Pellegrinaggio alla Città Santa

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  1. Sturm.und.Drang
     
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    Impeto e tempesta

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    "Io vidi l’angelo nel marmo e scolpii fino a liberarlo".

    (Michelangelo)


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    Laputa, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    Il viaggio su Mirach non fu troppo diverso da quelli già vissuti -e superati- sul Naos. Per l'occasione, il Magisterium aveva creato un varco ad hoc in un piazzale di Laputa, così da tracciare una via rapida e sicura attraverso il Maelstrom, abbastanza minuto da permettere il passaggio del solo Gaspode. Era stato un eccesso di accortezza a dettare quella soluzione: timorosi della possibilità che qualcuno -da Mirach- raggiungesse Endlos, i Magistri avevano preferito generare un "foro dimensionale" discreto e non accessibile ad umani adulti; nel peggiore dei casi, attraverso quella piccola anomalia magica, sarebbe passato soltanto qualche roditore o animaletto selvatico... e si sarebbe comunque chiuso definitivamente al secondo passaggio di Gaspode, quello che lo avrebbe riportato a casa.

    Ricevute dunque le ultime informazioni necessarie al corretto svolgimento della missione, quali il punto di arrivo, le zone da raggiungere e quelle da evitare, il bastardino fu congedato da tutto lo staff come fosse un vecchio amico. In un certo senso, era proprio così: Gaspode avrebbe riconosciuto fra loro molti volti familiari, già incrociati durante il progetto Naos. Erano tutti tipi un po' strani, ma grandi lavoratori armati d'ingegno e passione come pochi altri.

    Raggiunto il piazzale con la sola compagnia di Dan, non gli rimase quindi altro che varcare la soglia... e sperare che filasse tutto liscio.

    Holy City - Mirach.

    La sensazione di nausea fu più lieve del previsto: nel momento in cui le zampette di Gaspode toccarono il suolo di Mirach, i raggi di un sole splendente raggiunsero rapidamente la sua pelliccia sporca, puzzolente ed arruffata. Doveva essere circa ora di pranzo e sembrava una giornata primaverile: gli uccelli cinguettavano, gli umani passeggiavano con indosso abiti leggeri ed una lieve brezza frizzantina sollevava pollini e petali di fiori colorati, regalando a chiunque passasse per quella via aromi floreali ed allergie stagionali varie ed eventuali.

    Guardandosi attorno, Gaspode poté notare di essersi materializzato in un parchetto ad accesso libero; si trovava all'ingresso di un'isola, collegata alla terraferma da un unico, grande e modernissimo ponte su cui sfrecciavano automobili, camion ed altri mezzi di trasporto. Oltre il ponte, era ben visibile una città molto moderna: non appariva stravagante quanto Codec, ma ricordava più il Bloodrunner, esattamente come aveva accennato Dan, giorni prima.
    In ogni caso, si trattava di un dato poco rilevante, visto che la sua meta era -invece- proprio sull'isola, oltre le mura di quella che prendeva il nome di Holy City.
    Agglomerato urbano molto antico -sulla cui altura più elevata sarebbe stato possibile ammirare la splendida magione dei Galanodel, in tutta la sua magnificenza- alla caduta del casato governante non aveva mai smesso di esercitare un grande fascino su nobili e potenti di tutto il mondo; da nodo politico e religioso si era agilmente tramutato in centro di arte e cultura a livello planetario.

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    Lo dimostravano le mura stesse, imponenti come poche altre e decisamente monumentali: alla sommità di ogni torre erano scolpite statue di guerrieri e grifoni alte poco più di dodici metri, intervallate da colonne e capitelli. Sarebbe stato perfettamente lecito -a quella vista mozzafiato- domandarsi quanto tempo e quanto denaro era stato impiegato per una simile opera architettonica, frutto di un genio senza pari.

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    Senza pari sarebbe apparso anche il continuo flusso di visitatori dalle più disparate culture ed etnie. In quella folla -che convergeva all'ingresso della città, lasciato aperto- c'erano turisti, mercanti, uomini d'affari, artisti, ricercatori ed una marea di religiosi in pellegrinaggio.
    Ciascuno di loro portava con sé una storia e delle solide motivazioni d'esser lì; non era infatti semplice raggiungere Holy City, ed anche se non era blindata quanto la magione abbandonata in cui Gaspode avrebbe dovuto rovistare, varcare la soglia non sarebbe stato semplicissimo. La fiumana di umani era infatti notevole e camminare fra tutte quelle gambe avrebbe portato non poche difficoltà a qualunque bastardino della sua dimensione.
    Peccato che Gaspode fosse tutto tranne che "comune".

    Turno 1

    Turno introduttivo con prima (lieve) difficoltà: le porte della città in cui si trova la magione dei Galanodel sono quasi totalmente intasate da una fiumana di turisti, pellegrini e persone di ogni tipo. La fila scorre... ma sono gli uni accatastati agli altri, e Gaspode deve riuscire a seguire il flusso per entrare in città.

    Avviso che, andando avanti con questa missione, ti fornirò volta per volta le informazioni che Gaspode già conosce, grazie alle ultime spiegazioni di Dan. In questo caso, posso accennarti la geografia generica del territorio: la magione Galanodel dovrebbe essere in una zona rialzata dell'isola su cui ti trovi e su cui sorge Holy City, al centro di un enorme lago.
    Quella che invece vedi in lontananza, sulla terraferma, è Night City: una città a parte, moderna, con grattacieli e tecnologie poco visibili su Endlos. Considerala come una moderna città americana. Holy City -invece- è di tutt'altro stampo: inutile spiegare come mai è considerata un centro culturale, calamita di artisti d'ogni tipo. Basta dare un'occhiata alle mura per intuirlo.

    Per ulteriori chiarimenti, sai dove trovarmi.
    Buon divertimento!

     
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9 replies since 26/3/2021, 21:16   292 views
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