Sulle tracce del Vento

- giocata introduttiva privata -

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Memories of the Time
     
    .

    User deleted


    Scena Seconda, capitolo terzo:Pets

    Gli uomini si muovono, parlano, agiscono.
    Presi dalla frenesia e dall'eccitazione per lo scampato pericolo, si rimettevano in moto come brave e operose formiche.
    Tipico degli umani.
    Illudersi che la loro vita abbia un senso più alto dall'essere un semplice anello nella catena alimentare.
    Semplice...

    E poi, nuovamente in marcia.
    Seguendo un vecchio uomo che concentrava in sè un potere tanto effimero quanto terribile agli occhi dei suoi sottoposti.
    Ma non per l'Orrore....lui che aveva visto il vero volto del potere, e aveva modellato la propria figura a sua immagine.
    Silenzioso, muoveva la sua massa di carne, magia e il metallo di Naardimosh nel più completo silenzio, come un pensatore assorto, come un assassino pianificatore.
    Come un gladiatore che pregusta l'Arena, già nostalgico.
     
    Top
    .
  2. ~ Canario
     
    .

    User deleted


    "Ecco, tienili tu."

    La demonietta ricambiò il sorriso del bambino afferrando la pergamena. Quella passeggiata per la cittadina maritma poteva essere una distrazione quasi equiparabile allo sfogo del combattimento.

    "Mi raccomando però, non perderla!!"

    Ridacchiò e mise le mani sui fianchi.

    "Non preoccuparti, li custodirò come un tesoro."

    Etna avanzò dietro Montblanc per tutto il tratto di strada che, verso sud-est, portava nella zona della cittadina al limitare del mare.
    La sabbia inghiottì la strada e le prime palafitte apparvero alte e lucenti del nero metallo con cui erano costruite.

    "Dai, vediamo se riesci a prendermi!!"

    "Questa è una sfida!"

    Corse dietro al ragazzino con spensieratezza: si stava divertendo, era da tempo che non si sentiva così rilassata e libera dai suoi problemi e dai suoi tormenti.
    Quell'aria di mare, le alte palafitte e la leggera corsa da bambina: tutto era stupendo e per un momento desiderò che il tempo si dilatasse all'infinito per non dover rinunciare a quello stato di felicità.
    Poi, il piccolo evocatore di fermò, Etna lo raggiunse e gli afferrò la spalla:

    "Pres..."

    Davanti a loro c'era la capitaneria di porto.
    Tutto tornò di scatto alla realtà: la missione, l'autoritario Akiyuki, e l'amaro sapore dell'obbedienza.

    "Vado a chiedere le autorizzazioni, Montblanc, aspettami qui... torno fra un attimo."

    Grazie alla pergamena del Kampaku fu tutto questione di attimi: uscì nuovamente sulla sabbia e si avvicinò al bambino.

    "Bè direi che possiamo tornare indietro..."

    Un ambulante, gridando per strada la prelibatezza dei suoi prodotti, catturò l'attenzione della demonietta.

    "... ma prima, ti va un anguria? Sai nel mio paese di così belle non ne avevo mai viste!"

    Sperò in un si da parte del bambino, perchè in tal caso non avrebbe esitato a comperare il frutto per dividerlo con lui per la strada del ritorno.

     
    Top
    .
  3. Ronin_
     
    .

    User deleted


    Montblanc e Etna



    I due ragazzini lasciano la strada per immergere i piedi nella sabbia fresca.
    La sensazione non dura a molto, perché, oltre la battigia, si estende l'altra Undarm, quella costruita sulle palafitte di quello strano metallo cangiante.
    Allora, dopo un paio di rampe di scale, gli artigiani e i marinai intenti nelle loro attività li lasciano passare, ed ecco la Capitaneria.
    Questa non è altro che un grosso e tozzo edifizio retto su due filari di palafitte lucide, verdastre. È così vicino al mare che le onde colpiscono le finestre (chiuse) e coccolano la ruggine qua e là. La città, in ogni caso, sembra proprio tenuta bene.
    Le formalità presso la Capitaneria vengono svolte velocemente: il sigillo del Kampaku basta a far scattare sull'attenti tutti, si direbbe... anche il vecchio e grasso Comandante di Flotta della famiglia Nyadd. I due ragazzini scoprono, come avevano già potuto intuire, che l'elemento comune in questo Clan è la vecchiaia: scoprono che Quinbel è pure lui un Nyadd, addetto alla difesa della Sorella Nera. Sentono parlare anche di una “Sorella verde”, ma questi termini non fanno altro che aumentare la loro conclusione.
    Alla fine dell'incontro, comunque, il Comandante di Flotta consegna ai due una documento vergato in una bella grafia con una penna verde e li manda, poco gentilmente, da un'altra parte.


    Shimazu, Il Nero e She



    Il samurai avanza con molta tranquillità per le vie della città. Si respira un'aria poco tesa, visto che, rapidamente, prende a circolare notizia dello sventato attacco delle Sentinelle.
    Anche qui, la maggior parte della popolazione fa parte degli Asruan, mitici creatori di Sequerus. Questa variante della razza, tuttavia, ha una pelle del colore di terra bruciata, più luminosa rispetto i cugini dell'altopiano.
    Il bushi volta il capo barbuto verso l'animale e corruga la fronte. Risponde a parole, giacché di magia e spirito non ne sa moltissimo, a parte i suoi culti.
    Così si avvicina e sussurra a bassa voce all'indirizzo di Lei, gettando ogni tanto un'occhiata indietro per controllare l'Orrore. Che, se da una parte diventa interessante attrazione, dall'altra viene classificato come una delle tante stranezze che una città portuale può ospitare, che, come molti sapranno, non sono affatto poche. Sequerus, in fondo, è una città che ospita da sempre elementi particolari.
    «Bestia, io sono Shimazu Akiyuki, Kampaku di Sequerus» sentenza, con l'arroganza di chi ha un potere incontestabile ma creato dalla rettitudine del proprio operato. Continua: «Io servo la Regina di questo presidio, il mio clan, la mia spada, i miei kami. Tu che parli così, invece, cosa sei? Non ho mai visto animali del genere, prima d'ora».
    Assottiglia lo sguardo, liscia una piega del kimono blu, aggiusta la tesa del cappello di paglia che gli è stato offerto da Santago. Proprio di lui parla, adesso: «Il Capitano Santago ha il comando della seconda squadra di scout. Mi ha detto delle cose di te... e lo Sciamano Rosso me ne ha dette altre. Mi hanno detto che sei sola, bestia.» Una strana nota dura, aspra, ricopre le parole. «Comunque, questa è la terza città sotto il mio controllo, mio e della Regina Aranwë. Non so cosa conosca tu del mondo degli uomini, ma si tratta di gerarchia e controllo.»
    Poi, dopo qualche altro minuto, giungono all'Onda Grigia.


    Tutti



    L'Onda Grigia è una splendida lancia, dipinta di rosso e verde. Di rosso, sono le lingue di fuoco; di verde sono i draghi che le sputano. Sotto questi due colori, il legno brilla scuro, illuminato dal sole.
    Ha due alberi, un ponte piuttosto grande, una fila di remi per lato.
    L'attracco è molto popolato, come tutte le banchine accanto: i pescatori sono appena rientrati dalla caccia mattutina e il mercato è in fermento.
    Qualche marinaio incespica su Etna e sul piccolo evocatore: si tengono, invece, bene alla larga dagli altri tre, il cui aspetto li spaventa. Sebbene per motivi diversi.
    Nessuno fa caso allo Shimazu. Soltanto il capitano della nave, Forkho, un altro Nyadd, china il capo in un frettoloso saluto che il samurai si affretta a nascondere: «Non voglio seccature» dice.
    Qualche strillone diffonde un paio di notizie sulla città e riguardo i dintorni. Parla dell'attacco degli Artigli, della visita dell'Esecutore a Berjaska, del prezzo diminuito del grano e delle carote.
    In pochi istanti, tutto il gruppo sale sulla lancia dove viene congedato in attesa di nuove.
    Akiyuki si apparta per discutere con Forkho, un uomo avanti con l'età vestito di una lunga giacca blu acceso alla quale ha strappato le maniche. Ha una bella e folta barba scura, in contrasto coi capelli bianchi, e sembra molto competente.
    «Quanto impiegheremo, Capitano Forkho?»
    «Una giornata, signore. Dipende dal vento, in ogni caso.» Guarda il cielo sereno in alto.
    «Una giornata, Forkho» ripete il guerriero, in quello che sembra un ordine.
    Poi lo congeda.

     
    Top
    .
  4. S h e
     
    .

    User deleted



    Bel discorso. Ma fa poca presa sulla bestia : non ne rimane impressionata, per nulla.
    Non perchè lei non sia interessata, o non voglia capire : solo, non può.
    Certi concetti sono invenzioni del tutto umane, aliene alla natura reale delle cose : sarebbe come cercare di paragonare una sentinella ad un predatore.
    Ne ha il comportamento, forse. Le possibilità e potenzialità. Ma non è un predatore.
    E' stata creata così.

    Allo stesso modo è quasi impossibile, per Lei, capire cosa voglia sapere l'essere Shimazu Akiyuki, Kampaku di Sequerus.
    Cosa sei?

    -Non riesco a capire cosa devo rispondere. Io sono io. Sono un predatore. E ho camminato a lungo per arrivare fino qui, lasciandomi alle spalle la terra delle mie madri. Dovevo morire, ma sono fuggita. E ora sono sola, ma questo lo sai già, Shimazu Akiyuki, Kampaku di Sequerus...

    Città... le tane dell'essere uomo si chiamano così, allora...
    -

    Poi, arrivano al posto che, a quanto pare, era la meta di quel viaggio senza fretta per i sentieri interni della città.
    E' un posto sull'acqua del mare. Puzza di un sacco di cose nuove e molte cose vecchie : sale, sabbia. Pesce. Piante d'acqua, come quelle dei fiumi, ma diverse.
    E tutti salgono su un pezzo di legno che galleggia.


    -Dove stiamo andando? Dove è il branco di Capitano Santago e di Scout ?-

     
    Top
    .
  5. .Wolf
     
    .

    User deleted



    Non aveva capito nulla, né si era messo ad ascoltare quell’omaccione dalla voce antipatica.
    Aveva osservato il tizio mentre gli consegnava dei documenti, ma – come al solito – preferì lasciare tutta la responsabilità a Etna. Poi, fuggì altrove.
    La nave era stupenda.
    Il piccolo evocatore osservò quella grande opera per diversi minuti, senza prestare attenzione ai marinai e ai suoi vecchi amici. Non guardò nemmeno la sua socia, sembrava come ammaliato da quella grande costruzione.
    Si solleticò il naso, più volte.
    Un soffio di vento gli fece cadere il cappello, fu così che Montblanc si ritrovò costretto a correre e correre e correre.
    Perse di vista tutti, non riconobbe più nessuno.

    Si dileguò.


     
    Top
    .
  6. ~ Canario
     
    .

    User deleted


    Etna prese i documenti ed assieme al bambino arrivò sino alla nave.
    Rimuginò parecchio sulle parole sentite da alcuni marinai alla capitaneria di porto:
    parlavano di "Sorella Nera" e "Sorella verde".

    *Una nave forse, o un alto titolo nobiliare? magari un curioso titolo militare! No... lasciamo perdere, in fondo non è affare che mi riguardi*

    Assorta nei suoi pensieri arrivò infine di fronte all'Onda Grigia.
    Rimase incantata immersa nella folla osservando la grande imbarcazione; ogni tanto doveva alzare il collo, per non perdere la via, poi vide da lontano il Kampaku ed ebbe la certezza che la nave indicata alla capitaneria fosse proprio quella.
    Fu lì che perse di vista Montblanc: troppo impegnata a sgomitare verso la passerella d'imbarco, non si accorse che il ragazzino tornava indietro all'inseguimento del suo cilindro.
    Arrivata sul ponte della nave pensò che le mancasse qualcosa ma non ci fece troppo caso, si avvicinò invece al Kampaku con fretta per consegnargli la pergamena.

    "Ecco i documenti per lasciare la città signore: come da lei richiesti"

     
    Top
    .
  7. Ronin_
     
    .

    User deleted



    I primi passi sulla nave sono indolore: Akiyuki si guarda intorno e tace. Sul ponte, la bestia – che tanto scalpore fa fra i marinai – gli parla in quel suo linguaggio senza parole.
    Lo Shimazu non comprende come questo possa accadere. Ma non ha compreso tante cose nella sua vita, per cui non se ne cura oltre.
    Risponde, invece, nella stessa maniera in cui ha risposto prima: a parole, quella splendida tecnologia che gli uomini hanno inventato millenni prima.
    «Stiamo andando a Berjaska. Un'isola. Il branco di Santago è rimasto nel porto di prima, bestia. Penso che vi rivedrete, tuttavia.»
    Tace, osserva le vele che vengono ammainate e i mozzi che legano i barili di vettovaglie sul ponte.
    Forkho, l'ennesimo Nyadd, sbraita ordini a destra e a manca e, con estrema lentezza, l'Onda grigia si lascia Undarm alle spalle.
    Con un cenno richiama i convocati accanto a sé e, nel rispondere ancora a She, spiega a tutti loro il perché di quella missione.
    «Come forse saprete, il Presidio Ovest è diviso in zone controllate ognuna da una diversa famiglia, un clan» annuisce, usando un linguaggio a lui più familiare – ma non per questo ai suoi interlocutori. «Berjaska è dominio dei Teeka, una famiglia che ha studiato la tecnologia ed riuscita a trovare un modo per sopravvivere alle condizioni inospitali dell'isola, creata secoli fa da un vulcano ora inattivo. L'isola, inoltre, è vittima di una spessa coltre di gas tossici che colpiscono l'apparato respiratorio come un cancro: viverci, quindi, è impossibile. Per questa ragione i Teeka sono sempre rimasti ai margini della vita di corte, allontanati da tutti i precedenti Reggenti di Sequerus. Mio-hime, invece, vuole riallacciare i rapporti. Io temo che dovremmo...» stenta a trovare le parole giuste; abbassa lo sguardo sulla Katana, una splendida Munechika, e riprende: «fare molta attenzione».

    Il cielo resta sereno, il rollio è esiguo: solo il vento sfrigola nell'aria sbattendo contro le vele di un bel verde acceso. I dragoni sulle fiancate della nave ruggiscono impetuosi: loro sono fatti per navigare, non per volare.


    Continua qui.

     
    Top
    .
36 replies since 16/1/2009, 22:18   608 views
  Share  
.