[H] Confessioni di un padre

Epilogo 1

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    Epilogo 1 - Confessioni di un padre.
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    Biblioteca - Sede dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    Quando Echo aprì gli occhi, non poté non apprezzare il tepore del fuoco acceso ad un piccolo caminetto, non troppo distante dal suo giaciglio. Si trovava nella medesima camera che lo aveva visto perdere i sensi ed il proprietario non si era mai allontanato dal suo capezzale; in quel momento, infatti, Vladimir Braginski era seduto su una seggiola in legno a fissare intensamente le lingue fiammeggianti che si agitavano scomposte, attorcigliandosi alla legna secca. Visto di profilo, sembrava meno vecchio, ma molto più scavato e magro, logorato dalle difficoltà della vita.
    Di che colore aveva avuto i capelli in passato, prima che assumessero il colore delle nevi?
    Nel suo criptico quanto posato silenzio sembrava essersi distaccato dal mondo intero, e nella sua sua solitudine assorta emanava un innato senso di giustizia, uno stoico cipiglio pari a quello che un soldato come Echo avrebbe potuto immaginare sui volti di re e regine. Quell'uomo -però- non era nulla di tutto questo. Si trattava solo di un esorcista con i modi di un cavaliere e le mani logorate di un contadino.

    Molte domande avrebbero potuto affollare la mente del ferito che -appena sveglio- si era involontariamente trovato ad osservare il vecchio. Ad esempio, come era finito un esorcista in una fortezza di guardie di confine? Molte questioni non tornavano e, nonostante Echo fosse un naufrago, era evidente quanto la logica vacillasse su molti punti. Perché -poi- il bibliotecario avrebbe riservato tutte quelle attenzioni a lui soltanto, perfino superiori di quelle gli aveva visto rivolgere ad un quasi-defunto Matsumoto?

    Ma soprattutto... dove diavolo era Matsumoto?!?
    Il tavolo su cui era stato posato il ferito era sgombro di qualunque cosa ricordasse un corpo umano, coperto tuttavia di fogli, cartacce ed intrugli dagli odori acri e pungenti. Gli ricordarono vagamente quello che aveva bevuto prima di svenire... anche se difficilmente avrebbe potuto immaginare un sapore peggiore di quello.
    -Appena hai chiuso occhio, ho chiesto ai miei assistenti di portarlo da un cerusico. Alcuni di loro sono in grado di rattoppare anche ferite molto profonde- spiegò Vladimir, quasi leggendogli nel pensiero, quando si accorse del suo risveglio -Riguardo le nostre... credo che la pozione abbia fatto effetto.
    Ed in effetti... il senso dell'udito era nuovamente tornato. Qualora Echo si fosse toccato, magari incredulo, avrebbe trovato gran parte delle proprie ferite quasi totalmente rimarginate, a parte qualche livido persistente. Cosa gli aveva fatto quell'esorcista, mentre dormiva?

    -Hai riposato a lungo: il cartografo ha ripreso forze la mattina stessa in seguito all'incidente. Ha detto di non ricordare nulla, solo di essere andato in un posto in cerca di mappe e di aver trovato un libro in grado di convocare "Colui che porta l'abbondanza", così da ringraziarci per avervi ospitati- un lungo silenzio sottolineò quanto quella frase ricordasse il titolo del demone evocato: "Colui che porta la mattanza" -...immagino fosse ubriaco fradicio. Nel posto e nel momento sbagliato.
    Sospirò, sistemandosi sulla propria seggiola.
    -Di certo non capita spesso di finire nella sezione proibita di una biblioteca come la nostra.

    Turno 1


    Benvenuto in questa scena "bonus". Ti risvegli ad un'orario ed un giorno indefiniti (non sai letteralmente quanto tempo è passato dal tuo svenimento su quel letto) e trovi lo stesso esorcista che ti ha aiutato vegliare su di te come un familiare preoccupato. Ti aggiorna sull'evidente assenza di Matsumoto. Non c'è molto altro da specificare: sentiti libero di fare ciò che credi.
    Se hai bisogno di chiarimenti, sai sempre dove trovarmi.

    Postare entro il: 19 Marzo, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, sai dove trovarmi.

     
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    Il sonno era stato un compagno fedele, in seguito allo spietato incontro in cui mi ero ritrovato. Non fu tranquillo, per un attimo fui certo di essere tornato a sentire il suono di quelle esplosioni tanto familiari. Stavo fuggendo, correndo a gambe levate da uno scenario che speravo di aver dimenticato per sempre.

    Gli ingegneri, nell'immaginario comune, non sono i primi ad essere sul campo di battaglia. Invece è così. Sono loro che devono costruire le infrastrutture, loro devono allestire gli edifici. Ero giovane, troppo per frequentare un campo di battaglia. Non che i miei commilitoni fossero diversi. Un gruppo di sbarbatelli misti a soldati dallo sguardo vitreo. Non erano freddi, no, avevano solo visto più di noi. Ci dissero che sarebbe stata una cosa veloce, una settimana, allestire un campo base e poi via. Non era stato così. I fischi degli spari volarono al secondo giorno, in una zona che doveva essere sotto controllo dalle pattuglie. Sei morti, cinque feriti gravi, dodici feriti lievi. Dei secondi, due morirono in seguito. Il campo base venne finito con una settimana di ritardo. Ma io ero in un letto di ospedale, in quel momento, a lottare fra la vita e la morte. Fu la prima di una lunga serie di visite del Tristo Mietitore. Eravamo amici da un po', in effetti. Su uno di quei tanto familiari colpi tuonanti, vi fu l'ultimo, proprio come un sussurro dritto all'orecchio.

    Aprii gli occhi con fatica, le palpebre pesanti. Il soffitto non era affatto familiare. Sbattei gli occhi un paio di volte, accigliando il naso e cercando di concentrarmi, la vista che piano piano puliva la nebbia che offuscava tutto. - Dove... Ah, giusto... - Mi misi una mano sulla fronte, massaggiandola, mentre lo sguardo cadeva di lato, su un fuoco che emanava un piacevole tepore. Di fronte ad esso, su una sedia di legno, un volto familiare. Il bibliotecario. Il cervello iniziò a connettere i puntini, a riaccendere i ricordi dell'incontro precedente, di... Matsumoto. Sbarrai gli occhi, fissando il tavolo. Vuoto. O meglio, agghindato di roba che non volevo approfondire cosa fosse, ma vuoto del corpo dell'uomo. Proprio in quel momento, quando stavo per rendere nota la prima preoccupazione, l'uomo lesse dentro di esse, acquietando i dubbi. - Appena hai chiuso occhio, ho chiesto ai miei assistenti di portarlo da un cerusico. Alcuni di loro sono in grado di rattoppare anche ferite molto profonde. Riguardo le nostre... credo che la pozione abbia fatto effetto. - In effetti, non me ne ricordavo nemmeno, ma ci sentivo. Non che fosse strano, ma non conoscevo l'entità del danno, quindi... Piacevole sorpresa, mettiamola così. Specialmente dopo aver bevuto quell'intruglio disgustoso. Mi alzai, forzando i muscoli, ma l'unica cosa che sentivo era solo un torpore leggero. Dovevo aver dormito per un bel pezzo. Ascoltai le successive parole, un briefing di quanto aveva fatto il cartografo. Sospirai. - Devo stringere il collare, tanto se non lo faccio io finirà con l'ucciderci tutti. - Commentai ad alta voce, incurante di quello che avrebbe potuto pensare l'altro.

    Mi mossi per sedermi al bordo del letto, fissando l'esorcista. Avevo tante domande, ma le avrei poste con calma, organicamente. Prima, qualcosa di più importante. - Ec-Ahem, William. - Era tanto che non usavo quel nome. Il codice da operativo era più semplice, veloce, meno legato a ricordi dolorosi. Non ricordavo nemmeno se mi ero preso la briga di dirlo a Quarion. Poco importava. - Vladimir, giusto? Ah, ho una pessima memoria per i nomi. - Sgranchii le braccia, tendendole verso l'alto. - Le presentazioni sono migliori quando si fanno con una sola persona. - Sorrisi. Di riflesso, toccai la cicatrice sull'occhio destro. Era un peccato che la pozione non potesse curarlo. - Grazie delle cure. - Annuii, tirando su col naso. Mi alzai, andando a riprendere l'armatura. Non l'avrei rimontata, ma dovevo almeno controllare le sue condizioni. Poggiai i pezzi sul letto, e continuai a conversare nel frattempo.

    Quindi... Adesso partirà la prassi. Se non puoi rispondere a qualcosa, non farti problemi. Conosco bene il bisogno di segretezza. - Non parlavo della Hush, parlavo delle infinità di informazioni Top Secret che giravano in ambito militare. Lo stesso file di un soldato, in mano a qualcuno dei piani alti, aveva dieci volte tante informazioni. Così era la vita. - Hai detto "la mattina dopo l'incidente", quindi suppongo che al minimo siano passati due giorni. Quanto sono rimasto senza sensi? Inoltre, le gambe dell'... Idiota, sono salve? - Le prime preoccupazioni furono quelle personali. Ma non rispondevano al resto dei dubbi che avevo. Lasciai un po' di tempo, sia per rispondere che per controllare meglio l'armatura. Gli avambracci erano ancora distrutti, ma con un martello potevo rattopparli. Qualcuno ce l'avrà pure avuto un martello, in quel posto. - Io non vengo da Endlos, se già non fosse ovvio. Da noi, quello che hai fatto tu con "Matsumoto" altro non è che fantasia, storie inventate per... Beh, storie inventate. - Non ero mai stato un tipo religioso, ma evitai di continuare ad infangare quei concetti, anche solo per scrupolo. Quindi, avete libri di conoscenza proibita? Questo archivio ha ricevuto donazioni... interessanti. - Lo dissi con ovvia curiosità e una nota di sarcasmo. Continuai ad esplorare gli scomparti interni della tuta. Sudore e sangue. Dovevo mettere un tessuto più pratico da pulire, quello dovevo lavarlo a mano. Ci avrei pensato dopo. Mi arresi all'evidenza di non poter fare nulla in quel momento, fermandomi accanto alla mia creazione. Sguardo fiero, fissai con l'occhio sinistro Vladimir. - L'equipaggiamento è il fiore all'occhiello del mio ingegno, eh. Anche se... - Risi, imbarazzato, osservando le braccia dell'armatura. - Non sono proprio prontissimi per fronteggiare certe cose. - Aveva riacceso quella passione che si era sopita. Onestamente, in quel momento non stavo nemmeno pensando a dove fossi. Che atmosfera strana. - Quanti danni ha subito l'archivio? - Non avevo potuto fare attenzione all'ambiente, anche perchè non era proprio il caso. - Inoltre, per ringraziare dell'aiuto, il minimo che posso fare è offrirvi il mio aiuto, nel futuro. Per ora, devo stare dietro al pericolo ambulante, ma se avrete bisogno in futuro, Garwec è dove vivo. - Lo dissi con voce ferma e sguardo deciso. Poi partii di nuovo, perchè ancora le domande non erano finite. - Era questo che intendevi quando ti ho chiesto degli intrusi? Demoni, o qualsiasi cosa siano?

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: -

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Rilassato, Curioso
    Energia: 100%

    Tecniche Usate: -

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24] [Proiettili nel caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo] [Media]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


    Equipaggiamento:
    C.Re.S v0.1 - Cybernetic Retaliator Suit (Armatura Completa)
    L'armatura che ricopre il corpo di Echo. Oltre ad essere come una vera e propria seconda pelle dopo essere stata indossata, ha una connessione con le armi del ragazzo, ed è quindi il requisito necessario per attivare le loro particolarità. In pratica, la C.Re.S è il pezzo centrale a cui gira attorno tutto il suo equipaggiamento.

    Tecniche:
    Armatura Adattiva
    L'armatura è dotato di un sistema di protezione particolarmente funzionale e poco ingombrante. Essa può infatti aumentare la sua densità brevemente per aumentare le sue capacità difensive in maniera netta. Semplice ed efficace.
    [Difesa Variabile; Natura: Mista (Energetica/Fisica); Bersaglio: Personale]

    Estrazione Rapida [Estrazione Rapida delle armi]
    L'armatura assiste i movimenti del ragazzo, permettendogli di eseguire movimenti fulminei verso le armi che sono sintonizzate con l'armatura. Potendo localizzare perfettamente dove sono posizionate, l'armatura calcola la traiettoria più breve per permettere questa azione fulminea.
    [Estrazione Rapida delle armi]

    Corto Raggio - V-Blade (Spada Corta)
    Una spada corta di pregiata fattura. Modello unico, in quanto il combattimento ravvicinato non è consigliato normalmente, quantomeno se non hai una tuta protettiva come quella di Echo. Ha una lunghezza complessiva di cinquantacinque centimetri, di cui trentasette di lama e i restanti di elsa. La risonanza con la tuta C.Re.S può attivare il meccanismo presente sul filo della lama, creando del plasma alle estremità che rende la lama capace di tagliare i materiali più disparati.
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Fisica; Portata: Singolo]

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


    Altro:
    Corda, Acciarino, Bisacce con acqua, Razioni di cibo, Bende, Sacchi a pelo, Pergamene ed inchiostro (Tutto sul terzo cavallo)





     
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    Camera di Vladimir - Sede dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    -Ec-Ahem, William.- disse Echo, dopo essersi sollevato in una posa più adatta ad un dialogo fra uomini -Vladimir, giusto? Ah, ho una pessima memoria per i nomi. Le presentazioni sono migliori quando si fanno con una sola persona.
    -Vladimir Braginski.
    La risposta del vecchio non giunse a tardare, a confermare delle parole di Echo.
    - Grazie delle cure.

    Vladimir rimase in silenzio, permettendo all'altro di riprendere la propria armatura. Gli diede tutto il tempo necessario per controllarne le condizioni, forse come gesto d'apprezzamento verso un "grazie" tanto sincero.
    -Quindi... Adesso partirà la prassi. Se non puoi rispondere a qualcosa, non farti problemi. Conosco bene il bisogno di segretezza. Hai detto "la mattina dopo l'incidente", quindi suppongo che al minimo siano passati due giorni. Quanto sono rimasto senza sensi? Inoltre, le gambe dell'... Idiota, sono salve?

    -Sono integre- rispose il vecchio -Forse un giorno potrà ricominciare a camminare.
    Nel dirlo, non sembrava particolarmente mortificato della cosa: evidentemente erano messe così male che il non doverle amputare era suonato alle proprie orecchie come un risultato estremamente positivo.
    -Riguardo alle notti di sonno... ne hai trascorse ben quattro. Solitamente chi beve quella pozione si risveglia prima e con più dolore, ma il tuo fisico ha risposto particolarmente bene alle cure.
    In effetti, Echo aveva recuperato l'udito e tutto il resto: nonostante l'intruglio avesse un sapore rivoltante, era stato a dir poco miracoloso.

    - Io non vengo da Endlos, se già non fosse ovvio. Da noi, quello che hai fatto tu con "Matsumoto" altro non è che fantasia, storie inventate per... Beh, storie inventate- continuò l'Ombra -Quindi, avete libri di conoscenza proibita? Questo archivio ha ricevuto donazioni... interessanti.
    -In verità... quella sezione è sempre stata in questo castello, almeno per quanto ne so.
    Echo -durante la conversazione- continuava a sondare il suo equipaggiamento, così da valutarne lo stato -L'equipaggiamento è il fiore all'occhiello del mio ingegno, eh. Anche se... Non sono proprio prontissimi per fronteggiare certe cose.
    -Nessuno che non abbia accesso alla sezione proibita lo è, nemmeno i Cavalieri di questo castello- spiegò Vladimir, con toni paterni e comprensivi -Anzi, guardati bene dagli uomini del Nord che hanno potere su ciò che dovrebbe appartenere solo agli dei.
    Quelle parole suonarono come una raccomandazione, ma lasciavano una marea di sottintesi dal sapore davvero amaro. Amaro come il suo sguardo nel pronunciarle, quasi avessero il potere di rievocare ricordi dolorosi, accantonati e dimenticati nei meandri più remoti della memoria, così da non dover più soffrire.

    -Quanti danni ha subito l'archivio? Inoltre, per ringraziare dell'aiuto, il minimo che posso fare è offrirvi il mio aiuto, nel futuro. Per ora, devo stare dietro al pericolo ambulante, ma se avrete bisogno in futuro, Garwec è dove vivo. - pronunciò Echo, forse inconsapevole dell'enorme potere che avevano quei gesti genuini agli occhi di Vladimir -Era questo che intendevi quando ti ho chiesto degli intrusi? Demoni, o qualsiasi cosa siano?
    -Qualcosa del genere...- rispose il bibliotecario, sibillino -Il Nord non è come l'Est da cui provieni, ragazzo... e non parlo del clima, delle bestie o della povertà. Il Nord è ostile, in un modo difficile da comprendere agli umani.
    Attese qualche attimo, squadrandolo da capo a piedi, dando l'idea di essere profondamente indeciso su quanto rivelare a quel giovane sincero e di sani principi che gli sostava innanzi. Echo gli piaceva, gli piaceva molto, e -proprio per questo motivo- il suo lato più umano iniziava a sentirsi titubante. Semplicemente, non voleva che si mettesse ulteriormente nei guai.
    -Da tempo, qualcosa di malvagio ha portato il Nord in rovina- spiegò -Siamo un popolo contaminato... ferito, nel migliore dei casi. Immagino che il clima di tensione sia percepibile anche per voi stranieri: ti consiglio di lasciare questi luoghi appena sarai in forze, prima di finire coinvolto in qualcosa più grande di te.

    Turno 2


    Molto bene: come hai notato, ti ho fornito diversi agganci su cui approfondire. Sentiti libero di giocare il tuo personaggio come credi.
    Se hai bisogno di chiarimenti, sai sempre dove trovarmi.

    Postare entro il: 29 Marzo, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, sai dove trovarmi.

     
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    Confessioni di un padre
    Ripetei il suo nome un paio di volte, sottovoce, memorizzandolo con cura, come se avessi paura che potesse sfuggire alla mia memoria. I nomi erano sempre stati difficili da ricordare, per me. Per quello non chiamavo quasi nessuno per nome.

    Riguardo alle gambe di Matsumoto, in realtà ricevetti una risposta migliore di quella che mi aspettassi. La lieve sorpresa nelle sue parole mi rese ben chiaro che nemmeno in questo mondo, con magia o quant'altro, era semplice curare ferite gravi. Ringraziai, solo per un attimo, di averne passate di tutte prima di arrivare su quel mondo. - Gli costruirò dei supporti per aiutarlo, è il minimo. - Lo dissi sovrappensiero, mentre fissavo le gambe della sua armatura. Potevano facilmente essere adattate in un modello diverso, e se avesse avuto problemi a camminare l'avrebbero potuto aiutare, oltre che proteggerle. Gli dovevo almeno quello, in fondo. Per quanto mi avesse messo in pericolo, Matsumoto era più simile ad un bambino ingenuo che non ad un colpevole. Inoltre, in quel momento non era più nemmeno lui.

    Le notti di sonno, invece, furono un colpo non indifferente. Mi grattai la testa con la destra, lasciando un sospiro più simile ad un sibilìo. - Ah. E gli altri? Dove sono? - In realtà avrei preferito se mi avessero lasciato lì da solo, per poi tornarmene da Quarion e fare un primo rapporto, ma era un sogno irrealizzabile. Ci ripensai subito, però. Con Matsumoto costretto a letto non saremmo andati da nessuna parte. Mi sovvenne subito un'altra domanda. - Gli altri nel castello... Sanno tutto, suppongo? - Lo squadrai bene, cercando di cogliere meglio le variazioni nella sua espressione. - Ci volete fuori al più presto?

    Lo sguardo si posò poi sul fuoco, mentre parlava della sezione proibita della biblioteca, e di quello che era successo. Raccolsi tutte le risposte sull'argomento prima di dire qualsiasi cosa, cercando una coerenza, un filo logico. Organizzando le domande e cercando risposte in quel modo di fare criptico. Non sembrava non voler rispondere, stava solo cercando di non dirlo direttamente. Dovevo solo porre le domande giuste. - Quant'è che sei qui, Vladimir? - Stavo prendendo tempo per pensare a qualcosa di meglio, anche se in realtà parlare con quell'uomo non era così... Male. Non avevo una conversazione decente da un pezzo, fra gli sproloqui di Curtis, e i modi strani di Quarion, senza contare quell'imbranato di Matsumoto. Elay e Augustus li avevo a malapena appena conosciuti, e pure loro non erano i migliori compagni di conversazione.

    Conosci il tuo nemico. Quindi sai come avere a che fare con le "conoscenze pericolose". - Fu più una conclusione che una domanda, a quel punto. - Solo gli dèi? Vita e morte? La creazione? - Feci un mezzo sorriso, scuotendo la testa. - Da dove vengo io, sareste già considerati dèi. Se non sapessi che i miei proiettili possono uccidervi mi prostrerei in preda alla paura anche io. Mi sono praticamente preparato mentalmente a morire contro dei lupi, prima che capissi che sono fragili come i nostri. Cosa considerate divinità, in questo mondo?

    Il discorso sul Nord, invece, era strano. Corruzione, male, concetti astratti, e che potevano voler dire tutto e niente. Poteva riguardare il campo politico come qualcosa di più fantastico, come demoni, magia, o strane creature o calamità. La curiosità si fece innegabile, e il tono grave della sua voce non fece altro che alimentare il fuoco che richiedeva altro carburante. - Che non ci sia particolare accordo era ovvio, ma sembravate più intenti in conflitti interni che altro, almeno ai miei occhi. È così? Il vostro... leader, mi viene da dire, ma sembra ovvio che non venga considerato tale, è lui la causa del clima interno? O c'è un evento più concreto che ha causato il tutto? - Mi presi il mento con l'indice e il medio della destra, strofinando, per poi continuare. - Oppure sono quelle creature non morte quelle a cui ti riferisci?

    Se l'altro avesse voluto tenermi lontano da certe cose, quelle risposte che dava in realtà servivano solo a farmi mettere insieme ulteriori pezzi e accendere la piccola fiammella di curiosità che si era smorzata nelle varie vicende. - O altro, addirittura?

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: -

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Rilassato, Curioso
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    Tecniche Usate: -

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24] [Proiettili nel caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo] [Media]
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    Equipaggiamento:
    C.Re.S v0.1 - Cybernetic Retaliator Suit (Armatura Completa)
    L'armatura che ricopre il corpo di Echo. Oltre ad essere come una vera e propria seconda pelle dopo essere stata indossata, ha una connessione con le armi del ragazzo, ed è quindi il requisito necessario per attivare le loro particolarità. In pratica, la C.Re.S è il pezzo centrale a cui gira attorno tutto il suo equipaggiamento.

    Tecniche:
    Armatura Adattiva
    L'armatura è dotato di un sistema di protezione particolarmente funzionale e poco ingombrante. Essa può infatti aumentare la sua densità brevemente per aumentare le sue capacità difensive in maniera netta. Semplice ed efficace.
    [Difesa Variabile; Natura: Mista (Energetica/Fisica); Bersaglio: Personale]

    Estrazione Rapida [Estrazione Rapida delle armi]
    L'armatura assiste i movimenti del ragazzo, permettendogli di eseguire movimenti fulminei verso le armi che sono sintonizzate con l'armatura. Potendo localizzare perfettamente dove sono posizionate, l'armatura calcola la traiettoria più breve per permettere questa azione fulminea.
    [Estrazione Rapida delle armi]

    Corto Raggio - V-Blade (Spada Corta)
    Una spada corta di pregiata fattura. Modello unico, in quanto il combattimento ravvicinato non è consigliato normalmente, quantomeno se non hai una tuta protettiva come quella di Echo. Ha una lunghezza complessiva di cinquantacinque centimetri, di cui trentasette di lama e i restanti di elsa. La risonanza con la tuta C.Re.S può attivare il meccanismo presente sul filo della lama, creando del plasma alle estremità che rende la lama capace di tagliare i materiali più disparati.
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Fisica; Portata: Singolo]

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    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
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    Camera di Vladimir - Sede dei Cavalieri del Koldran.
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    - Ah. E gli altri? Dove sono? - domandò Echo, quando si rese conto dei giorni di inattività causati dalle ferite - Gli altri nel castello... Sanno tutto, suppongo? Ci volete fuori al più presto?
    -Ciò che sanno mi è ignoto, ragazzo- avrebbe risposto il vecchio, con tutta la calma del mondo -Son dovuti tornare in fretta ad Est: mi hanno chiesto di prendermi cura di voi finché non sareste stati in grado di affrontare un viaggio di ritorno. Ovviamente vi sarà concessa una scorta, almeno fino al confine.
    Trascurò volutamente l'ultima domanda, forse per una forma di educazione, forse perché non la riteneva davvero rilevante.

    -Quant'è che sei qui, Vladimir?- incalzò Echo, per ottenere una semplice, mite risposta -Credo una ventina d'anni, ma ormai ho smesso di contarli.
    - Da dove vengo io, sareste già considerati dèi. Se non sapessi che i miei proiettili possono uccidervi mi prostrerei in preda alla paura anche io. Mi sono praticamente preparato mentalmente a morire contro dei lupi, prima che capissi che sono fragili come i nostri. Cosa considerate divinità, in questo mondo?
    Quella domanda portò il vecchio a ponderare bene le parole da usare. Non si trattava di una questione di segretezza o pericolo, almeno quella volta, ma del dover spiegare un concetto che -per i Nativi- appariva solitamente intuitivo e semplice quanto un assioma.
    -Le creature mortali e gli esseri umani possono manipolare la Natura in molti modi. Ci sono gli alchimisti, che modificano la materia... o i maghi, che piegano le leggi della fisica. Ci sono anche quelli come te, che usano la matematica, il ferro e l'elettricità per carpire e sfruttarne i segreti- parlò con calma e pazienza, come un maestro comprensivo -Ci sono cose, invece, che non andrebbero toccate. Cose sacre...
    Vladimir si sporse appena, allungando il braccio verso Echo.
    Gli pose una mano sul petto, all'altezza del cuore.
    -Nessun mortale dovrebbe avere potere sulle anime.
    Siamo una razza egoista: con tanto potere fra le dita, non può che finir male.


    Nelle parole di Vladimir divenne palese una certa contraddizione: anche lui era stato in grado di agire su di un anima... liberandola dallo sgradevole intruso. Forse non ne era consapevole, o forse -semplicemente- se ne vergognava; difficile capirlo. Comunque, a quel punto, fu abbastanza chiaro cosa intendesse per "divino": si riferiva in modo vago a tutte le entità in qualche modo superiori alla natura umana, forse più consapevoli e "pure". Entità degne di aver potere su materia sacra, quale era indubbiamente l'anima.
    Era però da capire cosa del suo discorso fosse reale e cosa rientrasse nelle credenze e nella morale di un anziano, naturalmente legato al proprio popolo ed alle proprie tradizioni. Si trattava di una selezione necessaria per avere una visione obbiettiva della faccenda, soprattutto per Echo, che percepiva ogni informazione come se fosse un alieno, e che forse a stento sarebbe riuscito a razionalizzare concetti astratti quanto l'esistenza dell'anima.
    - Che non ci sia particolare accordo era ovvio, ma sembravate più intenti in conflitti interni che altro, almeno ai miei occhi. È così? Il vostro... leader, mi viene da dire, ma sembra ovvio che non venga considerato tale, è lui la causa del clima interno? O c'è un evento più concreto che ha causato il tutto? Oppure sono quelle creature non morte quelle a cui ti riferisci? O altro, addirittura?

    -L'uomo a capo di questo gruppo di sentinelle di confine è una brava persona. Ha aiutato e salvato molti di noi, me compreso, esattamente come ha fatto Grigiomanto- affermò il vecchio, con voce stanca -Quest'ultimo non è particolarmente apprezzato da alcuni perché, in un certo senso, pure gli abitanti delle steppe o delle lande ghiacciate sono degli stranieri, almeno agli occhi dei cittadini di Najaza.
    Ed ecco svelato il primo arcano: il capo con cui avevano discusso a tavola godeva del potere effettivo, ma essendo "straniero" generava qualche difficoltà alla maggior parte dei presenti, che -appunto- era nata e cresciuta su Najaza. Discriminazione pura e semplice, anche se non portata agli eccessi: forse l'unico elemento presente in tutti i mondi ed in tutti i tempi.
    -Potrebbe apparirti esagerato, ma apparteniamo a realtà molto diverse: tutto ciò che è sotto Najaza non fa altro che sopravvivere al Nord. Sono popoli rozzi e violenti, ma che sanno unirsi e collaborare davanti alle insidie dei lunghi inverni. Sono orgogliosi e testardi, ma anche gentili e... umani- si concesse una pausa, abbassando il capo -Najaza, invece, credo che... abbia perso l'umanità da qualche tempo. Quando ero giovane, non era così, ma ormai son solo ricordi...
    Si fermò, rendendosi forse conto di essersi lasciato andare a digressioni inutili e nostalgiche.
    Tornò sui propri passi, di nuovo rinvigorito dalla volontà di proteggere quel giovane che aveva innanzi.
    -Ragazzo, te ne prego... lo dico per il tuo bene. Resta distante dagli affari di Najaza e trovati una brava ragazza con cui tirar su famiglia, lontano da qui. L'Est da cui provieni... dicono sia un bel posto.

    Turno 3


    Di nuovo agganci: scegli tu che strada prendere in questa conversazione.

    Postare entro il: 2 Aprile, ore 23:59.
    In caso di ritardi o domande, sai dove trovarmi.

     
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    Confessioni di un padre
    Tornati ad Est, in fretta. Non prometteva nulla di sano, in realtà. - Sono successi... - Mi morsi la lingua. Non erano affari miei, anche se ero curioso. - No, niente.

    Distolsi lo sguardo per un attimo, incerto, ma le risposte successive riportarono forzatamente la mia attenzione su di lui. Anime. Anime? A questo punto non era così difficile credere all'esistenza di qualcosa del genere, ma... Ero comunque restìo all'idea. Portai una mano sul petto, nello stesso punto dove l'aveva messa l'uomo, dopo che l'aveva tolta. - Tu stesso, però, hai fatto qualcosa del genere. - Sogghignai, ma il palese dubbio era dipinto sul mio volto. - Come ogni potere, o arma, è uno strumento. - Portai la mia mano sull'arma da fuoco, guardandola con malinconia. - Se tu puoi farlo e non essere uno schifo, non posso far altro che giudicare caso per caso. - Era lo stesso in guerra. Un soldato impugnava un'arma per molte ragioni. La mia, era quella di porre fine a quell'orrore. Dall'interno. Non mi aspettavo che potesse rompere anche me, quell'ambiente. Non che i sogni di un ragazzino siano difficili da infrangere.

    Le spiegazioni sull'ambiente interno della fortezza, invece, non furono niente di nuovo. Discriminazione. Doveva seguirmi anche in quel mondo, evidentemente. Cominciavo a pensare che fosse un concetto multi-universale, a questo punto. Se nemmeno in un posto del genere te ne puoi liberare, come dovrei fare a togliere queste situazioni nel mio, di mondo? Scossi la testa, i miei pensieri nascosti ma le azioni evidenti. - Mi sembra solo la storia di un popolo che non conosce ancora il vero bisogno dell'unità. - Le parole che uscirono dalla mia bocca furono istintive, anche se probabilmente eccessivamente brusche. Ma era così che appariva. Così come era nel mio mondo, in alcune nazioni. Divisioni interne, utili solo per creare altri conflitti in un mondo costellato di orrori. Perchè non erano mai abbastanza.

    Fissai l'uomo dritto negli occhi, lo sguardo deciso, ma non arrabbiato. - Non posso accontentarti. - Sorrisi, amaramente. Non gli avrei detto della missione più del necessario, ma non c'era solo quello. Quel posto sembrava sempre di più ad assomigliare a casa. E in quella casa, io avevo deciso di aiutare gli altri. La Hush... Forse non era un caso che fossi arrivato proprio lì. Strinsi i pugni attorno all'arma. - Forse non ho combattuto col soprannaturale, Vladimir, ma ho combattuto con i miei simili. - Sibilai le ultime parole, a denti stretti. Non mi era mai andato giù, ma lo avevo fatto lo stesso. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. - Avevo diciassette anni quando sono entrato nell'esercito. - Mi stropicciai le mani, come a cercare di pulirle da qualcosa. - Troppo piccolo per capire che era un mostro più grande di quanto credessi. Mi ha divorato in pochissimo tempo. - Sospirai, al ricordo del primo attacco, della prima visita in ospedale, della paura della morte. - Io sono sopravvissuto, altri no. - Lo sguardo si accese, la decisione forse più invadente. - Ma io non c'ero andato perchè era divertente. Io volevo togliere di mezzo le stesse armi che ci uccidevano. - Gettai la mia sul letto, come se fosse un giocattolo. La sicura era inserita, in ogni caso. - Quindi ho imparato a costruirle. - Feci un passo avanti, sorridendo. - Adesso imparerò come funziona questo mondo, e poi... - Lasciai che quelle parole rimanessero inespresse, di libera interpretazione. L'ovvio non aveva bisogno di essere pronunciato.

    Mi allontanai di quel passo, distogliendo lo sguardo. - Se vuoi aiutarmi, spiegami quali sono i veri pericoli. Non mi dissuaderai, in ogni caso. A meno che tu non voglia controllarmi la mente. - Risi, e poi provai ad alleggerire il discorso. - Non è male, l'Est. Anche se certe persone sono... particolari. - Mi riferivo a Quarion, per semplicità della cosa.

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: -

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Rilassato
    Energia: 100%

    Tecniche Usate: -

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24] [Proiettili nel caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo] [Media]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


    Equipaggiamento:
    C.Re.S v0.1 - Cybernetic Retaliator Suit (Armatura Completa)
    L'armatura che ricopre il corpo di Echo. Oltre ad essere come una vera e propria seconda pelle dopo essere stata indossata, ha una connessione con le armi del ragazzo, ed è quindi il requisito necessario per attivare le loro particolarità. In pratica, la C.Re.S è il pezzo centrale a cui gira attorno tutto il suo equipaggiamento.

    Tecniche:
    Armatura Adattiva
    L'armatura è dotato di un sistema di protezione particolarmente funzionale e poco ingombrante. Essa può infatti aumentare la sua densità brevemente per aumentare le sue capacità difensive in maniera netta. Semplice ed efficace.
    [Difesa Variabile; Natura: Mista (Energetica/Fisica); Bersaglio: Personale]

    Estrazione Rapida [Estrazione Rapida delle armi]
    L'armatura assiste i movimenti del ragazzo, permettendogli di eseguire movimenti fulminei verso le armi che sono sintonizzate con l'armatura. Potendo localizzare perfettamente dove sono posizionate, l'armatura calcola la traiettoria più breve per permettere questa azione fulminea.
    [Estrazione Rapida delle armi]

    Corto Raggio - V-Blade (Spada Corta)
    Una spada corta di pregiata fattura. Modello unico, in quanto il combattimento ravvicinato non è consigliato normalmente, quantomeno se non hai una tuta protettiva come quella di Echo. Ha una lunghezza complessiva di cinquantacinque centimetri, di cui trentasette di lama e i restanti di elsa. La risonanza con la tuta C.Re.S può attivare il meccanismo presente sul filo della lama, creando del plasma alle estremità che rende la lama capace di tagliare i materiali più disparati.
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Fisica; Portata: Singolo]

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


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    Corda, Acciarino, Bisacce con acqua, Razioni di cibo, Bende, Sacchi a pelo, Pergamene ed inchiostro (Tutto sul terzo cavallo)





     
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    Epilogo 1 - Confessioni di un padre.
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    Camera di Vladimir - Sede dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    -Tu stesso, però, hai fatto qualcosa del genere.
    Come ogni potere, o arma, è uno strumento. Se tu puoi farlo e non essere uno schifo, non posso far altro che giudicare caso per caso.

    Echo centrò così il primo grosso punto di quella faccenda, mettendo in risalto ciò che risultava di fatto un controsenso. La reazione del vecchio -ben lungi dalla stizza o dalla sorpresa- fu tuttavia un pacato e malinconico sorriso, ed una semplice confessione.
    -Non è detto che io sia una brava persona, o che mi salvi da questo empio morbo.
    C'era un dolore impalpabile in quello sguardo, una sofferenza profonda, ben celata dal tempo e dall'esperienza.

    -Non posso accontentarti- continuò Echo, rispondendo alla richiesta di andarsene a casa e lasciar perdere il Nord ed i suoi problemi - Forse non ho combattuto col soprannaturale, Vladimir, ma ho combattuto con i miei simili. Avevo diciassette anni quando sono entrato nell'esercito. Troppo piccolo per capire che era un mostro più grande di quanto credessi. Mi ha divorato in pochissimo tempo. Io sono sopravvissuto, altri no. Ma io non c'ero andato perchè era divertente. Io volevo togliere di mezzo le stesse armi che ci uccidevano. Quindi ho imparato a costruirle. Adesso imparerò come funziona questo mondo, e poi...

    Nonostante Echo parlasse di mondi lontani, ben distanti da quella che era la realtà Endlossiana, Vladimir parve genuinamente interessato. C'erano molti modi per capire a fondo qualcuno e cogliere le aspirazioni di un uomo era certamente un'ottima via; parola dopo parola, Echo mostrava a Vladimir il proprio valore come uomo, più che come soldato. Forse non sarebbe stato in grado di rendersene conto, ma agli occhi del vecchio splendeva quanto l'aurora nelle gelide lande innevate.
    - Se vuoi aiutarmi, spiegami quali sono i veri pericoli. Non mi dissuaderai, in ogni caso. A meno che tu non voglia controllarmi la mente. Non è male, l'Est. Anche se certe persone sono... particolari.

    In realtà -fosse stato più giovane o più ingenuo- Vladimir avrebbe certamente tentato di dissuaderlo, puntando allo sfinimento. La vecchiaia -però- oltre a renderlo stanco, lo aveva reso in qualche modo saggio. Capiva bene che l'insistenza, in quel caso, sarebbe servita a poco.
    -Controllare la mente non è fra le mie abilità- ammise -Ma è nelle mie facoltà parlare o meno, mettendo a rischio me stesso e le persone che mi sono alleate.
    Il tono era neutrale e difficile da interpretare.
    -Se non accetti il mio consiglio, non posso che seguire la via dello scambio di favori- continuò -Vieni dall'Est, ed in quel Presidio vivono due giovani fratelli, fuggiti dal Nord molti anni fa: Ivan e Viktor Braginski. Dovrebbero essere abbastanza alti, con i capelli e la pelle chiara. Esiste una buona probabilità che si siano stabiliti nella regione di Chediya.
    Non aggiunse altro, ma le informazioni concesse risultarono molte di più rispetto a quelle esplicite.
    -Trovali e consegna loro un messaggio che ti darò alla tua partenza verso casa.
    Quando lo avrai fatto, saprò se di te mi potrò realmente fidare.


    Turno 4

    Hai finalmente un accordo vero e proprio, ed altri agganci.
    Scegli come gestire la situazione.

    Postare entro il: 23 Aprile, ore 23:59.
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    Non è detto che io sia una brava persona, o che mi salvi da questo empio morbo. - Sospirai, scuotendo la testa. - Non sono qui per farti cambiare idea come un guru, ma bianco e nero non sono sempre la soluzione. Io ho ucciso, e quindi? Tutti abbiamo le nostre colpe. A volte sono necessari dei sacrifici per arrivare ad una conclusione. Sacrifici dolorosi. - Quelle non erano parole mie, in realtà. Il mio vecchio, l'unica cosa giusta che disse nella sua vita, probabilmente. Solo che era un tiranno bastardo, e la sua visione di mondo era talmente distorta che avrei potuto buttarci acqua e sapone e farci una lavatrice. Però aveva ragione. Specialmente nel nostro mondo, i sacrifici sono necessari, per quanto vogliamo che non lo siano.

    Quando il vecchio ammise di non saper controllare la mente, uun sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca, incontrollabile. In realtà non l'avevo preso in considerazione sul momento, ma considerando tutto, era posibile. Dovrei fare attenzione a quello che dico di fronte agli altri. - Se non accetti il mio consiglio, non posso che seguire la via dello scambio di favori. Vieni dall'Est, ed in quel Presidio vivono due giovani fratelli, fuggiti dal Nord molti anni fa: Ivan e Viktor Braginski. Dovrebbero essere abbastanza alti, con i capelli e la pelle chiara. Esiste una buona probabilità che si siano stabiliti nella regione di Chediya. - Sapevo dove stava andando a parare, o quantomeno avevo capito l'antifona. Lo lasciai parlare lo stesso. - Trovali e consegna loro un messaggio che ti darò alla tua partenza verso casa.
    Quando lo avrai fatto, saprò se di te mi potrò realmente fidare.


    Annuii, sovrappensiero per un attimo. - Dovrei chiedere aiuto a Quarion o dovrei cercarli da solo? Forse... Forse è meglio non dirglielo, per ora. Se non ci saranno riscontri, chiederò. - Non era sicuro. Prima di tutto, era un affare personale, in quel momento. Inoltre, affidarsi troppo agli altri era una pessima idea, e un ottimo modo di fornire carte da usargli contro. Per quanto Quarion sembrasse sopra le righe, non mi dava l'idea di essere un pessimo individuo, ma non c'era modo per me, al momento, di sapere se fosse o meno solo una facciata. La causa era buona, ma dicevano lo stesso dell'esercito, e guarda che gran bello spettacolo.

    Ok, nessun problema. - Mi chiedevo se si volessero far trovare, se erano fuggiti. Si preannunciava una bella gita. - A proposito, perchè sono scappati? Ha a che fare con tutta questa corruzione di cui mi parli? - In effetti, cominciavano ad esserci un po' troppe coincidenze. Tra l'altro... - Ora che ci penso, come mai tutti quei non-morti in giro? Ci sono sempre stati? - Chiaramente era già ovvio quanto poco fossi pratico di quel posto, e di quanto anche la sua storia, al momento, mi era in gran parte sconosciuta. Tanto valeva cavarci qualche altra informazione.

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    Tecniche:
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    L'armatura assiste i movimenti del ragazzo, permettendogli di eseguire movimenti fulminei verso le armi che sono sintonizzate con l'armatura. Potendo localizzare perfettamente dove sono posizionate, l'armatura calcola la traiettoria più breve per permettere questa azione fulminea.
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    Camera di Vladimir - Sede dei Cavalieri del Koldran.
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    -Ok, nessun problema- disse Echo, mostrandosi disponibile -A proposito, perchè sono scappati? Ha a che fare con tutta questa corruzione di cui mi parli? Ora che ci penso, come mai tutti quei non-morti in giro? Ci sono sempre stati?

    Vladimir ristette in silenzio, abbassando il capo.
    -Non riusciamo a spiegarcelo bene nemmeno noi. Forse è collegato... forse no, ma nessuno ha davvero avuto la possibilità di accertarsene- spiegò il vecchio -E' semplicemente la Piaga: chi sussurra sia una punizione divina per i nostri peccati, chi crede sia l'effetto di qualche maleficio, chi -ancora- pensa che siamo prossimi ad un'invasione. La verità è che son tutte teorie: ci limitiamo a uccidere quelli che sconfinano o che possono risultare pericolosi.
    Quindi -in sostanza- dei non-morti ne sapevano circa quanto loro.
    -In passato non c'erano... e se esistevano, probabilmente erano abbastanza pochi da non esser notati. Da alcuni anni hanno iniziato ad aumentare, ed ora è molto facile incrociarli. Qualcuno ha provato a cercare risposte, contravvenendo al nostro giuramento di proteggere i confini e partendo per le lande ghiacciate. Non ha fatto più ritorno.

    Con quelle parole si concludeva tutto ciò che il vecchio -e, probabilmente, anche il resto dei Cavalieri- sapeva riguardo la Piaga dei non-morti. Quanto ai due fuggiaschi... la cosa iniziò a diventar pesante per Vladimir. Abbassò il capo con aria colpevole ed un certo imbarazzo.
    -Riguardo la loro storia... la storia di Ivan e Viktor, saprai tutto nel momento in cui li incontrerai e darai loro la lettera.
    Attese qualche attimo, poi tornò a fissarlo.
    -Li cercherai? Me lo prometti?

    Turno 5

    Ci avviamo alla chiusura: ormai Vladimir non ha più nulla da dire. Decidi tu se chiudere la giocata nel tuo post o farla andare avanti di un altro giro, chiedendo qualcosa.

    Postare entro il: 30 Aprile, ore 23:59.
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    Il vecchio non aveva dissipato i miei dubbi, ma non potevo fargliene in nessun caso una colpa. Che nessuno ne sapesse nulla, però, era davvero il colmo. Forse erano solo loro poco informati? Ma sarebbe rimasto qualcuno a cui chiedere?

    Fate già un buon lavoro nel tenerli a bada, ma quando mi sarò stabilito per bene... Troverò un modo di facilitarvi il lavoro, se proprio non riesco a trovare una soluzione. - Vladimir mi aveva aiutato, e il favore sarebbe stato reso, in un modo o nell'altro. - Nel frattempo, sapete tenervi al sicuro da soli, senza cartografi impiccioni fra i piedi. - Una risata mite uscì dalle labbra, per acquietarsi in pochi attimi. Mi misi di nuovo a sedere, piantando lo sguardo sul fuoco ancora acceso. Dalle parole successive, capì che i fratelli fuggiaschi avevano certamente a che fare con lui, forse in parte, forse in toto. Non chiesi oltre, però. Se avesse voluto mettermi i bastoni fra le ruote, avrebbe fatto prima a non curarmi affatto.

    Annuii, battendo tre volte il pugno chiuso sul petto, dove sta il cuore, in un movimento ritmico, un segno di promessa indissolubile di uno dei Plotoni d'Assalto. Un colpo per l'inizio, uno per la marcia, e uno per la vittoria. Vladimir non poteva saperne il significato, forse solo tradito dallo sguardo serio e fiero. - Li troverò.

    Quando posso prendermi quel sacco di patate dell'Ovest e partire? Non voglio perdere tempo, se sta bene abbastanza da affrontare il viaggio. - Scossi la testa, ancora leggermente turbato dal dovermi portar dietro quel peso scemo - e non morto - di Matsumoto. A seconda della risposta, avrei dunque deciso il seguente da farsi.

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    Armatura Adattiva
    L'armatura è dotato di un sistema di protezione particolarmente funzionale e poco ingombrante. Essa può infatti aumentare la sua densità brevemente per aumentare le sue capacità difensive in maniera netta. Semplice ed efficace.
    [Difesa Variabile; Natura: Mista (Energetica/Fisica); Bersaglio: Personale]

    Estrazione Rapida [Estrazione Rapida delle armi]
    L'armatura assiste i movimenti del ragazzo, permettendogli di eseguire movimenti fulminei verso le armi che sono sintonizzate con l'armatura. Potendo localizzare perfettamente dove sono posizionate, l'armatura calcola la traiettoria più breve per permettere questa azione fulminea.
    [Estrazione Rapida delle armi]

    Corto Raggio - V-Blade (Spada Corta)
    Una spada corta di pregiata fattura. Modello unico, in quanto il combattimento ravvicinato non è consigliato normalmente, quantomeno se non hai una tuta protettiva come quella di Echo. Ha una lunghezza complessiva di cinquantacinque centimetri, di cui trentasette di lama e i restanti di elsa. La risonanza con la tuta C.Re.S può attivare il meccanismo presente sul filo della lama, creando del plasma alle estremità che rende la lama capace di tagliare i materiali più disparati.
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Fisica; Portata: Singolo]

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


    Altro:
    Corda, Acciarino, Bisacce con acqua, Razioni di cibo, Bende, Sacchi a pelo, Pergamene ed inchiostro (Tutto sul terzo cavallo)





     
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    Impeto e tempesta

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    Epilogo 1 - Confessioni di un padre.
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    Camera di Vladimir - Sede dei Cavalieri del Koldran.
    Presidio Settentrionale, Endlos.

    - Li troverò.
    Fu semplice e concisa la promessa di Echo, eppure carica di valore per quell'uomo che l'osservava con lo sguardo di un padre, disposto a tutto per i propri figli. Liberato da un peso, Vladimir diede come l'idea di ringiovanire: lo sguardo si fece meno stanco e la schiena meno arcuata. Anche le profonde rughe, scolpite ed esaltate sul suo volto dalla penombra, si stesero appena, in un'espressione evidentemente più serena.
    -Quando posso prendermi quel sacco di patate dell'Ovest e partire? Non voglio perdere tempo, se sta bene abbastanza da affrontare il viaggio.

    -Molto presto- rispose allora al suo ospite, sollevandosi in piedi, suggerendo che fosse ormai giunto il momento di riprendere le proprie mansioni al castello -Vi suggerisco di riposare finché sarà possibile. Il viaggio di ritorno potrebbe rivelarsi più faticoso del previsto: il freddo non è amico degli infermi, e le ossa appena guarite continuano a far male.
    Con quella semplice raccomandazione si congedò educatamente, accostando la porta, consegnando Echo ad un quieto e meritato riposo.

    Turno 6

    Scena conclusa!

     
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