[EM] Blood Letter

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Blood Letter



    Era buio, li dentro. Buio e umido.
    A rischiarare l'interno di quell'abitazione abbandonata, nel bel mezzo della Tana, c'era solo un piccolo lume che proiettava degli inquietanti bagliori rossastri sulle pareti chiazzate di muffa. Il pavimento, logoro, era un insieme di piastrelle un tempo colorate, ora dissetanti fra loro in più punti, di un uniforme color sporcizia.
    Al Boggart piaceva quel posto.
    Era isolato, silenzioso. Lontano dai problemi, lontano dalle soluzioni.
    Zimm stava seduto sopra quello che un tempo doveva essere un piccolo mobile, le ante marcite da un pezzo. Era solo, sorprendentemente. Per quello che stava per fare, la presenza di 23 non era richiesta.
    Illuminato dal piccolo lume, il volto squamato del molliccio tradiva una certa stanchezza, oltre al solito piglio grintoso che lo caratterizzava.

    Al centro della stanza, una sedia, incredibilmente in buone condizioni. Probabilmente, l'aveva portata Zimmer stesso.
    Rimase immobile, ammirando il silenzio di quel luogo dimenticato da tutti. Un luogo perfetto, che come molti altri era stato reclamato dall'Organizzazione per poter piantare i propri semi.
    Stava aspettando qualcuno, il Buon Molliccio. Qualcuno che avrebbe fatto meglio a non tardare.



    ENERGIA:100%
    Corpo: Mente:



    Attive:
    N/A

    Passive:
    Lingua di un mercante figlio di puttana.
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento. [Passiva]

    Icarus [x]
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.
    Passiva di volo


    Companion
    Oliphant [x]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.

    23 [x]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Equipaggiamento:
    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Jester Axe [X]

    Ultima invenzione di casa Zimmer: la Jester Axe.
    Prendete una delle più sanguinarie armi medioevali, dotata di ottimo acciaio temprato capace di segare in due anche un palmeto di bambù indonesiano, e mettetela da parte.
    Prendete una delle invenzioni più demoniache della razza più bislacca del mondo, diretta responsabile dello scioglimento delle calotte polari, e mettetela da parte.
    Prendete anche voi, che sicuramente volete stare al sicuro, e mettetevi da parte, possibilmente dalla parte del manico.
    Ualà.
    Tenete l’arma usando due mani e branditela come se non ci fosse un domani, affettando qualsiasi nemico vi troviate davanti.
    Il nemico è grosso quanto un armadio a due ante arredato da vostra suocera?
    Brandite la Jester Axe dal fondo e premete a fondo la pinza fra l’impugnatura e il tubo di polimero che collega ben due serbatoi di kerosene alla bocca di fuoco posta all’estremità.
    Jester Axe! Nelle migliori Bolge di Merovish.
    (Attenzione, il rivenditore non si assume nessuna responsabilità in caso di morte, menomazioni, incenerimento di oggetti o soggetti. Si prega di utilizzare l’arma solo dopo averla acquistata, fuori dal negozio)

    Note:











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    Narrativa - Tecnica - Trofei - Scheda

     
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    Dimitriy si trovava nel suo appartamento in quel momento, avvolto da un silenzio impenetrabile. Le sue mani poggiavano sui bordi di una bacinella con dell’acqua, mentre i suoi occhi erano fissi in quelli della figura riflessa allo specchio, che a sua volta lo scrutava con freddezza. Poteva sembrare sempre il solito l’assassino, ma c’era qualcosa di diverso di cui poteva accorgersi solo lui stesso... era cambiato in quell’anno e mezzo, in modo forse impercettibile per gli estranei, ma per lui era qualcosa di molto evidente e quasi stentava a riconoscersi.
    Riusciva quasi a vedere le crepe che attraversavano la maschera glaciale del suo volto, crepe identiche a quelle apparse sull’involucro gelido del suo cuore. Non se n’era mai accorto, ma forse quelle spaccature erano apparse per la prima volta nel suo mondo, quando aveva preso la decisione di abbandonare quella vita che lo opprimeva... aveva scelto la libertà e da quel momento tutto ciò che lo legava al passato aveva iniziato a spezzarsi. E ora era li, davanti a uno specchio, meravigliandosi di ciò che gli era capitato. Si sentiva diverso, si sentiva un uomo libero.
    Immerse le mani nell’acqua e se la scagliò letteralmente sul viso, ripetendo l’operazione un paio di volte. Il russo prese quindi un panno e si asciugò, riportando lo sguardo sullo specchio: adesso si leggeva la determinazione in quegli occhi di ghiaccio. Infatti i cambiamenti non erano ancora terminati e quel giorno ne sarebbe avvenuto un altro... anche se non sapeva bene cosa. Zimmer aveva chiesto di lui e gli aveva dato appuntamento in un luogo preciso e il biondo non aveva nessuna intenzione di farsi attendere, così dopo essersi equipaggiato e vestito, uscì dal locale e si immerse nella folla.
    Il sicario non ci mise molto a raggiungere quella casa abbandonata, all’apparenza disabitata, dove al suo interno lo aspettava il Gerarca rossiccio... per discutere di chissà quali affari. Era sempre impossibile prevedere cosa frullasse nella mente di quel boggart. Una luce rossa e inquietante accolse l’assassino, proiettata da un singolo lume, che tingeva di tonalità scarlatte l’intera stanza. Poco più lontano, seduto su di un mobile sgangherato si trovava Zimmer... stranamente da solo, ma con la sua solita espressione in volto, anche se si poteva leggere qualcosa di diverso. Dimitriy lo osservò senza dire nulla, facendo quindi qualche passo avanti fino a raggiungere l’unica cosa nuova in quel luogo.
    Una sedia pulita e moderne era posizionata al centro della stanza... e non era di certo li per bellezza, ma per uno scopo preciso. L’Eversore la superò e poi ci si sedette, sollevando gli occhi gelidi in direzione del suo superiore mentre le braccia si incrociavano all’altezza del petto. Rimase quindi in silenzio in attesa di qualche reazione, era giunto li come gli era stato chiesto e voleva saperne il motivo... tuttavia rimase pazientemente in attesa, ricomponendo la sua maschera di ghiaccio.

     
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    Era buio, li dentro. Buio e umido.
    L'attesa del Boggart era infine terminata: e una nuova ombra andò ad unirsi a quella del molliccio, schiacciata sulla parete sgangherata e male illuminata di rosso. L'Eversore si sedette, silenzioso come la neve del suo regno natale. Per un istante, un breve ma significativo istante, gli occhi dei due si incrociarono.
    Poi il silenzio. Sembrava come se Zimmer volesse studiare una volta di più quell'uomo che lavorava come lui nell'Organizzazione più forte e influente di Merovish.
    Dimitriy non era un semplice affiliato. Grazie a lui, il progetto Voci era stato possibile, e sempre grazie a lui era potuto continuare. Quello era stato sicuramente uno dei passi più importanti compiuti con l'obiettivo dell'Eversione.

    Il silenzio fu rotto dal rossiccio. Questi balzò giù dal trampolo dove sedeva, cominciando a girare attorno alla sedia, con passo lento ma cadenzato.

    "Perché?"
    Era una domanda semplice, ma il tono del Boggart era mortalmente serio.
    "Perché lo facciamo? Perché vogliamo conquistare la Tana?"
    Non era il tempo delle maschere, delle recite, delle parlate buffe e degli intrighi da commerciante.
    Non era Zimmer il Boggart, il Commerciante Rosso a parlare. Era Zimmertraugher, Hierarch degli Eversori di Merovish.
    Per un attimo, si ricordò del suo arruolamento.
    Sorrise. Poi attese la risposta del ragazzo.




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    Lingua di un mercante figlio di puttana.
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento. [Passiva]

    Icarus [x]
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.
    Passiva di volo


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    Oliphant [x]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.

    23 [x]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Equipaggiamento:
    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Jester Axe [X]

    Ultima invenzione di casa Zimmer: la Jester Axe.
    Prendete una delle più sanguinarie armi medioevali, dotata di ottimo acciaio temprato capace di segare in due anche un palmeto di bambù indonesiano, e mettetela da parte.
    Prendete una delle invenzioni più demoniache della razza più bislacca del mondo, diretta responsabile dello scioglimento delle calotte polari, e mettetela da parte.
    Prendete anche voi, che sicuramente volete stare al sicuro, e mettetevi da parte, possibilmente dalla parte del manico.
    Ualà.
    Tenete l’arma usando due mani e branditela come se non ci fosse un domani, affettando qualsiasi nemico vi troviate davanti.
    Il nemico è grosso quanto un armadio a due ante arredato da vostra suocera?
    Brandite la Jester Axe dal fondo e premete a fondo la pinza fra l’impugnatura e il tubo di polimero che collega ben due serbatoi di kerosene alla bocca di fuoco posta all’estremità.
    Jester Axe! Nelle migliori Bolge di Merovish.
    (Attenzione, il rivenditore non si assume nessuna responsabilità in caso di morte, menomazioni, incenerimento di oggetti o soggetti. Si prega di utilizzare l’arma solo dopo averla acquistata, fuori dal negozio)

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    Gerarca e Mirmydon adesso erano faccia a faccia. Si scambiarono un rapido sguardo carico di significato e poi una cappa di spesso silenzio calò in quella stanza umida che puzzava di muffa. Nessuno dei due osava spezzarlo e Dimitriy di certo non l’avrebbe fatto per primo... preferendo restare al riparo tra i suoi pensieri. I motivi di quella chiamata potevano essere diversi, ma di sicuro questa volta c’era qualcosa di diverso nell’aria, non si trattava proprio dei soliti discorsi tra superiore e sottoposto. L’espressione del rossiccio era seria, segno che il loro incontro aveva una grande importanza.
    Fu proprio il Gerarca a spezzare quell’assordante silenzio, balzando giù dal mobile sul quale si trovava e iniziando a camminare in cerchio attorno al biondo. Subito dopo arrivò la prima domanda che lasciò l’assassino abbastanza perplesso... quella semplice parola, pronunciata in modo interrogativo, poteva avere tantissime risposte, ma forse nessuna di esse avrebbe soddisfatto il Boggart. Per fortuna quest’ultimo continuò a parlare anche se, benché la domanda adesso fosse più chiara, il sicario rimase ancora in silenzio, prendendosi diversi istanti prima di rispondere.
    In verità quella domanda se l’aveva fatta spesso, ma era più rivolta a se stesso che all’intera organizzazione... perché si era unito a loro? Perché combatteva per quella causa? Beh, nel primo caso l’aveva fatto per sentirsi libero di prendere una decisione dopo anni di oppressione... e in secondo luogo continuava a lottare perché senza gli Eversori si sarebbe ritrovato, per l’ennesima volta, senza una strada da seguire. L’unico modo per sfruttare le sue abilità era in mezzo a quei rivoltosi, un branco di delinquenti che ormai considerava come la sua famiglia.
    Mentirei dicendo che lottiamo solo per prendere il potere... sarebbe una motivazione troppo semplice.
    Fu il Russo a spezzare ancora una volta il silenzio, parlando con assoluta sincerità benché il suo tono fosse gelido e piatto, come al solito privo di emozioni... se non appunto l’assoluta sincerità. Gli occhi di ghiaccio vennero portati in direzione del soffitto, mentre un leggero spasmo attraversava il suo braccio ricostruito. Ogni tanto capitava, maledetto Calisto.
    Noi lo facciamo per controllare questo Caos, per sfruttarlo a nostro vantaggio e per espanderci... la Tana è solo l’inizio.
    Aggiunse poi incrociando le braccia e socchiudendo appena gli occhi. Non parlava più al singolare ormai, ma adesso si rendeva conto di essere avvolto da quella causa che prima non apprezzava molto... ma che con il tempo era diventata quasi una ragione di vita.
    Merovish può e deve diventare la nostra base, il punto di partenza per far crescere il nostro nome... e per farci temere anche fuori dai cunicoli. Ma per far ciò, ci serve tutto quello che ha da offrire il Cuore della Terra Ostile.
    Concluse poi Dimitriy richiudendosi nel suo silenzio. Non sapeva se quelle parole erano le stesse che il molliccio voleva sentire, ma quello era il suo modo di pensare e lui avrebbe agito in quel modo per il bene della sua famiglia.

     
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    Continuò a girare in tondo, il molliccio. Anche quando il ragazzo biondo smise di parlare. Il silenzio tornò a far da padrone in quelle quattro mura ricoperte di muffa. Silenzio che, a differenza della prima volta, terminò in fretta. Una grossa risata si levò dal Boggart, mentre questo si rimetteva a sedere dove il Russo lo aveva trovato, entrando.

    Per un attimo, si rivide, su quella sedia. Conquistare Merovish, spiegare i tentacoli Eversori fino a strangolare tutto il deserto, per poi estendersi oltre, ovunque. Potere, si. Ma non del tipo che solitamente gli uomini assetati di gloria cercavano. Sorrise, di nuovo.
    " Ti ho mai raccontato del mio reclutamento?" domandò. Il discorso sembrava esser scivolato nel puerile, eppure, dalla dialettica del Boggart, si poteva dedurre come la questione fosse importante.
    " Successe qui, nel Bazar delle Talpe. Io ero arrivato da poco, assieme a 23." fece una lieve pausa, come a voler ricordare quel momento. Erano passati anni, da allora. E sembravano molti, molti di più.

    " Non lo hai mai conosciuto, sei arrivato dopo... ma a reclutarmi, fu l'allora capo dell'organizzazione, ancora in fasce. Chiedeva fedeltà e in cambio delle mie particolari doti, mi promise il potere sulla città. Come non accettare?" il molliccio, nuovamente sorrise.
    " Non firmai nemmeno con il mio vero nome. Il piano era arrivare alla sala del tesoro e filarmela con tutto l'incasso. Cosa poteva fregarmene di questo buco di città?"
    Una nuova pausa, dove il Boggar prese fiato. Con una mano, estrasse da una tasca una piccola pietra, con incisa sopra una runa sbiadita. Il carattere che poteva essere interpretato come "inganno". Quel sasso era legato alla prova che aveva dovuto sostenere per entrare nell'Organizzazione. La conservava da allora.

    "Questa città... ti cambia."

    Il tono trasognante del rossiccio si fece nuovamente fermo e deciso. Quella piccola parentesi era ormai conclusa, e con essa anche la storia sul passato di Zimmer.
    Osservò con occhio analitico il ragazzo, per convincersi una volta di più che aveva fatto la scelta giusta.
    "Per imbrigliare il caos di Merovish, dello Yuzrab, del Geisire ho bisogno di uomini capaci, pronti a prendere iniziative e assumersi responsabilità. Di carne da cannone ne ho fin troppa, mi servono dei generali."
    Nuovamente, il Boggart saltò giù dal mobile, avvicinandosi al proprio sottoposto.
    "Sei tu, l'uomo che cerco?"
    Le carte erano state scoperte, ora bisognava vedere se le puntate erano state sufficientemente stuzzicanti.





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    Lingua di un mercante figlio di puttana.
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento. [Passiva]

    Icarus [x]
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.
    Passiva di volo


    Companion
    Oliphant [x]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.

    23 [x]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Equipaggiamento:
    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Jester Axe [X]

    Ultima invenzione di casa Zimmer: la Jester Axe.
    Prendete una delle più sanguinarie armi medioevali, dotata di ottimo acciaio temprato capace di segare in due anche un palmeto di bambù indonesiano, e mettetela da parte.
    Prendete una delle invenzioni più demoniache della razza più bislacca del mondo, diretta responsabile dello scioglimento delle calotte polari, e mettetela da parte.
    Prendete anche voi, che sicuramente volete stare al sicuro, e mettetevi da parte, possibilmente dalla parte del manico.
    Ualà.
    Tenete l’arma usando due mani e branditela come se non ci fosse un domani, affettando qualsiasi nemico vi troviate davanti.
    Il nemico è grosso quanto un armadio a due ante arredato da vostra suocera?
    Brandite la Jester Axe dal fondo e premete a fondo la pinza fra l’impugnatura e il tubo di polimero che collega ben due serbatoi di kerosene alla bocca di fuoco posta all’estremità.
    Jester Axe! Nelle migliori Bolge di Merovish.
    (Attenzione, il rivenditore non si assume nessuna responsabilità in caso di morte, menomazioni, incenerimento di oggetti o soggetti. Si prega di utilizzare l’arma solo dopo averla acquistata, fuori dal negozio)

    Note:











    uH0Iz
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    Narrativa - Tecnica - Trofei - Scheda


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    Ancora una volta il silenzio calò nella stanza, anche se questa volta la sua durata fu molto breve. Una risata si levò dalle fauci del Boggart, lasciando l’assassino un po’ perplesso ma ancora una volta il suo viso rimase immobile, come quello di una statua. Zimmer invece terminò con il suo giro e andò a posizionarsi sul mobile sgangherato di prima, domandando al suo sottoposto se gli avesse mai parlato del suo reclutamento... e questo mosse la testa un paio di volte, prima a destra e poi a sinistra.
    Il discorso era improvvisamente cambiato, ma il biondo rimase in silenzio e in ascolto, senza interferire in alcun modo con le parole dello Hierarch. Il rossiccio spiegò come a reclutarlo fosse stato il vecchio capo dell’organizzazione, un uomo che ormai non faceva più parte delle loro fila... ma di cui Dimitriy aveva sentito più volte parlare. Benché potesse sembrare un discorso semplice, il sicario sapeva bene che quando il suo superiore parlava a quel modo, senza errori, allora doveva trattarsi di qualcosa di davvero importante, priva di qualsiasi inganno.
    Eppure la sua avventura tra gli Eversori era iniziato proprio per ingannare il capo, infilarsi nella base e portare via ogni ricchezza, fregandosene completamente di quella causa. Infondo quella era Merovish, quindi perché farsi qualche scrupolo? In realtà non era così semplice. Il molliccio fece una pausa giusto per prendere fiato... mentre la sua mano squamosa tirò fuori da una tasca qualcosa, sembrava un semplice sasso ma da come lo osservava significava sicuramente qualcosa. Infine Zimmer giunse alla stessa conclusione del biondo. Quella città... cambiava le persone.
    Il tono era ritornato fermo e deciso, Dimitriy sollevò quindi lo sguardo e incontrò quello del suo capo, sostenendolo senza voltare lo sguardo. Poi il Boggart parlò ancora e disse delle cose giuste: serviva davvero qualcuno per riuscire a imbrigliare quel caos. Servivano delle menti e non solo delle braccia, menti in grado di prendere importanti decisioni.
    Il Gerarca saltò quindi nuovamente giù dal mobile e fece una domanda al biondo ragazzo... una domanda dove c’era una sola risposta possibile, se si voleva mantenere intatto il proprio onore. L’assassino abbassò per un attimo lo sguardo, andando ad osservare il pavimento.
    Nel mio mondo questa divisa...
    Sfiorò i suoi abiti con la mano guantata di bianco.
    ...significa Tradimento. Quelli come me vengono considerati dei vigliacchi, uomini che attaccano alle spalle e che non sono degni di fiducia. Le persone mi guardavano con disprezzo.
    I pugni si strinsero per un attimo, con forza. Poi però un sospiro e la stretta svanì completamente.
    Qui invece mi avete sempre trattato come un vostro pari, chiedendomi in cambio di sostenere questa causa, niente di più.
    Lo sguardo ora venne sollevato e riportato in quello del rosso. Si leggeva la determinazione in quei due frammenti di ghiaccio.
    Io voglio ricambiare la fiducia che riponi in me... sono pronto a qualsiasi cosa pur di vedere i nostri obiettivi realizzarsi. Non so se sono la persona più adatta a questo, però sento questa causa mia e so che farei di tutto per onorarla.
    Una pausa, un respiro.
    Sono io l’uomo che cerchi.
    Concluse infine, peccando forse un po’ troppo di superbia. Il suo sguardo però era sincero, non vi era la menzogna nelle sue parole... il suo cuore era puro e sentiva il bisogno di fare quell’importante passo, felice di poter godere della fiducia che gli altri riponevano in lui.

     
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    Il Boggart sorrise, osservando il proprio collega rispondere. Quello che stava accettando in quel momento non era un onore, era un peso. Il peso della catena di comando, il peso delle decisioni, il peso della responsabilità. In quel momento, il biondo seduto davanti a lui non poteva più limitarsi a seguire gli ordini: ora aveva la responsabilità d impartirli. Certo, una mente semplice, mai stata al comando, avrebbe visto solo cose positive in quell'evoluzione. Ma le menti più capaci, più intelligenti, ne avrebbero certo capito la gravità.

    "Molto bene. Le Voci sono completamente sotto il tuo controllo, così come tutto il reparto di spionaggio degli Eversori." commentò, annuendo. Nonostante quello fosse un compito enorme, sapeva di aver scelto bene a chi affidarlo: non si aspettava una risposta diversa da lui.
    "Potrai disporre come vorrai degli uomini delle Voci, il tuo primo compito sarà reclutarne alcune e renderle più partecipi all'Eversione." fin'ora, infatti, le Voci non erano partecipi alla vita dell'Organizzazione, e nemmeno sapevano di essere affiliate agli Eversori d Merovish. Ora, questo poteva cambiare. Dimitry aveva abbastanza buonsenso da reclutare qualcuno di affidabile, qualcuno a cui affidare il recupero di informazioni più specifiche, più utili e...compromettenti.

    Senza aggiungere altro, il Boggart saltò giù dal mobile e si diresse verso l'uscita. Poco prima di uscire, però, si fermò.
    "Congratulazioni, Blood Letter." commentò, lanciando la piccola pietra verso il biondo.
    Poi uscì.




    ENERGIA:100%
    Corpo: Mente:



    Attive:
    N/A

    Passive:
    Lingua di un mercante figlio di puttana.
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento. [Passiva]

    Icarus [x]
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.
    Passiva di volo


    Companion
    Oliphant [x]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?

    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.

    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.

    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.

    23 [x]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.

    Equipaggiamento:
    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Jester Axe [X]

    Ultima invenzione di casa Zimmer: la Jester Axe.
    Prendete una delle più sanguinarie armi medioevali, dotata di ottimo acciaio temprato capace di segare in due anche un palmeto di bambù indonesiano, e mettetela da parte.
    Prendete una delle invenzioni più demoniache della razza più bislacca del mondo, diretta responsabile dello scioglimento delle calotte polari, e mettetela da parte.
    Prendete anche voi, che sicuramente volete stare al sicuro, e mettetevi da parte, possibilmente dalla parte del manico.
    Ualà.
    Tenete l’arma usando due mani e branditela come se non ci fosse un domani, affettando qualsiasi nemico vi troviate davanti.
    Il nemico è grosso quanto un armadio a due ante arredato da vostra suocera?
    Brandite la Jester Axe dal fondo e premete a fondo la pinza fra l’impugnatura e il tubo di polimero che collega ben due serbatoi di kerosene alla bocca di fuoco posta all’estremità.
    Jester Axe! Nelle migliori Bolge di Merovish.
    (Attenzione, il rivenditore non si assume nessuna responsabilità in caso di morte, menomazioni, incenerimento di oggetti o soggetti. Si prega di utilizzare l’arma solo dopo averla acquistata, fuori dal negozio)

    Note:











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    Per la prima volta in tutta la sua vita, Dimitriy si ritrovava sulle spalle una responsabilità che non riguardava solo la sua stessa vita. Fino a quel momento doveva badare più alle sue stesse azioni che a quelle degli altri, al massimo doveva tenere a bada qualche Voce un po’ troppo curiosa e preoccuparsi di non lasciare tracce in giro... ma adesso era tutto diverso. Zimmer aveva donato al biondo un potere maggiore e con la sua crescita aumentavano anche le responsabilità: adesso ogni azione poteva portare al disastro, ma l’assassino non era il tipo da scoraggiarsi.
    Era un compito enorme quello, se ne rendeva perfettamente conto, ma la cosa invece di abbatterlo lo rendeva orgoglioso e allo stesso tempo ansioso di darsi da fare. Lo spionaggio era una cosa importante per l’organizzazione e lui era pronto a svolgere al meglio quella mansione, potenziando le Voci e circondandosi di quelle più capaci. Aveva già diversi nomi, ma da quel momento in poi poteva finalmente reclutarli e renderli partecipi alla causa. Per fortuna anche il Boggart la pensava allo stesso modo e infatti il primo compito che affidò al ragazzo fu proprio quello di reclutare le Voci più capaci così da tenere perfettamente sotto controllo l’intera città... e non solo quella.
    Lo farò.
    Commentò il sicario senza distogliere lo sguardo dal suo superiore... non era un uomo, però in quel momento non faceva nessuna differenza. Dimitriy lo ammirava e in cuor suo lo ringraziava per quel dono carico di responsabilità... e avrebbe continuato a ringraziarlo per sempre per la fiducia che aveva riposto in lui. Tuttavia non espose quei pensieri, preferendo restare in silenzio anche se bastava un solo sguardo per leggere la riconoscenza in quei due occhi di ghiaccio.
    Il rossiccio comunque non aggiunse altro, ormai avevano detto tutto ciò che c’era da dire, così saltò giù dal mobile e iniziò a muoversi verso l’uscita. In quel momento anche il biondo si tirò su, lasciando passare Zimmer che però, prima di abbandonare quella stanza, si fermò per congratularsi e infine lanciò il piccolo sasso in direzione del ragazzo... che prontamente lo afferrò al volo. Infine annuì, sorridendo nel momento in cui il rossiccio gli diede le spalle. Osservò quindi quel piccolo oggetto, sapendo cosa significasse per lo Hierarch e infine lo lasciò cadere in una delle ampie tasche. Infine abbandonò quella catapecchia, immergendosi nuovamente nelle strade della Tana.
    Da quel momento iniziava un nuovo giorno per Dimitriy, un nuovo capitolo della sua vita in quel mondo dove aveva trovato la libertà... e la fiducia.

     
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