Visione

Fuori dall'infermeria, Kisnoth.
Presidio Centrale, Endlos.

Sadwrn rigirava pensieroso un ramoscello fra le dita, saggiandone durezza e consistenza con i polpastrelli, e accarezzando una foglia solitaria che vi era rimasta attaccata. Piccola e liscia al tatto, somigliava a una penna tanto corta quanto larga.
Non aveva idea da che parte venisse, ma era certo che non apparteneva a nessuno degli alberi che aveva osservato nel parco che stava dinnanzi all'infermeria. Quasi sicuramente era stato portato lì dal vento, oppure da qualche uccello che voleva fare il nido, ma aveva optato per ripiegare su altri materiali. Chissà perché.

Controllò di nuovo il suo sacchetto di erbe e si assicurò di averne abbastanza per tre persone. La pipa, invece, rimaneva una, e toccava condividere. Non che fosse un male: avrebbe contribuito a creare un senso di comunanza ideale per spingere gli invitati a fare altrettanto – non con altre piante da fumare, ma storie ed esperienze. O visioni, se si voleva essere più precisi. Visioni che erano state probabilmente abbastanza forti da poter richiedere una qualche spinta aggiuntiva per raccontarle. Sadwrn aveva deciso di farsi spingere una volta tutti insieme.

Così era seduto all'ombra di un faggio aspettando Ego e, qualora fosse disposto ad unirsi, Firion. Si chiedette se anche Garmin fosse stato colpito da... qualunque cosa li avesse colpiti. Garmin però era già andato via, e Sadwrn non era in ogni caso nell'umore giusto per rivederlo dopo tutto quello che avevano passato anche per colpa della sua imprudenza – e almeno in parte dell'incapacità di quelli della Hush di comunicare in modo decente fra di loro.

Alzò gli occhi di fronte a sé e vide il teologo avvicinarsi. Lo salutò con un gesto della mano, invitandolo ad accomodarsi sull'erba insieme a lui. Sadwrn fu leggermente sorpreso però nel vederlo da solo.

« Firion-san wa konai ka? »*

No, aveva dei resoconti da stilare, cercherà di raggiungerci più tardi.

« Capisco, » disse Sadwrn con un sospiro, trovando un nuovo motivo per non avere troppo in simpatia la Za Hasshu, o quantomeno il modo in cui era organizzata: il senso delle priorità che dovevano avere i loro burocrati. Se prima non avevano detto nulla a Firion su Garmin Pathfinder – a uno stesso membro! – ora esigevano un rapporto dallo stesso senza lasciargli nemmeno il tempo di consultarsi con i compagni di avventura più prossimi?

E' stato un viaggio particolare, non trovi?

« Assolutamente, » rispose. « Anche se, detto fra noi, mi ci vorrà un po' di tempo per prendere sul serio l'associazione per cui lavora Firion-san – anche se ne condivido il fine, eh. »

Afferrò un pizzico di erbe essiccate dal sacchetto e mise nella pipa dopo aver spezzettato con le dita i pezzi più grossi. Dopodiché estrasse un minuscolo pestello dal suo tascapane e cominciò a pressare dolcemente il materiale da fumare.

« Però, se ti ho chiamato è perché credo che non abbiamo concluso tutti allo stesso modo, quel viaggio. Almeno, non posso parlare per il nostro amico assente, ma non credo che ciò che ho visto io avrebbe suscitato in te la stessa reazione che abbiamo, ehm, notato in infermeria. »
Alzò la pipa davanti agli occhi del monaco. Poi l'acciarino.
« Vuoi favorire? Hanno un buon profumo. Ad ogni modo, ciò che ho visto io è stata... la distruzione più completa del Presidio Occidentale. O di una parte di esso, almeno. Acqua e lava tutt'attorno, corpi gonfi d'acqua o carbonizzati. Tutto in macerie. »
Aggrottò le sopracciglia, i denti stretti. Forse avrebbe dovuto preparare qualcosa di più forte di qualche piantina con qualche vago effetto rilassante. Non era tuttavia sicuro che i suoi ospiti avrebbero gradito o, addirittura, sarebbero stati in gradi di reggere una miscela più decisa.
« Così mi sono cercato un punto in alto, e ancora nient'altro che rovine. Subito dopo, ho sentito la musica di un... Assomigliava a un kokyū come suono, ma la forma era diversa. Credo fosse un violino orientale. Così mi volto, e cosa trovo? Uno scheletro! Uno vestito di scuro e con una corona in testa, e che riusciva a camminare sulla lava e sull'acqua come se niente fosse. Dove posava piede, cresceva qualcosa. Fili d'erba e fiori che poi diventavano alberi. Tu, invece? »
Sadwrn aveva il presentimento che, qualunque cosa avesse visto Ego, era stata in qualche modo perfino più bizzarra e sconvolgente della sua visione.

Sadwrn non colse cosa il monaco intendesse con visione parziale e vibrazioni negative. Almeno, non di preciso, ma un presentimento gli sussurrava che con ogni probabilità stavano dicendo più o meno la stessa cosa in modi differenti – un effetto del provenire da culture lontane, e dell'avere ricevuto quasi sicuramente un'educazione molto diversa di conseguenza. Nessun Worren avrebbe mai rifiutato una fumata, tanto per cominciare.

Hai ragione. Ognuno di noi ha percorso cammini differenti, ma verso la stessa meta, probabilmente.
Nella mia visione sono stato illuminato sul Culto degli Otto. La religione portante di questo Semipiano. Otto Ascesi, quelli che vi ho nominato nella grotta, che reggono la realtà dei Presidi. Le colonne su cui si fonda la realtà.

Spiegò Ego. Sadwrn annuì in risposta. A dire la verità, non aveva mai sentito parlare di un Culto degli Otto nemmeno fra le religioni praticate fuori dalla sua tribù, ma forse era una confessione che era stata dimenticata con il passare degli anni – insieme a tante altre. Se qualcuno avesse chiesto a un qualsiasi abitante del Semipiano a quale forza riconducevano la stabilità di quest'ultimo, quasi chiunque si sarebbe limitato a nominare Lord Aeon. E se fosse stato egli stesso una di quelle colonne portanti...?
« Continua. »

Ogni ciclo gli Otto vengono eletti e garantiscono l'equilibrio. Gli ultimi sono ormai caduti e ne resta solo uno, il Signore della Luce che mi ha illuminato con le sue parole e mi ha investito del Sacro compito di diffondere la conoscenza degli Otto, così da riempire i seggi vacanti.

Come non detto. A meno che non fosse stato proprio Lord Aeon a comparire nella visione di Ego, ma qualcosa gli suggeriva che non era stato quello il caso. Altrimenti, l'avrebbe già saputo. Forse il Signore della Chiave ricopriva un altro ruolo in tutta quella faccenda, forse uno subordinato a quello degli Otto, forse separato in toto. Del resto, Sadwrn non conosceva molti credi che poteva davvero chiamare “falsi”, e non solo perché erano tanti gli dei che abitavano Endlos.

Forse quella creatura che hai visto, non è che l'allegoria del nuovo ciclo che si avvicina. La rinascita dopo la distruzione.

« Può essere, » rispose Sadwrn. « Ammetto di non conoscere quel culto di cui parli. I Worren della mia tribù adorano la Terra e la Notte, del resto, e nei miei pochi anni di vita non ho mai trovato credi simili nel Presidio Occidentale, ma... Chissà, non è detto che non ci siano alcune corrispondenze con il Culto degli Otto di cui parli. Del resto, la Morte è una parte integrante della Notte, come la Rinascita della Terra. »
Si interruppe per asprirare una boccata dalla pipa che aveva acceso mentre parlava, per poi sbuffare un anello di fumo. Una fragranza di legno e di pino si liberò nell'aria.
« Cosa intendi però con “riempire i seggi”? Stai cercando... Gente che possa sostituire gli Otto di cui parli? Cioè, tu sei l'inviato del Signore della Luce, e sei stato incaricato di trovare persone adatte a diventare dei? » domandò incredulo, le sopracciglia corrugate. « Scusami, Ego-san, è che se sto capendo bene ciò che mi stai dicendo... Beh, ti è stato affidato qualcosa di a dir poco enorme davvero all'improvviso. »

Lo sforzo di assimilare tutte quelle informazioni costrinse il Worren a reclinare il capo su di un lato. Quella conversazione era come una foresta in fiamme: c'erano rami che si spezzavano ora per le fiamme, ora a causa di qualche creatura in fuga, c'era il fumo da cui non farsi soffocare, c'era il bramito terrorizzato del cervo e le grida delle scimmie e gli alberi che cadevano. Una quantità enorme di suoni, ma si doveva prestare attenzione a tutti.

Apprendere che il Culto non fosse più praticato non sorprese Sadwrn. Che gli Otto di cui Ego parlava potessero esistere “oltre” i culti praticati dai vari popoli era pure accettabile, per quanto egli non comprendesse personalmente come qualsiasi cosa potesse esistere “oltre” una forza della Realtà stessa. Forse a fianco. A fianco avrebbe avuto molto più senso. Quella, però, era una questione dottrinale di importanza secondaria per il momento, o comunque il fine della conversazione.

Infine, che esistessero anche oltre gli Alfieri poteva forse spiegare come il Presidio Occidentale non fosse stato ancora portato via dalla Tempesta. Anche se, visti gli ultimi avvenimenti, forse ci si stava avvicinando.

Gli Worren erano sempre vissuti senza curarsi granché dell'Alfiere. Sadwrn non era stato da meno, e probabilmente era per quello che non gli era mai passato per la testa che i tanti cataclismi degli ultimi tempi potessero essere legati alla mancanza della forza stabilizzante che era la volontà di un Alfiere. Forse dovevano cominciare a pensare seriamente a qualche candidato. Nobunaga? Lo zio Mawrth? No, lo zio Mawrth no.

Il mio ruolo è solo quello di essere una Voce.
Devo far riscoprire il culto degli Otto, così che i Seggi possano essere riempiti.
Purtroppo non conosco le modalità con cui questo avverrà, ma a tempo debito immagino che mi sarà rivelato.
« Capisco. »
Anche se non molto.
Sai, sento il contatto con il Signore della Luce, ma è flebile, ma cresce giorno dopo giorno. Spero che con il tempo la foschia che annebbia la mia mente si possa fare meno serrata.
Il mio compito, sicuramente è commisurato a ciò che io posso fare. Dovrò parlare, convincere, seminare la conoscenza del culto. Prima di tutto nel nostro Presidio, quindi in tutto il semipiano, così che la ruota del Ciclo possa mettersi in moto.
Si, forse hai ragione, è un compito enorme, improvviso, ma gli eventi che ci stanno travolgendo non sono forse similmente enormi?

« Tashika ni. »*

Se credi nelle mie parole, Sadwrn-san, ti prego di essere portavoce delle mie parole presso la tua tribù.
Non vi chiedo di essere fedeli agli otto, ma solo di credere nella loro esistenza, nella loro necessità.
Presto giungeranno i segni ed andranno solo riconosciuti.

Sadwrn sospirò.
« Anche se non stai chiedendo una conversione vera e propria, stai comunque chiedendo di introdurre un credo a un popolo, Ego-san, e lo stai chiedendo a uno sciamano. Sono qualcuno da cui ci si aspetta che venga portata avanti la tradizione, e non che introduca innovazione. »
Gli occhi del giovane cercarono un aiuto fra le nuvole.
« Non ho ragione di dubitare delle tue parole, ma ciò che domandi non sarà comunque facile. Sarò disponibile a fungere da mediatore, ma preferirei che fossi tu in persona a parlare con noi. Siamo conservatori, ma sappiamo ascoltare. Sarà inoltre più facile persuaderci se il mio ruolo sarà quello di primo accoglitore, piuttosto che di propositore. Spero tu comprenda la mia posizione. »