99 Problems

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    Le piante e i fiori sono come i nostri progetti: alcuni non si sviluppano,
    altri crescono quando e come meno ce lo aspettiamo.


    - Romano Battaglia -


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    Con le labbra pressate assieme in una linea tanto sottile quanto densa di disappunto, la ragazza dalle trecce corvine percorse di nuovo la strada che portava alla stanza prenotata solo un paio di ore prima per telefono, e la cadenza con cui calpestava stizzosamente la moquette del corridoio era un chiaro segno di quanto ne avesse già abbastanza di quella giornata.

    In un mestiere come il suo, i contrattempi potevano capitare, e una professionista come lei -grazie soprattutto al fatto di non essere granché emotiva- era perfettamente in grado di gestirli, prendendoli con filosofia, limitandosi a reagire nel modo più logico, e calcolando la deviazione meno problematica per proseguire verso l'obiettivo... ma le stranezze degli ultimi giorni stavano mettendo a dura prova la sua pazienza.

    Avevano inizialmente programmato di restare al motel per un paio di settimane -il tempo di farsi recapitare i documenti per Drusilia Edylabor e ripartire con calma-, ma in una decina di giorni scarsi era stato necessario anticipare il checkout della camera.

    Certo, il giornaliero recapito di un mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini non era qualcosa di granché allarmante, perché erano due belle ragazze, sole in una grande città, e probabilmente qualche romantico stalker con soldi da buttare doveva averle viste fare shopping, doveva averle seguite, e aveva pensato bene di tentare il patetico approccio dell'ammiratore segreto:
    nulla di così grave, o che non si potesse risolvere lasciando la città da lì a pochi giorni.

    Poi, però, quella mattina era successo qualcosa di più preoccupante; mentre la sua compagna di viaggio dormiva ancora, Sasha aveva lasciato la camera per una mezzoretta -per far fare una passeggiata al cagnetto e procurarsi caffé e brioches al cioccolato per la colazione-, e al suo ritorno era stata intercettata dallo sciroccato col sorriso più inquietante che avesse mai visto: pallido come un cadavere, con degli occhi da pazzo, e un caschetto fucsia tanto sgargiante quanto orripilante.

    Il fatto che si fosse messo a seguirla, farneticando discorsi incomprensibili -chissà poi con chi c'è l'aveva!-, l'aveva convinta a tramortirlo e ad abbandonarlo in uno dei cassonetti lì vicino; dopo, era rientrata alla base per consumare la colazione in compagnia, e infine trascinare Drusilia all'aero-stazione per dirigersi alla prossima meta.

    Nella tappa successiva -un piccolo paese di campagna, a un buon quarto d'ora di mezzi dalla città-, le due avevano appena finito di sistemarsi in una modesta pensione (l'unica dell'agglomerato), che avevano di nuovo finito per attirare l'attenzione di
    TUTTA la comunità... perché è quello che succede quando tre camioncini piombano nella piazza e cominciano ad inondare la suddetta pensioncina di bouquet colorati.

    Avevano dovuto darsela a gambe... e meno male che alcuni ospiti della pensione dovevano essere tremendamente allergici ai fiori! Il fatto che si fossero sentiti male aveva costituito l'occasione ideale per sparire, approfittando del confusionario arrivo delle ambulanze a sirene spiegate.

    Per scongiurare il ripetersi dell'incidente, si erano di nuovo dirette verso una grande città. Per confutare il dubbio che qualcuno stesse tenendo monitorati i movimenti dei suoi alias, Sasha aveva fatto fare la prenotazione a nome di Edylabor. Per essere sicura che nessuno potesse riconoscerla, la Mercenaria aveva cambiato look e trasformato il suo aspetto durante il viaggio in dirigibile.

    ...ma, appena arrivate all'albergo, un altro tipo strano era finito sul loro cammino: si era girata un momento a chiedere informazioni alla reception mentre sua Sorella prenotava l'ascensore, e un tizio biondo in abiti flamboyanti era saltato fuori dal nulla, approcciando Drusilia e attirando decisamente troppo l'attenzione. Così gli era piombata addosso, spingendolo dentro l'ascensore e costringendolo ad una scomoda posa di sottomissione per farsi dire chi diavolo fosse, che accidenti volesse, e chi lo avesse mandato a far cosa.

    Si era persuasa a lasciarlo solo quando l'Amore le aveva spiegato (un po' confusamente, a dire la verità) che quel tipo era legato a lei, e la Temperanza -facendo uno sforzo per tener fede al suo Emblema- aveva mantenuto la calma, suggerendo di restare in silenzio e rimandare spiegazioni e presentazioni una volta arrivati alla loro stanza, stavolta una suite, dove la
    riccanza avrebbe dovuto garantire sufficiente privacy. Tuttavia, trovarla invasa dai fiori le aveva decisamente urtato i nervi.

    jpgSenza pronunciare niente altro che un invito a restare lì, Sasha aveva a quel punto mollato armi e bagagli -e compagna, e cane, e sconosciuto- nella loro stanza per andare ad esigere spiegazioni alla reception... ma il manager non aveva saputo dirle nulla di nulla sul mittente, a parte che fosse qualcuno che aveva pagato un grossa somma per la consegna, e una ancora più importante per la loro collaborazione. Avrebbe voluto prenderlo a schiaffi.

    Al momento, però, non poteva cedere all'impulso (ma il consierge sarebbe sempre potuto cadere per le scale, una di quelle mattine, così, per caso), e perciò... eccola di nuovo lì: avvicinò la tessera magnetica al lettore, aprì la porta, e se la richiuse alle spalle; senza sbatterla, ma con uno scatto deciso.

    « Ebbene... esattamente quale parte del "mantenere un basso profilo" è così difficile da afferrare...? »

    Certo, sapeva che una particolarità della loro Famiglia era quella di calamitare problemi da risolvere, situazioni spinose da appianare, matasse ingarbugliate da dipanare, misteri da svelare e apocalissi da sventare... ma lei si era sempre districata bene tra i guai. Finché era rimasta per conto suo.

    Perciò, per quanto non volesse fargliene una colpa, non era difficile individuare la variabile che aveva generato un aumento esponenziale degli imprevisti nelle operazioni, e il suo tono tradì una certa esasperazione, nonostante lo sforzo di mantenere la calma.

    « Come dovremmo fare a passare inosservati, e ad avvicinarci di soppiatto al nostro obiettivo con al seguito... un cane... un cosplayer ... una dannatissima valanga di fiori, e...
    Non so: cos'altro? »


    Così, mentre l'indice accusatorio scandiva quella conta dei presenti, passando infine ad accennare i vasi e le ceste sparse in giro per la suite, gli occhi viola per le lenti a contatto si posarono sulle iridi verdi della Galanodel in attesa di una risposta; poi, scrollò le spalle sconfitta.

    « ...a questo punto, dovrei aspettarmi una compagnia di elefanti circensi prima di cena. »

    Nel silenzio che piombò subito dopo, lo sbuffare del botolo bianco sembrò quasi una risatina.

     
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    "Risolvere problemi è come cacciare.
    E’ un piacere selvaggio, e noi siamo nati per questo".


    (Thomas Harris)


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    Ennesima base, Mirach.

    « Ebbene... esattamente quale parte del "mantenere un basso profilo" è così difficile da afferrare...? »
    Due delle tre teste di fronte l'Assassina si abbassarono, la mora con aria colpevole e la bionda per semplice fastidio. Il cane, invece, non sembrò particolarmente sensibile al rimprovero.
    « Come dovremmo fare a passare inosservati, e ad avvicinarci di soppiatto al nostro obiettivo con al seguito... un cane... un cosplayer ... una dannatissima valanga di fiori, e... Non so: cos'altro? ...a questo punto, dovrei aspettarmi una compagnia di elefanti circensi prima di cena. »

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    -Per carità!- borbottò Emeraude, ancora dolorante per la brutta colluttazione di poco prima -Ci mancano solo quegli sfigati...

    Quando -dopo una notte di rocambolesche indagini su Endlos- si era infine ritrovato all'Albero Casa con Augustus ed uno straniero per colpa mano del Re del Tempo, la Farfalla Infernale si era sentita intimamente ed inspiegabilmente in pericolo. Congedato dunque il Numerologo e lasciato di fatto a lui l'onere di condurre l'umano alla sua nuova vita di associato, Emeraude aveva seguito il proprio istinto dirigendosi in fretta dalla sua Signora, forse allarmato dall'idea che l'Arcidemone avesse in mente qualche tiro mancino in grado di metterla in pericolo... o contro di lui, che si era permesso di pestargli i piedi in modo così diretto e sfrontato.

    E così l'aveva raggiunta, finendo per risultare sospetto... ma ritenne che il gioco poteva valere la candela. A confermare i suoi sospetti, infatti, aveva trovato il Monarca proprio lì, dentro le spoglie di un brutto botolo grasso e dalla faccia ebete, stranamente separato da Midas.
    Non gli piaceva, non gli piaceva per niente.

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    -Sasha, sono mortificata, ma... non è colpa mia, davvero!
    All'espressione seccata di Emeraude si alternò quella costernata di una Drusilia Edylabor ben consapevole della marea di guai che era in grado di attirare semplicemente esistendo... soprattutto su Mirach.
    -Ci provo con tutta me stessa...

    Non era una bugia: alla prima proposta (poi bocciata dalla Temperanza) di vestirsi da uomo, aveva infine optato per un travestimento femminile, con tanto di parrucca, esattamente per somigliare il meno possibile a sé stessa e non dar problemi. Però i fiori la perseguitavano, esattamente come i Demoni su Endlos che avevano deciso di legarsi a lei in qualche modo.
    Sinceramente, avrebbe volentieri preferito scambiarli con Yoko, che era tanto bello, intelligentissimo morbido... e soprattutto bravissimo nel nascondersi. Sicuramente sarebbe stato in grado di tirar fuori qualche incantesimo particolare, e tutto quel casino non sarebbe mai successo.

    Probabilmente, sarebbe anche riuscito a farle agire di notte, dato che i "problemi" della Dama del Vento non si fermavano certo lì.
    -Non è colpa mia se brillo al buio.

     
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    -Per carità! Ci mancano solo quegli sfigati...

    Il borbottio seccato dello sconosciuto Diavolo-Farfalla gli valse da parte della Mercenaria giusto un'occhiata interrogativa e una successiva scrollata di spalle: forse la donna aveva colto il senso del suo commento, o forse non ne era del tutto sicura, ma quel che era certo, era che non le interessava.

    -Sasha, sono mortificata, ma... non è colpa mia, davvero!
    un diverso livello di attenzione suscitò invece il faccino -e l'intervento- costernato di Drusilia
    -Ci provo con tutta me stessa... Non è colpa mia se brillo al buio.

    Senza dire una parola, e senza staccare la traiettoria delle lenti degli occhiali dalla faccia della Dama del Vento in incognito, l'Albina, ancora ferma in piedi accanto alla porta di ingresso -appena richiusa alle sue spalle-, sollevò il braccio fino all'interruttore delle luci, puntando l'indice sullo switch del grande lampadario di cristallo che dominava il centro del soffitto della grande camera ed illuminava lo spazio racchiuso tra le mura e le pesanti tende tirate.

    CLICK - CLICK - CLICK - CLICK - CLICK - CLICK

    Spento. Acceso. Spento. Acceso. Spento. Acceso. Spento. Acceso. Spento. Acceso.


    Lo scatto del bottone segnava l'alternarsi cadenzato di luce e oscurità all'interno della suite, ma mentre il resto dell'ambiente -e dei suoi occupanti- svaniva e riappariva alla sua vista (con psichedelici effetti stroboscopici), la figura di Drusilia restava ben visibile in modo immutabile.

    ...e, ovviamente, Sasha ricordava dai titoloni di giornali che ai Galanodel ci si riferiva spesso con il poetico appellativo di "figli della luce", ma non immaginava che la cosa avesse un senso
    così tanto letterale.

    Dando in un sospiro, lungo e profondamente stanco, la donna si sfilò gli occhiali e si armò nuovamente di calma e pazienza: l'obiettivo restava invariato, e bisognava rimanere lucidi e pragmatici per capire come raggiungerlo. Ed era stato decisamente meglio apprendere di quell'inconveniente in quel modo, prima di fare piani, che non come imprevisto sul campo, magari nel pieno dell'azione.

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    « ...d'accordo: non hai tutti i torti. »
    concesse, sfilandosi gli occhiali che aveva implementato nel travestimento
    « Ma ci serve comunque organizzare un piano per portare a termine la missione. »

    Avvicinandosi al divano, la donna con le trecce corvine vi prese posto, sedendosi sul bracciolo rigido del mobile ed accavallando le gambe; come se fosse stato in attesa di quell'implicito permesso di rompere le righe, il cagnetto bianco trotterellò allora a sua volta fino al sofà, alzandosi sulle zampe posteriori e ghermendo tra i dentini la nappina di un bel cuscino di velluto rosso borgogna, così da trascinarlo giù dal sedile e procurarsi un posto di suo gradimento dove accucciarsi.

    « Per prima cosa... Quest'uomo. »
    esordì la Temperanza, volgendo lo sguardo sul biondo
    « Chi è, a quale titolo, e per quale motivo si trova qui? »

    Quello che però intendeva realmente dire era: "è opportuno metterlo a parte dei nostri obiettivi?".
    E, in attesa di una risposta -e magari una spiegazione-, gli occhi di Sasha incrociarono quelli di Drusilia.

     
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    "Risolvere problemi è come cacciare.
    E’ un piacere selvaggio, e noi siamo nati per questo".


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    Ennesima base, Mirach.

    « ...d'accordo: non hai tutti i torti. Ma ci serve comunque organizzare un piano per portare a termine la missione. »
    Mentre Sasha si concedeva alcuni attimi di meditabondo silenzio ed il cagnetto si metteva comodo, Drusilia Edylabor abbassò lo sguardo, mortificata per tutte le proprie mancanze. Al contrario, Emeraude sembrava trovarsi stranamente a proprio agio. Nell'osservarlo, la Dama del Vento finì per domandarsi come fosse in grado di gestire certe situazioni mantenendo il suo aplomb, se si trattasse di semplice strafottenza e noncuranza... o di qualche abilità affinata all'inferno. In ogni caso, lo invidiava un pochino.
    « Per prima cosa... Quest'uomo. Chi è, a quale titolo, e per quale motivo si trova qui? »

    -Beh... si chiama Emeraude- rispose, un po' titubante -Lui... lui è un Diavolo, un'anima dannata... ma è legato a me. Cioè... diciamo che ci sono delle cose che solo io posso fare, e... ecco...
    Si morse le labbra, cercando di mettere ordine ai propri pensieri e cercare di dare una spiegazione che avesse un minimo di senso logico per chi non era pratico di questioni sovrannaturali. Come spiegare ad un'assassina che lo aveva battezzato, intrecciando di fatto i loro destini, per sottrarlo alle grinfie di uno dei suoi nemici su Endlos, oltretutto legato allo scellerato che aveva rapito la Luna?
    E così, mentre tentennava... a chiarire la faccenda ci pensò Emeraude.

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    -Mi ha catturato, imprigionato, e alla fine ha deciso di rendermi suo schiavo.
    -...
    Lo disse con una tale noncuranza da non farla nemmeno apparire una questione personale... cosa che era, in qualunque modo la si potesse osservare. Anzi, ad esser precisi, sogghignò anche in direzione di una Drusilia completamente rossa in volto e del tutto ammutolita, quasi volesse trasmetterle quanto trovasse quella faccenda divertente ed ironica.

    -Voi umani non potete capire, ma la razza di questa donna ha del sangue angelico e può stringere contratti o spingerci a delle costrizioni. Così si è divertita con i suoi amici ad umiliarmi, e poi mi ha fatto banchettare col suo corpo. Da quel momento la mia vita e la mia morte son legate alle sue e non posso fare altro che evitare che si ammazzi da sola...
    -Ma... ma...
    -...missione che sembra aver preso a cuore e voler portare a termine a tutti i costi, ho notato.

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    -Ma io non farei mai nulla del genere!
    Ti sembra forse che vada in giro a rendere schiava la gente, o a umiliarla senza motivo!?!
    Queste sono calunnie belle e buone!


    -Magari nel tuo mondo fatato di cavalieri ed onore questo non succede...- le rispose con calma quello che doveva essere un servo, ma che -a quanto pareva- si limitava solo a salvarle la vita per non perderla a sua volta -...ma vorrei ricordare che non c'era il mio consenso, ed ero completamente nudo.
    -C-così la fai se-sembrare strana... SMETTILA!
    -Non c'è nulla di "strano". La schiavitù esiste da sempre.

     
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    -Beh... si chiama Emeraude. Lui... lui è un Diavolo, un'anima dannata... ma è legato a me.
    Cioè... diciamo che ci sono delle cose che solo io posso fare, e... ecco...


    Inarcando un sottile sopracciglio davanti a quell'esposizione confusionaria, la Mercenaria incrociò le braccia sul petto e rimase in silente e paziente attesa che la Dama del Vento organizzasse le idee, scegliesse le proprie parole, e finalizzasse la spiegazione; non le fece pressioni perché continuasse neanche quando la donna dagli occhi verdi ammutolì, mordendosi le labbra in un accesso evidente di panico, quasi non sapesse cosa dire o come dirlo.

    -Mi ha catturato, imprigionato, e alla fine ha deciso di rendermi suo schiavo.

    L'intervento spiccio dello sconosciuto catalizzò istantaneamente l'attenzione delle iridi violette dell'Albina, e tuttavia la sua espressione indifferente non rivelò nessun particolare shock per l'informazione appena acquisita: non solo perché non era certa a priori che la cosa fosse vera, ma perché anche un eventuale riscontro sul fatto che le cose stessero effettivamente così non aveva una valenza particolare, in assenza di un contesto dove incasellarlo.

    Un filtro di senso critico dettato più dal distacco emotivo e dall'utilitarismo, che non dalla fiducia verso la Sorella... per quanto risultasse oggettivamente difficile immaginarla nei panni della
    mistress. Specie vedendola arrossire ed incespicare davanti al sorrisino sardonico dell'altro.

    -Voi umani non potete capire, ma la razza di questa donna ha del sangue angelico e può stringere contratti o spingerci a delle costrizioni. Così si è divertita con i suoi amici ad umiliarmi, e poi mi ha fatto banchettare col suo corpo. Da quel momento la mia vita e la mia morte son legate alle sue e non posso fare altro che evitare che si ammazzi da sola... -Ma... ma... -...missione che sembra aver preso a cuore e voler portare a termine a tutti i costi, ho notato.

    -Ma io non farei mai nulla del genere! Ti sembra forse che vada in giro a rendere schiava la gente, o a umiliarla senza motivo!?! Queste sono calunnie belle e buone!

    Accogliendo quelle dichiarazioni con aria neutra, e non dando troppo peso ai tentativi dell'altra di discolparsi, la Temperanza si lasciò scivolare davanti ed addosso quel surreale battibecco, limitandosi a prendere le notizie veicolate in quello scambio con le dovute molle e le indispensabili pinze.

    Quell'approccio menefreghista freddo alla realtà e poco sensibile alle altrui esperienze era il risultato di tante piccole abitudini che Sasha aveva metabolizzato molto presto nella sua vita, e per quanto il suo modo di rapportarsi al prossimo fosse probabilmente disturbato o amorale, era assolutamente pragmatico nel concreto.
    E in quella situazione situazione tornava decisamente meglio così.

    -Magari nel tuo mondo fatato di cavalieri ed onore questo non succede...
    ...ma vorrei ricordare che non c'era il mio consenso, ed ero completamente nudo.

    -C-così la fai se-sembrare strana... SMETTILA!
    -Non c'è nulla di "strano". La schiavitù esiste da sempre.

    « Sì, ha ragione lui: la schiavitù esiste da sempre. »

    E poteva assumere varie forme e nomi, a seconda della società che ne tollerava o legittimava l'esistenza: schiavitù economica, sudditanza politica, dipendenza emotiva... Ovunque venisse a mancare consenso o scelta, si sarebbe potuto parlare di una forma di schiavitù, ma non erano davvero lì per parlare di quello.

    Intervenendo nel discorso e richiamando l'attenzione su di sé, la Mercenaria scrollò le spalle con noncuranza, tornò ad inforcare gli occhiali, e si focalizzò sul nobile intento di riportare il discorso sui giusti binari.

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    « Sono sicura che la vostra sia una storia piuttosto complicata e sicuramente avvincente, ma... al momento ci stavamo occupando di una faccenda, e ho bisogno di capire alcune cose. »
    proseguì Sasha, volgendo lo sguardo neutro sulla Farfalla, e puntando un indice sulla Galanodel
    « Io e Lei abbiamo una questione da sbrigare in questa città; non dovrebbe essere una cosa rischiosa, ma visto che avremo forse a che fare con un demone, non si può mai dire, perciò... »
    reclinando la testolina corvina da una parte, increspò allora le labbra in un cortese sorriso di circostanza
    « Se hai intenzione di darle una mano, mi serve sapere cosa sei capace di fare per renderti utile; altrimenti, diavolo o no, è meglio se ne resti fuori. Puoi aspettare qui, con il cane. »

    Sollevando la testolina bianca dal cuscino dove si era comodamente accucciato, come se avesse inteso di essere appena stato interpellato, il botolo aprì un'occhietto e gettò un'occhiata al biondo; ancora una volta, il suo sbuffo suonò come un'irriverente risata.

     
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    E’ un piacere selvaggio, e noi siamo nati per questo".


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    Ennesima base, Mirach.

    Se c'era una cosa che un Diavolo sapeva fare davvero bene, quello era certamente cogliere le debolezze altrui, così da scovare con perizia tutti spiragli esistenti nelle difese degli esseri umani o delle creature che, per indole o natura, vacillavano perennemente in bilico fra il Bene ed il Male.

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    Per quanto gli era parso di vedere, Drusilia Galanodel poteva di fatto avere discendenza angelica, ma era molto più umana di molti suoi pari: Emeraude lo aveva sentito, assaporato in ogni suo gesto, cogliendo di fatto una psicologia estremamente complessa... ma soprattutto tormentata. Era quindi stato abbastanza facile per lui intuire nelle gesta della nuova Padrona o nei suoi sguardi cosa -effettivamente- potesse mandarla in crisi. Raggiunto il primo obbiettivo di studio della propria aguzzina, aveva poi iniziato a giocarci... un po' per sfogare la propria frustrazione, un po' per avere conferme a tutte le supposizioni che si era creato nel tempo.
    Per questo, quando Drusilia -rossa in volto- prese ad arrabbiarsi con lui, più che mortificato sembrò vagamente compiaciuto.

    « Sì, ha ragione lui: la schiavitù esiste da sempre. »
    Quando poi si aggiunse anche il pensiero di Sasha -un po' troppo distaccato per suonare rassicurante- il volto della Dama del Vento passò dalla rabbia e la confusione ad un'espressione per lo più basita, quasi stesse per chiedere alla Sorella da che parte stava. In ogni caso, non ne ebbe tempo.
    « Sono sicura che la vostra sia una storia piuttosto complicata e sicuramente avvincente, ma... al momento ci stavamo occupando di una faccenda, e ho bisogno di capire alcune cose. Io e Lei abbiamo una questione da sbrigare in questa città; non dovrebbe essere una cosa rischiosa, ma visto che avremo forse a che fare con un demone, non si può mai dire, perciò... Se hai intenzione di darle una mano, mi serve sapere cosa sei capace di fare per renderti utile; altrimenti, diavolo o no, è meglio se ne resti fuori. Puoi aspettare qui, con il cane. »

    Lasciando intendere quanto poco gradisse l'idea di rimanere solo con quel cane, la Farfalla Infernale fissò la bestiola con un certo disgusto e fastidio, prima di rispondere all'Assassina con una certa convinzione.
    -Se me lo domandi, immagino tu non sappia che lavoro fanno i Diavoli- si limitò a constatare -Siamo soliti prenderci le vostre anime prima del trapasso, così da aumentare il numero di dannati nelle schiere infernali.
    Questa volta non diede l'idea di volerla infastidire, piuttosto di voler chiarire dei punti per lui fondamentali.
    -Per ottenere ciò che vogliamo, mentiamo, confondiamo, convinciamo e generiamo situazioni in grado di mettervi in crisi e spingervi dove il buonsenso non vorrebbe. Quindi... suppongo di rientrare nel profilo del ladro professionista, o del truffatore, per quelli di questo mondo.



    Edited by Drusilia Galanodel - 16/9/2020, 00:49
     
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    Riportati all'ordine dalle parole della Mercenaria, i due litiganti -se "litigio" poteva definirsi quella blanda discussione- sembrarono mettere da parte l'uno il proprio compiacimento vagamente sadico, e l'altra la pudica indignazione per le insinuazioni mosse a suo carico; il cane, che aveva invece assistito allo scambio con un certo divertito interesse, si limitò a sbuffare una risatina per poi tornare ad accoccolarsi sul cuscino su cui si era spaparanzato.

    -Se me lo domandi, immagino tu non sappia che lavoro fanno i Diavoli. Siamo soliti prenderci le vostre anime prima del trapasso, così da aumentare il numero di dannati nelle schiere infernali.-

    Con un tono presuntuoso che non aggiungeva granché ai suoi -in realtà scarni- argomenti, il biondo si mostrò almeno apparentemente collaborativo; per quella ragione, la donna con le trecce corvine si limitò a fissarlo con un'aria poco impressionata -al più vagamente perplessa-, senza interromperlo, sinceramente interessata a scoprire se la Farfalla avesse effettivamente qualcosa di utile da mettere sul tavolo.

    -Per ottenere ciò che vogliamo, mentiamo, confondiamo, convinciamo e generiamo situazioni in grado di mettervi in crisi e spingervi dove il buonsenso non vorrebbe. Quindi... suppongo di rientrare nel profilo del ladro professionista, o del truffatore, per quelli di questo mondo.

    L'attesa non venne ricompensata, ma non fu esattamente una completa delusione, e il lieve cipiglio pensieroso che apparve sulla fronte di Sasha non fece nessuno sforzo di dissimulare il suo stato d'animo: da uno che millantava di essere uno di quei Diavoli dei racconti folkloristici, si aspettava qualcosa di meglio.

    « Capisco. »

    Quel commento fu tutto ciò che l'Assassina ebbe da dire, e dopo aver rivolto al giovanotto un serafico sorriso di circostanza, riportò lo sguardo su Drusilia per cominciare ad illustrarle la faccenda.

    jpg« Il motivo per cui siamo in città è venire in contatto con qualcuno del Consiglio di Amministrazione dell'Aglasis, la ditta di Import-Export da cui già sappiamo essere partita la richiesta di assassinio. »
    riepilogò Sasha, raddrizzandosi gli occhiali sul naso
    « Visto che per ingaggiare degli Assassini professionisti come gli Zoldick si è mobilitato un grande capitale, i dirigenti dell'azienda devono essere -se non responsabili- almeno informati della cosa... perciò dobbiamo arrivare a loro e indurli a revocare l'offerta. E, facoltativamente, capire che problema hanno col Mastino. »

    Facendo una pausa, così da permettere alla Dama del Vento di rinfrescarsi la memoria con quelle nozioni su per giù già note, l'Albina sollevò davanti al viso un indice sentenzioso.

    « La direzione si trova ovviamente agli ultimi piani dell'edificio, e ci sono varie strade per raggiungere la meta, ma escluderei subito le possibilità di arrivarci dall'alto, dall'esterno, o con la forza, dal momento che è prioritario non attirare l'attenzione su Drusilia. »
    spiegò con calma, posando brevemente lo sguardo su Emeraude
    « Questo riduce le opzioni a due principali linee di condotta: creare un diversivo e sgattaiolare fino alla meta mentre gli altri sono distratti, o fare in modo che qualcuno ci accompagni dove vogliamo... magari presentandosi in reception con qualche scusa o richiesta talmente grossa da necessitare l'attenzione dei piani alti. »

    Portando di nuovo le iridi viola ad incrociare quelle dell'Amore,
    la Temperanza la interpellò per una prima cruciale decisione.


    « Tu hai qualche preferenza su come muoverci?
    Qualche idea da inoltrare agli uffici per imbastire un caso? »

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    "Risolvere problemi è come cacciare.
    E’ un piacere selvaggio, e noi siamo nati per questo".


    (Thomas Harris)


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    Ennesima base, Mirach.

    « Il motivo per cui siamo in città è venire in contatto con qualcuno del Consiglio di Amministrazione dell'Aglasis, la ditta di Import-Export da cui già sappiamo essere partita la richiesta di assassinio. Visto che per ingaggiare degli Assassini professionisti come gli Zoldick si è mobilitato un grande capitale, i dirigenti dell'azienda devono essere -se non responsabili- almeno informati della cosa... perciò dobbiamo arrivare a loro e indurli a revocare l'offerta. E, facoltativamente, capire che problema hanno col Mastino. »
    Mentre Sasha ripeteva ciò che era -di fatto- il loro piano, Drusilia si limitò ad annuire con convinzione ad ogni sua parola.
    « La direzione si trova ovviamente agli ultimi piani dell'edificio, e ci sono varie strade per raggiungere la meta, ma escluderei subito le possibilità di arrivarci dall'alto, dall'esterno, o con la forza, dal momento che è prioritario non attirare l'attenzione su Drusilia. Questo riduce le opzioni a due principali linee di condotta: creare un diversivo e sgattaiolare fino alla meta mentre gli altri sono distratti, o fare in modo che qualcuno ci accompagni dove vogliamo... magari presentandosi in reception con qualche scusa o richiesta talmente grossa da necessitare l'attenzione dei piani alti.

    KVcx0CK

    Tu hai qualche preferenza su come muoverci?
    Qualche idea da inoltrare agli uffici per imbastire un caso? »


    Chiamata in causa dalla Sorella, Drusilia rifletté qualche attimo sulla strategia da applicare. Non si era mai lanciata in missioni di quel tipo e ritenne che, mancandole l'esperienza, l'unica cosa su cui avrebbe potuto fare affidamento sarebbe dovuta essere la fantasia. Guardandosi attorno in cerca d'ispirazione, notò quindi il botolo peloso che la seguiva perennemente e... le venne un'idea.

    -Possiamo provare a chiedere di spedire lui: si tratta di un "pacco speciale", no?
    Domandò, afferrando Mephisto in versione canina e mostrandolo a mezz'aria, con le zampette penzoloni.
    -Andiamo lì e diciamo che è nostra intenzione spedire questo cane il più rapidamente possibile...- ma dove, esattamente? Cosa avrebbe reso quella spedizione davvero degna di nota? -... all'inferno. Si.
    Ammiccò.

    Poco distante, Emeraude si spalmò una mano sulla faccia, lasciandosi andare un sospiro esasperato, che molto lasciava intendere su quelli che erano i suoi pensieri riguardo quel piano assolutamente fuori di testa.
    -...facciamo che li distrarrò io- si limitò a commentare -Attirerò l'attenzione, così che possiate intrufolarvi.
    -Per me va bene, ma almeno evita di spogliarti.

    Il commento di Drusilia, fatto più per decenza che per altro, sembrò mettere improvvisamente in difficoltà la Farfalla Infernale, che forse non si aspettava quel tipo di censura. Probabilmente non comprese nemmeno le motivazioni della Dama del Vento, dato che diede l'impressione di arrossire, ma poco importava.
    -...vedrò di inventarmi qualcos'altro.


     
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7 replies since 10/9/2020, 09:50   143 views
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