tutti. Non sentivo nemmeno il richiamo della Risonanza.

    La sensazione di essere in trappola e quella di sentirsi isolato le conosceva bene, ma la sua gabbia era stata diversa, e non erano davvero nulla che avesse piacere di ricordare, rivivere, o immaginare forzata su qualcuno a cui teneva... e per quanto si ostinasse a restare fedele alla sua decisione di non farsi trascinare nel vortice di quel sogno troppo vivido, aveva sperimentato la Risonanza -come la chiamava Owl- con la Maestra... e il solo pensiero di sentirsi strappare quella sensazione avvolgente di costante tepore e conforto era sufficiente a causargli disagio.

    -Ho avuto modo di parlare solo con un uomo sgradevole, che credo fosse uno dei capi, e che mi ha anticipato quale sarebbe dovuta essere la mia fine. Poi però sono arrivati i soccorsi e... è apparsa Kora. Io... non so come ci è riuscita, ma mi ha tirato fuori dalla gabbia... mettendosi al mio posto.

    Nella posa statica in cui si era blindato -poggiato contro la scrivania e con le braccia annodate sul petto-, il Mastino serrò i pugni, incapace di discernere lui stesso quale fosse l'elemento che lo facesse infuriare di più in quella coppia di frasi: Drusilia chiusa in una gabbia, Drusilia intimidita da qualche stronzo che è già morto e non lo sa, la Maestra in una gabbia... c'erano davvero troppe cose condensate in quelle parole. L'oro dell'unico occhio visibile si fece freddo e duro come una lama d'acciaio.

    -Mi ha lanciata via, lontano da quel delirio, e con me tutti i superstiti. Poi, quando tutto sembrava finito... Owl mi ha detto che quel suo potere di varcare la barriera aveva un prezzo.

    Ed eccolo lì, quello che si aspettava... perché era sempre stato tipico di Owl fare cose sull'emozione del momento, senza farsi fermare dalle conseguenze; non per semplice ottusità, perché non era che non ci pensasse o che ne sottovalutasse il peso, ma perché il Matto metteva tutto sé stesso in quello che decideva di fare... e in quel momento doveva aver deciso che compiere quel passo fosse la cosa più importante da fare, non importa a quale costo.

    Quello era un aspetto del Gufo che gli aveva sempre suscitato stizza per la sua sconsideratezza, ma -in fondo- anche una sorta di rispetto... e la Torre, non aveva mai provato una sola volta a dissuaderlo, così come non aveva inseguito la Maestra per farle cambiare idea, o fermato la Dama del Vento dall'intraprendere quel viaggio che l'aveva portata a vivere un'altra vita in un altro mondo... convinto che non fosse giusto da parte sua -inamovibile, come una fortezza di pietra-, chiedere a chiunque altro di smettere di muoversi.

    Come un muro portante, tutto ciò che era in suo potere era solo offrire riparo e sostegno
    a chi gli passava accanto, di tanto in tanto, e decideva di fermarsi per un po'...


    -Non ho potuto salvarlo. Non sono stata in grado di salvare nessuno.

    ...ma mentre vedeva Drusilia tremare, sentendo la sua voce affievolirsi in un sussurro e una lacrima solitaria solcare il chiaro incarnato del suo viso, Abel maledì la propria staticità: perché che Owl ne avesse fatta una delle sue era semplicemente nell'ordine naturale delle cose... solo che, stavolta, lui non era lì a guardargli le spalle.

    Che la Maestra fosse intervenuta in quella situazione -per proteggere la Dama del Vento, e per non vanificare gli sforzi del Violinista- era perfettamente sensato, assolutamente da lei... solo che lui, divenuto un Cacciatore forte e caparbio per null'altro desiderio che esserle d'aiuto, non le era servito a niente.

    Drusilia aveva dovuto affrontare orrore e morte, vedendo il suo mondo violato e perdendo chi le era caro, schiacciata dall'insostenibile peso del senso di impotenza -un fardello che lui stesso aveva imparato a detestare- per non essere riuscita ad impedirlo, e lui dov'era? Lontano mille miglia, ignaro di tutto, a combattere con gli avvocati.

    E in quel momento, Abel avrebbe davvero voluto muoversi verso la persona che aveva fatto tanta strada solo per consegnargli la verità, raggiungere quella che era per lui una sorella minore e provare a confortarla in qualche maniera... o anche solo chiedere scusa in ginocchio per averla lasciata sola e per essere stato tanto inutile... ma sapeva benissimo che non c'era nulla che potesse fare per arrestare quelle lacrime o per fare ammenda per tutte le sue mancanze.
    Perché era colpa sua.

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    « . . . »

    Era stato un fallimento su tutta la linea: come fratello maggiore, come persona responsabile, come istruttore di giovani menti, come Custode dell'Accademia, come Cacciatore...
    E, in silenzio, la Torre cominciò a crollare.

    Certamente, però, l'ultima cosa di cui una Drusilia già sull'orlo delle lacrime aveva bisogno in quel momento era rimanere schiacciata sotto una frana: incapace di muoversi o di parlare -e probabilmente anche troppo sopraffatto per pensare con lucidità-, Abel sarebbe stato capace di rimanere immobile ed inamovibile al proprio posto per ore o per giorni (forse per sempre), e il suo silenzio di pietra avrebbe finito per gravare come piombo sui sensi di colpa della donna...

    ...una donna forte, certo, ma sempre e comunque una persona -con dei limiti- già al limite della propria sopportazione, e bisognosa in quel momento solo di un po' di calore, comprensione e qualche parola gentile che dissipasse la densa cappa di negatività che i brutti pensieri e i ricordi dolorosi le avevano addosso.

    Purtroppo, quando si è accecati dalla propria sofferenza, diventa difficile riuscire a scorgere quella degli altri... e ci è talvolta impossibile spostare un po' più in là quei cascami che ci intralciano il cammino, al punto da non permetterci di proseguire o di fare un passo verso chiunque potrebbe avere necessità di una mano tesa; questo, Leon lo aveva visto accadere centinaia di volte, e perché gli fosse da monito, il Destino aveva voluto che lo vivesse in prima persona, sulla sua pelle...
    Perciò quel vuoto non poteva rimanere tale.

    Contemplando la scena da esterno, il Sole fece un passo avanti, incrinando la fissità di quell'istante ed entrando come in quel momento sospeso tra l'Amore e la Torre con l'esitazione di un orante in una chiesa: sentiva nello stesso istante il freno dell'essere un intruso in faccende altrui e l'urgenza di fare qualcosa per aiutare i suoi Fratelli, ma... se la Luna sua gemella fosse stata lì -in quel tempo e in quel luogo- non sarebbe rimasta semplicemente a guardare due cuori scivolare nel baratro.

    Affiancando la Dama del Vento, il Paladino sollevò la mano guantata e le sfiorò la schiena in un gesto di conforto... prima di riprendere ad avanzare, sospingendola verso la scrivania e verso il Mastino, che trovandosela praticamente addosso finì per agire e reagire senza pensare, sciogliendo il nodo delle braccia sul petto per accogliervi la fanciulla, circondandola con fare esitante -come fosse fatta di cristallo e temesse di romperla- adagiando il mento sulla soffice coltre castana della sua testolina.
    Dopotutto, alle volte, bastava solo una piccola spinta perché le cose si mettessero a posto...

    « Mi... mi dispiace, Drusilia. È colpa mia. »

     
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    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


    (Emanuele Trevi)


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

    « . . . »
    Osservando il volto inespressivo del suo Maestro, la posa immobile e la totale assenza di una qualche reazione, Drusilia non seppe realmente cosa pensare. Cercando di riaffiorare dal mare in burrasca delle proprie emozioni, si aggrappò con forza a tutta la razionalità che sperava ancora di possedere, ma si trovò totalmente inerme davanti a quel modo di fare che non le apparteneva e non riusciva a capire.
    -...
    Avrebbe potuto tacere, oppure avrebbe potuto dirgli molte cose, dall'autorizzarlo a sfogarsi su di lei -che ancora sentiva gravare sulla propria coscienza la colpa di essere sopravvissuta e fuggita al posto della Luna e del Matto- all'urlargli addosso di dire qualcosa -qualunque cosa- perché per lei rimanere sola con quei pensieri era peggio di una tortura. Rimase tuttavia paralizzata, indecisa su cosa fare o cosa dire.

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    Dall'ultimo anno non aveva in realtà fatto altro che muoversi sulla spinta dell'urgenza, della pragmaticità e della necessità; per questo aveva abdicato a causa dei troppi rischi che avrebbe comportato la sua presenza su Laputa, fuso le gilde alleate in un'unica associazione per riorganizzare rapidamente le poche forze che restavano nel suo schieramento e cercato Abel, consapevole che nessun altro (in vita o in libertà) lo avrebbe fatto in quel momento, a parte lei.
    Dal momento in cui aveva tuttavia portato a termine quelle missioni personali, non seppe più come continuare, perché -a dispetto dell'aria sicura che spesso si portava dietro- dopo la Notte della Prima, la Dama del Vento aveva in qualche modo perso parecchia della fiducia che aveva in sé stessa. Dopotutto, aveva combattuto per tutta la Notte assieme a molti altri, e non aveva personalmente ottenuto un risultato diverso dall'essere presa come ostaggio in una gabbia, portando così Kora a sostituirsi a lei e sacrificarsi. Non era stata solo inutile, ma anche dannosa.

    Tornò in sé con un lieve sobbalzo, nel momento in cui percepì un tocco gentile sulle spalle. Colta alla sprovvista, si ritrovò spinta -letteralmente- fra le braccia del Mastino, che l'accolse con delicatezza.
    « Mi... mi dispiace, Drusilia. È colpa mia. »
    Accoccolata fra le braccia della Torre, l'Amore s'irrigidì qualche attimo per la sorpresa, non avendo di fatto mai e poi mai nemmeno lontanamente pensato che Abel centrasse qualcosa con quello che era accaduto su Endlos. Sinceramente non capì nemmeno il collegamento logico che aveva fatto il suo Maestro sulla base di ciò che gli era appena stato detto, ma... iniziò a immaginarlo. Forse perché lei -a ruoli invertiti- avrebbe detto esattamente la stessa cosa.

    La posa divenne così più rilassata, e le braccia flessuose si strinsero con più forza sulla figura nera del suo Maestro. Si concesse quel tepore per qualche attimo in più, arrivando addirittura a sorridere all'idea che -per quanto non si somigliassero- qualcosa in comune lo avevano. O forse lei lo aveva semplicemente ereditato.
    -Non è colpa tua- rispose, dopo un profondo respiro -E' colpa loro.

    -Ogni vita che si sono presi, ogni follia che ho visto o sentito... sento fin dentro le ossa che non è giusto. Non esiste nulla che possa spiegare o giustificare quello che hanno fatto. Non lo accetto e non lo farò mai.
    Strinse i pugni sul petto del Mastino, per poi cercare di tranquillizzarsi
    -Però... disperarmi e lanciarmi contro di loro potrebbe forse vendicare i morti, farla finita potrebbe spegnere tutto il dolore, la rabbia che provo e che mi logora, ma -in entrambi i casi- non salverei la Luna. Non posso permettermi di essere egoista e lasciarmi trascinare da certi pensieri.

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    Solo allora si separò da lui, tenendogli tuttavia entrambe le mani fra le proprie. Continuava ad avere uno sguardo basso, ma sapeva di non potersi permettere una resa.
    -Non è giusto che lo faccia nemmeno tu. Perché non potevamo sapere cosa sarebbe successo, perché dobbiamo capire cosa c'è dietro e perché abbiamo bisogno gli uni degli altri. E io ho bisogno di te.
    Un sospiro scivolò dalle labbra rosse, mentre lo sguardo smeraldino si levava sull'unico occhio visibile del Mastino.
    -Se tu crollassi, non riuscirei a sopportarlo.
    Sorrise.
    -In cambio non ho molto, e mi sono dimostrata incapace in battaglia... però posso abbracciarti tutte le volte che vuoi.

     
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    Ancora perso nei suoi amari pensieri, e istintivamente attento a limitare la propria forza quasi stesse stringendo tra braccia una sacra reliquia di cristallo -come aveva imparato a fare in tutte le rarissime volte che finiva per avere stretto contatto con qualcuno-, il Mastino non si accorse del lieve irrigidirsi della Dama del Vento, né della comprensibile confusione che attraversò i pensieri di lei al suono di quelle sue scuse.

    Gli erano uscite dal petto, di getto e senza preavviso, in un'esternazione impulsiva ed irrazionale di tutti i sentimenti soffocanti ed ingombranti che gli aveva suscitato scoprire le sventure che si erano impietosamente abbattute sulla sua Famiglia a sua insaputa... e già si pentì di averle espresse mentre la Dama del Vento si rilassava nel suo abbraccio, persino ricambiandolo.

    Forse, Abel avrebbe potuto scusarsi di aver parlato troppo, o ritrattare, ma... ormai il danno era fatto: si era scoperto, perciò...
    tanto valeva tacere e far finta di nulla. Ma Drusilia -e quell'uomo che somigliava così tanto alla Maestra, che si era portata dietro- dovevano ormai comunque averlo già chiaramente sentito.

    -Non è colpa tua. E' colpa loro.
    Ogni vita che si sono presi, ogni follia che ho visto o sentito... sento fin dentro le ossa che non è giusto.
    Non esiste nulla che possa spiegare o giustificare quello che hanno fatto. Non lo accetto e non lo farò mai.


    Udendo le parole con cui l'Amore aveva replicato agli infondati tormenti della Torre, il Sole si ritrovò ad annuire gravemente ed in silenzio, perfettamente d'accordo su tutta la linea: se non fosse stata la donna a farlo presente, quelle erano certamente le medesime parole che sarebbero uscite anche dalla bocca dello stesso Paladino; tuttavia, Leon fu contento che a pronunciarle fosse stata proprio Drusilia, perché il suo sarebbe stato l'intervento di un estraneo, mentre così avrebbero sicuramente fatto una presa maggiore sul cuore di Abel.

    -Però... disperarmi e lanciarmi contro di loro potrebbe forse vendicare i morti, farla finita potrebbe spegnere tutto il dolore, la rabbia che provo e che mi logora, ma -in entrambi i casi- non salverei la Luna. Non posso permettermi di essere egoista e lasciarmi trascinare da certi pensieri.

    Come se quel semplice contatto umano fosse per lei una sorgente da cui trarre forza, l'Angelo si costrinse a scostarsi dall'Hunter rifiutandosi però di separarsene, limitando la distanza tra loro a quanto bastava per alzare la testolina castana e sollevare le iridi smeraldine sul viso del suo interlocutore, tenendogli le mani tra le sue... trattenendolo in quella presa delicata e ancorandolo saldamente al presente che ora condividevano.

    -Non è giusto che lo faccia nemmeno tu. Perché non potevamo sapere cosa sarebbe successo, perché dobbiamo capire cosa c'è dietro e perché abbiamo bisogno gli uni degli altri. E io ho bisogno di te. Se tu crollassi, non riuscirei a sopportarlo.

    Mentre sosteneva lo sguardo verde della donna con l'unico occhio dorato, il Cacciatore ascoltava le sue parole accorate, condividendo intimamente il peso del medesimo affanno che vibrava nel suo stanco sospiro, e sentendosi tuttavia incapace di discernere quale emozione evocasse nel segreto del proprio petto la curva dolce e coraggiosa che la Silfide si dipinse sulle labbra.

    Una sferzante
    Frustrazione nel vedere Drusilia ferita da quegli eventi, una vampata di Rabbia verso chiunque avesse spinto su di lei una simile situazione, e ancora Colpa per aver lasciato l'allieva a sobbarcarsi da sola di tutto quel peso... ma anche una tenue Speranza a rincuorarlo che ci fosse ancora qualcosa da fare per rimettere qualcosa a posto, e l'ardente Determinazione a porre rimedio a tutti gli errori che il suo immobilismo aveva causato.

    - In cambio non ho molto, e mi sono dimostrata incapace in battaglia...
    ...però posso abbracciarti tutte le volte che vuoi.


    ...ma soprattutto l'Inadeguatezza per essere così terribilmente negato a starle vicino, a lenire le sue sofferenze o anche solo comunicarle le proprie per farla sentire meno sola.

    jpg« Tu... combatti bene. »

    Difatti, tra tutti i bei pensieri sentimentali che avrebbe potuto formulare in quel frangente per rincuorare la donna, fu quella la prima cosa che gli passò per la testa di dire come forma di conforto da elargire alla Dama del Vento, sollevando una mano per portarla sulla testolina castana della fanciulla, assestandovi qualche tocco carezzevole in modo terribilmente legnoso. Poi, per fortuna, subentrò il suo istinto marziale.

    « L'esito di una battaglia non è determinato unicamente dalle proprie capacità: è suscettibile di molte variabili, come il tempo dedicato alla preparazione, il campo di scontro, la strategia adottata, le condizioni fisiche, lo stato d'animo... e anche la fortuna. »

    Nonostante il tono pacato e granitico della sua voce profonda, forse quell'osservazione sarebbe suonata come un rimprovero, ma... in fondo, l'intento era quello: se le cose erano andate male, non era certamente per paradigma di un diretto rapporto di forze tra i contendenti.

    « Non devi perdere fiducia solo perché l'avversario ha avuto la meglio sotto alcune circostanze: il primo passo per soverchiarlo è capire i meccanismi della sua vittoria. »

    Muovendosi su un territorio a lui conosciuto e familiare, il Mastino poté così schiarirsi le idee... aprendo uno spiraglio di interazione anche per il Cavaliere.

    « In effetti, è anche per quello che siamo qui... Il fatto è che l'attacco ad Endlos è stato studiato minuziosamente e preparato con fin troppa cura... e ciò che più dà da pensare è che questo Nemico pare conoscere gli Arcani e avere qualche conto in sospeso con noi. »
    si inserì il biondo, restando però in disparte
    « In particolare, sembrava avere mire precise sulla Luna, e nutro il sospetto che -qualsiasi cosa sia tra loro- possa essere iniziata con la scomparsa della Luna da questo mondo, poi culminata nel suo esilio nella Corte: l'unico posto che potrebbe aver ritenuto davvero sicuro. »

    Era una ricostruzione che aveva il suo senso, in quanto basava su fatti solidi come l'improvvisa scomparsa della Luna da Mirach e la sua successiva fuga anche da Celentir, che erano manovre forse giustificabili -anzi inevitabili- se supportati dall'esistenza della Maledizione che le imponeva una condizione di Silenzio su certi argomenti.

    Certo, gli era impossibile indovinare cosa avesse pensato sua Sorella in quei frangenti, cosa avesse deciso in quelle circostanze solo presunte, e -a dirla tutta- quanto lei effettivamente sapesse, ma... non potendo chiedere aiuto a nessuno, né metterli in guardia, la scelta di distanziarsi da chi sarebbe potuto diventare un bersaglio per proteggerlo da danni collaterali era nel suo stile; forse, aveva anche pensato di poter risolvere le cose da sola... ma in ogni caso, quelle erano solo supposizioni,
    e a loro servivano fatti.

    Perché i fatti e gli eventi non si cancellano e basta: rimanevano sempre delle tracce.
    Fosse anche soltanto della loro rimozione.


    jpg
    « Sai dirmi se Kora aveva un posto dove conservava documenti o effetti personali?
    E se, nel caso, potrei darvi un'occhiata? »


    Buttare sul tavolo quelle teorie e quella richiesta di punto in bianco sarebbe potuto suonare un po' precipitoso, e forse persino indelicato, visto il timido momento di riconciliazione che Abel e Drusilia stavano vivendo, ma... in fondo, tutti i presenti in quella stanza erano dei Cacciatori -sebbene legati a mondi diversi-, e la cosa migliore per non scoprire il fianco ai pensieri più avvilenti era tenersi in movimento, ed impegnare la mente in qualcosa di concreto.

    « Naturalmente, posso anche cercarlo da solo, se vi serve del tempo... »
    aggiunse con discrezione, rimbalzando gli occhi cerulei tra i due astanti
    « Non vorrei dare disturbo, ecco... penso che abbiate un po', di cose da dirvi... »

     
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    « Tu... combatti bene. »
    Nonostante quell'affermazione non rientrasse esattamente fra le risposte più plausibili al precedente discorso, dopo un breve attimo di perplessità, Drusilia decise che le andava bene così, sorridendo addirittura e tentando di soffocare una breve risata.
    « L'esito di una battaglia non è determinato unicamente dalle proprie capacità: è suscettibile di molte variabili, come il tempo dedicato alla preparazione, il campo di scontro, la strategia adottata, le condizioni fisiche, lo stato d'animo... e anche la fortuna. »
    Abel -dopotutto- era sempre stato così: riservato, di poche parole -ed ancor meno complimenti- e rigido; non avrebbe quindi potuto aspettarsi nulla di diverso e -anzi- finì perfino per apprezzare enormemente quei rarissimi gesti gentili che quel giorno le aveva rivolto, come l'abbraccio o la mano sulla propria testa. Per questo finì per rilassarsi, sorridere, e -stringendosi nuovamente nell'abbraccio del suo Maestro- si concesse anche di rimettere la faccia sul suo petto, tenendo gli occhi chiusi.
    « Non devi perdere fiducia solo perché l'avversario ha avuto la meglio sotto alcune circostanze: il primo passo per soverchiarlo è capire i meccanismi della sua vittoria. »
    -Non lo farò ♥

    « In effetti, è anche per quello che siamo qui... Il fatto è che l'attacco ad Endlos è stato studiato minuziosamente e preparato con fin troppa cura... e ciò che più dà da pensare è che questo Nemico pare conoscere gli Arcani e avere qualche conto in sospeso con noi.
    In particolare, sembrava avere mire precise sulla Luna, e nutro il sospetto che -qualsiasi cosa sia tra loro- possa essere iniziata con la scomparsa della Luna da questo mondo, poi culminata nel suo esilio nella Corte: l'unico posto che potrebbe aver ritenuto davvero sicuro. »

    In effetti, fu un bene che Leon rimarcasse quel dettaglio: Abel non era frequentatore della Corte, ma sapeva benissimo che qualcosa teneva in scacco la Luna da un bel po'. Glielo aveva detto lei di persona, al loro precedente incontro. Quello in cui il suo Maestro se l'era quasi data a gambe, costringendola a rincorrerlo per la scuola. Al solo ricordo, la Dama del Vento si trovò a stringersi istintivamente a lui, forse per il timore irrazionale che accadesse di nuovo; non si fece nemmeno troppi problemi nel stringere la presa con più vigore, praticamente certa che il fisico di Abel non ne avrebbe risentito in alcun modo.
    « Sai dirmi se Kora aveva un posto dove conservava documenti o effetti personali?
    E se, nel caso, potrei darvi un'occhiata? »


    Con ancora la faccia spalmata sul petto del Maestro, Drusilia pensò di non interrompere Leon, annuendo implicitamente ad ogni sua richiesta: fra i suoi Fratelli della Corte, il Paladino era tra quelli rimasti più scottati dalla Notte della Prima. Condivideva con lui il dolore e la rabbia, ma anche la ferma volontà di mettere la parola "fine" a tutta quella follia ingiustificata. In realtà, se aveva chiamato proprio lui su Mirach, era anche per quello: avevano chiaramente molte cose in comune, quindi c'erano i presupposti per una collaborazione fruttuosa.

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    « Naturalmente, posso anche cercarlo da solo, se vi serve del tempo... Non vorrei dare disturbo, ecco... penso che abbiate un po', di cose da dirvi... »

    -In realtà pensavo di rimanere qui con Abel finché lui non si stancherà di tenermi appiccicata addosso- rispose con una battuta, lasciando comunque intendere che era comunque sua intenzione trattenersi un po' più del previsto -Ma se hai necessità di avermi vicina, posso rimandare gli abbracci che gli ho conservato in questi anni a dopo.

     
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    A dispetto dell'atmosfera pesante che quegli spinosi argomenti di discussione avevano inevitabilmente instaurato tra di loro, la risposta dell'Hunter provocò un moto di sollievo nel cuore della Galanodel, e ben di più, suscitandole persino un sorriso e quasi una risata: dal punto di vista di lei, l'esternazione del suo vecchio Maestro doveva essere certamente apparsa estemporanea e stravagante, ma... per quanto sentimentalmente goffo, quello era stato un maldestro tentativo da parte dell'uomo di eludere i limiti della propria paralizzante e paralizzata emotività per fornire un po' di conforto ad una persona cara.

    Dopotutto, finché si trattava di discutere questioni astratte -inconsistenti e volatili- come i sentimenti propri o altrui, la chiusura totale e possibilmente la fuga era per il Cacciatore di Teste la migliore risposta possibile davanti agli sconvolgimenti fini a sé stessi che quegli intimi turbamenti comportano; trascinare la faccenda su ambiti più pratici e concreti -oltre che a lui familiari-, come il pianificare uno scontro e disciplinare i propri timori e rimorsi perché non siano di intralcio durante l'azione, gli fu sicuramente d'aiuto a trovare degli appigli con cui aggrapparsi all'intera situazione.


    -Non lo farò ♥

    Inoltre, il fatto che i presenti ebbero la delicatezza di non recriminargli gli effetti della propria incompetenza sociale e relazionale (l'allieva tornò persino ad accoccolarsi nel suo abbraccio), fu al di là di ogni dubbio una sensazione confortante...

    ...una quieta familiarità che non sperimentava da quando Owl e la Maestra avevano abbandonato quel mondo per continuare altrove le proprie battaglie, lasciandolo indietro, unico bastione senza nessuna particolare ambizione che essere utile alla sua famiglia.

    Certo, quel giovane uomo biondo che ispirava coraggio e fiducia al primo sguardo non aveva niente a che spartire con il Violinista che sembrava non aver altro hobby che cacciarsi nei guai e farlo innervosire, e Drusilia -pur somigliandole tanto e sotto molti aspetti- non era la Luna che riempiva di luce le sue notti da lupo solitario, ma la loro compagnia era parimenti rassicurante.

    Quando il Paladino prese la parola, richiamando su di sé l'attenzione dell'unico occhio dorato del Nero Mastino, la Dama del Vento gli agganciò più strettamente le braccia flessuose attorno al corpo, in un moto istintivo, spalmando il faccino da silfide contro il suo petto come un koala ad un tronco di eucalipto, e zavorrandosi a lui a viva forza...

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    -In realtà pensavo di rimanere qui con Abel finché lui non si stancherà di tenermi appiccicata addosso-

    « . . . »

    ...e visto che non sembrava nulla dettato da ostilità o altri turbamenti, e che certamente non entrava in contrasto con i compiti e doveri che si era addossato, Abel la lasciò fare, probabilmente immaginando quali pensieri avessero reso la morsa della donna tanto ferrea. Un puntello contro il crollo di un bastione.

    -Ma se hai necessità di avermi vicina, posso rimandare gli abbracci che gli ho conservato in questi anni a dopo.

    « Ah, non mi permetterei mai!
    Non oserei mai mettermi tra un uomo e i suoi abbracci arretrati...! »

    assicurò Leon con un mezzo sorriso, alzando le mani in segno di resa
    « Posso cominciare a cercare da solo; dopotutto, non è nemmeno detto che riesca a trovare qualcosa... ma vi chiamerò se dovesse essere così. »

    Portando una mano guantata sul petto, il Biondo si esibì in un leggero inchino per congedarsi; poi, si volse per uscire dalla stanza ed immettersi nel corridoio del piano rialzato, ma i suoi passi ticchettanti per l'andito si spensero dopo qualche istante, in un momento di indecisione che il padrone di casa seppe interpretare all'istante e anticipare.

    « Devi andare in Presidenza, all'ultimo piano.
    Prendi le scale nella Hall e segui le targhe segnaletiche. »


    « Ah... ehm... sì, grazie. »

    Senza poter vedere -ma solo immaginare- l'imbarazzo sul suo viso sempre pacato e austero, il Sole riprese il cammino verso la propria metà, e mentre i suoi passi echeggiavano per le alte volte dell'Accademia deserta, l'Amore rimase sola con la Torre nella segreteria del pianterreno in fase di imballaggio, ancora ancorata a lui con una certa insistenza...

    ...un'insistenza non certo spiacevole o fastidiosa, ma che sarebbe risultata d'intralcio al giovane dall'occhio bendato nello svolgimento delle proprie funzioni: perché -naturalmente- se le ultime lo avevano profondamente turbato, non era restando con le mani in mano che avrebbe trovato la pace per schiarirsi le idee; così, dicendosi che poteva far lavorare il cervello continuando a tenersi in attività, il si disse che
    non avrebbe lasciato quel compito a metà.

    Con buona probabilità stupendo la Dama del Vento per quella manovra rapida -ma soprattutto improvvisa-, Abel afferrò allora le braccia della donna, e con movimenti marziali fluidi e precisi -oltre che insospettabilmente delicati-, dislocò la sua stretta, rigirandosi nella presa e caricandosi la Galanodel sulla schiena: ora, invece che stargli attaccata al petto, Drusilia si sarebbe ritrovata sulle sue spalle, con le braccia strette attorno al collo dell'altro.

    In questo modo, lei avrebbe potuto starsene appiccicata come aveva dichiarato essere sua intenzione, ma -almeno- lui avrebbe avuto le mani libere e la mobilità necessaria a proseguire l'impacchettamento della libreria; così, senza aggiungere altro, l'Hunter cominciò a controllare alcuni fascicoli di un raccoglitore ad anelli intitolato
    "298° Esame Hunter" in un silenzio che sarebbe stato davvero faticoso da gestire...

    PO-PI PO-PI PO-PO-PI-POOH! ~♪ PO-PI PO-PI PO-PO-PI-POOH! ~♪

    ...se una strana melodia martellante e tunzettosa non avesse cominciato a risuonare sfacciatamente allegra per l'aria immota, inducendo persino il Cacciatore di Teste a fermarsi un istante per gettare un'occhiata da sopra la spalla alla propria passeggera, dalle cui tasche provenivano le note di quella canzone, insieme ad una intensa vibrazione.

    « ...non sapevo avessi un telefono. »

    Ah, già. Il telefono portatile: ecco cos'era a star facendo quel baccano infernale!
    Era il caso di rispondere? Poteva essere qualcosa di importante...?

     
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    « Ah, non mi permetterei mai!
    Non oserei mai mettermi tra un uomo e i suoi abbracci arretrati...! Posso cominciare a cercare da solo; dopotutto, non è nemmeno detto che riesca a trovare qualcosa... ma vi chiamerò se dovesse essere così. »

    « Devi andare in Presidenza, all'ultimo piano.
    Prendi le scale nella Hall e segui le targhe segnaletiche. »

    « Ah... ehm... sì, grazie. »

    Drusilia osservò Leon allontanarsi con espressione sorridente e colma di gratitudine, contenta che volesse assecondarla nelle sue stranezze. Nonostante la Dama del Vento ed il Paladino si conoscessero invero molto poco, quest'ultimo aveva infatti finito per piacerle quasi subito, forse per naturale affinità. La sua stessa persona racchiudeva in sé molte delle cose che Drusilia aveva sempre reputato fondamentali per discernere non solo le persone con cui si sarebbe certamente trovata a proprio agio, ma -soprattutto- per valutarne l'affidabilità.
    Come se già quello non bastasse, Leon restava un Arcano, ma soprattutto un uomo con cui Drusilia si sentiva particolarmente in sintonia. La loro era come una comunione di emozioni ed intenti, e la loro presenza in Accademia era la prova più lampante della loro linea comune.

    wXo4BpP

    -...?!
    Il suo ragionare su quanto perfetto e meraviglioso fosse per lei lavorare con Leon fu tuttavia interrotto da un movimento rapido quanto improvviso: Abel aveva afferrato le sue braccia e, con movimenti marziali fluidi, precisi e delicati, modificò la loro posizione di partenza, fissandosi la donna sulle proprie spalle, al pari di uno zainetto. Abbandonandola qualche attimo nella completa confusione, resa più evidente dai suoi soliti silenzi, le lasciò intendere che preferiva tenere le braccia libere per occuparsi dei propri doveri (e quando mai?!)quando prese dei fascicoli da un raccoglitore che riportava la scritta "298° Esame Hunter".

    PO-PI PO-PI PO-PO-PI-POOH! ~♪ PO-PI PO-PI PO-PO-PI-POOH! ~♪

    Fu allora che una strana melodia riempì con allegria sfacciata (e -in realtà- un po' fastidiosa) il vuoto generato da un breve attimo di silenzio, inducendo Abel a fermarsi e guardarla.
    « ...non sapevo avessi un telefono. »
    -Oh... già...- rispose Drusilia, cadendo letteralmente dalle nuvole ed afferrando dalle tasche un oggettino rosa brillante, fin troppo vistoso per i suoi gusti. Quella vista la infastidì a tal punto da sentirsi in dovere di giustificarsi con il Maestro per la scelta del modello... e di tutto ciò che sembrava caratterizzarlo -Me lo hanno regalato.
    Aprendo poi lo sportellino ed avvicinando lo schermo ai propri occhi, probabilmente per capire chi la chiamava in un momento simile, la Dama del Vento dovette scontrarsi con un'altra dura realtà, e cioè la probabile manomissione dei suoi contatti da parte di Mephisto. Aveva cambiato tutti i nomi in rubrica con... cose strane.

    -"Bramalama Cherry Cherry Bum Bum"...- recitò a bassa voce, con espressione evidentemente disturbata, vergognandosi intimamente -Cosa diavolo pensava di fare quell'idiota?!
    Ormai consapevole di non poter fare altro che rispondere, si convinse ad accettare la chiamata, portando il telefono all'orecchio.
    -Pronto? Con chi parlo?

     
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    Con l'uscita di scena del Paladino -allontanatosi per iniziare le proprie indagini dalla Presidenza all'ultimo piano-, la Dama del Vento rimase sola con il Cacciatore di Teste, e nella Segreteria del piano rialzato calò un quieto silenzio increspato solamente dal fruscio della carta e dal cinguettio lontano dei tanti uccellini che ancora abitavano le verdi fronde dei lussureggianti giardini che si estendevano oltre le finestre chiuse, dove la donna allora ragazzina aveva spesso passato il suo tempo da sola o con qualcuno degli amici che si era fatta tra quelle mura.

    Un momento sentimentale, dal sapore agrodolce... prima che la frivola melodia tunzettosa, proveniente dall'orribile telefono rosa guastasse irrimediabilmente l'atmosfera.

    Richiamata all'ordine dalle parole del Mastino -probabilmente disturbato da quel suono-, la Galanodel ricordò di essere lei quella in possesso del chiassoso dispositivo, e -senza staccarsi dal suo trespolo umano- cominciò a frugarsi le tasche.


    -Oh... già... Me lo hanno regalato.
    si giustificò, a disagio per tutto quel rosa
    -"Bramalama Cherry Cherry Bum Bum"...-
    lesse sul display dell'aggeggio, con altro imbarazzo
    -Cosa diavolo pensava di fare quell'idiota?!

    Mentre Abel proseguiva alla selezione, compattamento, classificazione e smaltimento di alcuni documenti nel voluminoso fascicolo, Drusilia decise di accettare la misteriosa chiamata: avvicinò l'apparecchio all'orecchio e rispose...

    -Pronto? Con chi parlo?
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    ...ma dall'altra parte provenne soltanto un rumore bianco di sottofondo; non tanto forte da disturbare l'udito della donna, ma comunque distinguibile a quello acuto dell'uomo dall'occhio bendato.

    « L'Accademia ha un sistema di sicurezza che blocca e inibisce tutti i segnali non autorizzati - sia in entrata che in uscita. »
    la informò l'Hunter, gettandole una nuova occhiata da sopra la spalla
    « Se hai necessità di rispondere a delle chiamate, dovresti poterlo fare senza problemi dal gazebo dei glicini. »

    Certo, consegnare all'Angelo le autorizzazioni sarebbe stato forse più semplice, ma la scomparsa della Maestra aveva portato a una disgregazione dello Staff, e... da quando la sua creatrice, Morgan Mikleus -Hunter geniale, Hacker di prim'ordine, e amica di Kora- aveva lasciato quel luogo, Beast-666, il super-computer che occupava il sottosuolo dell'Accademia del complesso e che era responsabile di quella e molte altre funzioni di sicurezza e gestione, aveva smesso di dare ascolto a nuovi ordini.

    E Abel, che poteva comprendere meglio di chiunque altro il peso dell'abbandono da parte di chi ti ha dato la vita, aveva compreso lo stato d'animo della progreditissima intelligenza artificiale... Ma non era mai stato bravo a consolare le persone,
    figurarsi le macchine. Così erano rimasti lì insieme, a custodire quel mondo svuotato.

    Ricevendo quella dritta dal suo vecchio Maestro, con il pensiero che potesse trattarsi di una chiamata importante, la Dama del Vento avrebbe probabilmente dovuto lasciare la presa sul collo dell'uomo e scivolare giù dalla sua ampia schiena per tornare a toccare il suolo.

    Per raggiungere l'esterno, Drusilia non dovette far altro che arrivare la porta-finestra, scostare le tende leggere, e spalancare la vetrata: subito, la luce radiosa del giorno la avvolse, e una brezza profumata di fiori la investì, catapultandola all'istante nello stesso clima pacifico e rasserenante che era solito accogliere i suoi turbamenti passati ogni qualvolta vi ricercava conforto, che fosse in una passeggiata solitaria nella natura, o accogliendo nella sua cornice quattro chiacchiere con Yang, Yin, o qualche altro dei volti che -anche se per un breve periodo- le erano stati amici.

    Con la pedana di legno bianco ad innalzarlo di quattro gradini -da cui si ergevano le colonne slanciate del porticato-, il Gazebo dei Glicini spiccava al di sopra delle chiome arboree; i folti rami della pianta si intrecciavano alla graziosa cupola fino ad esser divenuta parte integrante della struttura, e la ricca fioritura -che penzolava in fitti pampini- di un lilla delicato, oltre a spargere un profumo intenso e dolcissimo, schermava i raggi più spietati del sole, immergendo la struttura in una piacevolissima penombra.

    Una volta accomodatasi sulla più vicina delle panche, sistemate lungo il perimetro, a ridosso dei parapetti lignei -avviluppati da tralci in fiore anch'essi-, il telefono riprese per la terza o quarta volta a dar fiato alle trombe; questa volta, però, non appena la Galanodel ebbe accettato la chiamata, la voce dell'interlocutore -una voce femminile e ormai nota- venne immediatamente fuori, chiara e nitida.


    « Ehi, Edylabor? Mi senti adesso? Ma dove ti sei infilata? »
    dopo quella spazientita raffica di domande, Sasha sospirò e accantonò la cosa
    « Non importa. Ascolta: i tuoi nuovi documenti sono pronti.
    Ma ti chiamavo per una cosa più importante: ho delle novità... »


    ~ B O O O O M ~

    In quel momento, un improvviso boato squassò l'aria, spezzando l'idillio del giardino, facendo librare in volo diversi stormi di volatili spaventati, e coprendo la voce della donna al telefono; mentre il brillare della detonazione lampeggiava da qualche punto alle sue spalle, e l'onda d'urto di una inequivocabile esplosione le scuoteva la chioma, Drusilia si voltò verso l'edificio da cui si era solo poco prima allontanata: alcune delle finestre dell'ultimo piano erano finite in frantumi, e mentre schegge di vetro precipitavano al suolo, catturando i raggi del sole e luccicando come stelle cadenti, dense volute di uno strano fumo nero si riversarono all'esterno, rendendo impossibile vedere cosa stesse accadendo.

    Il sospetto che l'origine dell'esplosione fosse proprio la Presidenza dove Leon si era diretto si rafforzò nell'irrazionale sensazione che quella coltre oscura non fosse fumo normale: era troppo distante per dirlo o averne conferma, ma... a prima vista, le riportò senza alcuna continuità alla mente la sgradevole sensazione di oppressione già sperimentata durante la sua permanenza sotto il tendone del Circo.
    Aura demoniaca...?


    ~ S B A A A H ~

    Tuttavia -come si suol dire- "non arrivano mai da soli", e un nuovo rumore imprevisto richiamò l'attenzione della Dama del Vento qualche metro più in basso rispetto al punto in cui lo sguardo verde si era appuntato... quasi certamente in corrispondenza della stanza al pian terreno in cui aveva lasciato Abel, dove ora -in una nuvola di polvere e calcinacci- un pezzo della parete crollò sotto i suoi occhi, sfondata dal lancio di una... una... scrivania(?), che si schiantò sul selciato che circondava l'Accademia; qualcuno doveva averla scagliata con davvero molta forza contro la parete all'interno, ma sotto quali circostanze? Che fosse in pericolo come accennato durante la Riunione Onirica?

    E intanto, in tutto questo, la voce di Sasha -distante ed indistinguibile attraverso il microfono del telefono, che Drusilia reggeva ancora in mano- continuava a cercare un modo di reclamare la sua attenzione, domandando cosa fosse stato quel frastuono, tentando di capire cosa stesse accadendo, e con ancora le famose
    "novità" in attesa di essere riportate. Sarebbe utile perdere tempo adesso per sapere di che si tratta?

    Cosa fare?

     
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    "Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce,
    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


    (Emanuele Trevi)


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

    Nonostante per lei fosse trascorso più di un decennio, la Dama del Vento non ebbe problemi nel raggiungere l'esterno: arrivata ad una porta-finestra, scostò le tende e spalancò la vetrata. Irradiata dai raggi diurni, che con la tenue luce da lei emanata s'intrecciavano fino a confondersi, allietata da una brezza profumata, Drusilia si trovò nello stesso clima pacifico e rasserenante che l'aveva accolta in tempi altrettanto turbolenti, quando -tuttavia- non era ancora in grado fronteggiare i suoi nemici "di petto", troppo concentrata (ed abituata) a fuggire.

    Il Gazebo dei Glicini spiccava al di sopra delle chiome arboree, e quando la Galanodel lo raggiunse, ebbe come una visione di un picnic in compagnia di Yang, a cui si erano successivamente uniti molti altri studenti. Sorridendo a quel ricordo, rifletté all'ironia di aver percorso numerose strade, visitato altrettanti luoghi... e non aver mai capito molto si ciò che la circondava. Soffermando lo sguardo smeraldino sulle piante, si domandò se fossero state scelte per la loro bellezza o per il loro valore esoterico, dato che sapeva essere utili anche come talismani.
    Quando riuscì ad accomodarsi su una delle panche, il telefono riprese a suonare, trovandola questa volta pronta a rispondere. Accettata la chiamata, fu anche svelata la misteriosa identità del contatto.
    « Ehi, Edylabor? Mi senti adesso? Ma dove ti sei infilata? » domandò Sasha, per poi sospirare « Non importa. Ascolta: i tuoi nuovi documenti sono pronti. Ma ti chiamavo per una cosa più importante: ho delle novità... »

    GgvqqmL

    ~ B O O O O M ~

    Diversi stormi di uccelli si levarono in volo nello stesso momento, spaventati dal boato che squassò l'aria. Voltandosi in direzione dell'edificio -a cui momentaneamente dava le spalle- Drusilia notò alcune delle finestre dell'ultimo piano in frantumi, ed uno strano fumo nero che si riversava all'esterno, rendendo impossibile un eventuale tentativo di capire cosa stava accadendo.
    Di certo, La Dama del Vento non ebbe troppo tempo per riflettere, tuttavia l'istinto ed il suo legame con l'aria le suggerirono che non si trattava di nulla che fosse vagamente normale. Irrazionalmente, ebbe perfino la sgradevole sensazione di oppressione già sperimentata durante la sua permanenza sotto il tendone del Circo, e questo non le piacque affatto.

    ~ S B A A A H ~

    Un nuovo rumore imprevisto in corrispondenza della stanza al pian terreno in cui aveva lasciato Abel le suggerì che i guai non erano finiti: in una nuvola di polvere e calcinacci, un pezzo della parete finì sfondata dal lancio di una scrivania, che si schiantò sul selciato nello stesso istante in cui buona parte del muro crollò sotto i suoi occhi. In quella follia, riconobbe il "tocco" di Abel, ma dato che sapeva quanto lui tenesse a quel luogo, dubitava seriamente si fosse mosso senza un motivo. La voce di Sasha -intanto- la riempiva di domande dall'apparecchio che aveva ancora in mano, reclamando le sue attenzioni.

    -Sono all'Accademia degli Hunters, nei giardini. C'è stata un'esplosione alla Presidenza, dove Leon indagava su Kora, ed ora vedo uscire del fumo nero che puzza di demoni. Qualcuno o qualcosa ha anche ingaggiato un duello con Abel -credo- nel suo ufficio. Vado ad aiutarlo: se sei in zona, chiedo un supporto immediato- pronunciò tutto d'un fiato ed in fretta, non permettendo a Sasha nemmeno di rispondere -Se non lo sei, ti chiamo dopo.
    E chiuse, lanciandosi di corsa verso l'edificio.

    Stranamente, in quella situazione, non ebbe dubbi su cosa fare: sarebbe corsa in soccorso di Abel, che più di tutti era disinformato sugli eventi. Di Leon si fidava, sapeva che era sopravvissuto alla Notte della Prima e che -anche in caso di qualche demone- avrebbe avuto abbastanza consapevolezza e lucidità per attaccare o darsela a gambe. A tal proposito, mentre La Dama del Vento si avvicinava, decise comunque di fornire un "supporto" al partner ignorato: estraendo il proprio arco in un movimento rapido, scoccò una freccia, che si sarebbe piantata sul bordo della finestra ormai priva di vetri, la stessa da cui usciva il fumo nero.

    Solo allora Drusilia si lanciò nel foro della parete, lo stesso generato dalla scrivania volante, agitando le mani nel tentativo di migliorare la visuale. Poco più su, invece, una porzione d'aria attorno alla sua freccia scomparve all'improvviso, generando un vuoto in grado di spostare le correnti circostanti, risucchiando cosa aveva attorno. Non fu particolarmente violento, piuttosto mirato a far uscire più fumo possibile dalla finestra, forse per evitare che anche Leon finisse coinvolto da quella sua trovata bislacca.

    Consumo Energetico: 110-10=100%
    Riassunto: Sceglie Abel. Ciò nonostante, chiede supporto a Sasha e lancia un tentativo di sopporto a Leon attraverso una freccia con centro di casting sulla punta. Da lì, parte la tecnica "vuoto d'aria", finalizzata come difesa (tentativo di "spostare" il fumo "magico").

    Weapons
    ♥ Alcarcalime »
    Si tratta apparentemente di un semplice arco bianco lungo circa un metro. Su tutta la sua superficie sono intagliate rune dorate. A contatto con la luce, questo reagisce emanando riflessi argentei. Ha una gittata di trenta metri e comprende un set di frecce realizzate con le stesse leghe metalliche ed organiche servite per forgiare l'arco.
    • Tecniche passive: Arciere Arcano»
      Da sempre i Galanodel sono famosi per la loro abilità di tiratori scelti. Grazie alle sue caratteristiche razziali, la Dama del Vento è perfettamente in grado di lanciare dardi ad una velocità maggiore rispetto la norma senza perdere la precisione del lancio. Questo si traduce in una cadenza di fuoco di 6 colpi a turno, anzichè 3. Inoltre, quando Drusilia lancia una freccia per mezzo di Alcarcalime, è in grado di infondere la sua magia all'interno di essa. Ciò le permetterà di far funzionare magie da "tocco" a distanza, come anche travolgere i propri nemici con tecniche che, altrimenti, non li avrebbero mai raggiunti dato il ridotto raggio d'azione; esse infatti manterranno le medesime caratteristiche, tuttavia partiranno dal punto esatto che colpirà la punta della freccia.

      [Immagne allegata]

    [oggetto + dardi base (10) 1 + dardi aggiuntivi (+10) 1 + cadenza di fuoco raddoppiata 5 + casting nelle frecce 5 = 12pt]


    ♥ Nanatsusaya »
    Lama di raffinata bellezza nonostante la grandezza, anche questa di circa un metro, appare all'altrui sguardo come uno spadone di un singolare materiale trasparente con ben sette punte. Altro non è che caos cristallizato; talvolta manifesta la sua natura emanando nelle situazioni critiche una inquietante aura violacea.
    • Tecniche passive: Chaos»
      La spada che Drusilia porta con sè altro non è che Chaos cristallizzato, creata dall'entità altrettanto caotica chiamata Gulnar il Cartomante. Essendo appunto "caotica", la lama dovrebbe possedere caratteristiche particolari che ne rispecchiano l'aggettivo secondo le varie teorie del caos, prima fra tutte la sensibilità alle condizioni iniziali. Come il fumo di più fiammiferi accesi in situazioni molto simili segue traiettorie di volta in volta molto differenti così la lama potrà mutare forma e modello, divenendo a comando una katana o una spada a una mano, purchè non superi le dimensioni dello spadone, forma iniziale. Inoltre è da considerare l'imprevedibilità, e cioè che non si può prevedere in anticipo il suo comportamento a partire da ciò che ha fatto in passato. Solo Drusilia ed esseri abbastanza inclini al caos potranno infatti manipolarne volontariamente la forma (particolare esclusivamente di bg).

      [Immagne allegata]

    [ oggetto base 1 + Chaos 5 = 6pt]


    Leone d'Ercole »
    Ercole è una figura mitologica che assimila in un solo individuo tutto il concetto di prestanza e forza fisica. Il suo mito è conosciuto soprattutto nel Presidio Orientale grazie ad alcuni libri di storie di Palanthas narranti gesta di eroi e dei stranieri, spesso fonti d'ispirazione per chi -in seguito- si arruolerà negli eserciti come difensore dei deboli e nemico delle ingiustizie. Trattandosi di un mito, non si è certi della reale esistenza di questa figura; alcune reliquie a lui associate -sebbene diano l'impressione di essergli realmente appartenute- potrebbero essere artefatti successivi all'epoca dell'eroe, generati con perizia da mani esperte e maghi potenti. Antiche o meno, resta concretamente la loro indiscussa utilità e potenza: si dice che, anche se non appartenute all'eroe, siano comunque in grado di riprodurre le caratteristiche che lo hanno reso famoso nei vari universi. Uno di questi artefatti è una cavigliera metallica, a forma di leone alato -uno dei simboli di Ercole. Questa, se indossata, annulla l'impossibilità di sommare Power Up passivi oltre il 50% nell'attributo Agilità/Destrezza. Il giocatore potrà infatti accumularli fino al 100%, superando di fatto tutti gli altri personaggi schedati.
    Nota: qualora un singolo personaggio -grazie acquisti e scambi- riuscisse ad ottenere tutti gli oggetti del Set di Ercole (cintura, bracciale destro, bracciale sinistro e Leone di Ercole) ed acquistasse regolarmente tutti i Power Up necessari ad attivarli (2 PU forza passivi + 2 PU resistenza passivi + 2 PU agilità/destrezza passivi) otterrà il potere aggiuntivo di vincere autoconclusivamente qualunque prova di forza, non solo contro i personaggi schedati, ma anche contro qualsiasi png.

    [Immagine]

    Unguento di Rendalim »
    Rinomato presso i guaritori e gli erboristi, oltre che un must negli zaini degli avventurieri più previdenti, questa mistura rossastra dal profumo balsamico è famosa per le sue capacità risananti e cicatrizzanti; se applicato su tagli, contusioni, ustioni, ulcere, o qualsiasi altro tipo di lesione, la sostanza (dalla consistenza gelatinosa e fresca) cancella una quantità di danni fisici cumulativi pari a quelli ricevuti da una tecnica a consumo alto nel giro di un turno; spalmarlo occupa uno slot-tecnica.

    Abilità Passive.

    GALANODEL »
    [Resistenza a Veleni e Malattie: 5 | Difesa da Veleni e Malattie: 2 | Volo: 5 | Assenza di Ombra: 5 | Rigenerazione: 5 | Scurovisione: 5 | Malia tramite Sangue: 5]

    GODDESS OF LOVE »
    [Malia d'Amore: 5 | Anti-Malia: 5 | Lie-Detector: 5 | Mindfuck-Alert: 5 | Trick-Detector: 5 | Empatia: 5 | +10% di Energia: 5][/size]

    LADY OF THE WIND »
    [Manipolazione Atmosferica: 0 | Instant Casting: 5 | Antiauspex-Radar: 5 | Auspex “Radar”: 5 | Auspex di Composizione dell'Aria: 5 | Bonus alla Velocità: 5 | Doppio Bonus all'Agilità: 5+5=10][/size]

    GODDESS OF BEASTS »
    [Linguaggio animale: 5 | Malia di serenità per le sole creature istintive: 5][/size]

    AURA DEI GIUSTI »
    [Malia di carisma][/size]

    Tecniche Attive.

    Vuoto d'aria »
    Attraverso un rapido movimento delle braccia, la Dama del Vento è in grado di cancellare la presenza d'aria in una data area da lei prefissata, questo "vuoto d'aria" provocherà uno spostamento repentino delle masse gassose circostanti, che andranno per compensazione ad occupare la zona rimasta assolutamente vuota. Il risultato? Oggetti, persone, animali, evocazioni e molto altro saranno coinvolti di tali spostamenti, qualora si trovino in prossimità dell'improvviso vuoto d'aria, ritrovandosi condizionati nei movimenti a causa dei moti aerei così repentini, o addirittura risucchiati dal vuoto stesso, a seconda della potenza della tecnica.
    Tipologia: supporto, difesa fisca, difesa magica.
    Consumo: variabile Medio.
     
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    -Sono all'Accademia degli Hunters, nei giardini. C'è stata un'esplosione alla Presidenza, dove Leon indagava su Kora, ed ora vedo uscire del fumo nero che puzza di demoni. Qualcuno o qualcosa ha anche ingaggiato un duello con Abel -credo- nel suo ufficio.

    La Dama del Vento tratteggiò in maniera rapida e concisa la situazione in cui si era improvvisamente ritrovata, senza mancare di fornire ragguagli precisi sulla sua posizione; a quel punto, la risposta della Mercenaria dagli occhi di ghiaccio, fu quanto mai spontanea.

    « ...che cosa?! »
    -Vado ad aiutarlo: se sei in zona, chiedo un supporto immediato.
    « No, ehi! Aspe- »
    -Se non lo sei, ti chiamo dopo.
    « ...merd-! »

    Senza ulteriori indugi, la Galanodel si lanciò fuori dal Gazebo dei Glicini: mentre già saltava a piè pari gradini della pedana, ella chiuse la chiamata, abbandonando l'area utile alla ricezione del segnale e precipitandosi verso l'edificio apparentemente assediato.

    La scelta era presa: l'Angelo si sarebbe precipitata in soccorso del Mastino; non solo per mera fiducia nei confronti delle capacità del Paladino, che sapeva essere già stato in grado di uscire vivo e incolume dalla Notte di orrori sotto il tendone del Circus Diabolique, ma perché -a differenza di Leon- Abel, col suo cocciuto distanziarsi dalla realtà della Curtis Arcana, pur essendo parimenti forte, doveva esser quasi certamente all'oscuro dell'entità della minaccia che gravava su tutti loro in quel momento.

    Non di meno, l'esperienza a Kisnoth aveva amaramente insegnato alla Dama del Vento quanto i loro nemici potessero essere astuti, in possesso di risorse a loro ignote, e senza alcun tipo di scrupolo nello giocare sporco... e perciò, prima che fosse troppo vicina per perdere di vista l'attico e per poter prendere efficacemente la mira, imbracciò l'arco e scagliò una freccia in direzione della finestra esplosa.

    Fendendo l'aria dritto e sicuro -ricalcando fedelmente la volontà della sua padrona- il dardo si conficcò nel davanzale dell'ultimo piano, esercitando una sorta di risucchio sull'aria immediatamente circostante, e dissipando almeno in parte il nero e denso fumo maligno che doveva essersi originato all'interno in quantità esagerata; c'era solo da sperare che ciò fosse d'aiuto a Leon almeno un po'.

    Nel passare accanto alla grossa e pesante scrivania di legno di noce, che solo la forza bruta del Cacciatore avrebbe potuto scagliar via con una veemenza tale da sfondare anche il muro, gli occhi verdi della Silfide avrebbero notato la presenza di qualcuno, semi-sepolto dai ruderi e dai calcinacci: dall'occhiata fugace che poté rivolgergli attraverso il polverone e mentre oltrepassava il varco, Drusilia non notò nulla d particolare; magari avrebbe controllato meglio in un secondo momento.
    Adesso era di fretta!

    Disperdendo alla meglio il banco di polvere sollevato dal crollo, la donna si ritrovò nella Segreteria da cui era uscita non molto tempo prima: un paio degli scatoloni che l'Hunter aveva così ordinatamente composto erano ora sparpagliati in giro... accanto -o addosso- ad altri due corpi, contro cui i cartoni e il loro contenuto dovevano evidentemente essere stati usati come proiettili; con la caligine che aleggiava bassa su di loro, nella concitazione del momento, non fu possibile studiarli con la dovuta attenzione, eppure...

    Sembrava che i due avessero qualcosa conficcato nel volto: qualcosa di lungo e sottile come un bastoncino.
    E qualunque cosa fosse,
    non sembrava lo stile di Abel.

    Seguendo il rumore di colluttazione fuori dalla stanza, Drusilia attraversò il corridoio fino alla Hall di ingresso, e là vide la Carta della Torre circondata da cinque persone con nulla in comune per corporatura, età, aspetto o vestiario... ad eccezione delle fasce piene di esplosivo che portavano attorno al petto, e dei piccoli dardi che spuntavano dalle loro facce assenti ed inespressive.

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    « Drusilia. »
    la chiamò il Mastino, senza però spostare lo sguardo dagli aggressori
    « Hai un modo per fermarli o addormentarli? Senza ferirli. »

    Chi erano quelle persone? Perché erano lì? Quando erano arrivate?
    Che cavolo stava succedendo?!

     
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    "Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce,
    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


    (Emanuele Trevi)


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    Ciò che la Dama del Vento si trovò a fronteggiare fu quanto di più inaspettato ed inusuale avesse in mente. Era convintissima di dover ingaggiare battaglia con qualche demone-sgherro fuggiasco, probabilmente lo stesso dell'esplosione nell'ufficio di Kora, ma finì per trovarci persone normalissime... o quasi.

    Nell'osservare i bastoncini conficcati nel cranio e le loro facce inespressive, quasi non fossero mentalmente presenti a se' stessi, Drusilia ebbe vaga memoria di aver letto alcuni rapporti sulle esperienze dei soldati durante la Notte della Prima, e questi parlavano di un'abilità squisitamente demoniaca di manipolare persone non consenzienti. Quella volta fu opera di un circense, dichiarato poi ufficialmente defunto, che manovrava interi gruppi di soldati come fossero marionette. In quelle descrizioni -però- mancava il dettaglio dei dardi nel cranio, ragion per cui Drusilia reputò plausibile l'idea che si trattasse di qualcun altro, ma con abilità simili.
    Nulla di incoraggiante, in ogni caso.

    « Drusilia. » la voce del Mastino la riportò alla realtà, richiamandola all'ordine ed all'azione « Hai un modo per fermarli o addormentarli? Senza ferirli. »

    Scuotendosi dal torpore dei propri pensieri, ormai più che intenzionata ad aiutare Abel come le era possibile, non fece particolare caso alla richiesta di non far loro del male: durante il Circus Diabolique, i suoi alleati e sottoposti erano stati costretti a finire ogni "marionetta", probabilmente spronati dall'urgenza di trovarla, riparare l'irreparabile e da modalità di scontro a dir poco estreme. Magari -nel caso di Abel- la Dama del Vento avrebbe potuto risolvere la questione in modo meno "drastico", e non servivano ulteriori specifiche a riguardo.

    Per questo annuì con convinzione, spostandosi al centro della stanza con un salto che poco aveva di umano (aiutata in parte da una levitazione ben mascherata). Solo allora, si sarebbe esibita in un'elegante piroetta, accompagnata da un movimento rapido del braccio; ne sarebbe uscita una bordata d'aria, non così violenta da spostarli o destabilizzarli dalle loro posizioni, tuttavia abbastanza carica di radiazioni elettromagnetiche da spegnere per malfunzionamento le bombe brutalmente inserite sui provetti kamikaze.

    Infine, supportando l'idea che i presenti non fossero esattamente dei combattenti, ma poveri disgraziati presi a caso, si mosse con un altro elegante balzo verso il più grosso di loro, posando una mano sulla sua bomba, ben legata al corpo, usandola in pratica come fosse un elettromagnete e tramutando così l'arma in una grossa calamita. Sperando che il suo piano riuscisse a raggiungere il proprio scopo, avrebbe spinto l'uomo-calamita al centro della sala, nella speranza che attirasse a sé tutti gli altri. Anche se slegati, attaccati gli uni agli altri avrebbero certamente trovato molti impedimenti nel muoversi liberamente. Inoltre -cosa più importante- se fosse andata come previsto, sarebbe stato per loro impossibile esplodere.

    Consumo Energetico: 100-5-10=85%
    Riassunto: Si piazza al centro della sala e lancia "Radiazione Elettromagnetica" a consumo medio sui presenti, con l'intento di provocare uno spegnimento delle bombe per malfunzionamento. Se l'attacco va in porto, si lancia sul tizio più grosso (o per corporatura, o perché grasso) e trasforma la sua bomba in una calamita (consumo basso) tramite "Impressione Magnetica". Poi lo lancia verso gli altri, sperando si appiccichino fra di loro tramite le rispettive bombe indossate.

    Weapons
    ♥ Alcarcalime »
    Si tratta apparentemente di un semplice arco bianco lungo circa un metro. Su tutta la sua superficie sono intagliate rune dorate. A contatto con la luce, questo reagisce emanando riflessi argentei. Ha una gittata di trenta metri e comprende un set di frecce realizzate con le stesse leghe metalliche ed organiche servite per forgiare l'arco.
    • Tecniche passive: Arciere Arcano»
      Da sempre i Galanodel sono famosi per la loro abilità di tiratori scelti. Grazie alle sue caratteristiche razziali, la Dama del Vento è perfettamente in grado di lanciare dardi ad una velocità maggiore rispetto la norma senza perdere la precisione del lancio. Questo si traduce in una cadenza di fuoco di 6 colpi a turno, anzichè 3. Inoltre, quando Drusilia lancia una freccia per mezzo di Alcarcalime, è in grado di infondere la sua magia all'interno di essa. Ciò le permetterà di far funzionare magie da "tocco" a distanza, come anche travolgere i propri nemici con tecniche che, altrimenti, non li avrebbero mai raggiunti dato il ridotto raggio d'azione; esse infatti manterranno le medesime caratteristiche, tuttavia partiranno dal punto esatto che colpirà la punta della freccia.

      [Immagne allegata]

    [oggetto + dardi base (10) 1 + dardi aggiuntivi (+10) 1 + cadenza di fuoco raddoppiata 5 + casting nelle frecce 5 = 12pt]


    ♥ Nanatsusaya »
    Lama di raffinata bellezza nonostante la grandezza, anche questa di circa un metro, appare all'altrui sguardo come uno spadone di un singolare materiale trasparente con ben sette punte. Altro non è che caos cristallizato; talvolta manifesta la sua natura emanando nelle situazioni critiche una inquietante aura violacea.
    • Tecniche passive: Chaos»
      La spada che Drusilia porta con sè altro non è che Chaos cristallizzato, creata dall'entità altrettanto caotica chiamata Gulnar il Cartomante. Essendo appunto "caotica", la lama dovrebbe possedere caratteristiche particolari che ne rispecchiano l'aggettivo secondo le varie teorie del caos, prima fra tutte la sensibilità alle condizioni iniziali. Come il fumo di più fiammiferi accesi in situazioni molto simili segue traiettorie di volta in volta molto differenti così la lama potrà mutare forma e modello, divenendo a comando una katana o una spada a una mano, purchè non superi le dimensioni dello spadone, forma iniziale. Inoltre è da considerare l'imprevedibilità, e cioè che non si può prevedere in anticipo il suo comportamento a partire da ciò che ha fatto in passato. Solo Drusilia ed esseri abbastanza inclini al caos potranno infatti manipolarne volontariamente la forma (particolare esclusivamente di bg).

      [Immagne allegata]

    [ oggetto base 1 + Chaos 5 = 6pt]


    Leone d'Ercole »
    Ercole è una figura mitologica che assimila in un solo individuo tutto il concetto di prestanza e forza fisica. Il suo mito è conosciuto soprattutto nel Presidio Orientale grazie ad alcuni libri di storie di Palanthas narranti gesta di eroi e dei stranieri, spesso fonti d'ispirazione per chi -in seguito- si arruolerà negli eserciti come difensore dei deboli e nemico delle ingiustizie. Trattandosi di un mito, non si è certi della reale esistenza di questa figura; alcune reliquie a lui associate -sebbene diano l'impressione di essergli realmente appartenute- potrebbero essere artefatti successivi all'epoca dell'eroe, generati con perizia da mani esperte e maghi potenti. Antiche o meno, resta concretamente la loro indiscussa utilità e potenza: si dice che, anche se non appartenute all'eroe, siano comunque in grado di riprodurre le caratteristiche che lo hanno reso famoso nei vari universi. Uno di questi artefatti è una cavigliera metallica, a forma di leone alato -uno dei simboli di Ercole. Questa, se indossata, annulla l'impossibilità di sommare Power Up passivi oltre il 50% nell'attributo Agilità/Destrezza. Il giocatore potrà infatti accumularli fino al 100%, superando di fatto tutti gli altri personaggi schedati.
    Nota: qualora un singolo personaggio -grazie acquisti e scambi- riuscisse ad ottenere tutti gli oggetti del Set di Ercole (cintura, bracciale destro, bracciale sinistro e Leone di Ercole) ed acquistasse regolarmente tutti i Power Up necessari ad attivarli (2 PU forza passivi + 2 PU resistenza passivi + 2 PU agilità/destrezza passivi) otterrà il potere aggiuntivo di vincere autoconclusivamente qualunque prova di forza, non solo contro i personaggi schedati, ma anche contro qualsiasi png.

    [Immagine]

    Unguento di Rendalim »
    Rinomato presso i guaritori e gli erboristi, oltre che un must negli zaini degli avventurieri più previdenti, questa mistura rossastra dal profumo balsamico è famosa per le sue capacità risananti e cicatrizzanti; se applicato su tagli, contusioni, ustioni, ulcere, o qualsiasi altro tipo di lesione, la sostanza (dalla consistenza gelatinosa e fresca) cancella una quantità di danni fisici cumulativi pari a quelli ricevuti da una tecnica a consumo alto nel giro di un turno; spalmarlo occupa uno slot-tecnica.

    Abilità Passive.

    GALANODEL »
    [Resistenza a Veleni e Malattie: 5 | Difesa da Veleni e Malattie: 2 | Volo: 5 | Assenza di Ombra: 5 | Rigenerazione: 5 | Scurovisione: 5 | Malia tramite Sangue: 5]

    GODDESS OF LOVE »
    [Malia d'Amore: 5 | Anti-Malia: 5 | Lie-Detector: 5 | Mindfuck-Alert: 5 | Trick-Detector: 5 | Empatia: 5 | +10% di Energia: 5][/size]

    LADY OF THE WIND »
    [Manipolazione Atmosferica: 0 | Instant Casting: 5 | Antiauspex-Radar: 5 | Auspex “Radar”: 5 | Auspex di Composizione dell'Aria: 5 | Bonus alla Velocità: 5 | Doppio Bonus all'Agilità: 5+5=10][/size]

    GODDESS OF BEASTS »
    [Linguaggio animale: 5 | Malia di serenità per le sole creature istintive: 5][/size]

    AURA DEI GIUSTI »
    [Malia di carisma][/size]

    Tecniche Attive.

    Radiazione Elettromagnetica »
    In fisica, in particolare in elettromagnetismo, la radiazione elettromagnetica è un fenomeno ondulatorio dato dalla propagazione nello spazio del campo elettromagnetico. Si tratta della propagazione contemporanea di un campo elettrico e di un campo magnetico, oscillanti in piani tra loro ortogonali. La radiazione elettromagnetica si propaga in direzione ortogonale ai due campi. Secondo il modello standard, la quantità discreta ed indivisibile di tale radiazione elettromagnetica è il fotone, mediatore dell'interazione elettromagnetica, ed è una particella (nel senso della meccanica quantistica) che segue la statistica di Bose-Einstein, ovvero un bosone. La velocità di propagazione è costante ed indipendente dalla velocità della sorgente, dalla direzione di propagazione, e dalla velocità dell'osservatore; e nel vuoto è pari alla velocità della luce, la quale è l'esempio più noto di onda elettromagnetica. In un ambiente non vuoto, invece, tale rapidità è in un certo modo limitata da vari agenti (in termini di gdr viaggerà "veloce" come una tecnica di onda d'urto o simili). Nella radio e nella televisione, nei telefoni cellulari, nei computer e nel radar, nel forno a microonde e nelle radiografie: gli utilizzi tecnologici della radiazione elettromagnetica sono particolarmente diffusi.
    Drusilia, inquanto elementarista è quindi in grado di padroneggiare l'elemento "Luce". In base a ciò può lanciare un'onda di radiazione elettromagnetica come se fosse un'onda d'urto, provocando il malfunzionamento o l'interferenza di macchinari, che in base al danno possono esser permanenti o non. Negli esseri viventi provoca danni solo se sono esposti ripetutamente ad esse per un tempo prolungato, cosa quasi impossibile a livelli di gioco.
    Consumo: Medio.

    Impressione Magnetica »
    Un magnete è un corpo che genera un campo magnetico, forza invisibile all'occhio umano ed i cui effetti sono ben noti: sposta materiali ferromagnetici come il ferro e genera attrazione o repulsione fra due magneti. Quelli permanenti sono in particolare formati da un materiale magnetizzato. Gli elettroni giocano un ruolo primario nella formazione del campo magnetico; in un atomo, gli elettroni si possono trovare sia singolarmente sia a coppie, all'interno di ciascun orbitale. Se sono in coppia, si annullano a vicenda a causa di spin uguali e opposti e non possono quindi generare un campo magnetico. In molti atomi, però, si trovano elettroni spaiati, ed in alcuni casi interagiscono fra loro su larghe scale, in modo da essere tutti orientati nella medesima direzione. Questo accade negli stessi materiali tipicamente attratti dalle calamite.
    Uno stratagemma che si sfrutta per generare campi magnetici molto intensi è quello di orientare tutti i domini magnetici di un ferromagnete con un campo meno intenso, generato da un avvolgimento di materiale conduttore all'interno del quale è fatta passare una corrente elettrica, creando cioè l'elettromagnete. Tramite questa tecnica, la Dama del Vento userà per questo la propria mano come elettromagnete e sarà in grado di magnetizzare un gran numero di metalli con il semplice tocco, generando calamite. La forza impiegata sarà sempre la stessa, poiché la mano funge da produttore di campo scarsamente intenso.
    Consumo: Basso.
     
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