[EM] Piovono Droidi dal cielo

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  1. _MajinZ_
     
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    Lo Yuzrab era probabilmente uno dei luoghi più inospitali di tutta Endlos. Il sole batteva così forte che riusciva a fondere le particelle di silicio nascoste nella sabbia, dando così vita ai famosi Laghi di Vetro, qualcosa che rendeva quel deserto ancora più inospitale del solito.
    Era impensabile che un essere umano si muovesse in quei luoghi, di giorno soprattutto, a meno che non fosse un pazzo o uno squilibrato. Oppure un povero uomo che aveva ricevuto ordini precisi, che prevedevano il raggiungimento di una carovana bisognosa dell’aiuto di un Eversore.
    Un Eversore che in quel momento non avanzava e nemmeno indietreggiava, ma che visto il caldo opprimente aveva deciso di attendere la notte sotto una roccia, così da muoversi con il favore delle tenebre e procedere molto più rapidamente correndo molti meno rischi, non aveva nessuna fretta e preferiva evitare di essere mandato al tappeto da un colpo di calore, visto che in quel luogo non sarebbe andato nessuno a recuperarlo.
    La roccia dove aveva trovato riparo Dimitriy, forniva dell’ombra preziosa che era sicuramente meglio del sole cocente, anche se faceva caldo allo stesso modo. Però era stata una vera fortuna trovare quel riparo, visto che iniziava a non reggere tutto quel caldo, non ci sarebbe mai riuscito. Lui amava il freddo, il gelido freddo della sua terra era rimasto nel suo cuore, ma per ironia della sorte era finito nel mezzo di un deserto. Il destino a volte era proprio strano.
    Il Russo comunque afferrò la sua borraccia, bevendo un sorso di quell’acqua che ormai aveva la stessa temperatura della sabbia dove era poggiata, un vero schifo. Però in tutto quel paesaggio immobile, qualcosa attirò la sua attenzione, facendo si che i suoi occhi si spostassero dallo scheletro poco lontano al cielo, luogo dove stava per avvenire qualcosa, un fatto molto simile a quel che l’aveva portato in quel luogo dove aveva trovato la libertà.
    Non si mosse comunque, l’assassino rimase fermo nella sua posizione così da godersi lo spettacolo, infondo non era una cosa da tutti i giorni vedere la monotonia mutare in qualcosa di più interessante della distesa di granelli sabbiosi. Il biondo restò quindi immobile, con le gambe incrociate e le braccia strette al petto, impassibile nonostante tutto.
    Il cielo quel giorno sembrava essere un portatore di nuove notizie, come ad esempio la caduta di strani esseri in mezzo allo Yuzrab, proprio una bella novità.



    Benvenuto nel tuo arrivo/arruolamento, spero sia di tuo gradimento ;D enjoy!
     
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  2. mmmarm
     
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    Durò un attimo, eppure sembrò una vita. Il viaggio era stato così movimentato da sembrare più lungo di quanto fosse. Il passaggio attraverso il Maelstrom aveva sancito l'inizio della nuova vita di Syntech, e da come era stato non prometteva nulla di buono. D'altra parte tutto questo non era niente se paragonato alla sua vecchia vita, se può definirsi tale.

    Il droide osservò ogni cosa intorno a se durante il viaggio, nonostante le pessime condizioni era curioso ed era smanioso di immagazzinare tutte quelle informazioni nella sua memoria. Il Maelstrom è misterioso, ti cattura senza preavviso e senza dubbio ti segna nel profondo. Però per il robot era stato diverso, lui stesso si era lasciato catturare, e di certo non se ne pentiva. Una nuova vita lo attendeva e iniziava con il suo arrivo.

    Quella giornata era parecchio calda stando ai sensori del droide. Il cielo era luminoso e limpido e il sole splendeva con una luminosità che Syntech non aveva mai potuto immaginare. Si rese conto di essere in aria troppo tardi per evitare l'impatto che fu disastroso data la velocità raggiunta dal robot. Un botto e poi più nulla. Il grande consumo di energia aveva costretto Syntech allo spegnimento.

    Si svegliò. Sabbia, dovunque. La conosceva bene. Il suo stesso pianeta era di sabbia e roccia. Così simile eppure così diversa. Quella sabbia era particolare, anche se il droide non avrebbe saputo dirne il motivo. Forse il colore o le dimensioni, o forse il solo fatto di essere illuminata dal sole. Brillava e scintillava tant'è che ricordava un'immensa distesa di preziosi.

    Provò ad alzarsi, ma qualcosa non andava. Anzi, per meglio dire mancava. I suoi arti si erano staccati, nessun danno grave, ma come poteva riattaccarli essendo così distanti da lui. La sua vita, appena all'inizio era già terminata. In fondo chi passa nel deserto con questo caldo.

     
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  3. _MajinZ_
     
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    Alla fine qualcosa cadde davvero dal cielo, una scena che gli occhi del giovane Dimitriy catturarono completamente. Nel cielo, infatti, ad un’altezza abbastanza considerevole si aprì un portale, qualcosa di identico a quello che aveva aperto lui, grazie alla tecnologia di quegli scienziati. Rabbrividì al pensiero di finire in una situazione come quella a sua volta. Sarebbe sicuramente morto.
    Si, visto il tonfo che fece quel coso precipitato dal cielo, una volta giunto al suolo sarebbe diventato una marmellata d’uomo. Un singolo tonfo nella sabbia mise fine al tutto, decretando forse la fine di quello strano evento a cui il biondo aveva assistito. Era un vero peccato, quasi gli dispiaceva per quella cosa, sempre se fosse stato un essere vivente.
    La curiosità comunque era un sentimento umano che spingeva molti a fare delle cazzate, ma il russo non aveva nessuna intenzione di cacciarsi nei guai, voleva semplicemente dare un’occhiata e capire di cosa si trattava, nient’altro. Così il ragazzo recuperò la borraccia che venne posizionata nella tasca, muovendo svariati passi sotto quel caldo terribile. I suoi piedi affondavano sulla sabbia rovente e ci mise parecchi minuti per giungere a destinazione, aveva quasi giurato che fosse più vicino, aveva sicuramente sbagliato a calcolare la distanza in un luogo vasto come quello.
    Ben presto però, in mezzo alla sabbia, divenne visibile qualcosa di vagamente umano, o almeno, una testa l’aveva ed era già una buona cosa. La sua forma era assimilabile a un busto, forse, con dei tubi che lo collegavano alla parte più piccola ancorata sopra, quella doveva essere la testa. Però mentre avanzava un rumore metallico gli fece capire che aveva calpestato qualcosa. Guardò in basso e cosa vide? Un braccio. Ricoperto di metallo, per giunta. No, non aveva nulla di umano quel coso, anche perché di sangue non se ne vedeva. Comunque in quel momento portò lo sguardo di ghiaccio sul corpo più grande, notando che anche lui era alla ricerca di qualcosa di abbastanza prevedibile.
    Non si scompose troppo, l’assassino, aveva visto così tante cose strane che ormai non si scandalizzava più. Così il giovane si abbassò e afferrò con la mano avvolta dal guanto bianco l’arto meccanico, mostrandolo quindi alla strana creatura robotica. Chissà, magari sapeva anche parlare quel coso, anche se aveva qualche dubbio su quel campo. Comunque gli bastava che capisse le sue buone intenzioni, sembrava che quel giorno il deserto non fosse così disabitato come sembrava. C’erano persino precipitazioni di Droidi a caso, il che rendeva quella giornata parecchio interessante.

     
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  4. mmmarm
     
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    I raggi del sole non risparmiavano niente in quel deserto. Persino la stessa sabbia, per via del calore, tramutava in enormi laghi di vetro. E così il calore si abbatteva anche sul droide causandogli la sensazione di essere sul punto di sciogliersi. Si sentiva sprofondare nella sabbia e aveva abbandonato ogni speranza. Le braccia e le gambe si trovavano a circa due metri di distanza dal robot. Era terribile: erano così vicine ma non abbastanza da permettere al droide di ripararsi. Forse se non avesse perso tutte quelle energie i suoi nanoidi avrebbero potuto aiutarlo, ma non c'era nulla da fare.

    Si godeva la vista del cielo e di quelle scintillanti distese prima di spegnersi e di concedersi alle sabbie di quel deserto. Ma, un umano a pochi passi da lui. Aveva raccolto il braccio e lo mostrava a Syntech, forse aspettandosi una risposta.

    L'uomo era vestito di colori molto scuri, spiccavano i guanti di un bianco molto candido che facevano pendant con i lunghi capelli molto chiari. Gli occhi particolari, di una tonalità chiara tendente all'azzurro, sembravano privi di emozione. Con lo sguardo fisso davanti a sé, gli parlò.
    <<Umano. Maschio.>>
    Poi, si voltò verso di lui e si espresse con più naturalezza possibile.
    <<Qual'è il tuo... nome?>>
    Continuò a fissarlo, senza muoversi, attendendo una risposta. Forse c'era ancora una speranza. Avrebbe potuto salvarsi, sempre sperando che quell'uomo non restasse inerme davanti al robot.

     
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  5. _MajinZ_
     
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    Contrariamente ad ogni aspettativa, il robot menomato pronunciò qualche parola di senso compiuto, facendo così capire al biondo che era comunque un essere senziente che capiva le sue frasi. Non sembrava una fredda macchina che sparava missili da ogni dove, o almeno, per il momento un frullatore era più pericoloso di lui, visto che non poteva muoversi di un solo millimetro. Beh, ci avrebbe pensato in un secondo momento alle conseguenze, per il momento l'assassino decise di fidarsi del suo istinto, tirandosi su e muovendo qualche passo in direzione dell'androide, posando il braccio in prossimità del moncherino. Proprio non aveva nessuna idea di come riattaccargli quel braccio, forse però era meglio recuperare tutti gli arti prima, così da pensare cosa fare.
    Prima di tutto però il giovane si fermò, fissando quello che sembrava l'unico occhio della macchina, osservandolo per qualche istante prima di schiudere le labbra e parlare con il rottame. Non voleva essere offensivo, ma in quel momento quel coso non era nelle più belle condizioni, bisognava lavorarci un po' sopra, ecco.
    Dimitriy.
    Il russo non era un tipo che si perdeva in troppe parole, limitandosi a rispondere alla domanda postagli senza aggiungere altro: era fatto così. Probabilmente aveva parecchie cose in comune con il robot, a partire dalla freddezza con cui reagiva alle situazioni più disparate, come quella ad esempio.
    Senza aggiungere altro il naufrago si mosse, andando a recuperare una gamba metallica e posizionarla vicino al corpo, facendo poi la stessa cosa con l'altro braccio e l'altra gamba, osservando quindi il lavoro mentre il sole minacciava di fargli bollire il cervello. Ora, il biondo non aveva molta dimestichezza con le robe meccaniche, però magari poteva fare qualcosa seguendo le indicazioni del droide. Lo osservò appena, riprendendo quindi a parlare un istante dopo, dando uno sguardo al punto di congiunzione tra braccio e resto del corpo.
    C'è un modo per ripararti o fai da solo?
    Domandò infine il biondo, incrociando quindi le braccia al petto in attesa di una risposta, sperando che quella pronunciata dal robot non fosse una domanda di default, altrimenti era proprio nei casini, visto che trascinare una roba così in mezzo al deserto era un vero e proprio suicidio.

     
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  6. mmmarm
     
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    L'uomo sembrava freddo e distaccato, ma di certo non era spaventato dal robot, fin tanto che si dimostrò perfino gentile nei suoi confronti. L'uomo si avvicino e pose il braccio del droide accanto al suo corpo. Rispose subito, pronunciando un'unica parola. Il suo nome era Dimitriy, un nome tipicamente russo stando all'archivio di Syntech. Cosa ci faceva un uomo del genere in un deserto tanto assolato?

    <<Io sono RS39522, droide sabotatore d'ordinanza.>>
    Poi, resosi contro dell'eccessiva formalità e freddezza, disse amichevolmente:
    <<Puoi chiamarmi Syntech.>>

    Dopo aver sistemato il braccio accanto al corpo, l'uomo recuperò per prima cosa la gamba e in seguito gli altri due arti. Quindi, dopo averli messi a terra, osservo l'attacco tra il braccio e il corpo. Si dimostro disponibile ad aiutare il robot. Un aiuto avrebbe potuto fargli comodo, ma in fin dei conti non ne aveva bisogno.
    <<Ti ringrazio, ma non c'è bisogno. Posso fare da solo.>>

    I nanoidi scivolarono lentamente dal moncherino del droide per agganciarsi al braccio. La stessa cosa si ripeté con gli altri arti. Era un processo piuttosto semplice: i nanoidi costituivano un collegamento con gli arti in modo tale da rinforzare la struttura e permettere al robot di muoversi, nel frattempo esso si auto riparava.
    <<Ci metterò un po'.>>

    Il robot osservava quel misterioso figuro. Non capiva perché, benché sembrasse un uomo freddo e distaccato, lo avesse aiutato. Era curioso e non riuscì a trattenersi.
    <<Dimmi, se non sono troppo indiscreto, cosa ti ha spinto a soccorrermi, a non lasciarmi qui?>>
    Forse aveva esagerato, aveva conosciuto quello uomo da troppo poco tempo e non aveva idea di chi fosse, ma la curiosità era parecchia, e in fondo quell'uomo si era già dimostrato gentile.

     
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  7. _MajinZ_
     
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    Un Droide sabotatore, eh? Buono a sapersi, pensò Dimitriy mentre continuava ad osservare il robot, il quale dopo essersi accorto del tono fin troppo formale e freddo, decise di presentarsi in un modo più amichevole. Syntech era il suo nome e dal modo in cui si esprimeva non sembrava poi così gelido, vista la sua propensione a parlare con uno sconosciuto che forse era anche più freddo di lui.
    Comunque era una fortuna che l'androide potesse ripararsi da solo, visto che il russo proprio non sapeva da dove iniziare, preferendo restare in silenzio così da osservare quel che stava accadendo. Infatti appena qualche istante dopo il posizionamento degli arti, qualcosa iniziò a scivolare fuori dal moncherino, raggiungendo così il braccio prima, per poi gli altri arti dopo, come una sequenza collaudata migliaia di volte. Comunque lo strano fenomeno continuava, mentre qualcosa ricreava i collegamenti con l'arto amputato. Era una sorta di auto-riparazione sicuramente molto utile in svariati casi, visto che un normale essere umano poteva rischiare la morte solo con un arto tagliato, ma lui non aveva mica il problema del sangue e anzi, poteva ripararsi da solo.
    L'assassino continuò ad osservarlo, disse che ci avrebbe messo un po', probabilmente a causa della delicatezza dell'intervento. Lo sguardo del biondo però era abbastanza enigmatico, non era facile capire il motivo per cui aveva aiutato quel droide, di certo non era una semplice gentilezza visto che poteva lasciarlo benissimo sotto il sole. Anche se era da un po' che il comportamento del giovane variava, visto che ormai poteva decidere da solo cosa fare, visto che non aveva più ordini così stretta da rispettare.
    Allo stesso modo, però, Dimitriy decise di placare la sua curiosità, spiegando al robot in fase di riparazione il motivo di fondo per cui aveva deciso di aiutarlo ancora. Certo, magari stava nascondendo il motivo reale, ovvero il fatto che l'avesse aiutato così, perché l'aveva semplicemente visto in difficoltà.
    Non c'è un motivo preciso, il fatto è che mi sembrava uno spreco lasciare qualcosa di prezioso come te sotto il sole cocente. Puoi trovare di meglio che scioglierti qui, ad esempio puoi seguirmi a Merovish e unirti alla causa per cui combatto. Mi sembra un'offerta ragionevole, no?
    Il suo tono era freddo e privo di emozioni, però quelle parole erano vere. Agli Eversori servivano nuovi adepti e chi più di un robot piovuto dal cielo poteva unirsi a loro? E poi l'aveva detto lui stesso che era un abile sabotatore, quindi la sua presenza poteva tornare utile alla causa. Comunque Dimitriy si limitò a fissare il robot osservandone la riparazione, in attesa di un'eventuale risposta. Non importava se fosse positiva o negativa, una volta giunti su Endlos si aveva così tanta libertà che ogni uomo poteva decidere da solo come vivere.

     
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  8. mmmarm
     
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    L'uomo osservò gelidamente il droide, sembrava non volersi sbilanciare. Disse semplicemente che sarebbe stato uno spreco lasciare Syntech lì. Era il primo uomo che incontrava su Endlos e già voleva sfruttarlo, fu il suo primo pensiero, eppure era diverso dai suoi creatori. L'aveva persino invitato a unirsi a lui per chissà quale motivo, e il robot si sentiva in un certo senso obbligato a prestare aiuto al suo salvatore.
    <<Bene. Ti seguirò, Dimitriy. Ma, voglio sapere qual'è lo scopo a cui aneli?>>
    Qualunque fosse stato non si sarebbe tirato indietro; forse perché era ancora sua natura rispettare il volere degli uomini, o forse, più semplicemente, perché quell'uomo era stato sincero con lui.

    Come parlò la riparazione andò avanti e i nanoidi costituirono dei legamenti abbastanza resistenti da permettere al droide di muoversi autonomamente e sebbene deciso ad alzarsi, non riuscì poiché era troppo debole. Tese il braccio sintetico sinistro davanti a sé, con le tre dita che puntavano verso l'uomo attendendo che questo lo aiutasse a sollevarsi. Guardò il braccio e poi gettò uno sguardo sull'uomo che stava dritto dinanzi a lui.
    <<Avrei bisogno di un aiuto...>>

    Syntech non riusciva a immaginare cosa lo aspettasse. Bé, in realtà non poteva. L'immaginazione era una prerogativa umana, eppure qualcosa lo portava a pensare che sarebbe andato tutto bene. Forse era solo un'illusione dovuta a quel fortuito incontro ma non c'era nessun modo di scoprire la verità se non seguire l'uomo.

     
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  9. _MajinZ_
     
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    Sicuramente l’opera di convincimento dell’androide fu fin troppo facile, tanto che il bionde ne rimase in parte stupito, anche se dal suo viso non traspariva nessuna emozione. Una cosa però era certa, capire le intenzioni di quel ragazzo era veramente complicato, la sua faccia infatti era sempre uguale e non si poteva leggere nulla in essa: non ci riuscivano le altre persone, figurarsi per un droide.
    Comunque la domanda pronunciata dal robot era abbastanza legittima, anche se ricevere una risposta era abbastanza complicato, visto che Dimitriy in genere preferiva tenersi tutto per se lasciando gli altri fuori dai suoi ragionamenti. Però in quel momento non poteva sottrarsi dal dare una risposta alla sua nuova recluta, doveva metterlo al corrente di quel che sarebbe successo da quel momento in poi, senza sfruttare minimamente il fatto che gli fosse debitore, se doveva prendere una decisione doveva farlo da solo, con la sua mente. Poteva scegliere e quale momento migliore per farlo? Anche al russo era successa la stessa cosa e alla fine aveva scelto di unirsi alla causa degli Eversori. Aveva accettato la cosa solo perché era stato lui a scegliere e Syntech aveva lo stesso diritto.
    Per quel motivo l’assassino voltò lo sguardo verso il cielo, lasciando che le sue braccia tornassero lungo i fianchi, prendendo quindi la parola.
    Vedi... Io e te siamo simili.
    E voglio dare a te la stessa possibilità che mi è stata data.
    Per questo motivo non farlo solo perché ti senti in debito, ma decidi con la tua testa...
    Il mio scopo è solo quello di indicarti la via, noi Eversori abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile, ma ciò non significa che devi per forza seguirci.
    Qui puoi essere libero e la Gilda da questa possibilità, puoi lavorare e aiutarci a seguire i nostri scopi, ma allo stesso tempo puoi essere libero.

    Dimitriy concluse il suo discorso facendo tornare il silenzio in quella landa desolata. Aveva parlato più di quanto faceva di solito, però era sicuramente una cosa ammirevole, significava che il suo cambiamento era ancora in atto e ciò poteva fargli solo bene.
    Comunque, il giovane osservò il droide ripararsi e le giunture sembravano essere diventate abbastanza solide da permettere il movimento, anche se allo stesso modo non riuscì a tirarsi su. Tese quindi il braccio in direzione del naufrago, il quale lo osservò per un attimo, ma senza pensarci troppo allungò il suo, afferrando quella particolare mano con sei dita. Infine lo tirò su, sperando caldamente che non fosse troppo pesante, ecco.
    Se vuoi avere più risposte, seguimi.
    E il ragazzo era già pronto a guidarlo, se non fosse che voltandosi verso le sue spalle, notò qualcosa di abbastanza seccante. Infatti a una decina di metri da loro si trovavano due Viashino di pattuglia che fissavano lo strano due facendo guizzare in avanti le loro lingue da rettile. I lucertoloni erano armati di lancia e sembrava stessero cercando qualcosa, forse pensavano che fossero delle facili prede.
    Come se non bastasse, lateralmente ne spuntò un altro, il quale doveva essere il capo visto che fece segno agli altri due di lanciarsi all’attacco, seguendoli all’istante. Si prospettava già una prova per il nuovo arrivato, era abbastanza strano infatti che qualche abitante del luogo non fosse giunto per dargli il benvenuto, così come era successo allo stesso Dimitriy. Il russo sbuffò, lanciandosi a sua volta all’attacco in direzione del lucertolone che diede gli ordini, lasciando gli altri due al droide, che doveva già difendersi dalla lancia in arrivo, visto che una di quelle lucertole l'aveva appena lanciata.



    Questi sono i rompiballe, affrontali come meglio credi XD contali come se abbiano un power up del 25% in agilità e velocità, mentre l'attacco con la lancia è un basso :3
     
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  10. mmmarm
     
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    L'uomo non rispose alla domanda, ma ciò che disse convinse ancor di più Syntech, e mostrò le intenzioni del russo. Non voleva sfruttare il robot, anzi voleva addirittura offrigli la possibilità di scegliere del suo destino, cosa nuova per lui. La gilda cui faceva parte, gli Eversori, sembrava essere un'ottima speranza per Syntech. Eversori. Quale poteva essere mai il loro scopo? Tutto ciò incuriosiva il droide, e se davvero avesse avuto l'opportunità di scegliere, tanto meglio.

    Il droide, seppur vacillante, si sollevò con l'aiuto del biondo e lo osservò. Ruppe nuovamente il silenzio invitando il robot a seguirlo. Syntech lanciò un'ultimo sguardo all'immensa landa sabbiosa e a gli incandescenti laghi di vetro. Dunque si voltò pronto a seguire l'uomo se non fossero sbucati due figuri a circa dieci metri di distanza.

    I grossi rettili umanoidi -si direbbe imparentati con i serpenti- si diressero verso il duo. Forse erano a caccia o magari stavano delimitando il loro territorio. Erano armati di lance e la loro pelle squamosa aveva un colorito simile a quello della sabbia, un tipico esempio di adattamento. Ne spuntò un'altro alla loro destra che agitò la mano spronando i rettili a farsi avanti. Dimitriy sbuffò, evidentemente conosceva quelle creature e sapeva che lì avrebbero rallentati. Fu in un attimo che l'uomo si lancio verso il capo dei rettili ad una velocità incredibile che il droide non avrebbe potuto mai associare a un umano. Non poté però osservarlo più di tanto che si vide arrivare contro una lancia, scagliata da uno dei due rettili. Se ne sarebbe dovuto occupare lui.

    Syntech fece confluire i nanoidi intorno a sé in modo da deviare la lancia, dunque lì compresse in sei sfere ad alta densità che lancio contemporaneamente a grande velocità verso i due rettili. Poco prima di raggiungere i rettili si divisero in due gruppi, tre verso il rettile a destra e tre verso quello a sinistra, per poi esplodere prima dell'impatto.



    Energia: 100%-15%=85%

    Nano Barrier [x]
    I nanoidi formano uno scudo a difesa di Syntech. In caso di attacco il consumo di energia dovrà essere pari all'attacco subito. Se si spende un consumo inferiore all'attacco da contrastare, si subiranno danni uguali alla differenza tra le due tecniche.
    (Consumo: Basso)

    Nano Bomb [x]
    Con questa tecnica i nanoidi vengono compressi formando sfere ad alta densità che sono lanciata in direzione del nemico. Prima di colpirlo, a una distanza di mezzo metro, esplodono frammentandosi in tantissimi pezzi che feriscono il nemico con danni da taglio. Le sfere lanciate sono sei e possono essere formate da qualsiasi fonte di nanoidi, a patto che appartengano al corpo di Syntech.
    (Consumo: Medio)
     
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  11. _MajinZ_
     
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    Come era prevedibile, il droide non si fece trovare impreparato, rispondendo prontamente all’assalto dei rettili guastafeste. La lancia rimbalzò contro la barriera generata dal robot, schizzando via e lasciando di stucco la lucertola proprietaria dell’arma, la quale non si aspettava proprio qualcosa di simile.
    La sua distrazione, però, fu la sua condanna a morte. Infatti dopo essersi difeso, Syntech scagliò in direzione dei due assalitori sei sfere formate dalla stessa sostanza che lo aiutò a riattaccare i suoi arti appena qualche minuto prima. Uno dei due Viashino fu abbastanza accorto da sfuggire all’area di effetto di quella strana minaccia, mentre l’altra ancora distratta non poté far nulla per schivare l’attacco, beccandoselo in pieno. L’esplosione fu devastante per il suo corpo e non ebbe neanche il tempo di urlare, visto che le schegge trafissero il suo corpo in più punti, facendolo quindi cadere sulla sabbia, macchiandola di un rosso molto scuro.
    L’altra lucertola però continuò la sua corsa, portandosi quindi molto vicino all’androide e sferrando un affondo con la sua lancia, con l’intenzione di colpire i guerriero metallico al petto. Non sembrava per nulla spaventato da quel che era successo al suo compagno, ma forse semplicemente non capiva la gravità della cosa. Eseguì quindi il suo attacco senza sapere cosa gli sarebbe successo.
    Dall’altro lato dello scontro, invece, Dimitriy se la stava vedendo con il capo degli altri due Viashino, anche se non era poi così forte come voleva fargli credere. Infatti si ritrovò del tutto impreparato alla gran velocità con cui il russo era scattato, riuscì solo a menare un affondo con la sua lancia che però venne abilmente schivato dal biondo. Ne scaturì quindi una raffica di colpi in direzione della lucertola, sei colpi precisi per smontare il rettile ed abbatterlo, concludendo l’azione con un rapido colpo dell’artiglio che quasi invisibile aprì uno squarcio sul petto del boss, il quale successivamente cadde a terra privo di vita.
    Quei cosi aveva proprio sbagliato prede quel giorno e purtroppo per loro non avevano avuto l’occasione di accorgersi dello sbaglio. Comunque il ragazzo si voltò in direzione del robot per vedere come se la stesse cavando, ma sembrava proprio che non avesse bisogno di aiuto.



    L'affondo è come una tecnica di livello medio, per il resto massacralo :8D:
     
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  12. mmmarm
     
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    Le sfere arrivarono dritte in direzione dei rettili. Il primo se ne accorse in tempo e riusci a sfuggire all'attacco, mentre il secondo, stupito dall'abilità di Syntech che aveva vanificato il suo attacco, restò fermo e venne coinvolto in pieno dall'esplosione.

    Abbattuto il primo rettile, Syntech poté concedersi una breve pausa durante la quale osservò il russo. Era davvero molto veloce, e ciò non si era limitato allo scatto effettuato verso il capo di quelle creature, infatti l'uomo sferro una combo di sei rapidissimi colpi letali, probabilmente diretti verso dei punti critici. Il tutto terminato con un solo colpo eseguito con un'artiglio metallico che finì il rettile.

    Il droide si voltò appena in tempo per vedere arrivare il rettile sopravvissuto, che correva a grande velocità verso di lui. Sembrava non aver afferrato cosa fosse successo esattamente al suo compagno, tanto che ebbe l'ardore di compire un affondo verso il petto del robot. Syntech impiegò un maggior numero di nanoidi che confluirono dalle sue braccia per collocarsi intorno a lui, formando una barriera più resistente a quella usata in precedenza. Poi scattò e si girò prontamente, trovandosi di spalle davanti al rettile. Infine fece passare la spada attraverso la cavità del suo corpo in corrispondenza dell'addome del nemico.



    Energia: 85%-20%= 65%

    Nano Barrier [x]
    I nanoidi formano uno scudo a difesa di Syntech. In caso di attacco il consumo di energia dovrà essere pari all'attacco subito. Se si spende un consumo inferiore all'attacco da contrastare, si subiranno danni uguali alla differenza tra le due tecniche.
    (Consumo: Medio)

    Harakiri [x]
    Questa tecnica ad alto rischio può essere attuata da Syntech perché possiede un buco in corrispondenza del ventre, e quindi la sua esecuzione è, si pericolosa ma non letale. Può essere effettuata solo se vicini all'avversario. L'utilizzatore della tecnica si predispone con la schiena rivolta al nemico, poi fa la spada passare attraverso il suo ventre per colpirlo. Il danno inflitto da questo attacco varia in base al punto colpito.
    (Consumo: Medio)
     
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  13. _MajinZ_
     
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    Poche mosse e anche per l'ultimo Viashino rimasto scoccò l'ora della morte. La punta della sua lancia non giunse mai a destinazione, visto che anch'essa si scontro con la barriera che si espanse intorno al droide, con la quale respinse il violento colpo in arrivo, che andò totalmente a vuoto.
    Successivamente Syntech scattò in avanti, voltandosi proprio al momento giusto così da dare le spalle al mostriciattolo, il quale per un attimo pensò di avere un'occasione d'oro per colpire, ma purtroppo non fece in tempo a muovere la sua lancia, visto che qualcosa gli trafisse il petto. Abbassò lo sguardo quindi, notando che dal foro nell'addome dell'androide fuoriusciva la sua lama che l'aveva preso in pieno. Provò a dire qualcosa la lucertola, ma l'unica cosa che fuoriuscì dalla sua bocca fu solo del sangue. Infine cadde a terra, ormai privo di vita.
    Dimitriy assistete alla scena qualche metro più indietro, muovendosi quindi in direzione del robot una volta che la colluttazione ebbe termine. Nonostante la sua espressione fosse gelida come al solito, sul suo viso si poteva leggere la soddisfazione per quel che era appena successo, l'uomo metallico infatti si era dimostrato un elemento valido e sicuramente poteva fare grandi cose, negli Eversori.
    Il biondo osservò per un attimo le due creature immobili al suolo, spostando quindi lo sguardo gelido vero l'unico occhio del tesoro prezioso che aveva salvato in mezzo a quel deserto implacabile. Di certo era stata una bella fortuna trovarsi in quel luogo dimenticato da tutti proprio in quel momento, altrimenti chissà cosa sarebbe successo al povero Syntech. Comunque, un attimo dopo il russo prese la parola.
    Sembra che i guastafeste siano sistemati.
    Ritornando al discorso di prima, vieni con me?

    Non attese una risposta, era solo lui a dover decidere, motivo per cui l'assassino si mosse, iniziando a camminare verso una direzione precisa. In un certo modo era sicuro che quel droide sarebbe venuto con lui, infondo non aveva poi così tanto da perdere. Era comunque una scelta che doveva fare lui, Dimitriy non l'avrebbe di certo condotto con la forza alla Tana.



    Per me la scena si può concludere qui, fa un ultimo post per chiudere e abbiamo finito :3
     
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  14. mmmarm
     
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    La barriera respinse la lucertola che venne in seguito trafitta al petto dalla spada. Syntech la estrasse e il cadavere del rettile crollò a terra. Scosse la lama come per volerla pulire dal denso sangue di quelle creature e poi la rinfoderò nell'apposita custodia posto sulla sua schiena.

    Il droide fissò il biondo e, anche se aveva il solito sguardo privo di emozioni, si avvertiva nel suo volto una certa soddisfazione. Quello era stato un incontro fortuito per entrambi: Syntech era sopravvissuto e ora avrebbe potuto incominciare una nuova vita. Ormai non avevi più dubbi.

    Il russo lo invitò un'ultima volta a seguirlo, poi si incamminò dando le spalle al droide. Era sicuro che il robot avrebbe accettato e, in vero aveva ragione. Il droide osservò attentamente allontanarsi quell'uomo che lo aveva salvato. Si riprese e si accorse di essere rimasto troppo indietro, allora lo raggiunse.
    <<Ti seguo.>>
    Pronunciò queste due parole solo per essere sicuro che il russo sapesse di essere seguito.

    Il grande letto di sabbia si estendeva all'orizzonte e oltre fino a fondersi al grande luminosissimo cielo. Quel luogo tanto spietato e amaro era stato il punto di approdo nel mondo di Endlos per Syntech. Probabilmente si sarebbe stabilito lì, dove questi eversori avevano base. Di certo non avrebbe dimenticato il suo arrivo su Endlos e l'incontro con quell'uomo che avrebbe cambiato la sua vita.

     
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