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"Non sia mai ch'io ponga impedimenti
all'unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato".William Shakespeare.
In quella notte l'oscurità del cielo era ammantata dall'abbraccio di una leggera foschia e le stelle dei mondi sopra di loro assistevano mute allo spettacolo, nascoste da quel velo che sapeva di brina.
Sulla cima della torre del Latifondo che, al pari della terra su cui sorgeva, sfidava il cielo con la sua sola esistenza, una fanciulla dai lunghi capelli castani e gli occhi di smeraldo elegantemente vestita in abito bianco picchiettava le dita diafane sulla superficie della propria scrivania, ansiosa ed in parte insicura, mentre un'altra dal crine biondo ed uno sguardo imbarazzato sostava alla sua destra, come in attesa di qualcosa.
Due uomini erano stati appena convocati nel cuore della notte, in una faccenda che di cuore aveva fin troppo per essere considerata politica. Drusilia mugugnò -o forse è più appropriato il termine "grugnì"- qualcosa, e Rajuilma si sentì sprofondare, entrambe coscenti, chi più chi meno, del rischio che stavano correndo. Era stato chiesto aiuto al Gran Maestro degli Aviatori, e come tale era suo dovere adempiere alla nuova missione. Tuttavia Drusilia era anche un Ufficiale di Presidio, ed il dovere di proteggere la tranquillità di Laputa era sua priorità massima. Due ruoli apparentemente concordanti, che mai come in quel momento si trovavano a cozzare l'un contro l'altro; non ci voleva infatti un genio per comprendere quanto la mossa che stava per fare fosse intrinsecamente stupida, logicamente parlando. Ebbene si, perchè quella non era una normale richiesta d'aiuto, e ruotava attorno due importantissime figure del Sodalizio, Rajuilma ed il padre Leone, gilda mercantile profondamente integrata nell'ambiente politico, economico ed amministrativo di Laputa tanto da vantare ben sette membri nel Consiglio di Stato.
Il problema di fondo consisteva che la suddetta gilda era in rotta di collisione con lei che alla sparizione di Raylek, ancora un segreto per i più, aveva preso le redini del governo di nascosto, per ordine del Card Master. In realtà sostituire il goblin non doveva risultare affatto un'impresa dato che era attualmente la carica più alta all'interno del Presidio, tuttavia dubitava fortemente che un'argomentazione simile, per quanto solida e sensata fosse, avesse mai potuto sortire qualche effetto alle loro orecchie, troppo affamati di soldi e potere, oltre ad essere vagamente maschilisti.
Risultato di tutto ciò?
Se li punzecchiava troppo o faceva un passo falso scattava la guerra civile.
-Uff...
All'ennesimo sguardo incrociato con Rajuilma voltò il capo verso la porta, ed il ticchettio delle dita divenne mille volte più frenetico. Se sbagliava, se sbagliavano era finita, era il caos, e nella loro stessa terra.
E lei era completamente pazza per aver accettato una richiesta simile.
Ecco cosa accadeva a ficcare l'Amore in politica.
Letteralmente.
Edited by Drusilia Galanodel - 29/9/2012, 11:19
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Ja¢k.
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L'avevano richiamato mentre si trovava giù nella brutta e sporca Merovish, a sudare sette camicie per il brutto e sporco boggart della Quinta Bolgia. L'avevano concovato in via ufficiale i liberi aeris milites attraverso un messaggero e la cosa, inizialmente, lo aveva quasi -quasi!- preoccupato. Quasi, nel senso che quella stessa notte aveva mollato tutto, si era trasmutato in nibbio, senza neanche chiudere un occhio o farsi prima una doccia, e poi via nel cielo assieme a Pyro, di corsa, affannatamente, forsennatamente, disperatamente diretti verso l'isola nel cielo. Una gran bella sfacchinata per poi arrivare all'alba a Laputa riuscendo appena a tirare un lungo sospiro e crollare a terra, distrutti sia nel fisico che nello spirito. Una fretta forse un tantino esagerata, a posteriori, ma accuratamente giustificata dal fatto che Adam non potesse minimamente tollerare anche solo il pensiero che la cara Drusilia fosse in pericolo mentre lui si trovava lontano a Merovish: era stato questo a metterlo in agitazione, costringendo il moguri a una notte insonne e se stesso a una falcata estenuante fino all'albero casa. Una esperienza da non ripetere mai e poi mai, se il sergente della squadra rossa dei lam ci teneva davvero alla propria pellaccia.
« Daidaidai Pyro che siamo quasi arrivati..su col morale! »
Si sforzò di dire tra un affanno e l'altro salendo di corsa le rampe di scale dell'Albero Casa, mentre alle sue spalle il piccolo moguri svolazzava ondeggiando a destra e sinistra, in preda a una evidente -e comprensibile- stanchezza. Con i baffetti piegati all'ingiù e lo sguardo basso, sembrava una piccola e goffa creatura costretta ai lavori forzati da un generale da trincea. Non mancava molto alla rampa di scale finale che portava alla porta del gran Maestro, eppure Adam era già più che pronto a incontrare la cara Drusilia: per l'occasione il suo nuovissimo aspetto era quello di un aitante ragazzo dai lunghi capelli castani e lo sguardo vispo, naso all'insù e fisico slanciato. Portava una cuffietta di lana sul capo, una giacca aperta di cotone grezzo e dei pantaloni lunghi color panna. L'idea era quella di fare bella figura, insomma, dato che non si vedevano da un bel po' di tempo e l'unico modo per restare costantemente a contatto era costituito dal frammento di ai a forma di cuore che il Camaleonte portava al collo. Un ciondolo portafortuna e un ninnolo che, grazie alla presenza di Drusilia, lo riusciva a far sentire bene sempre, in ogni momento, anche nella brutta e sporca Merovish.
E tanto per boicottare l'etichetta di un sergente dei liberi aeris milites, l'esagitato camaleonte si fiondò sulla porta dell'ufficio del Gran Maestro con la grazia di un ariete di sfondamento contro i battenti del portale di una fortezza. La schiuse con un pugno così delicato da farla sbattere contro il muro, mentre con gli occhi fessurati e il respiro pesante cercava Drusilia.
La dama del vento sedeva al suo solito posto, tranquilla come non mai.
Assieme a una donna dai capelli biondi e gli occhi azzurri che al momento aveva per Adam la stessa rilevanza di un pezzo di sterco all'angolo di una strada.« DRUSILIA! »
Tuonò all'istante, mentre l'evidenza che la cara dama del vento stesse bene lo rimetteva a suo agio, abbandonando la sua espressione facciale a un larghissimo sorriso a trentadue denti. Drusilia stava bene, e per il momento tanto bastava.« PYRO! »
Squittì Pyro di rimando, appena giunto all'interno dell'ufficio. Sia il moguri che il sergente non persero il frammento di un secondo in altri salamelecchi burocratici: il primo si appollaiò sulla spalla di Adam, studiando con aria circospetta le due donne sconosciute. Il sergente rosso, dal canto suo, si fiondò dritto dritto sulla prima sedia posta di fronte al bancone di Drusilia, e poggiando il mento sul pugno chiuso prese a berciare gioiosamente come se davanti a lui ci fosse l'ostessa di una delle taverne di Merovish anziché la dama del vento. Il tutto senza essersi minimamente accorto della presenza dell'altra: le sue preoccupazioni non erano che rivolte alla cara Drusilia.
«UFF! Quel tuo messaggio mi ha fatto preoccupare un sacco, ma per fortuna vedo che stai bene..si può sapere che accidenti è successo? »SPOILER (clicca per visualizzare)druzilia dovrebbe conoscere il compagno animale di Adam grazie al contatto continuo del frammento di Ai, per il resto nulla da segnalare. Buon divertimento a todos ^^
Edited by Ja¢k - 28/9/2012, 19:12. -
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Il tranquillo toc, toc del suo bastone da passeggio risuonava distinto contro la superficie ruvida delle scale, inusualmente accentuato dalla durezza della pietra. Per quanto forse inabituato ai piaceri di un acquisto privo di reale utilità, sentiva di potersi dire fiero di quel particolare segno distintivo della 'sua' classe sociale. Era invero un buon bastone: di legno leggero all'occhio, facile da far volteggiare con destrezza fra le sue dita, aveva un pomello delicatamente intagliato in argento resignava in maniera impeccabile i dettagli del muso proteso d'un lupo a fauci ancor chiuse, sebbene il suo sguardo acuto e penetrante raccontasse tutt'altra storia sulla sua ferocia. Una piccola opera d'arte in sé, a meglio completare l'immagine di persona benestante fornita dal suo panciotto di seta color cremisi intenso, dalla giacca tagliata a misura d'un più banale marrone scuro - quasi nero alla scarsa luce della luna - e dalla camicia visibile sotto a tutto, i cui gemelli ornati da una pietra preziosa scintillavano felici alla luce della luna.
Trovare un aspetto altrettanto adeguato al suo abbigliamento era stato, significativamente, la parte più difficile. Fortunatamente Endlos era un mondo ad altissima mescolanza culturale, per cui i suoi nuovi tratti somatici prettamente occidentali non avrebbero causato troppo trambusto nella sempre più cosmopolita Laputa. Per l'occasione i suoi occhi erano verdi, un verde bottiglia cupo e arrotondato come un vetro spesso, ma con occasionali sfumature color smeraldo quando la lanterna di turno s'affacciava a balunginare con la sua luce flevole il suo viso. I capelli, invece, d'un biondo paglierino accuratamente pettinato dietro di sé; a tendere la stoffa del panciotto la leggera pancia di chi è abituato ad una vita sedentaria. Nessuno, vedendolo, avrebbe scommesso su di lui per una gara di corsa.
Avrebbero sbagliato.
Arrivò sulla cima della torre col bastone appoggiato contro il polso sinistro, occupato a togliere dall'altra mano un guanto di pelle nera subito seguito dal suo gemello. Il suo sguardo si soppesò apparentemente distratto sul panorama dei dintorni, invero studiando con la meticolosa efferratezza del veterano le caratteristiche peculiari del territorio. « Una serata serena. » commentò, avendo la grazia di elargire un cortese cenno di saluto verso i tre che l'aspettavano. « E tranquilla, per giunta. » Il posto è sicuro aggiunse mentalmente a Drusilia e Adam sfruttando l'ai provvista tempo addietro dall'Alfiere.
Rassicurato infine che dai dintorni era impossibile avere una visuale chiara sulla cima della torre (cosa che aveva già verificato tramite la planimetria), focalizzò la sua attenzione sui partecipanti all'insolito incontro. « Madame Galanodel, Messer Adam, è un vero piacere. » esordì sorridendo gaio, per poi volgersi verso la seconda donna e prodursi in un inchino dai tratti svolazzanti. « Signorina Rajuilma, la sua presenza è tanto gradita quanto sorprendente. » disse con sincerità palpabile nella sua voce. La sua mente, nel frattempo, ronzava a pieno ritmo.
Come fa la figlia di uno dei più politicamente letali avversari del lam a ritrovarsi ad un incontro segreto con il Gran Maestro dell'Ordine in persona?. -
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"I miei occhi e il cuore son venuti a patti
ed or ciascuno all'altro il suo ben riversa:
se i miei occhi son desiosi di uno sguardo,
o il cuore innamorato si distrugge di sospiri,
gli occhi allor festeggian l'effigie del mio amore
e al fantastico banchetto invitano il mio cuore;
un'altra volta gli occhi son ospiti del cuore
che a lor partecipa il suo pensier d'amore.
Così, per la tua immagine o per il mio amore,
anche se lontano sei sempre in me presente;
perchè non puoi andare oltre i miei pensieri
e sempre io son con loro ed essi son con te;
o se essi dormono, in me la tua visione
desta il cuore mio a delizia sua e degli occhi".William Shakespeare.
In quei pochissimi attimi in cui arrivarono i due Aviatori convocati, davvero tante furono le espressioni che colorarono il volto di Rajuilma di colori netti e sfumature eccentriche. A dire il vero non sapeva cosa aspettarsi, Dama Galanodel non glielo aveva minimamente accennato, ma immaginava che si trattasse di qualcosa molto simile ai cavalieri in armature scintillanti che talvolta si trovava ad incrociare alla Città Alta.
E invece no.
I suoi occhi scuri si spalancarono sorpresi ed oltremodo spaesati dall'arrivo del primo, un bel ragazzino dall'aria turbolenta e spensierata in compagnia di un... esserino volante... che a suo avviso somigliava in modo spaventoso ad un giocattolo per bambini. Solo che... beh... era vivo.
No, forse non si trattava di uno degli aviatori richiamati... non poteva esserlo dal momento che il Gran Maestro, al suo arrivo, aveva preso dolcemente il capo incappucciato del giovanotto fra le dita diafane, portandolo vicino a sè e scoccandogli teneri baci sulle gote.
Che fosse suo figlio?
Perchè no, infondo; tempo fa aveva ascoltato una conversazione fra il padre e Cesare riguardo la tendenza dell'Ufficiale ad avere comportamenti a volte inspiegabilmente avventati, ed a tal proposito era stata citata l'adozione di un trovatello di Misericorde più piccolo di lei di qualche anno, troppo pochi per essere seriamente considerati madre e figlio, piuttosto sorella e fratello minore. Però ricordava che fosse biondo...
« Signorina Rajuilma, la sua presenza è tanto gradita quanto sorprendente. »
E dove per il primo altro non v'era stata che sorpresa e perplessità, per il secondo vi furono occhiate tutt'altro che neutrali, e sicuramente non per colpa di Jattur, almeno direttamente. Più che altro le ricordava quei pretendenti spocchiosi del Pentauron che fin troppo spesso il padre invitava a casa per contrattare il futuro della figlia e la dote che avrebbe portato con sè in possibili nozze. Contrattazioni in cui, ovviamente, il suo parere personale o anche la sua sola volontà era del tutto ignorata, ragion per cui era riuscita ad elevare il suo sentimento di conflitto con il padre ad un puro odio di tutta la classe mercantile.
E Jattur, in quel momento, sembrava proprio l'oggetto del suo odio.
-Grazie per essere arrivati il prima possibile: la vostra devozione alla causa del Liberis è motivo di grande orgoglio per me e per tutti.
Lasciò andare Adam dalle sue carezze ed i suoi abbracci, dunque si posizionò comodamente sulla sua poltrona, prendendo prima un leggero respiro, forse per calmarsi.
-Siete qui perchè ho bisogno delle vostre abilità per una missione molto particolare e che oltrepassa il limite della legalità...
Rajuilma si voltò allibita verso il Gran Maestro.
-Sta scherzando, spero! Vuole mandare in casa di mio padre un ragazzino con un peluche volante ed un surrogato di mercante da quattro soldi??? La villa è sorvegliata, e se la prende sotto gamba e finisce male, anche lei avrà delle ripercuss...
Lo sguardo che le rivolse Drusilia la zittì all'istante.
-Sono il Gran Maestro del Liberi Aeris Milites; conosco i miei elementi e so cosa è meglio per ogni missione. Non sono tenuta ad elaborare strategie militari con te, tantomeno a rivelarti le abilità dei miei associati.
La voce dura nonostante l'atteggiamento pacato mascherava i suoi timori sotto il velo di una evidente risolutezza.
-Se non ti va bene, sei libera di ritirare la tua richiesta ed andartene.
Ne seguirono lunghi attimi di silenzio, interrotti soltanto dalla Dama del Vento che, ignorando la precedente interlocutrice, riprese a discorrere con Jattur ed Adam.
-Come dicevo, la qui presente signorina è giunta da me affermando che suo padre, il mercante di bestie esotiche Leone Ukkonen, membro del Consiglio di Stato di Laputa, abbia in casa un ostaggio. Più precisamente si tratta di una sirena "amica" a Rajuilma, tenuta rinchiusa nell'acquario della sua sala da pranzo.
Li osservò entrambi.
-Attualmente a Laputa è concesso avere in casa sia schiavi che bestie esotiche, dunque il concetto di rapimento per queste creature non esiste. Questo vuol dire che non è possibile liberare la sirena a meno che il padrone non lo desideri, avendola lui regolarmente acquistata nel Pentauron. Il vostro compito è introdurvi furtivamente in casa del suddetto mercante, prendere la sirena che porta il nome di Meti ed andarvene senza lasciar traccia.
Negli smeraldi incastonati nell'ovale perlaceo del suo volto brillò allora una scintilla, la stessa che si sarebbe potuta riscoprire in missioni passate come il Day Two o la discesa negli inferi per recuperare l'anima del soldato che le sostava innanzi.
-Se non ve la sentite siete liberi di rifiutare. Se invece accettate, è il momento per le vostre domande.
Una scintilla folle, a dirla tutta.
Ed almeno parzialmente folli dovevano essere coloro che la seguivano, in bilico o ben oltre quella che da tutti era considerata sanità mentale. Una caratteristica senza la quale nei Milites non potevi far carriera... o sopravvivere.. -
Ja¢k.
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Adam ascoltò le esaustive indicazioni della dama del vento in silente attenzione -evento più unico che raro, avuto luogo esclusivamente a causa di Drusilia- e sembrò accorgersi solo in quel momento della presenza della bella bionda di nome Rajuilma e del carismatico Jattur Shattur, suo diretto superiore nonché comandante in grado della squadra rossa dei milites. Era circondato da pezzi grossi che potevano bacchettarlo in qualsiasi istante insomma, eppure l'amorevole abbraccio con cui Drusilia lo aveva accolto gli dava abbastanza sicurezza da non metterlo minimamente a disagio, neanche in presenza del comandante rosso.
« Una sirena tenuta contro la sua volontà in gabbia...in acquario per il piacere di questo Leone Ukkonen. Non è giusto. Non è per niente giusto, ecco. »
Borbottò Adam visibilmente imbronciato, incrociando le braccia al petto. Poco importava che quella davanti ai suoi occhi fosse proprio la figlia di Leone: stupidi riccastri così pieni di sé da trattare gli altri esseri come semplici strumenti, ecco quello che erano. La razza degli uomini faceva proprio schifo.« Pyro-Py! »
Concordò Pyro, squittendo con lo stesso cipiglio aggrottato del suo amico, per quanto su un moguri l'espressione fosse poco credibile.« Signorina Rajuilma, hai la mia parola di sergente che libereremo la povera Meti, sisi. »
Annunciò solennemente Adam alla figlia di Leone, con lo sguardo fermo e deciso di chi sa quel che deve fare e come farlo. Sia Pyro che Adam non avevano dubbi né domande, e in fondo la missione era semplice: liberare segretamente una povera sirena dalle grinfie di un vecchio cattivone di Laputa, ecco tutto. Un compito che dama Drusilia aveva affidato ai suoi migliori elementi, ovvero il sergente e il comandante della squadra rossa dei liberi aeris milites. Inutile dire quanto il Camaleonte si sentisse emozionato, fiero di essere stato appositamente richiamato dalla dama del vento, felice di quanta fiducia ella riponesse in lui.
Una fiducia che il Camaleonte non avrebbe tradito mai. Anche a costo della vita.
Mai e poi mai.« Prima di partire possiamo mangiare qualcosa? »
..se non con una domanda stupida.. -
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Interessante reazione commentò fra sé il soldato in incognito, i suoi occhi praticamente divorando il modo quasi viscerale con cui la signorina Ukkonen obiettò al suo particolare coinvolgimento nella missione. Era strano che una figlia di mercanti odiasse a tal punto la sua classe sociale, a meno che non ci fosse un motivo personale. Probabilmente lo stesso per cui non si era rivolto al padre.
Mentalmente Jattur lasciò andare un immaginario sospiro. Chissà perché aveva l'impressione che salvare la... sirena?, non fosse affatto la parte più facile.
« Giacché il traffico di esseri umani pare essere una pratica legale, il semplice acquisto della suddetta sirena sarebbe senza dubbio più conveniente. » asserì meditabondo. « Vi sarei grato se potessimo sapere l'esatta ragione per cui ciò è impossibile, nonché il motivo per cui sia parimenti impossibile una semplice richiesta al padre della signorina Rajuilma. » Ben sapendo cosa una simile richiesta avrebbe scatenato, il "nobiluomo" si affrettò ad aggiungere: « Sarebbe inoltre gradita una mappa della dimora e degli immediati dintorni, ogni informazione e dettaglio riguardante la sicurezza nella villa e un segno riconoscibile dalla signora Meti e solo da lei, in modo da poterci mostrare come suoi agenti. »
Gli asghabardiani non pregano: semplicemente non conoscono il concetto stesso di religione, e comunque non se ne curerebbero - però in quel momento Jattur sperava molto intensamente che qualcuno gli potesse dare qualcosa di più concreto su cui lavorare..... -
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"Amami o odiami, entrambi sono a mio favore.
Se mi ami, sarò sempre nel tuo core.
Se mi odi, sarò sempre nella tua mente. ".William Shakespeare.
Il primo a farsi avanti -ed in un certo senso Drusilia se lo immaginava- fu il dolce e spesso avventato Adam che, spinto dal flusso dei suoi sentimenti, si erse a valoroso condottiero, paladino di creature prigioniere come la bella sirena e di tutti coloro che subivano ingiustizie. La Dama del Vento sorrise, profondamente attratta ed orgogliosa dell'abilità innata del mutaforma, capace di emanare dal proprio cuore palpitante tutta quella grinta e tenerezza in modo così violento eppure rassicurante, addolcito dallo sguardo sincero di un bambino.
Perfino Rajuilma arrossì leggermente, abbassando lo sguardo, così brava a digrignare i denti come una belva ma incapace di confrontarsi con tanta gentilezza.
-Uhm... grazie.
Perchè infondo Amore chiama altro Amore, ed un semplice moto d'affetto era in grado di far sciogliere l'involucro tramutato in scudo d'acciaio e pietra del cuore di una ragazza da sempre vissuta nel gelo di una famiglia esistente solo sulla carta.
Era per questo che Adam era sempre piaciuto al Gran Maestro, dal primo istante in cui era stato accolto all'Albero Casa, affamato e quasi morto per il freddo di una tormenta. Era per questo suo dono che Drusilia l'aveva preso con sè: l'abilità del mutare aspetto era solo un ornamento, ciò che le era servito per decidere la squadra in cui inserirlo, non certo il biglietto da visita.
« Giacché il traffico di esseri umani pare essere una pratica legale, il semplice acquisto della suddetta sirena sarebbe senza dubbio più conveniente. »
Intervenne il secondo, molto più discreto del primo.
« Vi sarei grato se potessimo sapere l'esatta ragione per cui ciò è impossibile, nonché il motivo per cui sia parimenti impossibile una semplice richiesta al padre della signorina Rajuilma.
Sarebbe inoltre gradita una mappa della dimora e degli immediati dintorni, ogni informazione e dettaglio riguardante la sicurezza nella villa e un segno riconoscibile dalla signora Meti e solo da lei, in modo da poterci mostrare come suoi agenti. »
Il suo discorso non faceva una piega, e Drusilia si sentì in dovere di chiedere perdono per quella mancanza.
-La compravendita è impossibile, non essendo la sirena in vendita. In più la signorina Ukkonen non è più considerabile come figlia del mercante in questione, avendola lui stesso diseredata questa notte, esattamente dopo averla scoperta nell'atto di "dolci effusioni" con la sua adorata Meti.
Rajuilma fece per guardarla male, ma si rese da sola conto di quanto fosse stupido prendersela per queste cose. Infondo erano lì per aiutarla... era lecito che sapessero.
-Da ciò potete ben comprendere la ragione per cui dovrete agire in segreto. Leone è un uomo dalla grande intelligenza, tuttavia capace di una fredda, razionale crudeltà. Come se non bastasse è uno dei membri del Consiglio di Laputa, ed in questi tempi non sta facendo altro che pressioni per togliermi di mezzo.
Si fermò, sospirò.
Spero solo politicamente.
Rajuilma tacque imbarazzata, abbassando nuovamente il capo.
-Scoprire un furto da parte di alcuni aviatori sarebbe la scintilla perfetta per innescare un incendio più grande di quanto io sia in grado di contenere con le nostre attuali forze, soprattutto ora che l'Alfiere non è molto presente nel governo di Laputa per... questioni private.
Liquidò lì la questione dell'Autocrate: ammettere che fossero totalmente soli contro il Consiglio avrebbe gettato tutti nel panico, oltre che acceso gli ardenti spiriti di chi bramava il potere nel Presidio, e le orecchie di Rajuilma erano ancora troppo poco affidabili. Avvicinò dunque con dolcezza un cesto di cibarie al tenero Adam, dunque si avvicinò al Comandante.
-Di fronte l'entrata del Moonlight Grill troverete Magenta con tutto il necessario per la missione: è già stata informata e vi sta aspettando.
Per quanto invece riguarda la sirena, basterà che le mostriate questo anello e capirà.
Con un movimento fluido avrebbe preso la mano di Jattur nella sua, posando delicatamente il gioiello come fosse una reliquia. Richiuse le mani a coppa carezzando le dita dell'asghabardiano con le sue, tirando un profondo sospiro.
Era stanca, stanca di mentire.
Per quanto ancora avrebbe dovuto proteggerli nascondendosi ed agendo come una furfante?
-Ti dò il comando di questa missione, e ti affido la vita di Adam e Magenta.
Una mano leggera salì sul suo volto, rivolgendo carezze a lineamenti non suoi, frammenti di silicone e trucco al sol fine di trasfigurarlo in qualcos'altro. A dire il vero le dispiacque non poco di non poterlo sfiorare direttamente, tuttavia quello era il lavoro, e per un animo rigido e solerte come quello di Jattur il conseguimento della missione andava di molto oltre le sue carezze.
-Abbiate cura di voi.
Lo baciò sul viso, poi li lasciò andare.
Edited by Drusilia Galanodel - 14/10/2012, 19:05. -
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« C'è qualcosa che mi puzza, sisi. »
Commentò Adam rivolgendosi al capitano Jattur, mentre scendevano le rampe di scale che li avrebbero portati al piano terra, a Magenta, e all'inizio di quella strana missione. Perché effettivamente qualcosa non quadrava, qualcosa puzzava. E non era il Camaleonte, anche se quella mattina non aveva avuto occasione di farsi una doccia. In sostanza la storia era questa: Leone Ukkonen e la figlia tenevano prigioniera una sirena di nome Meti --> la figlia si era affezionata alla sirena --> Leone aveva scoperto la loro forte amicizia (?) e aveva cacciato la figlia di casa --> Rajicosa aveva chiesto aiuto ai milites per liberare Meti dalle grinfie del padre. Nel mezzo di quella gran cagnara di eventi una domanda sorse più che spontanea nella mente di un improvvisato Camaleonte investigatore.« Se la signorina Ragiuma o comesichiamalei voleva tanto bene a Meti, perché si è decisa a liberarla solo ora? »
Continuò con piglio aggrottato nello sforzo di concentrarsi sulle informazioni udite poco prima. E mentre Pyro volteggiava a mezz'aria sopra le loro teste, ignorando completamente dubbi, lacune, domande e timori, Adam si ricordò che vi era un'ultima pressante domanda che voleva fare a tutti i costi. A dire il vero avrebbe voluto rivolgerla alla cara Drusilia prima di salutarla e partire in missione, ma era stato troppo impegnato a "occuparsi" dei biscotti e dei dolci che il Gran Maestro gli aveva offerto, e il dubbio era rimasto a frullargli per la testa sino a quel momento. Si bloccò d'un tratto prima di scendere l'ultimo scalino che dava sul piano terra, per poi di voltarsi verso Jattur.« Ah ecco...ma secondo te cosa intendeva Drusilia per "dolci effusioni"? »
SPOILER (clicca per visualizzare)Ho preferito fermare il post a questo punto. Ali, tu puoi pure terminarlo nel momento in cui ci dirigiamo verso la dimora ^^. -
.Dolci effusioni... che strano eufemismo ridacchiò fra sé e sé Jattur, avendo cura che nulla trasparisse dalla maschera imperturbabile che s'era dipinto in faccia. Era davvero strano che anche Drusilia apparisse non del tutto a suo agio con l'argomento, un dettaglio assolutamente non indifferente: assieme alla reazione semplicemente smisurata del padre di Rajuilma alla scoperta, bastava e avanzava a fargli capire che ad Endlos l'omosessualità era un tabù sociale... uno che doveva scottare molto al pezzo grosso del Sodalizio. Abbastanza da offuscare la sua mente? Forse. Avrebbero visto in seguito.
Prese il segno di riconoscimento dalle mani di Drusilia, esaminandolo brevemente per analizzarne la fattura, poi alzò lo sguardo sul viso del Gran Maestro. Per un singolo istante perso nel tempo la guardò solamente, poi i suoi occhi si dilatarono leggermente nel riconoscere la sua espressione. Si pietrificò, senza fiato, anche se nulla mostrò all'esterno - il suo addestramento non l'avrebbe mai permesso - perché conosceva bene quello sguardo, l'aveva visto innumerevoli volte sui volti dei suoi commilitoni ad Asghabard, e sapeva cosa significava.
-Ti dò il comando di questa missione, e ti affido la vita di Adam e Magenta. disse Drusilia, carezzandogli il viso. -Abbiate cura di voi.
« Così sarà, mia signora. » disse, solamente.
Si voltò, ricordandosi appena di esibire un adeguato inchino alle signore per il personaggio, prima di ridiscendere le scale col secondo appresso. Stanchezza - no, quasi sconfitta. Era questo che aveva letto in quegli occhi verde smeraldo, come se troppe cose avessero preso a lottare tutte assieme perché lei potesse combatterle, e ne fosse lentamente logorata fino allo sfinimento più totale. Com'era possibile? Cos'era cambiato per fare tanti danni? La posizione di Ukkonen rendeva la situazione politicamente pericolosa, ma non così grande da non poter essere affrontata se necessario. Non c'era nessuna minaccia presente, futura o ipotetica a Laputa che lui sapesse, ed essendo il capitano della Squadra Rossa del lam ne sapeva molto. Cosa, cosa, cosa...?
« C'è qualcosa che mi puzza, sisi. » disse Adam, riscuotendolo dai suoi pensieri. « Se la signorina Ragiuma o comesichiamalei voleva tanto bene a Meti, perché si è decisa a liberarla solo ora? »
« Il fattore scatenante è stato l'essere stata diseredata » spiegò al ragazzo. « Prima Meti poteva essere considerata proprietà di Rajuilma, dopo non più. Aggiungi questo al fatto che il padre ha scacciato la figlia di casa, impedendole tra le altre cose di frequentare ulteriormente la sirena, ed ecco spiegato la scelta dei tempi. » Annuì fra sé, ricontrollando il suo stesso ragionamento per verificare eventuali falle; ma teneva.
Poi Adam sganciò la bomba.
« Ah ecco...ma secondo te cosa intendeva Drusilia per "dolci effusioni"? »
d'arvit
« Beh... »
...mm.
accidenti, adesso che gli dico?
« ....diciamo semplicemente che il padre di Rajuilma è convinto che ci debba essere una certa distanza tra Meti e Rajuilma, e non approva la loro amicizia. » disse affettatamente. Cielo, che razza di discorsi in cui rimanere impantanato..! Non era mai stato il tipo paterno, lui. « Adesso andiamo, prima di far aspettare Magenta. » aggiunse: la peggiore scusa che avesse mai tirato fuori. In assoluto.
Col senno di poi magari arrivare quasi a portare in braccio Adam per farlo scendere fino all'ultimo piano non era la mossa migliore per distogliere l'attenzione. Per un incredibile colpo di fortuna quasi si scontrarono contro Magenta, probabilmente venuta a cercarli (vista la sua non poi così breve pausa nell'inventare una storia adatta ai minori di diciotto anni...), la quale istintivamente balzò all'indietro con le mani alle armi nel vedersi investita da un perfetto sconosciuto... salvo poi fermarsi a bocca aperta quando, con un ghigno soddisfatto, l'Aviatore si tolse e si rimise il naso posticcio.
« Magenta. » disse a mo' di saluto. « Allora: cosa abbiamo e cosa sappiamo? »
Briefing time mode on.
Quindici minuti dopo le loro mappe erano aggiornate, i loro equipaggiamenti raccolti e le informazioni di cui necessitava ronzavano nella sua mente, cozzando fra loro come mille pezzi di puzzle dalla forma assai bislacca che cercassero di unirsi in un disegno coerente. Ma non aveva timore; c'era ancora un po' di tempo prima di arrivare all'obiettivo, e per allora avrebbe trovato i punti deboli delle difese di Casa Ukkonen. Creare difese era ciò per cui era stato addestrato, ciò che lo rendeva un Delta.
E se sai come creare, sai anche come distruggere o aggirare.
« Andiamo. » disse soltanto.. -
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SPOILER (clicca per visualizzare)Status Mentale: ???
Mana: 100%
Consumi: niente
Equip: vestiti vari
Passive:
Queen
( Kira e Killer Queen condividono le tecniche attive fra di loro ).
Queen II
( malus passivo che rende condivisibili fra Kira e Killer Queen i danni subiti, indipendentemente da chi li subisce per primo ).
A Night at the Opera
( in quanto vampiro Kiradetiene un'incremento passivo del 50% in Velocità, Forza, Agilità e Riflessi, il senso dell'udito è aumentato e può vedere al buio, è inoltre in possesso di un'auspex passivo fino a trenta metri che gli permette di percepire l'energia vitale altrui; e per ultimo, Kira soffre del malus dato dal Sole che gli impedisce di camminare durante il giorno ).
Good Company
( Kira come vampiro esercita una malia passiva sulle donne che rende queste ultime attratte dal suo aspetto; e tale influsso detiene un rinforzo passivo del 50% )
Famigli
Killer Queen
( Kira ha in dotazione un famiglio/Stand di forma umanoide, con emblemi d'oro e borchie di cuoio. La creatura è sempre al suo fianco, ma quando non attiva risiede in una sacca dimensionale costituita dalla mente dell'assassino; e anche quando attivo, lo Stand risulta sempre invisibile agli auspex, ed invisibile alla vista fino a quando non attacca l'avversario ).
Attive:
sorpresa. -
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"Un uomo non diventa ricco senza truffare; un cavallo non diventa grasso senza rubare il fieno agli altri".
(Proverbio cinese).
-Fondamentalmente, è la classica villa che ti aspetteresti pensando ad un tizio ricco sfondato.
Fu così che iniziò il discorso Magenta, mentre apriva per bene la mappa su cui avrebbero discusso. Era stata infatti aggiornata secondo i ricordi e le supposizioni di Rajuilma, che essendone la figlia conosceva praticamente a memoria tutti i suoi possedimenti.
-In teoria potremmo entrare dalla porta principale, ma credo sia da cretini. Non so se ha guardie in casa, ma sicuramente è circondato da cacciatori e mercenari: non credo che mi piacerebbe finire alla loro mercè. Con i gusti che ha poi quello, le nostre teste potrebbero finire su dei trofei come delle bestie, quindi no, grazie.
Fece spallucce, mentre con un gessetto evidenziava il perimetro della magione.
-Tuttavia, a quanto ci ha detto Ragiucosa, il signorino non era del tutto pulito, e gestiva gli affaracci in una sorta di bunker accessibile anche da un altro punto, a due isolati da qui. Lo conoscono solo i fedelissimi, dunque non è nemmeno molto protetto, sebbene sia una via d'accesso alla sua dimora.
Sogghignò in loro direzione, lanciando un occhiolino.
-L'unica difficoltà che possiamo incontrare è qualche sistema automatico di allarme, ma se siamo bravi possiamo superarlo senza problemi. In realtà la figlia ci ha anche detto i vari codici, ma sia io che il Gran Maestro dubitiamo fortemente siano ancora quelli. Il signor Ukkonen non è uno stupido, e probabilmente ha già cambiato tutto così che la figlia non possa tornare. In effetti non so se provare pena per lei o arrabbiarmi perchè ha messo in terribile difficoltà il Gran Maestro: prima che voi arrivaste mi ha detto che quelli del Consiglio non la lasciano stare nemmeno di notte. Alla lunga deve essere fastidioso.
Detto ciò, con un gesto teatrale richiuse la mappa, nascondendola poi sotto il mantello.
-Bene, conosco una scorciatoia.
Seguitemi.
Raggiunsero l'entrata pochi minuti dopo. In effetti non aveva l'aria dell'ingresso all'abitazione di uno dei mercanti più ricchi del presidio: sembrava piuttosto un magazzino abbandonato, pieno di cianfrusaglie e terribilmente sporco. O almeno così si intravedeva dal vetro dietro il reticolo metallico appartenente all'unica finestrella di una porta sbarrata dall'interno. E non per modo di dire: un pezzo metallico era stato messo trasversalmente e non permetteva l'apertura, nonostante fossero già riusciti a scassinare la serratura.
Magenta sospirò seccata, portando le mani in vita.
-Allora, capo? Che si fa?. -
.« Se hanno dei mercenari è probabile che non ci sia un corpo di guardia interno, o che sia insufficiente allo scopo. » meditò Jattur. « Questo spiegherebbe l'esistenza di sistemi automatizzati, per supplire alla mancanza di uomini. Speriamo che non siano troppo efficienti... e che il signor Ukkonen sia oltremodo stanco per il suo grande impegno a favore dell'equilibrio politico di Laputa. » aggiunse poi, concendendosi un sorrisetto ironico.
Rimediò la prima sorpresa di quella serata in largo anticipo sul previsto quando Magenta estrasse un piccolo astuccio di cuoio e, preso due pezzi di metallo grossolanamente fusi in una forma particolare, si mise ad armeggiare sulla serratura, sbloccandola. Quello gli fece alzare un sopraciglio - l'equivalente per una persona normale di una bocca aperta tanto così. Il pensiero che era possibile aprire senza autorizzazione una serratura così rapidamente e con strumenti così rozzi era... era... beh, era roba dell'altro mondo! Come la magia, d'altra parte.
Un vero peccato che la cosa non funzionò fino in fondo; dopo quello spettacolo stupefacente quasi si aspettava che Magenta tirasse fuori qualche altro strumento da sotto la cappa e trovasse un modo per aggirare il problema. Comunque, poteva fare qualcosa a riguardo.
« Un secondo.... »
Sentì un piccolo pizzicorio sulla nuca, dov'era impiantato il chip sottocutaneo che lo manteneva in contatto con l'equipaggiamento elettronico disponibile, poi le sue sensazioni furono sdoppiate tra il suo corpo e quello di altri quattro animaletti di metallo plastico. Quella particolare sinestesia permetteva di controllare completamente e autonomamente fino a quindici dispositivi diversi ognuno capaci di una piena funzionalità umana, anche se si rischiava quel fenomeno tipico dei pivelli a volte noto come 'cucinare lo stufato': ossia, vomitare nell'elmetto. Operare con quattro Estensioni era un gioco da ragazzi.
Iniziò con una piccola quantità di naniti, giusto abbastanza perché gli automi aracnoformi potessero sgusciare nelle fessure della soglia o dalla finestra, dopo di ché osservò dalle telecamere appena costruite dai materiali del loro stesso corpo il rudimentale sistema che teneva bloccata la porta - una sbarra di traverso, senza nessun meccanismo di sicurezza ulteriore. Fece eseguire un secondo controllo in automatico tanto per esserne sicuro, ma sollevò dal compito uno dei robot ordinandogli una ricognizione completa del locale e degli accessi. Solo dopo che fosse stato soddisfatto che le sue azioni non avrebbero portato altre conseguenze che il dislocamento della sbarra dal suo alloggio avrebbe ordinato alle nanomacchine di disporsi a due a due sui pezzi di metallo a forma di U che trattenevano la sbarra adiacente alla porta.
Era semplice fisica, in realtà: se le due nanomacchine di destra artigliavano il legno e sollevavano la sbarra di quel centimetro a loro disponibile per le loro dimensioni, quelle di sinistra avrebbero potuto far scivolare la sbarra dal loro lato finché l'estremità opposta non sarebbe caduta, ovviamente portando con sé l'irrisorio peso delle due nanomacchine di destra. A quel punto iniziava la parte difficile, impedire alla sbarra di fare casino: cosa non poi impossibile con un po' di lavoro di squadra, tra le due nanomacchine di sinistra che trattenevano la sbarra contro l'appiglio fornito dal pezzo di metallo ad U e le due nanomacchine di destra che avevano cura di giungere per prime a terra, ammortizzando l'urto con le loro robuste zampette.
Poteva sembrare paradossale che esserini così piccoli fossero in grado di gestire pesi e dimensioni così grandi, ma se si ricordava che quegli "esserini" erano composti di titanio puro.... -
Ja¢k.
User deleted
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Alla comparsa di quei disgustosi esserini meccanici a forma di ragno Pyro non riuscì a reprimere uno squittìo di paura, per poi svolazzare agitato verso il suo padrone. Adam -visibilmente imbarazzato- afferrò il moguri sottobraccio e si portò un solo dito indice davanti alla bocca.
« Shhh »
Lo ammonì sottovoce, guardandosi attorno con aria circospetta.« Siamo in missione, cerca di non far rumore. Chiaro? »
Stasi, durante la quale il moguri sembrò ponderare accuratamente una risposta chissà quanto articolata.« Pyro-Pyro! »
Si decise infine a rispondere, annuendo seccamente col capo. E Adam seppe che era il suo modo per assicurargli che aveva capito. Dopotutto si trovavano in compagnia di altri milites -tra cui il loro diretto superiore- mica potevano permettersi di fare brutte figure!
Il moguri tornò a librarsi in volo, questa volta studiando l'ambiente circostante con aria più attenta, più concentrata, quasi professionale. Questo mentre il camaleonte restava a fissare con aria ebete gli aracnidi metallici mentre si infiltravano nella serratura del portone: l'ultima volta che aveva visto un ragno era stato tanto tempo prima, ed era quasi completamente simile a quei mostriciattoli. Un ragno meccanico, artificiale come loro, eppure con qualcosa di diverso, mostruosamente diverso. Un mostro che il prode Camaleonte era riuscito a far fuori a suon di pugni.. Macché camaleonte! Quel glorioso giorno aveva dimostrato a tutti di essere un vero e proprio camaleone.
Incrociò le braccia al petto, gli occhi che brillavano di un autocompiacimento a causa del quale davvero, non poté fare a meno di vantarsi.« Pfff, ragni.. »
Mormorò a Magenta con aria di sufficienza, accompagnando il tutto con gesto vago della mano. Ma l'innata indole spaccona proruppe subito dopo: le diede di gomito con aria complice, e aveva già in mente con quali parole potersi fare grosso agli occhi della ragazza.« Una volta, in missione con Grifis, ne ho fatto fuori uno grande quanto questa villa, sai? »
Ammiccare di sopracciglia. Ah, c'era un dettaglio da dover rimarcare per bene. Assolutamente falso, in realtà.
« Da solo, sisi. »SPOILER (clicca per visualizzare)boh, il mio compare cerca di aprire la porta quindi io perdo tempo °w° . Ciò a cui si riferisce il cama (per quanto possa fregargliene a Magenta) è presente qui. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Status Mentale: ???
Mana: 100%
Consumi: niente
Equip: vestiti vari
Passive:
Queen
( Kira e Killer Queen condividono le tecniche attive fra di loro ).
Queen II
( malus passivo che rende condivisibili fra Kira e Killer Queen i danni subiti, indipendentemente da chi li subisce per primo ).
A Night at the Opera
( in quanto vampiro Kiradetiene un'incremento passivo del 50% in Velocità, Forza, Agilità e Riflessi, il senso dell'udito è aumentato e può vedere al buio, è inoltre in possesso di un'auspex passivo fino a trenta metri che gli permette di percepire l'energia vitale altrui; e per ultimo, Kira soffre del malus dato dal Sole che gli impedisce di camminare durante il giorno ).
Good Company
( Kira come vampiro esercita una malia passiva sulle donne che rende queste ultime attratte dal suo aspetto; e tale influsso detiene un rinforzo passivo del 50% )
Famigli
Killer Queen
( Kira ha in dotazione un famiglio/Stand di forma umanoide, con emblemi d'oro e borchie di cuoio. La creatura è sempre al suo fianco, ma quando non attiva risiede in una sacca dimensionale costituita dalla mente dell'assassino; e anche quando attivo, lo Stand risulta sempre invisibile agli auspex, ed invisibile alla vista fino a quando non attacca l'avversario ).
Attive:
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"Colui che non è in grado di darsi conto di tremila anni rimane al buio e vive alla giornata".
Johann Wolfgang Göethe.-Allora devi essere uno in gamba!
Esclamò con una scintilla di curiosità nello sguardo.
- Quindi è per questo che il Gran Maestro ti ha fatto sergente?
Continuò Magenta tenendo gli occhi fissi sulle bestioline che sparivano oltre la soglia della porta.
-Quando torneremo allora dovrai insegnarmi un pò di roba, che non sono pratica del combattimento.
Il tono divenne demoralizzato non appena si sentì uno scatto, e la porta si apriva lentamente, ora libera da ogni sbarramento. Le sarebbe piaciuto continuare quell'allegra chiacchierata.
-Cioè oddio, non che ne abbia bisogno: quando sei abile come me a nasconderti ed agire nell'ombra è davvero difficile finire a scazzottate. Però, sai... potrebbe succedere di tutto nella vita!
Sorrise appena, dando dei leggeri ed affettuosi colpetti sulla spalla del Camaleone, dunque oltrepassò la soglia che divideva quella proprietà dall'ambiente esterno. Il posto in cui erano entrati era sporco ed impolverato, come se nessuno vi mettesse piede da anni. Per un attimo Magenta si sentì in dubbio riguardo le informazioni fornite da Rajuilma, ma preferì fidarsi comunque, perchè infondo fingere che fosse abbandonato sarebbe stata sicuramente una trovata furba per togliere parecchi scocciatori e ladruncoli da quattro soldi dalle scatole. Fu così che, camminando fra la sporcizia e le cianfrusaglie più disparate, raggiunsero una porticina dalle sembianze di un armadietto a muro. Aprendola -sorpresa delle sorprese- trovarono finalmente il passaggio per proseguire, esattamente come era stato loro preannunciato dalla figlia del mercante.
-Troppo facile!
Esclamò la ragazza entusiasta, ficcandosi nella fessura e sbucando su di un corridoio decisamente bencurato rispetto all'ambiente precedente, ricco di arazzi, dipinti ed animali imbalsamati. Si trattava fondamentalmente di un percorso obbligato che dava alla saletta nella quale il signor Ukkonen si occupava dei suoi loschi affari e da lì una porta nei pressi della scrivania conduceva probabilmente alla magione vera e propria dove sarebbero dovuti entrare.
Magenta rimase ad osservare incuriosita tutto ciò che era appeso alle pareti: un arazzo particolarmente pregiato, proveniente con grosse probabilità dal Sud, poi una pergamena antica ed incorniciata, poi ancora un dipinto. Girò i tacchi, seguendo il corridoio che si chiudeva in sè stesso come i percorsi di un labirinto. Osservò sulla sua sinistra un enorme pesce spada, esposto come un'opera d'arte finchè non si ritrovò ad un bivio. Sulla destra un piccolo vicolo cieco, che dava su di una saletta priva di sedie o poltrone, dotata tuttavia di un simpatico caminetto ed una pelliccia d'orso sul pavimento. Sul muro comune c'era un quadro con delle tessere che non sembrava ritrarre qualche soggetto in particolare, ma non ci fece poi tanto caso: con tutti gli artisti strani che giravano, quella roba poteva voler dire tutto e niente, e lei di arte non ci capiva una cippalippa. Sulla sinistra, invece, il famoso ufficio: un quadro sulla sinistra, una scrivania, tappeto e poltroncine sulla destra. Ah, e la testa di una bestia strana con le corna a spirale le cui punte gli finivano in mezzo agli occhi.
E li fissava.
Dio, quella cosa sembrava viva.
Brrrr...
-Ok, quella è la porta. Però manca la serratura e c'è qualcosa di metallico vicino allo stipite. Qualcuno sa dirmi cosa è? Io questa roba non so maneggiarla...
Ed andò ad indicare un piccolo monitor alla cui base vi era una tastiera con simboli runici. Ovviamente nessuno di voi è alchimista e sa di cosa si tratta... ma forse non è quella la soluzione..
Soltanto per Amore |
