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Leon Belmont.
-Vorrà dire che me ne occuperò personalmente.
Nel fare quel proclama, gli occhi verde smeraldo della Dama del Vento scintillarono di rivalsa e determinazione, prima che le palpebre si abbassassero a celarle lo sguardo, ridisegnando i lineamenti del bel volto da Silfide in una maschera di profonda concentrazione.
-Ti chiedo solo di fare attenzione, perché temo ci possano essere altre trappole.
Ciò nonostante, è un bene non vi sia più nessuno: sospetto che ti trovi in una delle dimore di Fistadantilus, prima che si spostasse su Endlos.
si raccomandò premurosamente la donna, ragionando sul resto
-Potresti -in effetti- trovare qualcosa di interessante su Kora o sul nemico, ma se consideriamo che si tratta di uno psicopatico estremamente attento ai dettagli, non sarà comunque semplice.
« Sì... ho pensato la stessa cosa su quel posto.
E, naturalmente, ho passato le ultime ore a setacciarlo in cerca di indizi. »
Mentre Drusilia esercitava ancora una volta le facoltà meta-creative che il suo status di Arcano le conferiva entro i confini di quel reame inesistente -dando forma ad un vecchio telefono a disco, il cui cavo si perdeva in una delle pareti del piccolo bagno-, Leon reclinò la testa da una parte con fare incuriosito, riordinando le idee ed ascoltando gli ultimi aggiornamenti da parte della sua interlocutrice.
-Per quanto mi riguarda... ho scoperto che i rapporti di Abel sulla notte in cui Kora è scomparsa non coincidono con le informazioni dei testimoni del Consiglio Hunter -un posto dove Kora ha lavorato. Me lo ha spiegato Sasha, che ora è con me: abbiamo anche iniziato ad indagare su chi sta provando a farlo fuori, ma non so ancora se sia collegato o meno alle faccende della Curtis.
« Non capisco molto bene il problema di Abel con questo "Consiglio",
ma sono più tranquillo sapendo che Sasha ti ha raggiunto e che non sei da sola. »
commentò Leon, abbozzando un sorriso e carezzandole la testolina castana
« In ogni caso, fermare i sicari che hanno preso Abel di mira è prioritario; non importa che questo sia connesso alla Corte o meno: non possiamo perdere un altro Fratello. »
Intanto, il telefono all'orecchio della Dama del Vento seguitava a squillare a vuoto, segnale che, dato il diverso fluire del tempo su Endlos e Mirach, sia il Mago che l'imperatore dovessero con ogni probabilità essere impegnati nel mondo della veglia.
A confermarlo attraverso la cornetta giunse la voce sobria e pacata delMaggiordomo, che -con tono impostato- le recitò che "i Signori non erano momentaneamente raggiungibili", rassicurandola sul fatto che avrebbe fatto sapere loro che aveva provato a chiamarli, o suggerendole in alternativa di riprovare più tardi; intuendo l'esito di quel contatto, il Paladino batté un buffetto consolatorio sul braccio della Galanodel, e le sorrise paziente.
« Non preoccuparti troppo: posso aspettare...
Per ora, credo che mi terrò in movimento e lascerò la magione. »
annunciò pragmaticamente il Biondo, tornando serio e meditabondo
« Certo, la villa è deserta, e non c'è immediato pericolo, ma l'innesco della trappola potrebbe aver dato qualche allarme, e mi aspetto che il Nemico mandi qualcuno a controllare. »
Con un sospiro pensieroso, il Sole chinò il capo facendosi ombroso: aveva decisamente l'aria tormentata di chi ha qualcosa da dire, ma era come se non riuscisse a capire il modo in cui farlo; ma forse... Forse poteva semplicemente mostrarglielo.
« Ispezionando la casa, non ho trovato nulla che facesse pensare che sia mai stata abitata: certo, c'era un intero guardaroba femminile approntato nella camera matrimoniale, ma niente foto, documenti, o effetti personali... Non è mai stata abitata, ma... è come se avrebbe voluto esserlo. »
La mano guantata si levò fino a sfiorare la maniglia della porta con fare esitante, e gli ci volle un momento prima di avvolgerla nel palmo e abbassarla, facendo scattare la serratura ed accompagnando lo schiudersi dell'uscio nella silenziosa rotazione dei cardini.
« Sullo stesso piano dell'edificio c'erano pronte anche altre stanze. »
spiegò il Paladino, voltandosi e fissando il battente ligneo della porta con intensità
« Una camera dei bambini. E una nursery. »
Dall'altra parte, la luce abbacinante e pigra del meriggio -filtrata dai vetri opachi della finestra e dalle tende bianche-, illuminò una stanzetta arredata con armadi bianchi, un fasciatoio bianco, una culla bianca... e una giostrina con carillon sospesa sopra di essa, e disseminati ovunque -sugli scaffali alle pareti, nelle ceste e ne bauli a ridosso dei muri, sopra gli armadi, e sul pavimento- giocattoli colorati di ogni tipo, invecchiati ed impolverati senza essere probabilmente mai stati usati.
Una visione strana e surreale, e non solo per l'atmosfera onirica della Corte che filtrava e riproduceva la scena rievocata dai ricordi di Leon... ma perché associare quello -quell'ambiente e la tenerezza che simboleggiava e rievocava- alla figura colpevole di aver perpetrato così tanti crimini
aveva un che di disturbante.
« Sinceramente, non so cosa pensare. ».