Day Two

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    Circa sei ore prima...


    Il pomeriggio volgeva lentamente al termine sul Tropaion, lasciando lentamente posto alla sera. Nonostante ciò, in pochi ci facevano caso. Le nubi oscuravano il sole e la luce che filtrava oltre la cappa di pioggia non valeva nemmeno la pena di essere chiamata giorno, senza contare poi che per le azioni di guerriglia la notte è propizia. L'enemy si era dimostrato più vulnerabile quando la luce è fioca, spesso gli storm riders temporeggiavano fino a tarda nottata, per poi scatenare diverse azioni contemporaneamente nella tarda nottata.
    Sleeping Forest non faceva eccezione. Anche i Re della Foresta del Riposo avevano agito in questo modo, con la differenza che loro sapevano sempre esattamente dove trovare l'enemy, e colpivano con precisione chirurgica i capi degli invasori, per poi limitarsi a lasciare alle macchine i fantaccini disorientati. Non era un caso che oltre il 40% delle perdite subite dal nemico pelleverde erano concentrati in pochi chilometri quadrati poco oltre il Fiume di Acciaio e Cemento, lo Stige che con con il suo letto in secca delimita il confine con il territorio della Foresta del Riposo.

    Shiraume in quel momento stava scandagliando palmo a palmo la Foresta, delimitando il percorso sicuro che tre dei suoi compagni avrebbero dovuto intraprendere per giungere al Big Bird, il Quartier Generale di Genesis. Kilik voleva cercare di far ragionare gli altri riders per convincerli a rimuovere i Tributi al Vento -i trofei esposti in segno di scherno al nemico- ed a chiedere aiuto alle autorità del Pentauron, perché inviino qualcuno ad epurare l'enemy o quanto meno a trarre in salvo le centinaia di storm riders originari della capitale che non potevano o non volevano combattere. Lo scanner di terra della Torre del Trionfo era una versione in grande delle Regalia della Pietra, capace di scandagliare un'area di parecchi chilometri attorno alla Foresta, e sopratutto ogni singolo centimetro quadrato della stessa, garantendo ad Ume un quadro preciso della disposizione delle forze del nemico e degli storm riders.

    « Kilik? »
    Tolse il casco ed i guanti cablati, e si affacciò dalla postazione rialzata, guardando verso i tre Re che non erano presenti sul campo e che sostavano davanti al grande schermo allacciato con i dispositivi di rilevamento delle macchine assassine, che garantiva la possibilità di vedere con un ritardo di pochi secondi ciò che mostravano i droni sentinella.
    « Kilik, vieni a vedere! »
    Il Re della Jade Road volò sulla postazione di Ume, osservando i dati dello schermo che li venivano indicati.

    « Cos'è...? »
    Disse dopo un po', perfino lui dubbioso di ciò che gli scanner mostravano.
    « Forse un terremoto? »

    « Uhm... »
    Ume rimise il casco e ricalibrò i sensori, un'operazione che avrebbe richiesto ore ad una squadra di scienziati che lei eseguì in pochi minuti con una naturalezza senza confronti.
    « E' un veivolo. Credo sia dell'enemy... E' grande. »
    Più in basso, Orm alzò il viso verso la postazione di controllo, l'istinto che le preannunciava guai in arrivo.
    « Calcola la traiettoria. »

    « Non serve. E' diretto al Big Bird... è lento come una lumaca, ma aumenta di velocità ogni minuto che passa. Sarà lì in meno di otto ore. »
    Orm infilò una pallina di caramello in bocca e la schiacciò sotto i canini aguzzi.
    « Kilik? Ricordi il volto delle mie caramelle? »

    « Vuoi che le prelevo al posto tuo, in modo da darti la possibilità di infiltrarti nella zona degli Abusivi e portare via anche i due che sono là. »
    Non era una domanda. Era un'affermazione... e aveva centrato nel segno.
    « Non posso? Avevi detto che potevo tenere le mie caramelle qua da noi. »
    Rispettoso per il concetto stesso di "compagni", l'albino annuì, senza staccare gli occhi dallo schermo.
    « Questo non ti autorizza a rischiare la vita per infiltrarti da sola in territorio ostile. »

    Orm non rispose. Poco male, avrebbe spedito uno di quei cosi volanti che trasmettono immagini a grande distanza che Ume aveva recuperato dalla tecnologia lasciata dai precedenti abitanti della Foresta. Avrebbe cercato la sua Caramella Preferita e le avrebbe chiesto di venire lì da lei con Ganasciastrana, così sarebbe stata al sicuro assieme alle due bambine ed al loro dolcissimo sensei. Per dovere morale voleva avvertire anche la caramella imbronciata di nome Lothar, ma tanto non avrebbe accettato. Orm l'aveva capito subito appena li aveva visti insieme: lui doveva correre dietro ad un dolcetto molto più importante della sua stessa vita...

    « Appena arriva agli scanner a medio raggio voglio tutto ciò che puoi scoprire su quest'affare. Quanto è grosso? »
    Kilik guardò Shiraume, un lampo di preoccupazione nello sguardo solitamente inespressivo.
    « Tanto. Più di quanto possiate immaginare... »

    .Istruzioni ~Benvenuti, Aviatori. Questa è il Day Two di quelli che saranno ricordati in futuro come I Quattro Giorni di Klemvor, ed è una quest valida per il ciclo "Le Guerre della Fondazione". Il primo post è riservato a Drusilia, cui è affidato il compito di radunare tutti gli Aviatori e di spiegargli la situazione. L'Introduzione della quest mostra il primo avvistamento del vostro obbiettivo, ad opera di Sleeping Forest. Pochi minuti prima dell'inizio della quest vera e propria, in questa scena, Drusilia è stata avvertita da Orm di quanto stava accadendo, ed ha deciso di muovere in forze contro l'obbiettivo, prima che si schianti sul Quartier Generale di Genesis provocando una strage.

    Dopo che ha postato Drusilia, la turnazione è libera e potete intervenire quando desiderate. Vi ricordo che non ci sono tempi di risposta prefissati, ma essendo una quest con ben sei partecipanti una certa celerità è gradita; per questo non chiedo a nessuno post di qualità eccelsa, vi garantisco mi fate felice anche con quelle poche righe essenziali! Auguro a tutti buona quest, spero di riuscire a divertirvi!


    Edited by Yomi - 24/10/2010, 01:31
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous
    Erano al primo piano dell'Albero Casa, sede principale dell'ordine neonato, e la fondatrice avanzava a passi rapidi lungo il corridoio, voltandosi per poi tornare indietro, e così fece più e più volte con fare nervoso di chi aveva troppo poco tempo per aspettare. Anzi, a dire il vero iniziava a pensare di non averne affatto, e che quello fosse solo un disperato tentativo di salvare l'insalvabile.


    -Maledizione!

    Continuava a fare avanti ed indietro, nell'attesa che qualcuno entrasse da quella dannata porta. Li aveva convocati, li aveva convocati TUTTI, tutti quelli presenti a Laputa, tutti quelli che avrebbero potuto essere d'aiuto erano ora chiamati alla guerra. Quella sera, infatti, in ogni camera dei dormitori, la voce della Dama si sarebbe manifestata sicura e forte, e priva delle solite premure, avrebbe ordinato a chiunque ascoltasse di dirigesi lì dove lei stessa li avrebbe attesi per questioni di massima urgenza. In realtà, aveva chiamato anche qualcun altro in modo alternativo; a momenti l'Alfiere Errante avrebbe ricevuto visita da un fratello Arcano, e costui gli avrebbe dato informazioni riguardanti la situazione, nonchè la posizione attuale di Drusilia. Sperava che andasse tutto come previsto. Voleva che andasse tutto come previsto o quella stessa notte sarebbe stata ricordata per molto tempo come una tragedia insensata.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    SSA Delta


    Group
    Member
    Posts
    812

    Status
    Anonymous
    Oggetto » Rapporto preliminare sulle perdite della battaglia per Asghabard
    Relatore » Mark Shoffer, ammiraglio in capo della marina asghabardiana
    Destinatario » Rodak Asjurbag, Imperatore dell'Impero Asghabardiano

    Ho i primi dati. Sono approssimativi, le operazioni di ricerca e recupero non sono ancora terminate. Ho ordinato a VonTabark di tenerti aggiornato.

    _Due terzi delle nostre navi risulta distrutta o danneggiata in modo irreparabile. Le difese a terra sono in gran parte fuori uso. La cintura di sonde di allerta è andata distrutta.
    _I cantieri e le squadre di riparazione stanno iniziando a lavorare, ma sono drasticamente soverchiati dal lavoro: devi includere i civili.
    _Abbiamo ripreso i contatti con il resto dell'Impero, il pianeta riceverà rinforzi a ritmo costante entro le 16:00 di domani. Anche qui: devi includere i civili. Non ce la faremo mai con il solo esercito!
    _Ciò che resta della nostra flotta è in viaggio per sigillare i confini.
    _Il conto delle vittime al momento si attesta sui 7 triliardi di uomini. Secondo le stime del computer, entro la prossima settimana dovrebbe superare i 10 triliardi_


    Aveva detto a Drusilia Galanodel che conosceva la guerra. Non le aveva detto quale guerra. Non le aveva detto che la parola 'guerra' per lui significava un carnaio di proporzioni più grandi di quelle cui chiunque sull'intero Endlos poteva mai immaginare. Non aveva fatto menzione della guerra difensiva decennale
    , del tentativo del Nero di sterminare il suo intero popolo.
    Aveva però detto, non voleva che Laputa conoscesse la guerra.
    Quanto sembravano ridicole le sue parole ora!

    Entrò. Era il primo ad essere venuto a conoscenza dell'accaduto, a riconoscere i segni di una chiamata alle armi: era prima di tutto un soldato, aveva già vissuto queste cose mille e più volte. Era anche il primo ad arrivare a quanto sembrava, a parte una Drusilia fuori di sé.
    In un attimo fu da lei. Appoggiò le mani sulle spalle, strinse piano - impedendole di camminare ancora come una disperata - e piantò i suoi occhi marroni in quelli verdi di lei. Non badò alla cortesia o ai formalismi, questa volta.
    Drusilia era una donna forte, ma non era addestrata e non aveva intenzione di permettere che andasse in pezzi.

    « Respira. » disse. « A fondo. Poi espira lentamente. »

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Il Nibbio

    Group
    Member
    Posts
    353
    Location
    Miséricorde

    Status
    Anonymous
    L’ordine di adunata era arrivato nel cuore della notte, e prontamente -come aveva dovuto imparare a fare quando il suo “maestro di spada” aveva la luna storta- lui era scattato fuori dal suo giaciglio, d’un tratto sveglissimo e reattivo come una bestia in caccia; si era mosso per riflesso condizionato, infilandosi brache e stivali e arraffando il resto del suo equipaggiamento prima di uscire dalla stanza, per finire di vestirsi mentre già correva di gran carriera lungo il corridoio della Casa-Albero.

    - Maledizione! -

    Nei pressi della porta dello studio del Gran Maestro -il luogo che era stato fissato come punto di ritrovo-, il suono di quell’imprecazione lo raggiunse attutito e preoccupante, conferendo ulteriore fretta alla sua concitazione: è vero che non conosceva poi così bene la Dama del Vento, ma l’idea che si era fatto di lei durante il colloquio la vedeva come una persona controllata e composta... e, quindi, che cosa bolliva in pentola per averla resa così impaziente da invocare lo stato di allarme?

    Scrollò le spalle accantonando quel pensiero, e rallentò l’andatura per eseguire le ultime due falcate che lo separavano dal battente, covando la certezza che fin troppo presto ne sarebbe stato messo al corrente; si concesse di ritardare il suo ingresso di pochi istanti, bussando sul legno con il gomito in maniera rapida e fugace, mentre le mani già armeggiavano una sulla maniglia della porta, e l’altra con la cinghia della katana.

    Quando entrò, poteva dirsi preparato ad ogni evenienza e quasi del tutto presentabile: gli ultimi bottoni della casacca erano ancora aperti, ma era vestito, con la spada al fianco e lo zaino in spalla; un po’ pallido e spettinato per il risveglio improvviso,
    ma con lo sguardo vigile e il volto serio.

    Lanciò un’occhiata intensa -limpida e azzurra- alla donna, dal cui viso turbato percepì tutta l’energia emozionale che le scoppiava dentro (un tornado di ansia, preoccupazione e urgenza); poi, spiò anche il volto dello sconosciuto che la teneva per le spalle mentre avanzava verso di loro.
    Si fermò ad un paio di metri di distanza, cercando di star dritto e replicare la postura composta, marziale ed eroica che -da bambino- ricordava di aver sempre visto al Capitano delle Guardie dell’Est, il suo primo addestratore a Miséricorde.


    « Presente e pronto all’azione. »

    Perchè è così che dovrebbe mostrarsi un vero uomo nelle situazioni di pericolo.
     
    Top
    .
  5. EyesOfDevil
     
    .

    User deleted



    «Mmh?»
    Una voce.
    Una voce di donna.
    Una voce di donna conosciuta.
    La voce di Drusilia.
    Lentamente, mi alzo dal morbido letto, compagno delle mie notti - alcune delle quali insonni - da qualche giorno a questa parte. Ancora intontito dal brusco risveglio, strofino il braccio sugli occhi, cercando di capire ciò che sta succedendo.
    Un messaggio, annunciato dalla melodiosa voce di Drusilia - stranamente impaziente, fin troppo impaziente -, suona chiaramente su tutti i corridoi e le stanze dell'Albero Casa. La voce continua a parlare due, forse tre volte prima che mi riprenda del tutto e capisca che qualcosa - evidentemente qualcosa di urgente - è in atto.
    Con un unico balzo scendo dal letto, e subito afferro il primo paio di pantaloni e la prima camicia che trovo, infilandomeli il più in fretta possibile. Dopo aver messo le scarpe ed aver controllato la presenza di Le Jeu, sfreccio lungo i corridoi, diretto verso il prima piano del quartier generale, il luogo dove l'annuncio indicava come ritrovo e. Lì, probabilmente, troverò anche qualche altro membro dell'ordine - quasi sicuramente più veloci di me nel vestirsi o nella corsa - oltre a Drusilia.
    E' strano come non riesco a stare in pace - senza imprevisti et simili - per più di una settimana filata.
    Accelerando la corsa, percorro gli ultimi metri che dividono me dall'uscio semichiuso - come previsto, qualcuno è già arrivato prima di me - della sala principale. Rallento qualche metro prima di varcare la soglia, appesantendo gli ultimi passi che, forse, si sarebbero potuti udire anche da oltre il portone. Camminando con passo sostenuto, anche per nascondere un po' il fiatone che mi è venuto, scosto il legno, aprendo completamente la porta.
    Dentro alla stanza ci sono soltanto tre persone: Drusilia e altri due uomini che non conosco. Uno di loro, il primo sul quale poso lo sguardo, ha i capelli biondi ed una posa che, a seconda dei punti di vista, sarebbe potuta sembrare imponente o ridicola; il secondo strige per le spalle Ms. Galanodel.
    Entrambi cercano lo sguardo della dama.
    Schiarisco la voce poco prima di incamminarmi verso di loro, così da "annunciare" la mia presenza. Mi fermo proprio fra Drusilia e lo sconosciuto numero due, incrociando le braccia e assumendo un'aria leggermente impaziente.
    «Non credo ci sia il tempo per questo.»
    Avrei cercato di posare una mano sulla spalla dell'uomo, per poi fargli un cenno col capo che lo intima a spostarsi. Sposto il capo verso Drusilia, il Gran Maestro, osservandola a mia volta.
    Ora, se volete chiarirci il motivo della vostra chiamata...

     
    Top
    .
  6. Boromir figlio di Denethor
     
    .

    User deleted


    Non era passato molto tempo da quando era stato reclutato, nella squadra d'azione, della Gilda di Miss Galanodel, lei era bellissima: l'aveva vista da lontano una sola volta e già ne era innamorato e così sicuro di star facendo qualcosa di buono nella sua vita aveva cominciato un nuovo ciclo, fatto di lavoro, addestramento e sorveglianza, in previsione di una chiamata alle armi, che mai dovrebbe essere auspicata.
    Però come si sà, quando le cose non vuoi che accadano eccole lì pronte a colpirti, a tradimento, se possibile e così proprio nel cuore della notte la voce della fanciulla che conturbava i suoi pensieri da sveglio, distolse la sua attenzione dal morbido letto e dal guanciale così candido; non aveva intenzione di svegliarsi, proprio nessuna.
    Cambiò posizione colpendo, accidentalmente, Kaarim con una piedata, in altre circostanze il Grifone non ci avrebbe fatto caso e si sarebbe rimesso a dormire, al fianco del proprio padrone, ma quella volta lo beccò con una certa insistenza sul piede nudo.

    - ahia, ma sei pazzo? -

    Esclamò il Coccodrillo scattando a sedere sul letto mentre con le mani si massaggiava il piede leso facendo più storie del dovuto poi però s'accorse che qualcosa non andava: Kaarim era troppo serio, e così la voce della Dama riverberò ancora una volta nella sua stanza ed egli potè cogliere l'urgenza nella sua voce; questo era ciò che Kaarim voleva lui sentisse e così senza pensarci molto s'alzò, cercando d'esser il più veloce possibile. Per fortuna la vita all'aria aperta, nei boschi e tra le fiere gli aveva insegnato ad avere tutto a portata di mano e ad esser sveglio e attivo da subito e così in poche rapide mosse finì di vestirsi e si slanciò al di fuori della camera con Kaarim alle costole, l'animale era rapido e veloce, macinava il terreno con eleganza e senza sforzo anzi il suo passo elastico era attenuato per poter rimanere affiancato a quello del padrone.
    Proprio quella sarebbe stata l'immagine che gli altri avrebbero avuto di loro, un uomo, eccentrico vestito da cacciatore e un bellissimo Ippogrifo che entravano come una sola cosa all'interno della stanza, con una furia precipitosa arrestandosi di scatto.

    - Mick e Kaarim a rapporto -

    Avrebbe esclamato allora il Coccodrillo.

     
    Top
    .
  7. Evan O' Byrne
     
    .

    User deleted


    Sbadigliò.

    Spalancando la bocca in modo secco, e serrandola quasi subito con un sonoro schiocco dei denti, che si sovrappose alla scia della voce risuonata d’improvviso – prepotente e perentoria – nell’aria quieta della stanza.

    Un timbro morbido e inconfondibile, tipicamente femminile.

    Drusilia.

    Ma Dio Santo – sempre sia lode –, possibile che quella donna non potesse adottare metodi più civili – e soprattutto più umani – per svegliare la gente?
    Non che non fosse abituato a certi trattamenti – considerati i suoi trascorsi – ma credeva di aver trovato finalmente un po’ di quiete.

    …sssè, certo.

    Evan si tirò a sedere sbuffando, ravviando la chioma arruffata e nera più della pece con dita pallide e sottili, lunghe come gli artigli di un corvo. Lanciò un lungo sguardo pigro alla casacca buttata alla rinfusa sulla sedia – insieme ad una pila di vestiti affastellati –, prima di afferrarla e indossarla con un unico, agile movimento delle braccia e scattare in piedi, facendo gemere appena le ossa ammorbidite dal sonno profondo.

    Che diavolo mai poteva volere Drusilia a quell’ora della notte, si domandò l’irlandese, incamminandosi a passo sostenuto per i corridoi della Casa-Albero. Ormai era perfettamente sveglio e vigile, e gli occhi – due polle di acciaio fuso – scorrevano veloci attorno, registrando i dettagli di quello strambo edificio, che mai avrebbe immaginato potesse esistere, se non nelle favole della sua Irlanda.

    Raggiunto ch’ebbe la soglia, indugiò per qualche attimo prima di calcarla; sembrava essere stato preceduto, ma non se ne curò troppo; piuttosto, non seppe se gioire o disperarsi per quella riunione inattesa. Non era quello il modo che avrebbe preferito per conoscere i suoi camerati, non una riunione nata per chissà quale emergenza.
    Non era mai quello il modo.

    Tirò un sospiro stanco – deluso – mentre portava avanti un piede calzato da un pesante stivale di cuoio nero, accompagnando l’apertura della porta con un braccio teso sul pomello.
    Quasi la spalancò, e lo sguardo bigio affondò in un ambiente carico di tensione e persone, calando come la lama di un bisturi a tagliarne l’atmosfera.

    Gli occhi s’attardarono sul viso di ognuno, e quando incontrarono l’uomo che teneva per le spalle il Gran Maestro un sopracciglio nero non poté far a meno d’inarcarsi, unica testimonianza della sorpresa che lo aveva colto.
    Ma Evan si ricompose immediatamente, abbandonando la mano che aveva favorito l’ingresso lungo il busto, e portando l’altra a puntellarsi su un fianco.

    « Buonasera. »
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    ~ White

    Group
    Senatori
    Posts
    12,778
    Location
    Ionia

    Status
    Anonymous

    Le Luci di Klemvor sono piccole lanterne nel buio della notte, fiaccole ignare della pioggia torrenziale, lucciole che non sono arse sotto i fuochi delle armi chimiche che hanno sconvolto il giorno, sovrapponendo alla cappa di nubi grige altre nubi, più fosche e scure. Ignare di Laputa, ignare dei bambini della Foresta, ignare della pioggia, della violenza e della guerra brillano, chissà che dall'alto della città dei cieli possono sembrare un tappeto di diamanti.
    Ma ecco! Si spengono! Si ritraggono! Sembrano fuggire, sono fuochi fatui terrorizzati. Le luci per cui il Dominio delle Macchine era famosa, una ad una si prosciugano. E' come se al bestia proiettasse un'ombra, sotto di se, dove scivola la sua sagoma gargantuesca i puntini bianchi si fanno fiochi, e si ritraggono. Se anche il buio della notte mostra la bestia come niente più che un'enorme sagoma fluttuante, l'ombra che proietta sotto di se è fosco presagio di ciò che essa porta con se. Di ciò che sembra trascinare.

    Occhi rossi brillano sulla sua superficie scura. Sono tanti, tantissimi, sono più delle stelle visibili sopra i cieli di Klemvor. Ma mentre le stelle, dall'alto, guardano indifferenti e non sono interessate a quanto accade sotto di loro, un'avidità malevola anima quei puntini rossi.

    Maddah "Mad" Uruk Thaka è il nome del gran Khan dell'orda, colui che comanda la WAAAAGH!, l'incarnazione dello spirito della guerra rappresentato dalla massa di creature. E' il Kapoguerra. E' grande e grosso, potente e giustamente temuto. Lui comanda e l'orda si scuote, anche se domanda l'impossibile l'orda agisce... e rende possibile l'impossibile. In teoria, dal cumulo di rottami fusi e distrutti che era tutto ciò che rimaneva del frammento della space hulk era impossibile ricavare un'isola galleggiante come quella che gli orki avevano intravisto fluttuare oltre il velo di pioggia. Maddah però era stato chiaro: loro avevano un'isola che galleggiava, dunque anche lui avrebbe dovuto averne una. I grots -organismi più vili e laboriosi dei ben più grandi e possenti orks- si erano messi all'opera con entusiasmo, mordendo e fresando rottami fusi e distrutti, saldando e inchiodando, rimodellando e raffazzonando, rimettendo insieme pezzi del più colossale cumulo di immondizia del warp che sia mai stato vomitato dal Maelstrom su Endlos. Ci avevano messo una settimana a saldare pezzi a caso, e il risultato era imponente. Però nel frattempo Yohkram, il Grande Mek dell'orda, si era perso nella città e non era più tornato, mentre i Weirdboyz -gli psionici dell'orda- avevano avvertito Maddah che era impossibile trovare gli odiati Antah Boyz da così in alto, poiché gli Antah Boyz sono maligni ed infidi e vigliacchi, e si nascondono sottoterra come vili grots. Allora Maddah aveva chiamato Grakka, sui fido luogotenente e sottokapo. Gli aveva affidato la nave ancora incompleta, e gli aveva ordinato di muovere sulla città, di essere l'avanguardia che avrebbe spianato la strada al gran Kapoguerra, schiacciando ogni resistenza prima che arrivasse lui con gli Ardboyz a chiudere i conti una volta per tutte con gli Antah Boyz.

    Grakka si era skrontato al suolo davanti al suo gran Khan, poggiando il ginocchio sul terreno in segno di ubbidienza, battezzando la nave volante "Aka del Mazzakro", giurando che sarebbero stati i primi a raggiungere la città delle macchine e ad ingaggiare il nemico.

    ...
    ...
    ...

    Questo è essenzialmente il motivo per cui adesso il sottokapo al comando della terribile Arka del Mazzakro è Skrugna. Grakka è stato trakkato giù pesante da Maddah perché la nave era terribilmente lenta ed ha impiegato giorni per raggiungere la città, praticamente facendo schiantare l'allegra avanguardia di Orki nelle azioni di guerriglia dei deboli Humies dalla pelle rosa e tenera, i quali hanno avuto gioco facile ad affrontare le isolate bande di boyz, prive del supporto dell'artiglieria.
    ...
    Vabbeh.
    Non è un problema. Un sottokapo in meno cambia poco...
    Ciò che conta è... che stavano arrivando. E stavolta sul serio.
    Prima un borbottio in lontananza, poi lentamente un rombo sempre più forte, fino a palesarsi come un canto selvaggio e scandito da centinaia di gole. Cantavano! I Stormboyz di Skrugna cantavano! Dopo ore e ore e ore e [...] e ore di attesa, finalmente era ora di dar battaglia! Finalmente era ora di sfrakkarli, e farli a pezzi, sfrantonarli fini-fini belli rossi al sangue! Avrebbero fatto una strage! Un'ordalia di sangue per Maddah e per la WAAAGH! Una notte di gloria! Una notte di fuoco! Finché non avrebbero spento il sole allagandolo nel liquido rosso degli Humies!

    image

    « 'Ere we go, 'ere we go, 'ere we go
    'Ere we go, 'ere we go, throo the skies
    'Ere we go, 'ere we go, 'ere we go
    'Ere we go, 'ere we go, throo infinity
    'Ere we go, 'ere we go, 'ere we go
    Don't kwno where till we get there
    WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAGH!!!
    »


    Così cantavano. Ed era come aveva detto Orm a Drusilia quando l'aveva avvertita dell'arrivo della nave... avevano poco tempo. Troppo poco... dovevano raggiungere l'Arka del Mazzakro, e dirottarla lontano dall'enorme stadio che era la roccaforte dei riders, dove erano asserragliati tutti quelli che non potevano combattere. Altrimenti l'Arka si sarebbe schiantata contro un fianco dell'edificio, facendolo crollare e seppellendo centinaia di anime sotto le macerie.


    .Istruzioni ~Il primo post a Drusilia, cui spetta il compito di istruire gli Aviatori sulla situazione e dare il via all'assalto. Dopodiché, turni liberi.
    Da adesso, al margine di Klemvor è visibile la sagoma gargantuesca dell'Arka del Mazzakro, che fondamentalmente è un gigantesco cumulo di rottami metallici assemblati alla rinfusa l'uno sull'altro creando una gigantesca piattaforma su cui sono montate altre due piattaforme più piccole, che vanno a formare tre sezioni distinte. Mentre la sagoma della nave sovrasta Klemvor, notate come le luci artificiali della città si spengono una dopo l'altra, come se la nave le oscurasse.

    QuI un'immagine tecnica dell'Arka del Mazzakro (Da Ark of Bloodsked nella rozza lingua degli orki), in cui il veicolo è visibile con vista dall'alto e frontale. Da notare come anche da lontano è chiaro che è piuttosto inclinato sulla destra. Le tre sezioni sono perfettamente visibili e ben distinte (palesemente costruite a parte e montate l'una sull'altra), volendo l'Arka può essere in un certo senso ricondotta visivamente ad una specie di portaerei galleggiante. Per qualsiasi cosa non esitate a chiedere, anche eventualmente per spezzare il giro di post in due parti qualora desideriate fare un giro di post per le istruzioni ed un secondo giro per uscire con i grifoni ed iniziare l'attacco, tutto a vostra discrezione.

     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous
    Rimase un attimo allibita, senza parole alla presa dell'uomo che aveva innanzi. Sicuramente non era il timore la ragione del suo tacere, piuttosto il gesto così repentino ed inaspettato. E quando lui le disse di respirare, lei rimase immobile e con la bocca semiaperta, la medesima espressione di una bella fanciulla appena scesa dalle nuvole, o meglio, riportata violentemente con i piedi per terra. Non fece caso agli sguardi che pian piano si univano agli altri, spettatori di quella scenetta curiosa e sicuramente particolare; raro infatti era che qualcuno si prendesse tanta confidenza con il proprio Gran Maestro, tantomeno se si trattava dell'Ufficiale del suo presidio.

    Rimase semplicemente in silenzio, pensando a cosa fare, cosa dire.

    Ad esser sincera, lei non era ancora molto abituata a quei suoi ruoli, e più che sconvolgersi per il gesto riflettè su ciò che rappresentava. Si, perchè se Jattur si era permesso di prenderla in quel modo, voleva dire che era evidentemente agitata, e questo non era permissibile. Cosa sarebbe passato nelle menti di coloro che avrebbero dovuto seguirla? Non sarebbe stato certo rincuorante assecondare un capo in preda all'agitazione. Che fare dunque se non ricomporsi, cosa che ebbe la premura di mostrare immediatamente dopo che tutti furono in quella stanza; respirò piano, socchiudendo le palpebre dalle ciglia nere, ed il petto morbido tornò a muoversi con ritmo regolare. Continuò portando le mani nivee su quelle forti del soldato Jattur, in modo da discostarle dalle sue spalle delicate in un gesto garbato ma tuttavia freddo, e non ebbe tempo di guardarlo negli occhi perchè proprio in quel momento si interpose tra loro Hevril, uno dei suoi Comandanti. Come gli altri voleva conoscere il motivo di quella chiamata, come il piccolo e coraggioso Ryusang, come il forte e buono Mick, con il suo bellissimo Kaarim. Solo Evan aveva fatto la sua entrata accennando ad un "buonasera", lasciando sfuggire un impercettibile sorriso sulle labbra morbide della Dama, colta nuovamente alla sprovvista, questa volta dall'ironia di quella parola.

    -Buonasera.

    Rispose a sua volta. Ed intanto le mani candide scivolarono sui fianchi morbidi, coperti da un pantalone nero, creando piccole e graziose pieghe della camicia all'altezza della vita. Gli occhi mutarono in un'espressione corrucciata, osservandoli tutti, uno ad uno, prima di parlare.

    -Io... io vi ho chiamati tutti a raccolta perchè, come avete ben immaginato da quello che sta accadendo, Laputa sta galleggiando sopra ad una terra stravolta da fuoco e fiamme. Tuttavia ciò che voglio ora non riguarda il nostro presidio ma... Klemvor.

    Quelli di Drusilia non erano affatto occhi benigni, era il tipico sguardo di una madre arrabbiata, frustrata dal'impossibilità di poter aiutare tutti i suoi innumerevoli figli in egual maniera, ed ora doveva chiedere aiuto, proponendo ai suoi Aviatori di partecipare una missione dove avrebbero rischiato la vita. Quello non era un gioco, sarebbe bastato un misero particolare per spazzarli via come foglie al vento.

    -Poco lontano, una nave volante guidata da esseri sconosciuti, violenti e senza scrupoli sta viaggiando diretta al Big Bird, quello stadio che possiamo vedere tutti affacciandoci alle mura di Laputa, sede degli stessi abitanti di Klemvor che fino a poco tempo fa ci hanno dato non pochi problemi. Hanno intenzione di distruggere tutto, e lì sono presenti più di quattromila anime tra uomini, donne e tanti bambini, per di più intrappolati nei sotterranei a causa di un crollo causato appunto da queste creature. E' impossibile trarli in salvo tutti, sia perchè ne son troppi, sia perchè sono piuttosto ostili verso noi altri. Ho solo due ore, forse di meno, ed è mia intenzione dirottare quella scatola di metallo volante prima che giunga a destinazione.

    Gli occhi di giada tornarono a fissare quelli dei suoi Associati, ed era evidente che ciò di cui stava parlando era una missione ai limiti della ragione; infondo stava chiedendo loro di imbarcarsi in una missione quasi impossibile, rischiando la loro vita, nel tentativo di salvare quelli che fino a poco tempo fa erano una sorta di popolazioni che avevano causato non pochi problemi a tutti, in primis l'Alfiere. Chiunque avrebbe potuto darle della folle, e Drusilia non gli avrebbe dato torto. Forse era davvero pazza.

    -Ho bisogno di aiuto concreto, e voi siete i primi su cui posso contare. Tuttavia, vi avverto che non è robetta facile, e non abbiamo nè modo nè tempo di giocare, quindi chi non se la sente è pregato di andarsene. Gli altri dovranno seguirmi ed ascoltarmi senza perder tempo. Fuori sono già pronti grifoni ed un piccolo velivolo volante a due posti. Ora dunque, quale è la vostra risposta?



    Edited by Drusilia Galanodel - 1/6/2015, 22:02
     
    Top
    .
  10.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    SSA Delta


    Group
    Member
    Posts
    812

    Status
    Anonymous
    Era curioso come i ruoli si fossero in un certo qual modo rovesciati: durante il loro primo incontro era stata Drusilia a cercare un rapporto un po' oltre quello fra colleghi, mentre ora - a giudicare da qualche frase dei suoi commilitoni - sembrava lui quello in 'comportamento equivoco'. Uno di loro gli mise una mano sulla spalla, che lui ignorò completamente finché non fu la stessa Drusilia a riprendersi completamente e suggerirgli con un gesto di riacquistare la giusta distanza: allora e solo allora si fece da parte, senza commento.
    Primo obiettivo, raggiunto.

    Drusilia parlò, cominciando a spiegare ciò che era successo. Era in atto un attacco a Klemvor il cui esito favorevole per gli standard di Endlos sarebbe corrisposto ad un eccidio nei confronti dei riders, previsto entro due ore. Loro erano informati della minaccia, e Drusilia voleva condurre il Liberis in un'incursione preventiva in territorio nemico, estremamente ostile e con l'aggravante di una terza fazione potenzialmente avversa.
    Nessun problema.1

    -Ora dunque, quale è la vostra risposta?-

    « Arruolato. » disse immediatamente Jattur, per poi aggiungere: « Presumendo che i riders siano a conoscenza della minaccia, è previsto che facciano resistenza ad un nostro intervento? »


    1Alcune missioni del gruppo cui appartiene Jattur in patria sono decisamente peggiori di questa, la frase non è sarcastica ma crudelmente realistica per lui.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Il Nibbio

    Group
    Member
    Posts
    353
    Location
    Miséricorde

    Status
    Anonymous
    Sotto lo sguardo perplesso e azzurro del biondino, l’espressione del suo comandante subì un’evoluzione repentina e affascinante -almeno quanto lo era il suo viso, incorniciato dai lunghi capelli castani-: le parole che le erano state rivolte la lasciarono sulle prime un po’ interdetta, ma non fu che uno stadio passeggero; da esse, Drusilia trasse nuova calma e nuova grinta, e quando si rivolse alla truppa appena radunatasi al suo cospetto, il cipiglio che mostrò loro era autoritario, lucido e freddo.

    -Buonasera. Io... io vi ho chiamati tutti a raccolta perché, come avete ben immaginato da quello che sta accadendo, Laputa sta galleggiando sopra ad una terra stravolta da fuoco e fiamme. Tuttavia ciò che voglio ora non riguarda il nostro presidio ma... Klemvor.

    Il Nibbio ristette in silenzio, spostando appena il peso del corpo da un piede all’altro, nervosamente: gli faceva certamente uno strano effetto sentir chiamare -e considerare- Laputa il suo presidio, ma -più di quella sensazione bizzarra- a provocargli un sottile stato di inquietudine era l’espressione grave di colei al cui servizio si era rimesso.
    La morbida dolcezza che l’aveva resa ai suoi occhi una donna materna e ammaliante, era stata ora sostituita dalla rigidezza affilata di una lama...
    e questo faceva di lei un leader.

    - Poco lontano, una nave volante guidata da esseri sconosciuti, violenti e senza scrupoli sta viaggiando diretta al Big Bird, quello stadio che possiamo vedere tutti affacciandoci alle mura di Laputa, sede degli stessi abitanti di Klemvor che fino a poco tempo fa ci hanno dato non pochi problemi. Hanno intenzione di distruggere tutto, e lì sono presenti più di quattromila anime tra uomini, donne e tanti bambini, per di più intrappolati nei sotterranei a causa di un crollo causato appunto da queste creature. E' impossibile trarli in salvo tutti, sia perché ne son troppi, sia perchè sono piuttosto ostili verso noi altri. Ho solo due ore, forse di meno, ed è mia intenzione dirottare quella scatola di metallo volante prima che giunga a destinazione.

    Una nota più acuta delle altre fece sussultare il suo cuore, inondandolo subito dopo col calore liquido e bruciante di una collera furente e sanguigna; tuttavia, non solo non batté ciglio, ma nemmeno si imporporò né impallidì (per quanto i suoi denti scricchiolarono sinistramente), scivolando invece in uno stato di distaccata e determinata concentrazione: proprio come era successo poc’anzi anche a Drusilia, l’accesso di emozioni -che l’aveva investito per defluire oltre- aveva lasciato dietro di sé soltanto la motivazione.

    Non lo avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso, avendo sempre considerato il suo ruolo di
    fratellone maggiore a Miséricorde null’altro che una mera seccatura da cui fuggire, cercando la sua strada per il mondo, ma la verità era che occuparsi dei più piccoli era più che un riflesso condizionato per lui: col tempo -e con l’esempio di Kalia- era diventato un dovere e una vocazione.
    Qualsiasi cosa minacciasse quelle vite, lui era pronto ad annientarla.

    - Ho bisogno di aiuto concreto, e voi siete i primi su cui posso contare. Tuttavia, vi avverto che non è robetta facile, e non abbiamo nè modo nè tempo di giocare, quindi chi non se la sente è pregato di andarsene. Gli altri dovranno seguirmi ed ascoltarmi senza perder tempo. Fuori sono già pronti grifoni ed un piccolo velivolo volante a due posti. Ora dunque, quale è la vostra risposta? -

    « Sarà per me un onore scendere in battaglia! »

    E poi, adesso era sveglio: di tornare in branda a dormire non se ne parlava.
     
    Top
    .
  12. EyesOfDevil
     
    .

    User deleted



    Problemi.
    Già, è fin troppo scontato anche solo pensarlo. Lo posso benissimo capire dall'espressione di Drusilia - un misto fra il sorpreso e l'agitato -, oltre che dalle emozioni celate nel suo animo. E' agitata - questo è certo - ma per cosa? Per qualcosa di grosso probabilmente, altrimenti non si sarebbe presa la briga di svegliare e convocare tutto il personale dell'Ordine.
    Intanto, il Gran Maestro si calma, e il suo volto prende dei lineamenti più leggeri, verrebbe quasi da dire più eleganti e limpidi del solito. Riprende la sicurezza perduta - anche se solo per un attimo - e scaccia via la titubanza, ricomponendosi in un solo istante. Scosta, con la sua solita gentilezza, la mano che le cingeva le spalle, allontanandola con fermezza. Solo allora, il tizio innanzi a lei si fa da parte.
    Oltre a me sono arrivati altre due persone: uno era il coccodrillo fra i grifoni - la nostra mascotte -, Michael J. "Croocodile" Dundee; l'altro - rullo di tamburi, prego - il comandante della squadra verde - un mio pari, quindi - il cavaliere Evan O' Byrne.
    «Buonasera.»
    Il sarcasmo, avvolte, è quello che ci vuole per sciogliere un po' la tensione. E ce n'è di tensione ora in questa stanza. Lo sguardo di Drusilia gira a destra e a sinistra, soffermandosi su ogni persona presente nel salone.
    «Io... io vi ho chiamati tutti a raccolta perchè, come avete ben immaginato da quello che sta accadendo, Laputa sta galleggiando sopra ad una terra stravolta da fuoco e fiamme. Tuttavia ciò che voglio ora non riguarda il nostro presidio ma... Klemvor.»
    Gli occhi color smeraldono sembrano quasi alterare quella tensione già molto alta, aumentandone ancora di più il peso. Dolcezza e grazia per un momento lasciano il posto alla durezza e la compostezza, e il suo timbro di voce è calmo ma forte. Insomma, ha assunto il tipico atteggiamento che qualcuno si aspetta di vedere in un leader.
    «Poco lontano, una nave volante guidata da esseri sconosciuti, violenti e senza scrupoli sta viaggiando diretta al Big Bird, quello stadio che possiamo vedere tutti affacciandoci alle mura di Laputa, sede degli stessi abitanti di Klemvor che fino a poco tempo fa ci hanno dato non pochi problemi. Hanno intenzione di distruggere tutto, e lì sono presenti più di quattromila anime tra uomini, donne e tanti bambini, per di più intrappolati nei sotterranei a causa di un crollo causato appunto da queste creature. E' impossibile trarli in salvo tutti, sia perchè ne son troppi, sia perchè sono piuttosto ostili verso noi altri. Ho solo due ore, forse di meno, ed è mia intenzione dirottare quella scatola di metallo volante prima che giunga a destinazione.»
    Fantastico.
    Davvero, davvero fantastico. Ci voleva anche questa seccatura a completare la giornata. Ma perché - tra le altre cose - proprio noi? Perché noi, ordine di Laputa, dovremmo aiutare Klemvor, il quale - per quanto ne so, e per quanto ha detto Drusilia - non fa altro che causare problemi agli abitanti di questa città volante? Fottutissima solidarietà. Se non tenessi tanto dal dare il buon esempio di ufficiale, manderei a fanculo questa missione "impossibile" in men che non si dica.
    Forse, però, conviene impedire a questa "nave volante" di provocare una strage. Insomma, se questi esseri conquistassero Klemvor, la prossima città a cadere sotto il loro dominio potrebbe essere proprio Laputa. E, naturalmente, non posso lasciare che questo accada - o almeno non finché non me ne sarò andato di qui -.
    «Ho bisogno di aiuto concreto, e voi siete i primi su cui posso contare. Tuttavia, vi avverto che non è robetta facile, e non abbiamo nè modo nè tempo di giocare, quindi chi non se la sente è pregato di andarsene. Gli altri dovranno seguirmi ed ascoltarmi senza perder tempo. Fuori sono già pronti grifoni ed un piccolo velivolo volante a due posti. Ora dunque, quale è la vostra risposta?»
    Sarei tentato di alzare la mano e di andarmente, ma freno questa tentazione. Sono pur sempre una delle tre punte di diamante della Liberi Aeris Milites, uno dei tre comandanti. E poi, se Evan accetta come posso io tirarmi indietro? Non lascerò che la squadra verde si prenda tutto il merito della vittoria, o che la squadra rossa venga sminuita.
    «Bene, vogliamo procedere?»
    Faccio un passo avanti, mentre con la destra mi accarezzao i capelli, cercando - forse con un gesto vano - di aggiustarli e dargli una forma quantomeno decente. Se la dama del vento fosse rimasta immobile, l'avrei superata, avviandomi verso l'uscita, per poi fermarmi a qualche passo di distanza da lei e voltarmi.
    «Immagino che, non essendo un cavaliere, debba andare nel veivolo a due posti. Ora, chi crede di saperlo pilotare?»
    Spero non se la prendano troppo per la mia fretta; se davvero abbiamo solo due ore di tempo, questo non è il momento di mettersi a elaborare complicate strategie o mosse vincenti.
    Dobbiamo solo agire.

    SPOILER (click to view)
    Ok, ecco il post. Prima di postare volevo contattare Dru, così da avere qualche chiarimento, ma per quello che ricordo la vicenda si svolge quando la gilda è ufficialmente fondata. Per questo motivo, ho dato per scontato di conoscere Evan, essendo sia lui che Hevril dei capitatani. Se ho fatto qualche cazzata chiedo scusa in anticipo, e contattatemi pure per mp/msn, che non ho nessun problema ad editare.

     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Viaggiatore dei Mondi

    Group
    Staffer
    Posts
    24,480
    Location
    là.... \ò_ò

    Status
    Anonymous
    Bene, i suoi erano dentro. Era ora di partire, ma prima di giungere all'uscita, era opportuno qualche chiarimento. La Dama, dunque, fece cenno agli altri di avvicinarsi all'uscita, rispondendo un pò a tutti, uno per uno, mentre percorrevano in massa il corridoio. Il primo fu Jattur, soldato evidentemente esperto, considerando le domande che poneva. E lei non poteva, non doveva mentirlo, sia come suo capo, sia come sua compagna, sia come sua concittadina.

    -Vedi Jattur, la situazione con i Riders è complicata. Immagina tanti ragazzini inesperti e con il tipico cipiglio della loro età. Immaginateli ora riuniti insieme a giocare al "governo", inventandosi leggi ed altro. Immagina che arrivi qualcuno, noi Abusivi, ad interrompere il loro giochino dopo anni ed anni, facendo di tutto per "ostacolarli" e "rubando" loro il cielo. Ed ora immaginateli in guerra ad essere aiutati proprio da noi. Come pensi che reagiscano?

    Posò la mano sulla spalla dell'uomo per un breve istante.

    -Sono dei bambini, ed ahimè non abbiamo nè tempo nè ingente per sculacciarli. A noi interessa solo la nave volante da abbattere, e meno interagiamo con i Riders prima di raggiungere il nostro scopo, meglio è. Tenterebbero solo di metter zizzania e farci perder tempo, soprattutto i più giovani di loro. I più maturi sono più assennati ma non credo che avremo modo di incontrarli. In ogni caso, si, abbiamo un 90% che facciano resistenza.

    Sorrise poi in direzione di Ryusang, per poi giungere alla porta. Oltre ai grifoni vi era una nave volante. A quel punto rispose pure ad Hevril.

    -Questo è il mezzo. Jattur, so dall'Alfiere che sei esperto in queste cose. Immagino tu lo sappia guidare....Ah! si, dimenticavo.

    Dalla sacca estrasse una sorta di "mattoncini" in ossidiana lucida, più leggeri di quanto sembrassero nell'aspetto. Sopra riportavano incise delle rune. Ve ne erano una per ogni aviatore, compresa Drusilia. Ah, quel vecchio goblin ci metteva sempre il suo zampino! Beh, almeno non si poteva dire che era un governatore fantasma.

    -Queste sono ricetrasmittenti. Qualora mettiate il dito sulla runa, vi ci poggiate, vi saltate sopra o altro, essa si illuminerà, permettendovi di parlare con gli altri. Tutti con tutti, ed anche con l'Alfiere. Per di più, se l'avrete sempre con voi, sarà sempre possibile conoscere la vostra posizione e potrà raggiungervi qualora vi perdeste. Ma non credo dato che, ha detto l'Alfiere, tali blocchi fungono anche come "orientatori". Non so dirvi come, non ho avuto tempo. Ora però partiamo che stiamo in ritardo.

    E con ciò, con cipiglio e rapidità, saltò su un bellissimo esemplare di grifone albino dagli occhi d'oro. Un lieve movimento e fu già in cielo, diretta alla nave nemica.

     
    Top
    .
  14.  
    .
    AVATAR_DEFAULT

    SSA Delta


    Group
    Member
    Posts
    812

    Status
    Anonymous

    La risposta alla sua domanda fu: si.
    Jattur annuì, per nulla sorpreso dal quadro pessimista che Drusilia gli stava sommariamente dipingendogli. Era passato del tempo da quando aveva scortato l'Autocrate alla conferenza di pace, ma ovviamente i riders non erano cambiati punto né poco. Come risultato, i grandi stavano per andare in missione praticamente suicida.
    Casa dolce casa...

    Seguì gli altri fuori dall'Albero del Liberis verificando ancora una volta - ma mai meccanicamente - di avere tutto il suo equipaggiamento con sé, e nel farlo la sua mente andò alle parole di Drusilia. Grifoni? No, grazie, non per lui se era possibile: già coi cavalli aveva problemi, figuriamoci animali volanti. Rimaneva il velivolo, ma l'ultima volta che aveva sentito parlare di "velivoli" si trattava di una tavola di legno tenuta in aria da un pallone ad aria calda - e con tutto il rispetto per la Sbriciolacielo, era assurdo che lui -un marinaio!- avesse provato mal d'ari~
    All'improvviso si bloccò, gli occhi leggermente dilatati.
    ...il velivolo era un... caccia?

    -Questo è il mezzo. disse Drusilia, indicandoli. - Jattur, so dall'Alfiere che sei esperto in queste cose. Immagino tu lo sappia guidare...
    So dall'Alfiere... mugugnò Jattur. Naturalmente, e l'Alfiere l'aveva saputo da lui a suo discapito. Magia! sibilò disgustato.
    -Ah! si, dimenticavo...
    Queste sono ricetrasmittenti. Qualora mettiate il dito sulla runa, vi ci poggiate, vi saltate sopra o altro, essa si illuminerà, permettendovi di parlare con gli altri. Tutti con tutti, ed anche con l'Alfiere. Per di più, se l'avrete sempre con voi, sarà sempre possibile conoscere la vostra posizione e potrà raggiungervi qualora vi perdeste. Ma non credo dato che, ha detto l'Alfiere, tali blocchi fungono anche come "orientatori". Non so dirvi come, non ho avuto tempo. Ora però partiamo che stiamo in ritardo.


    In silenzio afferrò il comunicatore e ne provò rapidamente tutte le frequenze, assicurandosi che funzionasse. Avrebbe voluto che gli fossero recapitati prima, in modo da imparare ad usarli in modo istintivo, ma oramai non potevano. « Piloto io. » rispose alla domanda di Hevril, tutt'altro che felice di salire in groppa a quei "grifoni". Per un nanosecondo le sue labbra si piegarono in una smorfia assai poco lusinghiera quando vide meglio il veicolo - per essere generosi, eh... - da usare: una semplice navetta civile biposto, priva di armi e di scudi e probabilmente anche di una corazza decente. Senza perder tempo sollevò la cupola e s'infilò al posto di guida. Fortuna che non c'era computer di bordo: non aveva il tempo di scraccarlo col suo palmare e sovrascriverci un sistema operativo in lingua asghabardiana. In fretta scorse la selva di leve e bottoni finché non gli fu chiara la natura di ogni comando del veicolo , poi attivò i motori e lo fece sollevare a qualche centimetro da terra: restò così per qualche tempo, assimilando le sensazioni delle turbolenze sulle ali e della spinta del reattore.

    Finalmente annuì e « Si parte. » disse.

    La prua della navetta si sollevò audacemente e barcollò quando il velivolo andò in stallo. Con un'imprecazione sommessa Jattur riacquistò abilmente il controllo della navetta e la spinse -costrinse?- a seguire i pennuti. Sbattitoio, li si chiamava ad Asghabard: i peggiori catorci volanti della marina.
    Bell'inizio...

     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Il Nibbio

    Group
    Member
    Posts
    353
    Location
    Miséricorde

    Status
    Anonymous

    Il Comandante della Squadra Rossa si ravviò i capelli e si diresse alla porta, salvo poi fermarsi per rivolgere alla piccola platea delle domande ben precise...

    «Bene, vogliamo procedere? Immagino che, non essendo un cavaliere, debba andare nel velivolo a due posti. Ora, chi crede di saperlo pilotare?»

    Istintivamente, il Nibbio abbassò lo sguardo colore del cielo, inchiodandolo ostinatamente sul pavimento come uno studente impreparato al momento dell’interrogazione -o come un leprotto- che coltivi la frivola speranza che, evitando di fissare in volto il proprio predatore, riuscirà a diventare invisibile ai loro occhi. Poco collaborativo? Forse.
    Ma lui non aveva comunque la minima idea di come funzionassero gli aggeggi elettronici!

    Fortunatamente -miracoloso come il suono della campanella della fine delle lezioni- il suono di una porta spalancata e quello di molti passi in movimento verso il corridoio lo salvarono da quella che sarebbe potuta diventare l’imbarazzante riprova della sua ignoranza; il Gran Maestro si era mosso verso l’uscita, e così anche gli altri aviatori dietro di lei.

    -Sono dei bambini, ed ahimè non abbiamo nè tempo nè ingente per sculacciarli. A noi interessa solo la nave volante da abbattere, e meno interagiamo con i Riders prima di raggiungere il nostro scopo, meglio è. Tenterebbero solo di metter zizzania e farci perder tempo, soprattutto i più giovani di loro. I più maturi sono più assennati ma non credo che avremo modo di incontrarli. In ogni caso, si, abbiamo un 90% che facciano resistenza.

    Le sue orecchie carpirono solo in parte del discorso della Dama del Vento, e per poco non si imbambolò di nuovo quando lei gli sorrise; colto dal desiderio di riaversi, il ragazzo sprintò per raggiungere il capannello formatosi attorno a Drusilia, che distribuiva a tutti il contenuto di una sacca di tela...

    ...e non si accorse della presenza del Comandante O’Byrne -il suo diretto superiore- in piedi davanti a lui, nero -nei tratti e nel vestiario- come un Corvo, se non quando ebbe impattato con una certa rincorsa la sua schiena, rimbalzando all’indietro
    senza però perdere l’equilibrio o farlo perdere a lui.
    Quello si volse lentamente, e il grigio ferro dei suoi occhi lo trafisse con una sola occhiata impenetrabile, mentre i due si guardavano a vicenda per un lungo sinistro istante.

    Poi, per riflesso condizionato, il biondino si ritrovò a mettere in atto gli schemi comportamentali che gli avevano fino ad allora permesso di sopravvivere anche davanti ad energumeni il triplo di lui, così raddrizzò la schiena, sigillò le labbra in una linea sottile, e l’azzurro delle sue iridi si intorbidì.

    Dentro di lui, la vocina della sua coscienza
    si era limitata a commentare l’accaduto con un “oh, cazzo”.

    « Ehm... scusa... cioè: scusi. »

    E con la stessa rigidità, fece per scartare lateralmente e proseguire...
    ...ma qualcosa lo trattenne afferrandolo per la collottola.

     
    Top
    .
52 replies since 22/10/2010, 16:05   1205 views
  Share  
.