[EM] Waking the Demon

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    C A S T I G O

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    Kuthian

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    L5mwVyz

    Chiedete ai granelli di polvere quali aberrazioni si nascondono nello Yuzrab.
    Chiedetelo al cielo sbiadito, che ogni giorno accoglie il sole nel suo lungo sorvolo dell’inferno. Domandate ai laghi di vetro, o alla condensa che riverbera contro l’orizzonte e vi fa illudere che vi sia una pozza d’acqua ad aspettarvi, là in fondo. Se riuscite anche solo a dischiudere le labbra seccate dall’afa, mentre la sabbia sollevata dal vento si conficca nei vostri bulbi oculari, domandate pure.

    Lo Yuzrab avrà il piacere d’ignorare anche voi.
    A nessuno sconsiderato che si avventura fra le dune è concesso sapere di che morte morirà. Voi non fate eccezione.

    Tuttavia - se il deserto potrebbe comportarsi in modo particolarmente freddo con voi - lo stesso non si può dire degli abitanti del Sud, famosi per la loro calorosa ospitalità. Certo, si trattava di un’ospitalità fatta di ferro e sangue, ma chi siamo noi per giudicare gli abitanti di Merovish? Dopotutto, alcuni di loro conoscevano le verità celate sotto la sabbia.

    Uno di questi era Bid’daum, che quel giorno era alla testa di un folto gruppo di sottoposti. Si erano mossi alle prime luci dell’alba, raggiungendo la superficie con una temperatura ancora sopportabile.
    La presenza dei membri - esclusi gli Eversori in missione - era stata tassativa.
    A passo spedito e marziale, il Castigo macinò un paio di chilometri tra le dune, lasciandosi alle spalle il seguito dei subalterni: loro arrancavano poco più indietro, intenti a non perdere di vista il Gerarca. Non avrebbe scambiato una parola con nessuno di loro, e tantomeno avrebbe permesso che qualcuno si avvicinasse: un’aura densa e maledetta avvolgeva tutta la sua persona.

    Avevano l’ordine di seguirlo e basta.

    Di colpo Bid’daum si sarebbe fermato, nel mezzo del nulla indistinto, come se avesse raggiunto la sua destinazione. Perfino la pressione di disgusto che emanava si affievolì quasi completamente.

    « Ci siamo. »

    Quel mattino altre persone si trovavano in quella regione del deserto, magari distanti qualche miglio dal gruppo degli Eversori. Cosa poteva averli spinti a risalire in superficie di primo mattino?
    Erano in viaggio, volevano contemplare l’alba, o cos’altro?

    Solo di una cosa si poteva essere certi.
    Anche loro avrebbero assistito all’evento più sconvolgente delle loro miserabili vite.



    Yuzrab, prime luci dell’alba.

    Eversori: voi avete ricevuto l’ordine di seguire nel deserto il Gerarca sanguinario, senza poter fare domande. Potete comunque parlare fra di voi, magari mettetevi d'accordo in bacheca. Soltanto alla fine del turno il Triumviro si fermerà, facendo intendere di avervi condotto a destinazione.

    Altri: gli altri personaggi possono inventarsi qualunque motivo plausibile che li abbia spinti a risalire in superficie quel giorno. Potete organizzarvi in gruppo oppure agire in solitaria, anche a qualche chilometro di distanza dal gruppo degli Eversori.

    Scadenza del primo turno: mercoledì 26 febbraio.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Lo Yuzrab...
    Una pozza dorata in quello strambo mondo chiamato Endlos. Un luogo dove la sabbia per miglia e miglia non mancava mai, cosicché ogni folle creatura potesse creare infiniti castelli di sabbia. Una landa desolata da sogno dove il sole benevole permetteva a chiunque una tintarella da urlo invidiata dalle più ficherrime star di Holliwood.

    Era passato un giorno da quando Jester aveva ricevuto una proposta allettante che non avrebbe mai e poi mai potuto rifiutare. Wydwen, la fatina più birichina che l'universo avesse mai conosciuto, la sua piccola amica, le aveva proposto di fare un viaggetto con un gruppo d'amici ed il Giullare pazzo che abbiamo imparato ad apprezzare accettò immediatamente. Tuttavia vi era una piccola clausola in quel contratto firmato a voce e con uno schioccò di dita la ragazza dalla treccia castana divenne adempiente.

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    Sì, proprio così! Quando la Strega della Luna fece quel semplice gesto l'abito giullaresco si trasformò in un costume da Pikachu e lei poté partire con la sua Wyd. Infatti, come quest'ultima aveva proposto, avrebbero fatto uno scherzo a tutti fingendo che la giovane circense fosse un'evocazione della fata.

    §...§



    Erano le prime ore del mattino e fortunatamente non faceva troppo caldo, Jester stava saltellando mentre sulla sua testa era seduta l'amichetta. Di tanto in tanto le due parlavano a bassa voce e, benché fosse ovvio che si trattasse di una ragazza e non davvero d'un pokemon/ una creazione della fata, la folle dall'abito giallo iniziava a miagolare ogni volta che qualcuno sembrava accorgersi di lei.
    La mezza Selvatica guardava di tanto in tanto i brutti ceffi che la circondavano e si accorse che qualcuno aveva un volto familiare, fosse solo una sua impressione?
    Troppo tardi, il gruppo si fermò e quello che sembrava detenere lo scettro del potere disse qualcosa che la giovane non comprese. Poco male, avrebbe imitato gli altri!
    Jester iniziò a dondolarsi da un piede all'altro con fare impaziente chiedendosi se fossero arrivati al luogo della festa. Perché un party ci doveva essere no?!

    Pazzia decisa da me e Settra! Ahahahah...


    Edited by Jester - 20/2/2014, 14:56
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Nei sue due anni di permanenza negli Eversori di Merovish, Dimitriy aveva imparato molto presto una cosa fondamentale: non era saggio disubbidire agli ordini del Castigo. Bid’daum infatti non era un tipo dai modi gentili e mansueti, tutt’altro... era un delinquente spaziale della peggior specie, un alieno sanguinario che aveva mostrato più volte il suo essere spietato e senza nessuno scrupolo. Era facile comprendere, quindi, che dire di no a lui significava perdere non solo il corpo, ma anche la propria anima, distrutta dai poteri sciamanici del monocorno.
    Aveva ordinato ai sottoposti di seguirlo, e per quanto il biondo fosse un membro di alto rango, anche lui doveva abbassare il capo sotto il comando del Criminale. Se infatti Ariste era il membro più diplomatico e Zimmer quello che amava fare le cose in modo boggartoso, il terzo gerarca era quello che ti staccava la testa se non ubbidivi... e questa cosa dovevano tenerla a mente proprio tutti, anche l’ultima recluta entrata a far parte degli Eversori. Era tipo scritto nel contratto, articolo venticinque comma quattro: non far incazzare Bid’daum.
    Ecco quindi spiegato perché mezza Gilda ora avanzava tra le dune dello Yuzrab, dietro a un demone che avanzava senza dire nulla... anzi, qualcosa l’aveva detta, una singola parola, ovvero “seguitemi” e nient’altro. Dimitriy, che già era un tipo di poche parole di suo, avanzava a poca distanza dal Castigo con indosso la sua tenuta desertica che si componeva di una tunica bianca, molto ampia, con cappuccio e mascherina per coprire il viso, con annessi occhialoni spessi e scuri, quelli indossati dai motociclisti per intenderci. Con lui c’erano altri membri della Gilda, ma non fece molto caso a chi fossero... si limitava a camminare sulla sabbia rovente cercando di non arrancare, anche se a volte era davvero complicato arrampicarsi sulle dune.
    Per una persona che amava il freddo, poi, camminare sotto quel sole era una vera tortura... ma per fortuna gli abiti adatti rendevano il tutto più sopportabile. A volte il destino era davvero strano, trascinava un ragazzo cresciuto in un paese freddo e coperto di neve per la maggior parte dell’anno, in un inferno di sole e sabbia. Insomma, sembrava quasi una barzelletta. All’improvviso comunque il monocorno si fermò apparentemente in mezzo al nulla... e la sua terrificante aura svanì nel nulla, questo si che era un fatto davvero strano. Sembravano essere giunti a destinazione e Dimitriy tirò via la fascia che proteggeva la bocca, portando poi gli occhialoni sulla testa.
    Mh?
    Il ragazzo si guardò attorno e a parte alcune figure in lontananza, non scorgeva null’altro che dune... dune... e un lago di vetro in lontananza. Tuttavia era abbastanza strano che ci fosse tutta quella folla, insomma, lo Yuzrab non era mica un villaggio vacanze. L’assassino osservò la schiena del kuthiano con un’espressione interrogativa, accennando qualche passo per accostarsi a lui mantenendo comunque una certa distanza... che diamine aveva in mente? Non riusciva proprio a capirlo, quindi non restava altro da fare che attendere qualsiasi cosa stessero attendendo.

     
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  4. Dracace
     
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    Merovish, Le Carceri, Livello III



    Si aggira solo, un’ombra mostruosa come tante altre, in uno dei luoghi più temuti dai malviventi e i tagliagole di Merovish. Non ha paura di rischiare la pelle. Anzi. Dopo il lungo forzato periodo di inattività ha un incredibile bisogno di emozioni forti come quella. Il solo pensiero di rischiare un incontro fatale in qualsiasi momento lo elettrizza, facendolo sentire vivo. Bhe, per quanto vivo possa sentirsi un cadavere ambulante come lui. Le pareti sotterranee del corridoio in cui si sta inoltrando sono semibuie e in rovina, abbandonate a se stesse da secoli, venuto meno quello spirito di giustizia e ordine che ha intrapreso il folle tentativo di imbrigliare il cuore del sud. Chi era poi stato, quel pazzo? Proprio non riesce a ricordarlo. Magari andrà nei giorni successivi a scartabellare i vecchi tomi della biblioteca, se il fervido dubbio continuerà a tormentarlo. Ma in questo periodo la sua attenzione è rivolta ad altro. Ha mosso i primi incerti passi nei confronti degli eversori e in questa fase cruciale del riavvicinamento un solo errore può costargli veramente caro. L’ultima cosa che vuole e uno scontro a senso unico che non ha possibilità di vincere. Tutto va misurato, calibrato, in modo tale che …

    Un rumore attira la sua attenzione da dietro l’angolo, un verso basso e cupo, poco più di un sordo sospiro. Titubante si ferma poco prima di svoltare, inebriato da una frenetica curiosità. Cosa sta per incontrare lì dietro? Uno dei tanti orrori che si celano in questo manicomio dimenticato dalla civiltà? Muore dalla voglia di scoprirlo. Le mani corrono lungo i fianchi, alla cintola, e stringono due delle cinque lame che si porta sempre appresso. Un ulteriore attimo di esitazione, poi con un solo balzo supera quello spigolo e si prepara a colpire, convinto di dover affrontare chissà quale demone perverso. Le sue aspettative vengono quasi del tutto deluse. Qualcuno lo ha preceduto nel lavoro da macellaio e quello che sta ora fissando non è altro che un agonizzante reietto della società.
    Lo scontro deve essere stato sensazionale senza ombra di dubbio. Se da una parte ferite e mutilazioni abbondano su quel corpo martoriato, dall’altra la bizzarra chimera ha abbondanti tracce di sangue sulle fauci e gli artigli, segno inequivocabile che comunque anche l’aggressore ha avuto la sua buona dose di colpi subiti. Mentre è lì davanti ad osservare quell’anima dannata agonizzare, il fatto succede. La vista del sangue è troppo succulenta perché una parte di lui, la porzione più oscura e bestiale, non si risvegli prendendo il sopravvento. Con furia omicida si getta sul morituro, aprendo con precisione chirurgica uno squarcio ad altezza della giugulare e iniziando a dissetarsi direttamente da quel mortifero flusso sgorgante. Ben presto la sua faccia è un irriconoscibile maschera di implacabile pazzia, portata avanti unicamente dall’enfasi del momento. Il liquido cremisi va a mescolarsi con il pesante trucco bianco che ha sul volto, creando una bizzarra tonalità rosa che poco ha a che vedere con la drammaticità del momento.

    Accade tutto con una sorprendente velocità. Un momento prima è lì, riverso su quel corpo, a dissetare la sua implacabile voglia. Un momento dopo il suo braccio destro vola via, troncato di netto da un fendente impeccabilmente ben assestato. La lucidità torna a prevalere con la stessa celerità con cui è stata sopraffatta. Non si ferma per capire chi o cosa l’ha attaccato. Tutto quello che gli preme e allontanarsi il più possibile da quel luogo, in modo tale che le restanti parti di lui arrivino tutte alla Tana. Sfruttando la sua sovrumana velocità il dismesso circense si dilegua nell’oscurità, macinando metri e metri del lungo corridoio, la mente e le gambe che puntano unicamente verso l’alto e la salvezza. Se era un’emozione che stava cercando, di sicuro ora l’ha trovata.

    Merovish, Bazar delle Talpe, Distretto delle Ceneri



    Per la via principale di quel quartiere del grosso mercato meridionale il non morto non si cura troppo di celare il suo aspetto. Nel variopinto panorama locale però, un cadavere ambulante con un braccio solo e il volto e i vestiti imbrattati di sangue qualche testa la fa girare incuriosita. Al momento non gliene importa poi più di tanto. Sorpassa la grossa incudine posta al centro del rione senza quasi notarla. L’unica idea che monopolizza le sue facoltà è arrivare il prima possibile al negozio di Vorit. Il vecchio è scorbutico e maldisposto un po’ verso tutti, ma ha fatto per lui innumerevoli cose nel passato e nel presente e se per una volta si trova nella situazione di dover chiedere aiuto, è certo che quel fabbro non gli volterà le spalle. Entra nel negozio affollato d’impeto, quasi atterrando un paio di avventori nell’atto di spalancare il pesante portone d’ingresso. Si fa strada senza problemi spintonando e spostando la gente, fino a quando la sua persona non è di fronte al bancone. Il negoziante è impegnato a contrattare il prezzo di una pesante mazza chiodata con un cliente e per questo motivo non lo nota subito. Sempre uguale lo zoppo, da quando l’ha visto la prima volta molti anni prima. Il volto rugoso corrucciato in una maschera d’eterno dissenso. La folta barba ispida e incolta, lasciata a se stessa in quanto non è il proprio aspetto ciò che più sta a cuore al fabbricante d’armi e armature. A volte, quando la maledizione alla gamba destra fa sentire con più veemenza la propria presenza, si aiuta nel camminare con un pesante bastone di metallo, da lui stesso forgiato in accordo con la sua altezza e il suo incedere insicuro. Oggi l’asta è assente, come ha l’occasione di notare. Quando finalmente Vorit si volta nella sua direzione per diversi secondi resta stupefatto alla vista di quello scempio. Si riprende quasi subito, comunque, e senza indugiare oltre lo apostrofa con il suo solito tono tagliente.

    Sentimi bene, ragazzo! Se pensi di poter venire qui a imbrattare con i tuoi viscidi brandelli cadenti il mio negozio e i miei clienti ti sbagli di grosso. Che ti è successo comunque? Sembra che un Titano da recupero ti sia passato sopra.



    A quanto pare il terzo livello delle carceri è selvaggio quanto la mia memoria si ricordava.



    A sentire questo nuovamente tante teste tra i presenti si voltano di scatto in direzione del nuovo arrivato. Nella Tana chiunque riesca anche solo a tornare da quel luogo, con o senza braccia e gambe al posto originario, viene visto, e per una buona ragione, come una sorta di malvivente fuori dall’ordinario. Un vero e proprio mostro in grado di tenere testa alle atrocità del vecchio centro di detenzione e contenimento. A Veret però tutte quelle attenzioni cominciano a dare sui nervi.

    Bhe, che avete da guardare?



    Poi si rivolge all’amico, sempre con tono seccato.

    Senti, Vorit. Tutto quello che ti chiedo è di prestarmi per una notte il retrobottega. Mi faccio ricrescere il braccio e domani mattina mi tolgo di mezzo. Ho fatto tento per te in passato. Questa volta è il momento di pareggiare.



    Il vecchio non risponde ma, con lentezza esasperante, si alza in piedi e si avvicina a una delle pareti di pietra. Afferra un mazzo di chiavi appeso a un chiodo, si volta in direzione della porta alle sue spalle e la apre. Infine, con un gesto della mano nodosa lascia intendere al funambolo che, eccezionalmente, per quella notte si può fermare da lui.

    Diverse ore dopo laceranti grida di dolore riecheggiano per la via maestra, ora quasi deserta. Curioso come un essere solitamente immune al dolore quale il cadavere ambulante debba sopportare atroci sofferenze durante il processo di rigenerazione. Forse il tutto dipende dal fatto che far ricrescere un braccio è qualcosa che trascende il piano materiale e chiama in causa parte della sua essenza stessa, che deve riprendere contatto con la carne che man mano si va formando. O forse si tratta semplicemente del sadico umorismo del destino. Deve ricordarsi di chiedere al dotto a proposito di ciò, una di queste volte.

    Merovish, cunicoli d’ingresso



    La nuova alba accarezza i lineamenti di un Veret incazzato a puntino. Appoggiato alla parete di roccia che sbuca in superficie, attende di pessimo umore che il compagno arrivi al punto d’incontro. Farsi staccare un braccio senza opporre la ben che minima resistenza non è stato di sicuro un tocca sana per la sua autostima. In più passare una dolorosa nottata non ha fatto che farlo sprofondare in uno stato scorbutico e irascibile. Se lo spilungone si azzarda a ritardare anche solo di un minuto gliele stacca per davvero questa volta le orecchie. Per svagarsi ripercorre con la mente la ragione di quel viaggio improvvisato. A quanto pare Morfeo vuole organizzare una piccola escursione nello Yuzrab nella speranza che qualche suo parente Eterno o roba simile spunti per magia dallo stesso buco multi universale che lo ha rigurgitato. In cuor suo le speranze che ciò accada sono davvero poche però si è ripromesso di accompagnare l’alto figuro per un po’ di tempo, con l’intento di sistemarlo a puntino alla prima occasione buona. Magari se trovano una banda di schiavisti sulla strada li aiuterà di cuore a mettere un paio di manette ai polsi del compare. Si sarebbe anzi offerto lui stesso di rivendere il disgraziato nel distretto dei Caduti.
    Finalmente l’altro arriva e dopo qualche inevitabile formalità i due si incamminano verso il giallo orizzonte del deserto. A discapito delle aspettative nessun predone fa capolino a disturbarli. Peccato, sarà per un’altra volta.
    La spedizione prosegue senza intoppi di alcun genere sotto il sole cocente e implacabile. Tutto è tranquillo, almeno fino a quando un crocchio di persone non compare di fronte a loro a qualche centinaio di metri di distanza. Il funambolo aguzza la vista e, immancabilmente, viene pietrificato dalla sorpresa. Una figura con un corno solo è ben visibile nonostante la lontananza. Veret, che per tutto il tragitto è rimasto muto a causa dell’umore nero, ora comunica al compagno con tono preoccupato.

    Conosco quelle persone. É meglio se ti nascondi, per il momento. Se ci vedono le cose potrebbero degenerare molto in fretta.



    Cosa ci fa il Flagello nel deserto? Probabilmente qualche missione per conto degli Eversori. Quindi quella discreta moltitudine rappresenta parte delle nuove reclute? Si sporge un poco al di sopra della duna, per carpire le fisionomie dei presenti e vedere come la faccenda ha intenzione di evolversi.



    Per motivi di Background non escludo che, di fronte a situazioni particolarmente propizie, il funambolo accoltelli Morfeo alle spalle o lo spinga in modo conscio e soddisfatto in bocca al pericolo.
     
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    Cra

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    Ha trascorso gli ultimi giorni a scoprire nuove cose di questo strano Regno in cui è capitato.
    Ha chiesto spiegazioni, in realtà ha ottenuto ben poche risposte, di contro, invece, ha partecipato a diverse risse. La cosa lo ha urtato e non poco. Ha dovuto impartire diverse lezioni di buone maniere agli abitanti della città. In realtà, seppur non lo ammetterà mai, ha anche ricevuto diverse batoste. E' stato ferito ad un braccio ed ad una gamba. Ferite superficiali che per fortuna non gli han generato gravi danni. Anzi, ad oggi sono completamente rimarginate.
    Il viso dell'Eterno, in realtà ben poco Eterno, è piuttosto emaciato, ancor più pallido del solito. La veste, un tempo liscia e ben lavata, oggi è covo di sabbia, polvere e sporco di ogni genere.
    Suo malgrado, per cercare di riuscire a comprendere meglio la situazione in cui versa, si è dovuto rivolgere al figuro che gli ha dato il "benvenuto" in questo mondo.
    Non si fida molto della sua figura, invero non si fida proprio di nessuno in questa folle città. Purtroppo, però, si ritrova a camminare su un filo, come un funambolo, ironia della sorte. Deve chiedere aiuto a color in cui non ripone la sua fiducia, ma è l'unico modo per capire come muoversi. Ha una serie di necessità impellenti, ma che necessitano una conoscenza della situazione attuale che non ha, purtroppo.
    Trovare il funambolo non è stato difficile come pensava. Descrivere un morto marcisciente è più che sufficiente. Inoltre sembra avere una discreta fama.
    Oramai è diverso tempo che si inoltrano nel deserto dove è precipitato, invece di morire e ritrovarsi nel regno di sua Sorella Morte.
    Se dovessi vedere un ankh di metallo, o un cuore, o uno strano anello che culmina in un uncino, ti prego, avvertimi.
    Nonostante la frase, per come è formulata possa sembrare estremamente cortese, invece, il tono distrugge ogni forma di grazia. Le parole vengono sovrastate da quel tono di supponenza e superiorità che trasuda dalla figura dell'Eterno. Insomma, volendo utilizzare termini meno aulici lui è costantemente scazzato.
    La mano destra serpeggia a smuovere la veste, cerca di evitare che questa si appiccichi contro il suo corpo madito di sudore. Il respiro è corto. Purtroppo non c'è altro modo per cercare di ritrovare quelle che sono le effigi della sua famiglia. Dubita che sian cadute durante la riscrittura, ma meglio togliersi ogni dubbio.
    Anche un libro.
    Aggiunge mentre distrattamente controlla se vi è qualche oggetto che affiora dalle dune. La ricerca sembra inutile, ancor peggio di cercare un ago in un pagliaio.
    Sospira, mentre continua a trascinarsi in quel mare di sabbia ardente. Uno sguardo dubbioso si volge verso il suo Cicerone di turno. Sta per decretare la fine della loro inutile spedizione che l'altro invece sembra notare qualcosa. In un primo momento non riesce a cogliere proprio un bel niente, successivamente, focalizzando lo sguardo, gli sembra di scorgere delle presenze lontane. Inutile dire che non ne riconosce nemmeno mezza.
    Ascolta quanto gli viene detto. Prende la cosa con la dovuta critica, vista la situazione.
    Capisco, mi sto accorgendo sempre più spesso che gli eventi, in questo Regno, tendono a degenerare sempre piuttosto in fretta.

    Una velata, anzi, mica tanto, ironia è palpabile nel suo dire. In ogni caso, nel dubbio, annuisce alle parole della sua guida e resta qualche passo dietro di lui, ben protetto da una duna così da evitare di farsi vedere. Di tanto in tanto fa capolino per controllare la situazione. Come detto prende tutta questa follia con "le pinze".



    Equipaggiamento: Sacchetto di Sabbia
    Mana: 110%

    Status Fisico: Perfetto
    Status Mentale: Confuso

    Passive
    Signore dei Sogni - Capacità Gdr di interagire con i Sogni
    Signore dei Sogni - La presenza di Morfeo genera sonno
    Rubino del Sogno - +10% di Mana

    Attive
    Nessuna

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  6. Yoma Mefistofale
     
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    " Un curioso gruppetto."


    E
    ra passato circa un paio di giorni da quando finalmente Yoma aveva messo piede a Merovish, la bella cittadina era davvero un ottimo posto di caccia, quella cittadina pullulava di esseri e umani talmente impuri che si potevano contare all’infinito un vero paradiso di anime da rilegare nel libro una ad una. Yoma passava nelle vie con uno sguardo d’interesse guardando specialmente le anime più corrotte e disperate tanto che pensò subito di non perdersi in chiacchiere e iniziare la “mietitura” . Il diabolico Signore degli inferi aspirò il fumo di una sigaretta e lo fece uscire fuori disturbando chiaramente un gigante altro tre metri e brutto come la fame che gli era davanti che si girò verso quello che a sua vista gli pareva “un cretino” visto l’abbigliamento che portava in confronto a lui stesso bardato d’armatura e ascia bipenne .
    Yoma guardò con una nota noia totale l’essere chiedendosi se davvero ce l’avesse con lui, poi quello gli si avvicinò e gli disse.

    “Ehi? Smettila di sputarmi addosso quella roba mi da fastidio!”

    Yoma si pulì l’orecchio senza nemmeno quasi ascoltarlo, poi alzò lo sguardo annoiato e rispose come se niente fosse.

    “Cosa?E tu chi cazzo sei il vigile di Merovisch? Guarda che non vedo scritto da nessuna parte il divieto di fumo, sono all’aperto posso fumare quanto cazzo mi pare, se a te arriva il fumo significa che devi portar via il tuo culone enorme da davanti alla mia strada. Io faccio come mi pare!A proposito…scusa tanto ma … fuuuuu!!!!”

    Il ragazzo dal l’elegante cilindro dopo aver detto questo , si avvicinò camminando in maniera “civettuola” appoggiando una mano su i fianchi come una qualunque puttanella di quartiere e sputò il fumo apposta in faccia al gigante , il che emise un ringhio poi alzò la sua ascia bipenne con l’intento di colpire quell’uomo così arrogante.
    Yoma sapeva di essersi cacciato nei guai eppure perché riusciva a sentire il brivido dell’eccitazione percorrerlo? Semplice Mefistofale voleva la sua parte e gli l’avrebbe data, schivò abilmente l’ascia poi la sua mano destra iniziò ad assumere una forma non umana iniziando ad apparire quella di un demonio irta di artigli che si abbatterono al petto del gigantesco guerriero bucandogli quella stupida armatura di bronzo facendolo cadere agonizzante a terra.
    Yoma emise una risata agghiacciante poi fece per andarsene, ma il gigante lo supplicò di aiutarlo quindi eco che cosa avrebbe fatto: Mefistofale voleva un anima ? Allora l’avrebbe ottenuta.

    “Vuoi salva la vita cucciolone?”

    Gli disse avvicinandosi alla sua vittima egli annuì allora Yoma fece apparire il libro dei dannati e propose subito il suo accordo.

    “Facciamo allora un patto che ne dici?”

    “S-sì….farò tutto quello che vuoi ma ti prego non lasciarmi morire!”

    Yoma emise un sorriso e porse all’uomo una penna di corvo nera e aprì il libro su una pagina mezza bianca dove c’erano scritti migliaia di nomi.

    “Su fammi un picco “autografo” con il tuo sangue qui e l’affare è fatto! Semplice vero?”

    Il gigante non ebbe tempo di pensare alle conseguenze stava morendo quindi prese quella penna la intinse nel suo stesso sangue e firmò sotto ad un altro nome. I quel momento accadde quello che poteva dirsi un miracolo, l’uomo fu investito da una luce e la sua ferita iniziò a rimarginarsi e potette sopravvivere, mentre Yoma chiudette il libro e alzò il suo cilindro salutandolo.

    “Molto bene come hai desiderato sei ancora vivo quindi ritieniti fortunato e cerca di fare una buona settimana all’insegna di ciò che ti piacerebbe di più fare. Spendi più che puoi, prenditi quante donne vuoi, uccidi pure chi ti pare e bevi litri di liquore, poi quando ne sarai sazio tra 7 giorni verrò a prenderti . Ci vediamo.“

    Yoma fece un inchino poi andò via lasciando una alone di mistero negli occhi di tutti i presenti.

    […]



    Non passò troppo tempo e il signore del limbo iniziò davvero ad annoiarsi e dopo aver preso un anima aveva voglia di ritornare a fare un po’ di giro turistico del deserto era la terza volta che ci andava e questa volta non ci sarebbe andato per un Sabba ne aveva già uno da fare a giorni e doveva anche trovare delle vergini aitanti, quindi magari il deserto poteva dargli l’ispirazione. Tuttavia l’unica cosa che trovò di “ispirante” (si fa per dire) era quel gruppo persone che aveva visto radunate laggiù.

    “Che succede ? Se c’è così tanta gente deve essere divertente, non posso mancare .”

    Esatto dove “c’era scritto baldoria” lì Yoma era sempre presente, il gruppo era composto da una serie di persone tra cui spuntavano due presenze che onestamente gli parevamo famigliari e circa altre quattro presenze che non aveva mai visto.

    “Mmm …io continuo a dirlo questo deserto pare tutt’altro che quello che sembra . Come mai c’è sempre tanta gente? C’è forse un nuovo Meeting tra curiosi? Non ho voglia di perdermi anche questa, mi servono altre anime fresche !”

    Si leccò le labbra poi si avvicinò con fare disinvolto, però per ora non riuscì esattamente a proferire parola con quelli.




    jz757s




    narrato;parlato""; pensato°°,monologhi <<>>Parlato Esterno

    .






    Dati & Riassunti


    AWw3LKI

    Nome:Yoma/Mefistofale
    Stato fisico:buono
    Stato Psicologico:buono.






    schema uso e consumo mana:




    klzq9I5




    Riassunto

    Il libro è usato come apertura perla scena gdr non occupa sloth di attivazione perchè non lo uso su nessuno.




    azioni:


    Il libro delle anime:


    E’ un oggetto da cui non si separa mai, è può essere usato solo per scene concordate con utenti o master, non ha alcun beneficio di utilizzo per duelli ufficiali. Il libro delle anime in pratica è sempre servito a Mefistiofale per fare i suoi contratti e scrivere ogni nome di chi gli aveva venduto la sua anima per poterlo poi andar a prendere una volta che scade il suo contratto(Tecnica Killing concordato). Infatti il libro viene firmato con una penna di corvo intinta con il sangue della propria vittima designata e il volere del libro vuole che una volta stretto un contratto si abbia circa sette giorni di servigi nel quale il malcapitato riceverà grazia e le sue richieste verranno esaudite a pieno fino a quando non sarà soddisfatto, poi scaduti questi giorni il libro farà apparire Mefistofele (Yoma) avanti al malcapitato in qualunque posto del mondo si nasconda e aprendo il libro il demone farà illuminare il nome del malcapitato evocando una formula in parole latine e arcane e farà fuoriuscire dal libro una testa di un demone che aprendo la bocca succhierà l’anima del malcapitato rendendola schiava di Mefisto .Inoltre si sostiene che questo libro faccia anche da tramite tra vita,passata , futura e presente facendo rivelare delle premunizioni.(Tecnica prevenzione concordata)





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    « Son lo spirito che nega, Sempre tutto: l'astro, il fior...Il mio ghigno e la mia bega, Turban gli ozi al Crëator »

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    _024 ¤ Dune-Brood Nephilim
    Resoconto #1_
    Miserabili vite, certo. Per i più lì presenti non si può negare che sia una miserabile vita ad averli condotti tra gli innumerevoli granelli prossimi alla fusione -tra la masnada di gente che segue il Gerarca corrotto (e pure tra quegli ospiti inattesi di cui comunque pullula lo Yuzrab) figurano reclute e bracci destri afflitti dall'arsura, viandanti e curiosi schiacciati dal ghigno impietoso del sole. Tutti, però, uniti da quell'insindacabile, unico dettaglio: animati da una miserabile vita, costretti ad una miserabile vita, gelosi di quella miserabile vita. O forse no.
    Se in data odierna si possono infatti contare almeno un non-morto, un eterno ed un demonio (che certo non rientrano negli standard di vita miserabile, almeno non per quelli dello scrivente -poi Endlos è tutto un'altro discorso) è pur vero che al di sotto della canicolare morsa equidistribuita vi è un essere mutaforma e alquanto sfuggente quale che sia la definizione -lui, più di tanti altri, può dirsi ben al di sopra di una miserabile vita (e sì, so che vi ho stancato con questo ritornello, però vabbè, è il classico post d'inizio, ognuno si fa i fatti suoi, Zyg poi manco lo vedete arrivare... dovevo pur scrivere qualcosa, vi pare?)
    Il biomante, come sua consuetudine, procede dunque rispecificato nella propria forma da viaggio per il Sud -avendo per tempo assunto le sembianze di un grosso verme delle sabbie, egli scava incessantemente in profondità e così segue la comitiva senza mai emergere in superficie: per comprendere dove Bid'daum li stia conducendo gli è infatti sufficiente seguire l'aura malsana che filtra fin là sotto, per non mancare la destinazione -per evitare di dover comunicare la propria presenza- il mutante si limita alle mansioni di subalterno qual è. Fino a che, almeno, quella stessa calotta malvagia smette improvvisa di lanciare i propri segnali -fino a che l'Ex-Simic interpreta quel cambio drastico come l'esigenza di terminare l'avanzata e presentarsi alle tracce che i suoi sensi elettrici hanno monitorato durante tutto il cammino (non uno di loro, infatti, ha avuto il piacere, l'onore e pure l'indifferente soddisfazione di osservare il Kraj unirsi alla spedizione -quest'ultimo destato dai suoi studi e reclutato alla missione come tutti, senza tuttavia dare avvio alla stessa assieme ai restanti, seppellito invece sotto la rena sin dal primo istante).

    I miei migliori auguri affinchè non si replichi l'eventualità del nostro ultimo incontro.

    Indirizza piatto a Dimitriy -il primo su cui il suo sguardo si posa, l'unico a cui l'ex-tritone concede sulle prime la propria attenzione. Perchè, per chi come loro due sa a cosa si riferiscono i sottintesi, quelle poche parole sono davvero un auspicio pregno di significato -perchè, se dopo essere sopravvissuto ad una squadra di saiborg è scampato perfino al risarcimento (per il tempo perduto) impostogli dal Boggart... beh, il Russo è sfacciatamente benvoluto dal Fato e merita ancora tutta la fortuna che il citoplasta può senz'altro indirizzargli.
    _95%
    _ENERGIA
    -Kraj Sperimentale
    Experimental Kraj-
    -Biovisionario
    Biovisionary-
    -Addestrato alla Caccia
    Bred for the Hunt-
    -Ibridazione Rapida
    Rapid Hybridization-
    - 5%
    Statico
    -Cencioverme Simic
    Simic Ragworm-
     
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  8. •~• Seligosa •~•
     
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    I primi raggi del sole si rifletterono sulla sabbia, che presto sarebbe diventata rovente. Si ritrovava nello stesso ambiente che l'aveva condotta alla sua attuale dimora, Merovish, quell'ambiente che qualche mese prima aveva tentato di disorientarla portandola a morte certa. Quel destino fortunatamente fu evitato, grazie alle tracce che l'avevano portata sulla via di una carovana, destinata a giungere nella città sotterranea. Non poteva dire di conoscere bene quella distesa di dune, ma sapeva perfettamente, a sue spese, che addentrarsi in quel mare di sabbia arroventato da soli era un mal'affare. Pieno di insidie, con granelli di sabbia che si insinuano ovunque, il sole che brucia la pelle, lo Yuzrab era pronto ad accoglierla di nuovo nei suoi tanti tranelli.

    Sta volta il suo approccio fu diverso. Mineko, infatti, non era sola. Insieme a lei vi era un uomo che proprio il deserto le aveva fatto conoscere. Si trattava del capo della carovana, chiamata Carovana Scarlatta,che l'aveva soccorsa. Poteva dire che qualcosa era scattato quando lo conobbe. Era sicuramente un tipo interessante Pip Bernadotte nonostante il suo atteggiamento tipico da canaglia.

    Mineko rimase un po' stupita quando il guercio dalla lunga treccia rossa la invitò ad una gita nel deserto soli soletti… Chissà che cosa stava tramando quell'uomo? Poteva aspettarsi di tutto da lui. Per ora la ragazza dai capelli corvini cavalcava tranquilla sul suo compagno equino, che aveva recuperato nel serraglio dopo averlo lasciato riposare dalla lunga traversata precedente. A differenza della volta scorsa, Mineko aveva optato per un abbigliamento più pratico in vista dell'ambiente poco ospitale. Al posto del suo solito yukata nero, indossava una lunga casacca grigia adornata di striature nere stretta sotto il seno da una cordicella di una tonalità più scura. Dato che doveva cavalcare, portava un paio di pantaloni sempre grigi a tinta unita. Aveva sostituito anche i sandali neri con delle scarpe chiare. Sta volta non aveva intenzione di farsi trovare impreparata.

    Stavano girando già da un pezzo quando la Gatta vide un movimento non tanto lontano. Sembrava un gruppo di persone. Che lo Yuzrab già le stesse giocando un brutto scherzo? Più li osservava e più capiva che non erano miraggi dovuti al caldo, erano persone in carne ed ossa. Poteva dire addio all'appuntamento romantico tra i granelli di sabbia con il suo bel carovaniere. Dopo un sospiro, che descriveva la sua resa di fronte l'impossibilità di avere una giornata tranquilla, indicò il gruppuscolo a Pip. "A quanto pare non siamo così soli come avevo sperato" disse facendo l'occhiolino e sorridendo maliziosa.

    Un'ondata di curiosità travolse Mineko " Beh, che ne dici se andiamo a dare un'occhiata?" disse guardando Pip con quello sguardo che solo lei poteva avere…




     
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    Se si fosse trattato di una qualsiasi altra città, Pip si sarebbe comportato diversamente. La tattica era importante, la strategia andava organizzata nei minimi dettagli. Avrebbe dovuto controllare le munizioni delle proprie armi, ne avrebbe scelte di appropriate, specifiche per la sua preda. Avrebbe individuato il luogo più strategico per l'agguato, preparato l'agguato con cura... la tempistica era importante.
    In sintesi, si sarebbe dovuto vestire elegantemente, avrebbe dovuto lavarsi da cima a fondo, comprato un bel mazzo di fiori e invitato la ragazza a cena fuori, in un bel ristorantino romantico. Di quelli belli, non necessariamente lussuosi o costosi... Avrebbero passeggiato sotto le stelle e in fine si sarebbe fatto invitare per un caffè da lei.
    Questo, se fosse stata una qualsiasi altra città.
    Purtroppo, la ragazza che voleva invitare fuori aveva deciso di piantare le tende a Merovish... e no, la Tana non era per niente romantica. Li la notte e il giorno erano avvertibili solo da una diminuzione della luce riflessa dalla superficie esterna dai laghi di vetro, e da quella emessa dai cristalli di luce che adornavano la volta di pietra che faceva da cielo alla città sotterranea. Il locale più vivibile era la Quinta Bolgia. Ed era dire tutto. Passeggiare a braccetto significava fare nuove amicizie, sicuramente poco gradite, e la città in generale era così pulciosa e sporca che prendere un caffè significava probabilmente aggiungerci anche dalle due alle sei malattie veneree.

    Soluzione? Yuzrab.
    Il deserto era tranquillo, solitario... la sabbia, alle prime luci dell'alba, era appena tiepida e il sole non scottava come a mezzogiorno. Se chiudevi gli occhi e lavoravi un po di immaginazione, sembrava quasi di stare in una bella spiaggia.

    Pip era un romantico. Una volta, quando ancora viveva di stenti nella sua dimensione natia, aveva letto che la sua città natale era la capitale dell'amore... prima che le bombe degli Imperialisti la trasformassero in un enorme cratere.
    Tuttavia, niente avrebbe rovinato quell'appuntamento. Fare da spola fra l'Orchidea e Merovish, passando di volta in volta in tutti gli insediamenti paganti del deserto non offriva molte possibilità di divertimento. Ogni tanto metteva gli occhi su qualche bella indigena, in qualche villaggio sperduto in mezzo alle sabbie... ma nulla reggeva il confronto con la fuggitiva che aveva conosciuto fra quelle rovine, giorni prima.
    Era talmente eccitato dall'incontro che aveva perfino comprato una bottiglia di champagne da un certo Boggart, pagandola uno sproposito: un carico d'acqua tale da soddisfare il fabbisogno idrico del suo locale per mesi. Perché solo a in quel presidio, l'acqua aveva un valore più alto dello champagne.

    "A quanto pare non siamo così soli come avevo sperato"

    Erano ormai lontani dalla città, e il carovaniere stava per proporre di fermarsi, stendere un telo sulla sabbia e fare colazione con le cibarie che teneva nella bisaccia della propria cavalcatura. E invece, scavalcata una duna, ecco che era comparsa un allegra combriccola di persone.
    Ma con tutto lo stramaledetto deserto, proprio li dovevano decidere di incontrarsi?
    Mineko propose di curiosare, e il povero Pip annuì, vagamente contrariato.
    "Avevo pensato a qualcosa di un pochino diverso... ma penso che potrebbe essere comunque interessante." commentò, sorridendo sconfitto. Lo champagne poteva aspettare, e soddisfatta la curiosità della ragazza, c'erano tante altre dune dove poterlo stappare.
    Si passò la lunga treccia attorno al collo, perché non fosse d'impiccio, e accarezzò con noncuranza il fucile che portava tracolla.
    Va bene fare i romantici... ma il deserto non era un posto esattamente sicuro.

    Eppure non sembravano banditi... e nemmeno carovanieri, a giudicare dall'assenza di cavalcature, merci o simili.
    Cosa stava succedendo, nel suo bel deserto?
    Ora era curioso anche lui.



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  10. Neidlos
     
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    Una rottura di palle.
    Ne aveva dovute sopportare tante, da quando - ormai erano trascorsi diversi anni - si era unito agli Eversori di Merovish. Ma, fondamentalmente, ogni cosa, anche quella più pericolosa, assurda e folle, aveva portato acqua al suo mulino, sempre e comunque. Tutto quello che facevano aveva sempre un fine ultimo ben preciso. Ma mai come quella volta Schneider non capiva proprio il perchè. Perchè mai decidere di fare una scampagnata sotto il fottutissimo sole cocente dello Yuzrab?

    « Spero tu sappia dove andare, Corno. » raschiò, rivolgendosi al Gerarca. Sapeva bene che il Kuthiano non lo avrebbe risposto, ma no, non riuscì proprio a trattenersi.

    Dopo un tempo indeterminato che per Klaus sembrarono secoli, tra un'imprecazione e l'altra - elargite sempre a fil di labbra - finalmente arrivarono a destinazione.
    « E cosa dovremmo trovare qui? » stavolta il suo quesito era generale. Le pupille del Malkavian rimbalzarono a destra e a manca, cercando qualsiasi cosa degno di rilevanza, ma non trovando altro che sabbia, dune, e ancora sabbia.
    Poi sì, in lontananza, grazie anche all'Occhio del Kaos, notò altri gruppi di persone. Sembrava si fossero date tutte appuntamento. Non sapeva bene cosa, ma qualcosa bolliva in pentola. Ne era certo.
    « ... »

     
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  11. .Silver Shadow.
     
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    Afa.
    Probabilmente la più fastidiosa, opprimente ed estenuante maledizione che lo Yuzrab riserva ai suoi coloni; il peggio arriva quando la si deve sopportare all'interno di un esoscheletro di metallo, completamente sigillato ermeticamente, che nel giro di una decina di minuti poteva essere considerato a tutti gli effetti un forno crematorio.
    Ovviamente, lo scienziato non era così stupido da suicidarsi all'interno delle proprie creazioni, per questo indossava un tipico abbigliamento desertico che gli copriva quasi interamente il corpo, lasciando scoperto giusto un piccolo spazio per il visore.
    Non aveva la minima idea del perchè fosse lì oggi, a camminare per infinite distese di sabbia, dove potenzialmente si nascondeva la morte dietro ogni nuova duna, insieme ai suo colleghi Eversori, ma una cosa era certa: se Bid'daum ti ordina di seguirlo, tu lo segui.
    Non si preoccupò di fare domande, nè al Gerarca nè agli Altri, sapeva benissimo che dal primo non avrebbe ricevuto risposta e che gli Altri erano nella sua medesima situazione.
    Tutto ciò che poteva fare era camminare, curiosando con lo sguardo verso quelle poche creaturine che di tanto in tanto provocavano una irregolarità nell'immacolato paesaggio di sabbia o bevendo un sorso d'acqua dalla sua borraccia; queste erano le uniche distrazioni che lo Yuzrab al momento offriva.
    Quando di colpo il Kuthiano a capo del gruppo ferma la sua avanzata, non c'è bisogno di sentire le sue parole per capire che erano arrivati a destinazione, ma quale era la loro destinazione? Cos'è che stavano cercando?
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Quando quella mattina si svegliò fu la sua amichetta a ricordarle cosa dovevano fare quel giorno, andare in giro con il signor Viola a fare una passeggiata per il deserto.
    In realtà se non fosse stato per Jester, con la quale aveva dormito, la piccola Wydwen non si sarebbe mai nemmeno ricordata dell'impegno che quello strano tizio le aveva detto di compiere e se anche se lo fosse ricordato, l'avrebbe ignorato per andare a fare ciò che le pareva.
    Ma Jester era contenta e aveva un costume giallo bellissimo, che la fatina provò a mordicchiare dato che sembrava buono, ma che in realtà non era buono per niente quindi anche lei non poteva far altro che saltare sulla sua testa e andare all'avventura!
    Al ritorno avrebbe fatto visita al suo amico molliccio e dopo aver versato dell'acqua sul fuoco, che le faceva le pernacchie tutte le volte che entrava in quel posto, si sarebbe rimpinzata di dolci e zucchero fino a svenire sbavante sul bancone.
    Era un piano fantastico e in trenta secondi se ne sarebbe completamente dimenticata.

    Si trovavano ora nel deserto dello Yuzrab e la spiritella si trovava seduta comodamente sulla testa della sua superamicissima, o meglio, stava sdraiata e sonnecchiava succhiando e mangiucchiando una delle orecchie del vestito della ragazza, ignorando tutto ciò che le accadeva attorno.
    Si era stancata di quello scherzo circa trenta secondi averlo messo in pratica, se non fuggiva e non urlava nessuno non c'era divertimento!
    Però le era anche venuto sonno, questo aveva risparmiato la compagnia dal fronteggiare una fatina in preda crisi di noia -Dimitry sa di cosa si tratta-, quindi dormiva e masticava, masticava e dormiva e questa cosa continuò finchè Jes non si fermò di colpo, scuotendola dal suo dormiveglia.
    Wydwen si alzò con uno scatto, osservando per la prima volta i presenti a quello strano assembramento, il suo sguardo passò dal Viola al demone del quale ogni cosa le era già passata di mente, finchè non vide Dimitry.

    Dimyyyyyyy!


    Con un urlo la piccola si lanciò dalla testa di Jester per andare ad appendersi, come le piaceva tanto fare, ai capelli di Dimitry.

    Ti sono mancata? Eh? Eh? Eh?
    Guardaaaa quella è la mia amica Jester!
    È tanto simpatica e ha sempre delle caramelle al limone troooooppo buone!


    Mentre parlava indicava convulsamente in direzione del Giullare e faceva ampi cenni senza assolutamente alcun significato, tenendosi sempre con una mano alle bionde ciocche del suo amico.

    Dimy ce l'hai un dolcetto?


    Fu allora che lo attaccò con la sua tecnica segreta: gli occhioni dolci.
     
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    Waking the Demon



    { Deserto dello Yuzrab }



    A volte, il Destino chiama a raccolta pochi testimoni, a fare in modo che grandi avvenimenti non vadano mai perduti del tutto. Un incontro casuale, una svolta errata ad un incrocio, il ritardo di una mattina... e qualcosa accade. Qualcosa che segna la nostra vita, e ci rende araldi di ciò a cui abbiamo assistito. Così nascono le leggende.
    Non è detto che ciò che accade davanti a noi sia effettivamente l'inizio di una storia: il prologo è spesso nascosto agli occhi dei lettori, taciuto nelle canzoni recitate dai bardi. Ma questo non ha importanza: nulla, prima della chiamata del Destino, ne ha.

    Oggi, è uno di quei giorni. Poco importa il motivo che vi ha spinti in quel luogo, quali i vostri ideali, le vostre fazioni. La sabbia trema, e un cupo boato, simile ad un ruggito, squarcia l'aria.
    L'immobilità dello Yuzrab viene squarciata, mentre il rumore sale sempre di più, crescendo assieme alle scosse. Chi conosce il deserto, chi lo conosce davvero bene, sa che sotto di esso riposano orrori d'inimmaginabile ferocia e potenza... orrori che aspettano solo di essere risvegliati.
    Forse, uno di questi si era appena ridestato dal suo sonno.

    Il ruggito si fa vicino, penetrate, e il letto sabbioso si squarcia, mentre qualcosa emerge.
    Qualcosa di colossale. Tutto accade a un centinaio di metri da voi, ma il grido della bestia è talmente forte, le sue dimensioni talmente grosse, da sembrarvi quasi accanto.
    Grigia come il cielo tempestoso, ricoperta di scaglie all'apparenza dure come l'acciaio, la bestia indugia appena, saggiando la sabbia con le possenti zampe. Una creatura mastodontica, il corpo lungo e stretto, ma aguzzo, appuntito. Il volto definito solo dalle fauci, che si spalancano in un ruggito agghiacciante. Queste, rivolte al cielo, sprigionano una fiammata violacea che squarcia le nubi.
    Terminata quella dimostrazione di forza, la creatura sbatte le possenti ali, sollevando sabbia e vento, offuscando la vista a chi ha avuto la fortuna (o la sfortuna) di assistere a quello spettacolo. Quando la sabbia si deposita, quella mostruosità è già alta nel cielo. Un nuovo orrore è appena stato liberato, fra i cieli del mondo... una creatura leggendaria. Eppure, nelle leggende, la realtà si discosta sempre dai fatti narrati.



    Waking the Demon


    Qualche minuto prima, nelle viscere della terra, due piccoli individui lavoravano senza sosta, nel ventre di ciò che era stata l'ammiraglia di un altro popolo, di un altro tempo, di un altra dimensione.
    Un lavoro lungo un anno, dove la perizia e ingegnosità dei due individui doveva compensare quasi due secoli di abbandono, di usura del tempo. Le falle nello scafo erano state saldate, rinforzate. Il rivestimento esterno era ora completamente diverso, pur seguendo le linee dell'antico vascello da guerra. I motori erano stati sostituiti con quelli di un altro relitto, un altro vascello, appartenuto a uno dei due individui, schiantatosi in quello stesso deserto tempo prima.
    E ora, il lavoro era finito... era tempo di varare quella mostruosità.

    "Fa che regga."



    Il molliccio era nella sala motori, dietro un vetro rinforzato spesso trenta centimetri. Dietro di esso, un enorme campo di forza conteneva un enorme gemma blu, che mandava scariche intermittenti che si sfaldavano contro le protezioni.
    Quella stessa gemma che aveva alimentato un loro vecchio nemico, un guardiano meccanico che nulla aveva da invidiare ai possenti Titani del sud, ora doveva alimentare i sistemi di quella nave. Se i suoi calcoli erano esatti, Zimmer aveva trovato una risorsa energetica illimitata e costante, che avrebbe potuto alimentare la Behemoth per sempre. Se invece erano errati... buona parte dello Yuzrab sarebbe diventata un secondo Geisine, uno sconfinato cratere ribollente di magma e fiamme.

    Le scosse aumentarono d'intensità, e il campo di forza virò dal blu ad un meno incoraggiante rosso... ma resse. La nave tremò, mentre i motori cominciavano a ruggire con prepotenza.
    "SI!" esultò Zimmer, tirando un respiro di sollievo. Si stacco dal terminale che monitorava la pressione energetica della gemma, per raggiungere l'interfono.
    Selezionò la plancia di comando, dove il suo sottoposto attendeva istruzioni.
    "Capitano Muliphein? Ci porti su..."
    Poi, mentre la nave cominciava la sua ascesa, scavandosi una via fra le sabbie del deserto che l'avevano nascosta per quei mesi di lavori ininterrotti, il Rosso tornò ai suoi terminali, attivando tutti i sistemi difensivi della nave. Gli scudi sarebbero stati abbastanza forti da scavare nella sabbia assieme al movimento stesso della nave, come anche l'energia alle armi doveva essere pronta, in caso di bisogno.
    Per ultimo, attivò il filtro percettivo. Era un apparato originario della nave, studiato per incutere timore in chi posava gli occhi sul vascello... Zimmer aveva ampliato l'effetto. Ora, chiunque avesse guardato la nave, avrebbe visto invece una creatura vivente, inquietante come la nave stessa, ma inequivocabilmente viva.
    L'anonimato attraverso la notorietà... il marchio degli Eversori.
    Chiunque non fosse sotto il comando dei tre Gerarchi sarebbe caduto sotto l'illusione.
    Lasciò infine la sala macchine, dirigendosi al ponte di comando. Ora che la nave aveva piena energia, poteva finalmente sfruttare l'ascensore che sfrecciava fra i ponti della nave, senza doversi infilare in angusti corridoi e strisciare fra le tubature per ore.
    Arrivò dove doveva in pochi minuti: le porte si aprirono sul ponte nell'istante in cui la nave affiorava dalle sabbie. Si diresse verso la plancia, raggiungendo Helk.

    La Behemoth tornava finalmente a solcare i cieli.



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    QM Zone
    Piccole, rapide indicazioni. Un enorme qualcosa emerge dalla sabbia, ruggendo e sparando raggi laser al cielo. Chiunque non sia un Eversore, vede la Creatura, esattamente com'è nel link infilato nel narrato. Per chi invece si fregia come mebro dell'Eversione, potrà vedere la Nave, il suo vero aspetto.

    Per Pip e Majin, la nave arriva dal vostro universo: è profondamente modificata, ma potete riconoscerne le linee: è una nave d'esplorazione spaziale del Quarto Reich.
    Chiunque abbia una passiva di percezione delle illusioni potenziata, potrà capire che qualcosa in quella creatura non va.
    Per spezzare l'illusione, cosa assolutamente non necessaria, occorrerebbe un critico.

    Per domande, c'è il topic 8D Enjoy.




    Edited by Kami della Falsa Speranza - 27/2/2014, 21:57
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Quando Helk Muliphein aveva visto i resti fumanti della sua adorata astronave non poteva certo immaginare che avrebbero contribuito a dare vita ad un nuovo vascello.

    Aveva dedicato tutto se stesso al progetto, aiutando il suo gerarca a rimettere in sesto il vetusto rottame, costruito da chissà quale popolo di una dimensione lontana.

    Il Corpo della nave era un collage di tecnologie e conoscenze, gli scafi logorati dal tempo erano stati saldati e potenziati. I sistemi ricostruiti e perfezionati, ed i suoi nuovi motori provenivano direttamente dal relitto del pirata, riconvertiti ed adattati al nuovo vascello.
    Nelle profondità della sala macchina batteva il Cuore stesso della nave, una gemma che sembrava promettere una fonte di energia inesauribile.

    Helk si trovava nella mente della nave, il Ponte di Comando.
    Con perizia maniacale esaminava istante per istante le condizioni della nave, ogni sistema e ogni cosa potessero comunicargli i monitor della plancia leggendo e rileggendo ogni valore almeno cinque o sei volte.
    Tutto doveva essere perfetto.
    (Altrimenti sarebbero morti tutti quanti probabilmente)

    Il suo cuore batteva forte in preda all'emozione. Si sentiva come la prima volta che aveva sperimentato il salto nell'iperspazio.

    Ma questa volta in gioco c'era molto di più: finalmente la Behemoth stava per riprendere vita.
    Per un istante la struttura tremò quando i motori cominciarono a ruggire, anche lei sembrava impaziente di partire.

    "Capitano Muliphein? Ci porti su..."

    “Agli ordini!
    Avanti a tutta forza!”


    Le sue mani, rapide e precise, scivolarono sui comandi impartendo gli ordini necessari per il decollo.
    Fu un istante e il vascello cominciò la sua ascesa scavandosi una via tra le sabbie facendo tremare la terra, ponendo fine alla sua secolare immobilità.

    Il letargo era finito, la Behemoth era finalmente sveglia.

    “Alla conquista dei Cieli.”

    Mormorò estasiato, mentre la nave affiorava dalle sabbie diretta alla volta celeste.

     
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    C A S T I G O

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    Kuthian

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    « Questo. »

    Rispose in modo lapidario al Malkavian, lasciando poi ai fatti l’onere di concludere la risposta.
    Ci fu un solo secondo di silenzio, profondo e intoccabile. Poi arrivò la prima scossa tellurica.
    Vibrava la polvere tutt’intorno, scivolarono per le dune lente slavine di sabbia. Lo Yuzrab parve scosso fin nelle fondamenta, i presenti intuirono di essere testimoni e vittime di qualcosa che non potevano controllare. I boati si fecero assordanti, talmente duri da comprimere la cassa toracica ad ogni nuova tuonata.
    Dovevano sentirsi così gli dèi del cielo, ad avere i temporali sotto i piedi?

    Davanti a loro qualcosa di titanico emerse dalla sabbia, e gli spettatori non poterono che sentirsi impotenti di fronte a quel sublime atto di forza, impotenti come molluschi che osservano un cetaceo emergere dall’oceano.

    Subito dopo arrivò la mareggiata di sabbia.

    Tonnellate di rena erano state smosse dal colosso, e queste investirono tutto il circondario per miglia e miglia. Lo tsunami travolse in fretta il gruppo degli Eversori, tuttavia il Kuthiano non perse il suo ghigno soddisfatto nemmeno per un istante: a lui come ad altri eletti il deserto non avrebbe arrecato alcun danno. La sabbia scivolò come una carezza su coloro che erano stati benedetti da quell’entità che si estendeva per tutto il meridione, e che i più chiamavano Yuzrab.
    Tutti gli altri non ebbero uguale fortuna.

    Ma una volta rischiaratosi il cielo, tutti poterono ammirare la Bestia.

    A lui e a tutti gli Eversori la Behemoth si mostrò per quello che era: un’aeronave ammiraglia fatta di metallo e terrore, visibilmente armata per la guerra.
    Si presentò invece in sembianze di mostro mitologico a chi non era inserito in quella sottile rete mentale che collegava tutti i membri della gilda.

    Con la sua mole adombrò un’intera regione di deserto, l’unico monarca dei cieli si stagliava sull’azzurro in tutta la sua magnificenza.
    Il Gerarca riconobbe che - finalmente - ai vermi di Merovish erano sbocciate le ali.



    [Cliccami per la descrizione della Behemoth]

    Eversori: l’ondata di sabbia sollevata al decollo della nave scivolerà tranquilla solo sui membri che possiedono nel conto la tecnica di gilda يطيع الرمال, La Sabbia Obbedisce. Per tutti gli altri, sarà da considerare come un colpo di entità media.

    Altri: anche a voi giunge l’ondata smossa dall’emersione del mostro, realisticamente smorzata poiché vi trovate a una distanza maggiore (potenza bassa).

    Per tutti: se avete intenzione di fare qualche azione audace, che esuli dal semplice ammirare, siete pregati di chiedere il permesso in bacheca o via MP.

    Scadenza: sabato 8 marzo.
     
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