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La Necroteca

Nulla brucia più dei kanji dello spirito della morte che solcano la mia schiena. Le ferite bruciano di suppurazione, stafilococchi e altri batteri che mi danno il tormento con febbre e sudorazione. Io non sono anoressica, ho soltanto bisogno di non perdere il controllo, nessuna infezione mi ucciderà.

Perché nessun microorganismo monocellulare può opporsi al potere della mia mente. La mia mente è meravigliosa. L'ho già detto. Il mio corpo fa magie. L'ho già detto. La carne brucia, ovvio, ma lo fa per poco tempo, al pari di una armatura che viene rinsaldata col fuoco. Il ferro, molto presto, si raffredda, lasciando una cicatrice di stagno impenetrabile.

Io non accetto comandi e imposizioni, perché io sono orribilmente bella. Io sono la fiamma nera destinata a bruciare l'anima di mia madre e di mio padre.
Quei due.

Ho un ragazzo, Zak, che non deve vedermi. Specie quando mi autoinfliggo punizioni. Io lo obbligo ad amarmi perché con la mente posso manipolare il suo cuore, traboccante di vizi e debolezze, strutture morali fondate sul senso di colpa. Lo punisco perché lui è un maschio ed è per giunta debole, e io odio quelli come lui, odio lui e le debolezze che a volte sorgono in me, osando sfidare la mia incrollabile volontà, la fortezza limpida del mio pensiero.

Lo scisma tra debolezza e forza è una vergogna così come è un mio problema l'apertura naturale di ogni donna, quel taglio maleodorante per cui tutti - quasi tutti - gli uomini bruciano il loro tempo e i neuroni.

Io sono un fantasma, un'ossessione. Pertanto posso stare sveglia ore, giorni e notti a divorare libri, senza sentire, o vedere nessuno, leggere romanzi e lasciare che il sole essicchi il sangue. Lasciare le stelle fredde scavare nel mio cervello e inseminarmi di infinito.

Quella bastarda di Tapa Roja, quella bastarda. Mi insegue, ogni volta che sono sola. Ma io devo resistere. Posso resistere, perché io non mi sento sola. vederla, rivederla, sapere che è lì annulla ogni certezza che io sia sola. Il mio demone è talmente stupido da credere che io tremi di paura di fronte a lei. Resistere è importante, perché chi è vivo resiste. Viceversa, muore chi cede.
Io morirò per mia scelta, non per caso.

Ho il totale controllo del mio corpo perché non è la carne a dominare me bensì viceversa. I bisogni appartengono ai fragili, mentre gli uomini antichi delle civiltà scomparse hanno fatto della mente lo strumento per misurare l'ampiezza dell'ultraterreno.
Le persone intorno a me non sono niente, non contano niente, sono come alberi e monti di un paesaggio, come le automobili di una strada, o la frutta sul bancone di un mercato.
O come i cadaveri di una guerra sparsi tra le macerie ed il rimpianto.

Nulla brucia più dei kanji dello spirito della morte shinigami. La notte sento bruciare i solchi degli ideogrammi, intagliati fino alle costole nella carne viva. E' come avere un rovo di carboni ardenti addosso, da dove soffiano lingue di fiamme striscianti, branchi di vermi che banchettano sposandosi con la mia pelle.