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K e i.
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"Ehm..."
Compiuto l'epico sforzo di un sorriso a dir poco tirato, sudò freddo al punto da dover prendere una pausa lunga un sospiro prima di rispondere.
"Ecco... non credo sia una buona idea."
Disse in tono conciliante, agitando le manine in segno di scuse nella speranza di non offendere quella che -pasticciona o meno- era comunque qualcosa di simile ad una collega.
"Sei come quelle sacerdotesse itineranti?"
Chiese più per curiosità che per una reale necessità di conoscere quell'informazione.
"Comunque: alcune persone hanno ingaggiato noi della Rwby per questo esorcismo" spiegò cauta, scegliendo attentamente le parole, "puoi lasciare a me il lavoro, ti prometto che sbrigherò la faccenda in breve. Davvero, puoi fidarti!"
E le sorrise, sperando di riuscire a cavarsela con poco.
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Giardino dei Dimenticati, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos."Sei come quelle sacerdotesse itineranti?"
Quella domanda sembrò far tornare la suorina un attimo con i piedi per terra. In effetti la sua presentazione era stata ben misera, e sicuramente non era servita a spiegare un bel niente di ciò che stava accadendo. In virtù di questo e della naturale diffidenza dell'interlocutrice, decise finalmente di scendere nei dettagli, e spiegarle il perchè della sua presenza in quel momento... ed anche del gavettone non programmato.
-Boh, in realtà no. Sono un'Aviatrice di Laputa.
Iniziò con fare amichevole e per nulla offeso. Anche perchè da offendersi c'era ben poco.
-Vedi le ombre oltre quelle finestre? Sono i Guardiani della Città del Riposo. Loro si occupano di trovare gli intrusi che si aggirano per le tombe nelle ore notturne, e quando ci sono movimenti strani, noi Aviatori siamo immediatamente in grado di intervenire. Considerando che si trattava di un'area consacrata, il Gran Maestro ha deciso di inviare me perchè sono una sacerdotessa ed è il mio lavoro.
Espose con chiarezza, indicando con la mano una finestra poco distante da cui si intravedeva l'ombra di una figura umana con un curioso cappello a cilindro.
-Tu perchè sei qui e cosa cerchi? Hai detto che è un demone, giusto?. -
K e i.
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"...?"
Abbassò la testolina a lato, con stampata sul volto la sua più sincera espressione interrogativa.
"Aviatrice?" ebbe un flash tremendo: quella stessa suorina che aveva di fronte che gridava allegramente da dentro la cabina di pilotaggio di un triplano Fokker, mentre costringeva il mezzo ad un traballante avvitamento inseguita da una preoccupante scia di fumo bianco e da un piccolo stormo di anatre migratorie. Scosse il capo scacciando quell'immagine e si espose incredula, "ma l'aviazione del presidio si occupa della caccia ai demoni??"
Sì, beh, poteva avere un suo senso. Diciamo che potrebbe averne uno. Però non vedeva triplani nei paraggi...
"Io sono stata ingaggiata per questo lavoro! Sono di un'agenzia privata del Pentauron, aspetta..."
Rovistò in una tasca interna della mantellina e ne tirò fuori un elegante biglietto da visita. Bagnato fradicio con l'inchiostro sbiadito in una macchia illeggibile.
Lo guardò avvilita per la perdita, poi in un gesto automatico lo porse ugualmente alla novizia, rendendosi conto solo a fatto compiuto della scarsa utilità del gesto.
"Ehm, agenzia Rwby. Esorcismi.". -
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Giardino dei Dimenticati, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos."Aviatrce?" domandò la ragazzina con aria perplessa "ma l'aviazione del presidio si occupa della caccia ai demoni??"
La suorina ricambiò quello sguardo con uno altrettanto incuriosito, come se non capisse cosa l'altra ci trovasse di strano. In realtà c'erano molte cose insolite, ma per quanto Virginia fosse brava nei rapporti fondati sull'empatia -non a caso era finita nella squadra degli aviatori, cavalieri di bestie alate difficilmente addomesticabili- restava comunque carente nel supporre le eventuali diversità opinione, informazione e punti di vista, rese ancora più incolmabili su Endlos che di fatto era un mondo estremamente bizzarro e variegato. Non era nata lì, e sul semipiano trascorreva la propria esistenza da meno di un anno: doveva ancora abituarsi agli abitanti del posto.
-Beh si, gli aviatori sono soldati dell'isola del cielo. I soldati si interessano dei problemi e li risolvono, giusto?
In realtà non glielo stava chiedendo; era una domanda retorica più che altro.
"Io sono stata ingaggiata per questo lavoro! Sono di un'agenzia privata del Pentauron, aspetta..." A quelle parole l'interesse di Virginia sembrò farsi più vivo e partecipe per mezzo delle espressioni del volto. Lo sguardo attento di una bambina felice di andare a scuola era fisso su di lei, in attesa che terminasse la sua cerca del biglietto da visita. Ricerca che si rivelò vana, considerando che l'acqua santa aveva sbiadito l'inchiostro, rendendo tutto illeggibile. "Ehm, agenzia Rwby. Esorcismi."
-Oh, non la conosco- pronunciò la suorina con tono cortese -...però sembra interessante. C'è tuttavia da dire che non siamo stati noi a chiamarvi, e nemmeno le autorità dell'isola: chi è il cliente?
La sua domanda giunse spontanea e con una naturalezza inaudita; solo dopo si rese conto che poteva essere presa come una sorta di interrogatorio o nota inquisitoria. A quel punto aggiunse: -Ehm, è che vorrei sapere se questo intruso ha creato altri problemi prima di entrare in un edificio pubblico ed essere rivelato dalle autorità. Magari ci sono altre informazioni utili da sapere a riguardo: tu ne hai?. -
K e i.
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Le sfuggì un movimento involontario degli occhi nocciola che tradì non poco disagio a quella raffica di domande. La verità era: non sapeva se poteva rispondere (politica aziendale di privacy nei confronti dei clienti), ciò che sapeva era profondamente compromettente ("potrebbe esserci un processo per la morte di quella donna", malignava una vocina interiore), non era del tutto certa dell'identità del committente (al novantanove virgola nove percento quella donna, ma come esserne certi?). D'altro canto quella giovane suora sembrava tanto inaffidabile quanto ben disposta nei suoi confronti, non il tipo che ti crea problemi volontariamente. E purtroppo non le passava per la mente l'idea che potesse crearne involontariamente. Anima candida tristemente fiduciosa nel prossimo.
"Non conosco con certezza l'identità del committente", disse cauta, "avrei dovuto incontrarlo nella sua dimora, ma al mio arrivo ho solo rinvenuto il cadavere di una donna ed una bambina molto piccola..."
Fece una piccola pausa, sfiorandosi il lato di una guancia con il ditino in aria contemplativa.
"Mmh, dunque... anche ammettendo che il mio committente sia quindi morto, devi sapere che l'agenzia pretende pagamenti in anticipo, quindi ho l'obbligo di portare a compimento il mio lavoro. Ho intenzione di esplorare palmo a palmo questo cimitero, costi quel che costi. Pertanto..." esitò per un istante, poi concluse d'un soffio: "ehm, so che ti chiedo molto, ma potresti lasciare il campo a me...?". -
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Giardino dei Dimenticati, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.Alle parole della ragazzina dal mantello rosso, lo sguardo di Virginia vacillò per un solo istante, forse timoroso di non sembrare all'altezza o -chissà- esserle antipatica. Accadde tuttavia che l'insicurezza durasse un solo attimo, in parte per il desiderio della suora di non sembrare inopportuna, in parte perchè fin troppo spesso le sue emozioni le risultavano quasi estranee, come se il briciolo di beatitudine rimasta alla sua seconda nascita fosse in grado di rendere ogni negatività remota, irrilevante, ovattata.
-Non posso abbandonare la missione, il mio capo mi uccide
Le parole della giovane suora furono accompagnate da un triste sospiro. Quando si trattava del Presidio Errante, il Gran Maestro diventava fin troppo protettivo ed accorto, anche secondo i suoi standard.
-Però possiamo dividerci: io non ho ancora cercato fra le tombe qui fuori, e devo controllare tutte le uscite. Tu potresti vedere dentro.
Sorrise gentile indicando gli interni della Città del Riposo.
-Ti andrebbe? Così dovremmo guadagnare tempo.. -
K e i.
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"Ouu~..."
Si risolse in un sospiro sottile, disarmata davanti alla cortese insistenza della giovane novizia. Le premeva evitarle guai, inoltre preferiva agire da sola non solo per indole, ma anche per non avere la pressione di un compagno da difendere. Non era abbastanza abile per proteggere se stessa e dei compagni, senza tener conto degli infiniti disastri che possono scaturire da una collaborazione maldestra fra due perfette estranee che mai si sono trovate ad agire in coppia. D'altra parte però non riusciva a trattare con freddezza quella giovane suora, una qualsiasi delle sue compagne probabilmente si sarebbe limitata a cacciarla in qualche modo -rispondendole a tono o semplicemente mettendola in fuga con due frasi taglienti come lame di ghiaccio.
Ma dopotutto il rosso è un colore troppo caldo e gentile per simili atteggiamenti...
"E va bene. Facciamo come dici tu."
Senza attendere oltre si incamminò, anche se prima di allontanarsi dalla novizia le rivolse un gesto di ammonimento, un dito indice sollevato e le sopracciglia sottili leggermente incurvate ad abbozzare una qualche minaccia.
"Ma se finisci nei guai limitati a gridare e fuggi via!"
Dopotutto -pensava- le probabilità di trovare dei guai nella zona scelta da Virginia erano sensibilmente più basse rispetto all'interno delle cripte.
Si mosse con sicurezza, avvolta nel mantello rosso cremisi con il cappuccio ben tirato sul viso, mettendo completamente in ombra lo sguardo. Si muoveva piano, un passo alla volta, facendo vagare gli occhi nocciola da un lato all'altro del sentiero. Faceva da esca per se stessa, in un certo senso, se qualcuno o qualcosa stava agendo per atti malvagi in quei luoghi di certo non avrebbe avuto timore di una ragazzina e di sicuro non avrebbe avuto motivo di darsi alla fuga al suo sopraggiungere. Di solito piuttosto preferiscono attaccarla, e qui stava l'esca. Un soldato addestrato o un individuo con un minimo di senso del pericolo avrebbero definito il suo modo di fare avventato: come dar loro torto...?SPOILER (clicca per visualizzare)Non ti preoccupare, il post non era affatto "striminzito", era gradevolissimo! A me piacciono molto i post brevi e semplici (in effetti tutti i miei post sono così...). -
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.I tuoi passi riecheggiano fra le tombe come infiniti, piccoli rintocchi in un mondo dove il tempo ormai non esiste; oblio nel futuro e nel presente, la morte concedeva alle anime defunte soltanto qualche stralcio di passato. Avanzasti lenta ma ben visibile, e non ti ci volle molto per iniziare a sentire un curioso quanto inquietante tintinnio di catene. Che i demoni portassero catene? Che qualcuno -prima di te e Virginia- avesse catturato il colpevole? Che fosse... qualcos'altro?
Non avresti avuto modo di indagare. Una mano apparve dal nulla, tappandoti la bocca, e con forza ti trascinò nel totale buio di una cripta, approfittando della sorpresa e della tua ipotetica quanto prevedibile risposta maldestra.
-Shhhh!
Era buio, così buio da non esserti ancora abituata a quel posto: non avevi nemmeno idea di chi ti avesse trascinata lì.
-Devi far silenzio o ti sentiranno...
Ma la voce di un bambino (wtf?!?!) giunse ben chiara alle tue orecchie.
Da quando c'erano i bambini al cimitero?
E come diavolo era riuscito a trascinarti via?!?
Edited by Sturm.und.Drang - 4/6/2013, 22:19. -
K e i.
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Si trattenne a stento da una reazione violenta, il gomito che già si era mosso all'istante per andare a colpire l'assalitore. Fu l'istinto a impedirle di reagire, ma ebbe bisogno di tutto il suo autocontrollo per non mettere mano all'arma rossa che portava con se sotto la mantella. Si immobilizzò, chiudendo gli occhi per stabilizzare il battito del cuore e trarre un profondo e silenzioso respiro, poi riaprì gli occhi cercando con lo sguardo la figura che l'aveva assalita, annuendo con decisione per fargli cenno che poteva smettere di premerle la mano sulla bocca.
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.Il buio pare dissolversi, e intravedi nella penombra una macabra figura in catene che lenta percorre il corridoio dove fino a poco fa ti trovavi per poi sparire nuovamente nel nulla. Le manine che ti trattenevano ti lasciano andare e, una volta libera, avresti avuto modo di voltarti ed osservare il volto del tuo ipotetico rapitore: un bambino. Si, esatto: circa dieci anni e non di più, albino, abiti eleganti -a dire il vero da funerale- ed occhi di un rosso decisamente innaturale per un essere umano. Sorrideva allegro, ed allora avresti notato i suoi canini sporgenti da vampiro.
-Devi stare attenta in questo posto: i guardiani cacciano tutti coloro che entrano senza permesso e sono davvero bravi.
Nonostante l'età, a differenza tua e di Virginia, il bambino sembrava abbastanza pratico del posto. Inoltre, nonostante la razza, non sembra aggressivo, nemmeno un pò. Non a caso ciò che dice dopo è tutto fuorchè minaccioso.
-Vuoi diventare mia amica?
Sorride di nuovo, e ti tende la mano,
Evidentemente rimanere solo in quel posto doveva essere noioso.... -
K e i.
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La pelle diafana in modo innaturale, occhi rossi come quelli dei conigli che spiccano come gocce di sangue sul volto cinereo, bizzarri abiti e l'odore di fiori di cimitero tanto intenso da farle arricciare il naso. Kei rimase per qualche attimo interdetta, indecisa sul come -se?- rispondere a quel fanciullo, poi superato il primo istante di confusione iniziò ad assimilare quelle che erano state le sue parole. Mancava totalmente di capacità intuitive, lei, però avere di fronte quello che sembrava in tutto e per tutto un giovane cainita dopo aver avuto a che fare con una giovane novizia le faceva sospettare che quei luoghi funerei non fossero popolati solo dai morti, ed anzi ci fosse ben più vita di quanto ci si aspetterebbe in un luogo del genere.
"A-amici? E tu sei un...?"
Esitò nel finire la frase, come temendo di risultare offensiva nei suoi confronti.
Certo non riusciva a staccare gli occhi di dosso da quegli occhi così innaturalmente rossi...
Si guardò intorno, cercò di assumere un tono di voce naturale nonostante la bizzarria della situazione, poi azzardò una risposta:
"Io non sono qui senza permesso! Sto... svolgendo un certo lavoro."
Piccata all'idea di risultare una sorta di intruso, ma conscia delle circostanze delicate in cui si trovava, aggiunse:
"Mi chiamo Red. Sto cercando degli individui che si sono introdotti in questo luogo."
E attese, chiedendosi se il giovane cainita si sarebbe presentato a sua volta o meno.. -
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.Il piccoletto reclinò curiosamente la testolina albina, fissando la ragazzina con un'innocenza disarmante, estremamente in contrasto con le iridi color sangue e l'aspetto macabro che gli conferivano abiti e carnagione. Le piccole labbra si strinsero nel malriuscito tentativo di trattenere una risatina, quindi la lasciò continuare in quella reazione strana che personalmente trovava estremamente buffa.
"Io non sono qui senza permesso! Sto... svolgendo un certo lavoro."
Il vampirello la interruppe, frapponendo fra lui e la sua interlocutrice un indice alzato all'altezza della bocca.
-No, non lo hai. Nessuno ha il permesso di notte: quando non c'è il sole sono loro i padroni.
Non specificò l'identità dei "padroni", ma non ci sarebbe voluto molto per capire che si trattasse di quella sottospecie di fantasmi bendati ed incatenati che gironzolavano fra le cripte. Che poi, non avevi nemmeno la più pallida idea di cosa fossero... non sembravano spettri normali, e nemmeno mummie. Ultimo quesito, non meno importante: l'Alfiere permetteva una cosa simile?
"Mi chiamo Red. Sto cercando degli individui che si sono introdotti in questo luogo."
Alla presentazione della fanciulla, il bambino si esibì in un elegantissimo inchino -ricordo delle lezioni di bon-ton ai tempi in cui non era ancora morto- e le rispose con voce allegra e gioviale.
-Io mi chiamo Cliff e vivo qui! Puoi venirmi a trovare anche domani, se vuoi!- il suo visino era tutto gioioso, quasi dimentico di ciò che le aveva detto poco prima. Poi sembrò riprendersi dallo stato di euforia e, inaspettatamente, le diede una risposta utile e sensata: -Ah, ma quindi conosci quel signore che è entrato prima?. -
K e i.
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"Ehm..." esitò un attimo, gli occhi nocciola che si muovevano prima a destra e poi a sinistra, evitando per qualche attimo di soffermarsi sul giovane cainita, mentre si esibiva nella brutta imitazione di una bugiarda: "S-sì...? Cioè, sì. Credo di conoscere il signore di cui parli."
Molto poco credibile, ma sperava bastasse.
"E dove... si trova, questo signore? Puoi portarmi da lui?". -
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Città del Riposo, Latifondo.
Presidio Errante, Endlos.Alla tua risposta, stranamente (ma non così tanto) il piccolo Malkavian in abiti eleganti esibì un sorrisone a trentadue denti. Forse non gli era chiaro qualche dettaglio, o magari la sola idea della presenza di un demonio nel cimitero non lo sconvolgeva poi così tanto... sta di fatto che ti prese la mano con gioia, stringendola forte forte nella sua e tirandola verso di sè come ad invitarti a seguirlo.
-E' in una cappella sotterranea, vicino alle cripte. Vieni, ti faccio vedere!
Mano nella mano avreste camminato per alcuni minuti. Nel momento in cui iniziasti a chiederti se non fosse una trappola o semplicemente un suo modo per giocare, giungeste in una cripta particolarmente ricca rispetto alle altre: statue di pietra agli angoli e ghirigori su quasi la totalità delle superfici ti lasciarono supporre che quella fosse la tomba di un uomo molto potente... o molto ricco.
-E' lui?
Domandò il piccolo a voce bassa, e con il ditino andò ad indicare una figura maschile inginocchiata di fronte ad un altare improvvisato pieno di teschi, carne e sangue. Intorno a lui una marea di candele. Dire che la sua fosse un'attività sospetta era puro eufemismo.
Perfetto, forse lo avevi trovato: che fare?. -
K e i.
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"Sì, è lui."
Disse piano, annuendo in tono gentile e mettendo mano all'arma.
"Per favore, ora, rimani in disparte:"
Scattò in avanti, determinata a raggiungere di un balzo il luogo dove l'uomo era inginocchiato. Con quel movimento, si sarebbe portata il più velocemente possibile alle sue spalle per puntargli contro la nuca la canna del pesante fucile da caccia, Cresent Rose. A quel punto si sarebbe fermata, immobile in quella posizione per vedere meglio l'uomo.
Non disse niente. Avrebbe atteso non più di qualche attimo, dando a lui il tempo appena sufficiente ad aprire bocca e dire qualcosa, anche se non avrebbe esitato a premere il grilletto qualora avesse visto qualcosa di sbagliato o anche solo sospetto..
Ospite indesiderato |
