Some treasure aren't worth finding

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    "Some treasure aren't worth finding - let alone stealing."
    o di come venire al mondo possa rivelarsi una gargantuesca fregatura
    (anche se questo, in genere, dipende molto dal mondo)
    (e molto poco da noi)

    Cominciò così.
    Più o meno.
    ---


    { Chediya; Crepuscolo }
    .pov - Aion

    La Valle del Canto del Vento è un ottimo luogo in cui nascere (o incarnarsi, nel tuo caso).
    Persino con la tua scarsa esperienza del mondo sensibile riesci a rendertene conto, poteva capitarti ben di peggio. Il clima è mite, avverti una dolce brezza accarezzarti il viso accompagnata da un canto melodioso, quasi triste, e non sembra una brutta sensazione.
    Il cielo è terso e all'orizzonte vedi spegnersi gli ultimi spasimi del sole morente che spargono tinte rossastre su ogni cosa. Credo che questa sia la tua prima esperienza di cosa sia un tramonto. La prima di una lunga serie, si spera.
    Ti trovi ai margini di uno di quei boschetti che puntellano la valle, all'ombra di alti faggi. Quanto al come tu sia arrivato lì, questo è un altro paio di maniche.
    Intorno a te, oltre alla boscaglia - ma non si tratta di un bosco fitto e irto di pericoli, niente affatto - scorgi un masso di grosse dimensioni, piatto e liscio, e poco distante un piccolo monumento, una piccola ara risalente a chissà quanto, dedicata a chissà quale culto. L'epigrafe alla base è illeggibile, e d'altra parte si tratterebbe di un linguaggio ormai perduto.
    Se ti avvicinassi al piccolo altare di pietra, potresti scorgerne i bassorilievi tra le radici e le erbacce, corrosi ma ancora in qualche modo visibili, rappresentanti una scena di caccia delle più inflazionate.
    Potresti pensare di essere completamente solo - una prospettiva sempre meno allettante, all'approssimarsi della notte - ma senti una voce argentina squittire in lontananza, dalla parte del bosco, quasi a volerti immediatamente smentire.

    « Ci siamo quasi, dovrebbe essere da questa parte. »
    (rumore di rami calpestati e fronde che si muovono)

    Un attimo di silenzio, interrotto solo dal canto del vento.
    Per qualche istante, ti sembra quasi di aver sognato tutto.

    « Certo che ne sono sicuro! »
    (i rumori riprendono, si fanno più vicini)

    Finalmente, vedi qualcuno sbucare da dietro la massa della vegetazione, facendosi largo tra gli arbusti.
    Si tratta di un ragazzino. O almeno, il suo aspetto è giovane tanto quanto il tuo, ma un Chronosapiens incarnato sa benissimo che si tratta di mera apparenza, giusto?
    Uno strano tipo, a dire la verità, questo nuovo arrivato. Ha dei cespugliosi e disordinati capelli dalla pigmentazione argentea, con riflessi che tendono al violetto, tenuti su da una bandana di un blu intenso, arricchita da dettagli dorati; d'oro sembrano anche i pendagli, simili a monete o dobloni, che legati alla bandana gli scendono ai lati del viso dai bei tratti regolari.
    La cosa che colpisce di più, comunque, sono gli occhi: due pozze viola, scosse da lampi divertiti.

    Lo sconosciuto si muove verso di te con una certa noncuranza, come fosse la cosa più normale del mondo.
    Indossa un panciotto scuro piuttosto liso sopra una camiciola bianca, braghe di tela scure e un paio di stivali. Mentre ti viene incontro, regge con la mano destra un oggetto che potrebbe somigliare ad una bussola - se solo tu avessi idea di cosa sia una bussola.

    Quando è ormai a un paio di metri da te, una piccola e rotondeggiante luminescenza inizia a sfarfallare intorno ai capelli argentati dello sconosciuto, gli gira intorno tre volte e poi gli si piazza proprio sulla punta del naso.
    « Certo che avevo ragione. Eccolo. »
    (ti indica)

    Chiunque sia quello strano ragazzino, pare ti stesse cercando.
    E ora ti ha trovato.


    Signor MerlinoOtto, è un piacere darle il benvenuto su Endlos!
    Si tratta di una "scena masterata", ovvero una tipologia di gioco con cui cercherò di "guidarti" nel tuo primo impatto con il mondo di gioco. Spero di riuscirci in maniera adeguata e senza annoiarti. Per questo primo post mi sono limitato a darti un minimo di contesto sul "dove" ti trovi; a te la massima libertà di dire se sei appena "nato" nella tua forma umana o se hai già avuto modo di girovagare un po'. Insomma, sentiti libero, io cercherò di adeguarmi al meglio delle mie possibilità.
    Lo sconosciuto che è venuto a trovarti (e che in effetti ti stava cercando) è un po' strano ma non sembra avere cattive intenzioni. Comunque, hai tutta la libertà interpretativa del caso: mi sono limitato a creare un set-up iniziale.
    Per un buon gioco, ti invito a tenere in considerazione questa specifica legata alla location in cui ci muoviamo (Chediya, appunto):
    CITAZIONE
    La canzone del Vento: Nella Valle di Chediya -per opera di un antico incantesimo- spira sempre una dolce brezza profumata che ha la particolarità di produrre un suono lieve e melodioso quando attraversa gli ostacoli architettonici; gli effetti che esso produce sono benefici, in quanto infondono un senso di calma alle persone che lo odono e tendono a riportare i moti del loro nel cuore ad uno stato di dolce e conciliante serenità. Nelle giocate ambientate nella sezione di Chediya -soprattutto nelle città di Istvàn e Matafleur-, i giocatori che ascoltano il Canto del Vento devono considerarsi costantemente esposti ad una Malìa passiva che li invita alla calma.

    Per qualsiasi problema, perplessità o comunicazione, sono a disposizione via MP.
    Buon Game =')
     
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    Buio, freddo, furono le prime cose che Aion provò quando inizio a svegliarsi, cosa gli era successo, non riusciva a ricordarlo, anzi non riuscia a ricordare praticamente nulla, aveva solo qualche vago ricordo. Lentamente aprii gli occhi, una forte luce lo abbaglio, gli ci un po' per abituarsi alla forte luce del luogo, la prima cosa che vide era il cielo, blu scuro con in fondo una tinta rossastra, doveva essere l'alba o il tramonto, alba e tramonto, strani termini, ma perché gli erano venuti in mente?

    Nuove sensazioni gli arrivarono, era come se mano a mano che passava il tempo, i suoi sensi si accendessero, cominciò a percepire la terra e l'erba attraverso il tatto delle mani, e così si accorse di essere sdraiato sopra un prato, la vista gli permise di mettere meglio a fuoco, vide gli alberi sopra di lui, le folte chiome dritte verso il cielo, poco alla volta anche l'olfatto prese a funzionare, sentii l'odore degli alberi, della terra, dell'erba, tutte cose che sapeva di conoscere ma che allo stesso tempo, gli sembrava di non averle mai sperimentate. Fu quindi il turno dell'udito, poté ascoltare il rumore del vento e qualcosa che non riuscii ad identificare, una sorta di melodia persa tra le voci della foresta.

    Bè, non poteva certo passare tutto il tempo li sdraiato, fece per alzarci ma non ci riuscii, subito fu preso dal panico. "Calma, calma, riproviamo." dentro di se si immagino di alzarsi, provò la sensazione di alzarsi da terra e fluttuare, ma niente, non accadde niente. No, qualcosa non andava, non gli era mai capitato di... un momento, udito, olfatto, TATTO!!! Non aveva mai avuto questi sensi, quindi... Sbarrò gli occhi e un'ondata di panico l'avvolse, come era successo? Cosa gli era accaduto?
    Intorno a lui alcuni fiori appassirono per poi tornare verdi e rigogliosi.
    Calma, devo mantenere la calma, devo capire cosa mi è successo, ma intanto devo capire come muovermi.

    Ci volle parecchio tempo, ma alla fine, dopo vari tentativi e dopo un paio di capitomboli riuscì a mettersi in piedi. "Bene, e adesso?"

    Certo che avevo ragione. Eccolo.

    Aion si voltò goffamente verso la fonte della voce, per poco non fini di nuovo a terra, davanti a lui c'era un ragazzo con un naso talmente luminoso che gli nascondeva il resto del viso, però si vedeva chiaramente che lo stava indicando.

    C-Chi sei T-tu?

    Bè, come prima comunicazione verbale non era andata poi così male, che scomoda però, come gli mancava la comunicazione empatico/telepatica.

    Energia: 110%

    Stato Mentale: Incasinato/confusionale/smemorato, insomma un guazzabuglio.

    Stato Fisico: Per ora bene.

    P.S. Ho visto l'aura della zona, ma dopo quello che gli è successo era illogico se un minimo di crisi non gli veniva, senza l'aura sarebbe andata peggio di sicuro

    P.P.S. A causa delle modifiche alla scheda che ho dovuto fare, ho modificato una piccola cosa, prima si era incarnato per propria scelta, ora per niente.
     
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    Il piccolo globo luminoso si sposta lateralmente, vortica intorno alla testa del ragazzo, poi sembra sparire fra i suoi capelli.
    Lui, in tutto questo, non ti ha tolto gli occhi di dosso.
    « Ameunsis. Puoi chiamarmi Amos » ti risponde, mentre ripone quella sua strana bussola in tasca.
    C'è una nota allegra nella sua voce, un misto di entusiasmo e ironia, di quelli difficili da estirpare.
    Si guarda intorno per un istante, poi si dirige verso il masso piatto e liscio. Forse non vuole metterti in allarme avvicinandosi a te direttamente.

    « Sono un cercatore di tesori » spiega, mettendosi seduto e tornando a fissarti.
    « Beh, una specie. »

    Si batte le mani sulle cosce, incrocia le gambe assumendo una posizione meditativa. Incrocia le dita lunghe e affusolate, coperte di anelli, al di sotto del mento. Quel movimento fa tintinnare i bracciali e gli altri monili che tiene a entrambi i polsi. Non ha affatto un aspetto marziale, anzi, sembra un girovago piuttosto smaliziato.

    « E ora dimmi di te. Hai un nome? »
    Poi, quasi a volersi correggere, aggiunge: « Che cosa sei, tu? »

     
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    Ora che il suo viso non era più coperto da quella strana sfera luminosa Aion si mise a studiare il suo interlocutore, non che sapesse da dove partire, i suoi capelli erano di una sfumatura interessante, ma non aveva idea di cosa significassero, aveva dei cerchi metallici con pietre sulle dita, e vari cerchi più grandi sui polsi, chissà poi a cosa servivano. Per il resto non avrebbe saputo da dove partire, l'unica cosa è che da quel poco che aveva percepito e visto di se, lui e quello strano tipo dovevano appartene alla stessa specie o a specie simili.
    Tesori? Cosa intendi? Che termine bizzarro, comunque dovevano essere qualcosa di interessante se valeva la pena di cerarli.

    Le due domande lasciarono Aion stranito. Il suo nome era una delle poche cose che ricordava, e aveva qualche nebuloso ricordo su cosa fosse, avrebbe dovuto dirglielo? "Prudenza, i nomi sono una cosa potente, non sai nulla di lui e non sai nulla della tua nuova condizione, vero che non sembra essere una minaccia, ma comunque prudenza."
    M-Matt, Matt Smith Non aveva idea da dove gli fosse venuto questo nome, era il primo che gli era venuto in mente, mah.
    "Cosa sono, bella domanda, cosa sono diventato, che nome ha questa forma di vita?"Mosse le mani in un gesto che voleva essere un indicare il proprio corpo, ma con la scarsa esperienza nel movimento, fu più un aprire le braccia."Non si v-vede?" magari, con un po' di fortuna, sarebbe stato lui a dirgli cosa fosse.

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    « Matt Smith » ripete.
    Abbassa il capo, ti guarda di sottecchi con uno strano sorriso, poi socchiude gli occhi e sospira.
    « Mi prendi per il culo? »
    Non c'è acredine nelle sue parole, solo per istante ti sembra scomparire quella nota scanzonata che lo aveva accompagnato fin lì.
    Rimane comunque seduto sul suo masso, riapre gli occhi e puoi ancora indovinare una luce divertita nel suo sguardo.
    « A occhio e croce, sembri un comunissimo essere umano. Ma non lo sei. »

    « Anzi » riprende dopo una breve pausa,
    « sei la cosa meno comune che ci sia da queste parti, al momento. »

    Fa un'altra breve pausa, seguita da un sospiro. Le sue mani corrono alle tasche, ne tirano fuori l'oggetto che aveva messo via poco prima. Una scatolina di legno che riesce a tenere nel palmo di una mano.
    « Vedi questa? Si chiama Chronossola, al suo interno c'è un ago che punta sempre verso le anomalie spazio-temporali di maggiore portata. L'ho utilizzata per trovarti, è questo che faccio: cerco le anomalie. »
    Rimette via l'oggetto, senza perdere un'oncia del suo sorriso.
    « Quindi non sei un normale essere umano, signor Matt Smith.
    Non hai nulla da temere: tutto ciò che voglio da te, è capire.
    »

    Il sorriso si fa più largo.
    « Riproviamo: che cosa sei? »

     
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    "ok, da segnarmelo, come bugiardo faccio pena." Amos si era accorto subito che il suo nome fosse falso, comunque non aveva ancora intenzione di rivelargli quello vero. tra l'altro, che bizzarra espressione che aveva usato, più avanti, risolti alcuni interrogativi più urgenti gli avrebbe dovuto chiedere cosa significasse.

    "Non sono un'umano, bè è un punto di partenza, ho escluso una delle milioni di forme di vita esistenti, sono a buon punto!" In ogni caso, il termine usato dal cercatore di tesori incuriosi parecchio Aion, Anomalie spazio-temporali, tempo, qualcosa gli suonava familiare, ma i ricordi erano ancora troppo annebbiati per poterci ricavare qualcosa, però a quanto pareva lui ne sapeva qualcosa, ma qual'è il suo scopo finale? A guardarlo non sembrava mentisse, non che avesse idea di cosa caratterizzasse un bugiardo, quando diceva di voler solo capire, ma capire cosa?

    "N-non lo so, non sto mentendo ma non ne ho proprio idea, non ricordo quasi nulla." Guardo in basso come se si vergognasse della cosa, quindi rialzò il volto e lo fissò dritto negli occhi. "Comunque, c-come mai ti interesso tanto? E come facevi a sapere che mi trovavo qui, mi risveglio e casualmente tu tu trovavi già qui e con la s-strum-mentatura adatta a trovarmi, chi s-sei tu?"

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    Finalmente una risposta sincera.
    Ameunsis poggia un gomito contro il ginocchio e usa la mano aperta per sorreggersi il viso. Il suo contegno - se di contegno possiamo parlare - è tra l'annoiato e il pensieroso.
    « Capisco » dice, in un tono leggermente deluso.
    « Immagino dovremo aspettare che ti torni la memoria. »
    Con queste parole si riscuote e inizia a frugare nella sua borsa da viaggio. Non sembra prestarti troppa attenzione, al momento.
    « Chiariamo una cosa, Matt: non stavo cercando te. Sono sempre in viaggio, e quell'oggetto che ti ho mostrato prima mi indica la direzione. Stavo cercando un'anomalia e sono finito qui. »

    « E si dice strumentazione » aggiunge con un sospiro.
    Le sue mani escono fuori dalla borsa reggendo un involto di foglie di quercia. Dopo averlo considerato con lo sguardo per qualche istante, il ragazzo svolge il fagottino, tirandone fuori alcune focaccine croccanti che profumano di pane fresco e origano. Certo, tu non hai mai mangiato, ma l'odore sembra buono.
    « Hai fame? » ti domanda. Poi, senza aspettare la risposta, ti lancia una focaccia - forse sopravvalutando la tua coordinazione occhio-mano.
    Lui stesso ne addenta una, con una certa soddisfazione.

    « Dici di non ricordare quasi nulla » riprende, tra un morso e l'altro.
    « Allora dimmi cosa ricordi. Hai una vaga idea di dove ti trovi? »

     
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    "Fame?" Dicendo questo Aion allungò una mano mancando la focaccia che atterrò a mezzo metro da lui. Fece per chinarsi per raccoglierla e in un istante si ritrovò a terra. "Accidenti! Questi cosi sono così difficili da muovere."
    Rimanendo a terra si sposto una ciocca di capelli che gli copriva gli occhi e si rivolse verso Ameunsis. "Non conosco questo posto, non ho idea di dove s-sono. I pochi ricordi che ho sono molto confusi." Si mise seduto cercando di imitare la postura del suo interlocutore. "Cos'è un'anomalia spazio-temporale? Il nome mi suona famigliare."

    Allungò la mano e raccolse l'oggetto che gli aveva lanciato, fu un attimo, gli occhi si tinsero di una luce verde acqua, e varie immagini apparvero nella sua mente: vide un biondo campo di grano cullato da un fresco venticello, vide una macina che schiacciava i grani di frumento, vide delle mani che lavoravano un impasto con sapienza e maestria, vide un forno dove cuocevano varie focacce, insieme a queste immagini apparvero anche altre, ricordi confusi, sensazioni lontane, echi del passato. La mano gli si aprii di scatto, la focaccia ricadde a terra e le immagini si dissolsero. Aion si alzò in piedi, barcollando parecchio e tutto eccitato si rivolse al ragazzo."Ricordo qualcosa, una crepa, un vortice, e un nome: Chronosapiens."

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    Stato Fisico: Per ora bene.

    Percezione Temporale: Toccando un oggetto o un’essere vivente Aion è in grado di vedere il suo passato e ricavarne informazioni leggendo il suo flusso temporale, più a lungo dura il contatto e maggiori saranno le informazioni
    [Scenica/Istantanea/Energetica/Singola/Basso]
     
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    « Chronoche? »
    Dal tono con cui lo chiede, capisci che Ameunsis non ha mai sentito nulla del genere.
    Capisci che non ti potrà aiutare a recuperare i tuoi ricordi - o almeno, non nell'immediato.
    « Proviamo a fare un po' di ordine » riprende, dopo aver sbranato un altro pezzo di focaccia.
    « Un'anomalia è una frattura nel continuum spazio temporale. Se immagini l'unione di tempo e spazio come un unico flusso circolare e continuo, l'anomalia rappresenta una piccola frattura. »

    Prende fiato, ti guarda e solleva un dito a indicarti.
    « Può anche essere molto piccola, ma con conseguenze devastanti. E qui entri in gioco tu. »
    Si ferma, ennesima pausa. Ingolla l'ultimo boccone di focaccia e si batte un pugno sul petto per deglutire.
    « Ecco, così va meglio. Dicevo, e qui entri in gioco tu. La tua presenza qui, in questo luogo, rappresenta una piccola deviazione in quel flusso. Quindi dovremmo cercare di capire perché. »

    Nuovamente infila le sue mani nella borsa e ne tira fuori una borraccia molle, di quelle fatte con le interiora di qualche animale.
    La solleva e si lascia zampillare in bocca un fiotto di un liquido verde cristallino. Sembra pensarci su qualche istante,
    poi rutta fragorosamente.
    « Quando dico 'qui', intendo dire che ti trovi su Endlos. Un semipiano dimensionale poggiato sul fondo del maelstrom. Per renderla più semplice, prova a immaginare un enorme vortice di caos elementale. Beh, tu ti trovi al suo centro. »

     
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    Il ragazzo ascoltò ogni parola senza perdere una sola sillaba, nel frattempo cerco di sedersi imitando Amos, la cosa gli risultò non molto semplice, aveva l'impressione di annodarsi le gambe, ci riuscì dopo vari tentativi.
    Conseguenze devastanti, dunque era così pericolosa un'anomalia? E lui poteva esserne la causa, decisamente era meglio capirci di più e in fretta. "Che genere di conseguenze d-devastanti?"

    Aion osservò senza dir nulla tutte le azioni del suo compagno d'avventura, tutto ciò lo trovava stano. "Perchè hai inserito nel tuo corpo quel liquido e quel solido? Scusa la curiosità ma non riesco a capirne il motivo." Probabilmente era una delle bizarrerie a cui avrebbe dovuto abituarsi. Raccolse la focaccina da terra, stavolta nessuna visione gli venne proiettata nella mente, era piccola e morbida e aveva un buon odore, tuttavia non gli venne in mente nessun uso, e trovava strano l'idea di inghiottirla. "Quello che mi dici non mi suona nuovo, prima mi sono ricordato di un grande vortice, potrebbe essere stato quello a risucchiarmi e a portarmi qui? Meelstroem, così l'hai chiamato?"


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    Ameunsis annuisce.
    « Sì, potrebbe essere. Non sarebbe il primo caso di naufragio interplanare, anzi. Endlos è pieno di naufraghi, capitati qui perché trascinati dal vortice del caos elementale. »
    Subito dopo, però, assume un'aria dubbiosa: « Anche se... Vedi, se si fosse trattato di un normale naufragio io non sarei qui. O meglio, il mio strumento non l'avrebbe rilevato: è tarato per cogliere le vere anomalie. Un naufragio dimensionale, qui, è quasi all'ordine del giorno. »
    Scrolla le spalle, come se volesse togliersi di dosso una brutta sensazione.
    « Quello che mi hai visto fare prima, si chiama nutrirsi. Si tratta di un procedimento necessario, ogni forma di vita necessita di nutrimento. Se sei vivo dovresti conoscere almeno in parte questo concetto. Un corpo umano, come il mio, si nutre così. E apparentemente, anche il tuo. »
    Ha un'aria divertita negli occhi; il fatto che tu non abbia idea di cosa siano azioni basilari come mangiare o bere elimina la possibilità che tu sia piovuto lì da un altro piano di esistenza - o almeno da un piano di esistenza simile a quello. In generale, i tuoi modi testimoniano che non hai una reale coscienza del tuo corpo, ammesso che sia davvero il tuo.
    « Per quanto riguarda le conseguenze devastanti... te ne parlerò più avanti » spiega.
    « Non vorrei darti troppe cose a cui pensare. Al momento, direi che la priorità è capire chi sei. »

     
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    "Vuoi dire che c'è pieno di gente che come me è stata strappata da casa sua e ora vive qui senza il ricordo di cosa fosse prima? Ma è terribile, possibile che n-nessuno faccia qualcosa in proposito?" La cosa lo sconvolse, se il problema era davvero così serio come mai nessuno provava a fermare quel vortice, o quantomeno non si preoccupava di riportare a casa quelle povere persone, naufraghi gli aveva chiamati. "Devo dire, che non mi sarei mai immaginato così un mondo in mezzo a una tempesta."

    "A-affascinante! Quindi questi corpi sono in grado si scindere la materia e gli atomi in pura energia!" Detto questo osservò con maggiore interesse la focaccina, quindi provando ad imitare il suo compagno, ne stacco un pezzo con un morso e lo inghiotti, così, tutto intero. "Un po' scomodo però."

    Capire chi sono, fosse facile, pensò Aion mentre rifletteva su ciò che gli era stato detto, non aveva niente su cui basarsi per capire la sua vera identità. Solo pochi indizzi."Bè, di sicuro prima di venire qui non ero un essere fisico. Prima quando ho toccato la focaccina ho avuto delle visioni, ho visto delle immagini, e dei ricordi mi sono si sono risvegliati, so che la mia specie si chiama Chronosapiens, ma non so dire cosa sono." Non era molto su cui partire ma era tutto ciò che aveva.

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    « Non è esattamente così. »
    Ameunsis ti sorride in una maniera diversa, ora. Come se stesse empatizzando con te, almeno fino ad un certo punto. Diciamo che comprende le tue preoccupazioni.
    « In realtà, la maggior parte dei naufraghi dimensionali mantiene intatta la propria memoria. La maggior parte di loro si integra perfettamente qui, altri cercano un modo per tornare a casa - il che, per quanto difficile, non è impossibile. »

    « L'importante » conclude « è averla ancora, una casa. »
    Solleva le ginocchia fino al mento, rannicchiandosi e quasi nascondendo il volto.
    « Il tuo problema » ti indica « è un po' diverso. Hai una vaga idea della tua appartenenza, e sai di essere esistito prima di... beh, di adesso! In compenso... » dice, assumendo un'aria pensosa « ...non hai idea del perché tu sia qui. E questo, temo, non è qualcosa che potremo scoprire rimanendo qui. »

    Si alza in piedi.
    « Il tuo corpo avrà bisogno di nutrimento. Di vestiti. Di un riparo. Ti servirà bene, fintanto che ti prenderai cura di lui. E temo ti ci vorrà un po' di tempo, prima di riuscire a ricordare altro. O di imparare a usare il tuo corpo, se è per questo. »
    Ameunsis si ferma un attimo. Si sta chiedendo se un corpo umano abitato da un essere immateriale continui a conservare i suoi istinti. In caso contrario, per te potrebbe essere ancora più complicato adattarti alla nuova situazione.
    Nel complesso, comunque, ti sembra che abbia accettato la tua storia senza troppa sorpresa.
    « Immagino che tu non abbia un posto dove andare. Dico bene? »

     
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    Non è impossibile, questa si che è una buona notizia, almeno un metodo per tornare a casa esiste, magari una volta a casa i suoi ricordi gli sarebbero tornati e i suoi simili lo avrebbero ritrasformato. "Bè, se non altro saprò come passare il tempo"

    Vestiti, Aion si guardò, aveva addosso degli stani indumenti neri, e una barra di metallo sulla schiena. "vestiti, questi non bastano?" Quante regole strane che aveva questo mondo, comunque era meglio abituarsi. "Intendi una casa? No, direi di no." A fatica si alza in piedi, tremando un po' e rischiando l'ennesimo capitombolo, ormai aveva imparato il suolo a memoria.
    Ormai i suoi sensi si erano attivati del tutto, Aion ammirò il cielo che si scuriva mentre il sole spariva sotto l'orizzonte. "Che spettacolo magnifico."

    Il ragazzo si voltò verso Ameunsis. "Grazie, grazie per tutto quello che stai facendo." Si voltò di nuovo verso il cielo, ammirando lo splendore della prima stella apparsa.Aion, il mio vero nome è Aion.

    Energia: 105%

    Stato Mentale: Sempre smemorato e incasinato, ma più tranquillo e incuriosito.

    Stato Fisico: Per ora bene.
     
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    « Aion? Aion. Un bel nome. »
    Il commento di Ameunsis è asciutto, ma sincero, e fatto con un sorriso.

    « Non c'è bisogno di ringraziarmi » dice. E in effetti lo pensa: non ha ancora fatto niente di concreto, se non provare a dare delle informazioni basilari a qualcuno che sembra non essere nemmeno capace di reggersi in piedi senza qualche difficoltà.
    « E per quanto riguarda i vestiti... beh, prima o poi dovrai lavarli. »
    E qui, Ameunsis si accorge che ci sono un'enormità di informazioni di cui sei sprovvisto; e ha paura di non essere la persona più indicata a insegnarteli, ma non può certo abbandonarti. Ai suoi occhi, sei una specie di cucciolo spaurito.
    « Vieni con me, allora. Conosco un posto, vicino a Fanedell. Lì potremo riposarci - almeno io, e poi vedremo. Probabilmente, sarebbe una buona idea raggiungere Palanthas... » dice sovrappensiero, per poi spiegarti: « A Palanthas c'è una biblioteca. Cioè, un edificio strapieno di informazioni. Potremmo trovare qualche notizia riguardo i Chronosapiens. Che ne dici? »

     
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16 replies since 3/3/2021, 22:25   250 views
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