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I veleni erano diventati il nuovo argomento di studio del giovane Dimitriy, il quale continuava a studiare e ricevere lezioni da parte del suo biomante di fiducia, ovvero Zyg. Nonostante la sua poca esperienza stava ottenendo dei risultati abbastanza soddisfacente, anche se ci sarebbe voluto ancora un po’ per mettere appunto le conoscenze di cui aveva bisogno.
Oltre a ciò, però, il Russo aveva sviluppato un nuovo interesse, che si discostava in parte dall’altro argomento di studio. Avendo a che fare con situazioni tra le più disparate, spesso il biondo assassino si era ritrovato senza un fondamentale diversivo per tirarsi fuori dai momenti più ingarbugliati, degli attimi in cui spesso non era fondamentale colpire, ma creare una via di fuga. Per questo motivo il ragazzo iniziò ad interessarsi agli esplosivi, non per sfruttarne il fattore dirompente, ma per usare la loro componente “a sorpresa”.
Purtroppo però il sicario non aveva le conoscenze necessarie per fabbricare degli ordigni, non si era mai avvicinato a quel mondo perché non ne aveva mai avuto bisogno... ma adesso le cose erano cambiate e più trucchi poteva sfruttare e meglio era. Sfortunatamente non conosceva nessuno con tali competenze... anzi, a dire il vero qualcuno che poteva aiutarlo c’era, ma avrebbe preferito evitarlo a causa delle possibili controindicazioni. Però alla fine aveva ceduto, ed ecco perché adesso si trovava davanti alla porta della Quinta Bolgia... anche se continuava a chiedersi se quella fosse la soluzione giusta.
Ebbene si, il maestro a cui si stava riferendo era un certo Rossiccio, un tipo famoso per la sua imprevedibilità... dettata in parte da se stesso e in parte dal suo essere un Boggart. Era uno strano popolo quello, pieno di particolari fobie e usanze che spesso non avevano il minimo senso. Per questo Dimitriy ci pensò più di una volta prima di andare da lui, ma visto che non aveva molte possibilità alla fine decise di abbassare quella maniglia ed entrare nel locale.
Il classico odore di cose brutte lo investì una volta dentro, notando come la maggior parte dei tavoli fossero stranamente sgombri... ma non faticò molto a rintracciare gli avventori, tutti ammassati attorno a un unico tavolo. In quel momento l’Eversore si ricordò che era giovedì sera e quel giorno alla Bolgia si giocava a poker. Il giovane sospirò, forse non era il momento più adatto per chiedere una lezione di alchimia, ma purtroppo quello era l’unico momento libero che aveva.
Istintivamente Dimitriy lanciò uno sguardo al bancone, però dietro di quello c’era solo 23... e quindi per forza di cose, Zimmer doveva trovarsi in mezzo a quel casino e così il biondo decise di avvicinarsi, sperando che la partita fosse prossima alla conclusione.. -
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Ogni giovedì la scena che si presentava a chi metteva piede nella Bolgia era sempre la solita, almeno il giovedì sera. Un tavolo, cinque giocatori e un mazzo di carte... il resto si accumulava con il tempo e il passare dei turni, come ad esempio il piatto su cui svettavano alcuni piccoli cumuli di monete, pochi a dir la verità, ma a compensare c’erano alcuni effetti personali. Fra tutti svettava un’ascia fatta d’oro con incastonate gemme grosse quanto arance... probabilmente quell’arma valeva più di ogni cosa che c’era su quel tavolo sgangherato.
Dimitriy fece qualche passo in direzione del gruppetto, tenendosi tuttavia a debita distanza, visto che restare nelle vicinanze poteva rivelarsi una decisione molto pericolosa. Lo sguardo del biondo si posò quindi sui partecipanti, uno di essi era un nano stempiato, poi c’era un viashino che sorprese un po’ il giovane: non sapeva che sapessero giocare a carte. A concludere il gruppo c’erano un coso simile a un boggart, un altro coso orrendo dalle sembianze di un topo... e infine un coso nero vestito da mago. Sembrava uscito direttamente da un videogioco.
Ad un tratto il rettile mostrò la sua scala e quasi nello stesso momento, anche il ratto fece la stessa cose e per di più minaccio di morte il presunto baro... anche se in quel gioco baravano un po’ tutti. Giunse poi uno scintillio di lame e successe qualcosa... un gruppo di alieni si scatenò iniziando a suonare e cantare a squarciagola, mentre gli scommettitori incitavano al sangue e a qualcosa chiamata nutella. E poi arrivò il caos: il ratto assalì il viashino che allo stesso tempo cercava di colpire il nano.
Poi BOOM, un’esplosione e un intenso odore di zolfo che fece fare al biondo più di un passo indietro. Intanto dalla nebbia solforosa giungeva il suono dei cazzotti, le urla di dolore e alcuni denti di varia natura che volavano... ma quando la nuvola si dissipò, nessuno si accorse della scomparsa del maghetto e del bottino. Era una cosa abbastanza strana, ma sentendo quell’odore al russo venne un sospetto... ma il suo ragionare venne interrotto da uno strattone al braccio, era Zimmer con il suo solito ghigno soddisfatto sulla faccia.
Buonasera.
Salutò l’assassino lanciando uno sguardo al molliccio e poi al tavolo, ritornando infine sul suo superiore... che fosse? No, doveva essere solo una coincidenza.
Sono qui perché ho bisogno delle tue conoscenze.
Rispose il sicario seguendo il suo capo verso il bancone, qui 23 balzò oltre il legno superando anche alcuni stracci... fin troppo simili a delle vesti viste in precedenza. Al che il giovane sorrise per un istante, gli era sembrato troppo strano non vedere il rossiccio a quel tavolo, ma in realtà c’era eccome. Preferì sorvolare sulla vicenda, si trovava li per ben altre ragioni.
La birra va più che bene...
Tanto non l’avrebbe bevuta. Una volta giunto vicino al bancone, comunque, Dimitriy si sedette su di uno sgabello e attese che il Boggart lo raggiungesse, prima di iniziare a parlare e spiegare la situazione in cui si trovava.
Ho bisogno che mi insegni a maneggiare la polvere da sparo, devo fabbricare degli esplosivi.
Arrivò dritto al dunque, senza fare troppi giri di parole. Sapeva bene che quella richiesta era un po’ da pazzi e che probabilmente non sarebbe stata un’esperienza gratuita, però aveva bisogno più che mai di ricevere qualche lezione nel campo degli ordigni... quindi fissò con decisione il Gerarca, ignorando per il momento quel boccale di birra dalle strane sfumature.. -
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Dimitriy era sicuramente cambiato da quando aveva messo piede sul Semipiano. Molte vicende l’avevano interessato e numerosi fatti avevano provveduto a plasmarlo, mutando quel caratteraccio chiuso e freddo in qualcosa di meno gelido... anche se c’era ancora molta da fare. Comunque, una cosa che non era proprio cambiata era l’avversione del biondo per gli alcolici, gli definiva inutili strumenti di annebbiamento, che non facevano altro che deviare dalla strada normale.
Lo stesso non si poteva dire del rossiccio, il quale tracannò senza pensarci troppo il boccale di birra, lanciando poi un’occhiata all’assassino. Quest’ultimo ricambiò quello sguardo e si rese conto che in effetti la sua richiesta era stata un po’ vaga... insomma, c’erano un sacco di vie che poteva seguire ma visto che a lui ne interessava una in particolare, forse era meglio specificare. Prima di ritrovarsi tra le mani qualche candelotto di dinamite.
Per fortuna ci pensò lo stesso Zimmer a chiedere cosa volesse davvero il suo sottoposto, e quest’ultimo non se lo fece ripetere due volte, rispondendo prontamente alla domanda.
Io agisco nell’ombra, non ho bisogno di devastanti ordigni.
Appoggiò un braccio sul bancone, voltandosi leggermente in direzione del rosso... osservando quest’ultimo scolarsi anche la sua birra. Meglio così, non amava vedere le cose andare sprecate. Comunque, dopo la pausa, il giovane proseguì.
Invece vorrei sfruttarne l’aiuto nella fase di supporto, quindi per fare da diversivo.
Non era proprio il tipo da lanciare bombe a mano a caso, a lui servivano ad esempio dei fumogeni o qualcosa che faceva rumore, insomma, tutte quelle cose che non causavano nessun tipo di danni, ma diventavano utilissimi in fase di copertura o per distrarre qualcuno. Dimitriy era certo che con quei gadget in più, il suo arsenale ne avrebbe avuto un grande giovamento, rendendolo in grado di affrontare da solo anche le situazioni più disparate, potendo contare sempre su un qualche aiuto... senza dover per forza dipendere da qualcun altro.. -
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Il sicario rimase in attesa, fissando il suo superiore con l’aria di chi si aspettava una risposta positiva. Anche se non lo dava molto a vedere, a lui piaceva molto assimilare nuove conoscenze e approfondire tutto ciò che riguardava il suo lavoro, quindi anche quella era un’ottima occasione per imparare qualcosa che di sicuro gli sarebbe servita, un giorno o l’altro. Certo, forse Zimmer non era il maestro più adatto, conoscendo la sua natura, ma ciò poteva rivelarsi un vantaggio, visto che probabilmente conosceva qualche trucchetto precluso ad altri.
Ecco che finalmente, qualche istante dopo, arrivò la risposta che il biondo stava aspettando. Ovviamente non fece un sorrisone a trentadue denti e non si mise a saltare, però si vedeva che ciò lo rendeva ansioso di iniziare... anche se sapeva bene quanto fosse delicato quell’argomento, quindi andava trattato comunque con cautela, in ogni caso.
Quando il rossiccio saltò giù dallo sgabello, anche l’assassino si alzò dal suo posto e seguì il capo oltre il bancone, infilandosi nell’ormai familiare botola riservata ai clienti speciali. Scese quindi la vecchia scala che scricchiolava pericolosamente, ma tutti quelli che passavano li ormai sapeva che per quanto scricchiolasse, alla fine reggeva sempre... almeno per il momento. Non era comunque la prima volta che Dimitriy metteva piede la sotto, tuttavia stavolta sembrava esserci qualcosa di nuovo in quel luogo, un dettaglio che tutte le altre volte non aveva mai notato.
E non erano i giocatori del poker estremo a incuriosirlo, nemmeno tutte le altre cose che si trovavano li attorno... ma quella porta metallica, piena di ingranaggi e serrature, l’ultima volta non c’era. L’Eversore ne era sicurissimo, lui non dimenticava mai i dettagli presenti in una stanza, però aveva anche un aspetto datato e quindi doveva trovarsi li da tempo. Probabilmente non aveva mai attirato la sua attenzione, benché non passasse di certo inosservata.
Giunti davanti ad essa, comunque, il Boggart tirò fuori dalla tunica un’ingombrante mazzo di chiavi, dodici per la precisione: una per ogni serratura. A ogni giro di chiave si poteva udire un ingranaggio che roteava o un meccanismo che scattava, e stranamente sembravano tutti lontani dal luogo da cui normalmente dovevano provenire. Alla fine però la paratia si sollevò e la porta si aprì, mostrando qualcosa che degli occhi umani non avevano mai visto. Quello era il laboratorio di Zimmerthaugher DeiCunicoliDaiQualiSiTorna, un luogo mistico, custode di segreti e chissà cos’altro.
Ricevuto.
Disse il ragazzo rispondendo all’avvertimento lanciatogli dal rosso. Già non gli piaceva il soprannome di Bracciodipietra, gli altri erano anche peggiori quindi era meglio tenere le mani in tasca e fare come diceva il padrone di quella stanza. Gli occhi comunque vagarono in ogni dove, squadrando la camera con attenzione come per prepararsi alla lezione che da li a poco, avrebbe visto impegnati Maestro e Allievo. E quest’ultimo sperava davvero di riportare a casa tutte le dita.... -
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Quel laboratorio poteva anche sembrare magnifico e terrificante al tempo stesso... ma agli occhi del Russo appariva soltanto incasinato, dannatamente incasinato. Da ogni angolo spuntavano delle valvole in costante movimento, ingranaggi roteavano in ogni angolo e il loro clangore si espandeva nella stanza... dal muro fuoriusciva una ruota dentata. In mezzo alla camera era posizionato un pozzo che emanava un bagliore verdastro, ma quando la curiosità del giovane lo spinse ad affacciarsi, non notò altro che una densa oscurità rotta ogni tanto da alcuni funghi fosforescenti, che crescevano placidamente lungo le pareti circolari del passaggio.
Una parete era diventata una sorta di bacheca su cui erano appiccicati fogli su fogli, contenenti le informazioni più disparate: lingue sconosciute, progetti di armi e motori, lo scafo della Behemoth che era davvero figo. Accanto a tutto ciò si trovava un qualcosa di simile a un modulo di salvataggio, colorato con i loro colori e con annesso uno strano macchinario a forma di comodino. Un’altra parete invece era costellata di gabbie di vetro spesso, con all’interno delle cose strane... tipo un tizio distrutto dalla Malattia del Mercenario e un uomo-fungo, il quale fissava un punto indefinito con fare assente, come se stesse aspettando qualcosa.
E poi cos’altro c’era? Ah, una rastrelliera con sopra diverse armi appartenute al Boggart, oltre a diversi modelli del fucile di 23, alcuni dei quali erano davvero particolari. Poco più in la c’era un tavolo con annesso un lavandino e sopra di esso un fornello da campo, contornato da una serie di alambicchi arrugginiti, pestelli e altri in gradienti alchemici e invece dietro una porta aperta sorgeva un poligono di tiro... insomma, Zimmer non si faceva mancare proprio nulla.
Dal soffitto stranamente alto (come faceva a non sbucare nella Bolgia era un mistero), pendeva la gemma che avevano recuperato in quella missione al Nord, dove avevano rischiato davvero di lasciarci le penne: avevano fatto incazzare perfino la Madre Terra, una roba epica. Ad essa erano comunque collegati diversi cavi e probabilmente dava energia ad ogni cosa la dentro.
Una volta terminato il giro turistico, il Molliccio condusse Dimitriy in una stanza accanto a quella principale e a differenza di quest’ultima, il casino non vi era ancora arrivato. Era una camera non troppo grande e in gran parte vuota, ma dalle bruciature sulle pareti il biondo comprese subito che li si testavano gli ordigni... quindi prima di ogni altra cosa recuperò gli occhiali protettivi dall’appendiabiti e se li mise sulla testa. Voleva almeno preservare i suoi occhi. Vicino a quest’ultimo vi era un altro tavolo e accanto ad esso un armadio che il rossiccio aprì immediatamente.
All’interno dell’armadio c’era tutto l’occorrente per fare almeno dieci attentati, infatti vi erano diverse polveri, vasetti di varie dimensioni, cavi, detonatori, plastico e diversi ordigni già pronti... insomma, bastava una scintilla e della Quinta Bolgia sarebbe rimasto solo un cratere. Zimmer comunque recuperò due ciotole, una contenente della polvere nera e l’altra contenente una polvere argentea, poi una capsula e infine una miccia. Subito dopo spiegò che nella prima ciotola era contenuta della polvere da sparo, mentre nell’altra della polvere di magnesio... entrambe cose che il ragazzo si appuntò nella mente, soprattutto i luoghi in cui andare a recuperarle.
Subito dopo la spiegazione, il boggart iniziò ad armeggiare con le polveri, riempiendo la capsula con una piccola parte di polvere da sparo e il restante con il magnesio... si ciucciò quindi la miccia e dopo averla immersa nella polvere nera, la inserì nella capsula chiudendo il tutto con una specie di resina. Soppesò l’arnese e accese la miccia... e nello stesso istante Dimitriy indossò gli occhiali protettivi.
Ancora prima che la sfera toccasse terra, essa esplose generando una forte luce che di sicuro poteva accecare momentaneamente gli incauti... era proprio ciò che serviva al biondo. Quando il test giunse al termine, Zimmer porse al giovane altre capsule e micce, dicendogli che era giunto il suo turno di provare a dar vita a qualcosa di interessante.
Ottimo.
Il sicario non vedeva l’ora di iniziare, quindi a sua volta prese la capsula e dopo averla osservata per un istante, inserì a occhio un po’ di polvere nera, mettendone poca come aveva visto prima e riempì il resto della sfera con il magnesio. Poi prese la miccia e la osservò un attimo... no, non voleva leccarla, quindi si avvicinò al lavandino e la inumidì appena, pucciandola poi nella povere da sparo e inserendola infine all’interno della capsula unendo poi le due metà. Infine sigillò il tutto con la resina proprio come aveva fatto il boggart poco prima.
Dovrebbe andare...
Commentò dando un ultimo sguardo al suo primo ordigno, prima di accendere la miccia e scagliare l’oggetto esplosivo in avanti... sperando che tutto funzionasse alla perfezione, non voleva proprio perdere nessuna delle sue bellissime dita. Era comunque la prima volta che provava a creare qualcosa del genere, quindi anche se la sua mano era ferma, probabilmente doveva fare qualcosa per migliorare... ma prima di tutto bisognava vedere come funzionava il suo primo esperimento.. -
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Per essere il primo esperimento l’ordigno non si comportò male... ma nemmeno bene. La sfera scoppiettò a mezz’aria quasi fosse un fuoco artificiale e la polvere detonò prima che la capsula giungesse al suolo per rompersi. Invece di generare una bella esplosione, comunque, la bomba produsse una fiammata traballante abbastanza luminosa, tuttavia non aveva nulla a che vedere con quella creata dalla bomba del Moliccio... probabilmente non servivano nemmeno gli occhiali per proteggere gli occhi. Per terra rimase un ammasso di polvere argentea che, evidentemente, non era bruciata.
Subito il giovane Dimitriy si voltò in direzione di Zimmer alla ricerca di informazioni e spiegazioni per quel fatto... ma prima di tutto fece un sospiro di sollievo, pensando a quel che era accaduto agli altri allievi: almeno lui aveva conservato entrambe le braccia. Le spiegazione comunque giunsero poco dopo, precise benché pronunciate con quell’idioma particolare. Troppa polvere generava un’esplosione anticipata mentre troppo poca non riusciva a incendiare il reagente.
Il rossiccio fece vedere al biondiccio come disporre per bene la polvere, applicandola alla parete della capsula senza eccedere per poi inserire il reagente che andò a contatto con l’esplosivo, non con la ceramica. Questa volta il giovane era sicuro di aver capito, quindi procedette con l’eseguire nuovamente tutto il procedimento prestando la massima attenzione alle proporzioni, dando infine fuoco alla miccia e lanciando l’ordigno... che questa volta esplose al momento giusto, generando un bagliore che poteva fare molto male, se osservato senza precauzioni.
Con un’espressione soddisfatta sul volto, l’assassino si voltò in direzione del maestro e notò subito che a far compagnia agli ormai familiari compisti, spuntarono altre cose abbastanza curiose. Dall’armadio spuntarono un bussolotto metallica, un’ampolla contenente un liquido bianco e infine un vassoio contenente della polvere bianca e maleodorante insieme a un’altra polvere, questa volta dal colore arancio e dalla consistenza granulosa.
Cosa sono?
Domandò il sicario indicando i vari composti, osservandoli attentamente uno per uno mentre provava a immaginare a cosa servissero, a quali reazioni avrebbero portato. L’argomento si faceva sempre più interessante e il giovane voleva imparare il più possibile, quindi attese... ansioso di continuare con quella bella lezione.. -
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La granata accecante poteva rivelarsi un oggetto fondamentale, nell’arsenale del Russo. Però, visto che non aveva nessuna intenzione di andarsene in giro con un paio di occhiali fisso sul naso, doveva stare attento a sua volta. Non poteva rischiare di accecarsi, altrimenti il tutto si sarebbe trasformato da ottima mossa a ridicolo fallimento. Quindi il giovane annuì alle parole del suo Maestro, bisognava si colpire ma allo stesso modo bisognava anche fare finta di nulla... perché se il nemico capiva il funzionamento della granata, ecco che si presentava un secondo fallimento.
Comunque, archiviata la prima pratica, era giunto il momento di mettersi a maneggiare la seconda. Come prima cosa il molliccio indicò il liquido bianco: si trattava di semplice latte, ma non dovevano mica berlo. A loro serviva il lattosio, lo zucchero in esso contenuto... per questo motivo mise l’ampolla su un piccolo fornello, iniziando a far bollire la bevanda ricca di calcio. Ovviamente non c’era bisogno di specificare dove andare a comprarlo, ma Zimmer se ne uscì con una delle sue perle di saggezza... e per poco il biondo non si ribaltò all’indietro.
...pecore, meglio quelle.
Per un istante si immaginò di presentarsi da Stella con un recipiente per riscuotere il latte appunto. No, era meglio concentrarsi sul lavoro senza divagare, doveva ricordarsi che il suo capo era un Boggart e a loro non amavano molto i “bipedi”... e vagli a spiegare che erano bipedi anche loro. Comunque, subito dopo venne presentato un nuovo in gradiente, si trattava di una polvere dall’odore orribile e per la precisione si tratta di clorato di potassio, una roba reperibile dai bombaroli... e costava anche poco, la convenienza era una delle cose più importanti nel costruire ordigni.
Un buon prezzo è fondamentale.
Rispose osservando il colorante, l’unico ingrediente facoltativo. Probabilmente lui l’avrebbe fatto nero e non di un arancione così accesso, ma erano solo dettagli. In quel momento infatti l’ampolla sfrigolò appena, mostrando come il latte era completamente evaporato ed era rimasta sola una patina bianca, quello doveva essere il lattosio. Successivamente il tutto venne compresso in un cilindro, posizionando tuttavia in una zona a parte la polvere bianca (che non era cocaina o zucchero a velo), dividendola dal resto tramite un sottile lembo di carta stagnola. Infine il Gerarca agitò appena il contenitore, concludendo poi con la spiegazione.
Togliendo la stagnola, infatti, il composti si mischiavano e producevano così una reazione chimica... e per evitare di perdere una mano, era fondamentale lanciare subito la bomba. Per questo annuì più volte e con molta convinzione, dopo l’avvertimento dell’abitante dei Cunicoli. Per concludere con la dimostrazione, Zimmer tirò via la linguetta e lanciò il cilindro in mezzo alla stanza. Quest’ultimo rotolò e produsse una fumata intensa, facendo roteare il cilindro... e infine si liberò una vampata di fumo arancione che in breve riempì la stanza e anche i polmoni di entrambi. Spirare, si Dimitriy stava per farlo a causa della terribile tosse che l’aveva colto, ma fortunatamente le ventole si attivarono al momento giusto, scongiurando la morte per asfissia.
Coff.. coff... capito.
Del tutto ignaro delle bestemmie di 23, comunque, l’assassino prese un altro cilindro e come poco prima iniziò a preparare il composto. Con delicatezza infilò le varie polveri all’interno del bossolo, cercando di fare proporzioni identiche a quelle del suo maestro... poi posizionò la stagnola e il lattosio, richiudendo il tutto con attenzione. Infine lanciò uno sguardo al rossiccio e tirò via la spoletta, lanciando il fumogeno in avanti sperando che reagisse nel modo corretto.. -
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Rispetto alla volta precedente, questa andò molto meglio. Non ci furono strane reazioni tra i composti e soprattutto non esplose nulla, lasciando le mani attaccate alle braccia e i piedi attaccati alle gambe... insomma, tutto andò liscio come l’olio.
Un denso fumo arancione fuoriuscì dall’involucro metallico, producendo la medesima reazione prodotta dall’aggeggio creato dal Maestro. Adesso poteva davvero dirlo, Dimitriy aveva appreso qualcosa di molto importante e che alla fine non era poi così difficile da fare, la cosa fondamentale erano le proporzioni, una volta imparate quelle diventava molto semplice riuscire a muoversi anche da solo, nell’ambiente degli esplosivi. Per ottenere risultati diversi bastava cambiare qualche ingrediente e variare i dosaggi, ma per adesso quel che aveva imparato gli bastava.
Ti ringrazio.
Aggiunse il ragazzo con il suo solito tono, anche se in esso si poteva sentire una certa soddisfazione. Aveva imparato qualcosa e le sue dita erano ancora tutte intatte, per essere stato a lezione con un Boggart non gli era andata poi così male. Però doveva davvero ringraziarlo, aveva avuto la pazienza di insegnargli qualcosa di abbastanza complesso e ciò che aveva appreso poteva davvero salvargli la vita, durante qualsiasi tipo di missione. Vabbè, non in quelle diplomatiche.
Sono apposto così, possiamo anche tornare di sopra.
Concluse poi mentre si avviava verso l’uscita, ricordandosi ovviamente di non toccare nient’altro: era andato bene fino a quel momento, non poteva rischiare di fare uno scivolone proprio sul finale quindi si mosse cauto, attendendo il padrone di casa per attraversare insieme lo scantinato. Quella serata si era rivelata davvero utile, non aveva imparato a giocare a carte ma aveva appreso qualcosa di molto più utile... tuttavia avrebbe chiesto consigli a Zimmer altre volte, c’erano ancora tante cose che voleva imparare sull’alchimia... e il molliccio era il tipo giusto da cui apprendere. Perché nessuno, meglio di un Boggart, poteva creare simili trucchetti..