[H] Confessioni di un padre

Epilogo 1

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  1. D u s t
     
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    Confessioni di un padre
    Il sonno era stato un compagno fedele, in seguito allo spietato incontro in cui mi ero ritrovato. Non fu tranquillo, per un attimo fui certo di essere tornato a sentire il suono di quelle esplosioni tanto familiari. Stavo fuggendo, correndo a gambe levate da uno scenario che speravo di aver dimenticato per sempre.

    Gli ingegneri, nell'immaginario comune, non sono i primi ad essere sul campo di battaglia. Invece è così. Sono loro che devono costruire le infrastrutture, loro devono allestire gli edifici. Ero giovane, troppo per frequentare un campo di battaglia. Non che i miei commilitoni fossero diversi. Un gruppo di sbarbatelli misti a soldati dallo sguardo vitreo. Non erano freddi, no, avevano solo visto più di noi. Ci dissero che sarebbe stata una cosa veloce, una settimana, allestire un campo base e poi via. Non era stato così. I fischi degli spari volarono al secondo giorno, in una zona che doveva essere sotto controllo dalle pattuglie. Sei morti, cinque feriti gravi, dodici feriti lievi. Dei secondi, due morirono in seguito. Il campo base venne finito con una settimana di ritardo. Ma io ero in un letto di ospedale, in quel momento, a lottare fra la vita e la morte. Fu la prima di una lunga serie di visite del Tristo Mietitore. Eravamo amici da un po', in effetti. Su uno di quei tanto familiari colpi tuonanti, vi fu l'ultimo, proprio come un sussurro dritto all'orecchio.

    Aprii gli occhi con fatica, le palpebre pesanti. Il soffitto non era affatto familiare. Sbattei gli occhi un paio di volte, accigliando il naso e cercando di concentrarmi, la vista che piano piano puliva la nebbia che offuscava tutto. - Dove... Ah, giusto... - Mi misi una mano sulla fronte, massaggiandola, mentre lo sguardo cadeva di lato, su un fuoco che emanava un piacevole tepore. Di fronte ad esso, su una sedia di legno, un volto familiare. Il bibliotecario. Il cervello iniziò a connettere i puntini, a riaccendere i ricordi dell'incontro precedente, di... Matsumoto. Sbarrai gli occhi, fissando il tavolo. Vuoto. O meglio, agghindato di roba che non volevo approfondire cosa fosse, ma vuoto del corpo dell'uomo. Proprio in quel momento, quando stavo per rendere nota la prima preoccupazione, l'uomo lesse dentro di esse, acquietando i dubbi. - Appena hai chiuso occhio, ho chiesto ai miei assistenti di portarlo da un cerusico. Alcuni di loro sono in grado di rattoppare anche ferite molto profonde. Riguardo le nostre... credo che la pozione abbia fatto effetto. - In effetti, non me ne ricordavo nemmeno, ma ci sentivo. Non che fosse strano, ma non conoscevo l'entità del danno, quindi... Piacevole sorpresa, mettiamola così. Specialmente dopo aver bevuto quell'intruglio disgustoso. Mi alzai, forzando i muscoli, ma l'unica cosa che sentivo era solo un torpore leggero. Dovevo aver dormito per un bel pezzo. Ascoltai le successive parole, un briefing di quanto aveva fatto il cartografo. Sospirai. - Devo stringere il collare, tanto se non lo faccio io finirà con l'ucciderci tutti. - Commentai ad alta voce, incurante di quello che avrebbe potuto pensare l'altro.

    Mi mossi per sedermi al bordo del letto, fissando l'esorcista. Avevo tante domande, ma le avrei poste con calma, organicamente. Prima, qualcosa di più importante. - Ec-Ahem, William. - Era tanto che non usavo quel nome. Il codice da operativo era più semplice, veloce, meno legato a ricordi dolorosi. Non ricordavo nemmeno se mi ero preso la briga di dirlo a Quarion. Poco importava. - Vladimir, giusto? Ah, ho una pessima memoria per i nomi. - Sgranchii le braccia, tendendole verso l'alto. - Le presentazioni sono migliori quando si fanno con una sola persona. - Sorrisi. Di riflesso, toccai la cicatrice sull'occhio destro. Era un peccato che la pozione non potesse curarlo. - Grazie delle cure. - Annuii, tirando su col naso. Mi alzai, andando a riprendere l'armatura. Non l'avrei rimontata, ma dovevo almeno controllare le sue condizioni. Poggiai i pezzi sul letto, e continuai a conversare nel frattempo.

    Quindi... Adesso partirà la prassi. Se non puoi rispondere a qualcosa, non farti problemi. Conosco bene il bisogno di segretezza. - Non parlavo della Hush, parlavo delle infinità di informazioni Top Secret che giravano in ambito militare. Lo stesso file di un soldato, in mano a qualcuno dei piani alti, aveva dieci volte tante informazioni. Così era la vita. - Hai detto "la mattina dopo l'incidente", quindi suppongo che al minimo siano passati due giorni. Quanto sono rimasto senza sensi? Inoltre, le gambe dell'... Idiota, sono salve? - Le prime preoccupazioni furono quelle personali. Ma non rispondevano al resto dei dubbi che avevo. Lasciai un po' di tempo, sia per rispondere che per controllare meglio l'armatura. Gli avambracci erano ancora distrutti, ma con un martello potevo rattopparli. Qualcuno ce l'avrà pure avuto un martello, in quel posto. - Io non vengo da Endlos, se già non fosse ovvio. Da noi, quello che hai fatto tu con "Matsumoto" altro non è che fantasia, storie inventate per... Beh, storie inventate. - Non ero mai stato un tipo religioso, ma evitai di continuare ad infangare quei concetti, anche solo per scrupolo. Quindi, avete libri di conoscenza proibita? Questo archivio ha ricevuto donazioni... interessanti. - Lo dissi con ovvia curiosità e una nota di sarcasmo. Continuai ad esplorare gli scomparti interni della tuta. Sudore e sangue. Dovevo mettere un tessuto più pratico da pulire, quello dovevo lavarlo a mano. Ci avrei pensato dopo. Mi arresi all'evidenza di non poter fare nulla in quel momento, fermandomi accanto alla mia creazione. Sguardo fiero, fissai con l'occhio sinistro Vladimir. - L'equipaggiamento è il fiore all'occhiello del mio ingegno, eh. Anche se... - Risi, imbarazzato, osservando le braccia dell'armatura. - Non sono proprio prontissimi per fronteggiare certe cose. - Aveva riacceso quella passione che si era sopita. Onestamente, in quel momento non stavo nemmeno pensando a dove fossi. Che atmosfera strana. - Quanti danni ha subito l'archivio? - Non avevo potuto fare attenzione all'ambiente, anche perchè non era proprio il caso. - Inoltre, per ringraziare dell'aiuto, il minimo che posso fare è offrirvi il mio aiuto, nel futuro. Per ora, devo stare dietro al pericolo ambulante, ma se avrete bisogno in futuro, Garwec è dove vivo. - Lo dissi con voce ferma e sguardo deciso. Poi partii di nuovo, perchè ancora le domande non erano finite. - Era questo che intendevi quando ti ho chiesto degli intrusi? Demoni, o qualsiasi cosa siano?

    Narrato - Parlato - Pensato - Parlato altrui

    Riassunto: -

    Note: ///
    Stato Fisico: Illeso
    Stato Mentale: Rilassato, Curioso
    Energia: 100%

    Tecniche Usate: -

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24] [Proiettili nel caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo] [Media]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


    Equipaggiamento:
    C.Re.S v0.1 - Cybernetic Retaliator Suit (Armatura Completa)
    L'armatura che ricopre il corpo di Echo. Oltre ad essere come una vera e propria seconda pelle dopo essere stata indossata, ha una connessione con le armi del ragazzo, ed è quindi il requisito necessario per attivare le loro particolarità. In pratica, la C.Re.S è il pezzo centrale a cui gira attorno tutto il suo equipaggiamento.

    Tecniche:
    Armatura Adattiva
    L'armatura è dotato di un sistema di protezione particolarmente funzionale e poco ingombrante. Essa può infatti aumentare la sua densità brevemente per aumentare le sue capacità difensive in maniera netta. Semplice ed efficace.
    [Difesa Variabile; Natura: Mista (Energetica/Fisica); Bersaglio: Personale]

    Estrazione Rapida [Estrazione Rapida delle armi]
    L'armatura assiste i movimenti del ragazzo, permettendogli di eseguire movimenti fulminei verso le armi che sono sintonizzate con l'armatura. Potendo localizzare perfettamente dove sono posizionate, l'armatura calcola la traiettoria più breve per permettere questa azione fulminea.
    [Estrazione Rapida delle armi]

    Corto Raggio - V-Blade (Spada Corta)
    Una spada corta di pregiata fattura. Modello unico, in quanto il combattimento ravvicinato non è consigliato normalmente, quantomeno se non hai una tuta protettiva come quella di Echo. Ha una lunghezza complessiva di cinquantacinque centimetri, di cui trentasette di lama e i restanti di elsa. La risonanza con la tuta C.Re.S può attivare il meccanismo presente sul filo della lama, creando del plasma alle estremità che rende la lama capace di tagliare i materiali più disparati.
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Fisica; Portata: Singolo]

    Medio Raggio - C-SMG (Mitra) [Accessori: Silenziatore; Caricatore Extra (x1)] [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    Una riproduzione fedele del P90, un mitra. Migliorato con la tecnologia Railgun, permette di usare non solo uno speciale tipo di munizioni auto-generate quando entra in risonanza con la tuta C.Re.S, oltre alle normali munizioni, ma anche il sistema di mira nel visore della tuta, offrendo una mira di gran lunga migliore. È anche dotata di un silenziatore, ma non ha effetto sulle munizioni in modalità Railgun.
    [Cadenza di Fuoco: 4 - Dimensione Caricatore: 24]
    [Offensiva Variabile; Durata: Istantanea; Natura: Energetica; Portata: Singolo]
    [Mira Migliorata se Echo indossa l'armatura C.Re.S]


    Altro:
    Corda, Acciarino, Bisacce con acqua, Razioni di cibo, Bende, Sacchi a pelo, Pergamene ed inchiostro (Tutto sul terzo cavallo)





     
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