[Quest] La Foresta Maledetta

Atto II ~ A [CC]

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    Sasha, Raylek e Thorrik

    La luce vacilla sopra di voi, per un attimo oscurata dal passaggio di qualcosa che è precipitato giù dal garrese della bestia -che ora si è acquietata e afflosciata al suolo come una bambola di pezza-, e che si è mosso anche in maniera estremamente rapida e silenziosa.
    Istintivamente vi voltate per guardarvi le spalle e ve lo trovate davanti: si tratta di un ragazzo giovane e atletico, col corpo segnato da cicatrici e tatuaggi... inquietantemente seminudo, se si eccettuano gli stivali di pelle che gli arrivano a mezza coscia, le cinghie di cuoio che gli si incrociano sulle pudenda, e quelle che gli immobilizzano le braccia dietro la schiena.
    Potrebbe essere un selvaggio di qualche comunità tribale, ma i dettagli sinistri sparsi sul suo corpo allontanano un tale sospetto: sul ventre spicca una grande cicatrice ad “X”, sei anelli di metallo pendono dalla pelle del costato, e sotto la coltre dei capelli biondo platino potete vedere che è bendato da una maschera, e imbavagliato da un cilindro che luccica di bava.
    Piuttosto raccapricciante nel complesso... anche senza contare il collare -da cui penzola una pesante catena- che sembra suggerire che non sia randagio.

    Non potete esserne sicuri, ma avete la brutta sensazione che vi stia guardando.
    Non prova neppure a interloquire, ma lo sferragliare minaccioso che udite nel silenzio parla molto chiaro, e focalizza le vostre attenzioni in basso -ai suoi piedi e alle sue spalle-, sull’ombra che egli proietta sul suolo irregolare del sottobosco: anello dopo anello, catene di un metallo sconosciuto stanno cominciando a materializzarsi, avviluppando nell’aria le loro spire... pronte a ghermirvi.
    Una manciata di secondi più tardi, tre delle sei catene sfrecciano in avanti con l’intento di accalappiarvi il collo, mentre le altre cadono inerti al suolo... con l’unico scopo di tuffarsi nel sottobosco, strisciando non viste tra le foglie morte, per coprire i metri che vi separano e intrappolarvi una caviglia.




    A voi la scelta di come comportarvi;
    avete tempo fino al giorno lunedì 10, compreso: dateci dentro! :geez:
     
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    Thorrik guadagnò la sua nomea molte lune addietro, quando ancora la sua barba era castana e lunga non oltre la sua cintola. Quel giorno, Re Thangrim Barbadifuoco in persona al termine della Contesa dei Talenti aveva giudicato giusto il suo sdegno per le parole offensive di uno dei suoi cognati, e da allora era stato Thorrik Giustocipiglio. Tutt'ora, Thorrik è certo di non aver mai mostrato rabbia in alcuna occasione senza che questa fosse giusta e sacrosanta, frutto di motivi indignazione per cui qualsiasi nano avrebbe convenuto circa la loro giustezza.
    ... E trovandosi di fronte quell'umano così palesemente in malcostume,
    la sua reazione fu di quelle per cui era famoso.

    « TU!!! TU, MALEDETTO INVERTITO!!! »
    Iniziò a sbraitare, paonazzo in viso, mentre agitava il martello come un ossesso.
    « AH!!! Ma lo so io come mai!!! Sei stato traviato da quei dannati elfi!!! Maledetta razza infida e malvagia, ma lo saprà Lady Kalia da queste mie labbra, lo giuro sui miei avi!!! Farò in modo che sia dato loro quel che si meritano, AH!!! Li farò cacciare, fosse l'ultima cosa che faccio!!! »

    Dannati elfi. Dannati senzaritegno e contronatura. Ah, ma nonostante tutti conoscano la natura di quelle creature, possibile che tutt'ora ci sono umani che si fidano di loro?? Eppure eccolo là, degno esempio di ciò che accade seguendo la via percorsa segnato dal cammino di esseri così vicini agli dei delle perversioni. Non sapeva nemmeno lui se la colpa dovesse essere attribuita più a coloro che l'hanno portato su quella via fatta di follia, o se a lui che l'aveva percorsa nonostante i risultati. D'altronde gli scritti dicono che "tanto è colpevole colui che causa che colui che ha lasciato fare", e la saggezza di quelle parole trasuda nella storia dei nani in ogni episodio più importante. Dunque, stando a tale saggezza atavica, il maglio di Thorrik fatto di giustizia doveva abbattersi in egual misura sui recchiappuntite e sul giovane stesso, dunque cacciata per i primi e tante bastonate per il secondo. Gliel'avrebbe inculcata lui a furia di scapellotti la virilità e la Giusta Natura delle cose, AH! Questi dannati giovani che non comprendono più l'importanza del vincolo matrimoniale, pensare che ai suoi tempi i giovani moltiplicavano gli sforzi sul lavoro per portare al padre delle loro amate i loro lavori più splendidi, in modo da dimostrare il loro valore e conquistarne il cuore e la mano. Adesso invece guarda qua che roba!!! Ah, la depravazione ha dunque riempito gli animi di lordura, ma lo sapeva lui come mondarli! E non a caso aveva con se il suo fido martello, carico di buoni intenti.

    Stava ancora borbottando antichi proverbi in lingua khazalid, quando le infide catene si mostrarono lui, ghermendolo ed avvinghiandolo. Lasciò il martello e serrò le mani sulle catene, dopodiché la Runa Minore della Pietra incisa sulla sua armatura prese vita e baluginò, inchiodandolo sul posto come una statua di Grugni in persona ben saldata al pavimento, inamovibile come la montagna istessa. Tirò e grugnì ferocemente, dibattendosi come una belva, tentando di strappare via le catene con rabbiosa forza, colto da ira e sdegno in egual misura.
    Se le catene si fossero smosse e si fossero rivelate piegate alla forza sovrumana del Barbalunga Veterano, Thorrik le avrebbe dapprima strappate dall'armatura di gromril appartenuta un tempo ai suoi avi, poi ghermite e tirate verso di se, in modo da gettare a terra chi le stringeva dall'altra estremità. In caso contrario, se le catene si fossero rivelate del tutto impossibili da smuovere anche solo di poco, Thorrik sarebbe rimasto inchiodato sul posto, opponendo il potere runico della Runa Minore della Pietra alla forza di quei diabolici strumenti di depravazione.

    Doveva ancora dare a quella bestia ciò che si meritava, ma c'era tempo.
    La pazienza è la virtù dei forti.



    ¬ Note tecniche

    SPOILER (click to view)

    D A W I · K A R A K

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    Status fisico: Un po' ammaccato, ma l'armatura ha parato la maggior parte delle conseguenze dell'impatto con i residui dell'albero distrutto dal martello runico di Thorrik. Discreto foro al di sotto dell'ascella destra, ferita sanguinante sotto la maglia d'acciaio... ma morirebbe dissanguato piuttosto che mostrare una stilla di sofferenza fisica in presenza di elfi!
    Status psicologico: Deciso a far vedere come si tratta con gli animali a quella manica di recchieappuntite!
    Status energetico: 85%
    Consumi impiegati: Bassox1 Mediox1 Altox0 Criticox0
    Ghalril: buttato a terra
    Scudo: buttato a terra
    Stato Armatura: Intatta
    Passive in uso: Veterano (percezione dei pericoli); Forte Come La Pietra (forza aumentata del 50%, nessun malus derivato dagli equipaggiamenti)

    Runa Minore della Pietra

    L'armatura runica di Thorrik reca incisa la Runa Minore della Pietra, simbolo di inamovibilità. Si attiva ogniqualvolta una forza molto potente impatta sul portatore rendendolo inamovibile al pari di una montagna. Fintanto che riluce, è come se la corazza su cui la runa è incisa si saldasse con l'aria, risultando difficilissima da smuovere anche con forze molto potenti. Di contro, nemmeno l'enorme forza di Thorrik può contrastare l'azione della runa, pertanto finché essa riluce lui stesso risulta come prigioniero della sua stessa corazza, impossibilitato a qualsiasi movimento. La Runa della Pietra può manifestarsi per la durata massima di un turno, sebbene nel corso dello stesso può essere sciolta in qualsiasi momento.

    Consumo Basso
     
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  3. Raylek
     
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    Sentiva il sangue pompargli nelle orecchie come colpi di maglio.
    No. Non era il sangue. Non era il cuore. Non il suo, almeno.
    Era la Risonanza a chiamarlo, ad incitare i suoi sentimenti più profondi, più animali.
    Stava di nuovo nelle cave di sale dei Colli Rosati, su Celentir, con la schiena piagata dagli scudisci dei carcerieri nani, e odio e rancore si agitarono con un guizzo, vivi, sotto al petto del goblin.
    Poi era a Myth Arandor, inchiodato al selciato della Piazza della Soglia dallo sguardo del Demone Primevo.
    La paura ululò lontana, sul fondo dell'anima del forgiarune, aizzando ancor di più la sua rabbia.

    Il terreno della foresta era scomparso da sotto ai suoi piedi. La missione era svanita, i suoi compagni.
    Persino l'appena conosciuta nuova sorella non gli sembrava che un insignificante presenza in quel momento.

    Al rombo del suo cuore, della risonanza e del respiro che si faceva sempre più affannoso, Raylek si era fatto avanti verso il ragazzo inguainato in cuoio e catene, non cogliendo di lui, però, alcun particolare.
    Sapeva che esisteva, che era lì, ma non era altro che un segno nero contro una tela bianca : come gli altri, una presenza, pura e semplice.

    Qualcosa si era mosso contro di lui. Qualcosa di lungo, sottile, brillante. Forse metallo.
    Una parte del cervello di Raylek cercò di concentrarsi sul dato, per approntare un piano d'azione : quando del ferro ti corre incontro non è mai un buon segno.
    Purtroppo quel brandello di coscienza dovette desistere in fretta, soppressa dall'ira montante.

    Non aveva sentito una sola parola del nano - che in vero aveva blaterato parecchio.
    All'arrivo della catena, semplicemente, il goblin aveva liberato il suo potere graffiandosi il petto, incidendo sull'uniforme sporca ed impolverata della Guardia di Lordaeron il marchio del fulmine, che aveva immediatamente preso a rilucere, scarlatto di una piccola stria di sangue.
    Gli artigli del forgiarune avevano scavato profondi, ben oltre gli abiti.

    Liberò il potere in un ringhio, guardando in cagnesco - pur senza vederli davvero - uomo e catena, schermandosi dall'assalto di quella con una invisibile barriera di elettricità statica, così densa che l'incontro tra arma e scudo aveva generato un breve, contenuto boato, come lo scoppio di un fulmine, muto.

    Era il momento in cui l'arma avrebbe rallentato, schiantandosi sul suo scudo, che il goblin aspettava : avrebbe avanzato il braccio, cercando di stringere quella catena.
    E avrebbe nuovamente liberato il potere del glifo che gli segnava il petto, sotto forma di uno sfolgorante, sfrigolante fulmine, insieme a tutto l'odio di cui la Risonanza lo stava riempiendo come un anfora vuota; un contenitore perfetto.
    Perfetto, piccolo, ed incazzato nero.

    WRRAAAAAAAAA!!!
    __________



    Status Psicofisico: Psicocosa? Esiste solo la violenza! WHAAAARRRR!
    Tecniche in uso: Sigilli del Fulmine (per creare uno scudo elettromagnetico - spesa bassa -; per scaricare un fulmine attraverso la catena - spesa alta -)
    Spese bassa(5%) + alta(2o%)

    Passive
    _Occhio del Cecchino (bonus 5o% riflessi) / _Catena delle Rune del Clan Od'Nast (istantcast)
     
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    Atterrò carponi, gambe piegate e palmi al suolo per attutire il contraccolpo, poi arretrò quasi a passo di danza fino a portarsi vicino al goblin.
    « C'è qualcuno sulla bestia. » disse a Raylek. « Due perso... »
    Un'ombra, un movimento.
    Si voltò di scatto, ginocchia leggermente piegate e braccia discostate dal corpo in un attimo, pronto all'azione, e poi...
    « Ma che accidenti... »
    Sgranò gli occhi, incredulo, esterrefatto, semplicemente lasciato senza parole da quella figura che solo ora riusciva a vedere bene. Era stordito dalla sua presenza, da un qualcosa di talmente diverso che non riusciva a valutare con calma.
    Fu il rumore a farlo riprendere.

    Catene.
    Non poteva credere ai suoi occhi, eppure erano lì.
    Catene.
    Che si formavano dal nulla, anello per anello, in aria.
    Catene.

    Lentamente un barlume di comprensione gli passò negli occhi, e il suo atteggiamento cambiò. La posa tesa e smarrita svanì, sostituita da una più calma e rilassata. Il suo viso era composto, senza espressione, i suoi occhi.... duri.
    ...no, non c'era proprio niente da capire nel ragazzo che aveva di fronte agli occhi.
    N e m i c o

    L'unica parte di lui che si mosse quando le catene partirono furono gli occhi, incollati ad esse. Tre in alto, una a testa, le altre tre apparentemente svanite... ma appena abbassò lo sguardo vide il sottobosco smosso, le foglie mandate di qua e di là da qualcosa che si muoveva sotto di esse, invisibile.
    Sorrise.
    Le catene erano vicine
    Rimase immobile.
    Erano quasi giunte...
    Saltò.

    Non fu un salto dritto per dritto: si era dato la spinta con il solo piede destro, in alto e indietro. Piedi e testa ruotarono con lui, risalendo o discendendo, iniziando il moto rotatorio che li avrebbe portati ad invertirsi di posizione. Le ginocchia si piegarono, dando stabilità e velocità al movimento. Le sue braccia si allontanarono dal corpo, la destra arcuata come a richiamare una persona lontana, la sinistra che si tendeva verso il suolo. Una catena s'abbassò nel punto dove prima era la sua testa, chinandosi ma mancando il colpo, mentre quella diretta ai piedi s'era vista negare la preda quando lui aveva ritirato le gambe verso il corpo.
    Sorrise.

    Richiamò i Keyblade.
    Lontano Ricordo gli apparve nella destra proiettata verso l'alto, Portafortuna nella sinistra diretta in basso. Le braccia si contrassero all'unisono, prima allargandosi e poi stringendosi più verso il petto a metà giro esatto, quando il suo corpo era perfettamente orizzontale.
    Sorrise ancora.

    Quella era la prova del nove, la prova decisiva: perché lui non voleva solamente schivare quelle catene, no... lui voleva colpirle entrambe, piantare i glifi della parte finale dritto nella trama di anelli e così facendo catturarle entrambe con le sue armi. Non conosceva la magia che era stata usata e ignorava se quelle catene avevano bisogno di "punti d'appoggio" o simili, ma sapeva una cosa: che il nemico le aveva spinte in avanti, entrambe, e lui non si era opposto a ciò... anzi, intendeva sfruttare l'impeto iniziale delle catene stesse mentre completava la rotazione.
    Ginocchia ancora piegate, sarebbe atterrato lasciando quasi invariata la posizione di mani e braccia, solamente opponendosi ad ogni tentativo delle catene di liberarsi: la naturale conseguenza della sua rotazione era che Portafortuna che prima era in alto sarebbe caduto -spinto- verso il basso, piantandosi al suolo assieme alla catena da esso intrappolato.

    Quando -se- ciò fosse accaduto, Lontano Ricordo avrebbe dovuto acchiappare la catena indirizzata ai suoi piedi e portarla in alto. Con la catena arcuata, se anche quella avesse tentato di strattonare all'indietro Sasha avrebbe avuto gioco facile a piantare anche il Keyblade nero verso il basso: non al suolo però, bensì contro la prima catena che sperava intrappolata a terra. A quel punto avrebbe potuto mettere un piede sulle catene, liberare Portafortuna, lasciare Lontano Ricordo a bloccare entrambe le catene e dirigersi lateralmente verso il ragazzo, menando un calcio alla parte interna della gamba e spedendogli una piattonata al petto con Portafortuna: niente di letale, ma l'avrebbe dovuto spedire a terra senza possibilità di rialzarsi per via delle mani legate.

    Sempre che, beninteso, riuscisse ad agganciare entrambe le catene...




    Keyblade-Master


    SPOILER (click to view)

    « Mpf... tutto qui? »

    « Ora tocca a me! »


    Status fisico ~ Illeso
    Status psicologico ~ Okay
    Status energetico ~ 70%
    Consumi impiegati ~ 2xBasso, 2xMedio
    Passive ~
    Le Tecniche di Scherma (power-up del 50% in velocità)
    Aerostrike (movenze acrobatiche, II e ultimo turno )

    Riassunto ~
    1. Salto grazie ad Aerostrike, dandomi una spinta con la gamba destra. Direzione: alto e indietro.
      • Questo spinge il mio corpo a ruotare sull'asse che va dalla testa ai piedi e su quello che attraversa entrambi i fianchi.
    2. Richiamo i Keyblade in aria
    3. Uso Circondato come difesa aggiuntiva, mirando a intercettare le catene con i glifi dei Keyblade.
    4. Se riesco a bloccarle con i Keyblade, Sasha agisce come sotto ( nota che anche se non ci riesce o ci riesce a metà, Sasha proverà comunque a fare le azioni sotto )
      1. Continua la rotazione, atterrando a ginocchia piegate senza muovere le braccia relativamente al proprio corpo.
        • Facendo così le catene si dovrebbero muovere come se descrivessero ognuna una metà di una circonferenza con centro Sasha.
        • P. ora è in basso, L. R. in alto
      2. Pianta P. a terra, sfruttando tutta la rotazione per avvantaggiarsi qualora la catena faccia resistenza
      3. Pianta pure L. R. a terra (più precisamente in uno degli anelli della catena di P.)
        • Se la catena oppone resistenza tirando all'indietro, prima dovrebbe tendersi (prima ha descritto una semicirconferenza) e poi cominciare veramente a tirare indietro: quindi Sasha può usare quell'attimo o due di tempo che impiega la catena a tendersi per piantare L.R. e la catena stessa senza troppa resistenza.
      4. Appoggia un piede sulla catena, sfila P. lasciando L.R. a bloccare entrambe le catene.
      5. Arriva di lato al nemico, gli da un calcio alla gamba e sferra una piattonata con P.
    Note ~ Non sapendo quant'era potente l'attacco delle catene, si consideri tanto Circondato quanto Aerostrike e il +50% in velocità come difesa

    ~
    Portafortuna ~ Lungo 1.30m, tagliente come un rasoio, indistruttibile, immodificabile, indeformabile, inincantabile, refrattario al calore
    Lontano Ricordo ~ Lungo 1.60m, tagliente come un rasoio, indistruttibile, immodificabile, indeformabile, inincantabile, refrattario al calore


    Tecniche ~


    Circondato
    Solo un pazzo, un dissennato o un disperato potrebbe andare a caccia di Heartless con un paio di Keyblade appresso: poiché però Sasha non è un pazzo né certamente un dissennato, se ne deduce che sia semplicemente disperato. E chi è disperato, sia pure in modo molto lato, continua a tenere alla propria incolumità a dispetto delle apparenze. Ora, però, Sasha va a caccia di Heartless, i quali sono attirati come mosche al miele dal terribile potere dei suoi Keyblade e del Cuore cui si sono legati: è quindi piuttosto facile capire come spesso e volentieri il ragazzo si sia trovato in pesante inferiorità numerica, alle volte persino in proporzione di venti ad uno. Le classiche tattiche contro un gruppo numeroso di nemici, come affrontarli pochi per volta e sfruttare ogni elemento favorevole del territorio, possono davvero poco contro una tale inferiorità numerica: prima o poi, Sasha si ritroverà sempre circondato da tutti i lati da nemici bramosi del suo Cuore. E tuttavia, per quante volte si sia ritrovato in tale disperata situazione, ne è sempre uscito vincitore... bene o male.
    Semplicemente, si è abituato.
    Rispetto a quando è uno contro uno, lo stile di combattimento di Sasha quando è circondato è profondamente diverso: si gira, s'accuccia, attacca e si ritira, balla quasi con i corpi e le lame dei suoi nemici in una danza sul filo del rasoio: i suoi nemici lo assalgono da tutte le parti, e da tutte le parti lui para e contrattacca, in un cantico di lame e determinazione che prosegue da quando il primo Custode fu scelto dal primo Keyblade. Se avesse una sola arma non ci riuscirebbe mai, ma due Keyblade al posto di una fanno letteralmente miracoli e con essi il ragazzo è in grado d'intessere una vera ragnatela di lame con cui può parare ogni attacco fisico di uno sciame intero di Heartless o, se contro un sol nemico, fino ad una potenza bassa.
    Consumo Medio ~ II turni



    La forza del Cuore
    [...]
    La seconda capacità comune a tutti i Keyblade è il poter essere richiamati e fatti scomparire in ogni momento dal proprio Custode, a prescindere dalle reciproche posizioni, con uno sforzo veramente basso, naturale.
    [...]




    SPOILER (click to view)
    Credo che capirai perché ci ho messo così tanto tempo! :guru:
     
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    Thorrik Con la più che legittima giustezza che sempre contraddistingue -tu lo credi assai fermamente- la tua linea di pensiero, esterni tutta la sdegnosa ripulsa che inizi a provare verso quel pervertito ragazzetto umano... ammesso che lo sia davvero: più il tempo passa, più emana quella vibrazione fetida e odiosa da cui -a pelle- potevi riconoscere i demoni del tuo mondo per quello che erano.
    Ma mentre ti dici che nossignore, non ci sono più nemmeno i demoni di una volta, ti ritrovi a dover ingaggiare una colluttazione con le spesse, pesanti, e rozze catene evocate da quello sbarbatello - niente a che vedere davvero con gli squisiti capolavori dell’arte nanica.
    Lasci andare il martello, ma sai ben tu come ci si comporta in questi casi: ti ancori al terreno e riesci a resistere alla furiosa forza di trazione; le tue braccia sono forti e vigorose, e gli strattoni che tiri potrebbero far volare via quello smilzo come un fuscello... se solo il vincolo di metallo arrivasse a tendersi, invece di seguitare ad allungarsi per assecondare il tuo moto, quasi come per azione di qualche ignobile stregoneria. Niente di fatto.

    Raylek: Lo avverti approssimarsi con agitazione montante, come adrenalina che corre la sua folle corsa nelle vene, col sangue, nel sangue, per il sangue: è fuori e dentro di te... è un brivido di timore e di rabbia, e la sua origine e l’essere in catene che ti sta davanti: non lo conosci -né riconosci-, non sai chi sia, ma hai la certa incontrovertibile consapevolezza che egli incarni la negazione di ciò che tu sei, e che è una minaccia a tutto ciò che hai imparato ad amare e a tutto quello che hai giurato sulla tua vita di voler proteggere - forse in un altro tempo, forse in un’altra vita... è come l’eco di un ricordo estraneo, un brandello di un sogno confuso.
    La resistenza del campo magnetico contrasta con lo slancio impetuoso della catena, e la tua mano la ghermisce, ma il contatto ti lascia una sensazione sgradevole -e imbarazzante- di sporcizia sull’anima... e con una smorfia di disgusto ti viene da chiederti che cosa ci abbia fatto con quelle catene. Ma, dopotutto... No. E’ meglio non pensarci

    Sasha: Le tue acrobazie ti hanno portato lontano da ogni avvisaglia di pericolo; la prima serpe di metallo che era stata indirizzata al tuo collo fende il vuoto e null’altro nel momento in cui ti sollevi nell’aria; al pari della manovra evasiva, anche la tua contromossa orchestrata con la sinergia delle tue doti fisiche e delle tue armi ha successo, e le due catene che ti erano state riservate si intrecciano sotto la fermezza del keyblade, immobilizzate e in apparenza neutralizzate...
    Ma se pure la tua manovra riesce ad inchiodare alcuni degli anelli, mentre ti slanci in avanti ti aspetta una sorpresa poco piacevole: raggiungi il fianco destro del nemico, e il calcio che gli sferri gli colpisce la coscia, ma mentre stai per vibrare una piattonata col Portafortuna le estremità delle due catene ti colpiscono a tradimento, sbattendoti contro un albero oltre le spalle del figuro. ...eppure il Lontano Ricordo non si è mosso. E’ come se avvero generato altri anelli.




    La figuretta agile di Sasha si precipita veloce e spedita contro il nemico, e potete vedere che la sua carica lo porta sufficientemente vicino al bersaglio da sferrargli un calcio, che colpisce la coscia nuda del giovane uomo bendato; di riflesso, quello crolla in ginocchio, sebbene dalla bocca -occlusa dallo strano bavaglio- quello che sale e vi giunge alle orecchie, più che un’imprecazione di dolore o di rabbia sembra un inquietante e lascivo gemito di piacere.
    Ma due delle catene si muovono di ritorno, e il vostro compagno viene colpito alle spalle e sbalzato più in là... e per sua fortuna!

    La scarica elettrica scagliata da Raylek risale il vincolo metallico, anello per anello, e si ripercuote sull’essere, squassandone il corpo con violente ondate di corrente ad alto voltaggio, che lo fanno tremare come in preda alle convulsioni: la sua pelle si copre di bruciature ed ustioni, e dalle sue carni si levano fili di denso fumo e il lezzo di carne riarsa... eppure lui sembra esserne quasi felice, e continua a goderne.

    Resta inginocchiato -tremante per gli spasmi- e tra i mugolii osceni che continua ad emettere, un denso filo di bava rossastra e nerastra cola giù dalla sua museruola; le catene che ha usato per attaccarvi si liquefanno in una sostanza nera e densa, in apparenza viscosa come pece e che resta attaccata a ciò con cui viene a contatto, e dalla sua pelle i vostri occhi vedono emergere -bucandola- un’enorme quantità di spilloni di pece cristallizzata, ciascuno appuntito e grande come uno spiedo... che è come finirete voi se non fate qualcosa per ripararvi dalla raffica che vi si avventa contro e che sta per piovervi addosso.




    Avete tempo fino a domenica 23 :geez:
     
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  6. Raylek
     
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    Riflettere è inutile : il goblin, pervaso dalla furia, sa già cosa deve fare per istinto.
    E' come un pesce perso in un torrente impetuoso. La rabbia, furente, che lo domina basta a se stessa.

    ___

    Ma, sebbene spinti lontano, quasi fossero all'altro capo dell'universo, alcuni brandelli di coscienza di Raylek sorprendono se stessi ad analizzare gli accadimenti con freddo distacco, dispersi nel tempo senza tempo di un solo battito di cuore.
    Annotano come l'impeto montante del forgiarune, un sentimento antico e sconosciuto, fosse come un vetro, una lente in grado di distorcerne le percezioni, fino a fargli sentire tra i denti il sapore metallico di un sangue inesistente.
    Registrano la sensazione di orrido sozzume lasciata dal contatto con l'arma del nemico - la sua catena nera - prima che quella si sciogliesse, liquefandosi in una melma ribollente.
    Malvagità putrida.
    Percepiscono l'urgenza di sottrarsi al danno che la controffensiva di quel mostro in guisa d'uomo sta per fargli calare addosso.

    ___

    Nel cuore della Foresta di Fanedell un goblin si accuccia lesto, quasi pancia a terra, prima che lunghi strali di cristallo nero gli si facciano in contro - a lui, e ai suoi compagni.
    La mano del pelleverde graffia il terreno così come poco prima aveva inciso il suo stesso petto, mentre nelle orecchie il cuore gli pulsa come un tamburo, incalzante, rullando una carica impetuosa, inarrestabile.
    La magia delle rune pervade il suolo, che si solleva attorno al ragazzo inguainato di cuoio e catene nel medesimo istante, come un gatto che si stiracchia dopo aver troppo dormito.
    Un muro di sassi, detriti e sottobosco che monta come un onda, un bastione circolare elevato attorno al nemico del goblin, per non più di un metro e mezzo.
    Ma è abbondantemente sufficiente per frapporglisi, visto che porta la sua offensiva stando in ginocchio.

    La coscienza di Raylek sente il suo corpo lanciare grida acute, unico mezzo per liberarsi dell'odio che continua, imperterrito, a sgorgare da un passato troppo lontano per ricordarlo : lasciarlo rotolare fuori tra le zanne sembra l'unico modo sicuro per non esplodere.

    Sa bene anche quella parte dell'anima del goblin rimasta immune all'ira cosa succederà ora : aspetterà che il bastardo sodomita lanci i suoi aculei, prima di far collassare tutto l'anello di roccia su di lui, rendendo morbido il terreno sotto alle sue ginocchia in quello stesso istante, facendolo sprofondare, incapace di sottrarsi alla cattura.

    Forse - e sarebbe stato bello - morendo soffocato nell'abbraccio del suolo scuro, pesante, della foresta.



    Status Psicofisico: Psicocosa? Esiste solo la violenza! ( parte seconda :8D: ) WHAAAARRRR!
    Tecniche in uso: Sigilli della Terra (per creare un muro di pietra e terra attorno al ragazzo delle catene, a 36o°, con un raggio di un paio di metri ed un'altezza di un metro, un metro e mezzo - spesa media -; per far collassare il bastione appena evocato rendendo morbido il terreno attorno e sotto alle ginocchia del simpatico masochista, per un sicuro effetto sabbie mobili - spesa media -)
    Spese precedente (25%) + media (1o%) + media (1o%)

    Passive
    _Occhio del Cecchino (bonus 5o% riflessi) / _Catena delle Rune del Clan Od'Nast (istantcast)
     
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    « Puah. »
    Sputò a terra sdegno e saliva insieme, finendola di tirare quello sciocco ammasso di anelli uniti insieme alla rinfusa che aveva anche la presunzione di definirsi catena, si accontentò di averlo strappato dalla venerabile sagoma dell'armatura dei suoi avi e si avvicinò a passo pesante verso quell'indegna creatura, figlia di un'indegna madre, accompagnato da indegne compagnie, con cui attuava indegne pratiche sodomite oltretutto così indegnamente ostentate.
    « Ai miei tempi... »
    Iniziò con foga altera che prometteva tuoni e fulmini d'ogni genere sotto forma di esternazioni di malmostoso sdegno che andava ad abbracciare intere generazioni, ma proprio allora si ritrovò ad osservare in alto una quantità immane di aculei simili a grossi spilloni. Roba di magia oscura, ovviamente. E fini e piccoli come aghi. Stava giusto per render noto al mondo come al giorno d'oggi i giovani non avessero più il minimo senso pratico, e ricorressero a scorciatoie deprecabili come la stregoneria quando con un po' di sano impegno ed olio di gomito si poteva facilmente creare una macchina da guerra in grado di scagliare dardi a ripetizione di dimensioni, potenza penetrante, quantità e qualità infinite volte superiori a quella disgustosa pioggia di pece. Ma no! Ma, come quell'invertito lì, i giovani d'oggi sono troppo sfaticati e impegnati in pratiche sdegnose da elfi vigliacchi e codardi per il nobilitante lavoro manuale, e finiscono col ridursi così.

    La Runa Minore del Fuoco si caricò di energia, avvampando, e Thorrik vi infuse tutto il suo sdegno mentre il martello runico Ghalril era pervaso di un'aura scintillante. Con una mano sollevò lo scudo, e con l'altra vibrò il martello scatenando un violento impatto sul terreno, ed un'immane onda di energia scosse la terra e fece vibrare l'aria. L'energia runica del martello si espanse come una vampata di calor bianco, e dove gli spiedi neri vi impattavano si scioglievano, e sparivano nel nulla come evaporando all'istante. Infine, dopo un istante di nulla, dalla nube di vapore sporco e polvere l'anziano barbalunga emerse caricando, gridando una vigorosa bestemmia in khazalid e mulinando il martello mentre si scagliava addosso all'indegno giovanotto.

    « Hai incontrato il nano sbagliato, umano! »
    Ghalril nella destra e lo scudo nella sinistra, sollevato il martello sopra la testa fece partire un poderoso colpo dall'alto verso il basso diretto sulla capoccia del giovine, dritto in mezzo alla fronte sia che egli fosse di nuovo in piedi, sia che fosse ancora supino.
    « Tu!!! Brutto effemminato invertito sodomita e vergogna della tua razza! Te le insegno io le buone maniere!!! Te lo faccio vedere io come si fa!!! Un po' di senno, a suon di botte te le inculco!!! »
    Colpì ancora, e di nuovo, una spazzata da destra verso sinistra sempre al cranio, ed una bordata di ritorno nella direzione opposta con quello stesso bersaglio, Ghalril che lasciava una scia dorata al suo passaggio come se fosse una cometa. Forse per come tentava di polverizzargli la testa poteva non sembrare, ma in realtà c'aveva tutta la sua buona l'intenzione di farlo rinvenire a suon di mazzate. I buoni intenti, c'aveva. Ah, le buone, vecchie maniere per far rigar dritto i giovani... ai suoi tempi si faceva così ed i pargoli crescevano come si deve, mica come oggigiorno...



    ¬ Note tecniche

    SPOILER (click to view)

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    Status fisico: Un po' ammaccato, ma l'armatura ha parato la maggior parte delle conseguenze dell'impatto con i residui dell'albero distrutto dal martello runico di Thorrik. Discreto foro al di sotto dell'ascella destra, ferita sanguinante sotto la maglia d'acciaio... ma morirebbe dissanguato piuttosto che mostrare una stilla di sofferenza fisica in presenza di elfi!
    Danno medio diffuso su tutto il corpo
    Status psicologico: Deciso a far vedere come si tratta con gli animali a quella manica di recchieappuntite!
    Status energetico: 55%
    Consumi impiegati: Bassox1 Mediox2 Altox1 Criticox0
    Ghalril: buttato a terra
    Scudo: buttato a terra
    Stato Armatura: Intatta
    Passive in uso: Veterano (percezione dei pericoli); Forte Come La Pietra (forza aumentata del 50%, nessun malus derivato dagli equipaggiamenti)

    Runa Minore del Fuoco

    Ghalril reca incisa sulla sua testa la Runa Minore del Fuoco, normalmente invisibile ma che si accende di luce ardente ogniqualvolta viene scatenato contro il nemico. Il potere runico dell'arma si manifesta nel corso di un singolo attacco; l'energia viene interamente concentrata nella ristretta area della testa dell'arma e viene liberata tutta in una volta, con una manifestazione equivalente a quella di un raggio di energia con gittata pari a cinquanta centimetri rispetto al punto di impatto e con ampiezza pari alla testa del martello stessa, dotato dell'effetto peculiare di distruggere la materia e contrastare altri aggregati di energia.

    Consumo Alto

    Runa Minore del Rancore

    Ghalril reca incisa sulla parte superiore della testa la Runa Minore del Rancore, normalmente visibile solo ad un occhio attento come solchi nel metallo di larghezza ridottissima, ma che si manifesta con un vibrante rosso in relazione alla foga o all'odio del portatore del martello runico. Per questo e per il prossimo turno, Ghalril guadagnerà potenza nei confronti di tutti gli ostacoli fisici che si frappongono fra esso e il bersaglio, facendo si che scudi, campi di forza, barriere protettive elementari e non vengano ridotte di un livello quando subiscono l'impatto di Ghalril, venendo inoltre sfondate se di livello Basso o inferiore. La Runa Minore del Rancore non ha altri effetti, pertanto non potenzia in altri modi i normali attacchi fisici di Thorrik.

    Consumo Medio
     
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    In quel momento si sentì bene.
    Lì, sospeso fra cielo e terra, col sotto scambiato col sopra e il sopra con non si sapeva che, mani e braccia impegnate in una folle danza danza d'acciaio e magia, si sentiva a suo agio. Era una sensazione assurda - insomma, quel pasticcio era tutto tranne che rose e fiori! - ma ogni paura, ogni timore spazzato via dal semplice essere in qualcosa di dannatamente familiare: la battaglia.
    Ma, come ogni cosa che sale prima o poi deve cadere a terra, anche quell'attimo finì.

    Sferzò, tirò, sferzò e tirò di nuovo. Un piede a terra, colpì ancora, atterrò del tutto e affondò, poi tirò con tutte le sue forze e sorrise: davanti a lui c'erano due belle catene annodate. Con un piccolo sorriso di soddisfazione continuò il piano, caricando a testa bassa fino a giungere a distanza ravvicinata dal nemico: il calcio raggiunse il bersaglio, e lui alzò il Keyblade pronto a menar...
    WHAM!

    Qualcosa si mosse da un angolo cieco e lo colpì in pancia, sollevandolo di peso e scagliandolo lontano, conrto un albero. L'impatto lo lasciò senza fiato, il Keyblade gli fu sbalzato dalle mani. Si rimise in ginocchio quasi subito, ansimando, e riprese in mano Portafortuna. Voleva il gioco duro, eh? Bene, allora lo avrebbe avu...

    « Ma che...? » mormorò, fermandosi.

    Sgranò gli occhi, esitando solo un secondo, poi piantò un piede nel sottobosco e fece dietro-front tanto veloce da scagliare in aria alcune foglie. Corse, corse come mai aveva fatto, mettendo cuore e anima nelle sue gambe per farle muovere più in fretta, e infine scartò di lato mettendosi con la schiena contro l'albero appena in tempo. Qualcosa gli passò vicino facendogli schioccare i capelli, una raffica di qualcos'altro si piantò nel tronco con forza tale da farlo tremare: in tutto questo lui rimase sempre appiccicato all'albero, senza osare neppure tirar fuori il naso da lì. Solo quando tutto finì azzardò a far capolino dal riparo, lanciando uno sguardo semiterrorizzato prima al ragazzino sotto attacco da parte del guerriero e poi all'albero stesso.

    « ...occacchio. » mormorò.

    La corteccia dell'albero era letteralmente ricoperta di spilloni lunghi un palmo.


    Keyblade-Master


    SPOILER (click to view)

    « Mpf... tutto qui? »

    « Ora tocca a me! »


    Status fisico ~ Illeso
    Status psicologico ~ Okay
    Status energetico ~ 60%
    Consumi impiegati ~
    Passive ~
    Le Tecniche di Scherma (power-up del 50% in velocità)

    Riassunto ~
    Note ~




    ~
    Portafortuna ~ Lungo 1.30m, tagliente come un rasoio, indistruttibile, immodificabile, indeformabile, inincantabile, refrattario al calore
    Lontano Ricordo ~ Lungo 1.60m, tagliente come un rasoio, indistruttibile, immodificabile, indeformabile, inincantabile, refrattario al calore


    Tecniche ~



    Schivata
    Essendo poco più di un ragazzo, Sasha para molto raramente: la sua opzione preferita è evitare il colpo. La sua velocità superiore lo aiuta, indubbiamente, tanto da trasformare le sue eleganti contorsioni in una faccenda che richiede un relativamente basso sforzo. Spesso Sasha ama schivare saltando, avvantaggiato dal suo scarso peso, ma non esita ad abbassarsi fulmineo sotto la lama nemica o scivolare sotto le ginocchia del suo avversario, se necessario. Tuttavia, contro la magia una simile difesa è di ben poco aiuto...
    } Consumo Variabile {




     
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    Thorrik La tua fedele Runa del Fuoco ha colpito nel segno, e gli aghi che ti caricavano frontalmente sono stati neutralizzati: sciolti, spariti e scomparsi come non fossero mai esistiti; ora che la via è libera, nulla potrà fermare la tua carica punitiva più che giusta e sacrosanta!
    Raggiungi col passo di un vero nano in corsa la montagnola di terra sotto cui è sparito quell’effeminato sodomita, e -anche se non puoi vederlo chiaramente sotto quello strato di rocce e terriccio smosso, i detriti non sono così tanti da impedirti di trovare indicativamente la sua testa bacata dalla sottomissione ad indegne pratiche: la botta gli arriverà un po’ attutita, ma, tutto sommato... pazienza!
    Il primo colpo giunge a destinazione: la sua testa scatta sul collo teso, e ballonzola per l’urto mentre il suono secco e schioccante delle ossa si fa seguire da un gemito estatico e godurioso che -vista la distanza ravvicinata- ti giunge ancora più appassionato, ancora più nitido e forte, e... ancora più disgustoso. Stai per portare avanti il tuo assalto, ma la spazzata sembra venire in parte deflessa da qualcosa che non è ancora stabile sul piano materiale, ma l’ultimo colpo impatta su qualcosa di solido e resistente, e un clangore metallico e familiare ti risuona alle orecchie.

    Raylek: Ti accucci rapidamente per evocare i Sigilli della Terra, ma la magia malefica dello slave è più rapida, e alcuni spiedi che piovono dall’alto riescono a colpirti: non sai dire quanti sono sul momento -forse due o tre-, ma avverti chiaramente che ti si sono conficcati abbastanza profondamente nel retro polpaccio destro, e fanno un male cane; intanto, il tuo bastione di roccia e terra circonda il corpo del bersaglio, e da quel momento lo perdi di vista mentre il costrutto di terra collassa su di lui, seppellendolo -vorresti sperare- per sempre.
    La rabbia, furente, che ti domina basta a se stessa, è vero: brucia come quella di un semidio, ma... la domanda giusta da farsi è: per quanto ancora il tuo corpo -semplicemente mortale, e dotato di limiti (e anche un po’ piccolino, a dirla tutta)- riuscirà a reggerla?
    Senza rendertene conto hai dilapidato ai quattro venti le tue energie, e ora cominci a sentirti stanco e spossato: i tentacoli di terra usati per schivare i tronchi (20%), la mano evocata per trattenere la bestia (20%), il difenderti e l’attaccare (soprattutto attaccare) il nemico (45%) ti hanno condotto ad un passo dal crollo.
    ...questo -a volerci trovare del buono- sembra per fortuna fiaccare la collera e restituirti un briciolo di lucidità, ma così non va bene per niente, e devi correre ai ripari: un altro piccolo sforzo rischia di stenderti. (Ti sono rimaste il 15% delle forze...!)

    Sasha: L’impatto con l’albero contro cui le catene ti hanno sbattuto prima è stato peggio di quello che hai creduto: una sporgenza appuntita di legno ti si è dolorosamente infilata nelle carni del fianco, e l’emorragia è fastidiosa, anche se non grave... o almeno ti sembra –vuoi sperarlo-, visto che gli organi interni paiono ok, ma chi può dirlo? Mica sei un dottore, tu!
    L’adrenalina e la tua preparazione atletica ti permettono di compiere la tua schivata senza troppi intoppi: corri a perdifiato, balzi e riesci a portarti al riparo di uno dei grossi tronchi della foresta: salvo! ...cioè, almeno per il momento: hai evitato gli spilloni, e fin qui tutto bene...
    Dalla tua posizione vedi il Nano torreggiare sopra il ragazzo che vi ha attaccato: gli occhi non ti ingannano quando vedi il massiccio martello calare sulla sua testa, né lo fanno le orecchie quando catturano il suono agghiacciante e croccante delle ossa, eppure... al secondo colpo inferto da Thorrik il suono è diverso -qualcosa che non riesci a definire- ma all’ultima spazzata di ritorno quello che odi distintamente è un clangore metallico; senza rendertene conto, qualcosa attira la tua attenzione sul suolo ricoperto dal sottobosco, e vedi le macchie di pece rimaste per terra cominciare a gorgogliare bollicine come una sudicia pozza di catrame. Sta per succedere qualcosa, e non sai cosa, ma qualunque cosa sia, non ti piace.





    Catene. Di nuovo.
    Un groviglio fitto e ingarbugliato di anelli di metallo si materializza a contatto con la testa del Servitore quando il martello del Nano vi si abbatte per la terza volta: il primo colpo è andato a segno -producendo un orribile scricchiolio sinistro-, il terzo impatta contro qualcosa, e l’ultimo viene fermato da qualcosa che produce un clangore tintinnante...
    Senza lasciare il tempo di un preavviso, con movimenti sinuosi, le spire iniziano a sciogliere l’intreccio in cui sono ammassate e si sollevano verso l’alto all’improvviso: il Nano, per la sua eccessiva vicinanza all’origina del potere, finisce investito in pieno dalle flessibili colonne di metallo e sollevato dal suolo; quei tentacoli snodati lo hanno allacciato con lo scopo di utilizzarlo come contrappeso, un oggetto contundente da abbattere con la furia delle spire e tutti i suoi chili contro il corpo gracile del goblin.
    ...il problema è che una di quelle catene lo ha allacciato al collo;
    la velocità e il peso dell’armatura faranno il resto.




    La scadenza di questo turno è fissata per venerdì 4 giugno;
    per qualsiasi perplessità, utilizzate il topic in bacheca :crazy:
     
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    « Grrrgnnn!!! »
    Grugni maledica l'anima putrida di quel Lungo vergogna della sua indegna stirpe! Lo stava ignorando!
    Con una mano stretta sulla catena che minacciava di strozzarlo ed i piedi tozzi che scalciavano l'aria, l'anziano barbalunga lottò per un po' d'aria da impiegare per far sapere al sodomita che aveva di fronte quanto indegno e lurido fosse il suo animo.
    « Dannazione a te!!! Nessuno può lanciare un nano!!! »
    Impugnando saldamente Ghalril, gonfiò i muscoli spessi coem cavi d'acciaio e scagliò il martello con furia proprio mentre le catene lo stavano sollevando portandolo oltre il raggio d'azione dell'arma runica. Illuminata di energia dorata, la Runa Maggiore del Volo splendente sulla sua testa, lo Spezzastelle, orgoglio del clan Krag, disegnò un arco discendente come una cometa incandescente, in una parabola temibile che mirava a centrare il Lungo sulla sommità del suo cranio, scatenando una terribile bordata di energia.

    Compiuto l'attacco, al fedele arma runica sarebbe tornata al suo possessore, proprio mentre questi veniva usato -ironia della sorte- come il culmine di un'arma contundente. Ad ogni scossone, ad ogni movimento, ad ogni istante in cui il nano imprigionato subiva quel supplizio si udivano bestemmie, imprecazioni d'ogni tipo in khazalid ed in lingua corrente, tutta una serie di formidabili lamentele rivolte alla vigliaccheria del suo avversario che usava la deprecabile stregoneria invece di combattere come si deve, e sopratutto... sfide.

    « Vieni qua!! Combatti, se hai ancora la tua virilità, vigilacco!!! »




    ¬ Note tecniche

    SPOILER (click to view)

    D A W I · K A R A K

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    Status fisico: Un po' ammaccato, ma l'armatura ha parato la maggior parte delle conseguenze dell'impatto con i residui dell'albero distrutto dal martello runico di Thorrik. Discreto foro al di sotto dell'ascella destra, ferita sanguinante sotto la maglia d'acciaio... ma morirebbe dissanguato piuttosto che mostrare una stilla di sofferenza fisica in presenza di elfi!
    Danno medio diffuso su tutto il corpo.
    Eventuali danni vari e botte diffuse a seconda di dove e come (e contro chi) il QM deciderà di mandarlo a sbattere.
    Status psicologico: Furioso! Nessuno può lanciare un nano e sperare di uscirne vivo!
    Status energetico: 30%
    Consumi impiegati: Bassox2 Mediox2 Altox2 Criticox0
    Ghalril: In mano.
    Scudo: buttato a terra
    Stato Armatura: Intatta
    Passive in uso: Veterano (percezione dei pericoli); Forte Come La Pietra (forza aumentata del 50%, nessun malus derivato dagli equipaggiamenti)

    Runa Maggiore del Volo

    Ghalril reca incisa alla base dell'impugnatura la Runa Maggiore del Volo, normalmente di colore argenteo ma che riluce di un dorato innaturale quando il suo potere viene evocato. Il potere della Runa Maggiore del Volo è quello di permettere al portatore di scagliare il martello come se fosse un'arma da lancio fino a cinque metri, provocando un violento attacco energetico all'impatto. L'arma tornerà al suo padrone una volta concluso l'attacco, proseguendo in linea retta come se rimbalzasse contro ciò che ha percosso. Per richiamare il potere della Runa Maggiore del Volo è necessario scagliare l'arma contro il nemico, il martello si muoverà come se animato di vita propria, colpendo in un punto prescelto dal portatore con una precisione infallibile, e scatenando su di esso l'effetto distruttivo di un'esplosione di energia distruttiva di potenza Alta, in grado di combinare l'urto del martello con una violenta scarica di potere che può disgregare la materia.

    Consumo Alto

    Vecchio Malmostoso

    I nani si rapportano allo scorrere del tempo in maniera assai diversa dagli umani. La vecchiaia, per loro, non è sinonimo di debolezza, bensì di saggezza e di esperienza. Quando i nani invecchiano perdono il vigore e l'impeto che è proprio dei giovani, ma risultano in compenso induriti, ancora più pugnaci dei giovani quanto a determinazione e sprezzo delle avversità. L'orgoglio di un nano è proporzionale alla sua età, e la testardaggine non scema con il crescere della saggezza, anzi, viene rafforzata nelle sue basi. Altra caratteristica dei vecchi nani è l'occhio critico: loro sanno tutto, notano tutto... commentano tutto. Analogamente, poiché sono una razza che per natura soffre i cambiamenti drastici sono particolarmente sensibili alle differenze nell'ambiente che lo circondano, e non esitano ad espletare il loro fastidio e la loro insofferenza con continui commenti anche in merito alle differenze più piccole.
    Thorrik è vecchio. Ormai è vicino all'età di un Elders, e probabilmente ha raggiunto un'età che nel suo clan è stata eguagliata soltanto da una manciata di individui. Il rammarico per non aver potuto combattere a fianco del suo re, l'impotenza verso una condizione che non può affrontare, il dolore di aver perso la famiglia e sopratutto l'amarezza di trovarsi costretto a rimanere in un luogo in cui non si riconosce lo rendono l'immagine perfetta di un vecchio brontolone pieno di rimpianti. Egli esprime tutti questi suoi sentimenti con i continui borbottii e le continue lamentele, risultando per questo estremamente irritante quando è impegnato a malmosteggiare per chiunque non sia un nano. Questa tecnica può essere attivata solo se il nemico è stato costretto a subire il rimuginare continuo di Thorrik a lungo, tre turni in combat. Terminato il "trattamento" per questo lasso di tempo, chiunque troverà del tutto insopportabili e impossibile da sostenere ulteriori sproloqui del nano.

    Consumo Basso
     
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    Keyblade-Master


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    Si accorse di aver trattenuto il respiro solo quando lo lasciò andare... e abbassò gli occhi ancora sgranati verso il fianco, incupendosi all'istante nell'accorgersi solo ora del pezzo di legno.
    « Fantastico! » imprecò, spezzandone la parte sporgente senza toglierlo in modo che il bastoncino stesso "tappasse" la ferita. Faceva male... soltanto, per fortuna, quindi nulla di grave: ne aveva passate di peggio.

    Piuttosto, lo sparaspilli: il guerriero basso lo stava attaccando con quel suo martello da guerra, probabilmente spezzandogli qualcosa. Bene! Qualche Heartless mago lo aveva incontrato, ma mai da solo e mai senza il supporto di suoi simili guerrieri: e lì non c'erano altri Heartless da sfruttare come "copertura" mentre si avvicinava per ammazzare i maghi, quindi era un bene che almeno uno di loro fosse riuscito a colpirlo...
    SDENG!

    « ... »
    "...e quello cos'era?"

    Qualcosa non andava, ma non fece in tempo a capire cosa: con la coda dell'occhio colse qualcosa e abbassò lo sguardo verso il terreno a tratti nero... e ribollente, come l'acqua in pentola. Alzò la testa, facendo per avvertire il goblin... e si bloccò.
    « Oh merda. » afferrando al volo la situazione. « Forge! »
    Corse, intenzionato a raggiungerlo, e quando si accorse di quel che stava facendo corse veramente: rapido, più del vento, fino a sentire il cuore scoppiargli e le gambe martellare; all'ultimo saltò, spalancò le braccia, prese il goblin e si buttò a terra assieme a lui, rotolando nell'erba .
    Il "proiettile" li mancò appena, meno di dieci centimetri dalle sue gambe.

    Si rialzò usando il Keyblade come appoggio, i denti stretti per il dolore al fianco... poi strinse con entrambe le mani l'elsa di Portafortuna, lanciando un'occhiata incendiaria all'altro ragazzo.
    « ORA BASTA!! » gridò.
    Al diavolo tutto: era un mago pure lui, no? Beh, quante energie potevano rimanergli dopo aver fatto catene a destra e a sinistra, e parato i colpi suoi e del guerriero basso, e scagliato gli spilloni e fatto ribollire il terreno?
    Quanta gliene rimaneva per difendersi da lui?

    Caricò, scavallando con un salto le zone nere e giungendo da un lato come la volta prima. Piano semplice ed efficace: attacco, distanza, finta e doppio attacco - e occhio alle catene dal nulla, questa volta! Giunto a un paio di metri spiccò un salto per darsi più forza, alzò Portafortuna sopra la testa e mirò al centro esatto della testa, là dove il martello da guerra del guerriero basso aveva già colpito. Atterrò, saltellò indietro e di lato -andandogli più verso le spalle- e affondò il Keyblade verso la schiena, ma all'ultimo momento lo fermò e girò violentemente le braccia, spostandole in modo che il rostro acuminato della punta si tirasse indietro e scavasse a fondo nella carne del fianco.
    E, si: per la cronaca, era lo stesso in cui s'era ficcato il bastoncino a lui.


    Keyblade-Master


    SPOILER (click to view)

    « Mpf... tutto qui? »

    « Ora tocca a me! »


    Status fisico ~ Ferita al fianco sanguinante, il dolore è a bada.
    Status psicologico ~ Okay
    Status energetico ~ 30%
    Consumi impiegati ~ 2xBasso, 4xMedio, 1xAlto
    Passive ~
    Le Tecniche di Scherma (power-up del 50% in velocità)

    Riassunto ~
    Note ~




    ~
    Portafortuna ~ Lungo 1.30m, tagliente come un rasoio, indistruttibile, immodificabile, indeformabile, inincantabile, refrattario al calore
    Lontano Ricordo ~ Lungo 1.60m, tagliente come un rasoio, indistruttibile, immodificabile, indeformabile, inincantabile, refrattario al calore


    Tecniche ~



    Schivata
    Essendo poco più di un ragazzo, Sasha para molto raramente: la sua opzione preferita è evitare il colpo. La sua velocità superiore lo aiuta, indubbiamente, tanto da trasformare le sue eleganti contorsioni in una faccenda che richiede un relativamente basso sforzo. Spesso Sasha ama schivare saltando, avvantaggiato dal suo scarso peso, ma non esita ad abbassarsi fulmineo sotto la lama nemica o scivolare sotto le ginocchia del suo avversario, se necessario. Tuttavia, contro la magia una simile difesa è di ben poco aiuto...
    } Usato consumo Alto {

    Attacco
    Quando il corpo a corpo si fa stringente, Sasha diviene letale. La sua rabbia e la sua frustrazione verso tutti e nessuno emergono qui, ora, in combattimento; il ragazzo mutevole e cangiante diviene d'un tratto una macchina letale che spende molte energie per sferrare un attacco potenzialmente letale. Non si tratta di manifestazioni di potere, di magie o di altro: Sasha attacca con affondi e fendenti.... molti affondi e fendenti, e dalla grande forza. Di solito il ragazzo si limita a cinque o sei, non di più per non stancarsi troppo... e, di solito, basta.
    Velocità, forza e furia senza eguali: una combinazione letale.
    } Usato consumo Medio {



     
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  12. Raylek
     
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    Prima di sentire che era a terra, ferito, il goblin aveva sentito qualcosa che non andava nella sua rabbia.
    L'odio che fino a quel momento lo aveva animato dal profondo, facendogli dimenticare ogni altra cosa, aveva fatto quello che la nebbia è solita fare colpita dal sole : si era diradato un poco.
    E questo era stato male.

    Sotto a quella scorza, una parte di Raylek sapeva che le cose non stavano andando bene. Si era spremuto, letteralmente, troppo, senza possibilità di fare altrimenti.
    Ed ora pagava il fio per questo suo peccato.

    Il sodomita che si erano trovati contro si stava rivelando più ostico e coriaceo di quanto dovesse giustamente essere - ma il destino non è che un sadico stronzo, dopotutto, quando ti mette davanti i suoi ostacoli.

    Per quel poco che Raylek era riuscito a cogliere attraverso i suoi sensi obnubilati dall'ira, sia il nano che il suo giovane compagno di Istvan si erano dati parecchio da fare per spezzare quel bastardo.
    Ma invano.

    Quanto a lui, sapeva solo che ora era a terra - sentiva contro le gambe il terreno della foresta - e sentiva il dolore. Abbastanza perchè cominciasse ad avvertire il fiato mozzo dentro alla gola, e un calore viscido che gli colava lungo una gamba, là dove qualcosa che sembravano grossi aculei di porcospino l'avevano quasi ridotto ad un puntaspilli.

    Non sarebbe riuscito a spostarsi in tempo dal nano, che le catene di quel piccolo mostro immondo stavano usando come un martello. Per spiaccicare lui.
    Solo l'intervento del biondo ufficiale di sua sorella lo aveva tratto in salvo dal tristo destino di finire infrittellato : con una spallata - o qualcosa del genere, la dinamica dei fatti, frammista a stanchezza e rabbia non era stata troppo chiara - lui e il ragazzo erano rotolati via proprio mentre il nano finiva schiantato al suolo - o qualcosa di simile, insomma.

    Nel successivo attimo di lucidità, l'io del goblin riuscì a capire che il suo corpo giaceva scomposto al suolo, completamente sdraiato sull'erba. Dolorante con la gamba destra incapace di reggerlo in piedi, per quanto stesse provando, in vano, a riguadagnare la stazione eretta.

    In quel momento solo una cosa contava : respirare, sopportare il dolore stringendo i denti, ma soprattutto provare a trovare una via per liberarsi da quella furia cieca che lo stava praticamente conducendo ad un sistematico suicidio.
    E per quanto metà del suo cervello avesse abbracciato questa eventualità come non del tutto sbagliata, l'istinto di autoconservazione del goblin cercava di convincere il resto del suo io, a spallate, che di morire non era ancora il tempo.

    Così facendo, però, non aveva modo di fare nient'altro che non fosse rimanere a terra, ansante.



    Status Psicofisico: Psicocosa? Esiste solo la violenza! ( parte terza :8D: ) ...

    ...anche se forse così finiremo per farci ammazzare, Raylek. Ehi, ma che cosa è quel dolore atroce che ti impedisce di muovere la gamba destra? E quella pozzanghera di sangue sull'erba? Sarà mica il tuo.
    Uhm. Fossi in te mi concentrerei di più sul respirare : sì. E' una cosa che proprio non tralascerei di fare.
    Come anche smetterla di comportanti come un ossesso rischiando di farti ammazzare!!!

    Tecniche in uso: Nessuna
    Spese riserva al 15% :geez: .

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    _Occhio del Cecchino (bonus 5o% riflessi) / _Catena delle Rune del Clan Od'Nast (istantcast)
     
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    Thorrik Tu sei un Vero Nano, e con la fierezza che contraddistingue da sempre la tua gente, sai che la pugna non ti spaventa, e che né la violenza o il dolore ti preoccupano; tuttavia scopri particolarmente irritante la prospettiva di non poter esprimere con le parole tutte le ragioni del tuo giusto sdegno.
    Il tuo grugnito - « Grrrgnnn!!! » - risuona con tutto l’impeto della tua ira mentre vieni staccato dal suolo e fatto roteare in giro come il pendaglio di una mazza chiodata; la tua mano si stringe attorno alla catena che ti serra il collo, nel tentativo di allentarne la presa soffocante, ma riesci nella tua impresa solo quel tanto che basta a farti inghiottire un po’ di ossigeno prezioso e sputare una piccola collezione di osservazioni « Dannazione a te!!! Nessuno può lanciare un nano!!! Vieni qua!! Combatti, se hai ancora la tua virilità, vigliacco!!! » ben più edulcorate di tutti gli altri improperi che avresti in vero in mente di riferirgli.
    La situazione di apnea e di movimento rendono poco agevole una tua reazione, tuttavia il martello da guerra scagliato all’assalto si dirige certo e sicuro verso il bersaglio... e Ghalril discende dal cielo come una stella cometa: chissà se realizzerà il tuo desiderio.

    Sasha: Il mesto borbottio - « Fantastico! » - con cui hai commentato la vista della tua ferita è solo un buon eufemismo per descrivere quello che sta succedendo nella foresta durante lo scontro col vostro ben strano avversario: quel tizio, lo sparaspilli, si è beccato sul cranio due possenti martellate del Nano, ma neppure questo lo ha fermato; non hai dubbio che sia stato colpito, perché oltre a vederlo con i tuoi occhi hai chiaramente sentito il fragore croccante del teschio sfondato, eppure ti è impossibile trovare un motivo logico che possa spiegare come mai sia ancora in piedi.
    Poco male, perché non hai tempo di preoccupartene - « Oh merda. Forge! » - mentre corri verso il goblin con una velocità folle e precipitosa, nel tentativo di allertarlo del pericolo e di aiutarlo a schivare il bolide che, quasi miracolosamente, sibila nell’aria e si abbatte a poca distanza da voi, dopo che ti sei tuffato sull’erboso e terroso suolo boschivo, trascinando con te il tuo compagno: salvi...per il momento, almeno.
    Però... però « ORA BASTA!! » - appunto: ti rialzi, brandendo il Keyblade con entrambe le mani, e sei più che mai deciso a porre fine a questa battaglia una volta per tutte mentre lo carichi frontalmente sorvolando sulle minacce e spicchi un balzo portando in alto Portafortuna...

    Raylek: Il tuo momento di raccoglimento si rivela fruttuoso ed efficace: con una lenta e graduale progressione, la furia cieca si fa più blanda e pacata, ma la tua avversa repulsa verso quell’essere è ancora forte e presente dentro di te; solo, è divenuta più lucida e posata: sai che quello che hai davanti è un nemico, e sai che devi contrastarlo... ma le tue energie sono in riserva al momento, e questo sembra spingerti verso la necessità di preservare la tua sopravvivenza e di trovare un altro modo per combattere... anche se magari non ora e non qui.
    Sei tutto un dolore, e ti senti uno straccio; ancor di più, ora che il ragazzino biondo ti ha gettato a terra come un sacco di patate salvandoti la vita... tuttavia, stai tornando padrone di te, e non puoi far altro che tirarti lentamente a sedere...




    Le catene abbattono il corpo tozzo e massiccio di Thorrik sul morbido sottobosco della foresta di Fanedell, ma -nonostante il materasso di terriccio soffice e foglie secchie- l’impatto è tutt’altro che dolce; lì, l’intreccio di anelli lo lascia libero -praticamente proprio accanto a Raylek-, venendone meno la stretta mentre il metallo si liquefa nuovamente in una poltiglia densa e nera come catrame.
    Proprio quando, nel frattanto, a pochi metri di distanza il Martello del Nano si abbatte sulla testa dello Slave con un suono raccapricciante di umido spappolato e di ossa spezzate; la luce che si sprigiona dall’impatto vi abbaglia per un attimo, impedendovi di vedere cosa è accaduto sul corpo dell’avversario, ma mentre Ghalril rimbalza contro l’obiettivo e torna al pugno del suo padrone, il vostro avversario sembra scuotersi e raddrizzare la schiena; ma non farà nient’altro. Non farà più male a nessuno.
    Con uno scatto, Sasha arriva su di lui con il balzo sordo delle fiere, e la lama del Keyblade si abbatte impietosa sui resti del cranio spaccato, sollevando schizzi caldi e densi di sangue e liquido encefalorachitico mentre lo colpisce più volte con efferatezza, spostandosi alle sue spalle e concludendo l’opera mentre il rostro dell’arma si abbassa a trafiggergli il fianco...
    E lui stramazza al suolo con un intenso gemito di puro piacere -accasciandosi su di un fianco, da un lato- col cranio macellato, mentre sotto di lui si allarga lentamente una pozza scura e maleodorante di umori.
    A quanto pare... E’ finita.




    Continua...
     
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