[Quest] L'eredità di Laputa

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    .†.Amakudari.†.

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    Come ci si aspetterebbe da una scolaresca a cui è appena stata annunciata una verifica, le domande degli avventurieri versero tutte in direzione della prova stessa: quali sarebbero stati gli argomenti, e quale la tipologia? Potevano contare su qualche aiuto esterno alla loro preparazione personale? Dove si sarebbe svolto il compito? E quando?

    -La realtà nella quale vi avventurerete non permette comunicazioni col mondo... attuale. Entrerete in una dimensione magica. Puramente magica!
    prese parola il biondo, cominciando con le indiscrezioni sulla missione
    -E nulla, in un mondo del genere, può in alcun modo esser da noi controllato... Quindi, al momento: no, purtroppo nessun indizio sulle prove che dovrete sostenere, o sulle indagini che potreste condurre!

    « Esattamente. »
    -Anche perché l'unica persona che abbiamo mandato in spedizione, in realtà non ha mai fatto rito...-
    « DAN! »

    Uno schiocco di dita del Rettore, e le labbra dell'assistente si fusero alla pelle della faccia; poi, mentre un'ammirata scintilla azzurrina crepitava lungo il corno aureo del Demone delle Tempeste alla vista di quel sortilegio, anche la sua domanda circa i tempi d'inizio dell'operazione trovò pronta risposta.

    « Quando partiamo...? »

    « Adesso. »

    Nel momento in cui la realtà si contrasse attorno a lui come una cosa viva, il gigante dai capelli blu cobalto non mostrò -per cambiare- alcuna particolare sorpresa o timore sul volto inespressivo; anzi -a dirla tutta-, un guizzo nei recessi dei placidi occhi bigi tradì persino un qual certo composto entusiasmo: dopotutto, le dimensioni magiche e i salti nello spazio-tempo gli trasmettevano sempre un sentore di nostalgia...

    Per quella parte della sua anima che lo legava alla Corte, era ogni volta un po' come percorrere la strada di casa; certo, spesso finiva in posti alieni, sconosciuti, e irti di pericoli, ma la sensazione -almeno durante il viaggio- era quella... così contemplò con fare attento e affascinato il vortice di colori comparso sopra la sua testa cornuta, si abbandonò al moto che lo sospinse lungo il buio corridoio nel mezzo, e si lasciò abbagliare dalla luce dall'altra parte.

    Una volta recuperata la vista, Brifos riscoprì la familiare sensazione di fluttuare in una bianca coltre di nubi, e lo sguardo color ardesia fu naturalmente calamitato dall'enorme unica macchia scura che vi fluttuava in mezzo, con una grazia insospettabile per un Isola così grande... soprattutto perché -in assenza di strumenti per la stima poteva sbagliarsi, ma così, ad occhio, ne era piuttosto certo- quella zolla galleggiante doveva essere ben più grande della Laputa che aveva visto e studiato.

    Un crepitio incuriosito danzò sul corno aureo del Demone, e -per ironia della sorte- il cielo scelse quel momento per rispondere in modo analogo alla loro presenza: un possente tuono squassò l'aria, e violente correnti si levarono a racchiudere la nazione nell'occhio del ciclone; tuttavia, gli avventurieri non ebbero nemmeno il tempo di preoccuparsi, perché nel breve intervallo di buio concesso da un battito di palpebre, la scena era cambiata ancora, consegnandolo ad una vasta stanza di interno che -per somiglianza in architettura e arredi- assunse appartenere al plesso del Magisterium.

    Guardandosi intorno si scoprì solo, e dopo un momento di perplessità, tornò a studiare l'ambiente: si trovava ad un trivio, e lo sguardo si spinse pensieroso lungo i corridoi che si aprivano a destra, a sinistra e davanti a lui; nel naturale istinto di esplorare, il Raitei ne imboccò uno a caso e mosse con cautela qualche passo in quella direzione.

    Il Canto del Mantra non preannunciava alcun pericolo, eppure ben presto il gigante si accorse delle numerose anomalie che sembravano dettar legge in quello strano luogo: innanzitutto, scoprì di non riuscire a svoltare agli incroci, quasi ci fosse una parete invisibile ad ostruirgli il passo; tuttavia, la condizione venne a mancare nel momento in cui -raggiunta la parete- girare l'angolo divenne l'unica scelta obbligata. Proseguendo per tentativi, il Saggio si sentì quindi libero di giungere ad una conclusione e stabilire il primo assioma: cioè, che fosse impossibile cambiare il proprio percorso in linea retta, se non davanti a un muro.

    Stabilito quel primo assioma, la Corona di Regalia si dedicò quindi all'analisi del fenomeno numero due: voltandosi per tentare una mappatura mentale e approssimativa dell'area, si avvide di come il pavimento svanisse alle sue spalle, ma quando cercò di tornare indietro sfruttando la levitazione, si innescò un processo di teletrasporto che lo ricondusse al punto di partenza.

    Convinto di aver iniziato a comprendere il meccanismo di quel gioco,
    il Demone della Folgore si incamminò per il corridoio, cercando di raggiungere l'uscita.


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    Pioveva.
    Oramai il popolo era fuggito, e della sua patria non restavano che pochi gironi; pian piano la terra si sgretolava, ormai priva della forza del suo nucleo. Gli dei erano caduti, ed i colpevoli di quel delitto correvano diretti al Mastio, decisi a fermare la catastrofe.

    « La Città Alta non è lontana, andiamo! »

    L'inferno, ecco cosa sembrava agli occhi del gigante quell'evento disastroso, perchè non solo l'isola aveva perso la sua essenza vitale, ma con essa anche la forza, la staticità, la capacità di restare unita e forte contro ogni intemperia. Bastavano i suoi passi, gli stessi con cui aveva passeggiato per anni su quelle terre, per far crollare un pezzo dopo l'altro il sottosuolo.
    Davanti a lui gli altri correvano disperati, e la pioggia non gli permetteva di scorgere quelli più avanti.

    « E' franata! Cuvar, devi trovare un'altra strada! »

    All'ennesimo crollo, il gigante si fermò e scelse di guardarsi indietro, voltarsi per vedere cosa avevano provocato. Lava incandescente guizzava dalle crepe della terra, e pian piano si allargavano, divenendo fiumi e poi... cascate. Cuvar indietreggiò ancora di un passo, gli occhi sbarrati a quella nuova consapevolezza, ed altre rocce caddero sulle terre sottostanti. Ben nove gironi contava la sua terra, eppure solo quattro erano rimasti tali. Quelli più esterni, ahimè, erano crollati inesorabilmente al suo passaggio, troppo violento e pesante per non ferire qualcosa di così fragile. Avrebbe dovuto sospirare e poi dare le spalle a quell'oblio, continuare al Mastio, ma nessun piede ebbe il coraggio di muoversi; perchè continuare a fingersi un eroe, se il solo suo passaggio non faceva altro che peggiorare una condizione già precaria? Un altro scossone, e le mura dell'ennesimo girone vacillarono, creando una frattura alla loro base.

    « Cuvar, muoviti!
    ...CUVAR!
    »

    Il gigante sorrise... non proseguì. Scelse di restare, perdendo così i compagni di vista. Il corpo si infilò in quella crepa, e con le mani in alto si finse colonna, mentre nel cuore serbava la speranza che almeno quel girone non crollasse. Ma lui non era un uomo di scienza, forse più ignorante di tutti gli altri, e quella frattura non poteva non allargarsi; una pietra gli cadde sul capo, e poi due, tre, cento, fino a sommergerlo. Sotto quelle coperte di pietra il grande Cuvar si addormentò, permettendo con il suo immenso corpo esanime di fare da contrappeso alle mura crollanti, salvandole in parte e lasciando integri i gironi che non aveva ancora percorso.

    sunwd

    Attraversò i vostri occhi, si insinuò nelle vostre menti.
    Nel momento in cui ciascuno di voi si rivelò in grado di superare la prova a cui foste costretti, fu un incanto a trasportare le vostre coscienze ancora una volta nelle visioni di quel passato oramai lontano.
    Sareste stati in grado di contarne cinque: tante erano le figure che componevano quel gruppo. Ma solo una di essa, il gigante, si rivelò chiara e distinguibile nelle vostre menti.

    "Quando tutto finì e la città fu ricostruita, nessun corpo fu mai trovato, ed il suo spirito rimase inglobato nella pietra."

    Tre erano state le prove cui avete dovuto far fronte; distinte nella loro individualità, ma accomunate nel significato in esse racchiuso.
    A Brifos e Jabir fu chiesto di trovare una strada da percorrere. Ad Augustus, di ricongiungere insieme un gruppo.
    Ciascuno di voi impossibilitato dal tornare indietro, dal calpestare una seconda volta un suolo oramai crollato.
    Le stesse difficoltà che condussero Cuvar a sacrificare la propria vita.

    "Lì dove v'era un vuoto fu costruito un immenso portale, esattamente sulla tomba di quel gigante buono che cadde per sorreggere un peso più grande di lui, in una disperata volontà di proteggere ciò che più amava al mondo. Lì riposa la sua anima, ricordo di ciò che è stato, di un amore eterno verso un'idea che con il suo sacrificio ebbe modo di sopravvivere anche oltre la morte."

    Presa ora una nuova forma la scritta che capeggiava ancora sopra le vostre teste, ricongiunti finalmente nel cuore di quella enorme e spoglia stanza.
    Un portone vi attendeva al termine di una lunga scalinata.
    Stavolta, non più chiuso.

    Qm Point

    Cari questanti, avete superato la prima prova!
    Grazie a questo avete avuto accesso ad un primo frammento di memoria, ed il portone che vi confinava in quella stanza è stato sbloccato.
    Potete proseguire subito, se lo desiderate, o potete sfruttare il momento di pausa per discutere fra di voi su ciò che è appena accaduto. In quest'ultimo caso io vi lascerò libertà d'azione e non interverrò sino a quando non vi deciderete a proseguire oltre.

    E... come era stato annunciato nel bando d'iscrizione, questa quest avrà dei risvolti importanti relativi alla storia del Presidio. Se vi stavate domandando in che modo, ecco intanto una prima anticipazione: link.
    Il topic, strettamente correlato all'evento, sarà pian piano aggiornato man mano che voi andrete avanti nella vicenda ;)
    Have fun!


    Scadenza: Sabato 16 Novembre (compreso)
     
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    "Quando tutto finì e la città fu ricostruita, nessun corpo fu mai trovato,
    ed il suo spirito rimase inglobato nella pietra.
    "

    La pioggia sulla pelle, la visione del colosso, l'ombra dei suoi pensieri e sentimenti, il ricordo del suo sacrificio... l'eco di quell'esistenza sbocciò nella sua mente come un raro fiore esotico, e mentre i suoi effluvi lasciavano stordito il Demone delle Tempeste per un momento, una comprensione ascetica lo rese consapevole del senso della prova appena sostenuta.

    "Lì dove v'era un vuoto fu costruito un immenso portale, esattamente sulla tomba di quel gigante buono che cadde per sorreggere un peso più grande di lui, in una disperata volontà di proteggere ciò che più amava al mondo."
    proseguì il racconto, mentre i contorni del labirinto svanivano
    "Lì riposa la sua anima, ricordo di ciò che è stato, di un amore eterno verso un'idea che con il suo sacrificio ebbe modo di sopravvivere anche oltre la morte."

    Sbattendo le palpebre ed emettendo una scintilla azzurra lungo il corno dorato, la Corona di Regalia ispezionò con uno sguardo la stanza vasta e vuota che ora gli si stendeva intorno, notò la lunga scalinata e il portale -al suo termine- aperto in un muto invito, e si accorse di non essere più solo: a pochi passi da lui, stavano anche gli altri due ningen in compagnia dei quali si era presentato dal Rettore; fissandoli entrambi con le iridi color ardesia, l'Amal si rivolse loro.

    « Avete visto il gigante...? »

     
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    ???



    A quanto pare deve essere riuscito a completare la prova nel modo più giusto.
    Augustus, dobbiamo dire, non ama poi così tanto queste invasioni mentali. Lo fanno sentire sempre un po' violentato. Ovvio che non arrivi a quel livello di percezione, gli manca anche solo l'esperienza per dirlo, però, ecco, si sente puntualmente violato quando incontra qualcuno in grado di penetrare la sua mente con così tanta semplicità.
    Come un coltello con del burro
    Si, la sua mente è così dannatamente burrosa che si lascia attraversare da un tonno, no, aspè, era un grissino, pardon. Anche se anche un tonno potrebbe trapassarla senza problemi.
    Comunque, tornando a noi, si gusta la visione che questo spettromondo ci offre.
    La storia è un po' triste e vagamente confusa, anzi, togliamo il vagamente e diciamo che è confusa e basta.
    Vive l'esperienza come un sogno lucido, cerca di coprirsi e ripararsi con un corpo che non ha quando vede cadere pietre. Vorrebbe poter fare qualcosa per quel gigante così caruccio, per modo di dire, ma si rende conto che lì stanno rivivendo solo qualcosa di inevitabile.
    Finalmente torna ad aprire gli occhietti. Il fatto di essere ancora vivo lo rincuora e non poco, così come poter vedere gli altri due compagni di merende ancora vivi.
    Sorride loro e sbandiera la mano in segno di saluto.
    Legge anche la nuova frase che campeggia sopra le loro teste.
    Altisonante e Triste
    Si, il gigante, altri figuri, i crolli e le mura...anche voi tutto uguale?

    Chiede per conferma avvicinandosi agli altri.
    Comunque quel tipo spruzza scintille dal corno. E se fosse un rubinetto che ha una perdita? Non dovresti fargli notare la cosa?

    Ascolta Giulietta, ma ovviamente non da peso alle sue parole.





    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 100%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: EH?
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    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]
     
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    Si, il gigante, altri figuri, i crolli e le mura...anche voi tutto uguale?

    « Sì... Nella visione, si sono rivolti a lui chiamandolo Cuvar. »
    assentì il gigante, carezzandosi pensosamente il mento con una mano
    « ...e Cuvar è stata una delle due parole pronunciate dal golem apparso per difendere le mura di Laputa durante l'apertura dei Cancelli Infernali, che ha preceduto la comparsa del Drago Divoramondo. »

    L'evento citato dal Demone delle Tempeste, per quanto minore e forse trascurabile nella catena cronologica da cui era stato estrapolato, aveva contribuito a fare la storia di Endlos... e sebbene non fosse quella la sua branca di competenza, la Corona di Regalia aveva avuto modo di studiare approfonditamente insieme alla Corona di Khymeia -amico e collega- il fascicolo inerente la liberazione della Bestia titanica e le modalità con cui ciò era stato realizzato.

    Un dettaglio come quello del Colosso di Pietra non si era rivelato direttamente connesso alla vicenda, allora, ma... era comunque stato immagazzinato dal Raitei in virtù della sua curiosità per i misteri e del suo infantile interesse per i racconti.


    « Visti gli elementi in comune -il nome del gigante, le Mura dell'Isola, e l'istinto di protezione- sembra possibile supporre una connessione. »

     
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    ???



    Uh uh, ma il tizio cornomunito è proprio ben informato e pieno di informazioni.
    Ascolta con estrema attenzione quanto viene detto. Lui del Dragodivoramando e di eventuali apparizioni non sa proprio nulla, giusto qualche "inciucio" di corridoio o nella mensa. E' arrivato da poco a Laputa, lui, abbiate un po' di pietà.
    Ora, nonostante la follia della situazione, si sente un po' in difetto. Il collega, commilitone, compagnero, ha condiviso con lui della conoscenza e non si riesce a sentire soddisfatto se non lo ripaga con la stessa moneta.
    E' indeciso se rivelargli la forma della foglia che ha sull'interno coscia dx o il suo gusto preferito di gelato. Entrambi le cose avrebbero risvolti importanti, infatti fa una breve votazione degli spiriti per decidere cosa rivelare.
    Mentre lo fa, però, ed aggiungiamo per fortuna, gli viene in mente che ha qualcosa di più utile da poter barattare: Numerologia.
    Una connessione? Umh. Cuvar. Cuvar numerologicamente parlando è un due. La cosa è molto interessante, sapete? Il due è un numero femminile e malvagio, ma non ci deve interessare questo. Piuttosto il fatto che il due è il numero di opposizione, dell'immobilismo della materia, di ciò che frena ed in qualche modo protegge. E' il numero della contrapposizione e della generosità. Quindi la cosa torna, questa è un'informazione che rafforza i dati che abbiamo a nostra disposizione.
    Ah, poi il due è collegato all'Arcano della Luna, del Sogno e della Mutazione, della Trasformazione, non saprei collegare la cosa, al momento. Però la Luna è anche la Memoria e la permanenza di questa.
    Quindi magari in qualche modo il golem è espressione della memoria di quel gigante?

    Ehi, la Numerologia prima o poi conquiesterà tutta Endlos, sappiatelo.
    In ogni caso si rivolge ai colleghi. Le supposizioni sono tutte interessanti, ma manca qualche tassello per completare il mosaico. Quindi?
    Quindi proseguiamo?
    Attende risposta ed eventualmente avanza verso la prossima prova.





    CITAZIONE
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    Una connessione? Umh. Cuvar.
    la voce dell'Aviatore richiamò su di lui l'attenzione del Saggio
    Cuvar numerologicamente parlando è un due. La cosa è molto interessante, sapete?

    No, in effetti non lo sapeva, ma la cosa gli parve interessante, così una scintilla azzurrina percorse la lunghezza del corno dorato, e mentre gli occhi bigi si appuntavano su di lui -vitrei e inespressivi come al solito-, la sua mente registrò ogni dato che gli veniva fornito circa il significato del numero due: non aveva capito con quale sistema di calcolo fosse stato convertito il nome del gigante in una cifra semplice, ma il resto del profilo tracciato a voce sembrava abbastanza corrispondente...

    Ah, poi il due è collegato all'Arcano della Luna del Sogno e della Mutazione,
    della Trasformazione, non saprei collegare la cosa, al momento.

    proseguì il Numerologo, passando poi ad un'altro argomento correlato
    Però la Luna è anche la Memoria e la permanenza di questa.
    Quindi magari in qualche modo il golem è espressione della memoria di quel gigante?


    Sentir nominare quella Carta in particolare provocò all'Eremita un moto di malinconia, e mentre il Raitei abbassava il testone coronato di crine blu -incollando lo sguardo al pavimento e imbronciandosi impercettibilmente-, Augustus si mosse verso la porta spalancata.

    Quindi proseguiamo?

    « ...sì. »

    E dopo l'assenso, con passo marziale,
    l'Amal si mosse per seguirlo.

     
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    Preziose furono le parole del Ratei, che dalle sue memorie fu in grado di estrapolare un riscontro concreto e ben fondato.
    Singolare fu invece l'analisi del numerologo, curiosa nelle deduzioni, ma azzeccata nelle conclusioni.
    Emblematico, forse perplesso e confuso, fu il silenzio dello psialkemista.
    Ma come ciascuno di voi aveva saggiamente constatato, quella storia non era altro che all'inizio: troppo confusa, troppo povera di dettagli per poter essere compresa. Per questo l'enorme portone posto al termine della stanza vi attendeva, spalancato per i meritevoli che erano stati in grado di superare la Prima Prova.



    Superata la soglia che definisce il confine della stanza attuale, ciò che si presenta ai vostri occhi è uno scenario completamente differente dal precedente.

    forest_smaller

    Alti e rigogliosi alberi si distendono fino a dove la vostra vista vi consente di scorgere. Fitta è la vegetazione che vi accoglie, vivace e luminoso il verde che definisce l'intero paesaggio circostante.
    E' il silenzio a regnare assordante fra le ricche fronde, ed un sentiero ben definito delinea dinnanzi a voi un cammino che sembrate essere invitati a percorrere.
    Il terreno che calpestate ora sotto i vostri piedi, sarà il teatro della Seconda Prova. Poiché pochi passi sono bastati per addentrarvi nel pieno cuore della foresta: alle vostre spalle d'improvviso non vi è più alcun portone a definire i confini della nuova dimensione. Ma solo alberi, un'immensa ed indefinibile distesa di arbusti.

    Un delicato soffio d'aria si solleva ad animare delicatamente l'ambiente.
    Poi, in lontananza, dei passi.
    Un incedere lento, ma via via sempre più vicino. Non riuscite a definirne con precisione la direzione di provenienza, sino a quando non è l'occhio stesso a comunicarvelo in prima persona: quattro figuri vi accerchiano da ogni lato.
    Non sono persone, né tanto meno creature senzienti; è la loro conformazione fisica ad urlarvelo a gran voce. Le loro gambe sono corte, se proporzionate al resto del corpo; lunghe sono invece le braccia meccaniche, adornate di spuntoni lungo i lori fianchi. Spesso è invece il busto, pronto ad accogliere sopra le proprie spalle una piccola testa, ove due buchi di differente dimensione avrebbero descritto ciò che sembrava rappresentare i loro occhi. L'altezza, invece, superava pur di molto la mole già notevole del gigante di Palanthas.
    Robot, dall'armatura d'un color rame che tanto sapeva d'antico, ricoperti in più parti della corazza da un insolito muschio.
    Interrompono il loro incedere a qualche metro di distanza, incapaci di pronunciare una sola parola in vostra direzione.
    Il loro occhio, quello dal foro più grande, s'illumina di un'intenso bagliore rosso.
    Ed un istante dopo, un raggio incandescente del medesimo colore esplode in vostra direzione.

    Qm Point

    Benvenuti alla Seconda Prova! Vi ritrovate accerchiati da 4 robottoni, disposti uno davanti, uno dietro, ed uno per fianco destro e sinistro, ad accerchiarvi completamente. La descrizione si rifà palesemente in tutto e per tutto a queste immagini: 1, 2. Ringraziate la mia immensa fantasia :geez:

    Ognuno di essi vi rivolge un attacco: un raggio laser sparato dal loro occhio, di potenza pari ad Alto. Avete dunque un doppio critico diviso su 3 personaggi. Vista l'inattività di D_Dragon, vi offro due soluzioni possibili:
    1) voi gestite i vostri personaggi, ed io manovro in seguito (autoconclusivamente) D_Dragon;
    2) voi gestite i vostri personaggi, e vi occupate anche della difesa ed eventuale attacco effettuato da D_Dragon. Potrebbe farvi comodo per ottenere una migliore coordinazione finale.
    Fatemi sapere in bacheca cosa decidete prima di postare.

    Manterrò il giocatore in questo status fino al termine della Seconda Prova (se non rientra prima); in seguito sarà espulso dalla giocata.

    Scadenza: Sabato 30 Novembre (incluso)
     
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    Una crepitante scintilla azzurrina risalì la lunghezza del corno dorato nel momento in cui gli occhi color ardesia dell'Amal misero a fuoco lo scenario che li attendeva al di là della soglia: lasciatisi alle spalle le pareti in pietra della stanza del labirinto, si apriva ora davanti al trio una lussureggiante foresta, che -per associazione di idee- gli ricordò il Bosco di Fanedell

    In silenzio, il Raitei indagò il panorama con lo sguardo, ma l'unico punto di riferimento che colse fu un sentiero sterrato e ben delineato che si snodava in mezzo alla vegetazione silente; reclinando il testone da una parte, il Demone delle Tempeste cominciò a percorrere quella via e poche falcate lo portarono nel folto della selva... come se lo spazio gli si fosse fatto incontro per risparmiargli la fatica di percorrerlo.
    Fu divertente... e affascinante, come camminare nella stessa direzione in cui scorre un nastro trasportatore.

    Come a voler richiamare la loro attenzione, un soffio di vento agitò le fronde solo per dipanare un ancor più profondo silenzio, ben presto spezzato brutalmente dall'eco di tonfi pesanti... cadenzati... e in avvicinamento... Passi tonanti di qualcosa di gigantesco, e -nonostante le sue percezioni- Brifos scoprì di non essere in grado di individuare l'origine esatta di quei rumori: era come se provenissero da ogni direzione e... in effetti,
    era proprio così.

    I quattro colossi di metallo -costrutti dalla forma umanoide, per quanto sproporzionati- emersero dalla boscaglia occupando ognuno un punto cardinale... di fatto, accerchiandoli: erano alti ben più di lui, con una cromatura simile -per gradazione- a quella del rame, e anche se i loro volti non trasmettevano alcuna emozione di ostilità, il Demone delle Tempeste non tardò a capire le loro intenzioni quando uno degli occhi avvampò di rosso, prima di liberare un raggio di energia per ciascuno... dardi le cui traiettorie convergevano in mezzo a loro.

    Per indole e per vocazione, Brifos non ebbe bisogno di pensare troppo alla propria reazione: la vita nel Makai l'aveva portato a sviluppare una prontezza di riflessi quasi naturale nel reagire alle minacce... le dottrine dei Saggi gli avevano insegnato a preferire custodire e preservare anziché distruggere -e quei meccanismi avevano l'aria di essere antichi e preziosi-... e la Luna gli aveva insegnato quanto fosse importante avere cura dei compagni.


    « . . . »

    Per questo agì d'istinto, esercitando quegli schemi mentali ormai proprio del suo io quasi senza pensarci... senza calcolare sul momento l'esatto peso degli effettivi svantaggi che provoca talvolta quel bug mentale dai ningen chiamato altruismo: concentrò le energie dentro di sé e le proiettò all'esterno, e quando sentì la barriera cedere, semplicemente vi si oppose, impegnandovisi ancora di più; infine, stremato, sarebbe crollato ansante su un ginocchio.


    Status Fisico: Ok
    Status Psicologico: Attento
    Energie Residue: 110% - (40% x 2) = 30%

    Mantra: [Vista Cieca | Sense Illusorio | Sense Psionico]
    Levitazione: [Volo]
    Hado: [+10% di Mana]
    Rianimazione: [Immortalità]
    Memento: [Istant-Casting]
    Ataraxia: [Resistenza al Dolore | Anti-Malia]
    Intuizione: [Vista Karmica]
    Voce della Saggezza: [Aura di Saggezza]


    Sfera d’Archimede: Concentrando la propria aura elettrica nel corpo e comandandone l’estensione nell’ambiente circostante, si crea un guscio sferico di elettricità a voltaggio elevatissimo, facilmente visibile ad occhio umano per mezzo del crepitio furioso e abbacinante che emette. In questo modo, si genera un’esplosione che investe violentemente quanto si trovi nel suo raggio d’azione, in un effetto istantaneo[...] La portata d’azione della tecnica è regolabile a seconda dell’esigenza, conservando come limite massimo di estensione i 7 metri di raggio.
    Consumo: Variabile > Critico x 2
     
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    Numerologia: 9, Ampliamento


    ???



    Si sta ancora beando di come la Numerologia gli stia indicando la via.
    Ecco, questo dovrebbe poi dirlo a Violet (che non crede nella numerologia), però al momento c'è un po' di confusione nella cronostoria di Augustus quindi non è ancora consapevole se può dirglielo facendo un balzo temporale in avanti o indietro.
    Comunque, in ogni caso, il trio avanza verso la prossima prova e si spera anche verso il prossimo frammento di memoria.
    Una foresta?
    Si, fa un po' il capitan-ovvio della situazione. Si guarda intorno. Cerca la porta da cui son appena usciti. Niente. Non è proprio un bel segno, insomma. Indica la direzione da cui son appena venuti per far notare anche agli altri il sortilegio.
    Non è abituato a queste cose. Cioè, è abituato ai lupi che mangiano la gente nel centro del villaggio verso il mezzodì, è abituato ad essere circuito da un demone che voleva bere il suo sangue, è abituato a Khatep...ah. Vero. No, ok è abituato a questo ed altro. Bazzica per la foresta come fosse casa sua. Si, il ricordo di Khatep e sevizie varie ed eventuali può garantirgli una buona dose di coraggio celata nella sua mente.
    Certo, però, non è stupido, quindi si guarda intorno ben attento a quello che accade.
    C'è il vento e poi quei rumori in avvicinamento. Si blocca al fianco degli altri. Si guarda intorno. Incrocia le braccia davanti al petto per creare una fintissima difesa, ma con quel fisico dove vai?
    Inutile dire che in questi momenti critici i suoi cari amici spiriti si mettono proprio di impegno.
    Secondo me devi infilare il corno di quel tipo nel buco di quel coso metallicoso. E' chiaramente così. Fidati di me, in vita ero un ingegnere.

    Vorrebbe chiudere John in un vasetto e buttarlo via, ma è troppo occupato a cercare di non morire al momento.
    E' lì pronto per acchiappare uno spirito e plasmarlo in una barriera che...che...ma che?
    Lampi di energia, fasci laser, cose che volano a mezz'aria, si spera non teste. Cioè...ma che sta succedendo? No, qui ci vuole una dose di Khatep supplementare. Ora che ci pensa dovrebbe farsi una statuetta da tenere sempre con sè in questi momenti.
    Bhè, che fare? Lui è uno studioso.
    Inutile che usi questa come scusa, anche il tipo cornomunito è uno studioso. Tu sei inutile a prescindere

    Dieci punti per Giulietta.
    La ignora e va avanti. Anzi. Si concentra ed allunga la mano verso Giulietta. La acchiappa. Fa appello a tutte le sue energie per trapassare il mondo materiale e comunicare con quello spirituale trasformando Giulietta in un tramite che lo colleghi con uno di quei giganti. Ogni cosa, vivente o meno è dotata di una sorta di anima o pseudotale. Attraverso il contatto, o quello che spera si dovrebbe creare tra loro, cercherà di comprendere meglio cosa sono quei cosi. Poi, insomma, è il QM a decidere dal canto suo cerca di ravanare il più possibile in quelle cose per ottenere quante più informazioni sono possibili.
    Fatto questo, molto amorevolmente si avvicina al Saggio e lo aiuta a rimettersi in piedi aggiungendo un
    Grazie mille
    Rivolto al compagno di merende e poi una bella occhiata torva ai robottoni. Parlavano? Erano in grado di capire? Bhè, nel dubbio cerca un contatto.
    Veniamo in pace! Non vi abbiamo fatto nulla per meritarci i vostri attacchi!

    Cerca di esser convincente ed agita la mano sinistra in aria a dar maggior peso e vigore alle sue parole.
    Vediamo che succede, nel caso si prepara a richiamare qualche spirito quanto prima.





    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 95% (100-5)

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: EH?
    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]

    ۸ Spettrografia
    Attraverso una maggiore comprensione del mondo delle Anime, il Numerologo è ora in grado di studiare approfonditamente queste. Con una adeguata concentrazione, Augustus può richiamare uno spirito ed analizzarlo con attenzione. Lo spirito in questione può essere sia di un vivente sia di un qualsiasi tipo di oggetto. In termini pratici Augusts è in grado di comprendere in maniera sommaria quelle che sono le abilità di chi ha di fronte. Se questa tecnica viene utilizzata contro un oggetto si sarà in grado di comprendere se questo è incantanto e che tipo di anatema è presente.
    Tipologia: Attiva (tecnica shamanica)
    Consumo: Basso
    Durata: Un turno
     
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    A far fronte all'offensiva di quella specie di robottoni, è l'incanto -ed ancor più l'altruismo- di un altro gigante, stavolta di Palanthas.
    I loro raggi incandescenti si scontrano con il muro elettrico da egli richiamato, e dall'esplosione che ne viene generata vengono completamente annullati. Senza che alcuna conseguenza debba essere pagata dagli avventurieri.
    E' breve l'attimo di riposo che vi viene concesso, istanti impiegati dal Numerologo per supportare le fatiche del Saggio a lui vicino; ma non risponde al fuoco aperto in loro direzione, bensì, va alla ricerca di nuove informazioni.
    Informazioni che vengono ottenute, poiché nessun muro pare sollevarsi in risposta al legame richiesto:

    Nessuna scoperta riguarda la loro natura, che viene confermata essere meccanica, automi in tutto e per tutto. Singolare è invece il meccanismo che li muove: non energia, nessuna batteria a donar loro la forza, ma pura ed autentica magia. La stessa componente che, riesci a scoprire, definisce il loro compito, e -di conseguenza- li programma. Un binomio insolito.
    Non riesci ad avere accesso al compito in loro prefissato, ma puoi avvertire un particolare: è stato recentemente modificato.

    Se quanto ti è stato suggerito grazie al legame possa tornarti utile, nell'immediato o magari chissà, in futuro, lo scoprirai solo grazie al tempo. Su qualcosa, di certo, avresti potuto iniziare subito a riflettere.
    Poiché non appena il legame viene interrotto, l'occhio degli insoliti robottoni riacquista ancora una volta il precedente bagliore. Per ciascuno dei quattro, senza che nessuno muovesse ancora un ulteriore passo.
    Ed un nuovo attacco, della medesima portata precedente, viene scagliato.
    Con un'eccezione, però: due sono i bersagli del loro colpo, e non più tre.
    Seppur ravvicinati, un occhio attento sarebbe stato in grado di notare come i loro raggi mirassero a colpire nella loro replica il solo corpo di Augustus e quello dello psialkemista. Escludendo dunque il Ratei dalla lista dei bersagli.
    Curioso, non era forse vero?

    Qm Point

    L'attacco che subite in questo turno è assolutamente identico a quello precedente: due raggi di potenza critica. Ma, come ho spiegato nel post, quest'offensiva non può colpire in alcun modo Brifos, ma si rivolge solo ai suoi compagni Augustus e Jâbir.

    Riguarda forse la recente riprogrammazione di cui il numerologo ha acquisito coscienza? E... perché?
    Liberi di fare le vostre ipotesi, enjoy :8D:
    Unico hint per Stanfa: non replicare il comportamento di Brifos, non funzionerà! Spiegherò in seguito il perché.

    Ps: Augustus è ovviamente libero di comunicare ai suoi compagni le informazioni che ha ottenuto grazie alla sua tecnica. Alla lista aggiungo inoltre un elemento, solo quì in spoiler: l'energia magica residua in ciascuno di loro è pari ad un alto. Questo ne definisce anche la vita.
    Vista l'assenza di D_Dragon mi occuperò io di delle sue azioni: pertanto, Stanfa, puoi considerare l'attacco per metà, come che sia esattamente ripartito su voi due.
    Per qualsiasi dubbio o domanda, bacheca o pm come al solito!

    Scadenza: Giovedì 12 Dicembre (compreso)
     
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    Cra

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    zuik34

    Numerologia: 9, Ampliamento


    ???



    Connessione stabilita. Lo sente. Lo percepisce con i visceri, con la mente e con lo spirito. Trae informazioni che vengono codificate in coscienza. E' come se quelle cose le avesse sempre sapute, la differenza è che solo ora se ne ricorda. E' una sensazione strana.
    Si volta rapidamente verso i due compagni per condividere con loro quanto ha appreso.
    Si tratta di macchine infuse di magia che le permea e le comanda.
    Una breve pausa mentre lo sguardo danza tra i quattro colossi e continua.
    Sono stati modificati, ma non riesco a capire a fare cosa.
    Medita qualche istante. La magia definisce il loro compito e li comanda? Potrebbe essere dei guardini che devono testare la presenza di magia in chi incontrano, magari. E la modifica potrebbe esser stata fatta sul "come" vengono testati. E' una delle opzioni che gli vengono in mente. Certo, se sapesse i loro nomi sarebbe tutto più facile. Un calcolo numerologico e via. Ed invece no.
    Però, vista la penuria di informazioni, alla fine è il caso di non perdersi troppo in chiacchiere
    Anche perchè stanno per spararti contro qualcosa che potrebbe friggerti. Che dici? Vuoi una mano?
    Si, magari è il caso di fare come dici Giulietta.
    Allarga le gambe per avere una base d'appoggio migliore così da migliorare di riflesso il suo equilibrio. Gambe che si piegano e molleggiano per meglio ammortizzare i colpi. Le braccia si muovono a mezz'aria a creare il simbolo dell'infinito mentre si concentra, cerca di estraniarsi per quei pochi istanti necessari a collegarsi quanto più intimamente è possibile alla Numerologia.
    E' uno il numero a cui si vota in questo momento: il ventidue.
    Simbolo della creazione e del materialismo, inoltre il ventidue è due volte il due, il numero dell'opposizione e della contrapposizione. Questo è quello che vuole in questo momento. Qualcosa che si oppoga a quel fascio potenzialmente letale che gli sibila contro.
    Le dita artigliano l'aria, come se stessero stringendo qualcosa, e scattano indietro. Velo tra il mondo degli spiriti e quello reale che dovrebbe esser lacerato da questo movimento. Nebbiolina sottile e lattiginosa che fuoriusce dalle lesioni e si condensa a creare uno scudo davanti al suo corpo. Lo scudo dovrebbe apparire come la sezione pellucida di una sfera che lo difende da capo a piedi. Imprime quanta più forza e volontà in quello scudo così da bilanciare la potenza dei fasci, almeno spera. Nel caso si prepara ad ammoritzzare eventuali contraccolpi.
    E niente, che fare?
    Sperando di esser sopravvissuto resta attento a quello che succede. Quei cosi si sono scaricati, giusto? Cosa si devono aspettare adesso?





    CITAZIONE
    Equipaggiamento: Mazzo di Tarocchi (Dieci tarocchi incisi su lamine di metallo affilato)
    Mana: 55% (95-40)

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: EH?
    Tecniche
    Sussurri – Auspex spiritico [Passiva]

    ۸ Numerologia: 22, la Creazione
    Attraverso lo studio delle pratiche occulte Augustus è divenuto padrone di una strana arte magica che sfrutta contemporaneamente la manipolazione della materia, degli spiriti e della mente.
    Richiamando a sè uno spirito e bisbigliandogli il numero ventidue Augustus è in grado di plasmare lo spirito secondo quelli che sono i dettami associati al numero.
    Ventidue numero della creazione e del materialismo. Lo spirito viene forgiato attraverso i sigilli alchemici e plasmato attraverso la manipolazione mentale al fine di trasferirlo temporaneamente nel piano materiale. Lo spirito che appare come fosse una nebbia lattiginosa può essere plasmato a creare una barriera sferica o rettangolare che possa difendere il suo evocare da eventuali offese di carattere fisico, magico o psionico.
    Tipologia: Attiva (difesa fisica/magica/psionica)
    Consumo: Variabile (Critico)
    Durata: Un turno
     
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    .†.Amakudari.†.

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    Grazie mille

    Piegato su un ginocchio -col respiro reso grave dallo sforzo-, il Saggio fu raggiunto dall'Aviatore Blu, e mentre le membra esili del Ningen cercavano di sostenere -almeno moralmente- il Demone in quel momento di defaillance, la sua voce si indirizzò ai costrutti meccanici che li avevano appena aggrediti.

    Veniamo in pace! Non vi abbiamo fatto nulla per meritarci i vostri attacchi!
    esordì, dipanando il silenzio, prima di voltarsi verso gli altri avventurieri
    Si tratta di macchine infuse di magia che le permea e le comanda.
    Sono stati modificati, ma non riesco a capire a fare cosa.


    Per tutta risposta, l'occhio dei giganti meccanici si illuminò ancora una volta, trasmettendo alla Corona di Regalia la sensazione sgradevole del fallimento: aveva sacrificato le sue forze con l'istintivo impulso di proteggere... e per qualche istante aveva funzionato, ma ora che il pericolo si preparava a sorgere ancora una volta, l'Amal cercò di muoversi in difesa dei compagni nonostante le sue condizioni.

    ...sfortunatamente, per quanto rapido e reattivo fosse stato il suo cervello, Brifos dovette prendere atto -con un crepitio seccato lungo il corno dorato- che il suo corpo non fosse in grado di assecondare la volontà: troppo provato dal salasso energetico a cui si era sottoposto, accusando tutte le ripercussioni dello stress, non riuscì neppure a rimettersi in piedi.


    « . . . »

    Così non poté far altro che osservare con gli occhi d'ardesia la reazione dei due Aviatori,
    e sperare che entrambi conseguissero un risultato migliore del suo.

     
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    Impeto e tempesta

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    Gli attacchi di quegli esseri bizzarri si infransero contro le vostre difese, ma era evidente che si trattasse di una situazione ristagnante. Loro attaccavano e non morivano, voi vi difendevate ad oltranza: non era poi così difficile intuire chi, alla lunga, sarebbe caduto.

    «Adesso basta»

    Il commento di Jabir giunse come un fulmine a ciel sereno, dipanando quell'apparente calma che sapeva come asfissiarli. Intanto altri nemici li circondarono, e ne contaste a centinaia: sareste morti, senza ombra di dubbio.

    «Cercate un modo di continuare mentre li distraggo. Vi raggiungerò dopo»

    A quel nobile atto, accadde qualcosa: una luce intensa squarciò il paesaggio illusorio per poi catapultarvi nelle memorie di qualcuno. Voi non foste in grado di fare altro che essere strappati dalla realtà con la forza, cadendo in uno stato di trance.

    png

    Correva.
    La pioggia cadeva inesorabile sulle foglie, ultimo atto di pietà verso quella terra sporca di sangue. Correva, nonostante il vento tentasse disperato di fermarla. Fra i nemici caduti per sua mano, una fanciulla elfica proseguiva senza mai voltarsi. Più nessuna mano di Holiman reggeva la terra al di sopra delle altre, più nessun soffio di Korinna lambiva il suolo ora desolato, donandogli vita. La sua patria sarebbe caduta, abbandonata da chi era stato suo figlio, fuggito come un vigliacco davanti alla rovina.

    Mancava davvero poco; la terra tremava sotto le suole degli stivali, frantumarsi davanti agli scossoni provocati da un nucleo ormai vuoto, lo stesso da cui, poco fa, eravamo risaliti. Perchè allora restare lì? Perchè non fuggire come tutti gli altri? Forse era follia la sua, ma sapeva di non essere la sola causa di tutto. Gli dei avevano tradito tutto e tutti, e se non avesse fermato quell'apocalisse... non sarebbe sopravvissuta nemmeno la speranza che le permetteva ancora di muovere le gambe, nonostante le ferite e le ustioni.

    Un lampo, e poi il buio.
    Una distrazione ed inciampò su una radice. Mullai cadde rovinosamente per terra, gemendo al dolore delle escoriazioni, troppo debole per rialzarsi, mentre la pioggia continuava a lavarle il sangue che continuava a sgorgare via, dettando lo scorrere del tempo che ancora le restava. Provò a rialzarsi invano più e più volte. Mancava davvero poco. Probabilmente non avrebbe mai raggiunto il Mastio. Probabilmente non avrebbe mai più rivisto i volti degli altri da cui si era volutamente separata per tenere indietro il nemico e non rallentarli. Sarebbe caduta come la terra su cui era distesa, e come gli dei che prima la governavano.

    Sorrise mentre lacrime amare nascoste da pioggia le rigavano volto come piccoli fiumi. Sorrise perchè anche se era la fine, moriva per ciò che amava, nel luogo che aveva sempre difeso. Dunque si adagiò al suolo quasi fosse un letto, allargando le braccia come a voler stringere la sua terra. E così si addormentò, mentre il suolo arido riprendeva vita allo sgorgare del suo sangue, abbracciandola a sua volta con rami e radici, sempre più vivo al tocco delle sue lacrime, che ben presto divennero ruscelli.

    png

    La luce si dissolve e venite catapultati nuovamente nel mondo del reale.
    Nessun altro a parte quella bellissima donna elfica: siete certi che facesse parte del gruppo della precedente visione, ma degli altri tre non vi è traccia. Che li avesse invitati a proseguire, coprendo loro le spalle? Forse. Forse anche Jabir era nelle sue condizione... ma non avreste potuto saperlo: nel luogo dove vi ritrovate non vi sono altre porte a parte una che vi invita solo a proseguire.
    Su di essa, una scritta.

    "Nessuno ne ritrovò mai il corpo. Solo un albero sorgeva sulla sua tomba, più grande ed alto di ogni altro. Lì riposa la sua anima, ricordo di ciò che è stato, ed emblema di ciò che è rimasto e sempre vivrà, anche oltre la morte."

    Nonostante tutto, la vostra scelta era obbligata.


    Qm Point

    Fanciulli, avete superato la seconda prova!
    Grazie a questo avete avuto accesso ad un secondo frammento di memoria, ed il portone che vi confinava in quella stanza è stato sbloccato.
    Potete proseguire subito, se lo desiderate, o potete sfruttare il momento di pausa per discutere fra di voi su ciò che è appena accaduto. In quest'ultimo caso io vi lascerò libertà d'azione e non interverrò sino a quando non vi deciderete a proseguire oltre.

    PS: Jabir si è sacrificato, mandandovi avanti. Quando termina la visione, siete in un altro posto e lui manca. Al momento non sapete che fine ha fatto.

    PPS: come credo sia evidente, ho momentaneamente sostituito Silver Shadow come QM. Per domande o altro, siete invitati a contattare comunque lui, perchè potrebbe tornare attivo già dal prossimo turno.


    Scadenza: Lunedì 10 (compreso)


    Edited by Drusilia Galanodel - 15/3/2014, 22:37
     
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    zuik34

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    ???



    Che cosa? Cosa sta succedendo?
    La sua difesa spiritica gli permette di contrastare il raggio laser, ma la situazione sembra degenerare nel giro di pochi istanti.
    Robbottoni spuntano ovunque. Con sguardo sbarrato continua a guardarsi intorno.
    Ma quanti sono?
    Con un filo di voce riesce a dire mentre manda giù un groppo troppo amaro. La consapevolezza di non essere sufficienti, di non poter fronteggiare la realtà lo sta lentamente schiacciando. Fissa i suoi compagni nella disperata ricerca di aiuto. Vorrebbe tanto che loro abbiano carpito qualche informazione, un frammento di genialità che risolvere la situazione.
    Ma che dici! Non se ne parla!
    Il tono è indispettito, come potrebbe lasciare un suo commilitone a morire, molto probabilmente, contro una vera e propria orda metallica? Aggiungiamo poi che è stato lui stesso ad accogliere Jabir in questo mondo ed a portarlo da Khatep, allora si spiega il legame che li unisce.
    Non ha il tempo di opporsi che un flash gli strappa la vista dalla realtà. Si trova di nuovo a vagare in una nebbia di ricordi non suoi. Non ha consapevolezza di quello che sta succedendo nel dettaglio, è consapevole, però, che sta avvenendo in contemporanea o forse dopo o anche prima rispetto a quello che ha già visto. Il gigante è legato a questa donna.
    La segue mentre un'ansia crescente gli divora il petto. Ansia da immedesimazione, ma anche ansia di essere un mero osservatore di una scena in cui non può fare nulla.
    Vorrebbe tamponarle la ferita. Vorrebbe correre verso di lei, tirare qualche bordata telecinetica, liberarla e farla unire finalmente ai suoi compagni.
    Invece non puoi fare nulla
    Come ritornato dopo una lunga apnea comincia ad iperventilare. Si stringe il petto, poi la gamba che la donna aveva ferita. Era la sua e non quella di Augustus. Respira a fatica mentre la mano si allunga verso il viso. Gli occhi sono umidi. Ma sono umidi per quanto ha visto? O perchè, magari, inconsciamente hai già notato che Jabir non è presente?
    Ma...ma....
    E' così perplesso che non riesce a concentrarsi. Figuratevi, è questa la cosa più evidente di tutti, che non ha nemmeno applicato la sua Numerologia su qualche numero a caso. E' scosso, è palese.
    Questa che stiamo vivendo è una grande illusione, non è vero?

    Domanda al corno-munito. Personalmente non ne ha idea, ma spera che il collega di turno possa infondergli qualche speranza, gli serve anche un piccolo appiglio per andare avanti.
    Cerca di distrarsi leggendo e rileggendo la frase. Cerca di occupare i pensieri su Jabir con altri. Non è che ci riesce poi molto. Deve fare appello a tutta la sua volontà ed ancorarsi a quel desiderio che tutto quello che stanno vivendo è un mero ricordo, per riuscire a dire qualche parola.
    Che sia l'albero casa?

    In realtà non si è mai chiesto la genesi di quella struttura, forse si sarebbe dovuto informare prima.
    Cioè, una ninfa o magari anche qualcosa in più nel momento della sua morte si è trasmutata. Scappava ed era ferita, magari...scappava da quella stessa distruzione che abbiamo percepito nelle altre visioni, no?

    Si, non è che possano fare molte elucubrazioni a riguardo.
    Attende in ogni caso che il corno-munito risponda ed esponga il suo pensiero, il brain-storming fa sempre bene.
    Io dico di continuare, velocemente, dobbiamo uscire da questo sogno, ne va del benessere di Jabir
    Si, è convintissimo lui. E' la sola cosa che non lo fa accasciare al suolo in posizione fetale.
    Se il collega non avrà apposizioni di sorta, allora, semplicemente avanza attraverso la sola porta che è presente.





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    Status Mentale: Scosso
    Tecniche
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