Cercando risposte nei biscotti

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    Antonio Banderas


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    Un piccolo fiume scorreva vicino al mulino, dando forza alla ruota che faceva girare la macina al suo interno.
    L'acqua era pura e cristallina forse perchè, anche se Banderas non ne aveva mai avuto conferma, la sua sorgente doveva trovarsi proprio sulla cima dei monti Shea.
    Adorava sdraiarsi vicino alla sponda, disteso sul verde prato quando le pause del lavoro lo permettevano per pensare a qualsiasi cosa. Spesso anche Rosita andava con lui, beccando qualche formica che provava ad arrampicarsi sul suo padrone.

    "Aaaah Rosita, senti che pace ... esta es muy especial"

    Solo in mezzo ad un campo si poteva respirare quell'aria tanto pulita e profumata. Odorava di grano mietuto, dell'erba fresca che cresceva lungo la sponda del fiume. Antonio ci sentiva anche l'acqua del fiume, però forse doveva essere solo una sua idea.
    Quando si trovava sdraiato, a bracce conserte come in quel momento, l'unica cosa che riusciva a fare era lasciare che la sua mente vagasse in quei presidi tanto lontani che forse, almeno nel breve futuro, non avrebbe mai visto. Che bisogno c'era di spostarsi da Chediya quando ci si stava tanto bene? Sarebbe stato uno spreco di energie.
    Poi ne aveva sentite di notizie degli altri presidi, portati ai suoi orecchi dalle frasi fatte dei contadini o da quelle delicate del suo signore. Aveva dato una mano quando c'era stato bisogno e l'avrebbe data nuovamente, però sempre rimanendo dentro il suo bel mulino.
    Aveva faticato tanto per rimetterlo di nuovo in funzione, dando così da lavorare ai braccianti agricoli vicini e anche lontani.

    "Che pace Rosita! Così tanta che quasi mi viene voglia di smettere di pensare, solo per lasciarmi trasportare dal vento e da questa musica!"

    Il pollo non disse nulla continuando però a beccare per terra.
    Il mugnaio sapeva che non aveva tutto il giorno libero, adorava però approffitarsi di quella piccola pausa per godersi la vera e pura pace.
    Stava quasi per rialzarsi dal suo giaciglio erboso quando, tutto ad un tratto, sentì qualcuno camminare dietro di lui.

    "Hola amigo! Qué se necesita?"

    Biscotti deliziosi:
    Maestro nell’arte del modellare la pasta frolla, Banderas riesce a metterci un amore che solo in pochi riescono ad emulare. La fragranza, la inzupposità e perfino il sapore, cambiano di persona in persona, fino a renderli perfetti persino per i palati più fini.
    Nessuno avrà da ridire dopo aver assaggiato una delle sue piccole creazioni.

    -(Biscotti dal gusto perfetto per chiunque gli assaggi)

    Linguaggio animale: Livello scolastico
    Ogni giorno sul set era qualcosa di speciale per Banderas e non per gli splendidi collaboratori e il lavoro manuale della lavorazione dei biscotti. Il motivo era solo uno e uno soltanto: Rosita.
    Un’amica di cui Antonio non riesce a fare a meno, una preziosa alleata nel momento del bisogno e del pericolo. Peccato che non la capisca più di tanto.

    -(Dialoga solo con Rosita, capendo in minima parte il senso.)

    Star del Cinema:
    Per quanto la gente continui a dire che è caduto in basso, Banderas non si è mai sentito così in pace con sé stesso. La gioia del lavorare la pasta frolla lo ha reso un uomo nuovo e migliore per certi versi. Queste emozioni le esterna continuamente, contagiando perfino chi ha intorno. A renderlo ancora più affascinante, è il fisico che è rimasto invariato durante gli anni. Ancora compatto e muscoloso per via degli allenamenti che si sottoponeva da giovane, i quali comprendevano attività fisiche di ogni genere, perfino camminare su una fune.

    -(Malia: Carisma; Malia: Tranquillità;+ 50% Agilità; + 50% Velocità; Equilibrio perfetto)
     
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    Elay si guardò intorno, sentendosi rilassato per la prima volta dopo tanto tempo. Il suo viaggio per Laputa si stava allungando a dismisura, ma non aveva fretta di raggiungere il Presidio Errante; dopotutto, tutto ciò che voleva era mettere miglia di distanza fra sè e Najaza. Le difficoltà incontrate lungo l’Amnos lo avevano spinto a decidere di non dirigersi il più rapidamente possibile a Laputa, ma proseguire la strada verso il Presidio Orientale: ne aveva sentito spesso parlare, e se le dicerie erano vere, aveva decisamente bisogno di qualche giornata di pace nella Valle del Canto del Vento. Il freddo delle vette dell’Amnos aveva lasciato il passo ai monti di Shea, e quasi fosse parte di uno dei corsi d’acqua che nascevano da essi, Elay aveva giudato i passi del suo cavallo lungo i versanti, scendendo a valle. Il verde, la brezza e la calma fecero da balsamo curativo per il giovane; cominciò a cogliere bellezza anche in un viaggio nato dal dolore.


    Lungo la strada aveva sentito due donne parlare fra loro delle prelibatezze preparate all’Ombra del Giglio; incuriosito - ed anche affamato dopo tanto tempo in cammino - Elay chiese loro informazioni su che luogo fosse. Una delle due donne nascose il viso dietro ad una mano con un risolino; l’altra, più gentile, gli indicò la via. Elay deviò dalla strada principale, e riprese a costeggiare il fiume; vide avvicinandosi un mulino a due piani, circondato da prati e campi coltivati. Un palo di posta si ergeva accanto alla stradina che portava all’edificio; vi legò il cavallo e si incamminò, imaginando quanto semplice e bella potesse essere la vita in quell’angolo di mondo. La stradina non era un vero e proprio sentiero battuto, ed a tratti si perdeva fra l’erba che costeggiava il fiume; stava quasi convincendosi di essere solo in quella distesa di verde quando si accorse della presenza di un uomo dai capelli neri e le spalle larghe, in compagnia di un...

    “É un pollo, quello?” pensò, rendendosi conto di non vederne uno da un’eternità.

    Subito l’uomo si sciolse in un sorriso affabile.

    "Hola amigo! Qué se necesita?"

    Elay non potè fare a meno di sorridere a sua volta, godendosi il senso di amichevole benvenuto della frase.

    "Buongiorno, buon uomo!" scandì con chiarezza.
    "É questo l’ Ombra del Giglio? Mi hanno decantato le qualità dei suoi prodotti!"


    Energia:
    100%

    Equipaggiamento:
    • Sanguigna
    • Licht – Spada in acciaio temprato

    Abilità Passive:
    • Mindfuck-alert – Elay resta sempre sul chi vive; tende a non fidarsi spontaneamente del prossimo ed il senso di allerta si estende soprattutto alla sua mente ed ai suoi pensieri. Come una sorta di sesto senso difensivo, è in grado di percepire quando qualcuno (o qualcosa) sta cercando di introdursi nella sua mente senza il suo volere.
    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.
    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.
    • Brighteyes – Elay possiede una resistenza spontanea a luci molto intense.
     
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    "Buongiorno, buon uomo!"

    "É questo l’ Ombra del Giglio? Mi hanno decantato le qualità dei suoi prodotti!"

    Sicuramente non era un volto familiare, assai distante dalle facce scottate dal sole dei contadini o di quelle belle impomatate degli abitanti di una delle Sette Sorelle. Era un uomo dall'aspetto bello e piacente, con lunghi capelli e uno sguardo che, a Banderas, fece provare un brivido lungo la schiena, sensazione data non tanto dalla soggezione ma da qualcos'altro, di cui il mugnaio non era a conoscenza.

    "Ma certamente Señor, il posto che cerca è proprio qui!"

    Si alzò in piedi cercando di pulirsi dai piccoli insetti che avevano iniziato a scoprire i suoi vestiti, si tolse i pochi fili d'erba che erano rimasti incollati ai pantaloni e richiamò Rosita vicino a se.
    Il pollo arrivò di corsa, un animale su cui Antonio avrebbe potuto fare affidamento anche durante le battaglie.

    "Mi scusi se il mulino non è ancora aperto. Non aspettavamo visitatori da così lontano ..."

    Esclamò dirigendosi a passo pacato verso la porta principale del suo laboratorio delle delizie. Quel giorno i suoi collaboratori, il nano e l'orco a due teste, erano andati a consegnare un grosso carico in un forno locale di una grande cittadina.
    La cadenza dei suoi passi era talmente calma che anche Elay avrebbe provato quella piacevole sensazione sulla pelle.

    "... io mi chiamo Antonio Banderas e sono il proprietario di questo mulino. Lei invece? Mi sembra che venga da lontano o sbaglio? Mi sembra che il suo volto debba raccontare una storia."

    Iniziò a frugarsi nella tasca alla ricerca della chiave per aprire la grossa

    Biscotti deliziosi:
    Maestro nell’arte del modellare la pasta frolla, Banderas riesce a metterci un amore che solo in pochi riescono ad emulare. La fragranza, la inzupposità e perfino il sapore, cambiano di persona in persona, fino a renderli perfetti persino per i palati più fini.
    Nessuno avrà da ridire dopo aver assaggiato una delle sue piccole creazioni.

    -(Biscotti dal gusto perfetto per chiunque gli assaggi)

    Linguaggio animale: Livello scolastico
    Ogni giorno sul set era qualcosa di speciale per Banderas e non per gli splendidi collaboratori e il lavoro manuale della lavorazione dei biscotti. Il motivo era solo uno e uno soltanto: Rosita.
    Un’amica di cui Antonio non riesce a fare a meno, una preziosa alleata nel momento del bisogno e del pericolo. Peccato che non la capisca più di tanto.

    -(Dialoga solo con Rosita, capendo in minima parte il senso.)

    Star del Cinema:
    Per quanto la gente continui a dire che è caduto in basso, Banderas non si è mai sentito così in pace con sé stesso. La gioia del lavorare la pasta frolla lo ha reso un uomo nuovo e migliore per certi versi. Queste emozioni le esterna continuamente, contagiando perfino chi ha intorno. A renderlo ancora più affascinante, è il fisico che è rimasto invariato durante gli anni. Ancora compatto e muscoloso per via degli allenamenti che si sottoponeva da giovane, i quali comprendevano attività fisiche di ogni genere, perfino camminare su una fune.

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    " Mi scusi se il mulino non è ancora aperto. Non aspettavamo visitatori da così lontano. Io mi chiamo Antonio Banderas e sono il proprietario di questo mulino. Lei invece? Mi sembra che venga da lontano o sbaglio? Mi sembra che il suo volto debba raccontare una storia.""

    Con lo sguardo fisso sull’uomo, Elay sorrise per la sua cortesia; non immaginava che l’uomo disteso nell’erba fosse addirittura il proprietario del mulino, tantomeno che fosse l’unica persona nelle vicinanze a lavorarvi: il posto era così grande che Elay si era figurato nella mente almeno una mezza dozzina di operose persone all’interno della struttura.

    "Piacere di conoscerla, io sono Elay Vos" si presentò, senza allungare una mano in un gesto amichevole per non distrarre l’uomo dalla sua battaglia con la serratura.

    "Non si inganna, sono partito da Najaza, e la strada fin qui è stata più lunga di quanto mi aspettassi" proseguì, cercando di dare una mano ad Antonio a tenere aperta la porta di ingresso. Riusciva già a percepire vagamente odore di pane, profumo di dolci, come se fosse uscito dritto dritto da una delle fantasie in cui sua madre era amorevole e gentile, con la abilità di preparare qualcosa di buono che sapesse di casa. Neanche dalle cucine della sua casa nel Nord proveniva niente del genere, nonostante suo padre si fosse premurato di scegliere accuratamente il personale che vi lavorava.

    Il pollo - o era una gallina? parve seguirli; era uno strano animale da compagnia, anche se probabilmente dovevano essercene diversi nei dintorni affinché Antonio avesse le uova per i suoi dolci. La creatura lo guardò per un attimo, inclinando la testa, ed Elay riflettè su quanto dovesse essere abituata al contatto umano: lungo le terre fredde che aveva appena percorso del Presidio Settentionale, una gallina così sarebbe stata facilmente vittima di un barbaro affamato o del freddo.

    "Possedete un posto incredibile, Sir. Come fate a gestirlo tutto da solo?", chiese, domandandosi se l'uomo avesse bisogno di aiuto. Elay sarebbe stato felice di aiutarlo, fosse anche solo per avere una scusa per fermarsi a godersi un po' di pace dopo le tribolazioni del viaggio.




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    • Radar – Elay possiede innatamente la capacità di percepire con grande chiarezza ciò che lo circonda, non importa se possa vederlo o solo percepirlo con altri sensi; l’abitudine e la grande attenzione a cosa ha intorno lo rende padrone dello spazio intorno a sé, concedendogli di riconoscere ogni cosa concreta, ogni animale o persona che sosti o si muova nella sua sfera prossemica.
    • Soulfeeling – Grazie alla sua esperienza pluriennale come Summoner, Elay è in grado di percepire nitidamente la presenza, la posizione e le intenzioni di presenze dotate di anima, siano essere individui, animali, o specialmente creature evocate, in un raggio di 30 metri.
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    "Piacere di conoscerla, io sono Elay Vos"

    Banderas non potè fare a meno di lasciarsi scappare un piccolo sorriso. Il nome di per se non era affatto buffo o altisonante, era però un nome completamente diverso da quelli che solitamente sentiva. Nomi antichi che i contadini si passavano da generazioni da padre a figlio, di quelli la sua testa ne era piena.
    Un nome come Elay Vos era però assai particolare da quelle parti e Banderas non riusciva ad osteggiare indifferenza per le cose nuove. Per questo sorrise.

    "Non si inganna, sono partito da Najaza, e la strada fin qui è stata più lunga di quanto mi aspettassi"

    Najaza!
    Un nuovo nome particolare ma di cui la sua conoscenza non era affatto impreparata. Aveva udito quel nome così poche volte che poteva contarle con le dita di una mano.
    Di fatto sapeva essere solo un posto lontano, oltre le montagne di Shea e nel cuore delle terre ghiacciate del Koldran.

    "Avete viaggiato molto! Spero che i miei prodotti non vi lascino deluso allora!"

    Banderas finì di girare la chiave nella serratura, riuscita che venne elogiata anche da Rosita con un poderoso "Chichirichi".
    Il portone era pesante ma il mugnaio sembrava essere riuscito a capire dove fare forza per poterlo aprire senza l'aiuto del grosso orco. Così, con semplicità, spalancò l'apertura liberando il passaggio che conduceva al suo interno.

    "Possedete un posto incredibile, Sir. Come fate a gestirlo tutto da solo?"

    Antonio guardò il visitatore mentre a passo deciso entrò nel suo laboratorio.
    Il piano terra era molto spazioso e a prima vista vi si poteva vedere molti tavoli ricoperti di farina, strane buste, prodotti freschi e molto altro. Vi era una grossa macina a pietra nell'angolo di cui il movimento lento e perpetuo poteva essere facilmente ricondotto alle pale del mulino ad acqua posto proprio fuori.
    Sparsi un po' ovunque, vi erano grossi sacchi di farina aperti o ancora ben sigillati. L'aria era piena di odori che andavano dal pane ben cotto a quello zuccherino dei biscotti appena sfornati.

    "Non sono solo a dire il vero. Ho tre collaboratori ma due sono appena andati a fare una consegna. Quindi siamo rimasti io e il Sasso ..."

    Come se avere pronunciato solo il suo nome fosse servito ad evocarlo, da dietro un sacco si alzò in aria un piccolo ciottolo (poco più grande di una mano) avvolto da una spessa e densa energia violacea.
    Similmente alla pietra, un apparecchio dall'aspetto pesante fece lo stesso.
    Galleggiò nell'aria come un uccellino per poi posarsi in un angolo ad almeno cinque metri da dove si trovava prima. Appena toccò terra perse lo strano alone e il Sasso si mosse verso i due.

    "Capo Banderas ...", una voce flebile sussurrata direttamente dentro la testa avrebbe iniziato a far rumore nelle orecchie dei due, " ... sento che con se porta un visitatore! Il suo passo mi è nuovo. Posso fare qualcosa?"

    L'uomo si voltò verso la pietra con fare calmo. Essa doveva essere lo strano collaboratore di cui aveva appena tessuto le lodi.

    "Per il momento no! Puoi andare. Per quanto riguarda lei invece, mio caro visitatore, gradisce del thè mentre mi racconta della sua avventura fino a qui?"

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    Un’amica di cui Antonio non riesce a fare a meno, una preziosa alleata nel momento del bisogno e del pericolo. Peccato che non la capisca più di tanto.

    -(Dialoga solo con Rosita, capendo in minima parte il senso.)

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    Elay si osservò attorno con curiosità. Non era mai stato in un posto del genere: la farina, il rumore sordo della macina, i profumi ed il tepore lo avvolsero come una coperta, una strana coperta a cui non era abituato. Cominciava a sentirsi un po’ estraneo a quel luogo, a disagio, fuori posto, come se fossi fatto di soli spigoli in un posto tanto morbido, quando Antonio lo riportò alla realtà, strappandolo da quello stato pensieroso e nervoso in cui si trincerava da poco prima dell’inizio del suo viaggio.

    "Non sono solo a dire il vero. Ho tre collaboratori, ma due sono appena andati a fare una consegna. Quindi siamo rimasti io e il Sasso ..."

    Elay non fece in tempo a pensare che “il Sasso” fosse un soprannome per la testardaggine di uno dei lavoratori del mulino, che ecco comparire davanti ai suoi occhi una delle cose più strane che avesse mai visto.

    Un sasso.

    Letteralmente un sasso.

    Un sasso volante, senziente, in grado di spostare oggetti e porre domande.

    Elay rimase interdetto, immobile sul posto, e se Banderas fosse stato meno calmo di com’era avrebbe senz’altro fatto dietro front per abbandonare quel posto. Non era di certo la cosa più strana che avesse mai visto, nè la più pericolosa, ma i trascorsi lungo la catena montuosa lo avevano reso refrattario alle creature magiche di cui non comprendeva a fondo la natura.

    "Capo Banderas, sento che con sé porta un visitatore! Il suo passo mi è nuovo. Posso fare qualcosa?"

    "Per il momento no! Puoi andare. Per quanto riguarda lei invece, mio caro visitatore, gradisce del thè mentre mi racconta della sua avventura fino a qui?"

    Elay sbattà le palpebre un paio di volte, con una morsa che gli aveva improvvisamente mozzato le parole in gola. Un sasso. IL Sasso.

    Scosse la testa, e tornò padrone di se stesso, grato a Banderas di aver congedato il suo lavoratore e di avergli consentito di riprendersi da quell’attimo di sbigottimento.

    "Lo accetterei con grande piacere, signor Banderas. E la prego, non si trattenga dal chiedere aiuto nel caso in cui ne avesse bisogno, dato che si trova a corto di dipendenti quest’oggi", rispose il giovane.

    In effetti gli sarebbe stato molto più semplice portare qualche quintale di farina in giro per il laboratorio piuttosto che raccontare il motivo per cui si era messo in viaggio. Non ne aveva ancora mai fatto parola con nessuno, e tutta la gentilezza che il proprietario del mulino gli stava dimostrando lo faceva sentire stranamente vulnerabile; chissà se la bontà sarebbe riuscita ad aprire una breccia nelle difese che aveva eretto attorno al suo cuore ferito. Sicuramente i biscotti di cui sentiva il profumo avrebbero potuto almeno in parte lenire l’amarezza che gli mordeva il fondo dell’anima, e di quello fu sinceramente grato al proprietario del luogo, apprestandosi a seguirlo con un sorriso.




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    Edited by GreyFox - 16/2/2021, 18:16
     
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