Gira la ruota!

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  1. Zakar
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    "Riparate la ruota del mondo! Perché deve continuamente girare?
    Dove si trova la retromarcia?"


    (Jack London)


    png

    Deserto dello Yuzrab
    Presidio Meridionale, Endlos.

    In un punto imprecisato dello Yuzrab, molto lontano dalle sponde occidentali del Golfo dell'Undarm, sorgeva una piccola oasi -in verità, nemmeno in grado di riuscire ad ospitare delle reali carovane. Non a caso, risultava spoglia ed isolata da tutto, e chiunque vi fosse passato, sarebbe stato solo per puro caso o perché si era perso. Dopotutto, nessuna rotta di carovane con un minimo d'esperienza sarebbe stata così poco furba da segnare come tappa un piccolissimo specchio d'acqua così distante da altri punti di approvvigionamento, perché costava in termini di denaro e fatica, per non parlare della possibilità di morire a causa del sole rovente che tanto facilmente riusciva a tramutare la sabbia in vetro.

    Michael -quel giorno, incandescente come tutti gli altri- si era ritrovato proprio lì, in completa solitudine, in compagnia del solo rumore dell'acqua sgorgante dell'oasi, interrotto a tratti dagli ululati del vento rovente del deserto. In quel quadretto -a tratti idilliaco- fatto di acqua limpida e fresca, macchie verdi di vegetazione fra la sabbia vetrificata ed alcune palme da cocco, il giovane naufrago del Predidio Meridionale avrebbe tuttavia intravisto un'anomalia. Qualcosa che difficilmente avrebbe potuto vedere lì, e che violava alcune grandi certezze di chi -a Sud- ci viveva.

    Si trattava di un uomo -da solo, senza cammelli o oggetti personali che andassero oltre ad un'amaca poco distante- dalla carnagione molto chiara (e stranamente priva di scottature) e da una singolare capigliatura a caschetto, decisamente fuori di moda in quel di Merowish.
    Costui aveva tutto corpo sotterrato nella sabbia, ad eccezione della testa, cosicché non potesse liberarsi, segno che qualcuno aveva probabilmente deciso di giustiziarlo in quel modo atroce. A rendere quella condanna ancora più subdola sarebbe stato il cappello buffo che indossava, beffa da aggiungere senza dubbio al danno di dover morire lentamente e di stenti.

    Come facilmente comprensibile, quel tale -impossibilitato da ogni altro tipo di movimento- si limitava a piangere da solo... ma dal tono della voce e dalla nube depressiva che lo circondava, non sembrava assolutamente un morente. Anzi, ad esser precisi, chiunque avrebbe pensato che fosse stato appena abbandonato lì. Peccato però non vi fosse nessun altro nel raggio di chilometri, e che non vi fossero orme né vicino a lui, né attorno all'oasi, se si escludevano quelle appena lasciate da Michael.

     
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