[EM] Taste for Mayhem

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    Resoconto #1 _
    Uno dopo l'altro -uno peggio dell'altro; perchè nel Bazaar non c'era limite al degrado -perchè, dopo un rapido giro di alcuni dei Distretti, Zyg s'era fatto un'idea di dove fosse sicuro camminare: da nessuna parte.
    E infatti -in merito- Dimitriy era stato molto chiaro: Merovish è una città caotica, non priva di regole ma della quale è buona cosa diffidare sempre e comunque; una città sepolta perchè così volevano i suoi abitanti, una città attraversata da vicoli per nascondersi e operare con discrezione -una città libera, in qualche modo molto vicina al Bloodrunner dal quale il tritone (per così dire) proveniva.

    Le Luci.

    Dichiara infine, con decisione, all'indirizzo del russo che lo accompagna facendogli peraltro da guida.

    Mi sembra la scelta più ovvia.

    Si riferisce a dove ha intenzione di stabilire il suo nuovo laboratorio -è lì, nel quartiere dei mercanti di erbe e di veleni, nel quartiere che accoglie l'approvvigionamento idrico di tutta la Tana (e, parimenti, l'opportunità di avvelenarla tutta con un'unica, terribile follia)- che l'anfibio ha designato il suo nuovo rifugio: nulla di particolarmente ingombrante -dopotutto fino a qualche giorno fa era abituato ad uno scantinato muffito- eppure anche un buco è meglio di niente -anche una topaia risolverà l'imbarazzo di affittare una camera in qualche bettola di fama pressochè certa.

    Ma senza dubbio la migliore.

    Conclude, ricordando la varietà di facce e negozi che popolano lo spiazzo tinto di blu.
    Sì: in un qualche modo Merovish assomiglia fin troppo alla sua città natale -purchè si abbia l'accortezza di escludere le profondità irraggiungibili dalle quali era emerso prima di diventare un vero e proprio cittadino di Ravnica, la capitale del Sud concentra in sè alcune delle contraddizioni tipiche del piano metropolitano. E tuttavia -nonostante queste apparenti similitudini- quel covo di malintenzionati nascosto al di sotto delle sabbie bollenti ha da riservare allo straniero ancora una chicca a dir poco interessante; la chiamano Quinta Bolgia, ma al di là del nome altisonante -che per Zyg, comunque, non ha alcun significato concreto- si prospetta come un locale del tutto particolare.
    Decisamente.
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  2. _MajinZ_
     
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    Dimitriy si era stabilito a Merovish, più precisamente nel Bazar delle Talpe, da ormai un anno e più, ma in tutto quel tempo non se n’era rimasto con le mani in mano. Tra una missione e l’altra, infatti, il biondo aveva esplorato la città sotterranea in lungo e in largo, appuntando ogni luogo di interesse nella sua mente per poi trascriverli e segnarli sulla sua mappa personale. Inoltre grazie alle sue Voci aveva appreso numerose informazioni importanti, scoprendo diversi nascondigli e passaggi da sfruttare per raggiungere i diversi luoghi della città.
    Per lui quel luogo quasi non aveva più segreti, eppure il Distretto delle Luci riusciva ancora a sorprenderlo. Sembrava quasi un altro mondo quello, con i suoi colori particolari e l’atmosfera molto più rilassata del resto della Tana. Il distretto in questione era anche privo della criminalità più piccola, anche se ovviamente essa era comunque presente... ma si occupava e operava in campi differenti, come ad esempio quello delle spezie, dei veleni e delle droghe. Insomma, era proprio il posto adatto per Zyg, visto che quel quartiere era anche il più umido e per un anfibio ciò era sicuramente una buona cosa.
    Diciamo che questa è la zona meno fastidiosa.
    Disse l’assassino voltandosi appena in direzione della nuova recluta, mentre superava un cadavere disteso nel bel mezzo del vicolo, uno dei tanti vicoli bui e malfamati presenti in ogni angolo della città. Era una vista normale quella, non ci si doveva meravigliare della morte a Merovish, visto che era una cosa molto più semplice e probabile rispetto al resto del Semipiano. Ci voleva molto poco per ricevere una coltellata nello stomaco, per questo vi erano due regole fondamentali: la prima era farsi gli affari propri, l’altra era quella di dormire sempre con un occhio aperto.
    Conosco un posto dove potresti stabilirti, vorrei mostrartelo prima di tornare al punto di partenza.
    Esordì poi il russo, mentre insieme al nuovo alleato sbucava in una lunga via, la quale faceva onore al nome di quel distretto: sembrava un cielo stellato. Ai lati della strada vi erano diverse bancarelle che vendevano di tutto, dal peperoncino fino al veleno più tossico: c’era tutto, bastava solo chiedere. Attese comunque una risposta da parte del Tritone, ci avrebbero messo comunque poco a raggiungere la Bolgia e non c’era nessuna fretta al momento.

     
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    Resoconto #2 _
    Già gli hai trovato casa? Così, su due piedi? E poi... cosa ti fa pensare che tu possa decidere per lui?

    Fammi strada.

    Si lascia invece sfuggire, osservando il russo prendere l'iniziativa e superarlo con passo tranquillo ma -per certi versi- autoritario; a quanto non gli aveva raccontato, Dimitriy conosceva Merovish più della maggior parte dei suoi abitanti -unendo la sicurezza con cui occhidighiaccio s'infilava tra vicoli e strade maestre alla puntuale benchè concisa descrizione delle principali zone d'interesse (considerando pure che più d'uno sguardo stava chiaramente lanciando ordini a chissà chi disperso tra la folla), al tritone era rapidamente soggiunta la convinzione di aver conosciuto un tizio ben più importante di quanto non desse a vedere, un pezzo chiave dell'intera Tana. Motivo per cui, ovviamente, non c'era da stupirsi se l'assassino dai candidi guanti sapesse esattamente dove andare.
    Lo condusse quindi ad una stamberga malridotta -un capannino instabile e per nulla rassicurante- che si apriva sulla via principale grazie ad un ripiano (una sorta di bancone) posto in angolo: oltre quello si poteva intravedere uno stanzino angusto, una robusta porta a scorrimento ora lasciata socchiusa e -sul versante opposto rispetto all'ingresso pubblico- due rampe di scale che immettevano rispettivamente ad un ampio soppalco crivellato di colpi e ad uno scantinato probabilmente maleodorante.

    Non... male...

    Intona Zyg, cogliendo l'occasione per entrare -conscio che a guardargli le spalle mentre commette una vera e propria effrazione c'è nientepopodimeno che l'Eversore dai molti coltelli. Senza perdere troppo tempo lo scienziato comincia ad esplorare il locale, ignora i bauli posti a lato delle scale, evita di suicidarsi tentando un'ascesa al malfermo piano superiore, scruta anzi con molta attenzione le tenebre gocciolanti che affondano nel terreno: un luogo celato è fondamentale per i suoi scopi -un buco nel quale relegare cadaveri e altri esperimenti è la prerogativa assoluta se vuole continuare in pace il proprio lavoro- ma quello, come avrà modo di rinfacciare all'assassino, è incredibilmente già fornito di tutto il necessario.

    Davvero: come posso rifiutare un regalo del genere?

    Aggiunge con finto sarcasmo, estremamente felice per quel che le sue narici percepiscono provenire dal seminterrato; il lezzo della putrefazione è chiaro e inconfondibile -il fatto stesso che i suoi sensi elettrici raccontino di uno sciame di esserini avalla l'ipotesi di un cadavere- ma è solo l'assenza di tracce di sangue lungo la bassa gradinata che garantisce al tritone quel brivido di assoluta certezza: o la sua nuova casa ha un pratico sistema di fuga munito di cunicoli e chissà quante altre meraviglie, oppure il precedente proprietario era un folle che si è scelto i nemici sbagliati -sicari tanto abili da non lasciar indizi su come se ne siano andati.
    E, qualunque fosse la risposta, Zyg sapeva di essere la soluzione adeguata.
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  4. _MajinZ_
     
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    La strana coppia riprese quindi a camminare, attraversando la lunga via illuminata solo dalle luci delle gemme. La strada era abbastanza libera, infatti quello per fortuna non era il giorno del mercato e ciò significava calma, ma soprattutto silenzio. Certo, si sentiva qualche voce ma il tutto era abbastanza normale e quantomeno sopportabile. Arrivati a circa metà strada, Dimitriy arrestò il passo davanti ad una casa all’apparenza abbandonata, che però testimoniava una vecchia destinazione commerciale a casa del bancone che spuntava proprio dal muro. Non era proprio una reggia, ma con un po’ di manutenzione poteva tornare come nuova... all’incirca.
    Il russo comunque rimase fuori mentre l’anfibio ispezionava l’interno, non aveva nessuna intenzione di immergersi in quel fastidioso olezzo di putrefazione, preferendo invece appoggiarsi alla parete accanto alla porta scorrevole, incrociando poi le braccia.
    Il tizio la dentro ha provato a fregare qualcuno di grosso, ma come puoi sentire... beh, non gli è andata molto bene.
    Spiegò il biondo con freddezza, segno che non gli importava nulla della sorte di quel tizio, infondo se l’era cercata e la sua fine era ovviamente inevitabile. Quella era la terza regola di Merovish: evitare di prendersela con chi aveva la forza di fartela pagare nel peggiore dei modi... era una semplice regola della natura, il pesce grande mangiava quello piccolo e non poteva mai accadere il contrario.
    Trovare un posto ancora libero come questo, qui, è molto difficile... quindi non puoi proprio rifiutare questo regalo.
    Rispose poi il biondo mentre ritornava in posizione eretta, affacciandosi all’interno del locale che ormai poteva considerarsi di proprietà dello squamoso. In qualche modo Dimitriy era comunque contento che all’altro piacesse quella bettola, e non importava se quella era l’unica scelta disponibile.
    Manderò qualche Voce per aiutarti a sistemare, oltre a del materiale... non ci vorrà molto.
    Aggiunse l’assassino ritornando fuori, in attesa che la nuova recluta uscisse fuori: non era ancora giunto il tempo di rilassarsi, prima di ciò bisognava raggiungere un’altra tappa. Zyg non doveva preoccuparsi, ormai nessuno avrebbe occupato quel posto, protetto com’era da due o forse tre assassini scelti... e poi nessuno si sarebbe mai avvicinato in un luogo dove aveva messo piede il Russo.
    Ora rimane solo un posto da visitare, avvisami quando hai finito.
    Concluse infine il ragazzo andando a sedersi su una panca poco distante, lasciando all’altro il tempo giusto per abituarsi alla nuova e al momento maleodorante abitazione... era sicuro che ci sarebbe voluto un po’, per lui era stato lo stesso e nel suo caso dovette provvedere da solo a liberare l’appartamento, avere un insetto gigante come coinquilino non era di certo una bella cosa.

     
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    Resoconto #3 _
    Non ci vuole molto perchè Zyg possa dirsi soddisfatto di quello che lo circonda -non più di un paio di minuti e il tritone riemergerà alla luce bluastra ma fredda che colora della medesima tonalità l'intero Distretto.

    Ti ringrazio ma...

    Sì, pure quello è un buon motivo per scegliere le luci: per quanto si tratti unicamente d'un riscontro di tipo psicologico -una percezione indotta dal ritrovarsi immersi nel blu- sotto quei riflessi innaturali l'anfibio sembra soffrire di meno il caldo che penetra attraverso le sabbie -benchè scavata nel sottosuolo, la Tana non isola i suoi cittadini dalla costante canicola della superficie.

    ...bada bene che non tocchino dove non devono...

    Lascia intendere che, qualora lo facciano, sarà a loro rischio e pericolo -riponendo il barattolo nella borsa a tracolla lascia intendere che, se proprio ci tengono a vederlo, lo scantinato potrebbe accogliere il loro ultimo sguardo.

    Io ho concluso.

    E infatti lo scienziato è di nuovo per strada -dopo aver accostato le imposte guadagna rapido la postazione del russo e senza nemmeno sedersi gli fa cenno che è pronto ad andare. Perchè prima Dimitriy lo accompagnerà a vedere questo altro luogo da visitare, prima Zyg potrà ritornare alla sua nuova dimora -prima riuscirà a recuperare quel che ha lasciato nel suo vecchio laboratorio, prima potrà continuare con le sperimentazioni in vista del secondo progetto Kraj.
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  6. _MajinZ_
     
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    Passarono appena una manciata di minuti, ed ecco che il Tritone abbandonò il lugubre appartamento per ritornare sulla strada. L’anfibio richiuse le imposte così da segnalare che quella particolare casa ormai era la sua e nessuno doveva permettersi di mettervi piede, anche perché secondo quel che lasciava intendere lo squamoso, non era consigliabile fargli una visita quando il padrone non si trovava in casa... e dopo quel che aveva visto nella piazza, Dimitriy non aggiunse altro, limitandosi ad annuire alle gorgoglianti parole... non voleva sapere nient’altro.
    Come vuoi, ormai quella casa ti appartiene.
    Disse poi il biondo tirandosi su dalla panchina su cui aveva preso posto, iniziando poi a camminare senza dire altro, tanto aveva capito che l’altro era ormai pronto e quindi poteva mostrargli la strada per l’ultimo luogo importante da conoscere. Così ancora una volta divenne la guida della recluta, mostrandogli le vie da percorrere per non incontrare fastidi, indicando anche alcune vie sotterranee al di sotto di tombini segnalati diversamente dagli altri e riconoscerli era di fondamentale importanza in alcuni casi delicati... a Merovish le cose potevano cambiare molto in fretta, quindi bisognava essere pronti a reagire nel modo giusto se si voleva sopravvivere.
    In poco tempo il duo si ritrovò nuovamente nello squallido distretto della fame, un luogo che ad ogni visita mostrava una faccia diversa, anche se alla fine erano tutte accomunate da una cosa: la miseria. Ormai Zyg avrebbe riconosciuto da solo tutti i mendicanti e quelli che fingevano di esserlo, pronti a rapinare il primo sprovveduto di ogni suo avere, organi e arti compresi. Ad un tratto però il russo si fermò, deviando dalla camminata dritta verso la porta di un locale che dall’esterno pareva una fucina... e in effetti il suo passato era proprio quello.
    Siamo arrivati.
    Concluse l’assassino voltandosi appena verso l’anfibio, per poi spingere in avanti la porta il tanto che bastava per far passare entrambi. Subito l’odore di alcool e carne arrostita avrebbe investito i due, arricchito da un vociare continuo: a quell’ora gli avventori del locale erano parecchi e molti di essi erano ubriachi, quello era il clima che normalmente si respirava alla Quinta Bolgia. Dopo aver illustrato al Tritone alcune cose di quel locale, tra cui il nome, mosse qualche passo in direzione del bancone per poi prendere posto su uno degli sgabelli.
    Ti sconsiglio di ordinare qualsiasi cosa alcolica qui presente... potresti diventare come loro.
    Un momento, quella era ironia? Forse non lo sapremo mia, ma quelli a cui il sicario lanciò un’occhiata sapevano molto bene cosa accadeva bevendo uno di quei torcibudella: uno era accasciato sul tavolo e il compare sdraiato sul pavimento, in preda a una risata incontrollata... si, quello per Zyg era forse il benvenuto migliore tra gli Eversori.



    Questa è la Quinta Bolgia XD
     
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    Resoconto #4 _
    Man mano che procede lungo il degrado -via via che s'addentra per la terza volta nel distretto della Fame- Zyg s'annota mentalmente ogni singolo vicolo, fogna, pertugio o costruzione che il Russo gli segnala -cercando di mandarli tutti a memoria (cosa che, probabilmente, avverrà solo in parte) segue la sua guida attraverso la confusione vociante della disperazione di Merovish: più si mischia ad essa e più il tritone rafforza la propria ostinata convinzione che la Tana sia un posto fin troppo pericoloso -più quell'anfibio scopre gli ambienti cittadini del semipiano e più ogni tassello ricorda questo o quell'angolo del suo precedente contesto urbano.
    Ravnica. La Città delle Gilde. La città oltre gli abissi. La città in superficie.

    C'è un qualche motivo particolare?

    Azzarda Zyg, temporeggiando quando Dimitriy mostra tutta l'intenzione di entrare in quel covo ripugnante; pone la domanda con calma, quasi ci avesse riflettuto, ma in realtà è la prima richiesta utile che gli è balenata in mente all'udire il nome della bettola. E infine, costretto ad avanzare per non offendere il recente amico -costretto ad avanzare per non dimostrare al collega un primo segno di cedimento- lo scienziato delle profondità s'immerge in quel chiassoso frastuono condito da urla sguaiate, rutti liberi e ben altro ancora (di peggiore, ovviamente).

    Non preoccuparti.

    Lo ammonisce, rimanendo in piedi accanto al bancone per evidenti motivi: che sia una sedia, uno sgabello o fosse anche una panca, Zygoin ha ben più di qualche difficoltà a sedersi -progettato in origine per arenarsi su fondali sabbiosi, scogli semisommersi o altri appigli di sorta, il biomante può alla peggio sdraiarsi su di un divanetto o qualcosa d'altrettanto ampio. Ma su di un microscopico sgabello -su quel cerchietto di metallo a tre gambe- non se ne parla proprio: piuttosto si ergerà disinvolto fino a che la muscolatura non si rifiuti di reggerlo -piuttosto se ne andrà dal locale senza nasconderti sprezzo e derisione per non aver colto una questione tanto ovvia.

    Con i veleni ci lavoro tutti i giorni. E come vedi sono ancora qui.

    Se la tua era ironia, questa risposta rasenta forse una battuta -non che sia nelle intenzioni dello squamoso, ma nel ribadire una verità assodata suona quasi come un motto comico. Quanto al resto, il nuovo arrivato comincia a scrutare con più attenzione tanto gli avventori quanto la baracca -spostando quei suoi nerissimi pozzi che ha per occhi, Zyg fissa la sua attenzione agli spiedi che circondano il falò, chiedendosi senza farlo davvero da quale cadavere provenga la carne che sfrigola.
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Non capitava tutti i giorni che Aristotelis si recasse alla Quinta Bolgia.
    Non che non volesse incontrare Zimmer, ci mancherebbe: più che altro, un uomo di un certo spessore -sia morale che intellettuale- come lui non poteva trovare veramente appetibile quel postaccio. Tuttavia, doveva ammettere che era divertente, nonché allarmante, vedere quanto in basso si potesse arrivare nel momento in cui si perdeva il controllo di sé.
    Fortunatamente, questo non era un problema del greco.
    Quando spalancò la porta unta, preoccupandosi di usare il mantello, gli odori nauseabondi e il vociare incontrollato lo colpirono con la solita violenza: non essendo un habitué, mai si sarebbe adattato a quell'atmosfera, ben peggiore, per i suoi standard, anche dello Yuzrab stesso. Almeno non dovette preoccuparsi di essere importunato, perché d'altronde non è mai saggio attaccare briga con un uomo robusto come una quercia, in armatura per di più.
    In realtà, era più una questione di fama: chi, a Merovish, non sapeva chi fosse il mercenario Aristotelis Skotos, l'oplite della panoplia nera? Solo i neonati. O i forestieri.
    Fece una smorfia travestita da sorriso quando s'avventurò tra i traballanti clienti. Rise di gusto quando immaginò per un attimo cosa sarebbe successo se a gestire la Bolgia ci fosse stato Bid'daum.
    Probabilmente non sarebbe esistita la taverna.
    Qualcosa che non mi riduca come quelli.
    Disse all'oste, indicando due individui sull'orlo di un coma etilico.
    Interessante fu notare che il banconista gli servì un bicchiere d'acqua, guardandolo con riverenza ed un pizzico di indignazione per quella richiesta così fuori dal comune in quel luogo.
    Beh, grazie.
    Lasciò una moneta d'oro sul bancone, consapevole del fatto che l'oro blu era, in vero, molto più costoso di qualsiasi bevanda alcolica.
    Si appoggiò all'asse di legno, più sporco di una discarica.
    Dovrò ripulire per bene tutto, una volta fuori da questo inferno.
    Inferno. Fissò quella parola nella sua mente, ormai così familiare ed abusata che quasi non gli faceva più effetto.
    Alzò le spalle, bevendo un sorso: Dimitriy aveva fatto proprio un buon lavoro, portando il suo cadavere a Merovish -anche se tecnicamente l'aveva solo commissionato.
    Poi, con la coda dell'occhio, notò una chioma bionda, cosa a dir poco rara nell'intero Presidio del Sud, figuriamoci nella Quinta Bolgia.
    Finì di bere, posando il bicchiere. Sarà il russo, ipotizzò, e difatti...
    E così anche gli assassini d'èlite vengono a perdersi in questo buco.
    Esordì così, dopo essersi avvicinato alle sue spalle.
    Non che sia sbagliato...
    Sorrise, facendo un piccolo cenno col capo.
    Vedere questi reietti è la migliore terapia d'urto per non finire come loro.
    Dimitriy Kozlov, il russo: un tipo particolare ed enigmatico che in realtà altro non era che un bambino fuorviato e plasmato con cura da chi ambisce troppo, subito e male.
    Ben diversa era la realtà degli Eversori, e tra essi il biondo stava piano piano ritrovando se stesso e diventando ciò che per Ariste poteva definirsi un uomo.
    O almeno, questo era ciò che sperava il greco.
    Chi è il tuo amico?
    Chiese, fissando con sguardo vispo e curioso la vera sorpresa di quella serata, ossia l'essere antropomorfo in piedi accanto al russo e di fronte all'oplite, che tanto gli ricordava un anfibio.
    Si grattò la folta barba, socchiudendo gli occhi e squadrandolo da sotto l'elmo.
    Sei un Viashino per caso?

    Appare un Ariste selvatico!

    [Abilità Passive: +10% Mana; +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio]

    [Equipaggiamento: Armatura Completa; Spada; Giavellotto; Scudo]
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  9. _MajinZ_
     
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    Zygoin doveva davvero scusare Dimitriy, ma lui non era molto abituato ad avere a che fare con esseri che si muovevano sulla coda ed erano sprovvisti di gambe, quindi non pensò subito che forse quei piccoli e scomodi sgabelli, creati apposta per fondoschiena umani, diventassero un problema per chi un fondoschiena probabilmente nemmeno l’aveva. Così, visto che l’anfibio rimase in piedi, il biondo si voltò appena in modo tale da riuscire ad interloquire con lo squamoso restando tuttavia seduto... insomma, non sarebbero mica rimasti li tutto il giorno.
    Credo che con quei torcibudella si vada ben oltre la concezione di veleno.
    Commentò il russo, infatti alcune bevande, se così si potevano chiamare, erano preparate direttamente da titolare e anche le pietre sapevano che non bisognava mai fidarsi di un Boggart, soprattutto di uno rossiccio che aveva un enorme pachiderma come animale da compagnia. Dimitriy stava quasi per rimettersi a parlare, quando una voce familiare giunse alle sue orecchie e, voltandosi, incontrò il viso incorniciato dall’ispida barba di Ariste... faceva sempre un po’ strano rivederlo, dopo che era tornato in vita. Ancora il giovane stentava a crederlo.
    Rispetto a quel che c’è la fuori, qui dentro non è poi così male.
    Disse il ragazzo salutando a sua volta l’Oplite con un cenno del capo, solo che dal suo viso non arrivò un sorriso ma un’espressione quasi vuota. Purtroppo doveva ancora abituarsi a sorridere in presenza di un volto familiare, ma c’era ancora tempo per impratichirsi... intanto però il biondo stava imparando a usare l’ironia.
    Ma per chi ha visto l’Inferno non credo sia così brutto questo posto, no?
    Si era sentito veramente in colpa a lasciare la salma del greco nelle mani di uno sconosciuto, ma purtroppo in quel momento non poteva fare altro che lasciarlo a Talib, il quale aveva fatto comunque un ottimo lavoro, visto che adesso Ariste stava parlando con lui e ogni cosa si era risolta nel modo migliore. Loro non potevano permettersi di perdere una figura autoritaria com’era il Guerriero Ellenico.
    Lui è Zygoin, una nostra nuova recluta.
    Rispose poi l’assassino, accorgendosi che toccava a lui fare le presentazioni. Era una cosa che aveva imparato da poco, ma se voleva cambiare doveva abituarsi a diventare... più umano e meno robotico.
    Zygoin, ti presento Aristotelis Skotos... uno dei nostri tre Hierarch.
    Concluse poi restando in silenzio, in modo tale da dare modo al Tritone di rispondere alla domanda postagli... e in effetti di un Viashino aveva qualcosa, anche se quei cosi erano di sicuro molto più stupidi e guerrafondai.

     
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    Resoconto #5 _
    Con naturalezza e padronanza nei movimenti. Misurato. Imponente nella sua tenuta di guerra, fascinoso nel vestire una semplice cappa. Finchè Dimitriy tenta di convincere il tritone della pericolosità degli alcoolici, si avvicina un terzo individuo -oltre a quel che ha già visto, Zyg nota quanto sia alto, robusto e possente. Nonostante il manto a nasconderne la piena prestanza, intuisce senza fallo che il tipo non è un avventore qualunque -dall'aria pacata e dalla voce ferma non c'è dubbio che con gli ubriaconi abbia poco a spartire.
    E' in confidenza con il Russo -è chiaro che già lo conosce- e quest'ultimo replica all'istante con cordialità ma senza scomporsi -senza mai abbandonare quell'atteggiamento rigido e freddo che lo contraddistingue; si scambiano commenti pacati sul marcio che accoglie la Bolgia e sull'inferno che attende poco oltre la soglia -si rinfacciano l'un l'altro (ma senza alcun intento aggressivo) che non dovrebbero passare il loro tempo nella succitata bettola. E poi, solo poi, l'attenzione si sposta su di lui: un anfibio sotto le sabbie, un visitatore squamoso nel covo dei mercenari, un nuovo Eversore da presentare agli amici. Sì, tipo il fesso imbucato alle feste -quello che non conosce nessuno, quello che nessuno conosce.

    Incantato.

    Dichiara, tagliente. Non c'è spazio per i convenevoli ruffiani o i servilismi -non ce n'è proprio in relazione al ruolo del greco: per quanto quello rappresenti -stando alle spiegazioni pregresse ottenute dall'assassino- una delle tre massime autorità di Gilda, non è intenzione di Zyg prostrarsi ai piedi del capo o scodinzolare felice ad ogni parola di questi. Affatto. Perchè, secondo l'ottica del biomante ivi presente, è stato occhidighiaccio ad insistere tanto per il suo reclutamento -perchè, se non vi fossero stati intoppi con il suo ultimo contatto, lo scienziato delle profondità se ne sarebbe rimasto quieto al Bloodrunner per questo e per parecchi mesi a venire.

    Ma i viashino non sanno respirare sott'acqua.

    Dalla gola del tritone esce un gorgogliare basso e cupo, tipico delle sue brevi frasi, caratteristico degli abissi da cui proviene.

    Quindi no, non ho parentela con draghi e consimili.

    E il suo modo di presentarsi è tutto fuorchè amichevole -soppesando le parole, elargendole con apparente superficialità, Zyg mette al corrente lo Skotos che non ci sono giochini cui l'anfibio si presterà di sua iniziativa: quanto al lavoro... quella è tutt'altra faccenda. E quel ch'è richiesto in quanto membro effettivo -quel che ci si aspetta da una recluta fresca anzi freschissima- non è che da dire: lui è lì, non c'è occasione migliore.

    Benchè un domani -non lo escludo- potrei decidere di assomigliare ad un naga.
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    L'oplite osservò serio quel tal Zygoin, domandandosi con estrema curiosità di quale razza facesse parte.
    Si limitò ad accennare un piccolo sorriso alle fredde e gutturali parole della nuova recluta, come se tenesse in conto un comportamento del genere; d'altronde, viveva a Merovish, dove anche quelle fredde e gutturali parole potevano essere ritenute un buon passo in avanti in tema "buone maniere".
    Piacere mio.
    Rispose, socchiudendo leggermente gli occhi.
    Un Naga, eh?
    Senza chiedere nulla, prese lo sgabello che doveva essere destinato a Zygoin e si sedette, notando come, per l'appunto, quell'essere non fosse dotato di arti inferiori, guardandolo come a dire non ti dispiace, immagino.
    Dei Naga aveva solo sentito accennare rare volte, e mai aveva potuto approfondire quell'argomento in maniera degna di nota.
    Annotò nella sua mente il dover indagare oltre.
    Ebbene, un Pit Dog.
    Mentre guardava con crescente interesse la recluta, rimarcò il nome del grado gerarchico del novizio, per poi rivolgersi al russo.
    Vorresti dirmi cosa ti ha fatto pensare che ci servisse un nuovo membro, e per di più lui, Dimitriy?
    Nessuna malizia in quella domanda, come -ipotizzò- difficilmente avrebbe capito il biondo, poco abituato alle disparate inflessioni che potevano essere associate alla voce.
    Piuttosto, doveva comunque assicurarsi che non entrasse anche il primo scapestrato in gilda, pur se sapeva di poter contare, almeno in parte, sul giudizio del russo.
    Dopo aver ascoltato le parole del biondo, avrebbe poi chiesto al diretto interessato di ampliare quella risposta.
    Tu che mi dici, Zygoin?
    Appoggiato con un braccio al bancone, avrebbe atteso chiarimenti vari ed eventuali.
     
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    Dimitriy rimase in silenzio mentre ascoltava la conversazione tra il suo superiore e la nuova recluta, muovendo lo sguardo da uno all’altro per sondare le loro espressioni. Per lui che non era molto pratico nel mostrare le proprie emozioni, in ogni conversazione poteva imparare qualcosa... si, anche in quella tra un greco e un anfibio.
    Le parole dello squamoso, comunque, lasciarono il biondo un po’ perplesso. Di sicuro vi erano ancora altre qualità che non aveva notato subito, ma quello strano tizio non era di sicuro un tipo qualunque e quelli speciali erano perfetti per l’Eversione. Infatti essa si basava su molte cose, non solo la semplice guerriglia per accaparrarsi il potere, ma anche cose più fini e studiate... delle situazioni per cui una marcia in più faceva sempre bene.
    Infine giunse una domanda per il sicario, posta da Ariste che ovviamente aveva ogni diritto di chiedere, visto che il giudizio di uno poteva essere molto diverso da quello dell’altro, una buona pedina poteva rivelarsi un fiasco... ma non era di certo quello il caso.
    Perché lui ha delle capacità che nelle nostre file mancano... le sue conoscenze sulla genetica possono tornarci utili. E poi l’ho visto combattere: una mente fina unita a un talento unico.
    Concluse infine l’assassino, del tutto indifferente alle varie sfumature di una voce... quello doveva ancora impararlo. Comunque lasciò volutamente il discorso in sospeso, dando così modo allo stesso Zyg di rispondere adeguatamente visto che infondo era lui al centro del discorso e Dimitriy non era abbastanza ferrato in quelle tematiche. Però di una cosa era certo... questa volta non si era sbagliato e la sua scelta era fin troppo azzeccata. Aveva visto tanti Eversori svanire nel nulla senza motivo, ma questa volta sapeva di poter contare sulla personalità che era riuscito a reclutare.

     
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    Resoconto #6 _
    No.
    Non un Naga. Non ora. Non è quel che ha detto.
    Ma tanto, le differenze tra quello e un tritone sono così sottili che...non è importante. Non finchè Zyg rimane uno qualunque -non finchè lo si può liberamente chiamare con quel nomignolo che trasuda disprezzo.

    E nemmeno un cane.

    Aggiunge con le pupille apparentemente vacue, la voce raschiante che si ostina a rispondere con sufficienza agli approcci dell'umano. Nelle sue passate attività di ricerca il tritone ha avuto modo di interagire con elementi decisamente peggiori -tra burocrati paranoici e barbari il cui unico linguaggio è la guerra, Zygoin ha appreso che ognuno persegue i propri scopi a prescindere dalle esigenze altrui- perciò -trascurando che a suo modo pure lui rientra nella categoria- non cederà facilmente alle provocazioni (o presunte tali) che provengono dalle labbra del greco.
    Per contro, l'anfibio non ha nemmeno validi motivi di mentire -conscio che rivelar la verità non può sminuirlo agli occhi di nessuno, il biomante di un altro piano attende che l'introduzione di Dimitriy abbia termine prima di passare lui stesso a completare il resoconto con la propria opinione.

    Che prima o poi Merovish avrà anche le vostre ossa. Ma non le mie.

    Un abbozzo di sorriso solca quella spessa pelle che ne copre il volto tutto -le fessure che lo scienziato usa per branchie s'incurvano rivelando un ghigno unico e... beh, in un certo qual senso disturbante.

    Assieme a tutta un'altra serie di piccoli grandi vantaggi ch'è possibile ottenere quando disponi della conoscenza per manipolare ogni forma di vita.

    Si parla di un corpo perfetto, di una mente eccezionale, di capacità strabilianti e vincolate unicamente alla fantasia del progettista -più una piccola clausola sulla reperibilità dei modelli esotici, di poco conto se si pensa alla variabilità pressochè infinita dispersa nei vari meandri del multiverso.

    Basta chiedere.
    E in un mese o due anche il nostro beneamato Hierarch potrà vantare un'utilissima lingua prensile. O, se preferisce, un manto mimetico ben più efficiente di quello d'un camaleonte.

    Sono esempi, solo esempi. Ma -giusto per mettere le cose in chiaro- sono esempi che corrispondono a piena verità.
    .100%
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    Le parole di Dimitriy furono senz'altro interessanti, ma era il carattere sprezzante ed acido di Zygoin a destare ancor di più la voglia di sapere che il greco sempre alimentava.
    Le risposte della recluta non lasciavano spazio né a sentori amichevoli né a cenni di rispetto che, se da un lato per Ariste non importavano, nell'immaginario comune erano quantomeno dati per scontato.
    Ma, per l'appunto, l'oplite non si scompose.
    Oh, non sarà Merovish ad avere le tue ossa.
    Disse, alludendo a realtà ben peggiori che solo lui conosceva.
    Sempre ammesso che tu le abbia.
    Aggiunse, sorridendo.
    Il discorso sulla genetica e sulla manipolazione di essa gli riportarono alla mente incontri spiacevoli da lungo tenuti nascosti, e la cosa lo stuzzicò non poco, tanto da appoggiare il capo alla mano sorreggendosi sul bancone e guardare con occhi affilati Zygoin.
    In vero, le tue proposte sono affascinanti, ma non fanno al caso mio.
    Si alzò dallo sgabello, avvicinandosi di un solo passo.
    Tuttavia non nego certo che le capacità di cui ti vanti possano risultare utili.
    Incrociando le braccia, rimuginò su possibili scenari, senza distogliere lo sguardo dai globi neri come la pece che erano gli occhi di Zygoin.
    Potresti darmi una dimostrazione pratica, ora e subito? Non è un ordine.
    La richiesta era dettata solo da un'incontrollabile curiosità.
    Nessun obbligo, nessun "prendere o lasciare".
    Se avesse rifiutato, non sarebbe cambiato nulla: avrebbe dimostrato sul campo ciò che Ariste voleva vedere, e il greco sapeva già come agire in un futuro non troppo lontano.
     
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  15. _MajinZ_
     
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    In seguito alla breve presentazione, Dimitriy rimase in religioso silenzio mentre con il suo sguardo freddo fissava alternativamente il suo superiore e il suo sottoposto. Tuttavia rimase abbastanza sorpreso quando l’anfibio fece quella battuta, lasciandosi andare ad un ghigno abbastanza inquietante... non l’aveva mai visto sorridere da quando l’aveva incontrato, anche se lo stesso si poteva dire del russo che però ancora non riusciva a essere così naturale da sorridere.
    Comunque fece spallucce il biondo, sinceramente non gli importava cosa poteva accadergli in quel posto, al momento era l’unico luogo che considerava casa, anche se la precedente non l’aveva mica scordata... però le accettava entrambe così com’erano, con i loro pregi e difetti. Però non era di certo li per pensare a delle città, in realtà era abbastanza curioso di sapere come avrebbe reagito lo squamoso in seguito alla richiesta dell’oplite, il quale domandò se era possibile vedere una dimostrazione dei suoi poteri... cosa che il biondo aveva già visto e che l’aveva un po’ disgustato.
    Stai attento a non far crollare questo posto con i tuoi amichetti.
    Esordì con un tono neutro l’assassino rivolgendosi a Zygoin, visto che sapeva bene cosa potesse fare con quella strana roba che controllava. Quegli organismi affamati erano perfetti se volevi far scomparire qualcuno, visto che non rimaneva nessuna traccia. Però il ragazzo sapeva che Zyg poteva utilizzare quelle cose anche per difendere la sua stessa persona, proprio come aveva fatto in quel magazzino, sfuggendo al devastante pugno di un tizio grande il doppio di lui... quel colpo gli era scivolato letteralmente addosso. Era un po’ come lo scudo energetico del sicario, lui però i colpi li sentiva eccome visto che erano costretti a colpirlo, prima di rimbalzare via.
    Dimitriy però non aggiunse altro, limitandosi ad osservare la scena in attesa delle mosse del verde... chissà come avrebbe reagito a quella richiesta, insomma, un tipo riservato e misterioso come lui poteva reagire in modi inaspettati.

     
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30 replies since 16/2/2013, 23:33   276 views
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