[EM] Epica Aristoteleia

Capitolo II

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    Capitolo I


    Ω Per Mer-o-Vish.

    E finalmente, arrivò.
    Arrivò all'ingresso indicatogli da Eren Satu, avvolto in quel mantello regalatogli dal mercante e con la borraccia vuota che gli sbatteva sul petto ad ogni passo.
    Dietro di lui, la pregiata panoplia era trascinata stancamente dalle sue mani forti eppure spossate.

    Non c'è modo di abituarsi a questo caldo...

    Entrò in quel cunicolo che si apriva nel deserto, quello Yuz-rab così infernale.
    Nessuna guardia, nessuna sentinella, niente.
    Una porta aperta ai rari sopravvissuti, evidentemente.

    Mi avrebbe seccato dover discutere con qualcuno.

    Considerazioni tra sé e sé. Solo le fredde mura sotterranee ad ascoltarlo.
    Il cunicolo era illuminato dai laghi di vetro che si aprivano nel deserto, quegli strani fenomeni superficiali che spesso l'oplite ebbe modo di vedere.

    Uff...

    Tanta, troppa stanchezza. Per la traversata sotto il sole, per il breve combattimento con Eren, per l'essersi ritrovato così, magicamente, in una regione sconosciuta.

    Endlos...

    Alla domanda come diamine sono finito in questo posto? l'oplite si lasciò scivolare per terra, sedendosi con la schiena poggiata al muro ruvido, con la panoplia ben controllata al suo fianco.

    Che gli Dèi possano aiutarmi ed indicarmi la via.

    E stette lì, aspettando, cercando di riprendere un po' di energie e continuare la sua discesa nel finto Ade.


    SPOILER (click to view)
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    Psicologico: Stanco.
    Fisico: Affaticato ; contusione sul petto (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Energetico: 90% (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Equipaggiamento: Spada ; Panoplia (Corazza, gambali e bracciali, elmo tolti) ; Mantello indossato ; Borraccia vuota.
    Tecniche Passive e Tecniche Utilizzate: Le capacità fisiche e l'abilità militare.

    Un ruolo importante nel ritratto dell'oplite lo giocano pure le sue caratteristiche fisiche e i racconti dei suoi combattimenti.
    Infatti, Aristotelis Skotos viene presentato come «un uomo (anche se si suppone che in realtà egli sia stato poco più che ventenne al tempo della scomparsa) dalla forza e resistenza nettamente sopra l'ordinario [Passive +50% Forza, +50% Resistenza], e una rapidità e fluidità di movimento impeccabili [Passive +25% Velocità, +25% Agilità]; in battaglia, egli era sempre freddo e concentrato, mai agitato e attento ad ogni cosa, per evitare di farsi trovare impreparato [Passiva Esperienza di guerra: sempre sangue freddo e concentrazione massima (scudo influenze psicologiche fino a Medio)].

    Note: bene o male questo è lo status che si porta dall'incontro precedente, giusto per rigor di nota.
     
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  2. Dracace
     
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    Lentamente, gli schizzi di sangue colano dalla fredda parete della grotta. Ancora una volta il nuovo flagello di Merovish ha trovato la propria vittima, riconfermando il soprannome affibbiatogli con tono quasi reverenziale: il Funambolo del Cielo. Silenzioso e agile, acrobata degno di tale nomea, sorvola le gallerie più alte rasentando il soffitto sulle sue piattaforme galleggianti, solido appoggio sospeso nel vuoto. Inaspettatamente, piomba dall’alto sulla preda, infliggendo la celere morte al malcapitato, corte lame avide di carni. In poco più di un mese le voci sul suo conto si erano sparse in tutta la periferia e in particolar modo nei pressi dei cunicoli d’ingresso, zona di caccia ricca di inesperti viandanti. E ora, ogni volta che si ritrova un corpo dissanguato in un qualche angolo buio, subito la morte gli viene annoverata, come macabra medaglia al valore.

    L’ultimo di tale cruenta lista è un guerriero Elldroc, abbastanza incauto o scellerato da abbandonare solo i sicuri cunicoli sotterranei, ormai ridotto a inanimata bambola di membra e legamenti sconnessi. Con particolare dedizione la creatura si preoccupa di raccogliere più nettare vitale possibile, bevendo con avidità direttamente dalle arterie principali. Quando il breve banchetto termina, il volto del mostro è una maschera vermiglia e parte della libagione gocciola dai denti e dalla bocca, conferendogli un’aura inquietante.

    Allontanatosi da quel cadavere martoriato, la Fame in parte saziata oppone una flebile resistenza alle angherie e alle proteste delle altre entità e si vede costretta ad arretrare, lasciando campo libero a una delle due anime principali. Approfittando della situazione, Raem si impadronisce del controllo e si avvia verso i cunicoli principali, intento a trovare una pozza d’acqua in cui lavarsi. Il suo pellegrinare lo porta abbastanza vicino a uno dei cunicoli d’ingresso da permettergli di notare la curiosa figura seduta contro il muro. Oltre ai lineamenti, contratti e spossati a causa di un probabile viaggio attraverso il deserto, ciò che catalizza l’attenzione dell’evocatore è l’anomalo vestiario che si porta dietro, senza indossarlo, singolare anche per la multietnica e variegata città sotterranea. Le varie parti fanno pensare all’armatura di un oplite, in tutto simile a quelle presenti nelle raffigurazioni dell’Illiade, antico poema di terre lontane divulgato da gruppi di letterati giunti ad Endlos nei secoli precedenti.

    L’incertezza attanaglia la mente dell’accademico, che non riesce a spiegarsi una simile visione. Le ipotesi che si accavallano nei suoi pensieri variano dal combattente eccentrico, capace di far forgiare una simile stranezza, fino a sfiorare le più vaghe teorie sul viaggio interdimensionale, avvenimento comune nelle terre del Regno. Essendo la conversazione l’unico modo per l’anziano di ottenere una risposta soddisfacente, l’uomo si avvicina, non prima di aver celato la propria figura nel mantello, sfortunatamente macchiatosi di rosso, e si schiarisce la voce, per attirare l’attenzione dello stremato viandante. Ha l’accortezza di restare a una distanza di cinque metri, in modo tale da non infastidire l’interlocutore con il tanfo della decomposizione.

    Posso forse richiedervi la franchigia di esservi molesto, distogliendo il vostro nobile intelletto dall’agonizzante postura in cui vi trovate? Non ho potuto fare a meno di notare il quantomeno inusitato usbergo il cui trarre v’imperla di sudore il capo. Ciò ha cagionato nel mio animo il germogliare d’una smaniosa curiosità nei confronti della vostra persona. Vorrei, se me lo concedete, essere ragguagliato circa i vostri natali e le circostanze della vostra venuta. In cambio potrei sdebitarmi dall’inopportuna angheria causatavi sussidiandovi nei limiti delle mie facoltà.



    La voce, roca e baritonale, risuona nell’angustio spazio permesso dal cunicolo, in un curioso gioco acustico.
     
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    Immerso nei suoi pensieri e considerazioni, l'oplite non prestava attenzione alcuna a ciò che lo circondava, pur restando in guardia quel tanto che bastava per non essere colto di sorpresa.
    Malediceva la sua avidità d'acqua che lo aveva portato, poco prima, a consumare tutta la borraccia: la sete era tornata prepotentemente ad infastidirlo.

    Basta che non incontro un altro cinico come Satu...

    Lì, in quella scomoda posizione, Ariste recuperava lentamente energie e voglia di fare.
    Sobbalzò leggermente, quando sentì una voce bassa rifrangersi in quel cunicolo.
    Una parlata lunga, incessante, ben sostenuta, ma non capita dal soldato.
    E siamo a due...

    Si girò verso il suo interlocutore, il quale si manteneva ad una debita distanza, vestito anch'egli in un mantello, macchiato di rosso.
    Per la poca e sparpagliata luce che entrava nel cunicolo, Aristotelis non poté analizzare meglio quella figura.
    Quando questi finì di parlare, l'oplite alzò una mano in un gesto misto tra saluti e scuse, prendendo un profondo respiro per darsi forza.

    Perdonatemi straniero, ma non ho compreso una singola parola di tutto quel che avete detto... Non conosco il vostro linguaggio, ma spero ardentemente che voi riusciate a comprendere il mio, anche in esigua parte.

    Non sapendo che tipo di persona -o essere- fosse colui che si manteneva a quella distanza, decise di mantenere un certo contegno e un tono piuttosto formale, in quanto poteva permetterselo: era molto colto per essere un oplite, e per questo doveva ringraziare la sua famiglia.

    Attese una risposta da parte di quello sconosciuto.
    Se avesse avuto la Sorte dalla sua parte, quell'interlocutore lo avrebbe capito e, perché no, magari avrebbe saputo pure dialogare con lui nella lingua del greco.


    SPOILER (click to view)
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    Psicologico: Curioso e attento.
    Fisico: Affaticato ; contusione sul petto (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Energetico: 90% (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Equipaggiamento: Spada ; Panoplia (Corazza, gambali e bracciali, elmo tolti) ; Mantello indossato ; Borraccia vuota.
    Tecniche Passive e Tecniche Utilizzate: Le capacità fisiche e l'abilità militare.

    Un ruolo importante nel ritratto dell'oplite lo giocano pure le sue caratteristiche fisiche e i racconti dei suoi combattimenti.
    Infatti, Aristotelis Skotos viene presentato come «un uomo (anche se si suppone che in realtà egli sia stato poco più che ventenne al tempo della scomparsa) dalla forza e resistenza nettamente sopra l'ordinario [Passive +50% Forza, +50% Resistenza], e una rapidità e fluidità di movimento impeccabili [Passive +25% Velocità, +25% Agilità]; in battaglia, egli era sempre freddo e concentrato, mai agitato e attento ad ogni cosa, per evitare di farsi trovare impreparato [Passiva Esperienza di guerra: sempre sangue freddo e concentrazione massima (scudo influenze psicologiche fino a Medio)].
     
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  4. Dracace
     
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    L’espressione sperduta del guerriero incrina l’entusiasmo di Ream, insinuandogli il dubbio di una divergenza di linguaggio. Dubbio che si trasforma in certezza quando dalle labbra dello straniero scaturiscono parole arcaiche e misteriose, del tutto simili a un’antichissima parlata utilizzata de quegli stessi letterati che avevano secoli addietro fatto dono al Regno di impareggiabili scritti : lo chiamavano greco e nella sua affaccendata vita l’evocatore aveva avuto scarse possibilità di apprenderlo, ottenendone soltanto un’infarinatura generale. Conoscenza comunque sufficiente per tentare di instaurare un minimo di comunicazione.

    … straniero, … non ho compreso … parola … detto. Non conosco … linguaggio.


    Questo è tutto quello che riesce ad interpretare dal discorso. Senza perdersi d’animo, spolvera la scarsa gamma di vocaboli a sua disposizione per far comprendere le proprie intenzioni.

    Io Raem Roth'osi. Chi essere tu? Da dove venire? Io potere aiutare te.



    A fatica il disarticolato discorso dal buffo accento viene rivolto all’oplite, aiutato nella comprensione da un fitto gesticolare. Durante questa operazione, un lembo del manto scivola di lato, rivelando il braccio in decomposizione. Ormai svelato il suo aspetto, l’accademico non trova utile prolungare ancora a lungo il camuffamento e si libera completamente dalla mantella, mostrando all’ospite le macabre presenze delle sue membra. Anche l’odore asfissiante inizia a disturbare il malcapitato, portando alle narici l’esalazione di carne putrefatta.

    Edited by Dracace - 6/5/2011, 21:02
     
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    Fortunatamente, lo sconosciuto sembrò capirlo a tratti generali, interloquendo un po' goffamente ed aiutandosi con molti efficaci gesti.
    Si presentò come Raem Roth'osi e gli domandò nome e luogo di provenienza, offrendosi d'aiutarlo.
    A quelle parole, Aristotelis si sentì rincuorato, seppur mantenne i sensi in guardia.
    Messosi un po' più comodo, rispose a Raem.

    Raem... Il mio nome è Aristotelis. Chiamami pure Ariste se ti è più facile.

    Sorrise, ripensando al nomignolo datogli dal mercante.

    Vengo dalla Grecia... Dalla Tessaglia. Stavo combattendo contro quella feccia persiana a Maratona, quando mi sono ritrovato in questo deserto... Lo Yuz-Rab...

    Mimò anche lui qualcosa, come il gesto di battaglia o l'odio verso i persiani.

    Non ho idea di come tutto ciò sia stato possibile...

    Guardò quel tale Raem, e per un attimo trasalì.
    Il mantello era stato scostato, e sotto di esso erano ora visibili piaghe e parti putrefatte su tutto il suo corpo.
    In battaglia l'oplite aveva visto tante volte cose simili, anche peggiori.
    Ma le aveva viste ai morti. E quello che gli si stagliava davanti, non sembrava esserlo.
    Anche l'odore nauseabondo era quello di un deceduto, da parecchi giorni tra l'altro.

    Si coprì il naso e la bocca con un lembo del mantello, tossendo.
    Mantenendosi calmo e freddo, e tuttavia ampiamente stupito, guardò intensamente per pochi secondi Raem.

    Straniero, il tuo corpo è martoriato! Dici che potresti aiutarmi, ma qui sei tu a dover essere soccorso!

    Oltre quello aveva già visto tante cose strane ed inspiegabili, ma un morto che cammina è sempre qualcosa di enormemente sorprendente.

    Chi ti ha fatto tutto questo? Come fai a stare in piedi come se nulla fosse? È... magia?

    Sincera meraviglia nelle parole di Aristotelis, sempre più dentro un mondo assolutamente indipendente da ogni concezione razionale di cui era dotato l'oplite.
    A distrarlo da altri pensieri nefasti, quel tanfo di putrefazione.


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    Psicologico: Sorpreso, curioso e attento.
    Fisico: Affaticato ; nauseato ; contusione sul petto (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Energetico: 90% (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Equipaggiamento: Spada ; Panoplia (Corazza, gambali e bracciali, elmo tolti) ; Mantello indossato ; Borraccia vuota.
    Tecniche Passive e Tecniche Utilizzate: Le capacità fisiche e l'abilità militare.

    Un ruolo importante nel ritratto dell'oplite lo giocano pure le sue caratteristiche fisiche e i racconti dei suoi combattimenti.
    Infatti, Aristotelis Skotos viene presentato come «un uomo (anche se si suppone che in realtà egli sia stato poco più che ventenne al tempo della scomparsa) dalla forza e resistenza nettamente sopra l'ordinario [Passive +50% Forza, +50% Resistenza], e una rapidità e fluidità di movimento impeccabili [Passive +25% Velocità, +25% Agilità]; in battaglia, egli era sempre freddo e concentrato, mai agitato e attento ad ogni cosa, per evitare di farsi trovare impreparato [Passiva Esperienza di guerra: sempre sangue freddo e concentrazione massima (scudo influenze psicologiche fino a Medio)].
     
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  6. Dracace
     
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    Calandosi sempre più nel discorso, l’evocatore riceve conferma di una delle sue numerosi tesi. Lo straniero viene da un altro mondo, da una regione della terra d’eroi tramandata nelle leggende col nome di Grecia, ed è stato trasportato a Endlos così come molti altri prima di lui. Sembra particolarmente confuso e incerto a proposito del suo arrivo, ma prova vero stupore solo davanti al corpo del funambolo. Non sembra avvezzo alla magia nera o a qualsiasi altro potere sovrannaturale, forse presso il suo luogo d’origine etichettato come diabolico, e continua a fissarlo esterrefatto, nonché schifato dal tanfo.

    Straniero, … corpo è martoriato! … tu … essere soccorso!
    Chi … fatto … questo? Come … stare in piedi? … magia?


    Raem vorrebbe delucidare il delicato processo di risurrezione, cogliendo l’occasione per far sfoggio delle sue conoscenze sull’argomento, ma non conosce le parole per affrontare l’intera spiegazione. Decidendo invece di dare una dimostrazione pratica di cosa sia possibile fare nel Regno, restando immobile per qualche secondo e concentrando lo sguardo a mezz’aria, verso un punto indefinito. Dove poco prima non c’è nulla, appaiono quattro piattaforme di pesante granito, sospese per incanto sopra le loro teste. Soddisfatto del semplice espediente escogitato, si cimenta in un salto mortale in avanti e atterra su uno dei piani d’appoggio, puntando le braccia verso Aristotelis e declamando con fare concitato

    Questa è terra di magia!




    Tecnica utilizzata: Ascesa, consumo basso.
    Passiva utilizzata: Acrobazie
    Totale energia: 100 – 5 = 95%
     
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    Per gli Dèi...

    Aveva espresso quella frase innumerevoli volte, da quando era ad Endlos.
    Stavolta, lo fece per un altro fenomeno giustificabile solo con la magia, o con le strane leggi che governavano quella regione.

    Nel vuoto, comparvero quattro piattaforme sospese senza aiuto di travi o alcunché.
    Con un balzo altamente acrobatico, Raem vi salì sopra, lasciando l'oplite a bocca aperta, sia per l'incantesimo utilizzato che per quella agilità innaturale, specie in qualcuno in quelle condizioni.

    "Questa è terra di magia!" esclamò concitato l'acrobata, indicando l'incredulo Aristotelis.
    Lo era, senza dubbio. Più della Persia, più di qualsiasi altra cosa vista prima.

    Senza pensare alla stanchezza, l'oplite si alzò, toccando con la punta della spada una delle piattaforme.
    Erano reali, senza dubbio. E lui non stava sognando.
    Quel posto era un pericolo, per lui. Non sapeva nulla della regione, non sapeva perché era lì, non sapeva come sopravvivere, non sapeva nulla di nulla.
    Soprattutto, non sapeva spiegarsi tutto quello che vedeva.

    Finora ho visto soltanto magie... Inizio a pensare che nulla sia normale, qui.

    Girò intorno alle piattaforme, squadrando loro ed il loro evocatore.

    Raem, mi serve un aiuto. Devo sapere cosa è questo posto, questo... Endlos. Devo sapere come spiegarmi tutto ciò. Devo sapere come sono arrivato...

    Si fermò, di spalle all'acrobata.

    E devo sapere come posso andarmene.

    Voltandosi, guardò in volto quell'essere così strano.

    Potresti aiutarmi?



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    Psicologico: Sorpreso, nervoso e attento.
    Fisico: Affaticato ; nauseato ; contusione sul petto (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Energetico: 90% (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Equipaggiamento: Spada ; Panoplia (Corazza, gambali e bracciali, elmo tolti) ; Mantello indossato ; Borraccia vuota.
    Tecniche Passive e Tecniche Utilizzate: Le capacità fisiche e l'abilità militare.

    Un ruolo importante nel ritratto dell'oplite lo giocano pure le sue caratteristiche fisiche e i racconti dei suoi combattimenti.
    Infatti, Aristotelis Skotos viene presentato come «un uomo (anche se si suppone che in realtà egli sia stato poco più che ventenne al tempo della scomparsa) dalla forza e resistenza nettamente sopra l'ordinario [Passive +50% Forza, +50% Resistenza], e una rapidità e fluidità di movimento impeccabili [Passive +25% Velocità, +25% Agilità]; in battaglia, egli era sempre freddo e concentrato, mai agitato e attento ad ogni cosa, per evitare di farsi trovare impreparato [Passiva Esperienza di guerra: sempre sangue freddo e concentrazione massima (scudo influenze psicologiche fino a Medio)].
     
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  8. Dracace
     
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    Raem, … aiuto. … cosa è … Endlos. … come sono arrivato ... come posso andarmene.
    Potresti aiutarmi?


    A sentire questo Raem non manifesta il solito entusiasmo nel soddisfare le richieste altrui, probabilmente per l’incertezza dell’argomento che avrebbe dovuto trattare con una risposta. Da buon evocatore, si era cimentato nello studio di uno dei fenomeni evocativi più importanti e misteriosi del Regno, senza ottenere risultati diversi dai già svariati trattati esistenti. Riguardo il Maelstrom, l’unica cosa che gli è nota è la funzione di portale dimensionale che svolge, ma come ciò si possibile e per quale ragione accada, va oltre la sua comprensione. Né tanto meno può pavoneggiarsi vantando un’infallibile via di fuga da Endlos : a memoria d’uomo, nessun naufrago è mai riuscito a rivedere la terra natia. Tutto quello che può fare per il combattente è aiutarlo ad adattarsi al Regno il prima possibile, trasmettendogli più informazioni possibili sui presidi e i loro abitanti.

    Lentamente scende dalla piattaforma e si avvicina all’oplite. In viso ha un’espressione seria ma al tempo stesso cordiale, quasi conciliatoria. Totalmente abbandonata la maschera sociale da nobile indispettito, porge le più sincere condoglianze per il triste destino del nuovo compatriota.

    Non potere scappare! Ora questa tua Patria. Aiutare te nell’adattare.



    Mentre le quattro tavole di pietra scompaiono dietro di lui, l’accademico fissa negli occhi il viandante, pronto a sostenere la sua comprensibile disperazione.

    Edited by Dracace - 6/5/2011, 21:01
     
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    Già dall'espressione dell'evocatore l'oplite sentiva che qualcosa non andava bene.
    Raem si era fatto serio, pur mantenendo un aspetto cordiale, ed il tutto entrava ampiamente in contrasto con la sua figura martoriata.
    Un animo buono in un corpo devastato, si poteva pensare.

    Avvicinatosi ad Aristotelis, l'acrobata sentenziò il suo destino.

    Non si poteva scappare.

    Fu come ricevere un affondo allo stomaco.
    Il soldato sentì il cuore fare un tonfo, e la testa girargli. Durò un istante, dopo la totale incredulità mista all'angoscia si dipinse sul suo volto.

    Non... Non si può... scappare?

    Il germe della disperazione era stato piantato.
    Deambulò in un moto più o meno circolare, guardando per terra, mentre centinaia di pensieri vorticavano nella sua mente, tutti confusi, tutti sfuggevoli.

    Che... Che vuol dire che non si può scappare?!

    Un'esplosione di rabbia, non contro Raem, né contro nessun altro. Semplice rabbia per un qualcosa più grande di lui, inconcepibile per il suo spirito antico.
    Si calmò un po', fissando vuotamente una parete del cunicolo.

    Se sono arrivato... Devo pur potermene andare! Da che parte è la Grecia? La Persia? L'Egitto? Dove sono?!

    Andò verso Raem e gli poggiò le mani sulle spalle, guardandolo negli occhi.

    In che parte di mondo siamo?!

    Era stato fatto prigioniero? Era oltre le terre persiane? Perché non poteva tornare indietro?

    Perché non posso... Scappare?

    Il suo tono tradiva un briciolo di paura. Il pensiero di non poter rivedere mai più la sua Grecia era insostenibile, ma soprattutto non gli risultava plausibile o lecito.
    Non sentiva più la stanchezza, né il dolore, né il fetido odore di Raem. Tutto questo non importava più.
    Cosa stava succedendo, sotto il deserto dello Yuz-Rab?


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    Psicologico: Un misto di disperazione, incredulità, paura e rabbia.
    Fisico: Contusione sul petto (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Energetico: 90% (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Equipaggiamento: Spada ; Panoplia (Corazza, gambali e bracciali, elmo tolti) ; Mantello indossato ; Borraccia vuota.
    Tecniche Passive e Tecniche Utilizzate: Le capacità fisiche e l'abilità militare.

    Un ruolo importante nel ritratto dell'oplite lo giocano pure le sue caratteristiche fisiche e i racconti dei suoi combattimenti.
    Infatti, Aristotelis Skotos viene presentato come «un uomo (anche se si suppone che in realtà egli sia stato poco più che ventenne al tempo della scomparsa) dalla forza e resistenza nettamente sopra l'ordinario [Passive +50% Forza, +50% Resistenza], e una rapidità e fluidità di movimento impeccabili [Passive +25% Velocità, +25% Agilità]; in battaglia, egli era sempre freddo e concentrato, mai agitato e attento ad ogni cosa, per evitare di farsi trovare impreparato [Passiva Esperienza di guerra: sempre sangue freddo e concentrazione massima (scudo influenze psicologiche fino a Medio)].

    Note: ovviamente il mio oplite non sa che è stato catapultato su un'altra dimensione, per questo l'ha presa un po' male :v
     
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  10. Dracace
     
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    L’ondata di sconforto si abbatte contro il viandante, impreparato a sopportare la notizia. Roth'osi è costretto ad osservare impotente la speranza venir stroncata all’interno di quel cuore apparentemente così forte. Nota le domande moltiplicarsi all’interno della mente confusa dell’uomo, il dubbio tormentarlo e la disperazione guidare i suoi passi per alcuni tormentati istanti. L’evocatore fa appello allo scarso tatto posseduto per trovar modo di placare l’anima in agitazione. Si guarda intorno, ma tutto ciò che scorge sono l’assolato deserto e le profonde gole di roccia viva. Poi un’idea lo fulmina e Ream inizia a setacciare minuziosamente il terreno, in evidente ricerca. Trovato un bastoncino, lo brandisce con la mano e comincia a tracciare intricati disegni. Dalle sue dita prendono forma le coste frastagliate della Grecia, inconfondibili nell’erosione causata dalle onde. Segue una spessa linea verticale e poi dei confini sconosciuti all’oplita, i lineamenti di una terra selvaggia e misteriosa. Per rendere il tutto di più facile comprensione, aggiunge tre nomi come didascalia dell’improvvisata illustrazione, nell’ordine Grecia, Maelstrom e Endlos. Si ferma un attimo per contemplare il lavoro, e poi riprende, aggiungendo una sottile freccia che, passando attraverso il Maelstrom, viaggia da una terra all’altra. La nomina Aristotelis, terminando con l’ultimo dettaglio, il più importante per il concetto che vuole esprimere. Un veloce colpo di mano e la terra d’origine di Ariste scompare, tornando polvere sul suolo.

    Alzata la testa, posa i propi occhi sul viso del novello naufrago, ribadendo a voce il doloroso messaggio.

    Non potere scappare! Ora questa tua Patria.



    Edited by Dracace - 6/5/2011, 21:00
     
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    In un tentativo di far chiarezza sulla situazione dell'oplite, Raem cercò avidamente nel terreno un legnetto.
    Quando lo trovò, iniziò a disegnare nella polverosa terra delle figure che sembravano essere dei confini di regioni geografiche.

    Mentre Aristotelis lo guardava disegnare, l'acrobata delineò tre disegni distinti, che denominò con delle didascalie.
    La prima terra era la più familiare al soldato, in quanto era la Grecia, con le sue coste frastagliate, la patria dell'oplite; la seconda era strana, quasi irreale: un grosso tratto verticale, mai visto prima, che l'evocatore chiamò δίνη, ossia dìni, "vortice". Infine, confini del tutto sconosciuti, immensi e strani: Endlos.

    Con lo sguardo ancora perplesso, Aristotelis osservò Raem tracciare una freccia che tagliava tutti e tre i disegni, la quale rappresentava proprio lui, l'oplite.

    Sono passato attraverso il "Vortice"? Che significa?

    All'improvviso, il gesto rapido dell'acrobata, e la Grecia scomparve da quel disegno.
    Rimasero soltanto il δίνη ed Endlos.

    Raem ribadì il concetto. "Ora questa è la tua Patria."

    Aristotelis era ancora molto interdetto.
    Tutto quel che aveva capito è che non si trovava più in Grecia, ma era in questa terra chiamata Endlos; vi era giunto attraverso questo "Vortice", di cui ignorava totalmente la natura, ed ora non poteva tornare più indietro.
    Perché? La Grecia era stata spazzata dai persiani, forse? Oppure era così lontano da non avere modo di intraprendere un viaggio di ritorno?

    Non capiva, per quanto si sforzasse di farlo.
    Una sola cosa era chiara: non poteva rivedere la sua Grecia.

    Non ancora, almeno...

    Ripensando ad antichi miti ed eventi inspiegabili che venivano etichettati come "divini" o "sovrannaturali", un dubbio nacque nel suo spirito. Un dubbio sciocco, quasi impossibile, eppure reale.

    Io sono arrivato qui... Attraverso il Vortice...

    Era titubante nel continuare la frase.

    Non... Non c'è modo di tornare dal Vortice. È questa la realtà?

    Se così fosse stato, ogni sua certezza sarebbe stata spazzata via.
    Si sarebbe ritrovato in un territorio di cui nemmeno aveva mai sentito parlare, colmo di eventi incredibili e lontano chissà quanto dalla sua casa, tutto da scoprire e da studiare.

    Non poteva immaginare di essere su tutt'altra dimensione. D'altronde, non aveva nemmeno il concetto di "tutt'altra dimensione".
    Era soltanto un povero oplite preso e gettato su un altro piano d'esistenza da forze onnipotenti ed impossibili da scandagliare.
    E lui ancora non lo sapeva.

    È questa, la volontà degli Dèi? Tenermi lontano dalla mia casa, dai miei amici, dai miei affetti, dalla mia vita? Gettarmi in una regione della quale nemmeno i più grandi studiosi hanno mai parlato? Dove ogni cosa è mossa da incantesimi e magie impossibili da spiegare?
    Potenti Divinità... È questo che volete per me?



    SPOILER (click to view)
    Status Aristotelis:
    CITAZIONE
    Psicologico: Sul punto di rassegnarsi al suo ineluttabile destino.
    Fisico: Contusione sul petto (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Energetico: 90% (leggermente ripreso dal precedente Capitolo).
    Equipaggiamento: Spada ; Panoplia (Corazza, gambali e bracciali, elmo tolti) ; Mantello indossato ; Borraccia vuota.
    Tecniche Passive e Tecniche Utilizzate: Le capacità fisiche e l'abilità militare.

    Un ruolo importante nel ritratto dell'oplite lo giocano pure le sue caratteristiche fisiche e i racconti dei suoi combattimenti.
    Infatti, Aristotelis Skotos viene presentato come «un uomo (anche se si suppone che in realtà egli sia stato poco più che ventenne al tempo della scomparsa) dalla forza e resistenza nettamente sopra l'ordinario [Passive +50% Forza, +50% Resistenza], e una rapidità e fluidità di movimento impeccabili [Passive +25% Velocità, +25% Agilità]; in battaglia, egli era sempre freddo e concentrato, mai agitato e attento ad ogni cosa, per evitare di farsi trovare impreparato [Passiva Esperienza di guerra: sempre sangue freddo e concentrazione massima (scudo influenze psicologiche fino a Medio)].

    Note: ho preso per buono che tu abbia scritto in greco, e i nomi sono quelli che capisce l'oplite leggendo. Ancora non ha capito che è stato catapultato su un altro mondo, poiché è una cosa impensabile per lui, diciamo che ha inteso che è "molto lontano" dalla Grecia :v
     
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  12. Dracace
     
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    Davanti al monologo del greco la pazienza del Lord si assottiglia e con essa il tempo che è disposto a spendere nell’ascoltare inutili lamentele. La comprensione e la commiserazione non bastano per costringerlo a sopportare l’incarico consolatorio, innaturale per il suo carattere, così a lungo. Deciso a dare uno scossone morale al compagno, si risistema il mantello sulle spalle e cerca di attirare l’attenzione con un imperterrito schiarirsi la gola. Ha riacquistato parte della spavalderia nobiliare, sentendosi unico punto di riferimento del disorientato forestiero e per questo persona indispensabile per la sua sicurezza. Sul volto gli si dipinge la stessa espressione cordiale e risoluta, questa volta amalgamata a un pizzico di superbia. Con un cenno del capo indica il cunicolo scarsamente illuminato, lasciando intendere ad Ariste di seguirlo. Si incammina a passo lento lungo il profondo cunicolo, ridimensionando i propi progetti a breve termine.

    Per qualche tempo avrebbe preso in custodia l’uomo, insegnandogli il minimo indispensabile per sopravvivere nelle selvagge terre del Regno. Non lo considera tanto un obbligo morale, lo interpreta maggiormente come un tacito accordo. In quanto erudito, la curiosità e la sete di conoscenza gli intimano di approfittare dell’occasione e di informarsi meglio sulle altre dimensioni, i luoghi d’origine dei Naufraghi. Sprecare una simile opportunità sarebbe stato senza dubbio un torto al Destino.
     
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    Riportato alla triste realtà da Raem con una schiarita di gola, Aristotelis vide l'acrobata riprendere quell'espressione cordiale, stavolta velata di invisibile superiorità.
    Con un gesto del capo, questi l'aveva invitato a seguirlo, dentro quel cunicolo.
    Che altro poteva fare?
    Per il momento, non aveva altra possibilità se non adattarsi a quella nuova situazione.

    E va bene...

    Ripresosi da quel crollo di nervi, raccolse tutta la sua panoplia, deciso a seguire il nuovo conosciuto.

    Conducimi tu in questa terra...

    Mestamente, si inoltrò nella profondità dei sotterranei insieme all'evocatore.



    SPOILER (click to view)
    Ok, fine prima parte :v
     
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  14. Dracace
     
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    Continua qui
     
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13 replies since 26/4/2011, 21:22   157 views
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