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Era notte, ma come qualcuno ha già detto, chi poteva dirlo?
A volte Aristotelis stesso si domandava come fosse possibile che i suoi ritmi biologici fossero rimasti inalterati, nonostante l'assenza di riferimenti temporali preponderanti come l'alternarsi del giorno con la notte. Ma sorvoliamo.
Questo è un problema con il quale ci confronteremo a tempo dovuto.
Seguì il collega nel sorseggiare la birra, gustandola con raro piacere. Meno male che Zimmer non aveva portato l'Hch.
Così come il fatto che quel maledetto Clown abbia avuto a che fare anche con Bid'daum.
Disse, muovendo il boccale verso il kuthiano -e qui, qualcuno deve rivedere il suo concetto di umano, se tale si può definire il Castigo.
Ciò che più mi impensierisce è il ritardo del terzo gruppo. Solo loro possono permetterci di entrare all'Arena, con le teste.
Un rivolo amaro colò al lato della bocca del greco, imperlandogli la barba prima che questi s'asciugasse -poco cavallerescamente- con il mantello. Con l'espressione di chi ha assaggiato qualcosa che non gli piace, si corresse.
O meglio, permettermi.
Non che la bevanda alcolica non fosse di suo gradimento, sia chiaro: ricordare di non aver preso parte alle tre missioni più importanti nelle quali gli Eversori avessero mai partecipato faceva nascere nel suo cuore un sentimento di rimpianto di non poco conto.
Tuttavia, ci pensava Aìtné a rendere meno grave il rimorso.
Non dimenticare cosa hai ottenuto in cambio della tua assenza.
E l'oplite poteva giurare che quelle parole fossero permeate di un alone di orgoglio. Anche gli spiriti avevano i loro lati molto umani.
Il Gerarca sorrise.
Piuttosto... Cosa ti ha riferito quel tale, di preciso?
La domanda venne rivolta al cornuto, con il tono di chi ha dimenticato qualcosa dèttagli poco prima.
La birra iniziava a fare il suo effetto, evidentemente.
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Una luce crepitante illuminava la Bolgia, occupata solo da tre individui. Sorseggiavano birra, e discutevano del giorno che presto sarebbe giunto. Quella notte la tensione era a fior di pelle, forse nessuno avrebbe dormito normalmente: dopotutto, era la vigilia dell’elezione di un nuovo Alfiere.
Condividendo le vicissitudini di quei giorni, il Castigo venne a sapere che anche il gruppo di Zimmer aveva incontrato il Mascherato. I Gerarchi erano anche preoccupati per le sorti di Klaus e Dimitriy – accompagnati da una matricola, tale Syntech – che si erano diretti in pieno deserto a caccia dei membri restanti del Loto Nero. Perché non erano ancora tornati?
« Possibile che si siano fatti fottere da qualche Wyrm e da una manciata di fuggitivi? No, non può essere. Quei due sono forti.
Ma allora perché non tornano? »
Era nervoso, stringeva il boccale con rabbia.
« Il problema è che nessuno può andare a cercarli: ci servono tutti per domani, quando ci presenteremo all’Arena. Il terzo gruppo è quasi dato per disperso, ma non possiamo fare niente, cazzo! »
Aristotelis rimarcò che lui era l’unico Gerarca sprovvisto d’invito per la cerimonia.
« Faremo entrare tutti, con la forza se necessario. La pergamena che mi ha dato il capitano della Legione servirà per ricevere i cento pezzi d’oro che spettano alla nostra squadra come compenso per la missione. Non so perché, ma ho la sensazione che ci sarà qualche fregatura... sarà meglio che paghino per il mio lavoro. »
Quasi si dimenticò del fatto che l’assassinio della regina non era avvenuto per mano sua: nel mondo del crimine – dopotutto – i soldi sono di chi li agguanta e li tiene ben stretti.
In seguito parlò nuovamente degli incontri fatti nel profondo dell’Upperdark.
« Quel tizio con la maschera... Aren. Deve avere qualche potere mentale, diceva di aver sondato il cervello della regina degli Elldroc per sapere qualcosa sul Cuore dei Titani. Il suo sottoposto, il piromane Nicolaj, è abbastanza stupido ma può carbonizzare perfino l’inferno; aveva il compito di trovare il Cuore e distruggerlo, per poter aprire qualcosa, ma non so molto altro.
Quei due non sono morti dopo essere stati seppelliti da un crollo, né dopo un’esplosione a distanza ravvicinata... sono pericolosi, dovremo affrontarli in gruppo. »
Un altro sorso di birra ghiacciata servì a calmare la sua tensione, almeno in parte.
« Il mercenario buffone - quello coi capelli rossi - anche tu l’hai conosciuto, vero Ariste? Si chiama Isaac, era in missione insieme al mio gruppo per dare la caccia alla colonia. Diceva cose strane, parlava di Destino e altre cazzate, però ha tenuto occupato Aren per farci fuggire; ci ha detto di avvertire il nuovo Alfiere che la Tana è in pericolo, e che dovremo proteggerla. »
Il fantomatico Alfiere doveva essere in possesso del Cuore, a quanto pareva. Ma se il Fulvo aveva parlato in quel modo, i nemici alle porte dovevano essere dei mostri innominabili, capaci di resistere perfino all’esercito dei Titani.
Qual era il futuro che si prospettava per gli Eversori?. -
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Il greco rise di gusto, fortunatamente senza sputacchiare birra qua e là -non era certo così sguaiato.
Se Klaus e Dimitriy sono stati catturati insieme, vuol dire che hanno trovato intoppi ben più gravi di semplici vermoni del deserto.
Sdrammatizzò.
Come se i Wyrm fossero semplici vermoni.
Tuttavia, aveva pur sempre ragione, il buon oplite: non era mai capitato loro di incontrare avversari così temibili.
Aren, Nicolaj, Isaac, il Dottore...
Appuntò tutti quei nomi nell'aria, con l'indice.
Scosse il capo con un singolo movimento laterale, come se una zanzara lo stesse infastidendo al volto.
Signori, prevedo ben più casini di quella notte...
Bevve, dopo aver alluso alla famosa distruzione di una parte cospicua della Tana per mano di una gilda scomparsa nel nulla.
Posato il boccale, stavolta con delicatezza, s'appoggiò col mento sulle mani, facendo sostegno con i gomiti sul tavolo.
Non pensarci troppo, Zimmer. Un esercito di mostri in più o in meno farà poca differenza.
Chiuse gli occhi, quasi stesse dormendo.
Spazzeremo via tutti.
Quelle parole velenose, più appropriate al Castigo che al greco, strisciarono fuori da un ghigno serafico.
Come se quella fu una breve parentesi di incoscienza, Ariste scattò dritto con la schiena, sgranando gli occhi.
Urge una strategia d'azione, signori. Non possiamo rischiare di farci trovare impreparati.
Batté il pugno sul banco sporco e appiccicaticcio.
Le Voci saranno fondamentali per questa operazione. Se è vero che dobbiamo difendere l'intera città, più occhi e orecchie avremo, meglio potremo gestire la difesa, con la conseguente offensiva. Senza dimenticare che, per essere richiesti all'Arena, avremo scontri singoli da affrontare...
O almeno lo sperava.
A quel pensiero, il corpo sopito del Gerarca venne pervaso da una scarica elettrica che rimarcava tutta la sua euforia.
Non dobbiamo lasciare niente al Fato, altrimenti verremo travolti dalle sue spire letali.
Certo era che la loro poca conoscenza di quanto stesse accadendo dietro le quinte non li metteva in una buona prospettiva d'azione, ma loro erano i Gerarchi, loro erano l'Eversione stessa.
E l'Eversione avrebbe stravolto pure i piani di chi li voleva fuori dalle scene.
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Era difficile assemblare un mosaico a cui mancavano troppe tessere: s’intravedevano appena le linee guida di eventi molto più grandi di loro. Chi erano Aren e Nicolaj?
Perché volevano attaccare proprio Merovish, l’ultimo buco di culo dimenticato da Dio?
Bid’daum posò il boccale sul tavolo, senza finirlo. Le sue iridi parvero lampeggiare in modo sinistro sentendo le parole del Greco. Anche lui era elettrizzato dall'idea di tingere di sangue quel sabbione rimasto asciutto troppo a lungo.
« Sono d’accordo, dobbiamo avere il controllo delle uscite e degli spalti. Daremo ordini preventivi alle Voci: se ci minacceranno in qualche modo, loro usciranno allo scoperto e punteranno i coltelli alla gola delle autorità. »
Il crepitio del fuoco sembrò farsi più intenso, e la luce aranciata tinse malamente le sagome dei tre Gerarchi.
« È la nostra occasione per mostrare a Merovish cosa siamo diventati. »
La maggior parte del canovaccio per l’indomani era stata scritta: punti strategici, ruoli, formazioni e casistiche da affrontare. Nulla li avrebbe salvati da eventuali imprevisti, se non la loro capacità d’improvvisazione.
Lo spettacolo sarebbe entrato nel novero delle leggende, solo di questo potevano essere certi.. -
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"Le informazioni riservate sono, in pratica, la fonte di ogni grande fortuna moderna".
Oscar Wilde.Quinta Bolgia, Merovish.
La Quinta Bolgia puzzava come al solito, ma almeno quel giorno non mancava l'aria per respirare: i rozzi avventori che da sempre si ammassavano al suo interno come topi di fogna davanti ad un lauto banchetto erano scomparsi e, perplessità a parte, Alhandra era in grado di intuirne la ragione. Vero era che non gliene importasse nulla di quella bettola e che preferiva mille volte fare la puttana piuttosto che rischiare il collo in qualche affare troppo pericoloso, ma non era stupida. Anche un bambino di cinque anni avrebbe intuito che qualcosa stava cambiando.
Presidio Meridionale, Endlos.
Scese lentamente le scale della sua camera, l'unica che ricordava vagamente qualcosa di umano e che costava quasi quanto due reni ed otto scopate a notte. Se non fosse stato per il suo "cliente e finanziatore", probabilmente non sarebbe mai riuscita a permettersela: doveva ammettere che inquel posto faceva tutto schifo, dalla qualità al prezzo, all'odore di scorreggia aleggiante al pari di incenso in una chiesa. Avrebbe voluto andarsene verso posti più decenti, ma il suo unico appoggio le aveva suggerito di non muoversi da lì perchè a breve sarebbero accadute "cose orribili".
...
Che poi, wow... lo diceva a lei che era finita in coma per colpa di una zoccola con manie di potere e che al risveglio si era ritrovata a lavorare per uno stronzo assassino con la spada divoratrice di anime e lo squartamento facile. Cosa cazzo poteva essere più orribile di quello?!?!
Bah, i misteri della vita... ma almeno le pagava l'affitto.
Mani in tasca, la ragazza continuò a camminare seguendo il richiamo di tre voci maschili intente a discutere di affari. Sbuffò sonoramente, più che altro perchè non le piaceva ficcarsi negli affari degli altri, memore di un breve ma traumatico mandato come spia dei Von Kramer terminato in una sbornia, un Kashin incazzato nero ed un viaggio dimensionale. Bella merda.
-Toc-toc... è arrivato il corriere.
Si introdusse con fare disinteressato, nonostante si stesse cagando sotto. Porca vacca, erano i capi degli Eversori ed erano armati. Chi diavolo gliel'aveva fatto fare a presentarsi durante una loro riunione privata?!?! Ah, si, giusto...
-Mi manda Isaac: ho un messaggio per voi.. -
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Le idee c'erano, e non restavano inespresse.
Chi si preoccupava di eventuali trappole a tradimento, chi riteneva giusto utilizzare le Voci come punto di favore strategico, chi asseriva fosse corretto attuare carneficine senza pensarci due volte -principalmente Bid'daum.
Ogni possibilità era tenuta in considerazione, formando un quadro efficace, seppur comunque all'oscuro di fattori fondamentali.
Alcuni di quelli, però, forse sarebbero stati rivelati di lì a poco.
C'è qualcuno.
E Ariste lo sapeva: la cenere aveva percepito una presenza, oltre la porta.
Il greco guardò il Castigo, cercando conferma di quanto appreso tramite un'occhiata seria e risoluta.
Strinse la mano destra attorno all'elsa, pronto ad agire. Non si trattava di 23, né di nessun altro membro di gilda.
Loro tre, e solo loro tre, sapevano di quanto stesse accadendo all'interno della Quinta Bolgia.
Chi mai poteva essere quell'avventore?
-Toc-toc... è arrivato il corriere.
Con tutto il disinteresse del mondo, entrò una donna. All'oplite pareva pure d'averla già vista, da qualche parte.
Ciò nonostante, la sorpresa non fu poca. Non alzò nemmeno l'arma, a dirla tutta.
Tra l'altro, Zimmer si era mantenuto calmo e non aveva sfoderato la Jester Axe, quindi perché avventarsi senza ragionare?
-Mi manda Isaac: ho un messaggio per voi.
Addirittura.
Il sopracciglio sinistro dell'ellenico disegnò plurimi archi sulla fronte.
Merovish si confermava essere capitale dimensionale dei colpi di scena.
Parla, ragazza.
L'invito fu recapitato con tono gentile. Era comunque lampante che, se quanto asserito dalla signorina si fosse rivelato inutile o fasullo, il Triumvirato non l'avrebbe presa benissimo.
Per carità, Ariste non offendeva mai le donne, verbalmente o fisicamente che fosse; tuttavia, c'era sempre Bid'daum, per questo.
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Brutta scelta quella d’irrompere in una riunione privata. Soprattutto se i tre partecipanti avevano i sensi tesi come corde di violino. L’occhiata del Greco gli confermò che anche lui aveva percepito l’avvicinamento di qualcuno. Quel trio di bestie si preparò ad attaccare chiunque oltrepassasse il varco del piano terra.
L’intruso si rivelò essere una puttanella da combattimento.
Interessante.
La situazione si fece ancora più interessante quando la troietta rivelò di avere un messaggio da parte di Isaac.
« Oh, quel cazzone è ancora vivo? »
Il tono del Kuthiano tradiva una velata simpatia per quel mercenario che giocava a fare il clown.
Gli altri due Gerarchi restarono sulla difensiva, e il mezzo demonio non poté fare altrimenti. I suoi tentacoli oscuri già lambivano distrattamente quel corpo formoso foriero di notizie. Le conseguenze di una mossa sbagliata al cospetto del Triumvirato erano più che evidenti, e quella notte Bid’daum tratteneva a stento le sue manie.. -
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Ad esser sincera, non si aspettava dei tipi così a capo di un gruppo di mercenari. Quel coso rosso fu la sua massima sorpresa: l'aveva già visto di frequente perchè padrone della topaia in cui era costretta a dormire per forze maggiori, però l'aveva scambiato per un oste o qualcosa di simile. Mai a pensare che facesse dell'altro... o che fosse a capo di un'organizzazione. Di fianco a lui c'era un gran bel tronco di figo dall'aspetto elegante e virile, mica come quelle fighette androgine che piacciono alle yaoiste. Quando iniziò a fissarlo -per parecchio tempo, ad esser sinceri- Alhandra dovette costringersi a concentrarsi sulla sua missione per non immaginarselo vestito da porno-pompiere, tutto oliato e pieno di fuliggine ovunque.
Mmmmh... ♥
« Oh, quel cazzone è ancora vivo? »
E poi, ultimo ma non per questo meno degno di nota, un tizio con un fottutissimo corno sulla testa: per carità, era abbastanza inquietante per essere un boss di qualche gruppo particolarmente violento -che poi, perchè un corno soltanto?!?!- ma quando le era stato detto di parlare con dei "capi", Sanglante aveva pensato a qualcosa di più... umano. Tipo lo stocco di gnocco vestito da greco. Ora che ci pensava... anche la tenuta da idraulico non gli sarebbe stata male. Oppure totalmente nudo, come i suoi connazionali durante le prime olimpiadi. Oh, quelli si che sapevano divertirsi! Una lotta libera con lui fra le coperte non le sarebbe certo dispiaciuta!
-L'ultima volta che l'ho visto era vivo- rispose la ragazza, rimembrando bei momenti trascorsi con il rosso -...molto vivo e davvero in forma.
Che si traduceva allegramente in una scopata da sogno e tanti, tanti soldi per i mesi successivi.
-In ogni caso, vuole che vi riferisca di tenere d'occhio l'Alfiere quando andrete all'Arena. A quanto pare accadrà qualcosa di grosso, quindi preparatevi ad ogni evenienza. Raccogliete tutte le vostre forze disseminate in giro, mettetele in campo e rimanete in attesa: non fatevi fregare.
Quando fu sicura che tutti avessero recepito il messaggio, si diresse verso l'unico umano, estraendo una busta dalla propria tasca. Diede un bacio sulla carta -invero inutile rispetto all'invito che conteneva- così da lasciare l'impronta del rossetto e la diede al greco.
-Questo è per te: un invito all'Arena ed un "buono sconto". Il secondo usalo quando ti pare.. -
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La ragazza parlò, senza problemi.
Ariste era giusto un attimino interdetto.
Non per quello che disse, anzi: erano tutte cose che gli Eversori avevano tenuto in conto.
Il suo volto tradiva leggera sorpresa per lo sguardo lungo e intenso che la messaggera gli riservò, con tutte le sfumature libidinose del caso.
Forse anche lei voleva qualcosa di lungo e intenso.
Da qualche parte, nell'Est, un Ganchanagh pianse, rannicchiato alla base di un albero.
Mi sembra alquanto libertina.
Lo Spirito non tardò a puntualizzare l'ovvio. Non che all'oplite dispiacesse, ma la situazione era un po' più seria di quelle smancerie.
Fortunatamente, la cosa non finì lì, nel senso eversivo della frase.
La ragazza, difatti, si avvicinò all'ellenico, regalandogli un biglietto con tanto di bacio a stampo.
Sul biglietto.
Questo è per te: un invito all'Arena ed un "buono sconto". Il secondo usalo quando ti pare.
Accigliato, Ariste rigirò la missiva tra le mani: aveva senso dubitare?
Mal che fosse andata, sarebbe entrato con la forza nell'Arena, anche a costo di creare del subbuglio. La confusione poteva essere un'arma a loro favore.
La ringrazio, signorina.
Disse con voce profonda e appena ironica, calando il capo in segno di apprezzamento.
Il dare del lei era un chiaro gesto di cortesia.
Cercherò di far buon uso della sua generosità non appena possibile.
Magari dopo aver conquistato Merovish.
Era giusto festeggiare, d'altronde... O almeno questo era il pensiero comune.
In realtà, intrattenersi con una prostituta era l'ultimo dei desideri del greco, da molto tempo a quella parte.
Chissà che, tuttavia, dopo un ingente spargimento di sangue non gli nascesse la volontà di divertirsi un po'.
D'altronde, si sa: violenza chiama lussuria.
Una lussuria di fuoco. Speriamo che non ci sia bisogno dei pompieri.
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« Te lo dico io, Zimmer, ci hanno presi per quelli che organizzano i piani alla minchia e che quindi si accontentano d’informazioni vaghe. Sfortunatamente per loro non siamo così, ma mi fa incazzare che una puttana abbia interrotto i nostri brindisi solo per dirci che succederà “qualcosa di grosso”. Grazie al cazzo. »
Il Kuthiano era semplicemente infastidito da quella troietta mandata dal fulvo, tanto che se non fosse stata cliente del Boggart l’avrebbe ammazzata seduta stante.
L’invito all’Arena era semplicemente superfluo: avevano già mobilitato forze sufficienti per assediare quel colosseo dismesso, un pezzo di carta bollata a Merovish aveva lo stesso valore di una pezza da culo.
Improvvisamente rivolse uno sguardo agghiacciante all’intrusa, e le dedicò un'ultima frase.
« Se rivedi Isaac, digli di smetterla di farsi le seghe mentali col destino e tutto il resto: ci sono persone che lo schiacciano, il destino. »
Fu allora che un tentacolo oscuro del Kuthiano velò il focolare al centro della bettola, proiettando delle ombre irreali sui corpi dei tre Gerarchi.. -
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"Ma per chi cazzo ci hanno presi?"
« Te lo dico io, Zimmer, ci hanno presi per quelli che organizzano i piani alla minchia e che quindi si accontentano d’informazioni vaghe. Sfortunatamente per loro non siamo così, ma mi fa incazzare che una puttana abbia interrotto i nostri brindisi solo per dirci che succederà “qualcosa di grosso”. Grazie al cazzo. »
Rimase lì a fissarli con la classica espressione di chi, di quella situazione, non gliene fregava una beneamata minchia. Perchè infondo era proprio vero: era stata pagata per riferire un messaggio, e personalmente riteneva il pagamento abbastanza adeguato anche per subire insulti da parte di qualche idiota occasionale. Solo in quel momento comprese il perchè di quella paga così consistente; come al solito, Isaac pensava sempre a tutto.
La ringrazio, signorina- Non che Alhandra si aspettasse ringraziamenti, ma la gentilezza di quel fusto fu dolce come un bel caffè bollente zuccherato. Dio, da quanto tempo non si faceva un caffè decente? Lì alla Quinta Bolgia si beveva soltanto merda... -Cercherò di far buon uso della sua generosità non appena possibile.
Di risposta, la mora gli fece un occhiolino, esibendo un sorrisetto malizioso.
-Attenderò con ansia, mio affascinante signore ♥
Infine fu il turno dell'essere cornuto. Non sembrava particolarmente felice della sua presenza, o di quello che aveva detto... ma infondo lei stava solo facendo il suo lavoro, quindi non comprese appieno le ragioni dell'astio. In realtà, anche di quelle se ne interessava poco: dopo la fuga da Celentir, l'unica cosa a cui teneva era la propria pellaccia. Fu anche per questo che preferì non rispondere. Era sì una prostituta ma non era affatto stupida: in un combattimento 3 contro 1 non sarebbe sopravvissuta, nel migliore dei casi.
« Se rivedi Isaac, digli di smetterla di farsi le seghe mentali col destino e tutto il resto: ci sono persone che lo schiacciano, il destino. »
Che poi, per quanto ancora voleva esibire quel tentacolo? Che fosse un invito a qualche malsana prestazione? Non che le dispiacesse; un pò di divertimento "estremo" non guastava mai. L'importante era che il cliente pagasse, ed anche bene considerando che Alhandra rischiava di farsi più male di quanto richiesto. Alla fine, non aveva mica un'assicurazione per gli infortuni: per quello doveva vedersela da sola.
-Sarà fatto. Ora però mi defilo: se qualcuno ha voglia di passare il tempo in compagnia sono nella camera di sopra- ricambiò lo sguardo incazzato di Bid'daum con un'espressione seria e professionale -A te però il prezzo è pieno: coi tentacoli non faccio sconti.
Infine se ne andò, sparendo oltre la soglia..