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"Nankurunaisa", credo sia una delle parole più belle del mondo.
E' giapponese e significa: "con il tempo si sistema tutto"...Scogliere meridionali, Nishikaigan.
Presidio Occidentale, Endlos.Cieco e probabilmente confuso, il Naufrago non avrebbe soltanto sentito i profumi del mare: un fortissimo odore di spezie e frittura si sarebbe infilato su per le narici con la medesima prepotenza di un bullo, del tutto indifferente alla probabilità di mandare ancor più in confusione un uomo completamente cieco... ed il suo cane.
In ogni caso, si fosse alzato, seguendo gli odori avrebbe raggiunto un piccolo villaggio portuale. Si trattava di poche case in legno, molti bambini chiassosi e diverse barchette ormeggiate alla riva.
-Ho sentito che la sorella di Taka lo stia ancora pregando per quella faccenda di Shiju- una voce di donna giunse alle orecchie dello straniero, fra il chiacchiericcio degli abitanti scesi in piazza -Non capisco perché insiste ad accompagnarlo.
-Immagino sia per quell'eroe giunto mesi fa a pregare sulla scogliera- rispose una vecchina dall'aria conciliante e gentile -Si dice che parli con gli dei, e che trascorra molto tempo nelle piazze della capitale: è probabile che voglia parlargli...
-Ed io che speravo avesse posato gli occhi su qualche nobile guerriero!- continuò l'altra, evidentemente più pettegola -Ormai tutti i Ronin dell'Occidente si son radunati lì.
Un urlo di bambino e qualche frase di uomo adulto che suonò come un'esotica bestemmia interruppero quella conversazione, sostituendola con rumori vari ed il pianto di suddetto bambino, dopo esser stato bastonato. Un carretto di legno passò non poco lontano, assieme ad un mercante che invitava i presenti ad avvicinarsi.
In quella scena concitata, qualcuno urtò il Naufrago.
-Oh... mi scusi- si trattava di una donna dalla voce acuta, probabilmente giovane -Ma... lei è uno straniero!. -
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Io lo so. Me lo sento nelle vene. Forse pure un po' nelle mutande. No, non è sabbia: è quella schifosa, nauseabonda e odiosa puzza di frutti usciti dallo stramaledetto mare. E che diavolo ha Gascoigne da abbaiare tanto? Non è colpa mia se sembro uscito da...
Che mi venga un accidenti, ma queste non sono spezie? E frittura? Frittura?! Per la trippa di tutti i gondolieri, che gli venga la diarrea lì dove si trovano, se c'è odore di cibo allora ci sono anche persone! Civiltà.
« Ma che ho da saltellare? Io odio la gente! »
Forse, però ora ho più fame che odio. Anche troppa. Da quando ho messo piede in quel villaggio di saltimbanco fino a durante il ritorno, non ho certo avuto modo di mettere niente sotto i denti. E quello che ho masticato dopo... beh, ora ho anche sete.
« Andiamo, bello » dico al mio fido accompagnatore. E so che lui ha pure più fame di me.
Un passo dopo l'altro, cane che guida il cieco, arriviamo in quello che sembra un villaggio portuale. Lo riconosco dalla puzza di pesce e gente ignorante.
Ancora?! « Non di nuovo! » Dannazione, ma è possibile che in tutto il multiverso, io non faccia che trovare solo posti in riva al mare? Fosse estate! « Gascoigne smettila di tirare: ho capito... andiamo! »
Anche se non ho idea di come sia fatto questo villaggio, spero con tutto me stesso che non ci sia un'altra ragazzetta cieca. Ancora mi chiedo come ha fatto Gascoigne a non vederla. Io darei delle legnate a quello che le ha affidato il carretto. Lei sarà cieca, ma il suo datore di lavoro è un coglione.
« Ho sentito che la sorella di Taka lo stia ancora pregando per quella faccenda di Shiju » - spero sia morto, chiunque sia. « Non capisco perché insiste ad accompagnarlo. » Forse perché è scema?
« Immagino sia per quell'eroe giunto mesi fa a pregare sulla scogliera » - pft, eroi. Mai fidarsi, specie di quelli che dicono di battersi per qualcosa. Mai che battessero la testa contro un muro. « Si dice che parli con gli dei, e che trascorra molto tempo nelle piazze della capitale: è probabile che voglia parlargli... » Ah però, anche pazzo?
« Ed io che speravo avesse posato gli occhi su qualche nobile guerriero! Ormai tutti i Ronin dell'Occidente si son radunati lì. »
Aspetta, cosa? OCCIDENTE?
« Mi scusi! » Vorrei avvicinarmi alla coppia che parla e strappare loro informazioni, ma succede qualcosa. Sento un bambino che urla. Ora un uomo adulto che bestemmia. Piatti infranti e parole grosse sferzano l'aria. Avverto il cigolare di un carretto che scivola adagio poco lontano.
Lo indico anche se con mira approssimativa e urlo: « Non mi hai preso questa volta, stronzo! »
Ma se non è il carretto a urtarmi è qualcun altro. A quanto pare, io sono cieco e la gente mi sbatte contro senza motivo. Forse il cane guida serve agli altri!
« Oh... mi scusi! Ma... lei è uno straniero! » Ah, anche dotata di incredibile capacità deduttive!
« Tu » tuono, senza mezzi termini. « Che significa che sono in Occidente? Dove ci troviamo? Che posto è questo? »
E giuro che mi uccido se sento ancora qualcuno parlare con un dialetto del cazzo.
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"Nankurunaisa", credo sia una delle parole più belle del mondo.
E' giapponese e significa: "con il tempo si sistema tutto"...Scogliere meridionali, Nishikaigan.
Presidio Occidentale, Endlos.« Tu » tuonò lo Straniero, senza mezzi termini. « Che significa che sono in Occidente? Dove ci troviamo? Che posto è questo? »
A quelle domande seguirono lunghi attimi di silenzio, intrisi del tipico disagio che nasce quando cortesia ed intolleranza si uniscono all'improvviso. Il Naufrago non poteva vederlo, ma era chiaro che quel villaggio di pescatori non fosse abituato a persone giunte dall'esterno dei loro piccoli confini. Nonostante ciò -fortunatamente- l'ospitalità era stata imposta loro da una società particolarmente focalizzata sulla tradizione e sui doveri rispetto il prossimo. Per questo il Naufrago ebbe risposta.
-Significa che è ad Occidente- rispose la donna, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Solo in un secondo momento parve voler aggiungere qualcosa di più specifico, forse notando lo stato di non-vedente di quell'uomo -Siete a Katatsumuri, un villaggio di pescatori nel Feudo del Nishikaigan, parte del Nobilissimo Presidio Occidentale.
A quel punto, giunse la prima domanda scomoda.
-Come è arrivato qui uno straniero come voi?- e... si. Il "come" intendeva esattamente la condizione di cecità, che di norma non permetteva grandi spostamenti -Avete perso il vostro accompagnatore?
Nonostante si mimasse della cortesia, quella donna suonò sgradevole. Il non aver aggiunto suffissi nel chiamarlo, avrebbe reso evidente la sua stizza per chiunque fosse di quelle parti. Per fortuna -comunque- il cieco non era di quelle parti (in verità, nemmeno di quel mondo) e per questo si sarebbe offeso molto meno del dovuto.
Forse avrebbe anche risposto... se non fosse intervenuto qualcuno.
-Eh... in verità si. Era con me, ma l'ho perso- una voce di donna li raggiunse. Era giovane, ma sicuramente non aggraziata, piuttosto leggermente rauca. Come la voce di una fumatrice incallita -Ci siamo fermati per comprare delle provviste: andremo via il prima possibile.
Una mano lunga e nodosa agguantò il suo braccio, cercando d'indirizzare il cieco in un punto più appartato. Poi bisbigliò.
-Gli occidentali di provincia son difficili da trattare: fingiti rispettoso e sottomesso, se non vuoi trovarti imprigionato per qualche motivo stupido- lo redarguì -Quelli come noi non son ben visti, soprattutto nella situazione politica in cui versano... ma porca vacca, quanto puzzi?!?!?. -
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Io. Puzzo.
Io.
Io!
Ha parlato quella che sembra essere entrata in un magazzino di tabacco, aver fatto l'amore col tabacco, il tabacco poi ha partorito figli fatti di tabacco e assieme hanno fatto un orgia di tabacco che sembra uscita da un romanco di Anne Rice. E prima che tu lo chieda: non ho idea di chi sia, ma sembra il tipo di autrice che scriverebbe roba tipo Demone Incarnato, dove l'incarnazione è una metafora delle scene di sesso, scene che occuperebbero circa il 90% dell'intero libro.
Nel mentre la mia mente vaga per ipotetici romanzi di terzo livello, mi giunge distante e ovattata la sensazione che questa città non abbia mai visto un mago come il sottoscritto o, almeno, non sia abituata a gente che non sia nata, cresciuta, e impiantata nel posto da così tanto tempo che cugini, zii e parenti di secondo grando si sono dati ad atti incestuosi quadruplicando le malattie genetiche. Prima su tutte, la stupidità dilagante.
Tolto questo fattore negativo, almeno ora so che mi trovo a Katatumori... Katasturoni... Katarifrangent... OH INSOMMA, mi trovo da qualche parte nel Feudo d'Occidente che, a detta di chi ci vive, è bellissimo, nobilissimo, altissimo e purissimo. Il che spiega così poco e anche così male.
Ad ogni modo, pensadoci bene, forse dovrei essere più gentile con la persona che si è lamentata della mia puzza. Voglio dire, la signora di prima non sembrava molto felice del fatto che io sia uno straniero e, dio santo sa perché, anche del fatto che io sia cieco. Da quando è un reato non vedere niente?
« Prima di tutto, non è colpa mia se puzzo. Secondo, io ero su una barca e me ne stavo andando da una città e un lavoro piuttosto deludenti. La tempesta mi ha travolto e mi ritrovo, anzi ci ritroviamo -io e il mio cane- a puzzare di pesce appena pescato. E terzo, puoi spiegarmi dove diavolo mi trovo e perché la gente qui sembra avere una scopa ficcata su per il culo? »
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"Nankurunaisa", credo sia una delle parole più belle del mondo.
E' giapponese e significa: "con il tempo si sistema tutto"...Scogliere meridionali, Nishikaigan.
Presidio Occidentale, Endlos.« Prima di tutto, non è colpa mia se puzzo. Secondo, io ero su una barca e me ne stavo andando da una città e un lavoro piuttosto deludenti. La tempesta mi ha travolto e mi ritrovo, anzi ci ritroviamo -io e il mio cane- a puzzare di pesce appena pescato. E terzo, puoi spiegarmi dove diavolo mi trovo e perché la gente qui sembra avere una scopa ficcata su per il culo? »
Sulle prime, la "salvatrice" ebbe un attimo di titubanza, forse mossa da qualche sospetto, che non andò tuttavia oltre il semplice pensiero.
-L'ha detto quella donna: ti trovi nel Presidio Occidentale, del Feudo del Nishikaigan, in un villaggio del cazzo fatto di pescatori dalla mente chiusa- iniziò -Però... se mi dici che non riconosci questi nomi, immagino che tu sia più lontano di casa del previsto.
Un lungo sospiro sottolineò quell'ipotesi.
-Ti trovi su Endlos... un posto dove -periodicamente- ci finisce gente strappata dal mondo che le ha dato i natali. Questi sfigati vengono chiamati metaforicamente "Naufraghi", ma tu lo sei anche "di fatto", noto.
Nel dirlo, fece spallucce, ma il cieco probabilmente non poté notarlo. Il cane si.
-Non te la prendere, pure io sono una Naufraga, e sinceramente non l'ho mai vista come una condanna, dato che mi è andata discretamente di culo...- commentò allontanandosi dalle attenzioni dei presenti col cieco ben vicino -Ero in fuga da un pazzo che voleva la mia testa. Uno di quei tipi che prima ti offre la cena e fa il carino, poi minaccia di prendersi la tua anima se non lavori gratis per lui, e infine se la prende un po' troppo se gli arrivano pettegolezzi sulla mia infedeltà. Pensa che mi ha pure seguito qui. Per fortuna, me la son svignata.
Si, insomma, chi non ha un "ex" psicopatico e con problemi di rabbia, che divora le anime?
No, un attimo.
-Endlos mi ha accolta, e se sai a chi chiedere aiuto, in qualche modo riesci a cavartela- si accese una sigaretta, e l'odore di tabacco si diffuse con prepotenza -Però bisogna farsi furbi: i fessi di solito fanno una brutta fine, soprattutto nei territori ostili come questo.
Fece un profondo respiro, godendosi quella puzza di catrame.
-Comunque mi chiamo Alhandra, piacere..