Danzando sulle Rovine

[EM] Building on Ruins ~ Atto Finale IV

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Per raggiungere l'Alba
    non c'è altra via che la Notte.



    { Arena Nera }
    Tutti

    La chiave è stata distrutta, il Sigillo è spezzato; la porta si sta aprendo, ed è così che comincia: la terra trema e sussulta come una partoriente in balia di dolorose doglie, l'eco distorto di grida lontane si confonde con lo schianto della pietra che si spacca, e -in mezzo a quella cacofonia indistinta- il mondo scompare in una bianca esplosione di luce.

    Il primo pensiero che vi coglie è che non l'avevate mai immaginato così, l'Inferno, perché... dopotutto, siete gente del Sud, e con quel posto avete una certa familiarità: lo Yuzrab è caldo come l'inferno -lamentano i forestieri, mentre li guardate sornioni come gatti-, l'Upperdark è buio come l'abisso -pigolano i cagasotto che non osano avventurarvisi-, la Tana è un luogo di perdizione oltre ogni speranza di salvezza -salmodiano i predicatori, che adorano fare il conto dei tuoi peccati...

    Molte volte, qualcuno vi ci ha mandato con l'augurio dei migliori accidenti, ma l'Averno per voi non è mai stato un luogo metafisico dove saldare dopo la morte il conto delle vostre malefatte con altre sofferenze; lo Sheol non è qualche posto esotico come la distrutta oasi di Daleli, né un'accozzaglia di lava, cenere e lapilli come la regione di Geisine.

    La miseria della povera gente, l'avidità dei potenti, lo sprezzo per vita, il ripetersi del dolore in un circolo vizioso, l'accumularsi di colpe esecrabili quanto divorare la propria madre... Tutti voi, camminando per le vie di Merovish, l'avrete pensato almeno una volta che quel posto è l'Inferno. Perché quell'Inferno esiste, è reale, e molti sono dannati.

    Per chi ha farneticato di angeli sterminatori dopo la Notte del Giudizio, i segni della fine erano già nell'aria da tempo, ma nessun profeta è rimasto a strillare il suo trionfo nel solido anello d'antica ossidiana - perché i morti non parlano.

    Sahara ha seguito il Mimo tra gli interstizi della roccia, ma quando riemerge sugli spalti dell'Arena Nera -rimasti deserti e semi-distrutti- è solo in tempo per vederlo svanire oltre un portale in compagnia dei suoi due complici, gli stessi che anche Takheloth -poco distante, ancora sospeso a mezz'aria- sta guardando ritirarsi con una certa soddisfazione: probabilmente, prima del lampo accecante, doveva sentirsi fiero di aver costretto alla ritirata il suo nemico; ad altri, sarebbe potuto sembrare che stesse deliberatamente lasciandoseli sfuggire. Chissà i Gerarchi come l'avrebbero presa...?

    Di per certo, non avrebbero trovato il tempo per farlo in quel frangente: Aristotelis è ancora riverso sulla sabbia del colosseo al fianco di Venat, Klaus, Dimitry e Wydwen, mentre Bid'daum e Zimmer guadagnano faticosamente l'uscita insieme ai compagni -Helk, 23 e Reys- e ai rivali -Eren, Kalanjanus, Najaran e Preek-, emergendo dalla trappola in cui le tribune si sono trasformate quando grosse macerie hanno iniziato a crollare dai muri, resi instabili dallo scontro con Aren.

    Già, Aren... è a lui che vanno i pensieri di alcuni di voi, perché mentre la luce bianca che è scaturita dal cuore dell'Arena si affievolisce e stabilizza, non potete fare a meno di ricordare con un brivido gli indizi di cui eravate entrati in possesso nel Labirinto di Krarth...o dall'Uomo Rosso, nelle Profondità dell'Upperdark.

    « ...il Labirinto di Krarth, la prigione in cui il Primo Alfiere rinchiuse gli orrori che non poteva annientare, e i nemici a cui negò la pace della morte. »
    aveva affermato il Dottore dall'accento tedesco
    « ...il mausoleo dove il Conquistatore è stato sepolto... con la chiave per desigillare Krarth. »

    « A... A cosa serve...? Il... il cuore...? Io... io non lo so, ecco... »
    aveva accennato il Mangia-Fuoco, colpevole dell'aggressione agli Elldroc
    « Mi è solo stato detto che devo trovarlo e distruggerlo... e che è per lavoro...
    Se si rompe, qualcosa dovrebbe aprirsi... »


    ...e non appena recuperate la vista, realizzate finalmente cosa sta accadendo nel momento in cui i vostri occhi si posano sulle scie luminose che percorrono il ring, nette e precise come un disegno; non distinguete bene l'immagine nel suo insieme, e nemmeno gli arcanisti ed alchimisti tra voi sono in grado di riconoscete anche solo parte del simbolo, ma la realtà dei fatti non cambia... ed è facile trarre le conclusioni.

    jpg
    « L'Arena è... è un portale... »
    vi precede Kalanjanus, con tono deciso - e piuttosto affascinato

    « Un portale per dove...? »
    esala con un filo di voce Najaran, pallida in volto

    In quel momento, l'arabesco sfolgorante che si intreccia per tutta l'estensione dell'imponente palazzo si innalza verso l'alto per divenire una colonna di luce, e in quel pilastro di splendore latteo cominciano a delinearsi -traslucide come ologrammi- le fattezze di creature terrificanti... e non per il loro aspetto -beh, alcuni anche per quello-, ma per l'opprimente aura che emanano, qualcosa che ridesta il più atavico e istintivo senso di minaccia.

    Per il momento riuscite a scorgere solo quelli che sembrano un gigante in armatura completa, un'aberrazione orripilante dal corpo di serpente e il volto umano -che Zimmer può riconoscere come un'abitante del Labirinto di Krarth-, o il Re Vorto e la sua corte, dal quale Eren ha ricevuto tempo addietro un invadente invito a cena, ma... mentre osservate quegli Orrori, altre sagome si delineano indistinte al centro della colonna di luce.

    Per il momento, sono eterei ed evanescenti come fantasmi, segno che non sono ancora passati "dall'altra parte", ma... non c'è un secondo da perdere: dovete pensare a cosa fare adesso, e -a tal proposito- sarebbe il momento più adatto -l'unico- per soccorrere i compagni semi-svenuti e toglierli dalla soglia. Prima che quei mostri li prendano per offerte di benvenuto.


    In a Trail of Fire

    Eccoci finalmente - benvenuti all'atto finale di questa lunga campagna, che ci ha riuniti per più di due anni =D

    Come spiegato nel post, l'Arena Nera si rivela essere un gigantesco portale per i Labirinti di Krarth, e ora che il Sigillo (il Cuore dei Titani) è stato distrutto da Aren, i suoi prigionieri sono liberi... liberi di tornare nel mondo e riscuotere la loro vendetta su chi li ha messi in catene.
    Senza tanti giri di parole, la situazione è semplicemente pessima, motivo per cui il vostro scopo prioritario dovrà essere quello di sopravvivere e resistere, seguendo gli eventi che conseguiranno e che -ovviamente- non posso anticiparvi.

    Per logica, sarebbe preferibile che postassero per primi i giocatori dei gruppi Spalti e Tribune, così da recuperare i compagni del gruppo Arena, ma non è obbligatorio - accordatevi in bacheca; per quanto riguarda il ripristino energetico, vi rimando al prossimo turno.

    La scadenza è fissata per il 22 Aprile - siate puntuali! >*</

     
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    Kuthian

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    Giù per le scale, attraverso gli androni, prima a destra, poi a sinistra, poi di nuovo giù per un’altra scalinata. Aver studiato nei giorni precedenti la planimetria dell’Arena era stata un’ottima idea, perché nel panico generale sarebbe stato impossibile procedere a tentoni nell’edificio.

    Il Gerarca corse controcorrente rispetto alle fiumane in fuga, prediligendo i corridoi secondari per non farsi rallentare troppo dagli spettatori che si accalcavano alle uscite. Insieme a lui c’erano i suoi uomini.
    Tutti i sottoposti che non erano con lui avrebbero ricevuto un ordine mentale attraverso i loro canali di comunicazione: le Voci, i Pit Dog sparsi nelle tribune, e tutti gli altri avrebbero sentito nella loro testa una voce distorta e autoritaria.

    Convergete tutti all’anello inferiore, zona est.

    Quando si affacciò di nuovo all’interno del colosseo, vide che l’intera area di combattimento era solcata da glifi e linee luminescenti. Lo Speziale - sceso anche lui al livello più basso - costatò ad alta voce quello che ormai era palese a chiunque: un sigillo era stato spezzato, un cancello dimensionale si stava aprendo.
    Diversi abomini stavano lentamente acquisendo consistenza nel mezzo della luce. La loro pericolosità era intuibile dalla cappa d’energia che appesantì l’aria, accompagnando il loro arrivo. Riconobbe alcune sagome che gli erano state descritte da Zimmer, e capì da dove il portale stesse raccogliendo tutti quegli orrori.

    Quelli erano i prigionieri di Krarth, i nemici che nemmeno il primo Alfiere del Sud era riuscito a sconfiggere.

    Intravide subito dopo gli Eversori che avevano combattuto tra le sabbie per scontare una pena di morte apparentemente immotivata, per quanto Bid’daum poteva saperne. Erano evidentemente in condizioni critiche.

    « Dobbiamo tirarli via da lì, io prendo il Greco, voi pensate agli altri! »

    Diede in fretta quest’ordine, poi scese di sotto. Il contatto con le sabbie dell’Arena gli fece correre dei brividi lungo la schiena: era da anni che sognava di calcare quel terriccio pregno di sangue, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe accaduto in circostanze così disperate.
    Si diresse verso Aristotelis camminando nella luce tenue. Quando raggiunse il suo pari, non poté credere ai suoi occhi: non aveva mai visto l’Oplite ridotto così male. Sul suo viso smunto s’intravedevano addirittura i segni del terrore e della rassegnazione. Non lo spostò con particolare cautela, aveva fretta: il trasferimento delle creature - a pochi passi da loro - poteva concludersi in qualunque momento. Se lo issò sulle spalle, aiutandosi in parte con i suoi tentacoli di spirito, giusto per non far gravare tutto il peso su di sé.

    Una volta giunto al punto di ritrovo, adagiò il ferito in una posizione sicura e prese parola davanti a tutti, sorprendentemente senza mostrare il minimo segno di stanchezza: essersi imposto un anatema per zittire il fiatone e i crampi tornava parecchio utile, soprattutto per infondere sicurezza ai suoi.

    « Abbiamo due possibilità d’azione: possiamo ritirarci trasportando i feriti al sicuro, rimandando lo scontro con i mostri di Krarth ai prossimi giorni, permettendo però a tutti loro d’invadere i cunicoli cittadini. Oppure possiamo restare e cercare d’interrompere il trasferimento, abbattendo tutte le bestie che riusciranno ad oltrepassare il portale. »

    Scappare o combattere? Non era per niente facile decidere. Loro non sapevano con certezza quanto fosse grande la minaccia, non potevano prevedere quali fossero le intenzioni dei richiamati, né sapevano se la Legione delle Sabbie si stesse riorganizzando per la battaglia. Cercò lo sguardo del Boggart, sperando che potesse offrirgli un piano migliore di quelli che aveva finora esposto.

    « Chi di voi è ancora in grado di combattere? »

    Poi - insieme a Zimmer - avrebbe preso la decisione più difficile della sua carriera di Gerarca.


    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: ancora miracolosamente determinato, malgrado sia sull’orlo della crisi
    Energia: 75 - 5 = 70%
    Equipaggiamento:

    Kuthian Armour [ Armatura | passiva di peso trascurabile ]

    Comet Hammer [ Arma bianca ]

    Tàmerlein [ Spada | passiva di evocazione | passiva di vibrazione ultrasonica | passiva di ferimento spirituale ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]

    Istrice Maledetto [ Set di cinque spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]


    Passive:

    Risorse Criminali [ Passiva di 110% di energia ]

    Oltre la Realtà [ Passiva di Auspex spirituale ]

    Senso di Morte [ Passiva di tatto ipersviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico | manipolazione GDR-only dei PNG ]

    Anatema del Re Implacabile [ Passiva d’immunità alla fatica ]

    Tentacoli di un solo Abominio [ Passiva di equipaggiamento caster ]

    Insano [ Passiva di instant casting ]


    Attive utilizzate:

    Perception
    Il legame che unisce gli Eversori si spinge sempre più in profondità, arrivando a tracciare delle invisibili linee che uniscono i diversi membri. Parallelamente alla rete d’informatori che si è diffusa capillarmente sul territorio, è stata intessuta nell’etere una seconda rete molto più intima e misteriosa. Sacrificando un minuscolo obolo energetico, un Eversore può aprire i canali di comunicazione mentale con un altro membro, anche se li separano diverse miglia in linea d’aria. Il trasferimento di dati può comprendere le percezioni canoniche e quelle sovraumane, i pensieri, i sentimenti e perfino i ricordi. Questa comunicazione può essere realizzata solo con il consenso del ricevente dall’altro capo del filo: in mancanza di questo, il comunicato psichico sarà registrato nella matrice arcana e potrà essere ricevuto in un secondo momento, magari quando il contattato lo riterrà più opportuno; ciò implica che il flusso mentale non potrà essere recepito in caso d’incoscienza. Il mittente riceverà in risposta un impulso di rimbalzo, capendo quindi se la comunicazione è stata accolta o meno. La rete di comunicazione mentale è occultata e criptata, rendendo impossibile a chiunque all’infuori del legittimo destinatario il riconoscimento della comunicazione in atto. Questa tecnica permette di contattare anche più membri contemporaneamente, semplificando notevolmente i delicati meccanismi di comunicazione nella gilda. Nel caso in cui il ricevente decida di consumare energia a sua volta e di spalancare il canale di comunicazione in risposta agli impulsi in entrata, la connessione tra i membri permetterà una sincronia senza precedenti: quest’applicazione è particolarmente adatta al combattimento in squadra, rendendo i diversi Eversori come membra di uno stesso corpo. Il campo visivo condiviso permette così d’inquadrare il campo di battaglia nella sua totalità, le percezioni extrasensoriali intrecciate e messe a disposizione di tutti scandagliano il territorio, e ognuno conosce sempre la posizione di tutti gli altri. La connessione psichica diviene talmente profonda da rendere difficile distinguere chi veramente stia fracassando quel cranio o chi effettivamente stia schivando quel colpo. Ciascuno vive in tutti gli altri.
    Uniti per la vittoria.
    Consumo: basso [ Tecnica di gilda con raggio di 15 metri in combattimento, la spesa energetica è sempre e solo a carico di chi invia, tranne nel caso in cui il ricevente decida di ricevere in seguito il messaggio: in quel caso anche il ricevente dovrà consumare mana. Nel caso di un consumo reciproco, la connessione instaurata può essere mantenuta nei turni seguenti da entrambi spendendo nuovamente la quantità di mana richiesta ]
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    الصحراء
    Post Attivo
    Come sul capo al naufrago l'onda s'avvolve e pesa, l'onda su cui del misero scorrea la vista a scernere prode remote ivan; così t'ergevi tu, minuti e stranito, fra macerie e grossonale parodie. E giacché si chiudeva anche l'unico accesso all'altra parte, da quest'altra si susseguivano imperituri gli ordini dei gran capi. "Fate qualcosa!" come pure "ritiriamoci!", sentivi dire. Sentivi, per davvero? Per qualche attimo ti parve che il tuo udito non funzionasse a dovere, che non fosti sicuro sul da farsi.

    E approfittasti dell'occasione per farti più piccolo, sgusciando nel marasma verso lontano, ove riprendere la tua forma comune e fissare il gran vuoto che, con le sue aberrazioni, si innalzava contro di voi. In parte irritato: nemici del deserto, che riemergevano dalle sue profondità, per una libertà che nessuno voleva concedere loro.

    Nemici del deserto, nemici tuoi.
    Li avresti distrutti.


    STATUS

    Status Fisico:
    Ottimo 100%

    Ferite Riportate:
    Nessuna

    Condizione Metale:
    Ottimale

    Mana Consumato:
    0%

    Mana Residuo:
    70%

    Altro:
    Nulla di particolare :3

    EQUIP


    اِخْتَفَى

    { Equip:
    Maschera Bianca
    { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, ment…

    ألف ليلة وليلة
    { Equip: Mantello Nero
    { Info: un banalissimo mantello nero logoro


    بوصلة من الرغبات

    { Equip: Bussola dei Desideri
    { Passive: ndr
    { Attive:

    Fiala di Mana
    { Equip: Boccetta
    { Passive: Ripristina il Mana al massimo quando usata (only …


    ///

    { Equip:
    { Info:

    ABILITA' PASSIVE


    الرمال التغييرات

    { Passive: Cambiare forma a piacimento


    الهاوية ووكر


    { Passive: Camminare su ogni superficie


    الرمال قادم

    { Passive: Istant-Cast


    الرمال مشاركة

    { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

    ABILITA' ATTIVE

     
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    User deleted


    Fuggire
    Un ordine piuttosto semplice da eseguire, una volta raggiunto il corridoio d'ingresso sarebbe bastato andare dritto ed oltrepassare i cancelli dell'Arena per essere al sicuro da qualunque cosa fosse successa di lì a breve, eppure il Kuthiano in testa al gruppo non sembrava intenzionato ad uscire da quella trappola per topi ma, anzi, si insinuava sempre più al suo interno. Perchè?
    Maledisse se stesso per la stupidità di quel pensiero, probabilmente la preoccupazione per la propria salute ed il rapido susseguirsi di eventi catastrofici avevano alterato le sue capacità di giudizio, facendogli dimenticare che al centro dell'Arena c'erano ancora alcuni dei suoi colleghi in condizioni ignote.
    Seguì il Gerarca che lo precedeva e che con passo sicuro ed incessante faceva strada lungo i corridoi della struttura come se la conoscesse da una vita; non se ne stupì, da un individuo di quel calibro era più che normale aspettarsi un accurato studio e pianificazione delle eventuali vie di fuga, anche se in questo momento procedevano verso direzione opposta.
    Oltre il varco che dava sul centro dell'Arena li attendeva uno spettacolo degno della più fantasiosa apocalisse: sagome di grottesche e terrificanti aberrazioni andavano delineandosi per tutta l'Arena, quasi fossero fantasmi che cercavano di oltrepassare le barriere tra il loro mondo ed il nostro.
    "Cosa diamine sono?"
    Chiese quasi con voce tremante, ma non saprebbe spiegare perchè. Era come se l'aria intorno fosse diventata pesante, opprimente, ed un'inesplicabile senso di inquietudine si fosse diffuso nel suo corpo e nella sua mente.
    Poco alla volta, sullo schermo comparvero immagini, raffiguranti gli orrori che adesso aveva di fronte, tratte dai più comuni testi proveniente da ogni regione e religione di Endlos e tutte avevano in comune la parola Krarth. CLU doveva aver preso alla lettera la domanda dello scienziato e per soddisfarla aveva recuperato ogni fonte possibile dai propri archivi, ma non c'era tempo per documentarsi a riguardo; la priorità era assicurare l'incolumità degli Eversori.
    Seguì il Kuthiano al centro dell'Arena, dando sostegno ai compagni evidentemente sfiniti e scortandoli fin dove fosse necessario. Non aveva idea di cose fosse successo in quell'Arena, sapeva solo che adesso toccava al suo gruppo prendere le redini della situazione.
    "Non ho un buon presentimento, ma qualcuno dovrà pur impedire a questi stronzi di prendersi Merovish."
    Un modo come un altro per confermare la sua presenza al Gerarca.


    C.L.U. Interface:NEXT StatusAlimentazione: 75%
    Energia Consumata: 0%
    Condizioni Esoscheletro: Integrità 100% Funzionalità 100%
    Condizioni Pilota: Nessuna ferita; Lieve nervosismo
    PassiveSummoning Program
    Registrazione Audio/Video
    Scanner
    Enciclopedia Istantanea
    Utensili Multiuso
    ESP Vision
    TecnicheNessuna tecnica usata
    EquipaggiamentoMaker
    CLU
    Repulsore
    Mitragliatrice Leggera
    Vibrolama
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Nera come l'anima


    Erano ben preparati, gli Eversori. Il trio di Gerarchi avevano passato intere nottate a studiare ogni singola svolta, corridoio, varco. Conoscevano l'arena nera come se vi ci fossero nati. Non c'era da stupirsi se il Kutiano riusciva ad orientarsi in quella calca, scegliendo sempre la via più rapida e meno trafficata.
    Zimmer non fu da meno, anche se le sue ali gli permettevano di trovare traiettorie alternative, soluzioni diverse. In fondo, questo era sempre stato il suo compito, in quell'organizzazione... pensare diversamente dal resto dei suoi compagni bipedi.

    La fuga dal luogo dell'ultimo riposo per il neoeletto alfiere avvenne rapidamente e senza intoppi, permettendo al Boggart e al proprio schiavo di ricongiungersi presto con il resto del gruppo, raggiungendo l'arena. E fu li, in quell'istante, che a Zimmer fu chiaro quanto fossero stati inutili tutti i preparativi, le ipotesi, le strategie.
    Avevano predetto guai... ma non di quella portata. Intrighi, trappole, bugie,veleni e lame sottili, letali, poco viste... a quello sarebbero stati preparati. In quello, erano maestri.
    Quello che ora avevano davanti, però, era ben fuori dalla loro portata.

    L'arena era un portale, un enorme varco. Le parole del circense, estorte poco prima, acquistarono finalmente un senso. L'alfiere era uno dei sigilli... uno degli ultimi ancora intero, evidentemente. Ora, il quesito che si erano posti poco prima ebbe risoluzione: i sigilli servivano a tener chiusa l'arena stessa. Ed eccone i carcerati, per ora traslucidi, per ora impotenti... ma pronti a calcare le pietre di Merovish e le sabbie dello Yuzrab, ancora una volta.
    Il labirinto..." mormorò con un filo di voce, mentre osservava quella catastrofe che si delineava davanti a lui. Creature d'incubo alle porte, alcuni fra i loro più valorosi a terra. Aiutato dalle ali meccaniche, il Rosso dei cunicoli sfrecciò verso i propri compagni caduti. Visto che il monocorno si stava occupando del terzo gerarca, Zimmer si dedicò al più alto in grado rimasto, il russo.
    Atterrò a pochi passi dal ragazzo, apparentemente svenuto a terra. Senza troppi riguardi gli mollò uno schiaffone a mano aperta sul volto, cercando di farlo riprendere. La mano, ovviamente, era guantata col fretto Acreaccaio. Sveglia, biondo. Io no è ancora pronto a celebrare tuo funerale, tuo contratto prevede altri anni di lavoro a mio servizio." commentò, caricandoselo in spalla e raggiungendo in volo radente il punto di ritrovo. Scaricò il corpo senza troppi riguardi, raggiungendo Bid. A differenza sua, Zimmer era vistosamente stanco, ma questo contribuiva a farlo sembrare più pericoloso che mai.

    « Abbiamo due possibilità d’azione: possiamo ritirarci trasportando i feriti al sicuro, rimandando lo scontro con i mostri di Krarth ai prossimi giorni, permettendo però a tutti loro d’invadere i cunicoli cittadini. Oppure possiamo restare e cercare d’interrompere il trasferimento, abbattendo tutte le bestie che riusciranno ad oltrepassare il portale. »



    Il Kutiano diede voce ai pensieri di tutti, con voce ferma e autorevole. Per un istante, Zimmer si aggrappò a quel tono, cercando di appoggiarsi alla sua forza. Poi il monocorno lo guardò, e tutto crollò in un istante.

    E' un suicidio." mormorò, e lo sapevano entrambi.

    E' un suicidio" mormorò, e in quelle sale, sotto i cunicoli del Mercato delle Fate, la frase risuonò vuota e inutile. Tre figure attorno a un tavolo, ecco a cosa si era ridotto il Gran Consiglio di Guerra Molliccio. Tre piccoli Boggart, un giovane rossiccio cornuto, un bluastro con una curiosa piramide in testa e un verdastro dall'aria stravolta, il capo coperto da un elmo metallico. Sarà dura, si. Moriremo? Probabile... ma daremo tempo alle squadre qua sotto di organizzarsi. Di resistere." mormorò questi, fissando il tavolo, sopra il quale un enorme mappa raffigurava il Condotto, l'unico sbocco al mondo esterno, proprio sopra il Mercato. Un attacco a sorpresa ai Rargshak. Con un po di fortuna... potremmo anche togliere di mezzo la loro regina." Il rossiccio deglutì, scuotendo la testa... ma era l'unica soluzione. Lo sapevano tutti. Vengo con voi." commentò il bluastro, guardandoli severamente. Sono il più anziano, e posso aiutarvi. Posso tenervi in vita." Il rosso non disse niente, e la parola spettò al Verdastro. Tu servi qua giù, Tukarian. Se tieni in vita noi, ma qua sotto non riuscite a resistere, sarà tutto inutile. Sei e sarai sempre nostro fratello... ma ci servi qui." mormorò severo, con un espressione triste in volto. Se dovessimo cadere... ricordaci come coloro che hanno salvato i Cunicoli dai ratti."

    Il ricordo apparve e svanì in un istante, lasciando l'amaro in bocca a Zimmer. Si scrollò le spalle, disperdendo ricordi malinconici e qualsiasi ombra di dubbio dalla propria voce. Poi guardò il proprio pari, lo guardò con una luce negli occhi antica di due secoli. Noi ha giurato. Questa città è nostra... e non la lasceremo a nessuno." commentò, con voce ferma. Noi la proteggeremo. E se per fare chesto noi deve morire... che cheste sabbia siano nostra tomba!"



    ENERGIA: 20 %
    Fisico: Stanco.
    Mente
    : Inquieto, ma risoluto



    ammo_icon_96x84

    Mercury Trader: 2/3 – 3/3
    Aspide di Troia 24/24




    Attive:


    Passive:

    Icarus [x] [Passiva di volo]
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.


    Lingua da mercante [Passiva di Persuasione]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento.

    Ovviamente, non avendo poteri paranormali, questo non sarà mai possibile, ma la sua sicurezza e la sua parlantina porterà l'interlocutore ad avere meno dubbi a riguardo, tendendo a fidarsi delle parole del Boggart.


    Certificato di Alchimista[Immunità ai propri veleni]
    Gli Alchimisti dei Pozzi sono i chimici dei Mollicci. Utilizzando antiche quanto folli ricette, sono in grado di sintetizzare in rudimentali laboratori impacchi curativi, pozioni dai più disparati effetti, potenti droghe. Alcune di queste ricette sono talmente pericolose e inquietanti da essere bandite addirittura dai Boggart. Un esempio palese è quello della capra gigante. Mai, MAI sintetizzare la pozione della capra gigante. [Guida all’universo Molliccio, geografia dei Cunicoli e vocabolario di torte pigolanti, estratto.]

    -I Veri alchimisti si distinguono dai mentecatti per la loro abilità nel resistere alle proprie misture. E' cosa alquanto comune, quando si lavora alla miscelazione di sostanze ignote, generare reazioni chimiche incontrollate e spesso non volute. Se i chimici non avessero questa innata capacità a resistere ai veleni, dubito seriamente che esisterebbe la professione di alchimista, in queste lande.
    Ora, i Boggart NON sono veri alchimisti: gli ingredienti cui hanno accesso sono si molto particolari e dai più disparati effetti, ma questa peculiarità ha limitato enormemente la qualità dei vaccini e delle tecniche utilizzate per resistere ai veleni. Di conseguenza, gli effetti di questa passiva si possono applicare solo ai veleni prodotti dal Boggart, e si rivela completamente inefficace verso i veleni di qualsiasi altra origine.
    [Passiva di immunità ai veleni Boggart]
    -


    Intuito del bugiardo [Passiva di radar contro le influenze psioniche e illusorie]
    Chiunque cerchi di intraprendere la carriera del mercante di ossa, fra i Boggart, deve rendersi conto prima di tutto che dovrà avere a che fare con le creature più meschine, ripugnanti, bugiarde e approfittatici che la natura cosmica potesse creare in tutta la sua bizzarra fantasia: gli esseri umani. Queste strane e malvagie creature, oltre che ad aver una carnagione orribilmente liscia e irrimediabilmente rosea, sono anche prime in classifica nel campo della violenza e della menzogna, tanto da essere perfettamente in grado di mentirsi a vicenda. Per questo, i mercanti di ossa, gli outsiders dei Cunicoli, che dovranno fare i loro affari con tali creature, devono esercitarsi fino allo spasmo a mentire e a riconoscere gli inganni.

    Zimmer, a tal proposito, ha passato un anno intero a mentire, sempre e costantemente, su qualsiasi cosa, tanto che se in quel periodo gli avessero chiesto "ti sei lavato Zimmer?" lui avrebbe risposto "certo, come ogni giorno!"

    Riuscire a mentire è un arte, e per chi riesce a farlo in modo naturale come respirare, allora accorgersi di una menzogna è altrettanto facile.
    Questo intuito latente è molto, molto comodo in quanto nel mondo esterno esistono creature capaci di manipolare i sensi, di farti vedere cose non vere... e riuscire a distinguerle, è un gran vantaggio.



    Companion:

    Oliphant [x] [Companion animale, GDR only]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?
    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.
    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.
    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.


    23 [x] [Companion Cyborg]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.


    Che la Paura diventi Rabbia [Passiva di insensibilità al dolore] [Passiva di sensi sviluppati]
    Attraverso le torture, le privazioni sensoriali e l’addestramento indotto dai Demoni meccanici, il povero schiavo è stato convertito alla dottrina dei Phyrexia, e non solo nella morale e nella psicologia, ma anche nei riflessi e nelle percezioni. I lunghi periodi passati nel buio più assoluto lo hanno reso quasi cieco, ma hanno potenziato in modo impressionante tutti gli altri sensi. Le lunghe ore passate sotto tortura, senza mai perdere conoscenza, gli hanno conferito non solo una soglia del dolore drasticamente più alta, ma anche un livello di percezione corporea altrimenti irraggiungibile.
    A seguito a questa preparazione, il corpo dello schiavo è stato “rielaborato”, potenziato per usare una terminologia comune ai suoi carcerieri. Dove prima stavano degli organi, ora in gran parte risiedono delle macchine. Dove prima c’era un cervello, ora la materia grigia è assistita da un centinaio di processori.
    Dove prima stava l’uomo, ora regna la macchina. Questo ha sopperito a molti degli handicap accumulati durante la “rieducazione”, potenziando in oltre le capacità che il ragazzo aveva in precedenza.


    La spada delle Legioni [Spada + passiva Vibrolama]
    L’arma che i Phyrexia donano al loro profeta, l’anima corrotta ricondotta alla luce, Skaro il conquistatore, Skaro delle Legioni. Ed è, di fatto, l’arma che 23 ha ottenuto dopo il suo indottrinamento, assieme a tutti i suoi titoli. La spada delle legioni di fatto non è una spada vera e propria, e il suo nome è solo simbolico. L’arma in se è integrata nel braccio destro di 23 ed è composta da un unico blocco di metallo affilato come un rasoio. La lama non è appuntita, bensì rettangolare, in modo da dare il meglio non negli affondi ma nei tagli netti. Tuttavia, la sezione di punta è talmente affilata da non invidiare nessuna punta di spada convenzionale. La lama, nera come la notte, è innestata nel braccio dello schiavo, e può essere estratta a piacimento o fatta ruotare sul proprio asse. In oltre, l’intera lama è studiata in modo tale da vibrare ad una frequenza tale da non essere notato dall’occhio umano, ma da garantirgli un potere di penetrazione e di taglio inimmaginabili.



    Il pugno delle Legioni [Arma da fuoco: fucile d'assalto]
    I profondi cambiamenti apportati dai Demoni meccanici non si sono limitati a cambiamenti interni al corpo dello schiavo, per potenziarne le capacità, ma anche ad alcune parti esterne. Entrambe le braccia dello schiavo sono state sostituite con due protesi cibernetiche, nere e resistenti. I collegamenti neuronali permettono allo schiavo di provare sensazioni tattili alle nuove braccia, nonostante queste siano artificiali. Il motivo di questa sostituzione è la scarsa idoneità alle vecchie braccia organiche al combattimento. Le nuove braccia invece possono garantire una gran forza di arresto e di attacco, oltre che a fungere da alloggiamento alle armi principali dello Schiavo.
    Se nel braccio destro è impiantata una lama, nel sinistro troveremo un fucile. Il palmo della mano sinistra presenterà una bocca di fuoco alimentata da un reattore posto sulla spalla dell’arto, capace di detonare proiettili al plasma ad alta densità. Tuttavia l’elevato calore generato dall’arma ne compromette l’utilizzo continuativo, limitandone la capacità. La forza d’impatto e di penetrazione dei proiettili non sarà diversa da quello di munizioni standard reperibili in ogni dove e la capacità massima di fuoco sarà di tre colpi al minuto (turno). In oltre, il numero massimo di colpi detonabili prima di un surriscaldamento è di un massimo di 12, successivamente il nucleo che alimenta il fucile andrà sostituito.



    "It's Spider o'clock!" [Companion meccanico: ragno] [Passiva di Invisibilità] [Vista condivisa]
    Dovete sapere che i Boggart hanno un concetto di misurazione del tempo alquanto particolare. Abitando sotto terra, quando venne l'urgenza di misurare il passaggio dei secondi, delle ore, degli anni, non venne loro in aiuto la luce del sole, con quelle bellissime meridiane che ne conseguirono nel mondo dei Bipedi. No, loro cominciarono a misurare i lassi di tempo fra un rutto e l'altro. Inventarono il Ruttatore: una bevanda capace di farti ruttare per un anno intero. Quelli che non morivano per le gigantesche quantità di CO2 sviluppata nelle loro pance diventavano degli orologi viventi. C'era un Ruttatore in ogni pub, locale, area adibita al bere, che per un anno buono stava li, a ruttare le ore.

    Dopo questa premessa completamente inutile, che ci fa Zimmer con un cipollotto da taschino?
    Beh di sicuro non ci legge l'ora.
    L'orologio è in realtà un miracolo di micro ingegneria: grazie all'abilità del Boggart nel creare roba improbabile e all'energia dei cristalli trovati a Nord (dio benedica quella quest), è riuscito a costruire un piccolo ragno meccanico che, chiuso su se stesso, ha le sembianze di un orologio da taschino.
    Il nuovo compagno di viaggio dell'allegra brigata zimmeriana è il compagno ideale per un Boggart. Non consuma cibo, non si lamenta, non chiede uno stipendio... a paragone, 23 è una stupida palla al piede.
    Oltre ad eseguire tutti gli ordini impartiti dal Boggart, il ragno è composto da una particolare lega derivante dall'acreacciaio e dalla lucediluna. In breve, è in grado di riflettere quasi completamente la luce, diventando, se non invisibile, molto difficile da notare.
    E mi chiedere, che fa questo simpatico orrore su otto zampe? Stacca la testa a morsi alle persone?
    Beh - vi risponderei io- non ancora. In verità, di suo fa ben poco... se non che l'addome è carico di ogni sostanza nociva mai ideata dal Boggart e che il suo dorso è sagomato per istallarci sopra un Diffusore di Peste.


    Equipaggiamento:

    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Mercury Trader[Arma da mischia: Martello + Arma da fuoco: cannone]

    Avete mai avuto la sgradevole sensazione di essere osservati?
    Ricevete spesso minacce di morte?
    La vostra carovana è davvero al sicuro, con quei mercenari da quattro soldi che avete reclutato? (che ovviamente non sono Eversori, il meglio del meglio, brutti spilorci del cazzo?)
    Gentleman? I Give you... The Mercury Trader! Osservate la sua invidiabile linea!
    *Parte un montaggio di Klaus in intimo che accarezza voluttuosamente un enorme martello argentato, con rifiniture in oro e carbonite*
    Con questo miracolo dell'ingegneria, anche il più debole di voi potrà fare una strage alla vecchia maniera, spaccando arti, crani e casse toraciche come se fossero di paglia! *Il Klaus / modella eminflex lancia sorrisi suadenti alle telecamere, mentre mima un colpo col denominato martello* Grazie ai simpatici giunti di potenza a reazione, anche il più piccolo e sbilanciato esserino potrà tirar di magli come e soltanto gli dei potevano prima!
    Ma... un momento... cosa vedo arrivare? *Primo piano sul seminudo Klaus, che spalanca la bocca in finta sorpresa* E'... la PECORA CORAZZATA! *un addetto vestito di nero, cercando di non farsi inquadrare troppo, porta sul set una povera pecora, con un piccolo elmo di cartone malamente colorato di grigio. Il sempreverde Klaus finge spavento e terrore, la pecora comincia a brucare il cartone di cui è composta l'ambientazione del set*
    Vi siete mai trovati in situazioni simili? Contro creature talmente mostruose e raccapriccianti da non trovare nemmeno il coraggio di fare un passo verso di loro?
    Niente paura, signore e signori, il Mercury Trader lo troverà per voi!
    Questo in fatti non è solo un fantastico e schiccosissimo martellone da battaglia spaccatutto, no signore!
    *Il bellissimo Klaus preme un pulsante sull'impugnatura del martello e la testa di questi (del martello, non del Klaus) si apre, rivelando un enorme bocca di fuoco. Il Klaus mima movimenti provocanti col dato cannone* Ebbene si! E' anche un pratico, comodissimo, devastantissimo BAAAAAZZUKAAA!
    *Il cannone si carica di energia, proiettando scariche elettriche nello studio e annerendo il finto mobilio del set, prima di liberare una scarica di un blu intenso, cancellando dal creato la povera pecora. L'animale, colpito, esplode, tingendo di rosso e di interiora l'ambiente. Effetto sonoro da film comico da 4 soldi, risate registrate*


    Aspide di Troia [Arma da fuoco: Mitragliatore, cammuffata.]
    Ultima invenzione di casa Zimmer, l’Aspide di Troia, o più semplicemente Aspide. Per la prima volta, Zimmer non ha attinto all’arsenale tipico di un Boggart per la creazione di questa ultima, stupenda arma, ma non per questo il risultato è meno letale del solito.
    L’aspide, come il nome suggerisce, è una serpentina di metallo scuro che si allunga sulla spalla destra e si avvolge a spirale lungo tutto il braccio, fino al polso del molliccio. La testa del dispositivo, apparentemente ornamentale, culmina in un effige raffigurante una testa di vipera, nell’atto di azzannare un invisibile preda. Quello che sembra un ornamento è in realtà una macchina di morte, sofisticata e letale. La serpentina è in realtà cava, alimentata da una forte pressione generata da un micro compressore installato nella coda e be oliata con un unguento alchemico. Caricata da uno scomparto invisibile a chi non sa dove cercarlo, l’arma può essere caricata con dei piccoli proiettili affusolati a forma di aculeo che niente hanno da invidiare a quelli di una normale mitraglietta. Il dispositivo è in grado di detonare 4 proiettili in rapida successione e di contenere, vista la loro piccola dimensione, 24 proiettili.
    Il suo nome, tuttavia, è riferito alla particolarità peculiare di alcuni proiettili appositamente costruiti da Zimmer: i denti di vipera. Questi dardi sono anch’essi cavi ed equipaggiati da una piccola pompa a dispersione. Se caricati con uno dei gas letali dell’Alchimista dei Pozzi. Questi proiettili scaricheranno il loro letale contenuto durante il tragitto, come dei veri e propri cavalli di troia.



    Portatore di Peste. [Mina + attive ad area]
    [... e quando i Boggart cominciarono a usare l'Acreacciaio per difendersi dalle maledizioni dei Rargshak, vanificandone la potenza magica, i Ratti Mannari cominciarono a usare armi alternative. Il Clan dei Rodimidollo cominciò ad usare un arma che anche l'acreacciaio non riusciva a contenere, una arma che non era magica. I Sacerdoti della Peste scatenarono la morte fra i Cunicoli.]
    La nuova arma di casa Zimmer è in realtà una rielaborazione di un arma usata dal proprio antico nemico. Molti reperti furono ritrovati sui cadaveri dei Sacerdoti della Peste, eppure la maggior parte di questi sembrava inutilizzabile. Il Rossiccio di Merovish è riuscito a ricavarne un prototipo, dopo anni di sperimentazione e di insuccessi. Il risultato è una piccola piramide d'ottone, grande abbastanza da stare in una normalissima tasca. La base è adesiva, e al comando del molliccio le tre sezioni laterali si aprono, rivelando tre diffusori (uno per ogni lato) pronti a liberare il proprio mortale carico.
    L'intensità dei sintomi e l'area di diffusione è relativa alla concentrazione di batteri caricati nel diffusore, ma
    i sintomi sono tipicamente abbassamento di temperatura corporea, cefalea, vertigini, dolore inguinale e un forte malessere generale. I sintomi si accentuano tanto più a lungo il soggetto colpito resta nell'area d'azione del diffusore, che continua a rilasciare ondate di batteri di Yersinia pestis per ben due turni. Il batterio, modificato in laboratorio, agisce attraverso l'inalazione e la comparsa dei sintomi è immediata. Tuttavia, per avere questo effetto istantaneo, si è sacrificata molta della longevità del batterio, che sopravvive quel tanto che dura la carica di diffusione del dispositivo (due turni).
    Il diffusore può agire in due modi, per quanto simili, a seconda della situazione.
    Non essendo un gas, ma un batterio, l'azione sarebbe incolore, inodore e indistinguibile, salvo percezioni particolari, dalla normale aria. Questo favorisce, come molte delle armi chimiche di Zimmer, la furtività dell'azione, impedendo per quanto possibile all'avversario di accorgersi dell'attacco, fino all'insorgenza dei sintomi.
    Tuttavia, spesso e volentieri il panico è un arma molto più efficace della furtività. Assieme al batterio, il dispositivo può liberare una sostanza gassosa più pesante dell'aria, di un denso colore verde marcio e dall'odore sgradevole. Il gas ha la stessa area d'effetto della diffusione del batterio e non ha assolutamente nessun effetto negativo, se non portare il messaggio implicito del "se vieni qui ti fai un gran male".

    In oltre, se il serbatoio batterico è per forza di cose limitato al singolo utilizzo, quello gassoso è più capiente, permettendo l'attivazione più volte. Boggart: la truffa è sempre dietro l'angolo.










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  6. _MajinZ_
     
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    Avere la mente stanca era probabilmente una delle cose peggiori che poteva capitare a un soldato, forse era anche peggio della stanchezza fisica. Quel giorno Dimitriy si era ritrovato in una brutta situazione e il suo stato d’animo era passato dal terrore più puro, alla disperazione più soffocante... affrontare quel Campione si era rivelato un vero e proprio incubo, non solo la sua forza aveva dell’incredibile, ma anche ciò che sprigionava era in grado di lasciare chiunque senza forze. Per la prima volta in vita sua il biondo aveva provato la paura, era stata così forte da scatenargli il pianto e resistere a quel sentimento l’aveva davvero provato, lasciandolo appunto stremato.
    Così, quando la luce esplose dalla sabbia dell’arena, il russo si accasciò al suolo stordito da tutto l’insieme di emozioni che aveva provato, ritrovandosi ben presto con il viso appoggiato alla sabbia e lo sguardo vacuo, privo di qualsiasi energia. Per questo motivo rimase inerme al suolo, quasi in posizione fetale, tramortito da qualcosa che non aveva mai provato, non con quell’intensità almeno. Scuoterlo non sarebbe servito a molto, serviva qualcosa di molto più drastico... ed essere al servizio di un essere che non conosceva le mezze misure era una bella fortuna, almeno in quel caso.
    Ci volle un potente ceffone per risvegliarlo dal torpore, il dolore all’inizio fu freddo, ma un istante dopo ecco arrivare quel calore necessario a riprendersi. Zimmer gli aveva tirato un cartone tale da fargli aprire di scatto gli occhi e dargli la carica che gli serviva per riprendersi... anche se ci mise un po’ a riprendersi da quello schiaffo. E meno male che aveva deciso di dargliene uno solo. Rimase così un po’ rincitrullito mentre volava insieme al rossiccio, ancora una volta, ritrovandosi poi seduto a terra. Si massaggiò la guancia per qualche secondo e solo dopo sollevò il capo... ritrovandosi davanti a qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere, per nessuna ragione al mondo.
    Dalla colonna di luce spuntavano creature spaventose, creature che per fortuna erano ancora quasi completamente evanescenti... o almeno, la sensazione che ebbe il sicario fu quella. Altrimenti, beh, probabilmente sarebbero stati già tutti morti. Dimitriy non sapeva bene cosa era successo, però aveva fatto un po’ di esperienza in quel campo, su Endlos accadevano cose stranissime e anche quella che sembrava una normalissima arena nascondeva qualcosa di terribile. Sembrava quasi che essa fosse una specie di portale, dal quale lentamente stavano fuoriuscendo aberrazioni di ogni tipo. Per il momento, comunque, nulla era più spaventoso di quell’uomo ammantato di nero.
    Scosso dal violento colpo, quindi, l’assassino si tirò su e si affiancò ai due gerarchi... che fossero tutti in pericolo era abbastanza ovvio, anzi, forse erano tutti spacciati. Ma era proprio in quei momenti che un vero gruppo mostrava le zanne e gli artigli, quella città apparteneva agli Eversori di Merovish e non avrebbero permesso a nessuno di sottrargliela, nemmeno ai peggiori mostri che l’Inferno stava lentamente vomitando fuori e sicuramente di li a poco sarebbero stati di più che semplici apparizioni. Se per tenersi la città il prezzo da pagare era una morte onorevole... beh, Dimitriy era disposto a pagarla, ma era pronto a portare con se almeno uno di quei cosi.
    Quei mostri non sono nulla in confronto a quel che abbiamo affrontato nell’arena...
    Sussurrò il ragazzo ripensando allo scontro appena concluso, preparandosi invece a quello che stava per iniziare... ed essere quasi allo stremo delle forze non prometteva nulla di buono. Adesso però non aveva paura, non poteva permettersi di averla.
    Non ho intenzione di morire invano.
    Concluse infine la Lettera di Sangue, pronto a dare tutto se stesso per difendere quell’ideale che l’aveva legato indissolubilmente a quella Gilda. Se dovevano morire l’avrebbero fatto tutti insieme, ma non scappando... sarebbero morti combattendo, dando ogni goccia di energia per proteggere ciò che avevano ottenuto con così tanta fatica.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni.
    Stato mentale: ahia
    Energia: 30%

    Note: \\

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    ₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.


    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile: Consumo Alto]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


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    Privare un uomo della paura significa condannarlo a morte certa.
    Come estirparla dai meandri della coscienza, inoltre? Quasi impossibile riuscirci. Significherebbe minare il principio cardine dell'intera esistenza, l'istinto di sopravvivenza che spinge ogni individuo a compiere scelte ritenute fondamentali per prolungare seppur di alcuni respiri la propria permanenza sul mondo.

    Tutt'altra storia, invece, è il saper affrontarla, la paura.
    Ariste era stato ben addestrato, per quello. Sui campi di battaglia, era la sua compagna più fidata, poiché solo lei riusciva a tirar fuori il meglio di lui.
    Agire e reagire, sempre. Ritirarsi, se necessario.
    L'imperativo categorico era non abbandonarsi al terrore, non annullarsi a causa di esso.
    Il greco era un maestro nel gestire al meglio l'atavico istinto.
    Eppure, neanche tutta la sua esperienza era bastata ad impedirgli di cadere vittima del panico, nell'Arena.

    Lo scontro con lo Sfregiato gli costò caro, e non solo sul piano psicologico.
    I danni riportati al corpo erano pesanti, e ogni respiro costituiva una stilettata al torace. Alzarsi in piedi sembrava un sogno.
    Attorno ai malconci Eversori, il ring di sabbia continuava ad emanare una luce accecante, foriera di sventure sicuramente ben più grandi del mostro che il gruppo aveva dovuto affrontare.
    Il suolo tremava, e da ogni dove urla e frastuoni risuonavano senza sosta.
    Era successo qualcosa anche sugli spalti, l'oplite poteva ben intuirlo.
    Aristotelis, dobbiamo andarcene. La situazione è critica.
    La voce dello Spirito sembrava ovattata, nella mente del Gerarca.
    Anche il tempo scorreva lento e placido, come se l'ellenico stesse rilassandosi in vacanza.
    Scappare, certo. La soluzione migliore in quel frangente.
    Nella luce, gigantesche ombre iniziarono a stagliarsi, spargendo un'altra ondata di sgomento sull'Arena.
    Il greco non ne fu tanto impressionato. Aveva già dato.
    Sì, bisogna andare...
    Stanco, troppo stanco.
    Per parlare, per pensare, per muoversi, per trovare la forza di reagire.
    Una sorta di ignavia fatale, una pigrizia scabrosa.
    Riprendersi dallo shock dello scontro stava rivelandosi molto più difficile del previsto.
    Non ce la faccio.
    Scuse, solo scuse.
    Provò ad alzarsi, solamente per ritrovarsi in ginocchio.
    Respiro affannato e vista sfocata, ma il vero peso gravava nell'animo.
    Fortunatamente, gli Eversori erano un gruppo compatto.
    Non sei solo, Skotos.
    Il senso di cenere captò una figura avvicinarsi. Una figura molto familiare.
    Bid'daum!
    Pronunciò il nome del Castigo con una punta di sorpresa, e certo non poteva esprimere a parole la gratitudine per l'aiuto ricevuto dal collega.
    Il monocornuto lo issò sulle spalle -non senza causargli fitte poco piacevoli- e si prodigò per portarlo in salvo rapidamente.
    Lo stesso avvenne per gli altri compagni malmessi, grazie all'intervento degli Eversori situati sulle gradinate dell'Arena Nera.

    Una volta al sicuro, ebbe inizio un briefing d'estrema urgenza.
    Possibilmente l'ultimo degli Eversori.
    « Abbiamo due possibilità d’azione: possiamo ritirarci trasportando i feriti al sicuro, rimandando lo scontro con i mostri di Krarth ai prossimi giorni, permettendo però a tutti loro d’invadere i cunicoli cittadini. Oppure possiamo restare e cercare d’interrompere il trasferimento, abbattendo tutte le bestie che riusciranno ad oltrepassare il portale. »
    Che dire.
    Parlarono altri, tra cui Dimitriy e Zimmer.
    Morire per difendere la città della morte, in sintesi.
    Moriremo tutti.
    Perentorio come poche volte.
    Lo sguardo perso nel vuoto, senza incrociare quello di alcun altro, il volto segnato dallo spossamento.
    Il ritratto del Gerarca greco era ben lontano dal riflettere la sicurezza e l'audacia che sempre l'avevano contraddistinto.
    Niente di nuovo, per me.
    Abbozzò un sorriso, guardando Bid'daum ed il Boggart.
    Portiamoceli con noi, quantomeno.
    E con estrema fatica, si alzò in piedi.
    Non tremava, ma la sua presenza poteva essere percepita come molto meno pressante del solito.
    Se questi esseri entreranno a Merovish, rimarrà ben poco per noi da comandare.
    Per cosa aveva combattuto, fino ad allora? Per cosa aveva vissuto?
    La Tana era la città della morte, ma era la sua, la loro città.
    Così come il Sud era il suo, il loro Presidio.
    Avrebbe dato fondo a tutte le sue energie, fisiche e mentali, per prevenire il peggio.
    Questa è la guerra, signori. Insegniamo loro a temere gli Eversori.
    Concluse, sputando un grumo di sangue a terra e assicurando bene l'elmo sotto il mento.
    Ancora una volta, avrebbe combattuto per la gloria eterna, e nemmeno gli Dèi immortali avrebbero più potuto ignorarlo.

    Energia: 15%
    Fisico: costole fratturate, danni interni, ematomi su tutto il corpo, movimenti compromessi (danno Alto totale).
    Mente:assente.
    Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.

    Tecniche Attive:

    Note:
     
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  8. Eren Satu
     
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    Danzando sulle Rovine - Ø
    Arena Nera, Merovish - Presidio del Sud


    Ancora una volta, la sabbia dell'Arena scricchiola sotto i suoi piedi.
    La fuga dalle tribune dell'Arena lo aveva portato a trovare riparo, per modo di dire, nella sabbia della stessa. Non è solo, oltre a lui sono presenti i Pasha e gli sgherri del Roscio. E il caro, simpatico e amichevole Re Vorto.
    Già, proprio lui. Per un strano scherzo del destino o per via di un malvagio piano, l'Arena Nera si è appena tramutata in una sorta di Portale connesso a quel divertente posto chiamato Labirinto di Krath. E la piega presa dagli eventi, non è delle più rosee.

    Nella confusione generata dal portale, il boggart e i suoi compari non dimenticano i loro compagni rimasti vittime dell'incasinata situazione provocata dalla Maschera. Tutti o quasi sono stati portati lontano dal ciglio del varco magico, chi manca viene preso per il collo degli abiti da un mercante che sa di aver appena fatto un favore non retribuito.
    Messo al sicuro il fardello, Eren si preoccupa in primo luogo di sé stesso e da voce ai suoi pensieri dopo aver ascoltato i pareri che Zimmer e i suoi stanno esponendo.

    Sono d'accordo con voi. Vediamo però di agire in modo assennato.

    O al massimo, vedete di morirci nel tentativo senza causarmi ulteriori problemi, è ciò che non dice il mercante.

    png

    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Risente parecchio del clima.

    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    - Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}

    - Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - Note › Blabla, salvo Venat e mi accodo alle decisioni.

    «La speranza in un guadagno
    disonesto è l'inizio della rovina.»
    Eren Satu

     
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  9. Ja¢k
     
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    ___ _ ___

    Se c'era qualcosa che non si sarebbe mai perdonato per il resto dei suoi giorni, sicuramente sarebbe stato vomitare addosso al gentile sconosciuto che gli aveva appena salvato la pellaccia. Un giovane dai capelli color antracite aveva preso di peso il Camaleonte -o quel che ne rimaneva- dalla sabbia dell'Arena Nera, ora più che mai simile a uno di quei gironi infernali di cui tanto si sente sempre parlare. Lo sconosciuto se lo era accollato in spalla, come un enorme sacco di patate, e il Camaleonte non oppose resistenza. Non avrebbe potuto farlo, neanche se avesse voluto. Era esausto e aveva voglia di vomitare quel niente che aveva sullo stomaco. Ma in quel momento, scosso dal passo rapido dello sconosciuto, sapeva che doveva dire qualcosa. Qualsiasi cosa.

    « Grazie amico, ti devo la mia vita. »

    Riuscì a dire, la voce resa raschiante dalla stanchezza e dal dolore. Non abbastanza stanchezza, tuttavia, né abbastanza dolore per risparmiare al Camaleonte uno dei tipici, singolari e totalmente inadeguati commenti che non riusciva mai e poi mai a tenere per sé. Inclinò la testa di lato, adagiandosi totalmente -e abbastanza comodamente bisogna aggiungere- sulla spalla del giovane sconosciuto, e chiuse gli occhi come per schiacciare un pisolino rimandato sin troppo a lungo.

    « Ma..il mio peso ti sta rallentando troppo. Potevano mandare a salvarmi uno un po' più muscoloso, accidenti.. »




     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Nell'Arena si era scatenato il caos, la gente correva e la terra continuava a tremare. Helk Muliphein faceva tutto il possibile per tenere il passo dei suoi compagni, cercando di non rimanere indietro in quel dedalo di corridoi e scalinate di cui era ricca la struttura interna del colosseo.
    Fortunatamente c'era chi conosceva la planimetria di quel posto molto meglio di lui.

    Quell'orrenda sensazione che aveva provato poco prima -e che in realtà non lo aveva mai abbandonato del tutto- prese forma e consistenza quando si affacciarono nuovamente verso l'area di combattimento. Creature terrificanti stavano facendo la loro comparsa nell'arena, immagini olografiche che pian piano diventavano sempre più vivide e tangibili.
    Il terrore che riuscivano a trasmettere, quello era sempre stato reale.

    « Dobbiamo tirarli via da lì, io prendo il Greco, voi pensate agli altri! »

    Il comando del gerarca lo riportò alla realtà e focalizzò la sua mente confusa verso un obbiettivo che riusciva non a distrarlo -quello era impossibile- ma quanto meno a incanalare le sue forze verso qualcosa con non fosse la disperata contemplazione dell'orrido panorama che andava palesandosi.

    Così lanciatosi tra le sabbie dell'arena andò a recuperare i compagni feriti.

    “Sveglia... fanciulle.”

    Con delicatezza e calma -nonostante l'arena si stesse riempiendo di mostri- prelevò il piccolo spiritello e lo pose con altrettanta attenzione nel taschino del suo cappottone. Decisamente più rude fu il trattamento che riservò al Myrmidon, mettendolo in piedi di forza, ma facendosi carico di tutto il suo peso pur di raggiungere al più presto il resto del gruppo.
    *Quanto diavolo è alto...*

    Gli Eversori finalmente riuniti dovevano prendere un'importante decisione e anche abbastanza rapidamente.

    Un pesante fardello aleggiava sulle loro spalle: restare e combattere -probabilmente morire- o fuggire.
    I gerarchi si erano pronunciati, ma in fondo la decisione era già stata presa da tempo. Era sempre stata quella, non c'erano alternative.
    Da quando ognuno di loro aveva deciso di diventare un Eversore di Merovish, sapeva che un giorno come quello sarebbe arrivato prima o poi.
    Certo non potevano immaginare i terrificanti dettagli, ma dovevano essere disposti a tutto per difendere il loro progetto, il loro sogno.
    Persino morire.

    “'E' tempo di combattere allora.”

    Sfoderata l'Alabarda il Pirata sollevò il cappello e si rivolse ai compagni.

    “Comunque vada a finire...
    è stato un onore essere un Eversore di Merovish.”




    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: ottime
    Condizioni psicologiche: attento
    Energia: 85%

    Note: :flwr:

    Tecniche utilizzate:

    Abilità:

    Pensare

    Come già detto quella del pirata è una mente brillante e fuori dal comune. Certo non è detto che riesca sempre a trovare la cosa giusta da fare in ogni situazione, anch'egli è passibili di errori madornali e scelte sbagliate. Tuttavia come Capitano di una nave pirata ha imparato che il tempismo è tutto, pensare velocemente è d'obbligo in determinate. Così un po' per predisposizione naturale, un po' per necessità ha acquisito una velocità di pensiero disarmante. Il che si traduce in una prontezza di riflessi decisamente fuori dall'ordinario. (Passiva di bonus ai riflessi, 5 punti)

    Agire
    Se pensare velocemente è importante, lo è ancor di più saper agire in tempo. Spesso situazioni di pericolo richiedono che pensiero e azione riescano a muoversi di concerto e in sintonia. Così Helk si è allenato duramente per saper agire in maniera quasi istantanea dopo aver deciso cosa fare. Ora gli basta un'istante per riuscire ad attivare uno dei suoi dispositivi o per azioni di altro genere. (Il tutto si traduce in una Passiva di Istant Casting, 5 punti)

    Equip:

    Alabarda Spaziale #3, l'edulcorata

    Trattasi della terza versione di una sua arma ben collaudata, appunto l'alabarda spaziale. Un oggetto dalla lunghezza totale intorno ai 180 cm, dalla colorazione grigiastra arricchita da delle strisce più scure in prossimità della punta. Una delle estremità si ingrossa e termina dunque in una punta pericolosamente acuminata. Anche questo è un vero e proprio gioiello di tecnologia, l'alabarda è realizzata infatti con un mix unico di metamateriali nanostrutturati, da cui derivano le sue incredibili e versatili doti.
    Normalmente presenta una resistenza pari a quella dell'acciaio e un peso contenuto.

    Black Plate:
    La Black Plate è un gioiello di tecnologia, frutto di una vita di ricerca, e da un'esistenza attuale che ha del paradossale, in quanto inviata dal suo creatore a se stesso prima che sia stata inventata e realizzata. Di per se si presenta come una carta o tessera nera con un simbolo bianco sulla superficie liscia. Sembra sia composta da una specie di metallo leggermente flessibile, ma la sua composizione interna è ben più complessa e misteriosa. Ma di cosa si tratta esattamente? Facile. La Black Plate altro non è che un dispositivo di controllo. Uno strumento atto a controllare e manipolare materia ed energia (e non solo). Strabiliante! Un oggetto davvero fuori dal comune e dalle potenzialità infinite. La più grande difficoltà è il controllo del dispositivo stesso. Infatti codificare un comando da trasmettere alla carta è decisamente complicato, questo limita di molto l'utilizzo che Helk è in grado di farne attualmente.
     
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    Epureremo il mondo dai demoni, dai Tau'ri e poi dagli scarafaggi.

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    Dalla tomba di stasi di fianco a casa tua <_<

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    Takheloth osservò il bagliore sfolgorante che poc'anzi aveva pervaso i devastati spalti dell'Arena Nera. Potè quindi togliere la mano posta a protezione dei suoi occhi, potendo finalmente osservare lo scenario di devastazione in relativa sicurezza.

    La situazione si prospettò subito piuttosto precaria, dato che la luce accecante lasciò lo spazio ad una luminescenza diffusa, dovuta alla presenza di strani glifi luminosi, pulsanti di nauseanti energie magiche.

    Al centro dell'arena si stagliò lucente una colonna eterea di probabile energia magica, piuttosto impressionante nello spettacolo. Aguzzando la vista Takheloth potè notare all'interno di tale agglomerato di magia pulsante, figure dall'aspetto belluino, indistinte e vacue, ma via via sempre più nitide e definite.


    -Kal..-



    Si doveva trattare sicuramente di un portale. Ma verso dove? Le creature dall'altra parte avevano tutt'altro l'aspetto di essere amichevoli.
    Il Nehether'Rhae iniziò quindi a ponderare le varie possibilità di fuoriuscita da quella spigolosa situazione.
    Nel mentre una voce stentorea dagli atteggiamenti tronfi, probabilmente appartenente ad un gerarca, si inculcò nei circuiti del Necrodermis, andando ad infastidire il Nehether'Rhae. SI deconcentrò, spostando la sua attenzione dal minaccioso portale, ai meno interessanti ammassi di carne ritenuti suoi "compagni".

    Inizialmente il dio non si sentì in alcun modo obbligato a discendere in baso per aiutare degli esseri inferiori, sarebbero morti come giusto che fosse. Purtroppo però il timore che anche solo uno dei più potenti sopravvivesse e tornasse ad infastidirlo fece propendere la sua scelta per un modesto intervento da parte sua.

    Il suo corpo provato dal combattimento col mangiafuoco rispondeva a fatica ai comandi, ma Takheloth si fece forza, riportandosi in posizione eretta, spostandosi, discendendo come un signore vincitore verso i suoi patetici colleghi.

    Arrivato quasi alla base notò comunque che la maggior parte dei suoi alleati era già stata assistita da altri compagni. Lui quindi sentendo il suo dovere terminato se ne lavò le mani soddisfatto del suo già oneroso operato.

    Tutt'intorno intanto l'Arena stava collassando sotto il peso dei vari combattimenti e dell'energia del portale stesso. Tutto molto interessante ma anche estremamente pericoloso. Ascoltò con preoccupazione le esternazioni di fanatico eroismo dell'ultima ora, totalmente fuori luogo in quella situazione. Si sentì quindi il dovere di proporre la sua visione strategica della situazione ai suoi "capi".


    -Miei signori, sarebbe opportuno una ritirata tattica verso posizioni più sicure, in modo da poterci riorganizzare e meglio coordinare con le altre forze della città. Una difesa ad oltranza in loco sarebbe oltremodo sconveniente data la nostra situazione, per non dire stupido. Non conosciamo nulla del nostro nemico attuale, potenzialmente più forte attualmente di noi, rischiando quindi una cocente sconfitta che per alcuni di noi potrebbe significare la morte. Gli atti di eroismo per quanto romantici sono piuttosto fuori luogo in questo frangente così spinoso. Dobbiamo agire sulle note di una strategia di più ampio respiro.-



    Fece una brevissima pausa per dare l'impressione di prendere fiato.

    -Certo la nostra iniziale ritirata comporterà la perdita di una percentuale della popolazione vivente di Merovish, ma ogni guerra necessita di martiri, ed è meglio se i più adatti a combattere continuino a farlo, lasciando tale onore ad altri.-



    Attese prima di esporre un qualsiasi piano elaborato. Avrebbe sondato dapprima i sentimenti espressi dal suo iniziale discorso. Egli non avrebbe mai accettato un combattimento suicida senza motivo, preferendo lasciare gli sciocchi al loro destino, piuttosto che rischiare di perdere il proprio Necrodermis nella lotta.

    Traduzioni

    Kal: Una porta

    Stato Fisico: Necrodermis danneggiato in maniera lieve-media, alcune fessure con conseguente piccola perdita di massa del Nehether'Rhae.
    Stato psicologico: Concentrato.
    Energia= 35

    NOTA IMPORTANTE: Takheloth non è magico. Non usa alcun tipo di magia. Egli si basa solo su energie fisiche dell'universo materiale; ergo egli non può colpire coi suoi poteri (tranne dove diversamente scritto) esseri eterei o puramente magici.

    Hanel en Djehuty (Volo del sacro Ibis) (passiva)

    Io non arranco è la natura che si piega per lasciarmi il passaggio.

    Takheloth possiede una naturale predisposizione a manipolare le leggi fisiche ai suoi voleri. Normalmente per interagire con ciò che lo circonda dovrebbe spendere energia ma alcune cose semplicemente accadano perchè la sua stessa presenza lo permette. Una di queste è l'alterazione del campo gravitazionale intorno a lui che gli permette di levitare o volare durante gli spostamenti.
    L'altezza massima è di cinque metri. Se di suo gradimento Takheloth può estroflettere una minima parte della sua essenza sotto forma di ali diafane incorporee di colore bianco acceso, simili a quelle di un insetto. Il numero è variabile e tali ali non influiscono con l'ambiente vista la loro natura eterica. Takheloth può levitare anche senza la formazione di suddette ali

    Nehethery'Akh (Anima Divina)(passiva)


    Takheloth è pura energia solare resa manifesta tramite la sua mera volontà. Allo stato nativo il suo corpo permeerebbe l'atmosfera di un pianeta o una stella per centinaia di chilometri, nutrendosi dell'energia naturale. Non potendosi quindi manifestare da solo egli necessita di un vettore con cui comunicare: il Necrodermis (vedi sotto). Normalmente l'energia degli Dei stellari non può essere rinchiusa in una singola forma, venendo quindi distribuita equamente fra più Necrodermis; mentre una parte rimarrà esterna a formare una sorta di coscienza perennemente attiva e che controlla effettivamente il corpo. Se il corpo dovesse venire distrutto l'essenza del dio solare verrebbe espulsa verso l'esterno disperdendosi nell'etere. Takheloth quindi semplicemente focalizzerà la propria coscienza in un altro corpo.

    Necrodermis (Assenza di Organi) (passiva)

    Questo involucro di metallo è il carapace di un mostruoso parassita fasciato di ingannevole luce.

    Essendo principalmente un corpo cavo di metallo senziente con all'interno energia eterica; il Necrodermis non possiede organi veri e propri. Ogni funzione è delocalizzata e non vi sono centri nevralgici. Il corpo può comunque simulare in caso di necessità l'intero apparato di organi umano o di altre razze e specie, con annesse funzioni quali: respirazione, battito cardiaco, impulsi neurali, calore cutaneo ecc. Se viene colpito il Necrodermis si crepa e nel peggiore dei casi si frattura rilasciando parte dell'essenza del Nehether'Rhae; provocando momenti di stordimento a seconda della gravità del danno allocato. In caso di danni gravi il Necrodermis non riesce più a resistere all'immensa pressione interna e collassa.

    Il Necrodermis funge da strumento con cui il Nether'Rhae interagisce ed incanala i suoi poteri fisici.


    Edited by Heru-Hur - 24/4/2014, 14:54
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Dopo aver tirato il suo ultimo fulmine contro il sasso cattivo, e averlo impietosamente mancato, la piccola Wydwen si accasciò al suolo completamente esausta e con solo una gran voglia di farsi il pisolino più lungo della sua vita.
    Effettivamente la sabbia non era nemmeno così scomoda, quindi ne prese un mucchiettino e gli diede più o meno la forma di un cuscino, prima di appoggiarcisi sopra e iniziare a russare lievemente con una pace interiore che non sarebbe durata molto.
    Arrivò infatti quell’altro tipo a disturbarla con le sue manacce enormi, prendendola per poi riporla in una specie di sacco gigante, abbastanza comodo a dire il vero per cui la fatina si riaddormentò praticamente all’istante.
    La sua sonnolenta gioia però non era destinata a durare, poco dopo che Manacce si fu mosso sentì le voci del suo amico molliccioso, di Aristotelis e di Dimitry –più altri di cui non le fregava assolutamente niente- quindi uscì con fare allegro dalla tasca, anche se ancora piuttosto ammaccata, per salutarli con la manina.

    O almeno avrebbe voluto, perché l’incredibile luce proveniente dall’Arena attirò la sua flebile attenzione, le colossali mostruosità sembravano stare uscendo da uno di quei buchi nella realtà che faceva di quanto in quanto la Mamma e non sembravano per niente simpatici.
    Più precisamente, sembravano possedere quel particolare tipo di simpatia per cui trovano uno scherzo divertentissimo radere tutto al suolo nel raggio di qualche decina di chilometri e per quanto Wydwen avesse sempre trovato esilarante distruggere le cose, non le piaceva tantissimo l’idea di finire in mezzo alle cose ridotte in polvere.
    Forse erano stati tutti gli schiaffi presi a ficcarle un po’ di sale in zucca ma più probabilmente era solo stanchissima con una fame terrificante e un sonno spaventoso.

    Ma siete scemi?
    Io ho fame, sonno e sono stanca mentre quei cosi sono giganterrimissimi!
    Ho talmente tanto sonno che non posso neanche chiamare Jaja per giocare con noi e poi lui poverino ci sta male e piange, non mi piace quando Jaja piange perch…yawh…lui poi…che sonno…


    Crollando infine alla stanchezza, la fatina non riuscì più a tenere gli occhi aperti e finì con lo scivolare di nuovo dolcemente dentro la tasca, dalla quale ora provenivano parole senza senso, sussurrate a persone inesistenti.
    Parlava nel sonno.
     
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  13. Neidlos
     
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    « Cosa c'è adesso? »
    Ormai le parole erano sempre le stesse. I pensieri, contorti e intricati in una fittissima trama, non riuscivano più a fluire con razionalità. La paura e lo sconforto avevano preso il sopravvento sugli Eversori che avevano combattuto con onore sulla sabbia dell'Arena Nera. Coraggio che a poco era valso, visto la fine che sembrava avrebbero fatto tutti quanti.

    Già, perché le entità abominevoli che stavano per essere partorite dalla rena insanguinata non parevano promettere nulla di buono. Portatrici di morte e sofferenza, davano l'impressione di essere una minaccia ancor più grande di quanto non fosse stato il Campione. Ogni speranza era andata persa, ed anche uno come Schneider si era, ormai, rassegnato al proprio destino. Poi, però, lo vide.

    « Muliphein. » sussurrò a mezza voce, col fiato quasi spezzato dalla fatica e dal dolore, « Era ora che arrivassero i rinforzi. »
    Helk Muliphein, sì. Un altro membro degli Eversori di Merovish. Non lo conosceva bene, in realtà non lo conosceva per niente, ma mai come quella volta fu felice di vederlo. Il Malkavian si aggrappò al compagno, rendendosi conto che la sua stazza non facilitava i movimenti dell'altro, apprezzandone davvero lo sforzo. « Sono in debito con te, lupo. »

    Una volta corsi al riparo, ed aver intravisto le figure di Bid'daum, Zimmer e degli altri trarre in salvo Ariste, Kozlov e gli altri gladiatori rimasti, Klaus si appoggiò seduto al suolo, ancora provato e dolorante. Da lì, quasi dietro a tutti gli altri Eversori, potè udire il discorso iniziato dal Kuthiano. La questione era semplice, e difficilissima, al tempo stesso. Si trovavano ad un bivio. Avrebbero dovuto scegliere; scappare o restare a combattere, vivere o morire. Ma no, nessuno avrebbe mai potuto sapere a quale scelta sarebbe succeduta una delle due conseguenze.

    « Voi mi conoscete. » esordì il von Schneider, rimettendosi in piedi con un pò di fatica, tenendosi le ferite ancora fresche dello scontro precedente, e facendo capolino tra le fila dei mercenari, guadagnandone velocemente la testa. « Io non ho problemi a morire. » continuò, cercando di fissare ogni compagno negli occhi, i tre gerarchi su tutti, « Credo abbiate compreso quanto sia grave la situazione, e quante poche siano le possibilità di successo. » Una pausa, infine, mollando la presa sulle carni lacerate, per andar a far ribollire tutta l'energia sacrilega che gli era rimasta in corpo. Il Mercurio era incandescente, lo sentiva scorrere e pulsare nelle vene, mortifero e venefico più che mai.
    Avrebbe dato tutto se stesso, anche a costo della vita.

    « Che dite... » concluse, dipingendosi un sorriso macabro e folle sul volto « ...andiamo a fargli il culo? »



    CITAZIONE
    .::STATS::.

    KLAUS VON SCHNEIDER
    - the malkavian's power -

    10zuxld


    --—---—--



    Condizioni Fisiche: Tagli superficiali all'avambraccio sinistro e alla coscia destra. Sudorazione fredda ed eccessiva. Taglio di media entità al braccio sinistro, poco sopra al gomito. Danno basso da ustione alla gamba sinistra.
    Condizioni Psicologiche: Determinato
    Segni Particolari: Occhio sinistro con iride bianca, sclera nera. (Vedasi la Passiva "Kaos")
    Consumi del turno:
    Energia: 30%

    Equipaggiamento:
      NEMESIS Nemesis ("Principessa Nera" o "Mannaia Nera") Mannaia 170cm x 40cm. [LiNk]

      MONSTRE Unghie retrattili e canini da Vampiro da 15 cm. [Armi naturali]


    Abilità passive:
      PERFEKTE GEN [+50% Forza - +50% Velocità - +10% mana]

      SENSOREN [Auspex Passivo; 30 metri]

      DEADPAN [Passiva; Individuazione attacchi psionici]

      KAOS [Vista supersviluppata - Lettura dei movimenti ; Abilità passiva]

      INVISIBLE BLACK [Passiva Anti-Auspex sino a Medio]


    Tecniche:


      Glossa:
       
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      J

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      Lo sento nell’aria. Lo sento nella terra. Un odore disgustoso che si fa strada dentro il mio corpo, come migliaia di cadaveri lasciati a marcire sotto il sole del deserto. Per un istante mi dimentico dove mi trovo e con chi sto combattendo; ogni mia fibra del corpo tende verso il pericolo più pressante. Ed è un errore. Artigli penetrano l’ombra che mi riveste, lacerano la ferraglia che indosso e squarciano la carne. Un momento di debolezza che pago fin troppo caro. «Arghhhh!» ringhio contro il vento. Ringhio contro ogni cosa, specialmente la luce accecante che mi brucia gli occhi. Di fronte ad un bianco così intenso sento la mia ombra che si strappa e che si ritira nel mio cuore. Il mondo torna ai suoi normali colori ed il dolore giunge inaspettato schiacciandomi come un macigno. Boccheggio, macchiando di sangue l’Arena e rischiando di cadere carponi.

      Intorno a me l’Inferno, ma non me ne curo. Nella mia mente ormai vi è un solo pensiero: lo scontro. E’ stato interrotto ma deve finire. Li cerco con lo sguardo; li avevo piegati ma si erano rialzati. Ora serve l’ultimo colpo, quello che li riporterà alla terra. Ma l’onore per loro conta meno della vita. Altri, approfittando del caos, sono scesi e li stanno aiutando a rialzarsi. Compagni fidati che li stanno traendo in salvo, lontani dalle mie fauci. «Codardi!» urlo loro. Il frastuono degli scontri copre il mio grido. Mi affretto allora, lasciando macchie vermiglie sulla sabbia e rincorrendoli al massimo delle mie possibilità. Ma il fato ancora una volta li salva.

      Una creatura nata dagli abissi, un deforme insetto dalla spessa corazza e dalla quattro ali atterra insieme ad altri compagni nell’Arena. Sono tra me e loro. «Togliti!» ringhio al mostro e carico un colpo con l’ascia. La chitina va in frantumi ed il suo sangue verde esplode in aria come un geyser dal punto in cui ho colpito. Non basta. Indietreggio gettando a terra l’arma la cui lama inizia a sciogliersi lasciando solo il manico. Per un attimo i nostri sguardi si incrociano. I miei due occhi con i centinaia dell’insetto ed allora capisco che l’orgoglio deve essere messo da parte e lo scontro è ormai perso. Le braccia scattano a coprire il busto, rapide nella loro difesa, ma la forza con cui gli artigli del mostro mi schiacciano è soverchiante. Sento l’acciaio dello scudo deformarsi e le ossa rompersi. Il mio corpo si fa leggero mentre vengo scagliato via al pari di un fuscello in una giornata ventosa. L’impatto con la dura pietra delle scalinate è l’ultima cosa che sento prima che la luce diventi di nuovo buio.
       
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      { Arena Nera }
      Tutti

      Convergete tutti all’anello inferiore, zona est.

      Il comando mentale del Gerarca rimbalza nella testa di tutti gli uomini sul libro-paga dell'organizzazione, già dislocati nell'Arena fin da quando ogni filo di quella trama di eventi ha cominciato ad intrecciarsi intorno a voi lungo vie insospettabili, sempre più stretto... come un nodo scorsoio.

      La prima cosa da fare è spostare i sopravvissuti all'apertura dei giochi dal centro del portale, e radunarsi per fare il punto della situazione... e subito i più audaci percorrono la spianata di sabbia scura per trarre in salvo il collega, l'amico o lo sconosciuto: sempre tallonato da Reys, Bid'daum è il primo ad avventurarsi fin sotto alle sagome ancora eteree dei mostri di Krarth, e dopo aver sollevato Ariste, ripiega velocemente verso il punto stabilito per il ritrovo; e mentre Eren Satu decide di salvare la pellaccia del povero Venat, ed Helk prende in custodia Klaus e la piccola Wydwen, Zimmer cavalca il vento su ali meccaniche e atterra nella ghiaia lercia di sangue solo per ridestare Dimitry con uno sganassone, buttarselo in spalla, e involarsi nuovamente.

      «Codardi!»

      La voce del campione dell'Arena echeggia nel frastuono come il ruggito di una fiera frustrata: a quanto pare, anche lui è sopravvissuto all'esplosione di luce, ma... per come si stanno mettendo le cose, non è proprio il caso di preoccuparsi anche di lui; vi adunate dove stabilito -nel punto in cui Sahara già attende, studiando quegli orrori che solo il Deserto può ricordare di aver mai visto-, e questo è il momento di organizzare la vostra linea di condotta.

      « Abbiamo due possibilità d’azione: possiamo ritirarci trasportando i feriti al sicuro, rimandando lo scontro con i mostri di Krarth ai prossimi giorni, permettendo però a tutti loro d’invadere i cunicoli cittadini. »
      celando la stanchezza il Castigo, richiama l'attenzione di tutti i presenti
      « Oppure possiamo restare e cercare d’interrompere il trasferimento, abbattendo tutte le bestie che riusciranno ad oltrepassare il portale. Chi di voi è ancora in grado di combattere? »

      Noi ha giurato. Questa città è nostra... e non la lasceremo a nessuno."
      rilancia il Boggart quando il Khutiano lo fissa per cercare il suo sostegno
      Noi la proteggeremo. E se per fare chesto noi deve morire...
      che cheste sabbie siano nostra tomba!
      "


      Quei mostri non sono nulla in confronto a quel che abbiamo affrontato nell’arena...
      sussurra tra sé e sé il Russo, forse per convincere sé stesso a non vacillare
      Non ho intenzione di morire invano.

      Moriremo tutti. Niente di nuovo, per me. Portiamoceli con noi, quantomeno.
      commenta il Greco, svuotato dalla dura prova, ma ancora in grado di rialzarsi
      Se questi esseri entreranno a Merovish, rimarrà ben poco per noi da comandare.
      Questa è la guerra, signori. Insegniamo loro a temere gli Eversori.


      Sono d'accordo con voi. Vediamo però di agire in modo assennato.
      persino lo Sprecone rifiuta di restare a guardare la distruzione di Merovish

      “'E' tempo di combattere allora.”
      si schiera il Crono-Pirata, approntando l'alabarda
      “Comunque vada a finire... è stato un onore essere un Eversore di Merovish.”

      « Voi mi conoscete. Io non ho problemi a morire. »
      esordisce il Malkavian, rimettendosi in piedi con fatica
      « Credo abbiate compreso quanto sia grave la situazione, e quante poche siano le possibilità di successo. »
      una pausa è doverosa per richiamare le energie rimastegli in corpo
      « Che dite... andiamo a fargli il culo? »

      Ma siete scemi?
      Io ho fame, sonno e sono stanca mentre quei cosi sono giganterrimissimi!

      insorge la Fatina, emergendo stizzita dalla tasca di Helk
      Ho talmente tanto sonno che non posso neanche chiamare Jaja per giocare con noi e...

      E mentre la sfuriata della piccola creaturina fatata catalizza l'attenzione...

      « Restare qui a crepare per... cosa? E' fuori discussione. »
      sbotta a mezza bocca lo spocchioso Egon, rivolgendosi alla guardia del corpo
      « Alarya, portami all'uscita. »

      La Pasha Najaran lo fulmina con un'occhiataccia delle iridi cremisi, ma fa solo in tempo a schiudere le labbra con il chiaro intento di redarguirlo -o insultarlo-, prima che un violento capogiro la faccia vacillare, togliendole il fiato e la parola; naturalmente, il braccio forte di Kalanjanus è pronto ad avvinghiarla sostenerla prima che perda l'equilibrio, ma più che gratitudine, il volto della donna mostra un certo sorpreso disappunto nello scoprirsi tanto debole: evidentemente, non deve essersi accorta di essersi consumata tanto durante il tentativo di difesa dell'Alfiere.

      « Per quanto condividiamo la nobile abnegazione che state mostrando verso la città e il Presidio,
      temo proprio che non saremmo di alcuna utilità restando qui... »

      diplomatico come sempre, Pasha Preek espone la realtà dei fatti
      « Purtroppo, siamo solo mercanti -non certo guerrieri-,
      e rischiamo di esservi più d'intralcio che d'aiuto in campo aperto. »

      ...e tutti i torti non ce li ha: quello che dice è perfettamente ragionevole
      « Provvederemo a fornirvi tutto il supporto di cui disponiamo con i nostri mezzi dalle retrovie. »
      jpg
      Con un inchino rispettoso, l'Eunuco si prepara a prendere congedo voltandovi le spalle; probabilmente nelle sue parole c'è anche una qualche percentuale di vigliaccheria, ma la fermezza nel suo sguardo da molta più rilevanza alla logica, al pragmatismo e ad un autocontrollo che tradisce una certa dimestichezza nel destreggiarsi -lui, uomo disarmato- nelle situazioni di pericolo.

      « Zimmy... io vado con loro:
      li accompagno all'uscita e torno a darvi una mano...! »


      Allegro come al solito, Kalanjanus si svincola da Najaran per il tempo di fare quella dichiarazione, e mentre il gruppetto dei Pasha si prepara alla ritirata, quello si avvicina al Boggart, e si china su di lui per posargli una mano sulla spalla.

      « Tu, intanto, fatti aiutare dal tuo schiavo. »
      per un attimo, un sorriso enigmatico gli aleggia sulle labbra ben disegnate
      « ...hai proprio una brutta cera, sai? »

      Così dicendo, lo Speziale si scosta dal Molliccio, gli volta le spalle e -sollevando la mano in muto cenno di saluto- si allontana... ben presto seguito dall'odalisca sua ancella, che si attarda vicino al Khutiano solo il tempo necessario ad avvinghiarglisi addosso all'improvviso, studiare approfonditamente le sue fauci con la lingua, e infine mormorargli un "Non crepare...♥" a fior di labbra, prima di allontanarsi, accodandosi al suo padrone.


      { Arena Nera }
      23

      Lasciato indietro dal buon vecchio Zimmer -munito di ali, a differenza sua- lo Schiavo sta convergendo insieme ad alcune Voci verso il luogo dove il resto degli Eversori si è già riunito per decidere il da farsi; forse sono state le esplosioni, la luce accecante, la nube di detriti o i fumi tossici del suo principale, ma... l'albino non si sente troppo bene: la testa pulsa, la nausea sale, e il petto accusa di tanto in tanto delle sporadiche ma intense fitte intercostali.

      I Pasha Preek e Najaran lo superano con aria afflitta e pensierosa -già proiettati alle prossime mosse da compiere per contenere quella minaccia-, e lo Speziale dalla faccia di bronzo (per colore e per vocazione) gli si ferma davanti di botto, quasi a tagliargli la strada; senza tante cerimonie e nessuna parvenza di contegno, il Mercante gli prende la destra nella sua, lo tira a sé e gli da un fugace ma caloroso abbraccio corredato da un paio di amichevoli pacche sulla schiena con la mancina, mentre -tutto un sorriso- gli sussurra poche parole all'orecchio.

      « Portala al tuo padrone. »
      scandisce a bassa voce, con tono gioviale e disinvolto
      « Purtroppo, ne ho una dose soltanto, perciò... non farti notare... ♥ »

      Senza fornire altre spiegazioni, Kalanjanus lascia libero 23 proprio al sopraggiungere di quel tale Egon, che lo sorpassa con sussiego; l'unica parola che pronuncia è "Alarya!" -il nome della sua guardia del corpo-, con la stizza e l'impazienza che si riserverebbe ad un cane pigro che tarda a rispondere ai comandi.

      Ad andatura sostenuta e aria impassibile, anche la Vipera del Deserto si affretta in coda al piccolo drappello, e -finalmente solo- il Servo può portare la destra davanti al naso, sbirciare la bustina di carta traslucida ripiegata, e domandarsi cosa potrà mai essere la polverina al suo interno.


      { Arena Nera }
      Helk

      I Pasha prendono congedo dal campo di battaglia: prima l'Eunuco pelato -il Pasha Preek-, poi la bella fanciulla dai lunghi capelli di seta nera -la Pasha Najaran-, seguita dallo Speziale latino -Kalanjanus- con la sua seminuda Odalisca -Farida-, e quel tronfio indisponente in abiti occidentali* di Egon...

      La sua guardia, invece, si fa strada tra il drappello, si avvicina rapida ad Helk, e gli schiaccia contro il petto una boccetta di piccole dimensioni; il vetro è smerigliato, così che non si possa capire che aspetto e colore abbia il suo contenuto, ma dal peso che ha e da come ondeggia il liquido al suo interno, è facile capire che è piena.

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      « E' un tonico. »
      afferma, concisa e sbrigativa

      « Alarya! »
      sbraita il suo padrone, già andato avanti, quasi richiamasse un cane

      Senza aggiungere altro, la donna dai corti capelli di platino volta le spalle all'Eversore e affretta l'andatura per raggiungere il suo Signore.


      { Arena Nera }
      Tutti

      Nel momento di silenzio che impera subito dopo il ritiro dei Pasha, a rompere gli indugi è il giovane Takheloth, l'ultimo Eversore che non ha ancora preso la parola.

      -Miei signori, sarebbe opportuno una ritirata tattica verso posizioni più sicure, in modo da poterci riorganizzare e meglio coordinare con le altre forze della città. Una difesa ad oltranza in loco sarebbe oltremodo sconveniente data la nostra situazione, per non dire stupido.[...]-

      ...l'unica voce fuori dal coro, la sua, ma -a dirla tutta- quello che sta dicendo non è del tutto infondato: vista la condizione pessima in cui tutti destano, sarebbe scaltro ritirarsi e riorganizzare le forze per sferrare un'offensiva full-power a quelle cose. Peccato che le cose non siano così semplici: abbandonare la posizione vuol dire anche rinunciare ad una base sicura.

      Perché se quelle cose escono dal cerchio di ossidiana,
      nessun posto sarà sicuro abbastanza per recuperare le forze.
      A dirla tutta, potrebbe anche smettere di esserci un Sud.

      -Certo la nostra iniziale ritirata comporterà la perdita di una percentuale della popolazione vivente di Merovish, ma ogni guerra necessita di martiri, ed è meglio se i più adatti a combattere continuino a farlo, lasciando tale onore ad altri.-

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      « Ehi, qualcuno qui se la sta facendo sotto - perché sento puzza di merda. »

      Arrogante e strafottente, una voce -per alcuni vagamente familiare- risuona in mezzo al drappello radunato, accompagnata soltanto da uno sferragliare ritmico e regolare come un passo di marcia.

      L'uomo a cui essa appartiene è un energumeno abbastanza alto e fin troppo muscoloso, e -notate quando abbassa il cappuccio che cela il resto- dai marcati lineamenti ispanici, la dentatura esposta in un sogghigno ferino, e gli ispidi capelli di un fosco rosso amaranto; oltre le spalle larghe e il collo taurino si intravede l'elsa di una grande spada, e gettato su una spalla porta un voluminoso sacco di iuta.

      « Senti, marmocchio, perché non la smetti di cianciare e non ti levi dalle scatole? »
      sogghigna, spostando a lato il giovanotto con la sua stazza preponderante
      « Anzi, perché non vai a casa a controllare in quali pantaloni hai lasciato le palle?
      Al momento, sono l'unica cosa che ci serve davvero, qui. »


      Mentre si toglie il fardello dalla schiena e lo getta ai piedi degli Eversori con un clangore metallico, i sopravvissuti all'Arena Nera lo riconoscono in fretta: Zimmer lo riconoscerà come il guerriero della gabbia nel Mercato Nero, per Venat, Dimitry e Klaus egli è il Macellaio dell'oasi nello Yuzrab (aka: "lo stronzo per cui sono finiti in galera"); per Wydwen -fosse sveglia!- sarebbe quello che le ha detto che le sue forme "sono una bomba"... per Ariste, è colui che l'ha avvertito nei sotterranei del Colosseo.

      « Ma non vi avevo detto di risparmiare le forze...? »
      chiede infatti l'Ispanico, inarcando un sopracciglio mentre fissa il Greco
      « Com'è che torno e vi trovo tutti col culo per terra? »

      «Togliti!»

      Ad interrompere il briefing dei protettori della Tana giunge l'urlo furente del Mastino dell'Arena: si è rialzato dalle sabbie del campo di battaglia, desideroso di ultimare il lavoro rimasto incompiuto nonostante le ferite spargano copiosamente sangue intorno a lui, e sembra decisamente furente... ma non furente come quando -sulla sua strada verso le prede- gli si frappone davanti uno dei mostriciattoli minori.

      Il suo è un ringhio, e vibra nell'aria assieme ad un colpo d'ascia reso potente dalla collera, ma la creatura -un insetto di grossa taglia- ha ormai purtroppo ultimato l'attraversamento del portale... e se è vero che l'aver acquistato forma tangibile rende possibile attaccarlo e danneggiarlo, l'aver sfondato il suo esoscheletro non è un vittoria, se il prezzo da pagare sono le ustioni per il fetido sangue acido che sgorga dalla ferita inflittagli.

      I due mostri -ciascuno a modo proprio- si scambiano una lunga occhiata, ed è l'istinto animale -uno scambio tra predatori- a parlare per loro; Abdel fa giusto in tempo a sollevare lo scudo per difendersi dal contrattacco dell'essere, ma l'impatto è tremendo, il metallo cede, e lui viene scagliato lontano, in direzione delle gradinate.

      A decine di metri di distanza, un lungo fischio di apprezzamento lascia le labbra del Fulvo, e il suo sguardo rimbalza in giro tra i presenti.

      « Poveraccio... era uno dei vostri, quello? »


      { Arena Nera }
      Abdel

      L'impatto con gli artigli del mostro è tremendo, e il rapido volo che lo segue -l'attrito con l'aria sulle ferite aperte e il fischio che ti assorda- non è certo più piacevole... per non parlare della nuova ondata di dolore che ti invade le membra nel momento in cui colpisci con veemenza le gradinate di nera ossidiana.

      Ma si tratta di qualcosa di transitorio: una scossa elettrica che ti attraversa per svanire chissà dove, un incendio violento che divampa e si spegne, lasciando dietro di sé solo cenere e oscurità; il buio, infatti, è tutto ciò che ti resta quando la sofferenza diventa un ricordo remoto... eppure, c'è qualcosa dall'altra parte -emergendo verso la superficie della coscienza- che sembra turbare le acque placide dell'oblio.

      Perché non ti lasciano riposare? Te lo chiedi quasi con stizza, mentre -tuo malgrado- cerchi di concentrarti sullo sforzo di aprire gli occhi e di focalizzare i tuoi sensi sull'esterno... e una voce -una voce di donna- echeggia da lontanissimo: non capisci le sue parole, ma il tono è piacevole, e ti piacerebbe riuscirci...

      « Sarebbe il caso di affrettarci, mia Signora... »
      il primo scampolo di suono non è quello che cercavi

      « E' un peso morto: sta per crepare. »
      ...no, nemmeno il secondo - che sia stato solo l'inganno della memoria?
      « Lasciamolo qui e muoviamoci. »

      « No: è ancora vivo; in più... »

      Eccola: è lei la voce che ti ha richiamato, per questo -un pò spossato- riesci anche ad indurti a sollevare le palpebre... e la prima cosa che vedi è un profilo femminile di tale bellezza e perfezione da far pensare alla scultura prodotta dalle mani degli dei. Sempre se credi a quel genere di cose, beninteso.

      Qualsiasi cosa stesse per aggiungere, ella si ferma nel percepire il tuo ritorno ad uno stato di coscienza, e -con i lunghi capelli d'ebano che le scivolano sulla curva del petto e delle spalle esili- abbassa su di te lo sguardo dei suoi occhi rossi come rubini.

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      « Fatti forza... »

      La sua mano candida ti scivola gentilmente sulla guancia;
      sulle labbra ben disegnate, la piega fragile di un sorriso.


      In a Trail of Fire

      Allora: chiedo scusa anche qui per l'eccessiva lunghezza del post, e ringrazio di cuore chiunque sia arrivato fino alla fine Y_Y/
      Venendo alle istruzioni aggiuntive e personalizzate:

      @Bid'daum: Nel molestarti, l'Odalisca ti ha lasciato in bocca una sorta di cristallo che ti si scioglie lentamente sulla lingua lasciandoti sul palato un sapore dolciastro e... alleviandoti la stanchezza; se decidessi di studiarlo, ti si presenterebbe come una gemma dorata. A te decidere se consumarlo o sputarlo.

      @23: Kalanjanus ti ha consegnato una bustina da dare al tuo padrone senza farti notare; lui è uno Speziale, quindi potrebbe essere una spezia... ma, beh, a dirla tutta sembra qualcosa di più losco: a te la scelta se eseguire le istruzioni e farla assumere al Boggart, gettarla via, o ficcartela in una tasca e far finta di nulla.

      @Helk: Alarya ti ha messo in mano una boccettina ed è stata subito richiamata dal suo padrone; certamente, deve aver pensato che potrebbe essere più utile a te -in prima linea sul campo- che a lei -in fuga verso chissà dove. Ha detto che è un tonico, ma niente altro... immagini che vada bevuto, perciò: ora o più tardi?

      @Adam, Klaus & Dimitry: Il Macellaio ha smollato un sacco vicino a dove state, e -nell'aprirsi- le pieghe della stoffa vi rivelano il suo contenuto: là dentro ci sono le vostre armi e l'equipaggiamento che vi è stato confiscato all'arresto.

      @Ariste: Ti accorgi che qualcosa non torna nel sentire il Fulvo chiedervi se il campione dell'Arena è dei vostri: non è stato forse lui a mettervi in guardia sul conto dello Sfregiato? Non dovrebbe, perlomeno, riconoscerne il volto? Non sai dire in che modo, ma hai la sensazione che anche questa discrepanza c'entri con la fiera degli imprevisti fuori programma...

      Causa eccessiva lunghezza, rimando la comunicazione sul ripristino-mana al prossimo giro ancora... anche perché, per alcuni, avranno rilevanza le scelte che farete in questo turno.

      La scadenza è fissata per il 9 Maggio



      Edited by - Destino - - 30/4/2014, 01:42
       
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