Primo naufragio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Šyd
     
    .
    Avatar

    Bimbo Sperduto

    Group
    Member
    Posts
    4,793
    Location
    ...

    Status
    Anonymous
    Sicuro? Qui? Beh…
    Il ragazzo si guardò ancora una volta intorno; nessuno in vista, almeno per il momento. Si trattava di un’area particolarmente selvatica della valle e, sebbene lì soffiasse al pieno delle sue forze il dolce canto del vento, sapeva abbastanza cose riguardo alle terre orientali da riservare un piccolo spazio per l’inquietudine, all’interno del suo cuore.
    La valle di Chediya è perlopiù sicura, ma è comunque meglio raggiungere un posto abitato al più presto.
    Si passò la manica sulla fronte per asciugare il sudore, che scendeva sulla pelle pallida, qui e là arrossata per il caldo – la tuta che indossava era pesante, per resistere all’aria fredda. Con le mani cercò di sistemarsi alla meglio i capelli rossastri, che dovevano aver perso di vista forbici e rasoio già da un po’, mentre pensava a quale potesse essere la meta più vicina; sarebbe stato semplice raggiungere la periferia più esterna di Istvan, volando verso sud per un’oretta ancora. Doveva solo ricaricare un po’ il suo mezzo, per evitare che il peso aggiuntivo di quello sconosciuto gli creasse problemi.

    ...sconosciuto?
    L’aviatore si fermò a pensare, per la prima volta da quando era cominciata quella sconclusionata operazione di soccorso, a chi aveva davanti. I suoi occhi scuri e lucidi scrutarono il corpo dello straniero; dovette sforzarsi di mantenere il controllo su sé stesso per non sobbalzare. Certo, non era la creatura più strana che avesse mai visto, ma la carnagione violastra, le corna e la coda lo colsero di sorpresa, soprattutto perché fino a quel momento non ci aveva badato.
    Era sicuro che il suo volto avesse tradito, per un attimo, questo stupore e si sentì in colpa. Allo stesso tempo però si domandava se fosse saggio far salire sul suo mezzo una creatura di cui non sapeva nulla. Si domandò come si sarebbe comportato suo padre; suo padre, si disse, non si sarebbe neppure fermato – non per cattiveria, ma perché troppo preso dal volo. Ma sapeva, in cuor suo, che suo fratello non lo avrebbe mai perdonato se si fosse azzardato ad abbandonare lì una persona in difficoltà.

    Si scrollò di dosso i pensieri e tornò vicino al suo velivolo; si mise ad armeggiare con qualcosa, prima aprendo lo sportello e poi cominciando ad assemblare – con una rapidità notevole, che rivelava un’ottima padronanza di quelle pratiche e di quegli attrezzi – quello stesso palo che, alla partenza, aveva smontato e riposto. Mentre ricollegava i circuiti disse allo sconosciuto:

    Adesso sistemo il mio mezzo e poi ti porto via di qui. Andiamo verso la città, così sarai al sicuro e un dottore potrà vedere se è tutto apposto! Va bene?
    Si fermò, riprese il fiato e poi aggiunse, con l’aria di chi si era dimenticato qualcosa di fondamentale:
    Io comunque sono Pierre, piacere!
    L’elica sulla cima del pennone prese a ruotare e il mezzo vibrò, come rinvigorito da quella spinta dolce, mentre delle luci sotto all’ammasso di cavi collegati dal ragazzo si accendevano in sequenza, rivelando che il velivolo metallico era tornato operativo.
     
    Top
    .
3 replies since 8/8/2021, 08:54   120 views
  Share  
.