[CSV][GR] Fame di conoscenza

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  1. Daligar
     
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    Ancora una volta era diretto a Palanthas. La grande biblioteca dell'Est che già lo aveva ospitato una notte di molto tempo prima, quando era ancora il numero quattro in cerca di risposte su se stesso. Ora, invece, si stava addentrando in quel luogo come Testa alla ricerca di un posto ben preciso che gli avrebbe concesso una veloce fuga dai soldati dell'Est qualora ce ne fosse stato il bisogno e un rifugio per qualunque membro di passaggio.

    L'ultima volta aveva avuto lo spiacere di incontrare il bibliotecario del posto. L'essere più noioso che ricordasse. Quello che si era dimenticato erano le sue parole, ma sicuramente non erano niente di importante.
    Camminava a passo svelto. L'Est non gli era mai piaciuto. La sera era calata da un bel po' e lui e il suo compagno non attendevano oltre per agire e dirigersi indisturbati verso il palazzone dove era custodita la miglior raccolta di cartaccia che Endlos avesse mai conosciuto.

    "Le ricerche di Rain hanno dato qualche risultato, Hayato?

    Il numero nove lo aveva seguito in quest'impresa a patto di non far saltare niente per aria e di comportarsi bene. Intanto ne potevano approfittare per parlare, però.

     
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  2. Hayato Gokudera
     
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    Biblioteca.
    Biblioteca.
    Biblioteca.
    Una di quelle parole che se le ripeti sempre sembrano perdere ogni significato. Quelle che ti chiedi "ma sarà davvero così che si scrivono?", bloccandoti davanti la tua macchina da scrivere trattino pc trattino tastiera random sentendoti costretto ad andare a controllare sul tuo più vicino vocabolario trattino google trattino quel che vi capita finchè non ci si leva il tarlo dalla testa.
    Se lo ripetete tre volte velocemente senza mordervi la lingua vi offro un gelato.
    Davvero, provate.
    In ogni caso, Hayato odiava le biblioteche.
    Tutte quelle parole messe in fila senza immagini, ferme, senza scene treddì che uscivano dai libri... Due palle pazzesche, eh! Che poi, pensateci, un libro guida e insegna secondo le opinioni di colui che l'ha scritto. Che senso avrebbe un'esperienza così, non fatta sulla pelle di chi la dovrebbe apprendere?
    Questa era la scusa preferita di Hayato, quando gli chiedevano "perchè non vuoi leggere mai un libro?". In realtà, non sapeva leggere. O meglio, sapeva farlo, ma difficilmente la sua fantasia capiva correttamente quel che i suoi occhi gli suggerivano, quindi finiva per inventare un nuovo mondo che trascendeva le intenzioni dello scrittore di qualsivoglia libro.
    L'incubo di ogni autore: il creatore secondario.
    Quindi decise tra sé e sé, ovvero tra sé e quel centinaio di personalità che albergavano nel suo corpo -si, aveva anche dei doppioni; se ne nominate qualcuno potrò dirvi "celo, celo, manca"- che a fine missione o quel che stava facendo avrebbe fatto saltare in aria quel luogo malsano di corruzione spirituale.
    E dopo, bunga bunga per tutti!
    ...Dov'eravamo?
    Ah, si. Hayato avanzava nel suo completo autunno inverno giacca e cravatta chatillon style in compagnia della testa del ragno, l'aracnocapo, comesichiama, in direzione di questa biblioteca.
    Occazzo, non ricordava il suo nome. Neanche io me lo ricordo, figuriamoci.
    Ok, cerchiamo di non darlo a vedere e rispondiamo alle sue domande con assoluta naturalezza.
    «Ricerche di Rain? E chi cazz... Ah, si! Niente, nada, nothing, rien, le jeux sons faites, rien ne va plus! Mamma Rain sta giocando alla più grande partita a nascondino della storia e ci sta riuscendo benissimo. Probabilmente andrà in paradiso con altri grandi giocatori come Elvis, Jim Morrison ed Hitler. Ah, che qualcuno lassù li benedica.»
    E continuò, fischiettando.
    Naturalezza, ci voleva naturalezza.



    Edited by Hayato Gokudera - 4/6/2011, 18:43
     
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  3. Daligar
     
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    «Ricerche di Rain? E chi cazz... Ah, si! Niente, nada, nothing, rien, le jeux sons faites, rien ne va plus! Mamma Rain sta giocando alla più grande partita a nascondino della storia e ci sta riuscendo benissimo. Probabilmente andrà in paradiso con altri grandi giocatori come Elvis, Jim Morrison ed Hitler. Ah, che qualcuno lassù li benedica.»

    Gli piaceva proprio quel ragazzo. Aveva senso dell'umorismo, anche se a volte diceva un sacco di cavolate. Anche quella volta dovette trattenere le risate.

    "Capisco."

    Replicò alle sue parole, portando la mano al mento in una classica posa riflessiva. Era davvero strano che una persona sparisse nel nulla senza lasciare traccia. Ancora più strano se si trattava di Rain, l'uomo più pericoloso e potente che avesse mai conosciuto.

    "Se ci saranno novità avvisami."
    -gli disse e dopo una piccola pausa per osservare la grande biblioteca riprese-
    Hayato, ti ho chiesto di venire qui perché ho bisogno di trovare delle informazioni sul Presidio dell'Est. Informazioni preziose per il Ragno. Perciò fammi il favore di non fare cazzate qui dentro."
    -percorse gli ultimi metri che lo separavano ai gradoni sottostanti la grande porta d'ingresso-
    "E niente scherzi come all'ultima riunione."

    Concluse la Testa, fulminando Hayato un'ultima volta.
    Saliti i tre gradoni, il leader del Ragno aprì la porta e fece segno al numero nove di seguirlo, entrando nella grande biblioteca.

     
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  4. Hayato Gokudera
     
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    Quando pensò che la vicemamma, quel tipo, coso, ra un tipo di poche parole, s'immaginò a tirargli la lingua con una pinza da meccanico pur di farlo parlare. "Capisco", "Se ci saranno novità avvisami", mancava solo qualche "Cordiali saluti" e "Mi scusi per il disturbo" ed avevamo completato l'almanacco dei tristi dentro. Sentì brividi tiepidi ai bordi della colonna vertebrale, ma solo per un istante, il tempo di ricordarsi di respirare.
    Qualsiasi cosa avesse fatto mamma non sarebbe stata d'accordo.
    Passiamo oltre.
    Non capiva come avrebbe potuto essergli d'aiuto, in una biblioteca. I suoi problemi di lettura, per quanto segreti, gli avrebbero impedito buona parte degli approcci conosciuti. Avrebbe dovuto usare il cervello, al massimo.
    E se avesse scoperto questo suo segreto, avrebbe dovuto farlo fuori.
    ...Nessuna reazione, cervello?
    Per quel che mi riguarda, puoi anche provarci. Ha cominciato la sua terza frase senza aprire le virgolette, merita la morte. E non sono il tuo cervello, sono il tuo player! Non confonderti con i Simpson!
    Grazie, cervello!
    «Tranquillo, capo. Non faccio scherzi e non gioco mai.»
    Ormai entravano all'interno della biblioteca. Tre gradini fatti tre gradini la volta, con un unico passo, rischiando di strapparsi i pantaloni all'altezza del cavallo. Si, ragazze, so cosa pensate, è colpa del ripieno.
    «Ah, sai qual'è il colmo per un fumatore distratto?»

     
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  5. Daligar
     
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    Chissà perché quell'ultima battuta se l'aspettava. Non gli rispose, ridendosela sotto i baffi, mentre apriva il portone ed entrava con il numero nove nella grande biblioteca. Probabilmente la più grande che Endlos avesse conosciuto.
    Mosse i primi passi al suo interno e cercò subito con lo sguardo gli scaffali che gli interessavano sulla geografia del Presidio, ma senza mai perdere di vista Hayato. Non voleva una biblioteca in fiamme. Non prima di leggere quanto gli interessava, almeno.

    "Ricorda Hayato, siamo investigatori del Sud che cercano una banda di delinquenti che ha passato il confine, le cui tracce si sono perse nel Garwec. E siamo venuti a cercare informazioni sul luogo per non avere sorprese quando li andremo a cercare."

    Il suo tono di voce era calmo e sufficientemente basso perché solo il numero nove lo sentisse. Non che ci fossero molti visitatori oltre a loro, ma non voleva che qualche inserviente del posto convocasse un qualche Saggio a rompere le scatole. In realtà, pensava giusto giusto all'unico che aveva mai incontrato e sperava proprio che questa volta non comparisse.

    "Tutto chiaro?"

    Chiese per avere conferma che il suo compagno avesse capito. Il gioco era semplice e chissà che non si fosse divertito?
    Si avvicinò alla sezione sulla geografia, ma non prese alcun libro. Richiamando l'attenzione di uno dei bibliotecari(?), chiese di poter parlare con il Saggio appropriato a ciò che stava cercando. L'uomo lo condusse ad una porta e gli chiese di aspettare lì. Un'attesa che sembrava non finire mai, ma alla fine poterono entrare nel salottino privato che era stato riservato loro, dove avrebbero incontrato il Saggio Rekishi Naku.

     
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  6. Hayato Gokudera
     
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    Dannazione. Ad averlo saputo prima, avrebbe portato con sé la sua pipa da investigatore, la sua mantellina di tweed da investigatore e la sua lente di ingrandimento da investigatore.
    Questa missione cominciava col piede sbagliato, decisamente aveva un pessimo presentimento al riguardo. Presentimento, il nome che la gente dà a quella somma di sensazioni implicite che portano istintivamente qualcuno ad un giudizio sommario su di una data situazione.
    Inoltre aveva le mutande su per il culo.
    No, decisamente non era la sua giornata. Ma forse non era proprio la sua vita, giusto perrubare qualche citazione sparsa a vecchi scrittori alcolisti morti da un pezzo.
    Ascoltò il riassunto rapido dell'aracnocapo, annuendo con gli occhi chiusi.
    «È tutto elementare, Watson. Ma solo se finchè questo lavoro sotto copertura non sarà finito mi chiamerai Sherlock. Sherlock Holmes. È la mia sola condizione.»
    Che c'è? Chi non ha mai pensato che sarebbe stata una figata?
    Invidiosi.
    Entrò in quella biblioteca come si entra in un piccolo mondo ostile, dove piccoli abitanti ostili ci guardano dai loro loculi ripiani, giudicandoli, invocando la vendetta divina, qualche punizione a caso, perchè loro erano così diversi, perchè lui per tutta la vita aveva rigettato tutto ciò che somigliava anche solo vagamente ad un libretto d'istruzioni.
    A lui piacevano solo i libretti distruzioni. Un accento che ha fatto la differenza. Ed ha causato qualche vittima, ma sono dettagli secondari.
    Si sentiva oppresso, e quasi ringraziò l'aracnocapo per l'averlo fatto entrare in quella subspecie di salotto personale d'attesa per chissà chi.
    Dio, qualsiasi cosa probabilmente sarebbe stata meglio di quell'odiatissima biblioteca.
    Beh, forse un concerto dei Tokio Hotel non proprio.
    Passiamo oltre...

     
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  7. Rekishi Naku
     
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    image
    ATTO I
    «Dialectic»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Un uomo comune sedeva dietro la scrivania lucida in mogano, o meglio, un uomo che aveva fatto del suo passar come uomo comune il proprio biglietto da visita. Barba incolta di qualche giorno, capelli castani raccolti in un accenno di coda dietro la nuca e le rughe di espressione che rendevano palesi i suoi trent'anni. Appoggiò gli occhiali davanti a sé e le iridi cerulee scrutarono i due ospiti.

    Senza proferire parola, ma con un semplice gesto della mano, consentì allo strano duo di accomodarsi sulle due sedie poste di fronte. Una stanza sobria senza eccessi o pittoresche decorazioni. Una scrivania, tre sedie, compresa quella su cui era appoggiato il Cantore, ed un quadro alle spalle dell'uomo raffigurante una scena di qualche battaglia.

    «Sono stato avvertito della vostra necessità di un consulto. Il mio nome è Rekishi Naku, Cantore e Saggio della Via di Sophia.»

    Li accolse una voce gelida senza alcuna variazione del tono: più simile a quella di un automa che a quella di un uomo. Il volto una maschera d'acciaio tale da far sentire dilettanti i giocatori professionisti di poker. In altre occasioni avrebbe 'addolcito' la conversazione spiegando le emozioni che avrebbe dovuto provare ma questa volta era tutto diverso.

    «Il galateo vorrebbe che ora foste voi a dirmi i vostri nomi prima di chiedermi le informazioni di cui necessitate.»

    Aprì con disinvoltura un polveroso registro rilegato in cuoio presente sulla scrivania.

    «Il tempo scarseggia e quindi mi trovo costretto ad evitare la lunga e noiosa discussione che seguirebbe al vostro elargirmi nomi di copertura ed al mio spiegarvi che non è gradito dare informazioni false ai Saggi.»

    Lo sguardo si posò su Hayato.

    «Non siete d'accordo con me signor Holmes?»

    Si concesse una breve pausa, poi continuò a sfogliare il libro controllando attentamente le pagine.

    «Senza contare che voi, che forse dovrei chiamare Watson, assomigliate tanto ad una persona che a creato disturbi nella biblioteca tempo addietro. Almeno secondo quanto riportato su questi registri.»

    Uno sbuffo di polvere si alzò nell'aria quando richiuse di scatto l'imponente tomo.

    «Quindi direi che sarebbe un buon inizio se mi forniste i vostri nomi. Quelli veri.»

    Prima di esser lapidato all'urlo 'metagame!' spiego che cosa è successo ^^

    La vostra discussione sui nomi di copertura avviene dopo l'ingresso in biblioteca. Questo, almeno per me, si evince dal fatto che nel post di Bonxs il parlato avviene dopo 'Mosse i primi passi al suo interno'. Un po' più incerta la dinamica nel post di Ace ma, essendo la risposta, si presume avvenga anch'essa dopo esser entrati. Proprio per questo motivo Rekishi sfrutta una delle passive della biblioteca (le altre le potete leggere qui) che gli permette di ascoltare ogni conversazione che avviene nella biblioteca. La riporto qui sotto per amor di completezza:

    CITAZIONE
    Veggenza
    Nella porta dai decori madreperlacei scorre l'ultimo dei grandi poteri di Palanthas, unico a non difendere né ad offendere, poiché racchiude in sé il fine ultimo del cammino di un Saggio, ovvero la Conoscenza assoluta, esplicata -in questo caso- dalla consapevolezza dello scorrere del Mondo all'interno del Palazzo; osservatori dotati di percezioni sovrannaturali vedranno la porta brillare di un'aura iridescente, e tutta l'aria della costruzione pervadersi dallo stesso tenue arcobaleno.
    In qualunque posto un Saggio o dama Kalia si trovi (purché all’interno dell'edificio) avrà la consapevolezza della posizione, del numero, e del tipo di creature presenti nella Biblioteca, nonché delle loro parole ed azioni, come se questi fossero in sua compagnia; non è dunque un caso che un Saggio sappia trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto.

    -------

    Infine riporto le passive del mio pg rilevanti per la giocata in questione (scusandomi per la loro lunghezza). Tecniche e altre passive non rilevanti le potrete comunque leggere in scheda. Infine ricordo che in qualità di Saggio mi è concesso di essere QM delle giocate svolte a Palanthas ma ovviamente eviterò di far ricorso a poteri da QM nella giocata.

    CITAZIONE
    ► Vivere nel Fulcro della Storia | 2 Passive

    Incessante è l’intessere del Disegno, comunemente chiamato Fato, nella moltitudine di fili che ne compongono la trama. Se ogni filamento non è nient’altro che la vita di una persona, alcuni uomini e donne, gli eroi, sono delle “grinze”, in grado di trascinare gli eventi stessi e di modellarli secondo le proprie esigenze. Non sempre si tratta di persone senza macchia e senza paura, ma semplicemente esseri viventi avvolti dai fili del Fato, che lo vogliano o no, capaci di stravolgere il percorso dell’umanità e di attirare verso di se ogni genere di impresa. Più i fili sono presenti intorno alla persona, più grandi saranno le imprese che la attendono e più grandi le catastrofi che potrà generare. Spesso i predestinati non sono nient’altro che quelli che chiamiamo avventurieri, capaci di viaggiare attraverso i piani e dare vita ad incredibili magie o di spaccare la terra solamente con un pugno. Altre volte, invece, sono persone semplici, destinate magari a decidere la sorte di un intero piano tramite una banale scelta, come aprire o meno la porta ad uno sconosciuto. Il Cantore ha trasceso lo status di umano ed è divenuto parte stessa del Disegno in modo da poterne narrare ogni trama alla perfezione. Proprio per questo, tramite la propria vista, è in grado di scorgere, tramite la vista ed in un raggio di 20 metri, i fili grigi che escono dai corpi delle persone e che ne rappresentano la presenza nella Trama (allo stesso modo di un Auspex basato sull’aura). Nei confronti dei più sfuggevoli è possibile concentrarsi e spendere un consumo medio per ignorare eventuali metodi di occultamento passivi o con consumo inferiore a medio. Al fine di rintracciare gli eroi e le “grinze” è inoltre in grado di eseguire un’analisi più approfondita, su di un singolo individuo per volta, sempre tramite la vista e con la possibilità di scorgere ben tre tipi di filo (oltre a quello grigio di cui abbiamo già discusso). Il filo blu rappresenta ciò che è definibile come “potenza” o “pericolosità” ed il loro numero aumenta in base ai punti presenti nella scheda del pg (considerati in modo approssimativo). Il filo rosso è indice dell’ “importanza”, il che può indicare l’essere sovrano di un regno, essere a capo di importanti associazioni, ma anche l’avere un posto importante in qualche evento. Infine, il terzo filo è quello dorato, destinato ad individui al di fuori del comune, particolari anche tra gli eroi stessi. Per quanto riguarda i png, sarà totalmente a discrezione del master cosa il personaggio è in grado di vedere tramite questa abilità.

    CITAZIONE
    ► Preservare la Narrazione della Storia | Passiva

    Riportare le storie è un compito molto più arduo di quanto si pensi. Non solo è necessario trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ma bisogna evitare di essere influenzati da eventi o dai personaggi presenti nella vicenda. I sentimenti spesso finiscono per essere superflui o addirittura d’intralcio al Narratore ed è pertanto necessario lasciarli alle spalle. Da tempo Rekishi ha abbandonato amore, tristezza, simpatia, odio e qualunque altra sensazione che potesse distoglierlo dai suoi compiti in un trionfo d’apatia. Questo gli permette di stare dalla parte “interessante”, ovvero al fianco degli eroi senza venirne influenzato e con la possibilità di tradire senza rimorsi, nel caso la storia possa risultare più avvincente. In termini di gioco questa passiva gli concede un’immunità a passive e tecniche (fino ad un consumo pari a medio) in grado di creare o amplificare sentimenti (amore, paura, simpatia, etc.), in quanto la sua mente è ben abituata a sopprimerli.

    CITAZIONE
    ► Conoscere la Tessitura della Storia | Passiva

    Grande è la dimensione del Merletto delle Epoche intessuto dalla Ruota del Tempo. Centinaia di migliaia di fili al fine di creare la Storia attorno ai Fulcri. Ben pochi sono quelli che possono vantarsi di conoscere la Tessitura ed ancora meno quelli che possono affermare di esserne parte. Se gli Eroi sono coloro che possono permettersi di deformare l’Intreccio secondo le proprie necessità, è compito del Cantore riuscire a dipanare la Matassa e conoscere ogni Filo. Regni perduti e dimenticati da tempo, battaglie che hanno cambiato la sorte di Piani, Eroi leggendari, antiche lingue sono solo parte del bagaglio che Rekishi porta con se. Avendo passato più di dieci anni a viaggiare incessantemente nei possibili mondi egli ha appreso un numero impressionante di conoscenze al fine di narrare la Storia Ultima. Piccolezze e storie locali ma anche grandi eventi conosciuti in tutti i Piani, come l’eterna minaccia del Chaos. Per sopperire alle proprie lacune, lo storico è riuscito a guadagnarsi l’accesso a Palanthas, la grande biblioteca del Presidio Est dove è stata racchiusa la conoscenza stessa. In questo modo è riuscito ad ottenere preziose informazioni su Endlos stesso oltre ad eventi a molti celati. Eppure la Storia è composta da infiniti tasselli e la perfezione ancora lontana; solo attraverso innumerevoli viaggi alla ricerca del sapere i pezzi andranno al loro posto ed il puzzle sarà completo. In termini di gioco, Rekishi possiede una conoscenza degli eventi interplanari più importanti ed informazioni storiche su Endlos. Tale sapere può essere usato in scene con il consenso dei giocatori presenti od in quest a discrezione del master.

     
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  8. Daligar
     
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    Entrarono nella stanza che il bibliotecario gli indicò. Solo un piccolo cenno del capo per il numero nove, tanto per farlo stare buono. Se la sua calma la poteva comprare chiamandolo con un nome tanto ridicolo, perché no? Sempre meglio che ritrovarsi a dove gestire una sua esplosione -e già ne sapeva qualcosa.

    Peccato che le cose furono stravolte nel momento stesso in cui il Saggio aprì bocca. Una sola parola si dipinse nella mente del Kildren -"Beccati"-, e anche alla grande si direbbe, dal modo in cui l'uomo si prendeva gioco di loro. Evidentemente aveva sottovalutato il luogo dove si trovava. Aveva già intuito che dovevano esserci delle misure di sicurezza, ma non si sarebbe mai aspettato delle contromisure così efficaci.
    Chissà quanto sarebbe interessante conquistare il posto?

    Tuttavia, non era quello il momento per pensare a certe cose, anche se un sorrisino compiaciuto comparve sul suo volto mentre raccoglieva l'invito del Saggio e si sedeva di fronte a lui. Per fortuna aveva il piano di riserva, anche se particolarmente rischioso.

    "Lei ha perfettamente ragione. E' da maleducati presentarsi con nomi altrui."
    -e fin qui, lui aveva già intenzione di presentarsi col suo vero nome-
    "Mi chiamo Daligar e sì, sono già stato in questo luogo dove conferii con il Saggio Amarth. A riguardo di ciò, le assicuro che ho imparato la lezione, altrimenti, mi pare di ricordare, che non sarei nemmeno dovuto entrare."

    Con sguardo sincero, più che di sfida, posò gli occhi sull'uomo che aveva di fronte, intrecciando le dita e posando le mani sulle gambe. Una breve pausa e riprese con le spiegazioni.

    "Per quanto riguarda la copertura..."
    -intensificò lo sguardo prima di andare avanti, come a sottolineare la serietà della situazione-
    "...ciò che sto per rivelarle non deve uscire da questa stanza. I nemici del Sud si annidano ovunque e mi é stato dato preciso ordine di non rivelare la mia identità se non in casi estremi."
    -piccola pausa-
    "Sono stato incaricato personalmente dall'Alfiere del Sud di ritrovare i ribelli che sono fuggiti nel Presidio dell'Est con degli ostaggi. In quanto Ufficiale é mio dovere riportare l'ordine a Merovish, sotto la guida dell'Alfiere, ed é per questo che le chiedo il suo aiuto e il suo sapere."

    Concluse, infine, Daligar. Buttò un occhio al suo compagno, nella speranza che non facesse niente di stupido e/o compromettente. Anzi, nella speranza che si sedesse e non facesse proprio niente.

     
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  9. Hayato Gokudera
     
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    Uuuuuuh, che bella sedia.
    E che bello studio.
    E che beeeeeeeeeeeeeeeeeeee...
    No, il tipo era un cesso.
    Dove sono finite le segreterie sexy dei vecchi film che allietano i passanti con graziosi strusciamenti e decoltè esagerati?
    No, un vecchio quarantenne vestito come mio nonno in giappone e che parla come se fossimo in un film fantasy di serie b. Diamine, esistono davvero ancora persone del genere?
    Però era un guastafeste. Aveva già smontato tutto il nascondino che avevano cercato di montare su lui e il ragno testa.
    Tanto valeva presentarsi.
    «Niente più Sherlock. Senza pipa non rende.»
    Riprese un attimo fiato, come quando si parla da seri ad un bambino discolo.
    «In ogni caso è giusto che tu sappia anche il mio vero nome. Io sono il terrore che svolazza nella notte. Io sono la parte bruciata dei vostri toast appena usciti dal fornetto. Io sono il capello sulla lente del vostro proiettore. Io sono il dito nel vostro piatto di minestra. Il mio nome è Hayato Gokudera.»
    Momento di silenzio.
    «Ciccio per gli amici.»
    Utile, se avesse avuto amici.
    Lasciò parlare il suo capo, dopo. Il suo ruolo lì era solo di supporto, in fondo, e, non sapeva bene perchè, ma quando parlava la gente lo guardava sempre male.

     
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  10. Rekishi Naku
     
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    piuma-2
    ATTO II
    «Dialectic»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Incrociò tra loro le dita. Se i fili di Hayato erano un groviglio era ancora più strano il caso di Daligar che sembrava non possederli. Un'esistenza al di fuori della Storia stessa, cosa singolare.

    «Gli affari del Presidio Sud non sono nei miei interessi. Noi offriamo la conoscenza a chiunque ed è un suo problema per cosa la userà. Sarebbe come biasimare l'uomo per aver inventato il fuoco. E' servito per scacciare le bestie e riscaldarsi la notte. Non è certamente sua la colpa se poi qualcuno lo usa per uccidere.»

    Un rapida occhiata ad entrambi.

    «In ogni caso ditemi cosa volete conoscere. Sono qui per soddisfare la vostra sete di sapere.»
     
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  11. Daligar
     
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    Ascoltò le parole del Saggio senza prestarci veramente attenzione. L'importante era che non rivelasse del loro incontro.

    "Vorremmo sapere del Garwec. Soprattutto la geografia del posto. L'estensione del territorio, il clima, se ci sono posti che offrono una protezione particolare. O anche se sono state mai trovate basi o qualche altra costruzione artificiale."

    Alla fine aveva chiesto ogni cosa gli era venuta in mente.

    "E anche se ci sono creature che cacciano gli uomini."

    Aggiunse per ogni evenienza.

     
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  12. Hayato Gokudera
     
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    Non sapeva perchè era lì.
    Non parlare.
    Non parlare.
    Non aveva la minima idea di cosa stesse dicendo il suo capo.
    Non parlare.
    Non dire boiate.
    Non parlare.
    «Garwec.»
    Non parlare.
    Smettila.
    Dio, smettila di parlare.
    «Sembra il nome di un occlusione intestinale.»
    Ok, basta io mollo.
    rumore di passi in corsa
    porta che si chiude
    motore che parte
    ruote che sgommano

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  13. Rekishi Naku
     
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    piuma-2
    ATTO III
    «Dialectic»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    Vili assassini o nobili cavalieri, portatori di distruzioni o salvatori di mondi. Tutti prima o poi avevano bisogno del sapere. Per ognuno di loro vi era Palanthas, per ognuno di loro avrebbe risposto Rekishi. Si alzò in piedi ed estrasse Requiem dalla sua borsa di cuoio poggiandone la copertina decorata in intarsi d'oro ed argento sulla superficie del tavolo. Gli bastò sfogliare qualche pagina che le scritte d'inchiostro scomparvero e si presentarono nient'altro che fogli bianchi. L'unico rumore nella sala fu, per qualche istante, lo strappo della carta eppure anche l'occhio più attento non avrebbe potuto cogliere le imperfezioni del bordo, come se ormai il tutto non fosse più parte del libro. Epitaffio era scattata sull'attenti, muovendosi con estrema maestria e tracciando linee che componevano i confini di una perfetta mappa.

    «Garwec. Alcuni lo definiscono il lato oscuro dell'Est. Senza alcun dubbio è una zona in netto contrasto con le terre ospitali che il Presidio offre ai viaggiatori. L'altopiano della Tempesta – così i più lo chiamano – è principalmente composto da una spianata sovrastante la valle di Chediya, per lo più brulla per via del suo suolo arido e sterile. Continue intemperie sono ciò che aspetta il viaggiatore, con un cielo perennemente plumbeo e tempestoso dietro cui si nasconde il sole. Nonostante non si possa dire certo che manchi l'acqua la flora attecchisce con difficoltà, privata della luce necessaria alla sopravvivenza.»

    La penna aveva da tempo terminato il disegno passando così a riportare rapidamente le parole del Cantore.

    «Nonostante tutto l'altopiano rimane comunque una zona abitata. Vi sono nomadi, gente orgogliosa e selvatica, cui non vi consiglio di interloquire. Si dice che vivendo a stretto contatto con la tempesta li abbia portati a ridurre al minimo i rapporti con l'esterno. Nota senz'altro importante è quella della presenza di ben due città in un ambiente così ostile. Codec, definita come la città del futuro, è composta da alti palazzi in cemento ed architettura all'avanguardia, comprese serre sempre illuminate e riscaldate. Gli scienziati del Presidio hanno trovato il modo di imbrigliare le forze della natura per alimentarla grazie anche ad una cupola magnetica che lascia i cittadini all'asciutto fungendo anche da parafulmine. Silphyl, invece, viene soprannominata la Città dei Balocchi, di cui purtroppo si sa poco se non il fatto che assomigli ad un grande parco divertimenti partorito dalla mente di un bambino. Si narra che vi dimorino i più grandi artigiani in grado di lavorare a stretto contatto con gli scienziati del Presidio. Il resto dell'altopiano è solo un coacervo di ruderi abbandonati, ma rappresenta senz'altro un'interessante meta archeologica. Illustri esperti del settore hanno affermato che gli edifici risalgono a prima dell'ultima riscrittura, segno che l'altopiano un tempo non era costellato da questi fenomeni distruttivi.»

    Terminate le pagine, Epitaffio si lanciò letteralmente a compiere schizzi di strane creature.

    «Visto il vostro probabile viaggio non sottovaluterei la presenza di creature ostili. Come ho già detto flora e fauna difficilmente attecchiscono a causa delle condizioni estreme, ma la natura riesce sempre a primeggiare in un modo o nell'altro. Il Musoduro è un classico esempio; un rettile di dieci metri e dal peso di oltre quattrocento chili che trova rifugio nelle spaccature del terreno. Le striature sulla sua schiena rappresentano un macro-sistema di fasci neurali, affiancati da condotti contenenti una speciale sostanza fotovoltaica: non appena, infatti, un fulmine illumina il cielo, il dorso dell'animale si accende conseguentemente di un alone giallognolo, quasi fluorescente permettendogli di sopperire al cibo per lunghi periodi. In caso di pericolo, i maschi di Musoduro riescono a convertire questa riserva latente in stamina, necessaria a potenziare gli arti inferiori e superiori per compiere dei balzi che, uniti al loro ragguardevole peso, li rendono temibili assalitori. La femmina, invece, è solita restare a difesa del nido, e qualora minacciata è solita reagire emettendo dei getti di liquido che, a contatto con l'aria, si elettrizzano, provocando una reazione chimica in grado di riprodurre delle vere e proprie saette in miniatura. Il fenomeno è reso possibile da una serie di fori posti sul corpo della bestia, in prossimità della "dorsale fotovoltaica", che di norma sembrano troppo piccoli per poter emettere energia ma che, a seguito dell'allattamento e del parto, si dilatano fino a triplicare le proprie dimensioni. Animali senza dubbio più aggressivi sono i Puma Concolor Reale, estremamente territoriali e feroci, nonché tanto grandi da poter sventrare un cavallo con una semplice zampata. Vantano una velocità notevolissima, e sebbene difettino di resistenza nella corsa coprono distanze degne di nota nell'incessante attività di pattuglia della zona che hanno eletto a proprio territorio. Durante il periodo estivo, in concomitanza con l'avvento della stagione degli amori, raggiungono il picco massimo di occupazione: i maschi in questi mesi cacciano anche per attirare a sé delle compagne e pertanto cessano di cercare cibo praticamente solo per dormire. Ancora più pericolose diventano le femmine, le quali accumulano il grasso corporeo che sarà poi bruciato nel periodo che precederà lo svezzamento dei cuccioli; esse possono di conseguenza divorare quotidianamente una quantità spaventosa di cibo. Infine trovo d'obbligo spendere due parole sui Gron . In genere si tratta di creature dallo scarso intelletto ed incapaci di comprendere la violenza fine a se stessa. Tuttavia può capitare che, a seguito di abitudine assimilate in compagnie mercenarie, finiscano per scappare e vagare liberi per gli Altipiani perseguendo una distruzione insensata di ogni forma di vita con cui vengono in contatto. In tal caso vi ritrovereste contro un bestione insensibile al dolore, dalla forza mostruosa e dalla notevole stazza – si dice possano schiacciare la testa delle persone come acini d'uva - e protetto da elmi e corazze sottratte alle vittime.»

    Terminati gli ultimi disegni la penna tornò inerte sul tavolo. Il Cantore non aggiunse altro ed ordinò i fogli per poi porgerli al duo.
     
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  14. Daligar
     
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    La Testa ascoltò rapito, tirando occhiatacce ad Hayato per farlo stare buono, e si allungò verso il Saggio nel momento in cui questo gli porse dei fogli con su le bozze degli animali. Esseri non proprio bellissimi, ma da non sottovalutare.

    "Ancora una domanda se permette: questa riscrittura é qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci? E se sì, come possiamo difenderci da essa?"

    chiese curioso il Kildren.

     
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  15. Rekishi Naku
     
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    piuma-2
    ATTO IV
    «Dialectic»


    Narrato
    «Parlato di Rekishi»

    Palanthas

    «Mi sorprende che non siate a conoscenza degli effetti della riscrittura. Come Ufficiale vi consiglierei di documentarvi maggiormente su Endlos.»

    Sfiorò alcuni fogli bianchi e questi iniziarono a piegarsi fino ad assumere la forma di un tornado in versione origami.

    «Il Maelstrom non porta solo persone su Endlos. Non è raro che trascini intere regioni, così come è successo a Klemvor, oppure ne porti via alcune. Ultimamente nel Presidio Ovest sono scomparse delle terre a sud; la principessa di quel posto è migrata verso Laputa...ma questa è un'altra Storia. Purtroppo per voi la riscrittura è un fenomeno costante e contro cui è impossibile opporsi. Serve altro, chiede Rekishi.»
     
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17 replies since 4/6/2011, 14:57   333 views
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