Eclissi all'Alba

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    Here, in cherished halls... in peaceful days...
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    Nel contemplare la scena che le si parò davanti nella Reception dell'Accademia, la Dama del Vento ristette immobile ed attonita per un singolo istante, mentre la sua mente -ancora turbata dall'esperienza vissuta quel giorno- sovrapponeva a quell'attacco le immagini di cui era già stata testimone a Kisnoth: quelle persone, quelle che goffamente cercavano di sopraffare Abel senza alcuna reale possibilità, erano chiaramente assenti.

    Drusilia non seppe ovviamente dire chi, in quale modo, e per quale ragione lo stesse facendo, ma... qualcuno li controllava come marionette: ne era certa, perché lo aveva già visto accadere prima di quel momento, e con modalità molto simili; su quello non nutriva alcun dubbio, e gli spilli che sfiguravano i volti inebetiti di quelle vittime c'entravano sicuramente qualcosa.

    Tuttavia, non era quello il momento per perdersi in ragionamenti troppo articolati, perché c'era bisogno di agire, e il Mastino -laconico e conciso- la richiamò all'ordine con calma e fermezza; così, muovendo con il capo un cenno di assenso, la donna passò ai fatti: con un balzo tanto rapido quanto aggraziato, la Galanodel conquistò il centro della sala, e -piroettando su sé stessa come una ballerina- ondeggiò il braccio, sprigionando dallo spostamento d'aria un'onda magnetica che avrebbe messo fuori uso i congegni esplosivi.

    Neutralizzate le bombe, che erano il problema principale -non tanto per i combattenti quanto per quel luogo-, fu il turno di sistemare gli aggressori, loro malgrado esecutori dell'attacco... e il modo migliore che Drusilia concepì per farlo fu forse tra i meno invasivi possibili: un nuovo salto portò la Dama del Vento vicino al più corpulento dei cinque, e il suo tocco trasformò l'ordigno alla sua cintura in un magnete, prima di assestargli uno spintone; a quel punto, gli altri quattro finirono calamitati sul compagno, e -incespicando sgraziatamente- capitombolarono sul pavimento in un groviglio di braccia e gambe.


    « Ben fatto, Drusilia. »

    Al solito, l'asserto di Abel giunse asciutto e sintetico; poi, il Mastino sollevò la destra, e il suo unico occhio dorato si spostò dalla Silfide al quadrante del suo strano orologio da polso, che aveva cominciato a squittire ad intermittenza un flebile bip-bip-bip molto simile a quello delle radiosveglie... e sebbene nulla trasparì all'esterno, fu chiaro dalle sue parole successive che dovesse esserci qualcosa sotto.

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    « . . . »
    serrando i denti fino a farli scricchiolare, dette in un sospiro e pigiò qualche bottone del quadrante
    « ...però devo chiederti di prendere il tuo amico e andartene. Ora. »

    Così, all'improvviso, dopo averlo trovato vittima di un agguato, e senza nemmeno una spiegazione di cosa accidenti stia succedendo. Ceeeerto.

     
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    "Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce,
    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


    (Emanuele Trevi)


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

    « Ben fatto, Drusilia. »
    Tutto sembrò andare per il verso giusto: le bombe erano state disinnescate e le vittime-kamikaze bloccate. Ciò nonostante, gli occhi di Drusilia si sbarrarono e si fece improvvisamente nervosa. Fu abbastanza evidente dalla sua espressione e dal corpo che rimase in tensione, nonostante la colluttazione fosse terminata. In effetti, parve non far nemmeno caso ai complimenti del Mastino.
    « ...però devo chiederti di prendere il tuo amico e andartene. Ora. »

    Il rumore di una radiosveglia proveniente dal suo orologio da polso parve innervosirlo, ma... quella volta Drusilia non ebbe la lucidità di indirizzare l'amato Fratello con dolcezza su metodi o soluzioni più ragionevoli. O magari invitarlo cortesemente ad un lavoro di squadra. Lo avrebbe fatto in molti casi, comprese le situazioni di crisi, ma in quel momento non sentiva più Leon attraverso la Risonanza. Questo era grave... perché l'ultima volta in cui era successo qualcosa di simile, uno degli Arcani era stato chiuso in una voliera. Quel qualcuno era proprio lei, e di sicuro non avrebbe potuto dimenticarselo, anche volendo.

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    -Mi dispiace... ma no.
    Fu categorica, e sembrò pure parecchio irritata.
    -Quello che chiami "mio amico", che dovrebbe essere anche tuo amico... non riesco più a percepirlo. Non è una cosa bella, quando succede. Qualcosa non va, ed è grave.

    Guardò lui, poi il suo orologio, e forse per la prima volta Abel avrebbe incrociato uno sguardo della sua allieva del tutto nuovo. Uno che non aveva mai usato su di lui o durante l'adolescenza trascorsa fra quelle mura sicure. Uno che era apparso nel tempo, fra guerre a Klemvor, invasioni ad Est e Laputa, scontri politici e conflitti di varia natura, spesso molto cruenti. Lo stesso che l'aveva accompagnata durante la Notte della Prima.

    -Sono qui perché sei in pericolo, e non solo tu.
    C'è stata un'esplosione in Presidenza e non sento più Leon.
    Quindi... SMETTILA di agire per conto tuo e dimmi chiaramente che sta succedendo, o non farà che peggiorare.


    Non usò mezzi termini, perché non ve ne era alcun bisogno. Non sarebbe stato nemmeno giusto, indorare la pillola. Se Abel aveva realmente deciso di correggere il tiro delle proprie azioni, quello era un ottimo momento per dimostrarlo.
    -Ho perso Owl. L'ho visto morire davanti ai miei occhi...- le labbra tremarono, gli occhi divennero lucidi. Non per tristezza... ma rabbia -Dovranno passare sul mio cadavere prima che facciano lo stesso con te o Leon. Non permetterò a nessuno di fermarmi. Nemmeno a te.
    Fu chiara e laconica, perché quella era l'unica sua grande certezza.
    Non si sarebbe mossa di un millimetro da quella posizione.
    Non dopo tutto quello che aveva passato... e visto.

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    -Sono pronta, Maestro.

     
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    -Mi dispiace... ma no.

    Il cambio nel tono e nell'atteggiamento della Dama del Vento divenne immediatamente lampante, come lo sarebbe stato ammirare uno stesso paesaggio prima rischiarato dai caldi raggi del sole e poi immerso nell'algida luminescenza del chiarore lunare, passando dall'uno all'altro nell'arco di un battito di cuore...

    ...e sebbene al momento dell'attacco -e nei frangenti subito dopo- le preoccupazioni del Mastino fossero molte altre, e anche piuttosto impellenti, quella
    escursione termica emotiva seppe ugualmente reclamare la propria fetta di attenzione nella scala di priorità dei suoi pensieri.

    -Quello che chiami "mio amico", che dovrebbe essere anche tuo amico... non riesco più a percepirlo.
    puntualizzò la donna, rimbalzando lo sguardo dal viso dell'interlocutore al suo "orologio"
    -Non è una cosa bella, quando succede. Qualcosa non va, ed è grave. Sono qui perché sei in pericolo, e non solo tu. C'è stata un'esplosione in Presidenza e non sento più Leon.

    L'unico occhio visibile del Cacciatore si incatenò -impassibile come sempre- a quelli verdi della donna, ora divenuti più duri (per quanto non esattamente ostili), ma... a dispetto dell'apparenza, la ascoltò molto attentamente, provando a ponderare la questione.

    Che il sosia della Maestra fosse svanito dall'Accademia era effettivamente un problema... e,
    non che da lì a poco non lo sarebbe stato anche la sua presenza in quel luogo, ma certamente inventarsi una qualche spiegazione da fornire sarebbe stato meno impegnativo di avviare una nuova indagine.
    Inoltre, per quanto razionalmente sconosciuto gli fosse quel tipo biondo, l'inconscio senso di familiarità che gli ispirava era un dato di fatto... e saperlo disperso non gli fece per nulla piacere.


    -Quindi... SMETTILA di agire per conto tuo e dimmi chiaramente che sta succedendo,
    o non farà che peggiorare.


    L'unico segno di mutamento sul granitico volto da sfinge dell'Hunter -tanto lieve da apparire impercettibile- fu un vago serrarsi delle labbra ben disegnate: per quanto la richiesta di spiegazioni di Drusilia fosse perfettamente legittima da qualsiasi angolazione la si guardasse, e il suo consiglio a non isolarsi certamente sensato, Abel aveva le sue ragioni per agire come aveva scelto di fare... e cose oggettivamente vantaggiose come la pura e cruda logica, o la convenienza del momento, avevano già più volte in passato perso il confronto con quella che era la sua motivazione.

    Il che non lo rendeva in qualche modo giustificato, e neppure pienamente convinto,
    ma solo estremamente leale ai suoi voti.
    E testardo.

    -Ho perso Owl. L'ho visto morire davanti ai miei occhi...-

    ...quello, però, fece male. E a più di un livello. Non per la rabbia che quel tono categorico ostentava, ma per il dolore al di sotto: un dolore che aveva il sapore amaro del senso di colpa, perché pensava ancora che avrebbe dovuto essere lì a viverlo con lei...

    Un dolore che finì per sentir
    risuonare da lei a lui come fosse proprio, e che gli echeggiò dentro come se egli fosse stato lì negli ultimi momenti del Gufo, a viverli con l'Angelo sulla propria pelle... e quell'impressione -più forte e profonda di qualsiasi suggestione- gli trasmise una sensazione disgustosa tale da fargli tremare le viscere e mancare il fiato, quasi avesse incassato un cazzotto all'imboccatura dello stomaco.

    -Dovranno passare sul mio cadavere prima che facciano lo stesso con te o Leon.
    Non permetterò a nessuno di fermarmi. Nemmeno a te.


    Ma il Mastino non ripiegò la coda tra le gambe, e la Torre non si rassegnò a crollare sulle proprie fondamenta; stoico, rimase immobile al suo posto, sostenendo la vista straziante di quegli occhi verde smeraldo velati da lacrime ardenti... incapace di non sovrapporre a quella visione quella di altri occhi verdi velati da altre lacrime, che in altri tempi gli portarono altro dolore.

    -Sono pronta, Maestro.

    Serrando le palpebre e i pugni guantati, lasciando le braccia in tensione lungo i fianchi, il Cacciatore bendato prese un profondo respiro -forse per riordinare le idee, forse per calmarsi-, e tornando ad aprire gli occhi, appuntò lo sguardo aureo in quello della Dama: non aveva tempo o modo di spiegarle gli eventi di un decennio nei minimi particolari, e tuttavia -in segno di buona volontà- avrebbe almeno provato a sintetizzarle i punti più rilevanti nell'immediato... a cominciare da quanto accaduto.

    jpg« Da un po' di tempo a questa parte sono diventato il bersaglio di alcuni killer prezzolati. »
    esordì l'uomo, con tono estremamente posati, quasi fosse tutto normale
    « Non ho avuto occasione di fare ricerche sui mandanti, perché ho altro da fare, e perché... per lavoro ho fatto parecchie cose a parecchie persone, quindi scoprire chi ce l'abbia con me e per cosa sarebbe un dispendio di tempo ed energie notevole. »

    Non stava mentendo su nulla, e anche la pacatezza del suo minimizzare quella situazione era decisamente sincero: non gli sembrava davvero nulla di eccezionale o di grave, per uno che aveva scelto il mestiere di Cacciatore e ne aveva accettato i rischi e le conseguenze.

    « Immagino che si tratti comunque di qualcuno di facoltoso o di disperato, per spendere una somma di denaro tale da ingaggiare la Famiglia Zoldick. »

    Spostando il tiro delle iridi color vino bianco dall'interlocutrice agli attentatori inebetiti -ancora aggrovigliati sul pavimento della Reception-, Abel evitò ogni digressione; dopotutto, gli Zoldick erano la famiglia di Assassini più rinomati del mondo, e non abbisognavano di presentazioni di sorta.

    « Beast-666, il sistema informatico che gestisce l'Accademia, aveva un filtro riguardante le autorizzazioni agli Zoldick da tenere fuori, ma è già qualche tempo che disfunziona e potrebbe essere stato ingannato. »
    raccontò il Mastino -al solito- senza tradire alcuna preoccupazione o trasporto
    « Probabilmente, l'artefice dell'attacco -la persona che controlla questi civili- è ancora da qualche parte nelle pertinenze dell'Accademia, che ci osserva... ma non credo tenterà qualcos'altro troppo presto, perché per riprovarci avrà bisogno che si calmino le acque. »

    Pronunciando quelle parole, l'"orologio" dell'Hunter bippò ancora una volta, ma stavolta lo sguardo di Abel non fuggì verso l'apparecchio, bensì verso le doppie porte di ingresso della Reception, tendendo le orecchie verso un suono lontano che solo i suoi sensi sovrasviluppati potevano udire; quando riportò lo gli occhi sulla sua interlocutrice, incatenandoli a quelli di Drusilia, lo fece spezzando la propria immobilità per posarle con fermezza e delicatezza le mani sulle spalle, e la sua voce seria sembrò anche più grave del solito.

    « Beast mi sta informando che alcune auto del Consiglio Supremo degli Hunter stanno venendo qui: ignoro il motivo della visita, ma hanno già varcato i cancelli della tenuta, e saranno all'ingresso a momenti. »
    le spiegò, cercando di mostrarsi pragmatico, e provando a condividere il suo ragionamento
    « Visto che non si è ancora fatto vedere, sono di certo un imprevisto per lo Zoldick e la loro presenza farà da deterrente, ma il loro arrivo è positivo soprattutto perché così potranno occuparsi di queste persone. »
    la sua attenzione non deviò da lei neppure un istante, ma stava chiaramente riferendosi ai "puntaspilli"
    « ...di contro, sarebbe meglio che il Consiglio non ti trovi qui: per questo devi nasconderti o andartene. Subito. »

    Sbuffando, evidentemente combattuto lui stesso sul da farsi in quel frangente, la Torre gettò uno sguardo alle scale che dall'atrio portavano ai piani di sopra: la tenue caligine dell'esplosione avvenuta poco prima cominciava ora a spandersi in nastri di fumo sottili come seta, facendo capolino dal pianerottolo dell'ultimo piano... e l'assenza del Sole cominciò a farsi decisamente pesante nell'equazione di quel momento.

    Perché andare ad indagare cosa fosse successo lassù era forse l'unica cosa che rimaneva da fare... ma che l'Amore si avventurasse in quel compito da sola era fuori discussione.


    « Non abbiamo molto tempo prima che arrivino all'edificio principale. »
    ribadì Abel, forse più a sé stesso che alla fanciulla che gli stava davanti
    « Andiamo a controllare cosa è successo in Presidenza, e facciamo presto. »

    Così dicendo, liberò le spalle della Dama del Vento dalla sua presa, ma la destra le scivolò lungo un braccio per prenderla per mano; poi, il Cacciatore si voltò e cominciò a far strada verso le scale, determinato sulla faccenda a cui dare priorità in quel momento: gli "ospiti" avrebbero aspettato. O sarebbero entrati da soli. Certamente non intendeva rimanere a riceverli, lasciando Drusilia da sola in un ignoto pericolo potenziale. Non di nuovo.

     
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    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


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    « Da un po' di tempo a questa parte sono diventato il bersaglio di alcuni killer prezzolati.
    Non ho avuto occasione di fare ricerche sui mandanti, perché ho altro da fare, e perché... per lavoro ho fatto parecchie cose a parecchie persone, quindi scoprire chi ce l'abbia con me e per cosa sarebbe un dispendio di tempo ed energie notevole. Immagino che si tratti comunque di qualcuno di facoltoso o di disperato, per spendere una somma di denaro tale da ingaggiare la Famiglia Zoldick. »

    Nell'ascoltare quella spiegazione, Drusilia si sorprese, finendo poi per storcere le labbra in segno di disappunto: il discorso del Maestro aveva perfettamente senso, tuttavia quel nome le riportò alla memoria uno dei tanti spauracchi usati dai suoi per spaventarla ed evitare che fuggisse di casa.
    « Beast-666, il sistema informatico che gestisce l'Accademia, aveva un filtro riguardante le autorizzazioni agli Zoldick da tenere fuori, ma è già qualche tempo che disfunziona e potrebbe essere stato ingannato. Probabilmente, l'artefice dell'attacco -la persona che controlla questi civili- è ancora da qualche parte nelle pertinenze dell'Accademia, che ci osserva... ma non credo tenterà qualcos'altro troppo presto, perché per riprovarci avrà bisogno che si calmino le acque. »
    Di nuovo, Drusilia non parlò, limitandosi a guardarsi attorno con aria circospetta. Davvero qualcuno era nei paraggi? E li spiava? Non aveva sentito nulla... ed era grave.

    « Beast mi sta informando che alcune auto del Consiglio Supremo degli Hunter stanno venendo qui: ignoro il motivo della visita, ma hanno già varcato i cancelli della tenuta, e saranno all'ingresso a momenti. Visto che non si è ancora fatto vedere, sono di certo un imprevisto per lo Zoldick e la loro presenza farà da deterrente, ma il loro arrivo è positivo soprattutto perché così potranno occuparsi di queste persone. ...di contro, sarebbe meglio che il Consiglio non ti trovi qui: per questo devi nasconderti o andartene. Subito. »
    Poi le prese la mano, dopo aver sonoramente sbuffato, portando Drusilia a mettere un po' il broncio.
    « Non abbiamo molto tempo prima che arrivino all'edificio principale. Andiamo a controllare cosa è successo in Presidenza, e facciamo presto. »

    Seguendo il Maestro passivamente e con un evidente broncio stampato sulla faccia, Drusilia si lasciò condurre alla Presidenza... trovandola vuota, oltre che in ordine. Questo non le piacque, ma potevano esserci diverse ragioni ad una sparizione tanto in sordina... se non si considerava l'esplosione. Dopotutto, era stata Alfiere nel Presidio famoso per la più prestigiosa Scuola di Magia del Semipiano, ed anche se non aveva mai studiato attivamente, aveva nel tempo assimilato alcune conoscenze utili o "pratiche", che avrebbero in qualche modo potuto aiutarla durante le missioni più disparate.
    Innanzitutto, sapeva dell'esistenza di incantesimi di invisibilità, tasche dimensionali o passaggi attivabili attraverso oggetti... ed il fatto che Leon si era diretto lì ad indagare su Kora rendeva molto plausibile un'ipotesi simile. Gli unici dubbi riguardavano il "cosa" ed il "come", considerando che Abel aveva passato anni in Accademia senza attivare un bel niente.

    Iniziò ovviamente a guardarsi attorno... e notò una scatolina per terra.
    -Hai mai toccato quell'oggetto prima?- domandò ad Abel, indicando l'oggetto sospetto -Sospetto che Leon abbia attivato qualcosa... ma non son sicura che si tratti di un passaggio o una trappola.

     
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    Pur con lo sguardo verde accigliato, e il volto perfetto atteggiato in un broncio colmo di disappunto -ulteriormente sottolineato dagli sbuffi insofferenti che le evadevano le labbra rosse e ben disegnate- la Silfide seguì il Mastino su per le scale dell'edificio principale dell'Accademia.

    Dato l'ottimo stato di allenamento di entrambi, arrivare all'ultimo piano non fu particolarmente faticoso, ma percorrere il corridoio ancora invaso da dense volute di fumo nero -dallo spiacevole odore sulfureo- fu alquanto fastidioso... soprattutto per Drusilia, a cui quella fosca caligine avrebbe ancora una volta riportato alla mente l'aura demoniaca a cui era stata forzatamente esposta nella fatidica Notte di Orrori che aveva cambiato lei ed Endlos per sempre.

    Stavolta, tuttavia, nessuna barriera mistica avrebbe posto limite o freno alla sua volontà, e un colpo di vento sarebbe bastato a disperdere la negatività, spingendola fuori dalle finestre come un ospite indesiderato, e bandendola da quel luogo a suo modo sacro, che era stato per lei nido e crisalide.

    Raggiunti i doppi battenti in fondo al corridoio dell'ultimo piano -lasciati probabilmente dischiusi da Leon al suo passaggio-, i due si ritrovarono sulla soglia della Presidenza: un ambiente spazioso ed elegante, attualmente ancora tenuemente velato dalla stessa nerastra caligine demoniaca già dilagata per il corridoio e le scale... ma comunque luminoso, ora che i pesanti tendaggi di velluto verde bosco erano stati ammainati dal precedente visitatore, scoprendo un ampia finestra, coronata da schegge di vetro frastagliate.

    Il resto della vetrata doveva essere stata proiettata all'esterno dalla misteriosa esplosione occorsa poco prima (più un'onda d'urto, si sarebbe potuto dire adesso, data l'assenza di un calore anomalo o del segno di bruciature), precipitando in giardino, e il miasma negativo doveva essersi disperso da lì... complice soprattutto la freccia scagliata dall'Angelo al suo ritorno dal gazebo, ancora conficcata nel davanzale.

    Per il resto, lo stanzone sarebbe apparso arredato esattamente come ci si aspetterebbe da un qualsiasi studio: librerie alle pareti, divanetti con un tavolino da una parte, e una grande scrivania nel centro, con poltroncine imbottite pronte ad accogliere tanto il titolare quanto un paio di ospiti, per confortarli in discussioni probabilmente impegnative e troppo seriose... Questa, almeno, sarebbe stata l'impressione che Drusilia avrebbe ricavato da quell'atmosfera,
    non essendo effettivamente mai stava convocata lì, prima, nel tempo del suo addestramento.

    In ogni caso, la camera si presentava in ordine ad un primo colpo d'occhio: nonostante i documenti impilati sullo scrittoio e i numerosi oggetti sparsi in giro l'avrebbero fatta sembrare ancora abitata -quasi la sua proprietaria si fosse assentata di colpo ma progettasse di farvi ritorno presto-, lo spesso strato di polvere che rivestiva le superfici avrebbe lasciato facilmente intuire il suo inequivocabile stato di abbandono... ma avrebbe anche permesso di ripercorrere le tracce lasciate dal Paladino,
    misteriosamente scomparso.

    Senza dire una parola, Abel si avvicinò alla scrivania per ispezionare i punti dove la polvere era stata smossa, ripercorrendo i movimenti dell'uomo biondo -ora volatilizzatosi-, e cercando di capire quale criterio ne avesse animato la ricerca; a Drusilia, invece, avvantaggiata dalle sue conoscenze Endlossiane e delle sue sempre spiccate doti di pensiero laterale, bastò guardarsi intorno per notare una scatolina, caduta su un angolo del tappeto.

    -Hai mai toccato quell'oggetto prima?-
    domandò, indicando la propria scoperta all'altro
    -Sospetto che Leon abbia attivato qualcosa...
    ...ma non son sicura che si tratti di un passaggio o una trappola.


    Voltandosi verso l'Angelo, e concentrando l'attenzione dell'occhio d'oro sulla scatoletta foderata di velluto rosso, il Mastino arricciò le labbra in un'espressione infantilmente imbronciata e scrollò le ampie spalle con aria abbastanza dimessa.

    « Non ricordo quello in particolare, ma la Maestra ne riceveva qualcuno, ogni tanto. »

    Muovendo qualche passo verso la piccola confezione, il Cacciatore vi si accucciò davanti, la fissò intensamente per qualche istante, e vi impose una mano a distanza di qualche centimetro, quasi sondando l'oggettino con chissà quale senso segreto; infine, lo raccolse da terra e l'avvicinò al volto, esercitando una lieve pressione del pollice sul bottoncino a ridosso della chiusura per aprirlo: quando la serratura del piccolo scrigno si desigillò con uno scatto, rivelò al suo interno l'alloggiamento per un anello... attualmente mancante.

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    « Data la visibilità ottenuta con la nomina a Presidentessa dell'Associazione, non era infrequente che qualche eccentrico squilibrato finisse per ossessionarsi e cominciasse a spedirle regali... compresi gioielli, con proposte di matrimonio. »
    spiegò, con seccatura palese, cominciando a setacciare il pavimento con lo sguardo alla ricerca del monile
    « Di solito, quando era in sede, ci pensava lo Zoldick ad intercettare quel genere di articoli e disfarsene, ma... immagino che con la scomparsa della Maestra, anche lui avrà altro a cui pensare. »

    Rimettendosi in piedi e cominciando a muoversi lungo il perimetro della stanza, Abel adagiò la scatola rossa sul ripiano della scrivania... lasciandola così esposta allo sguardo verde di Drusilia, che -forte di tutto un altro più ampio bagaglio di conoscenze- avrebbe notato qualcosa facilmente passato inosservato ai radar del Mastino: la fodera interna del cofanetto presentava infatti un'elegante decorazione circolare, impressa in nero sul velluto rosso...

    Un disegno composto da motivi floreali, in cui solo un attento esame avrebbe rivelato -disseminati qui e là lungo il perimetro- una serie di ghirigori ed arabeschi quasi certamente riconducibili a qualche complesso glifo arcano, sapientemente camuffati nell'intreccio di rose e rovi spinosi.
    Un sigillo. Probabilmente demoniaco, se l'immaginazione non l'ingannava facendole vedere le linee stilizzate di una stella pentacolare inscritta a rovescio nel cerchio di quello che sarebbe potuto facilmente passare per il logo di una qualche marca.

    « Dell'anello nessuna traccia. »
    annunciò l'Hunter Bendato, tornando ad incombere accanto alla fanciulla
    « ...però sotto il divano ho trovato questo. L'onda d'urto deve averlo spedito lì. »

    Il "questo" a cui il Cacciatore Nero si era riferito -e che stava porgendo ora porgendo alla Dama del Vento- altro non era che una piccola busta da lettere nera, aperta, da cui spuntava un cartoncino nero anch'esso, con poche parole stampate sopra in un font elegante e sinuoso -simile a quello che componeva il circolo di potere-, di rosso vivido quanto il velluto della scatola... che probabilmente era pensato per richiamare.
    La frase recitava solo una ben strana domanda...

    "Non c'è luogo per noi, non c'è tempo per noi... Chi aspetta in eterno, dunque?"

     
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    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


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    Accademia degli Hunters, Mirach.

    « Non ricordo quello in particolare, ma la Maestra ne riceveva qualcuno, ogni tanto. »
    Dopo essersi accertati che nulla fosse attivo e che potesse nuocerli, Abel confermò a Drusilia che quelle scatole non fossero insolite.
    « Data la visibilità ottenuta con la nomina a Presidentessa dell'Associazione, non era infrequente che qualche eccentrico squilibrato finisse per ossessionarsi e cominciasse a spedirle regali... compresi gioielli, con proposte di matrimonio. Di solito, quando era in sede, ci pensava lo Zoldick ad intercettare quel genere di articoli e disfarsene, ma... immagino che con la scomparsa della Maestra, anche lui avrà altro a cui pensare. »

    In effetti, del suo Maestro Killua -quello a cui era stata assegnata per l'introduzione ai Principi del Nen e che di fatto le aveva insegnato ad utilizzarlo- non aveva più notizie da diversi anni, ed aveva quindi finito per stringere i rapporti principalmente con Owl e Abel, rispettivamente Maestri di Yang e Rain, gli studenti a lei più vicini. Le era anche capitato di incontrare diverse volte il Maestro Gabriel, ma Killua aveva fatto perdere le sue tracce già da molto prima della sua partenza su Endlos. Cosa lo avesse spinto a volatilizzarsi, Drusilia lo ignorava del tutto... e -francamente- nemmeno le interessava, non avendolo trovato particolarmente simpatico, socievole o interessante. Per quello che ricordava -infatti- non aveva avuto con lui altri contatti se non a lezione, e spesso il suo Maestro l'aveva più volte ignorata per dedicarsi totalmente all'altra studentessa, sua vecchia conoscenza e probabilmente motivo principale per cui aveva accettato di sostenere delle lezioni.

    « Dell'anello nessuna traccia. » annunciò infine Abel, dopo un'attenta ricerca del contenuto della scatola « ...però sotto il divano ho trovato questo. L'onda d'urto deve averlo spedito lì. »
    Fu così che le avvicinò una piccola busta da lettere nera, aperta, da cui spuntava un cartoncino del medesimo colore, con poche parole stampate di rosso vivido quanto il velluto della scatola.

    Dopo aver visto chiaramente i simboli impressi sulla scatola, riconoscendoli non solo come glifi Arcani, ma come probabili richiami alle forze del Male, Drusilia fu ben attenta dal pronunciare ad alta voce la domanda, più che consapevole di non dover far nulla di azzardato, se non aveva almeno chiaro il funzionamento di oggetti del genere. Storse soltanto la bocca, palesando sul volto eburneo l'evidentissimo disappunto verso tutti quei segnali estremamente funesti, e che probabilmente nessuno tranne lei in quel posto sapeva tradurre.

    GqQtGPJ

    -Credo siano simboli demoniaci, o comunque arcani. Considerando come son camuffati bene, propendo verso l'idea che Leon sia caduto in qualche trappola- dovette ammettere, arrabbiandosi alla sola idea -Però Leon non è stupido e conosce molto bene queste cose: dubito ci sia cascato "facilmente". In realtà, considerando la sua esperienza, potrebbe essere anche sparito volontariamente... ma a quel punto avrebbe cercato un modo per avvisarmi.
    Escluse a priori la lettera nera, perché era evidente fosse legata alla scatola e non somigliava nemmeno per sbaglio ad un messaggio improvvisato. Sbuffò, portandosi una mano sul mento e riflettendo a voce alta.
    -Sicuramente, in tutta questa storia, centra l'anello scomparso... e sono in dubbio sulla possibilità che questo messaggio sia un avvertimento o un indovinello la cui risposta è considerabile come "parola-chiave" per attivare il glifo.
    Però non ho una risposta precisa. Potrebbe essere "Nessuno", "gli altri", o magari qualche pensiero più profondo come "l'Amore" o "Dio". Potrebbe anche essere un messaggio in codice a cui solo Kora avrebbe saputo rispondere correttamente, ma non spiegherebbe la sparizione di Leon, dell'anello, o il fatto che sia riuscito ad azionarlo.


    La verità era che c'erano fin troppi scenari plausibili, e lei non aveva indizi su quale fosse più probabile. La fretta di trovare il Fratello scomparso -poi- certamente non l'aiutava a ragionare in modo completamente lucido.
    Rigirandosi la scatolina fra le mani e rabbuiandosi ancora, Drusilia abbandonò l'indovinello per focalizzarsi sul dettaglio principale che le martellava in testa, innervosendola più degli altri: mancava un oggetto, e non avevano visto nessuno entrare o uscire dalla stanza.
    -Forse...
    Come illuminata da un'epifania, si diresse a tutta velocità sul balcone, cercando per terra e fra i vetri rotti. Lei aveva creato un vuoto d'aria per spingere il fumo verso l'esterno: forse aveva spostato anche un oggettino così piccolo.

     
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    -Credo siano simboli demoniaci, o comunque arcani. Considerando come son camuffati bene, propendo verso l'idea che Leon sia caduto in qualche trappola. Però Leon non è stupido e conosce molto bene queste cose: dubito ci sia cascato "facilmente".-

    Nonostante il disappunto e lo scetticismo che incresparono le labbra della donna al solo pensiero che il Paladino potesse aver commesso qualche errore, il Mastino si ritrovò subito concorde con l'ipotesi che fosse caduto in trappola: se quelli notati dalla Dama del Vento erano effettivamente simboli dotati di un qualche potere, oltre a riconoscere merito al fatto che fossero stati nascosti in maniera piuttosto scaltra, c'era da considerare che i tranelli non erano sempre qualcosa che si potesse eludere semplicemente basandosi sull'intelligenza.

    Con il glifo piazzato in quel modo sotto il coperchio, non sarebbe stato possibile accorgersene se non aprendo la scatola... e se il rivestimento esterno fosse stato trattato in qualche modo particolare, forse puntato proprio ad eludere eventuali percezioni soprannaturali, le chance di accorgersi per tempo dell'inganno diventavano tragicamente basse: lui stesso, prima di prendere in mano il cofanetto non aveva rilevato nulla di sospetto; segno che il lavoro fosse stato eseguito in maniera tanto pulita da fare in modo che non ci fossero residui, o che lui non fosse in grado di avvertirli per qualche ragione.

    Dopotutto, pur ignorando l'identità del mandante di quell'attentato, poteva darsi per certo quella del destinatario originariamente designato... e che Kora Lewis fosse una sensitiva era una diceria risaputa, oltre che qualcosa di confermabile da chiunque potesse acquistare quella banale informazione sul sito ufficiale degli Hunter.
    Chissà se c'entrava qualcosa il fatto che l'uomo scomparso somigliasse tanto alla Maestra...?

    Per quel poco che Abel poteva dedurre sull'accaduto dall'ambiente circostante, non c'erano tracce di colluttazione di sorta, quindi il biondo poteva sì essersene andato volontariamente (ma in tal caso, come aveva detto la donna, perché non lasciare un qualche avvertimento?) o contro il proprio volere, ma... in entrambi gli scenari, l'unica certezza era che...

    - Sicuramente, in tutta questa storia, centra l'anello scomparso... e sono in dubbio sulla possibilità che questo messaggio sia un avvertimento o un indovinello la cui risposta è considerabile come "parola-chiave" per attivare il glifo.

    Chiuso nel suo solito inviolabile silenzio, il Mastino ascoltò le ipotesi che Drusilia formulava su una possibile risposta alla domanda presente sul cartoncino nero: analogamente a lei, nell'ottica che quello fosse davvero un indovinello, anche Abel vedeva fin troppe possibilità per poter assumere che vi fosse una soluzione esatta, che fosse unica e inequivocabile; la teoria che fosse un qualche messaggio in codice che solo la Maestra avrebbe inteso era invece già più facile da immaginare...

    ...ma questo voleva solamente dire che ella avesse una qualche conoscenza pregressa del suo Stalker, che non era un elemento granché determinante, in prospettiva del fatto che la Luna avesse passato su Mirach un tempo considerabilmente più lungo di una vita mortale, e che avesse la tendenza a sparire per dei periodi più o meno brevi, accusando più di frequente che no fenomeni di black-out e perdita della memoria. Che conoscesse il mittente di quel cofanetto era perciò un indizio non granché utile, al momento.


    -Forse...

    Intanto, rigirandosi lo scatolino vermiglio tra le mani, l'Angelo -colta da un'illuminazione- si era spinta fino alla vetrata semidistrutta, controllando i pressi del davanzale, alla ricerca dell'oggetto smarrito... ma tutto ciò che trovò furono schegge di vetro, nuvolette di polvere, residui di cenere e fuliggine, e altri piccoli detriti rilasciati dall'intelaiatura della finestra e della parete. E, al di là del davanzale, la visione di quattro grosse automobili nere che scivolavano silenziose sul viale principale dell'Accademia.

    « Mh... Non mi sembra troppo plausibile: se era una trappola, ormai è già scattata. »
    arricciando le labbra in una smorfia poco convinta, il Cacciatore scosse la testa
    « Ammetto di non conoscere eventuali specifiche di questa form di poteri, ma di solito, una volta che una trappola scatta, per ripetere i suoi effetti si dovrebbe ricaricarla e riarmare il meccanismo. »

    Se avesse avuto ragione, la possibilità di "ricreare l'esperimento" era probabilmente infattibile in assenza del misterioso gioiello, ma... per quanto fosse la volontà di rassicurare Drusilia sulla sorte di Leon ad animarlo in quel frangente, Abel aveva l'irrazionale sensazione che il Sole fosse certamente vivo, da qualche parte... ma aveva bisogno di qualche argomentazione più concreta per alleviare la preoccupazione di Drusilia.

    « In ogni caso, Leon mi è parso un veterano con esperienza. E -come hai detto anche tu- non è stupido, perciò... è molto probabile che, in qualsiasi situazione si trovi ora, saprà uscirne e... si metterà in contatto con te il prima possibile... in qualche modo... »

    Non il massimo della rassicurazione, ma le sue capacità relazionali erano sempre state quanto meno carenti... ma, se non altro, aveva almeno dato un segnale della propria volontà e offerto uno spunto di riflessione, no? Provaci ancora, Abel!

    « ...cos-?! CHE STA SUCCEDENDO QUI?! »

    jpgNello stesso momento, rimbalzando tra le volte dell'atrio, esclamazioni di sorpresa e voci concitate echeggiarono dalla Reception fino alle loro orecchie, annunciando che gli uomini del Consiglio degli Hunter dovevano essere infine arrivati ed entrati... e che i loro sguardi dovevano essere immancabilmente caduti sulle vittime che il sicario aveva poc'anzi mandato all'attacco allo sbaraglio, rimaste riverse nella Reception.

    « Lerge, attiva immediatamente l'En. Tutti gli altri, pronti all'azione. »
    con autorità e prontezza, qualcuno prese pacatamente le redini, direzionando i compagni
    « Mentai, prendi il mio telefono e richiedi immediatamente un'unità medica di pronto intervento al Presidente. »

    « Entra in Zetsu. E resta qui. »
    istruì Abel, posando una mano sulla spalla di Drusilia
    « Mi occupo io di loro. »

    E senza aggiungere altre spiegazioni, il Mastino si sarebbe voltato per dirigersi alla porta della Presidenza, chiudendo i doppi battenti dietro di sé ed allontanandosi lungo il corridoio -deciso ad intercettare i visitatori prima che si alzasse un polverone- e lasciando la fanciulla sola nella grande sala.

    Con l'unica compagnia delle proprie congetture e preoccupazioni, la Dama del Vento avrebbe inevitabilmente finito per tendere le orecchie... captando scampoli della conversazione che andava svolgendosi qualche piano più sotto: con i suoi tipici modi, tutt'altro che cerimoniosi -o anche solo accomodanti-, Abel aveva accolto i nuovi arrivati spiegando loro la situazione e affermando che tutto fosse sotto controllo, e che perciò
    potevano anche andarsene.

    « Siamo certamente lieti di constatare che state bene e che la minaccia sia stata contenuta... ma devo ammettere che non eravamo a conoscenza delle intenzioni degli Zoldick, perciò non è tale ragione a spingerci a questa visita. »
    con inscalfibile garbo, il portavoce del Consiglio non fu comprensibilmente propenso ad accettare la richiesta
    « Sono emersi nuovi elementi su un vecchio caso, e abbiamo bisogno con una certa urgenza della sua presenza al quartier generale di Swardani City per sbrogliare alcune questioni della massima importanza. »

    « Di che si tratta? »

    « Non posso spiegarle ora. Come detto, sono argomenti delicati, e sarebbe imprudente parlarne a potenziale portata d'orecchio di un Assassino. »

    « Per quando sono convocato? »

    « Immediatamente. Siamo qui proprio per scortarla a destinazione.
    Partiremo non appena l'elisoccorso sarà arrivato a prelevare i Puntaspilli. »


    « L'elicottero sarà qui in dieci minuti...però credo manchi ancora qualcuno. »
    rese noto a tutti uno degli altri presenti
    « Anche se solo per qualche istante, il mio En ha percepito una presenza al piano di sopra... »

    Il sospetto che l'anonimo Cacciatore si stesse riferendo proprio alla Dama del Vento -asserragliata nella Presidenza all'ultimo piano- fu immediatamente una certezza nella mente del Mastino... una cosa che avrebbe probabilmente finito per destare anche l'attenzione degli altri astanti.

    « Un altro Puntaspilli? » « No. » « Non siete rimasto da solo, qui in Accademia? » « Si, è così. » « Potrebbe trattarsi del sicario: in tal caso dovremmo controlla- » « No. Non serve. »

    Come prevedibile, non essendo Abel mai stato il tipo da andare troppo per il sottile, non provò neppure a fare mistero della propria contrarietà all'idea che chiunque mettesse piede ai piani di sopra, ma... altrettanto facilmente, quel categorico atteggiamento di chiusura finì per accentuare i sospetti e la curiosità di tutti, e -pur senza essere in grado di vederlo- Drusilia avrebbe certamente potuto immaginare suo fratello nell'atto di bloccare fisicamente l'accesso alle scale pur di far valere la sua volontà.

    Per qualche istante, nei piani inferiori calò un certo silenzio, denso, teso e pesante; poi, un coro di singulti imbarazzati, vocalizzi sorpresi e mormorii morbosi anticiparono il risuonare di una voce femminile -e ormai nota alla Galanodel-, che ruppe la quiete con disinvoltura giuliva
    e tempismo impeccabile.

    « Non c'è bisogno di essere così teso, tesoro:
    non è mica un crimine concedersi un po' di compagnia... »

    il tono allusivo dell'ultima parola sembrò fatto apposta per alimentare sottintesi maliziosi
    « Oh, se non sono i Signori Hunter del Consiglio! Buongiorno! ❤️ Passare la notte con qualcuno non è ancora illegale, dico bene? »

    « No, non per quanto io sappia, sebbene dipenda dal luogo. Lei è la Signorina...? »

    « Ludmylla. Ludmylla Romanova. Serve che vi mostri i documenti? Perché credo di averli lasciati nelle tasche dei pantaloni e non so dove siano finiti. »

    « ...no, non è necessario: immagino basti il benestare Signor Dunkelsiegel... »

    « Naturalmente. »

    Dopo quel breve scambio, calò nuovamente il silenzio, che si protrasse fino al momento in cui il rombo degli elicotteri in avvicinamento non diede agli uomini qualcosa di cui poter parlare a voce alta: nella concitazione che seguì, i Puntaspilli furono velocemente messi in barella, caricati sul grande elicottero inviato dal più vicino ospedale, e portati via in volo; quando la sala si svuotò, e gli Hunter del Consiglio furono tutti radunati davanti alle scale esterne dell'edificio, Abel era in mezzo a loro.

    « E... la signorina...? Resta qui...? »
    chiese dubbioso quello che doveva essere il leader del gruppo: un biondino in completo scuro
    « Se ha bisogno, possiamo farla riaccompagnare da qualche parte. »

    « Oh, no, non preoccupatevi di me: io ho ancora alcune cosette da fare. »
    sentenziò con leggerezza la voce di Sasha, proveniente dalla soglia del palazzo
    « ...tipo trovare i miei pantaloni. »

    Seguì un momento di silenzio, nel corso del quale il Biondino si volse a cercare lo sguardo del Mastino, legittimamente dubbioso del fatto che il gelosissimo padrone di casa avrebbe permesso a qualcuno di rimanere in quel luogo per lui sacro in sua assenza e senza la sua supervisione... e la risposta secca di Abel, non fece con ogni probabilità che alimentare la curiosità e la confusione.

    « Ha detto che resta qui. Problemi? »
    « ...no, nessuno. Allora, possiamo partire. »
    « Cercate di riportarmelo presto! »

    Senza aggiungere niente altro, i due uomini salirono su una delle vetture e partirono, e una volta che le automobili nere si furono allontanate -sgomberando il giardino dove si erano parcheggiate-, il silenzio tornò ad echeggiare per le alte volte del vasto e nuovamente vuoto edificio; una volta certa di avere campo libero, Drusilia poté abbandonare lo studio della Presidenza, muovendosi indisturbata per l'Accademia e ricongiungendosi a Sasha Ludmylla.

    E trovandosela davanti, incontrandosi a mezza strada sulle scale del secondo piano, avrebbe probabilmente capito le ragioni dell'imbarazzo che aveva colpito gli Hunters del Consiglio al suo arrivo: allarmata dalla chiamata dell'Amore, nell'evidente fretta di arrivare sul posto, la Temperanza si era presentata lì ricorrendo ai metodi poco ortodossi della Corte, con indosso una larga camicia bianca
    e nient'altro. Un abbigliamento che aveva in ogni caso rigirato a proprio favore nella sceneggiata di poco prima.

    « Eccoti. Niente commenti sul vestiario: sono arrivata di corsa così come mi trovavo. »
    la salutò l'albina, ammonendola con un'occhiata delle iridi color ghiaccio ed incrociando le braccia
    « Ora... saresti così gentile da farmi un riassunto di cosa accidenti è successo qui? »



    Edited by - Destino - - 3/8/2020, 14:48
     
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    "Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce,
    dal primo momento in cui lo subiamo,
    in una terra desolata che non conoscevamo,
    ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione
    e della fatica dell’esistere e del desiderare".


    (Emanuele Trevi)


    png

    Accademia degli Hunters, Mirach.

    « Mh... Non mi sembra troppo plausibile: se era una trappola, ormai è già scattata. Ammetto di non conoscere eventuali specifiche di questa form di poteri, ma di solito, una volta che una trappola scatta, per ripetere i suoi effetti si dovrebbe ricaricarla e riarmare il meccanismo.
    In ogni caso, Leon mi è parso un veterano con esperienza. E -come hai detto anche tu- non è stupido, perciò... è molto probabile che, in qualsiasi situazione si trovi ora, saprà uscirne e... si metterà in contatto con te il prima possibile... in qualche modo... »

    Se l'intento di Abel era quello di rassicurarla... non ci riuscì molto bene. Questo perché, nel rimarcare un ipotetico tentativo di Leon di entrare in contatto con lei, il Mastino portò involontariamente la Dama del Vento a ricordare la sua orribile esperienza nella Gabbia, e la brutta sensazione dell'essere completamente isolati da tutto. Che fosse accaduto lo stesso a Leon? Che fosse finito assieme a Kora... magari a casa di quel montato dell'impresario del Circus Diabolique? Che stesse molestando anche lui? Il solo pensiero le fece gelare il sangue, e probabilmente le avrebbe tolto il sonno nelle notti successive.

    « Lerge, attiva immediatamente l'En. Tutti gli altri, pronti all'azione. Mentai, prendi il mio telefono e richiedi immediatamente un'unità medica di pronto intervento al Presidente. »
    Il fato decise comunque di non farle metabolizzare assolutamente nulla, tantomeno condividere quei pensieri nefasti con Abel o trovare finalmente l'anello. Così fecero il loro ingresso in Accademia alcuni Hunters per un non ben specificato motivo, ma -a giudicare il comportamento del Maestro- Drusilia percepì che non avrebbe dovuto considerarli completamente "amici".
    « Entra in Zetsu. E resta qui. Mi occupo io di loro. »

    Drusilia annuì con convinzione ed obbedì senza fiatare agli ordini del Mastino. Ciò nonostante, fu abbastanza curiosa da tentare di ascoltare frammenti della conversazione, ovviamente cercando di non farsi scoprire. Non aveva mai avuto a che fare con Hunters professionisti che non fossero i suoi Maestri dell'Accademia... ed aveva avuto descrizioni molto contrastanti sul loro conto. Era curiosa di scoprire perché Abel li trattava con diffidenza, quali voci fossero vere... e quali no.
    « Sono emersi nuovi elementi su un vecchio caso, e abbiamo bisogno con una certa urgenza della sua presenza al quartier generale di Swardani City per sbrogliare alcune questioni della massima importanza. »
    « Di che si tratta? »
    « Non posso spiegarle ora. Come detto, sono argomenti delicati, e sarebbe imprudente parlarne a potenziale portata d'orecchio di un Assassino. »
    « Per quando sono convocato? »
    « Immediatamente. Siamo qui proprio per scortarla a destinazione.
    Partiremo non appena l'elisoccorso sarà arrivato a prelevare i Puntaspilli. »

    « L'elicottero sarà qui in dieci minuti... però credo manchi ancora qualcuno. Anche se solo per qualche istante, il mio En ha percepito una presenza al piano di sopra... »

    fwcpCo1
    -...

    « Un altro Puntaspilli? » « No. » « Non siete rimasto da solo, qui in Accademia? » « Si, è così. » « Potrebbe trattarsi del sicario: in tal caso dovremmo controlla- » « No. Non serve. »

    Non servì una panoramica visiva, a quel punto, per capire che la situazione stava degenerando, ed avrebbe dovuto trovare una soluzione. Aveva già allungato le mani sul cofanetto misterioso con busta annessa, li aveva riposti nelle proprie tasche, ed era sul punto di darsi alla fuga, se solo una voce familiare non avesse annunciato quello che -al giudizio di Drusilia- fu un vero e proprio miracolo.

    « Non c'è bisogno di essere così teso, tesoro: non è mica un crimine concedersi un po' di compagnia... Oh, se non sono i Signori Hunter del Consiglio! Buongiorno! ❤️ Passare la notte con qualcuno non è ancora illegale, dico bene? »
    « No, non per quanto io sappia, sebbene dipenda dal luogo. Lei è la Signorina...? »
    « Ludmylla. Ludmylla Romanova. Serve che vi mostri i documenti? Perché credo di averli lasciati nelle tasche dei pantaloni e non so dove siano finiti. »
    « ...no, non è necessario: immagino basti il benestare Signor Dunkelsiegel... »
    « Naturalmente. »

    Boccheggiando, in preda a quella che doveva essere una forma di tachicardia, Drusilia si accovacciò al suolo, asciugandosi la fronte imperlata di sudore. In realtà, non comprendeva nemmeno lei tutta quell'agitazione: aveva giocato a nascondino con un numero straordinariamente alto di creature infernali durante la Notte della Prima e non aveva il minimo senso comportarsi in quel modo per dei semplici umani. Probabilmente -si rispose fra sé- era solo l'effetto di tutta la paura ed il raccapriccio nei confronti del Sole scomparso. Nemmeno si rese conto, agitata com'era, dell'arrivo di Sasha.

    « Eccoti. Niente commenti sul vestiario: sono arrivata di corsa così come mi trovavo. Ora... saresti così gentile da farmi un riassunto di cosa accidenti è successo qui? »
    Nel posare lo sguardo sulla sorella, Drusilia non fece nemmeno lontanamente caso agli abiti o al colore di occhi e capelli (diversi, ogni volta che la incrociava). Piuttosto sentì le membra sciogliersi, e gli occhi riempirsi di lacrime. Senza riuscire a trattenersi, si lanciò su di lei, abbracciandola forte e singhiozzando.

    -Sasha... ho fatto un casino! Ho fatto un casino tremendo...- cercò di spiegare, tentando di controllare un flusso di pensieri ed emozioni difficili da gestire -Ero... ero venuta qui da Abel con Leon, a parlare di Kora e di Owl come dissi tempo fa... e quando mi sono allontanata per risponderti al telefono, sono iniziate ad accadere una marea di cose assurde!
    Nell'esprimere quel pensiero, si separò da lei, iniziando a gesticolare.
    -BAM! L'ufficio di Kora è esploso, ed ho chiaramente percepito qualcosa di oscuro nel fumo nero che ne è uscito: per questo ho usato i miei poteri per tirar fuori tutto, pensando che fosse una qualche abilità per soffocare Leon, che era salito ad indagare- iniziò, per poi fare un altro, ampio gesto -E poi... CRASH! La scrivania di Abel ha sfondato una parete ed era a combattere con delle persone piene di spilli che lo attaccavano senza motivo. Li ho bloccati come potevo, e poi siamo saliti su... e PUFFETE! Leon è scomparso! Deve aver attivato una trappola aprendo questa scatola con sigilli demoniaci nascosti, e non ho idea di come fare a riportarlo qui, adesso.
    Nel dirlo, le allungò le "prove" che era riuscita a trovare.
    -E poi sono arrivati quegli Hunters a separarci, ed Abel dice che ci sta un assassino nascosto che ancora ci osserva... e Leon non c'è più- strinse i pugni, palesemente sconvolta -Io... io... non è giusto... non è possibile che li vedo sparire uno dopo l'altro...
    Si portò le mani al volto, nascondendoselo.
    -Leon era venuto qui per aiutarmi... ed è sparito anche lui... è colpa mia...

     
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    Quando giunse nella stanza dell'ultimo piano alla sua ricerca, Sasha trovò Drusilia accovacciata sul tappeto antistante la grande scrivania della Presidenza, con l'aria sofferente e la fronte madida al di sotto della frangia castana; che qualcosa la tormentasse era evidente, ma...

    Correre da lei e gettarsi in ginocchio al suo fianco, chiedendole cosa fosse successo e come stesse -come una brava madrina apprensiva- non era decisamente nel suo stile; inoltre, a volte, le persone hanno semplicemente bisogno di abbastanza spazio per trarre un bel respiro profondo, e di qualcuno -magari alla giusta distanza- che dirotti i pensieri lontano dal gorgo nero che minaccia di trascinarti nel panico: era tutta questione di focalizzare l'attenzione.
    Per lei, almeno, funzionava così.

    Così, con l'intento di distrarla da qualsiasi cosa la stesse paralizzando, la Mercenaria ruppe il ghiaccio con semplici e disinvolte parole sul discutibilissimo vestiario che componeva il suo outfit del momento: la sua comodissima e costosissima biancheria di seta blu, ed una camicia bianca troppo larga per lei, che non riconosceva come sua, e che probabilmente era appartenuta a non-ricordava-chi. Del resto si era appena svegliata quando aveva fatto quella telefonata di avvertimento.

    -Sasha... ho fatto un casino! Ho fatto un casino tremendo...-

    Per tutta risposta, la Dama del Vento sollevò i grandi occhi verdi -lucidi e pieni di lacrime- e le si gettò letteralmente addosso... e nel vederla in quello stato, l'albina rimase serenamente interdetta, limitandosi ad accoglierla tra le braccia quando l'altra le si strinse al petto -singhiozzando-, carezzandole i capelli in un gesto di conforto ben eseguito, e recitando magistralmente la parte della paziente sorella maggiore - impressione che sarebbe certamente stata accentuata in qualsiasi osservatore dalla sua maggiore statura.

    Non sapeva ancora cosa fosse capitato, ed era consapevole che -pur apprendendolo- non avrebbe probabilmente capito lo stesso fino in fondo l'afflizione dell'Amore, ma la Temperanza ascoltò comunque con la massima attenzione: per oggettiva necessità, per dovere di cronaca, ma anche per portare efficacemente avanti il suo ruolo di
    consolatrice; dopotutto, era anche nel suo interesse personale che Drusilia si riprendesse al meglio e al più presto: in fondo, erano legate...

    -Ero... ero venuta qui da Abel con Leon, a parlare di Kora e di Owl come dissi tempo fa... e quando mi sono allontanata per risponderti al telefono, sono iniziate ad accadere una marea di cose assurde!

    Ma tu guarda il tempismo...! Ad essere paranoici, poteva venire da pensare che il Nemico seguisse scrupolosamente i loro spostamenti e aspettasse acquattato nel buio il momento opportuno per colpire, ma -per come la vedeva lei- attribuirgli una tale capacità voleva dire sopravvalutarlo: sarebbe stato poco credibile anche per uno pieno di mezzi e risorse.

    Nah: da quanto aveva sentito alla scorsa Riunione, e dall'idea che si era fatta di tutta la faccenda della Curtis Arcana, erano banalmente loro a trovarsi sempre in mezzo a matasse di guai.
    Semplicemente, erano calamite per i casini.

    Lei era tendenzialmente fortunata ad aver scelto uno stile di vita senza legami e senza radici -e ad essere generalmente una stronza insensibile-, ma poteva capire la testardaggine di Abel nel rifiutarsi di abbracciare quell'aspetto della sua natura, visto quante grane seguitava a portargli, così come poteva scusare i nervi fragili di Drusilia davanti alla sequela di disastri che sembrava seguirli ovunque; in ogni caso, staccandosi dall'interlocutrice, l'Angelo cominciò a gesticolare animatamente per descriverle la situazione.

    -BAM! L'ufficio di Kora è esploso [...] E poi... CRASH! La scrivania di Abel ha sfondato una parete ed era a combattere con delle persone piene di spilli [...] ... e PUFFETE! Leon è scomparso! [...] E poi sono arrivati quegli Hunters a separarci, ed Abel dice che ci sta un assassino nascosto che ancora ci osserva... e Leon non c'è più!

    Sforzandosi al meglio delle sue possibilità per seguire le evoluzioni del racconto -e per non cedere all'ilarità davanti ai gesti e alle onomatopee dell'altra-, Sasha si sbilanciò nel credere di aver afferrato la situazione.

    -Io... io... non è giusto... non è possibile che li vedo sparire uno dopo l'altro...
    affranta, la Dama del Vento nascose il viso tra le mani
    -Leon era venuto qui per aiutarmi... ed è sparito anche lui... è colpa mia...

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    « Nah. Se è caduto in trappola al massimo è colpa sua.
    Ma se vogliamo essere oggettivi, il vero responsabile è chi l'ha piazzata. »

    commentò, con un'alzata di spalle e nessuna esitazione
    « In ogni caso, è solo sparito: questo vuol dire che possiamo ritrovarlo; fosse morto sarebbe un problema ben peggiore... e non solo per lui. A quanto pare, se uno di noi viene ucciso, anche tutti gli altri dovrebbero sentirlo. E dovrebbe fare piuttosto male. »

    Non che avesse già sperimentato l'esperienza, ma quando il suo Risveglio da Arcano era avvenuto, gli effetti collaterali che questo legame spiritico avrebbe comportato alla sua persona erano stati una delle prime cose di cui si era preoccupata di informarsi.

    In ogni caso, per conciliare la disperazione di Drusilia, Sasha pensò di trasmetterle la propria vicinanza posandole delicatamente le mani sulle spalle e cercando di formulare un piano concreto con cui elaborare la situazione.


    « Per prima cosa, hai bisogno di riposare un po':
    non si ragiona lucidamente e non si agisce al meglio quando si è così turbati. »

    sentenziò allora, con tono categorico
    « ...il che si converge con un'altra importante priorità, che è quella di trovarmi dei vestiti. »

    Il diversivo funzionò: Drusilia, da brava persona sensibile, non era tipo da preoccuparsi troppo per sé stessa, pertanto non fu strano cogliere un suo repentino interesse per la questione.

    -Beh... Se hai freddo puoi prendere i miei pantaloni...

    Senza aggiungere altro, la Dama del Vento si slacciò la cintura e fece per sfilarsi l'indumento, consapevole di avere all'incirca la stessa taglia dell'altra, ma non aveva abbassato l'orlo che di pochi centimetri quando la Mercenaria la fermò agitando la mano.

    « ...sicura di volerti spogliare così, mentre c'è qualcuno che ci sta spiando? »

    Trasalendo all'eventualità, l'interpellata sbarrò gli occhi verdi e si tirò nuovamente su le brache, guardandosi intorno con ritrovata circospezione...

    « Facciamo così: adesso usiamo uno dei trucchetti di Famiglia e ci trasferiamo in un posto qui vicino, così cominciamo con il seminare i guardoni. »
    propose l'Albina, dando l'aria di essere molto sicura di quanto diceva
    « Tralasciando il bug "Zoldick", l'accesso all'Accademia è limitato e sorvegliato, quindi non rischiamo di perdere indizi su Leon, visto che siamo gli unici che potrebbero trovarli; quanto ad Abel, è paradossalmente più al sicuro sotto la custodia degli Hunter. »
    aggiunse, per prevenire timori e rimostranze dell'altra e rassicurarla
    « Perciò ora ci prendiamo un po' di tempo per noi stesse, così ci riorganizziamo, facciamo il punto della situazione e stiliamo un piano. »

    In effetti, c'erano un po' di cose su cui doveva ragguagliare la Galanodel, prima tra tutte il motivo della sua telefonata, e non sarebbe stata una grande idea farlo in quel momento di agitazione: dopo un bagno, una sessione di shopping, e una bella dormita, uno scambio di informazioni a mente lucida sarebbe risultato certamente molto più proficuo. Magari davanti ad una buona colazione.

    « Che dici, ci stai? »

    E arricciando le labbra ben disegnate in un sorriso accattivante,
    Sasha tese la mano a Drusilia.

     
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