Danzando sulle Rovine

[EM] Building on Ruins ~ Atto Finale IV

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  1. _MajinZ_
     
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    A causa di tutta quella fitta serie di eventi, Dimitriy si era quasi scordato che insieme a lui e ai suoi colleghi, nell’arena, c’era anche il mostro che fino a pochi minuti prima stavano affrontando... ma in confronto agli abomini che stavano sorgendo dal terreno, il Campione non era altro che un moscerino, proprio come lo erano tutti loro: ogni essere vivente che calcava quella sabbia scura, al momento, erano delle semplici nullità al cospetto di quelle creature infernali. Il russo lo cercò con lo sguardo, lo vide, ma adesso c’erano altre cose che avevano una priorità maggiore.
    Una cosa molto importante però era già accaduta, infatti gli Eversori erano tutti riuniti e per il momento erano ancora tutti vivi, quindi la cosa era abbastanza incoraggiante. Fare dei piani però era abbastanza irrilevante, insomma, se quei cosi avessero abbandonato l’arena probabilmente sarebbe stata la fine... non potevano permettere che delle simili bestie scorrazzassero liberamente per la città, avevano faticato tanto per appropriarsene e lasciarla a loro non era un’ipotesi sostenibile. L’assassino comunque restò in silenzio dopo le parole del biondino, anche perché una voce familiare lo costrinse a voltarsi in quella direzione... quel tono era inconfondibile, non poteva dimenticarlo.
    Capelli rossi, carnagione scura, un fisico possente... e quel ghigno sadico sul volto. Il Macellaio si unì al drappello di Eversori portando con se la sua pungente ironia, oltre al fastidio che causava la sua presenza in un sicario che non aveva ancora digerito la prigionia. In ogni caso non sembrava essere giunto li per combattere, anzi, stranamente aiutò in qualche modo coloro che erano privi del loro fidato equipaggiamento... contenuto nel sacco che l’ispanico portava in spalla e che scagliò a terra, dando modo di far tornare la roba ai legittimi proprietari. Dimitriy quindi recuperò l’artiglio che ancorò subito al suo posto, nel braccio destro, sistemando poi il resto delle cose dove più gli piaceva. Purtroppo le sue erano armi inadatte a combattere quei cosi, ma averle con se gli dava una sicurezza in più che, soprattutto in quei momenti, era fondamentale avere.
    Nel frattempo qualcuno aveva pensato bene di iniziare a combattere, purtroppo però i risultati furono abbastanza scarsi e... inquietanti. Il Mastino infatti aveva pensato bene di colpire l’insetto enorme diventato ormai tangibile, ma il colpo sferrato con l’ascia riuscì soltanto a fare più danni che altro, visto che il sangue corrosivo del mostro lo ustionò e il successivo scontro lo scagliò via, dritto sulle nere gradinate di ossidiana. Se un guerriero di quel calibro volava via come nulla, che possibilità avevano loro di contrastare quegli abomini? Il russo se lo domandò, ma non trovò nessuna risposta: probabilmente quello era davvero il loro ultimo giorno di vita. Ormai però non aveva neanche le forze per disperarsi ancora, aveva semplicemente accettato la realtà e adesso era in pace con se stesso, tanto non aveva davvero più nulla da perdere. Morire senza provare a cambiare il proprio destino, però, non era per nulla nel suo stile.
    ...non è lui lo sfregiato?
    Domandò abbastanza sorpreso l’assassino, intromettendosi nella conversazione tra il rosso e Ariste... quell’affermazione l’aveva lasciato un po’ perplesso. Pensava che il Macellaio conoscesse quel tizio, aveva una cicatrice e gli aveva messi in guardia, probabilmente si conoscevano anche... ma invece quella domanda mandava tutto in frantumi. Alla fine poco importava, avevano le ore contate e solo un miracolo poteva salvarli dalla fine. Però si trovavano a Sud, a Merovish e nella Tana i miracoli non esistevano... gli Dei evitavano di posare lo sguardo nel putridume di quei luoghi.



    CITAZIONE
    Stato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni.
    Stato mentale: ahia
    Energia: 30%

    Note: \\

    Passive:
    ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
    [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

    ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
    [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

    ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
    [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

    ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
    [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

    ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
    [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

    ₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
    [Resistenza alle Malie passive]

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Occhio della Sirena
    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    [Oggetto + Tecnica Variabile: Consumo Alto]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]

    Tecniche utilizzate:
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    Kuthian

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    Eccoli lì radunati, gli eroi di una città che non meritava di essere salvata, i luridi paladini senza una bandiera da innalzare. Non si sarebbero tirati indietro come Egon o Preek, che amavano fregiarsi del titolo di eminenze della Tana solo quando poteva fargli comodo: poco importavano le argomentazioni che il Pasha tirò in causa, così come non contavano le sue promesse di rinforzi, a cui Bid’daum non credette nemmeno per un istante.
    Non sperò nemmeno nel ritorno promesso dallo Speziale, per quanto quest’ultimo si fosse rivelato un individuo capace di sorprendere.

    Ma la vera sorpresa fu quella Farida, che d’improvviso si strinse contro di lui e lo baciò intensamente. Il Kuthiano rimase stranito, s’irrigidì senza sapere come reagire: i gesti d’affetto gli erano totalmente estranei, eppure quel contatto umano gli fece uno strano effetto. Sentì una dolcezza che non aveva mai conosciuto, perfino il suo corpo sembrò nutrirsi di quel tepore.
    Solo in un secondo momento si accorse di ciò che l’odalisca gli aveva lasciato in bocca. Malgrado da parecchio tempo non potesse più percepire fisicamente la fatica, conosceva a sufficienza il suo corpo da capire che quella piccola gemma aveva degli effetti lenitivi.
    Poteva pagare cara una leggerezza del genere: certe persone avevano l’usanza di custodire capsule di cianuro in bocca… ma probabilmente non era questo il caso.

    Quell’odalisca che mostrava uno strano interesse per lui, quella voce sottile che solo lui aveva sentito…
    Almeno di lei – solo di lei – si sarebbe fidato.

    Dopo la fuga dei Pasha, un ragazzino alzò la voce, blaterando paroloni e perdendosi in giri di parole davanti a tutti. Parafrasando il suo monologo, probabilmente stava suggerendo una ritirata strategica… curioso davvero, parlava come se avesse una voce in capitolo.
    Quello sbarbatello doveva essere uno degli ultimi arruolati, cioè una delle loro preziosissime razioni di carne da macello di cui non conosceva nemmeno il nome. Senza pensarci troppo, lo ignorò del tutto.

    Il Gerarca apprezzò decisamente di più l’atteggiamento del nuovo venuto, molto più affine al nostro come temperamento. Si prese qualche istante per analizzarlo, e notò che la sua anima aveva un tratto caratteristico, difficile da definire ma che aveva già visto in precedenza.

    « Tu, Isaac e quello smilzo accompagnato da un cerbero siete molto simili. Non sembrate di qui, eppure siete stranamente invischiati in questo casino. »

    Lo incalzò senza preavviso.

    « Se anche tu vuoi massacrare quei mostri, non avremo problemi a collaborare. »

    Anche perché non erano esattamente nella posizione di poter rifiutare un aiuto in quella battaglia disperata.

    « Mi resta comunque qualche dubbio: non mi sembri proprio il tipo che fa della beneficenza. »

    Spostò di nuovo lo sguardo verso il ring dell’Arena, illuminato dall’energia di una magia arcaica. Come potevano fermare l’afflusso di quegli orrori, antichi quanto il presidio stesso? Se solo avessero saputo qualcosa sulla natura di quel sigillo, forse avrebbero potuto tentare qualcosa.
    Il Primo Alfiere. Il Labirinto di Krarth. Era una storia troppo antica, troppo distante nel tempo.
    Solo il deserto era sopravvissuto alle prime guerre del Sud, dannazione!

    Poi giunse l’illuminazione. Era così facile, dopotutto: solo lo Yuzrab poteva ricordarsi qualcosa di quell’epoca. Non gli restava che chiedere proprio a lui.

    « Sahrā, tu sai qualcosa di questo portale nell’Arena? Sai come fermarlo? »

    Il tempo era agli sgoccioli, gli serviva una direzione da prendere. Poi vi si sarebbe gettato con tutto se stesso.


    Stato fisico: illeso
    Stato mentale: prima turbato, poi deciso a vincere
    Energia: 70%
    Equipaggiamento:

    Kuthian Armour [ Armatura | passiva di peso trascurabile ]

    Comet Hammer [ Arma bianca ]

    Tàmerlein [ Spada | passiva di evocazione | passiva di vibrazione ultrasonica | passiva di ferimento spirituale ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]

    Istrice Maledetto [ Set di cinque spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]


    Passive:

    Risorse Criminali [ Passiva di 110% di energia ]

    Oltre la Realtà [ Passiva di Auspex spirituale ]

    Senso di Morte [ Passiva di tatto ipersviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico | manipolazione GDR-only dei PNG ]

    Anatema del Re Implacabile [ Passiva d’immunità alla fatica ]

    Tentacoli di un solo Abominio [ Passiva di equipaggiamento caster ]

    Insano [ Passiva di instant casting ]


    Attive utilizzate: /
     
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    Cenere alla cenere, polvere alla polvere. Il deserto si riprende tutto prima o poi. E questo è ciò che mi è stato sempre insegnato. Fin da quando il mio clan è stato macchiato di infamia e lei ci ha riscattati. Fin da quando ho accettato di servirla e proteggerla sapevo quale sarebbe stata la mia fine. Così quando è arrivata l’unico rimpianto è stato di non averla potuta salvare come avrei voluto. Un rancore che mi ha trascinato qui, di nuovo vivo, generando un’anomalia. Per cosa esisto? Perché sono ancora vivo? Nel buio della prigione me lo sono domandato a lungo. Vivo per combattere. Questa è stata la mia risposta, ma ora sono stato spogliato anche di quello scopo. Non sono più nulla. Con il corpo riverso in una pozza di sangue sulle scalinate color ebano lacrime scendono dalle mie guance. «Voglio morire…» biascico. Perché non posso tornare al deserto?

    ----

    Voci si susseguono nella mente. Scampoli di realtà filtrati dalla coscienza. Voglio morire ma l’ombra non sembra del mio stesso parere. I suoi artigli si aggrappano ad ogni spiraglio, issandoci su e salvandoci dal baratro. Gli occhi si aprono lentamente, ancora una volta. Una scena già vissuta in quella caverna e molte altre volte in passato. Ma, rispetto alle altre volte, quello che vedo mi spiazza colpendomi in petto come migliaia di bastonate fino a togliermi il respiro. «Bahira…» mormoro sempre più convinto di star sognando. Il corpo si muove da solo ed altro sangue scivola a terra mentre i crampi e le fitte provano a fermarmi. Ricado giù di colpo, travolto dal dolore ma continuando a fissare il volto di lei. Ha la pelle più chiara ed i capelli sono più scuri, ma non vi è dubbio: è lei. «Bahira al Khemal…» pronuncio di nuovo. E’ un sogno, è pura follia mi ripeto. Eppure se a me è stata concessa una seconda opportunità perché non a lei? Forse si può ancora sistemare tutto. Forse c’è ancora speranza. Un nuovo senso alla vita si fa strada nel mio animo ed è una sensazione paradisiaca. Un calore che non provavo da tanto tempo…

    Mana: 90%
    Ferite: Alto+Medio
     
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    Epureremo il mondo dai demoni, dai Tau'ri e poi dagli scarafaggi.

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    Dalla tomba di stasi di fianco a casa tua <_<

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    Come previsto nessuno degnò di attenzione i vani tentativi di portare un minimo di assennato buon senso nella situazione sempre più critica, anzi, un nuovo arrivato pensò bene di inveire verbalmente contro Takheloth. Ovviamente tutte le offese lanciate non ebbero minimo effetto sul Nehether'Rhae, più che altro perchè troppo di "basso rango" per poter essere capite da lui.

    Si voltò verso la voce, trovando un energumeno dall'aspetto poco rassicurante. Tale individuo sgradevole stava continuando imperterrito a vomitare insulti contro la sua persona. Sospirò sconsolato. La stupidità in quel luogo non pareva far altro che aumentare. Erano solo un gruppo di pazzi il cui destino sarebbe stato morire per mano di quelle creature. In più quell'imbelle guerriero gli stava dando qualche problema di autocontrollo.


    -Non tollero che mi venga mancato di rispetto da un gorilla spelato. La tua ignoranza probabilmente supera ampiamente la tua altezza.-



    Si avvicinò all'energumeno levitando leggiadro sul terreno polveroso, ignorando completamente gli altri, focalizzandosi su colui che l'aveva fatto irritare.

    -Dal tono delle tue parole e dal tuo olezzo deduco che sei il solito gorilla gonfio di ormoni; che si lanciano sbraitando improbabili maledizioni sul nemico, roteando quei ferri sgraziati che ti porti a presso e chiami armi.-



    Si spostò, guardandosi fugacemente attorno per tenere d'occhio la scena, portandosi fra il suo interlocutore e il resto della folla. Stava montando nel Nehether'Rhae la voglia di spiccare il capo a quell'uomo tanto gonfio di ego, scoperchiargli il cranio e osservare come la natura avrebbe potuto creare tanto orrore dissonante.

    -Se c'è qualcuno che puzza di escrementi, dovresti essere tu; non usi le tue deiezioni per lavarti?-


    Sorrise del suo stesso spassoso senso dell'umorismo, emettendo un leggerissimo risolino, tornando però subito dopo serio e impassibile.

    -Tu scambi la mia lungimiranza e buon senso per terrore? Tu sparli di cose che nemmeno non conosci, ignorante di una bestia da soma. Quante guerre ha vinto la tua spada nella tua insignificante vita di macellaio prezzolato? Quante vite hai spento? -



    Fece una breve pausa.

    -La storia si ricorda di generali e re. Non di soldati e tagliagole.-



    Si girò verso la colonna di luce, per controllare a che punto le creature si fossero addentrate nel portale, per poi riportare la sua attenzione sul suo vero nemico.

    -E non penso di tornarmene nella mia dimora per il futile motivo che mi hai elencato. Io non ho gonadi apprezzabili e dal tuo aspetto presumo nemmeno tu.-

    Sogghignò maligno ancora, come un perfido bambino, portandosi la mano a coprirsi educatamente la bocca. Chissà a termine della battaglia, se Takheloth avesse partecipato, quel fusto avrebbe potuto prestare le sue al Dio stellare, oltre alla testa per fini accademici.

    Stato Fisico: Necrodermis danneggiato in maniera lieve-media, alcune fessure con conseguente piccola perdita di massa del Nehether'Rhae.
    Stato psicologico: Concentrato.
    Energia= 35

    NOTA IMPORTANTE: Takheloth non è magico. Non usa alcun tipo di magia. Egli si basa solo su energie fisiche dell'universo materiale; ergo egli non può colpire coi suoi poteri (tranne dove diversamente scritto) esseri eterei o puramente magici.

    Hanel en Djehuty (Volo del sacro Ibis) (passiva)

    Io non arranco è la natura che si piega per lasciarmi il passaggio.

    Takheloth possiede una naturale predisposizione a manipolare le leggi fisiche ai suoi voleri. Normalmente per interagire con ciò che lo circonda dovrebbe spendere energia ma alcune cose semplicemente accadano perchè la sua stessa presenza lo permette. Una di queste è l'alterazione del campo gravitazionale intorno a lui che gli permette di levitare o volare durante gli spostamenti.
    L'altezza massima è di cinque metri. Se di suo gradimento Takheloth può estroflettere una minima parte della sua essenza sotto forma di ali diafane incorporee di colore bianco acceso, simili a quelle di un insetto. Il numero è variabile e tali ali non influiscono con l'ambiente vista la loro natura eterica. Takheloth può levitare anche senza la formazione di suddette ali

    Nehethery'Akh (Anima Divina)(passiva)


    Takheloth è pura energia solare resa manifesta tramite la sua mera volontà. Allo stato nativo il suo corpo permeerebbe l'atmosfera di un pianeta o una stella per centinaia di chilometri, nutrendosi dell'energia naturale. Non potendosi quindi manifestare da solo egli necessita di un vettore con cui comunicare: il Necrodermis (vedi sotto). Normalmente l'energia degli Dei stellari non può essere rinchiusa in una singola forma, venendo quindi distribuita equamente fra più Necrodermis; mentre una parte rimarrà esterna a formare una sorta di coscienza perennemente attiva e che controlla effettivamente il corpo. Se il corpo dovesse venire distrutto l'essenza del dio solare verrebbe espulsa verso l'esterno disperdendosi nell'etere. Takheloth quindi semplicemente focalizzerà la propria coscienza in un altro corpo.

    Necrodermis (Assenza di Organi) (passiva)

    Questo involucro di metallo è il carapace di un mostruoso parassita fasciato di ingannevole luce.

    Essendo principalmente un corpo cavo di metallo senziente con all'interno energia eterica; il Necrodermis non possiede organi veri e propri. Ogni funzione è delocalizzata e non vi sono centri nevralgici. Il corpo può comunque simulare in caso di necessità l'intero apparato di organi umano o di altre razze e specie, con annesse funzioni quali: respirazione, battito cardiaco, impulsi neurali, calore cutaneo ecc. Se viene colpito il Necrodermis si crepa e nel peggiore dei casi si frattura rilasciando parte dell'essenza del Nehether'Rhae; provocando momenti di stordimento a seconda della gravità del danno allocato. In caso di danni gravi il Necrodermis non riesce più a resistere all'immensa pressione interna e collassa.

    Il Necrodermis funge da strumento con cui il Nether'Rhae interagisce ed incanala i suoi poteri fisici.


    Edited by Heru-Hur - 5/5/2014, 22:19
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Si agitava nel sonno, anche mentre sonnecchiava le faceva male dappertutto, con le alucce avvolte attorno al busto in modo che non le facessero male in quello spazio ristretto mentre le sfumature iridescenti risplendevano di tutti i colori dell’arcobaleno.
    Nel suo sogno stavano accadendo un sacco di cose strane, prima c’era una megafesta supergigantesca in cui le fatine sue sorelle si lanciavano da ogni parte, ridendo, scherzando, trangugiando miele così dolce che avrebbe potuto uccidere un essere umano, inebriate tanto dallo zucchero quanto dall’essenza stessa del caos che scorreva loro nelle vene.

    Il tutto si stava svolgendo all’insegna dei bagordi, del divertimento selvaggio e della distruzione quando una enorme colonna di luce prorompeva dal nulla e da essa cominciavano a fuoriuscire immense mostruosità, orribili a vedersi, che non sembrava affatto che avessero voglia di giocare!
    Alcune delle fatine più curiose si avvicinarono ai mostri giganti e brutti per vedere più vicino cosa era arrivato nella Landa Tenebrosa, alcune vennero ridotte in pezzettini mentre le altre schivavano rapide gli artigli delle creature, ridendosela un mondo e usando i loro poteri per far imbizzarrire ancora di più i nuovi venuti.

    Fu solo dopo qualche tempo, nel quale le fatine si erano ormai stancate di giocare, che arrivò la loro mamma e cominciò a fare pulizia di tutto ciò che si parava davanti a lei, qualsiasi creatura non fosse appartenuta alla Landa Tenebrosa veniva prontamente disintegrata dai suoi poteri semidivini, viva o morta che fosse.
    La piccola Wydwen se la godeva un mondo a vedere la mamma che riduceva in polvere tutto ciò che le capitava a portata, le svolazzava attorno e la osservava ma le si gelò il sangue nelle vene quando vide lo sguardo che Oona aveva quando la osservava.
    Sembrava arrabbiata con lei, e intanto le faceva male dappertutto, quando la mamma finì di ripulire la Landa Tenebrosa ella richiamò Wydwen, il suo sguardo era glaciale, era chiaro che lei l’aveva delusa ma non riusciva a capire il perché.

    Mi disgusti…


    Disse la mamma e per lei fu come un colpo al cuore, la gigantesca mano di lei si richiudeva sulla sua piccola figlia relegandola ad un eternità di oscurità.

    Si svegliò di soprassalto, urlando come un ossesso, agitandosi nella tasca del suo salvatore cercando in ogni modo una via di fuga.
    Appena vide una luce, che proveniva dall’esterno, ci si lanciò con tutta se stessa ritrovandosi a volare in mezzo ad un sacco di volti che in un primo momento non riusciva a riconoscere, ancora terrorizzata vide l’unico di loro che le risultava familiare e ci si scagliò addosso, stringendosi al petto di Dimitry con quanta più forza aveva nelle sue piccole braccine.
    Piangeva a dirotto, e il Russo sapeva quanto ciò fosse difficile data la sua indole incurante, singhiozzando parole come “mamma”, “mostri”, “non mi vuole bene” e altre assai meno comprensibili.
     
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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Rossa come il sangue


    Alla voce del rossiccio e del monocorno se ne sono unite altre, quasi tutte in sintonia con lo stesso, medesimo pensiero. Sacrificio. L'abnegazione desiderio di rivolta, di rivoluzione, che da sempre li aveva animati, ora ardeva più caldo di qualsiasi altro fuoco. Per anni avevano atteso, progettato, spiato, complottato. Per anni, i loro artigli si erano allungati, proiettando ovunque ombre e sotterfugi. E solo allora, solo in quei fatidici ultimi mesi, quegli artigli si stavano avvicinando al loro vero, ultimo obbiettivo. La Tana.

    Chi lo faceva per mera sete di potere, chi perché credeva di poter offrire qualcosa, in quello stato dove solo l'anarchia regnava sovrana... tutti concordavano con un idea.
    Quella era la loro città... e per rendere vero, autentico ogni istante passato a lottare per essa, morire era un rischio. che erano ben disposti a correre.
    Zimmer chiuse gli occhi, e sorrise. "E' stato un vero onore, miei stupidi bipedi. "commentò solo, riaprendo poi gli occhi e cercando lo sguardo dei due suoi pari, annuendo con cameratismo.
    "Solo una cosa. Se io deve morire... voi lascia me morto. "mormorò a voce bassa, rivolgendosi ad Ariste e a Bid. Niente spiegazioni, una semplice richiesta... che chi lo conosce davvero bene, può ben comprendere.

    Il loro spirito Eversore ardeva, illuminando le oscurità proiettate da quelle immonde creature, che finalmente libere dalle catene di chi prima di loro aveva regnato, si dimenavano libere, pronte solo ad estendere i loro oscuri tentacoli sulla Tana.
    Il Labirinto aveva aperto le gabbie, e i suoi schiavi erano affamati.
    Eppure, se era vero che il loro spirito ardeva, i loro corpi non ne rispecchiavano affatto la determinazione. Stanchi, sconfitti nel corpo e nella mente. Chi ferito, chi semplicemente esausto... lo stesso Boggart stava assaggiando solo ora il sapore della stanchezza: la fulminea quanto poco fruttuosa eliminazione del mimo lo aveva prosciugato nel corpo quanto nell'animo.
    La vista dei propri compagni, uniti in un unico, saldo fronte comune lo spronava ad andare avanti.

    Fu l'Eunico, il Pasha Peek, a fermarlo dai suoi pensieri, cercando una giustificazione per l'abbandono del campo di battaglia. "Solo mercanti, eh? "sorrise bieco il rossiccio. Una mano scivolò nella bisaccia, estraendone una lampadina perfettamente fulminata. "La prima è gratis, per altre io fa sconto – Pasha "commentò, passandogli l'oggetto. Il messaggio era chiaro. Ben due mercanti stavano calcando le sabbie di quell'arena, in quel preciso istante, e per uno di essi non era nemmeno la prima volta.
    Sorrise invece verso lo Speziale, annuendo col capo e lasciandolo congedare. Era raro, per lui, trovare simpatico un Bipede. Eppure, quel tipo... sarebbe stato uno stupendo, spettacolare Boggart, lo gridava ogni cellula del suo corpo scagliato. "Cosa? "domandò però, non capendo cosa intendesse con le sue ultime parole. "Cosa intendeva? "domandò a 23, che raggiungeva solo allora la situazione. "Mi... mi ha dato questo. Cosa... cosa cavolo sta succedendo, Capo? "domandò quest'ultimo, guardando inorridito l'arena. Zimmer sorrise, bieco, e afferrò la bustina, esaminandola per un istante con occhio critico.

    E' Takheloth a prendere ora la parola, sfruttando quell'attimo di vuoto lasciato dai Pasha, con la loro frettolosa fuga. Il Boggart assottigliò gli occhi, squadrandolo da capo a piedi. Era una delle reclute, o comunque uno dei membri più giovani. Il molliccio non aveva ancora avuto modo di lavorare con lui, o di affidargli un qualche incarico. Lo conosceva attraverso le parole di chi lo aveva reclutato... e delle Voci, che tutto vedono e tutto riportano.
    Zimmer lo lascia parlare, ascoltando ciò che ha da dire. E si, una parte di lui gli da ragione.
    Sono tutti stremati, è evidente. Forse, scappando, o ritirarsi, come galantemente lo definisce lui, potrebbero anche salvarsi. Alcuni di loro, sicuramente.

    "Finisce qui. "commenta solo, guardandolo duramente.
    "Se chele cose escono, noi ha perso. No solo l'arena, ma tutta città. Forse tutta Merovish. "continua, andando a grattarsi il piccolo naso, fuso in gran parte al resto del volto. "Coordinarci con chi? Noi è tutto chelo che resta... e se manca ancora qualcuno, tu sta sicuro che verranno tutti qui, senza che tu scappi ad avvertirli. "conclude, tornando a osservare la scena, aspettando che qualcosa... qualsiasi cosa possa dar loro una mano.
    "Ma se tu ritiene più importante tua sopravvivenza, tu è libero di andare. Noi resta. Noi tenta. "conclude, lapidario. Non c'è posto per chi non ha quel fuoco dentro, non c'è posto per chi usa solo la fredda logica. Loro sono probabilmente l'unica speranza di tutto il presidio... devono tentare. Un altra voce si aggiunge al coro, e Zimmer sorride. "Finalmente, rosso. Io mi chiedeva quando tu avresti mostrato tuo volto, in chesta storia. "lo saluta, ghignandogli contro come solo un Boggart sa fare... sembra proprio che il bel molliccio lo stesse aspettando. Assiste alla sconfitta del campione, rammaricato nel vedere che l'uomo che ha steso i migliori di loro sconfitto con così tanta facilità da una delle creature che si apprestavano ad affrontare. "Nostri sono ancora tutti in piedi. Nostri non cadono." rispose però, orgoglioso.

    E' la reazione dello stesso Takheloth, preso in causa dai “saluti” del nuovo arrivato, che lo fa sorridere.
    "Rinfodera gli artigli, Cucciolo, se tu no vuole che chesto “gorilla gonfio di ormoni “ no usa tuo corpicino per spazzare pavimenti di tutti i cunicoli di Tana "lo ammonisce, ridacchiando divertito. "Mentre voi bisticciate come scimmie in calore, noi sta perdendo tempo. Rosso, tu sa qualcosa. Tu ha sempre saputo qualcosa più di altri. Sembra arrivato momento di parlare, no? "domanda, terminando di esaminare la polverina passatagli dallo Speziale per mezzo dello schiavo. Prova pure ad assaggiarla con la punta della lingua, prima di decidersi e trangugiarla, a patto che la sua analisi non ne metta in luce una qualche spiacevole caratteristica.



    ENERGIA: 20 %
    Fisico: Stanco.
    Mente
    : Inquieto, ma risoluto



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    Mercury Trader: 2/3 – 3/3
    Aspide di Troia 24/24




    Attive:


    Passive:

    Icarus [x] [Passiva di volo]
    Fin dai tempi delle antiche lune, quando i Boggart erano liberi di pascolare per le lande di tutti i mondi, prima che perdessero la possibilità di vivere in superficie e si autoesiliassero nei Cunicoli (lo avevano detto alla Zietta Bacherozza che quella mano di poker sarebbe andata male...), i mollicci di tutte le tribù sognavano, come tutte le civiltà senzienti, il volo.
    Questa antica e ancestrale voglia di librarsi nell'etere risale alla prima tribù Boggart: i Cosirossichevendonoquellochevogliono. Il capo villaggio, mentre vendeva i famosi rotoloni di carta igienica di foglie d'ortica, capitò di dover volgere gli occhi al cielo. Era notte, e immancabilmente trovò quella grossa palla argentata in mezzo al cielo. "Se riuscissi a vendere quella..." pensò subito il Boggart, "...potrei vivere di rendita tutta la vita!"
    La corsa alla conquista della Luna era iniziata.

    Ci furono vari casi nella storia Boggart, dove famosi e rimirati scienziati riuscirono a spiccare il volo. Primo fra tutti fu G'orlan Saltocolpiede. Si gettò da una rupe e volò per ben ventitré secondi. Purtroppo, non sopravvisse all'esperimento.
    Farg'arn Voladipeto, che tentò di addomesticare un albatros per usarlo come cavalcatura. Ci riuscì, ma casualmente fu trasportato solo al nido del volatile, finendo nelle fauci dei suoi piccoli.

    Eppure, i Boggart non si fecero mai scoraggiare da queste quisquiglie, e finalmente, Zimmerthaugher Del Cunicolo Dal Quale Si Torna è riuscito nella titanica impresa.

    Grazie alle sue abilità di ingegneria all'avanguardia e al misticismo dei suoi rutti, il molliccio ha messo insieme il sistema Icarus: due ali di colore scuro, costituite da una serie di lamine ultraleggere in grado di adattarsi alle correnti d’aria e sostenere così l’esile peso del Boggart. Mezzo metro per ala, queste rispondono ai comandi meccanici dettati dal volere diretto del Boggart, che si è collegato telepaticamente alle ali impiantate nella sa schiena tramite una forte dose di alcol.
    Non chiedete, vi basti sapere che era roba davvero buona.
    Quando non vengono usate, le lamine che costituiscono il corpo delle ali si ritraggono su loro stesse, ripiegando tutta la struttura nei cilindri di contenimento sferici, che a loro volta si richiudono il loro stessi. Da chiuse, le ali non sono altro che due sfere scure impiantate nelle scapole del Boggart.


    Lingua da mercante [Passiva di Persuasione]
    Si può dire che sia la sua più spiccata qualità: sapersi togliere dai guai non usando la pistola, bensì l'arte oratoria.
    Anche se il suo vocabolario non è dei più forbiti o la sua pronuncia la più corretta su tutta Endlos, Zimmer è capace di imprimere nelle sue parole un senso di sicurezza e di veridicità che con gli anni di esperienza come mercante è riuscito pian piano ad affinare.
    Sa sempre trovare la parola giusta nella giusta situazione, riuscendo quando è necessario interpretare il ruolo del buffone o quello del serio.
    L'importante è riuscire a convincere gli altri che quello di cui si sta parlando è vero al cento per cento.

    Ovviamente, non avendo poteri paranormali, questo non sarà mai possibile, ma la sua sicurezza e la sua parlantina porterà l'interlocutore ad avere meno dubbi a riguardo, tendendo a fidarsi delle parole del Boggart.


    Certificato di Alchimista[Immunità ai propri veleni]
    Gli Alchimisti dei Pozzi sono i chimici dei Mollicci. Utilizzando antiche quanto folli ricette, sono in grado di sintetizzare in rudimentali laboratori impacchi curativi, pozioni dai più disparati effetti, potenti droghe. Alcune di queste ricette sono talmente pericolose e inquietanti da essere bandite addirittura dai Boggart. Un esempio palese è quello della capra gigante. Mai, MAI sintetizzare la pozione della capra gigante. [Guida all’universo Molliccio, geografia dei Cunicoli e vocabolario di torte pigolanti, estratto.]

    -I Veri alchimisti si distinguono dai mentecatti per la loro abilità nel resistere alle proprie misture. E' cosa alquanto comune, quando si lavora alla miscelazione di sostanze ignote, generare reazioni chimiche incontrollate e spesso non volute. Se i chimici non avessero questa innata capacità a resistere ai veleni, dubito seriamente che esisterebbe la professione di alchimista, in queste lande.
    Ora, i Boggart NON sono veri alchimisti: gli ingredienti cui hanno accesso sono si molto particolari e dai più disparati effetti, ma questa peculiarità ha limitato enormemente la qualità dei vaccini e delle tecniche utilizzate per resistere ai veleni. Di conseguenza, gli effetti di questa passiva si possono applicare solo ai veleni prodotti dal Boggart, e si rivela completamente inefficace verso i veleni di qualsiasi altra origine.
    [Passiva di immunità ai veleni Boggart]
    -


    Intuito del bugiardo [Passiva di radar contro le influenze psioniche e illusorie]
    Chiunque cerchi di intraprendere la carriera del mercante di ossa, fra i Boggart, deve rendersi conto prima di tutto che dovrà avere a che fare con le creature più meschine, ripugnanti, bugiarde e approfittatici che la natura cosmica potesse creare in tutta la sua bizzarra fantasia: gli esseri umani. Queste strane e malvagie creature, oltre che ad aver una carnagione orribilmente liscia e irrimediabilmente rosea, sono anche prime in classifica nel campo della violenza e della menzogna, tanto da essere perfettamente in grado di mentirsi a vicenda. Per questo, i mercanti di ossa, gli outsiders dei Cunicoli, che dovranno fare i loro affari con tali creature, devono esercitarsi fino allo spasmo a mentire e a riconoscere gli inganni.

    Zimmer, a tal proposito, ha passato un anno intero a mentire, sempre e costantemente, su qualsiasi cosa, tanto che se in quel periodo gli avessero chiesto "ti sei lavato Zimmer?" lui avrebbe risposto "certo, come ogni giorno!"

    Riuscire a mentire è un arte, e per chi riesce a farlo in modo naturale come respirare, allora accorgersi di una menzogna è altrettanto facile.
    Questo intuito latente è molto, molto comodo in quanto nel mondo esterno esistono creature capaci di manipolare i sensi, di farti vedere cose non vere... e riuscire a distinguerle, è un gran vantaggio.



    Companion:

    Oliphant [x] [Companion animale, GDR only]
    Avete presente quei grossi, mastodontici, giganteschi elefanti che da soli potrebbero schiacciare una città senza nemmeno rendersene conto? Ecco, era un animale del genere che il caro Boggart andava cercando, per poter agevolare i suoi simpatici affari.

    Vi ho già fatto notare quanto fosse abile negli affari no?
    Zimmer è riuscito a comprare l'unico Oliphant nano esistente nell'universo. Quando a capito che non sarebbe cresciuto con il tempo, le sue imprecazioni si sentirono a distanza di continenti, seguite a ruota dalle grasse risate del venditore di Oliphant di piazza foglia, rinomato animalista.
    Nonostante la frustrazione del Boggart, possiamo comunque dire che l'aggettivo "nano" poco si addice alle fattezze del barripede che misura i sei metri e mezzo di lunghezza e i tre di altezza, pesando non meno di tre tonnellate. Ne più ne meno di un elefante convenzionale, ma che date le scarse dimensioni del suo padrone, più che soddisfacente.
    La particolarità di questo animale sono senza dubbio le zanne, due paia di simpatico avorio che spuntano come dei dentoni dalla bocca di questa tenera creatura. Il capo e la parte superiore della proboscide sono stati dipinti di rosso, come tradizione vuole, e sulla schiena è stata montata una grossa impalcatura che permette di caricarci sopra una grossa quantità di carabattole, le stesse che un giorno il Boggart riuscirà a vendere.


    23 [x] [Companion Cyborg]
    Ho già detto che Zimmer era un abile mercante vero?
    Bhe ho mentito.
    Ogni tanto prende delle cantonate gigantesche. Come quella volta che ha venduto una bussola fluorescente in cambio di 23.
    Si, 23, quel inutile ammasso di pelle e ossi che lo segue trotterellando come un pulcioso.
    23 perchè, da che mondo è mondo, gli schiavi non hanno diritto a un nome... ma non possiamo mica dire "we, coso, portami l'acqua!" ... pertanto Zimm, siccome era il 23 acquisto che faceva quel giorno, ha iniziato a chiamarlo così.

    23

    Non si sa da dove sia saltato fuori, nemmeno quanti anni abbia.
    Non molti, a giudicare dalla statura di poco superiore a quella del Boggart... ma abbastanza da portargli la mercanzia. E poi cè sempre il rischio di rimanere bloccati da qualche parte, senza cibo ne acqua, no?
    Dicono che gli umani siano tanto teneri quanto inutili.

    Comunque, 23 arriva si e no al metro e sesanta, veniva costantemente rasato per motivi di igiene, ma da quando si sono stabiliti a Merovish, il Boggart ha acconsentito a lasciarglieli crescere. A sorpresa, lo schiavo ha rivelato una folta chioma di capelli argentei.

    Con il passare degli anni il rapporto fra lo schiavo e il padrone si è consolidato, tanto da far passare la coppia a chi li osserva come due colleghi in affari. C'erto, uno sfrutterebbe fino allo sfinimento l'altro senza dare nulla in cambio, ma non è forse questo il mondo degli affari?
    23 non lo ammetterebbe mai, ma si è affezionato al proprio padrone. La cosa, molto probabilmente, è reciproca, anche se per motivi diversi, ma anche l'altra campana non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

    Cè chi dice che siano una coppia inappropiata, chi pensi siano le due facce di una identica medaglia.

    Il fisico è quello di un ragazzo segnato dalle intemperie ovvie della sua situazione, e solitamente veste con qualche abito puramente a scopo pratico dai colori improponibili. Non deve mica andare a una festa di gala dei cunicoli, vero? Anche perché le feste dei cunicoli si svolgono, spesso e volentieri, a pubblico nudo.


    Che la Paura diventi Rabbia [Passiva di insensibilità al dolore] [Passiva di sensi sviluppati]
    Attraverso le torture, le privazioni sensoriali e l’addestramento indotto dai Demoni meccanici, il povero schiavo è stato convertito alla dottrina dei Phyrexia, e non solo nella morale e nella psicologia, ma anche nei riflessi e nelle percezioni. I lunghi periodi passati nel buio più assoluto lo hanno reso quasi cieco, ma hanno potenziato in modo impressionante tutti gli altri sensi. Le lunghe ore passate sotto tortura, senza mai perdere conoscenza, gli hanno conferito non solo una soglia del dolore drasticamente più alta, ma anche un livello di percezione corporea altrimenti irraggiungibile.
    A seguito a questa preparazione, il corpo dello schiavo è stato “rielaborato”, potenziato per usare una terminologia comune ai suoi carcerieri. Dove prima stavano degli organi, ora in gran parte risiedono delle macchine. Dove prima c’era un cervello, ora la materia grigia è assistita da un centinaio di processori.
    Dove prima stava l’uomo, ora regna la macchina. Questo ha sopperito a molti degli handicap accumulati durante la “rieducazione”, potenziando in oltre le capacità che il ragazzo aveva in precedenza.


    La spada delle Legioni [Spada + passiva Vibrolama]
    L’arma che i Phyrexia donano al loro profeta, l’anima corrotta ricondotta alla luce, Skaro il conquistatore, Skaro delle Legioni. Ed è, di fatto, l’arma che 23 ha ottenuto dopo il suo indottrinamento, assieme a tutti i suoi titoli. La spada delle legioni di fatto non è una spada vera e propria, e il suo nome è solo simbolico. L’arma in se è integrata nel braccio destro di 23 ed è composta da un unico blocco di metallo affilato come un rasoio. La lama non è appuntita, bensì rettangolare, in modo da dare il meglio non negli affondi ma nei tagli netti. Tuttavia, la sezione di punta è talmente affilata da non invidiare nessuna punta di spada convenzionale. La lama, nera come la notte, è innestata nel braccio dello schiavo, e può essere estratta a piacimento o fatta ruotare sul proprio asse. In oltre, l’intera lama è studiata in modo tale da vibrare ad una frequenza tale da non essere notato dall’occhio umano, ma da garantirgli un potere di penetrazione e di taglio inimmaginabili.



    Il pugno delle Legioni [Arma da fuoco: fucile d'assalto]
    I profondi cambiamenti apportati dai Demoni meccanici non si sono limitati a cambiamenti interni al corpo dello schiavo, per potenziarne le capacità, ma anche ad alcune parti esterne. Entrambe le braccia dello schiavo sono state sostituite con due protesi cibernetiche, nere e resistenti. I collegamenti neuronali permettono allo schiavo di provare sensazioni tattili alle nuove braccia, nonostante queste siano artificiali. Il motivo di questa sostituzione è la scarsa idoneità alle vecchie braccia organiche al combattimento. Le nuove braccia invece possono garantire una gran forza di arresto e di attacco, oltre che a fungere da alloggiamento alle armi principali dello Schiavo.
    Se nel braccio destro è impiantata una lama, nel sinistro troveremo un fucile. Il palmo della mano sinistra presenterà una bocca di fuoco alimentata da un reattore posto sulla spalla dell’arto, capace di detonare proiettili al plasma ad alta densità. Tuttavia l’elevato calore generato dall’arma ne compromette l’utilizzo continuativo, limitandone la capacità. La forza d’impatto e di penetrazione dei proiettili non sarà diversa da quello di munizioni standard reperibili in ogni dove e la capacità massima di fuoco sarà di tre colpi al minuto (turno). In oltre, il numero massimo di colpi detonabili prima di un surriscaldamento è di un massimo di 12, successivamente il nucleo che alimenta il fucile andrà sostituito.



    "It's Spider o'clock!" [Companion meccanico: ragno] [Passiva di Invisibilità] [Vista condivisa]
    Dovete sapere che i Boggart hanno un concetto di misurazione del tempo alquanto particolare. Abitando sotto terra, quando venne l'urgenza di misurare il passaggio dei secondi, delle ore, degli anni, non venne loro in aiuto la luce del sole, con quelle bellissime meridiane che ne conseguirono nel mondo dei Bipedi. No, loro cominciarono a misurare i lassi di tempo fra un rutto e l'altro. Inventarono il Ruttatore: una bevanda capace di farti ruttare per un anno intero. Quelli che non morivano per le gigantesche quantità di CO2 sviluppata nelle loro pance diventavano degli orologi viventi. C'era un Ruttatore in ogni pub, locale, area adibita al bere, che per un anno buono stava li, a ruttare le ore.

    Dopo questa premessa completamente inutile, che ci fa Zimmer con un cipollotto da taschino?
    Beh di sicuro non ci legge l'ora.
    L'orologio è in realtà un miracolo di micro ingegneria: grazie all'abilità del Boggart nel creare roba improbabile e all'energia dei cristalli trovati a Nord (dio benedica quella quest), è riuscito a costruire un piccolo ragno meccanico che, chiuso su se stesso, ha le sembianze di un orologio da taschino.
    Il nuovo compagno di viaggio dell'allegra brigata zimmeriana è il compagno ideale per un Boggart. Non consuma cibo, non si lamenta, non chiede uno stipendio... a paragone, 23 è una stupida palla al piede.
    Oltre ad eseguire tutti gli ordini impartiti dal Boggart, il ragno è composto da una particolare lega derivante dall'acreacciaio e dalla lucediluna. In breve, è in grado di riflettere quasi completamente la luce, diventando, se non invisibile, molto difficile da notare.
    E mi chiedere, che fa questo simpatico orrore su otto zampe? Stacca la testa a morsi alle persone?
    Beh - vi risponderei io- non ancora. In verità, di suo fa ben poco... se non che l'addome è carico di ogni sostanza nociva mai ideata dal Boggart e che il suo dorso è sagomato per istallarci sopra un Diffusore di Peste.


    Equipaggiamento:

    Bandoliera.
    La più fedele compagna di ogni Alchimista degno di questo nome: una tracolla di pelle e cuoio piena di tasche di ogni dimensione, in grado di contenere un ingente numero di fiale, bottiglie, recipienti di modeste dimensioni. Per la pozione giusta al momento giusto!

    Mercury Trader[Arma da mischia: Martello + Arma da fuoco: cannone]

    Avete mai avuto la sgradevole sensazione di essere osservati?
    Ricevete spesso minacce di morte?
    La vostra carovana è davvero al sicuro, con quei mercenari da quattro soldi che avete reclutato? (che ovviamente non sono Eversori, il meglio del meglio, brutti spilorci del cazzo?)
    Gentleman? I Give you... The Mercury Trader! Osservate la sua invidiabile linea!
    *Parte un montaggio di Klaus in intimo che accarezza voluttuosamente un enorme martello argentato, con rifiniture in oro e carbonite*
    Con questo miracolo dell'ingegneria, anche il più debole di voi potrà fare una strage alla vecchia maniera, spaccando arti, crani e casse toraciche come se fossero di paglia! *Il Klaus / modella eminflex lancia sorrisi suadenti alle telecamere, mentre mima un colpo col denominato martello* Grazie ai simpatici giunti di potenza a reazione, anche il più piccolo e sbilanciato esserino potrà tirar di magli come e soltanto gli dei potevano prima!
    Ma... un momento... cosa vedo arrivare? *Primo piano sul seminudo Klaus, che spalanca la bocca in finta sorpresa* E'... la PECORA CORAZZATA! *un addetto vestito di nero, cercando di non farsi inquadrare troppo, porta sul set una povera pecora, con un piccolo elmo di cartone malamente colorato di grigio. Il sempreverde Klaus finge spavento e terrore, la pecora comincia a brucare il cartone di cui è composta l'ambientazione del set*
    Vi siete mai trovati in situazioni simili? Contro creature talmente mostruose e raccapriccianti da non trovare nemmeno il coraggio di fare un passo verso di loro?
    Niente paura, signore e signori, il Mercury Trader lo troverà per voi!
    Questo in fatti non è solo un fantastico e schiccosissimo martellone da battaglia spaccatutto, no signore!
    *Il bellissimo Klaus preme un pulsante sull'impugnatura del martello e la testa di questi (del martello, non del Klaus) si apre, rivelando un enorme bocca di fuoco. Il Klaus mima movimenti provocanti col dato cannone* Ebbene si! E' anche un pratico, comodissimo, devastantissimo BAAAAAZZUKAAA!
    *Il cannone si carica di energia, proiettando scariche elettriche nello studio e annerendo il finto mobilio del set, prima di liberare una scarica di un blu intenso, cancellando dal creato la povera pecora. L'animale, colpito, esplode, tingendo di rosso e di interiora l'ambiente. Effetto sonoro da film comico da 4 soldi, risate registrate*


    Aspide di Troia [Arma da fuoco: Mitragliatore, cammuffata.]
    Ultima invenzione di casa Zimmer, l’Aspide di Troia, o più semplicemente Aspide. Per la prima volta, Zimmer non ha attinto all’arsenale tipico di un Boggart per la creazione di questa ultima, stupenda arma, ma non per questo il risultato è meno letale del solito.
    L’aspide, come il nome suggerisce, è una serpentina di metallo scuro che si allunga sulla spalla destra e si avvolge a spirale lungo tutto il braccio, fino al polso del molliccio. La testa del dispositivo, apparentemente ornamentale, culmina in un effige raffigurante una testa di vipera, nell’atto di azzannare un invisibile preda. Quello che sembra un ornamento è in realtà una macchina di morte, sofisticata e letale. La serpentina è in realtà cava, alimentata da una forte pressione generata da un micro compressore installato nella coda e be oliata con un unguento alchemico. Caricata da uno scomparto invisibile a chi non sa dove cercarlo, l’arma può essere caricata con dei piccoli proiettili affusolati a forma di aculeo che niente hanno da invidiare a quelli di una normale mitraglietta. Il dispositivo è in grado di detonare 4 proiettili in rapida successione e di contenere, vista la loro piccola dimensione, 24 proiettili.
    Il suo nome, tuttavia, è riferito alla particolarità peculiare di alcuni proiettili appositamente costruiti da Zimmer: i denti di vipera. Questi dardi sono anch’essi cavi ed equipaggiati da una piccola pompa a dispersione. Se caricati con uno dei gas letali dell’Alchimista dei Pozzi. Questi proiettili scaricheranno il loro letale contenuto durante il tragitto, come dei veri e propri cavalli di troia.



    Portatore di Peste. [Mina + attive ad area]
    [... e quando i Boggart cominciarono a usare l'Acreacciaio per difendersi dalle maledizioni dei Rargshak, vanificandone la potenza magica, i Ratti Mannari cominciarono a usare armi alternative. Il Clan dei Rodimidollo cominciò ad usare un arma che anche l'acreacciaio non riusciva a contenere, una arma che non era magica. I Sacerdoti della Peste scatenarono la morte fra i Cunicoli.]
    La nuova arma di casa Zimmer è in realtà una rielaborazione di un arma usata dal proprio antico nemico. Molti reperti furono ritrovati sui cadaveri dei Sacerdoti della Peste, eppure la maggior parte di questi sembrava inutilizzabile. Il Rossiccio di Merovish è riuscito a ricavarne un prototipo, dopo anni di sperimentazione e di insuccessi. Il risultato è una piccola piramide d'ottone, grande abbastanza da stare in una normalissima tasca. La base è adesiva, e al comando del molliccio le tre sezioni laterali si aprono, rivelando tre diffusori (uno per ogni lato) pronti a liberare il proprio mortale carico.
    L'intensità dei sintomi e l'area di diffusione è relativa alla concentrazione di batteri caricati nel diffusore, ma
    i sintomi sono tipicamente abbassamento di temperatura corporea, cefalea, vertigini, dolore inguinale e un forte malessere generale. I sintomi si accentuano tanto più a lungo il soggetto colpito resta nell'area d'azione del diffusore, che continua a rilasciare ondate di batteri di Yersinia pestis per ben due turni. Il batterio, modificato in laboratorio, agisce attraverso l'inalazione e la comparsa dei sintomi è immediata. Tuttavia, per avere questo effetto istantaneo, si è sacrificata molta della longevità del batterio, che sopravvive quel tanto che dura la carica di diffusione del dispositivo (due turni).
    Il diffusore può agire in due modi, per quanto simili, a seconda della situazione.
    Non essendo un gas, ma un batterio, l'azione sarebbe incolore, inodore e indistinguibile, salvo percezioni particolari, dalla normale aria. Questo favorisce, come molte delle armi chimiche di Zimmer, la furtività dell'azione, impedendo per quanto possibile all'avversario di accorgersi dell'attacco, fino all'insorgenza dei sintomi.
    Tuttavia, spesso e volentieri il panico è un arma molto più efficace della furtività. Assieme al batterio, il dispositivo può liberare una sostanza gassosa più pesante dell'aria, di un denso colore verde marcio e dall'odore sgradevole. Il gas ha la stessa area d'effetto della diffusione del batterio e non ha assolutamente nessun effetto negativo, se non portare il messaggio implicito del "se vieni qui ti fai un gran male".

    In oltre, se il serbatoio batterico è per forza di cose limitato al singolo utilizzo, quello gassoso è più capiente, permettendo l'attivazione più volte. Boggart: la truffa è sempre dietro l'angolo.










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    :teach:


    Banner_of_Command_item - Phantom_Dancer_item - Mikael%27s_Crucible_item - Haunting_Guise_item - Mejai%27s_Soulstealer_item



    Edited by Kami della Falsa Speranza - 7/5/2014, 18:18
     
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  7. Eren Satu
     
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    Danzando sulle Rovine - I
    Arena Nera, Merovish - Presidio del Sud


    Quando il Pasha Preek espone il suo punto di vista dopo la democratica decisione dei presenti di rimanere, Eren non può che concordare con lui. Peccato che di tutto il pistolotto l'unica cosa giusta che abbia detto è che sono dei mercanti.

    Quando il Roscio esterna il suo disappunto nei confronti del Pasha, Eren si ritrova a dover concordare anche con lui. Soprattutto sul seguito della sua arringa, in particolare l'ultima parte.
    Il fatto che lui, lo Sprecone, fosse completamente all'oscuro di molti aspetti riguardo questa storia non lo aiuta a formulare una controproposta convincente per l'offerta che il Roscio stava proponendo per il disastro imminente. In una logica di concorrenza commerciale, questo è pericoloso per gli affari; rimanere indietro anche nei pettegolezzi può far male ai profitti.

    Per questo rimanere ad ascoltare quanto accade, in questi casi, non è sbagliato.

    png

    Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%


    - Condizioni › Ottimali. Risente parecchio del clima.

    - Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]

    - Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}

    - Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}

    - Note › Blabla, mi faccio gli affari del Roscio.

    «La speranza in un guadagno
    disonesto è l'inizio della rovina.»
    Eren Satu

     
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  8. Neidlos
     
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    Avrebbe riconosciuto quella sagoma tra mille. Quei passi, poi, inconfondibili quanto fastidiosi. E quella voce, satura di oscurità e violenza. Un timbro che non aveva dimenticato, e che gli fece salire subito il sangue al cervello.

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    « Tu! »
    Il Malkavian biascicò con veemenza, raschiando un grumo arancio dalla gola, un misto di saliva e sangue, rigettandolo sul terreno. No, non poteva crederci. Il Fulvo, il Macellaio bastardo che avevano incontrato nell'oasi e contro il quale avevano combattuto, era proprio lì, davanti a loro. Sì, proprio lui, lo stesso che gli aveva incastrati, facendoli arrestare e finire in prigione, lo stesso che li aveva costretti a dover combattere nell'Arena. La stessa bestia, stava ora offrendo loro il proprio aiuto.
    « Figlio di puttana! » inveì pesantemente verso il colosso, facendosi spazio tra gli altri - dando una spallata al damerino che aveva profilato una ritirata - per dirigersi verso la sacca contenente le loro armi, sequestrate in precedenza. Gli occhi andarono a cercare la Nemesis, e dopo averla trovata, il Vampiro la raccolse repentinamente, impugnandone l'elsa con una presa ferrea. « Cosa cazzo ci fai qui? Dico, ma vi siete bevuti il cervello? Questo è il pezzo di merda che ci ha fatti andare in galera. »

    Le vene delle tempie iniziarono ad ingrossarsi, così come quelle sul collo. Trovava inammissibile che gli Eversori si alleassero con una carogna di tal genere. Gli interrogativi, però, erano molteplici; perchè si trovava lì? Perchè dava l'impressione di sapere più di quanto sapessero loro sull'intera faccenda? Cosa significava il gesto di riportare loro le armi?

    Ma no, la rabbia era più forte. Avrebbe lasciato agli altri l'onere della diplomazia. Troppe, troppe cose erano successe. E nel mentre il Campione veniva letteralmente polverizzato da una delle creature che di lì a poco avrebbero invaso Merovish, come fosse stato l'ultimo dei disgraziati di Endlos, Schneider sollevò la lama nera della mannaia, puntandola dritta al collo del Macellaio.
    « Datemi un buon motivo per non staccargli la testa dal collo. » si rivolse ai tre gerarchi, per poi voltarsi verso il Fulvo, concludendo lapidariamente. « Stavolta lo farò per davvero. »



    CITAZIONE
    .::STATS::.

    KLAUS VON SCHNEIDER
    - the malkavian's power -

    10zuxld


    --—---—--



    Condizioni Fisiche: Tagli superficiali all'avambraccio sinistro e alla coscia destra. Sudorazione fredda ed eccessiva. Taglio di media entità al braccio sinistro, poco sopra al gomito. Danno basso da ustione alla gamba sinistra.
    Condizioni Psicologiche: Determinato
    Segni Particolari: Occhio sinistro con iride bianca, sclera nera. (Vedasi la Passiva "Kaos")
    Consumi del turno:
    Energia: 30%

    Equipaggiamento:
      NEMESIS Nemesis ("Principessa Nera" o "Mannaia Nera") Mannaia 170cm x 40cm. [LiNk]

      MONSTRE Unghie retrattili e canini da Vampiro da 15 cm. [Armi naturali]


    Abilità passive:
      PERFEKTE GEN [+50% Forza - +50% Velocità - +10% mana]

      SENSOREN [Auspex Passivo; 30 metri]

      DEADPAN [Passiva; Individuazione attacchi psionici]

      SICKNESS ATAXIA
      Subdolo e meschino. Corrotto nel senso più letterale del termine. Il Mercurio padroneggiato dal Malkavian è un elemento decisamente fuori dal comune, nella cui sostanza sono insiti mali e sofferenze della peggior specie. L'Hydrargyros è sempre presente attorno alla figura del Vampiro sotto forma di patina invisibile, microscopici e infinitesimali granelli trasparenti che fluttuano a mezz'aria. Questa aura venefica - di per sé innocua - produrrà i suoi effetti disgustosi solo con l'attivazione di tecniche che si basano sull'idrargirio. Come una bastarda, entrerà in connessione con ogni coagulazione mercurea generata da Schneider. Ogni costrutto di argento vivo, o comunque, ogni tecnica basata sul suddetto elemento, andrà a innescare una serie di reazioni spiacevoli e meschine al malcapitato di turno. Si parte da una leggera Atassia (disturbo consistente nella progressiva perdita della coordinazione muscolare), per poi passare a una discreta perdita di liquidi corporei ( sudore, mucosa dalla cavità orale, lacrime, urina)e, infine, forti conati di vomito. Effetti sicuramente non letali, ma che faranno piombare chi li subisce nella confusione più totale, non riuscendo la vittima a comprendere cosa stia succedendo al proprio corpo. La gravità dei sintomi cambia, ovviamente, dal tempo più o meno lungo di esposizione al mercurio, e da quanto argento vivo si sia generato durante il corso del combattimento. In-game, il tutto è rimesso all'interpretazione e alla discrezionalità dell'avversario.[Passiva; intossicazione da mercurio]


      KAOS [Vista supersviluppata - Lettura dei movimenti ; Abilità passiva]

      INVISIBLE BLACK [Passiva Anti-Auspex sino a Medio]


    Tecniche:


      Glossa:Citata la nuova passiva Sickness Ataxia per intero.
       
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      Mentre il gruppo dei Pasha cominciava ad allontanarsi la sola Alarya si mosse in direzione opposta per andare incontro ad Helk e consegnargli una strana boccetta dal misterioso contenuto.

      « E' un tonico. »

      Pragmatica e concisa non aggiunse altro prima di tornare dal suo padrone e al suo ruolo di integerrima guardia del corpo.

      “Grazie amica mia.”

      Gli occhi gialli del Pirata seguirono la sua figura che si allontanava per qualche secondo prima di concentrarsi sull'insolito presente.

      Fece ondeggiare curioso la boccetta soppesandone e studiandone il fluido in essa contenuto. Si chiese quali potessero essere le proprietà di quel tonico, nello specifico si chiese quanto potesse essere davvero efficace. Tuttavia considerando da chi l'aveva ricevuto le sue qualità non andavano sottovalutate. Non era un dono da prendere alla leggera, doveva farne uso nel migliore dei modi, il che escludeva a priori che fosse lui a beneficiarne.
      Era stata una lunga giornata fino a quel momento, ma era ancora nel pieno delle forze e delle condizioni fisiche. Ma osservando i suoi compagni si era reso conto che alcuni erano davvero messi male, in special modo i reduci dell'Arena. Di fatto erano stati costretti a trascinarli di peso fin lì.

      Stavano per gettarsi in un Inferno da cui probabilmente non sarebbero usciti vivi, ma quantomeno potevano sperare di far affondare con loro quanti più di quei mostri possibile.

      Per fare ciò era necessario che il gruppo fosse nelle migliori condizioni, doveva dare quell'aiuto a qualcuno per cui potesse fare la differenza.
      Diede una rapida occhiata ai compagni e la scelta fu abbastanza facile e rapida da prendere.

      Ariste, il gerarca, era davvero messo male e sebbene non lo avesse mai visto combattere di persona aveva motivo di pensare che fosse tra i combattenti più abili ed esperti di tutta l'organizzazione. Credeva che averlo in battaglia avrebbe potuto fare la differenza, quindi gli si accostò e gli offrì la fiala.

      “Bevi questo, è un tonico.
      Magari può darti un po' di sollievo.”

      Una scelta in linea con il pragmatismo di Alarya.




      CITAZIONE
      Condizioni fisiche: ottime
      Condizioni psicologiche: attento
      Energia: 85%

      Note: :flwr:

      Tecniche utilizzate:

      Abilità:

      Pensare

      Come già detto quella del pirata è una mente brillante e fuori dal comune. Certo non è detto che riesca sempre a trovare la cosa giusta da fare in ogni situazione, anch'egli è passibili di errori madornali e scelte sbagliate. Tuttavia come Capitano di una nave pirata ha imparato che il tempismo è tutto, pensare velocemente è d'obbligo in determinate. Così un po' per predisposizione naturale, un po' per necessità ha acquisito una velocità di pensiero disarmante. Il che si traduce in una prontezza di riflessi decisamente fuori dall'ordinario. (Passiva di bonus ai riflessi, 5 punti)

      Agire
      Se pensare velocemente è importante, lo è ancor di più saper agire in tempo. Spesso situazioni di pericolo richiedono che pensiero e azione riescano a muoversi di concerto e in sintonia. Così Helk si è allenato duramente per saper agire in maniera quasi istantanea dopo aver deciso cosa fare. Ora gli basta un'istante per riuscire ad attivare uno dei suoi dispositivi o per azioni di altro genere. (Il tutto si traduce in una Passiva di Istant Casting, 5 punti)

      Equip:

      Alabarda Spaziale #3, l'edulcorata

      Trattasi della terza versione di una sua arma ben collaudata, appunto l'alabarda spaziale. Un oggetto dalla lunghezza totale intorno ai 180 cm, dalla colorazione grigiastra arricchita da delle strisce più scure in prossimità della punta. Una delle estremità si ingrossa e termina dunque in una punta pericolosamente acuminata. Anche questo è un vero e proprio gioiello di tecnologia, l'alabarda è realizzata infatti con un mix unico di metamateriali nanostrutturati, da cui derivano le sue incredibili e versatili doti.
      Normalmente presenta una resistenza pari a quella dell'acciaio e un peso contenuto.

      Black Plate:
      La Black Plate è un gioiello di tecnologia, frutto di una vita di ricerca, e da un'esistenza attuale che ha del paradossale, in quanto inviata dal suo creatore a se stesso prima che sia stata inventata e realizzata. Di per se si presenta come una carta o tessera nera con un simbolo bianco sulla superficie liscia. Sembra sia composta da una specie di metallo leggermente flessibile, ma la sua composizione interna è ben più complessa e misteriosa. Ma di cosa si tratta esattamente? Facile. La Black Plate altro non è che un dispositivo di controllo. Uno strumento atto a controllare e manipolare materia ed energia (e non solo). Strabiliante! Un oggetto davvero fuori dal comune e dalle potenzialità infinite. La più grande difficoltà è il controllo del dispositivo stesso. Infatti codificare un comando da trasmettere alla carta è decisamente complicato, questo limita di molto l'utilizzo che Helk è in grado di farne attualmente.
       
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      الصحراء
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      Animismi a parte, era chiaro ed evidente che l'urgenza della situazione richiedesse il tuo intervento. Tu, il deserto, creatura figlia delle sabbie e, per questo, custode dei suoi segreti -forse non tutti, a dire il vero. Avresti atteso che tutti terminassero di parlare, dando modo e tempo a te di farti sentire. Abbandonare la regale voce antica fu uno strazio, ma non c'era tempo per tradurre antichi detti... tutti dovevano sapere, presto.

      Il deserto può dirvi che le creature in esso imprigionate, lo sono più o meno da quando il Primo esalò l'ultimo respiro. Il deserto ricorda che tale porta è controllata da una chiave, quella che voi forse chiamava "Cuore dei Titani", e che tutti abbiamo visto venire distrutta. Il deserto vi dice che non c'è modo di chiudere il passaggio, per ora.

      Conclusa la prima e più triviale questione, passasti a convogliare le tue energie affinché due titani, creature figlie della roccia, si ergessero nel pandemonio di quei mostri per disperderli, intrattenerli o comunque rallentarli. Fin dove possibile.

      Il deserto conosce coloro che realmente si nascondono nel portale. Il deserto li ha già visti sconfitti: sa come si muovono, cosa temono, di cosa vanno orgogliosi. Il deserto sa ma il deserto non ha intenzione di parlare con chi non ha a cuore il deserto stesso. Perché è il deserto che vi comanda, e alla sua chiamata voi risponderete. O sarete concime.

      Ruotasti il capo mascherato verso l'abisso.
      Sapevi che si agitavano. Sapevi che ridevano di voi.
      Ma loro non sapevano che il loro più grande carceriere, il loro più odiato nemico era ora piccolo, tozzo e rivestito di un mantello logoro.

      Il deserto sa che "loro" verranno per ultimi, quando la loro progenie -i pesci piccoli- avrà spianato la strada... il deserto ritiene che non abbia senso stare qui a perdere inutilmente forze ma che ci convenga ritrarci. Il deserto sa che le prossime battaglie saranno peggiori e voi dovrete combatterle al meglio. Ma il deserto non vieterà a nessuno di voi di gettare la vita come meglio crede... D'altronde, il deserto vuole solo ciò che il deserto necessità: che siano le vostre vite o le "loro", non importa.

      Avevi parlato. Eri certo che non tutti avrebbero garbato i tuoi modi ma la cosa, stranamente, non ti destava interesse. Dopotutto, eri lì in veste di osservatore... e se il deserto voleva che tutti morissero come cani, tutti loro sarebbero morti in nome dello Yuzrab.

      In un modo o nell'altro.


      STATUS

      Status Fisico:
      Ottimo 100%

      Ferite Riportate:
      Nessuna

      Condizione Mentale:
      Ottimale

      Mana Consumato:
      30%

      Mana Residuo:
      40%

      Altro: Evoco Gaius ad Alto (2 turni) e Celosia a Medio (2 turni) contro i pesci piccoli, per tenerli a bada per un po'. Parlo agli altri dicendogli ciò che sa sulla situazione.

      EQUIP


      اِخْتَفَى

      { Equip:
      Maschera Bianca
      { Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, ment…

      ألف ليلة وليلة
      { Equip: Mantello Nero
      { Info: un banalissimo mantello nero logoro


      بوصلة من الرغبات

      { Equip: Bussola dei Desideri
      { Passive: ndr
      { Attive:

      Fiala di Mana
      { Equip: Boccetta
      { Passive: Ripristina il Mana al massimo quando usata (only …


      ///

      { Equip:
      { Info:

      ABILITA' PASSIVE


      الرمال التغييرات

      { Passive: Cambiare forma a piacimento


      الهاوية ووكر


      { Passive: Camminare su ogni superficie


      الرمال قادم

      { Passive: Istant-Cast


      الرمال مشاركة

      { Passive: Condivisione attive con le evocazioni

      ABILITA' ATTIVE

      فارس
      { Attiva: Consumo Alto
      Il prossimo nemico è... nascosto nella nebbia... Un gigante che si erge verso il cielo... La sua collera fa tremare la terra.
      ~

      Il terzo colosso si configura come un'evocazione di nuda pietra, terra ed erba. La sua figura è imponente, il suo corpo rivestito di roccia come fosse una corazza; il braccio destro è sostituito da un lungo e ruvido blocco di pietra, ch'egli non esita a manovrare con violenza sui nemici. Alto complessivamente otto metri, e largo due, è il gigante umanoide più alto di cui il deserto dispone... nonché uno dei più forti. Quando richiamato, egli sorge dalla campo di gara ed esegue ciecamente il volere del deserto; la sua permanenza in questo mondo può durare anche due turni, a scapito però della sua potenza (ma non delle sue dimensioni, giacché queste non incidono sulla forza del colosso).


      والقط الوحشي

      { Attiva: Consumo Medio
      Un'altare sovrasta il lago... Un guardiano lo sorveglia... Tiene vivo il fuoco.
      ~

      Dalla terra emerge una creatura leonina rivestita di un'armatura di roccia e pietra, che viene subitamente lanciata verso il nemico. La creatura, fra le più piccole evocabili, misura complessivamente sette metri -altezza e larghezza comprese- e risulta, per qualsiasi persona comunque, sufficientemente imponente da indurre alla cautela. Dotata di artigli e di un paio di zanne che spuntano lateralmente al muso, la bestia attacca servendosi di queste armi naturali o sfruttando una rapida corsa. Qualora la sua permanenza non sia prolungata per due turni, dimezzandone quindi la potenza, il mostro ritornerà alla terra se colpito o al termine del tempo previsto per l'evocazione, ovvero un turno; e non si fermerà davanti a nulla che non sia il fuoco.



      Edited by flama - 10/5/2014, 23:47
       
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      Fiumi di parole riempirono l'aria.
      Un miscuglio di voci, un batti e ribatti continuo, una confusione di idee, opinioni, domande, speranze e disillusioni.
      Ariste era troppo stanco per prestare ascolto ad ogni singolo verbo proferito. Lo sguardo continuava a vagare senza focalizzarsi su alcun volto specifico, mentre la sua mente assorbiva solo poche frasi, le più importanti.
      Da buon greco, aveva vestito le vesti del grande, impavido comandante sparuti istanti prima, dando sfogo alle sue ambizioni inespresse, ma la verità era ben altra.
      Quando nel piatto conteso si stagliava l'intero montepremi, tuttavia, anche l'insicurezza veniva mascherata, soppressa.
      La decisione dei Pasha di ritirarsi dal campo di battaglia era certamente condivisibile, e l'oplite non espresse alcun pensiero in merito.
      La sua attenzione venne risvegliata totalmente, invece, quando il nerboruto fulvo apparì nuovamente.
      Guarda un po' chi si rivede.
      L'accoglienza riservata al rosso fu abbastanza variopinta. Esemplare fu la reazione di Klaus.
      Lui sa sicuramente molte più cose di noi. Tanto basta per evitare azioni avventate, al momento.
      Non voleva dilungarsi oltre.
      Tutto ciò che importava al Gerarca ellenico era reperire informazioni.
      Soprattutto considerando che troppe ancora sono le zone d'ombra che offuscano il nostro sapere.
      Mai frase si rivelò più corretta.
      Le urla dello Sfregiato catturarono l'interesse dei presenti, mentre questi fronteggiava una delle orribili creature richiamate dal portale.

      « Poveraccio... era uno dei vostri, quello? »


      ... prego?
      Certezze spazzate via da una semplice, innocua domanda.
      Dimitriy sollevò la questione prima del greco, ma la situazione non migliorava certo.
      Macellaio, è tempo di finirla con i misteri.
      Più andavano avanti e più ostacoli insorgevano.
      Il nemico principale non era rappresentato dal Mastino, né da quei giganteschi obbrobri in procinto di invadere Merovish.
      Il nemico era l'ignoranza.
      L'oplite gravò stancamente sul muro alle sue spalle, massaggiandosi la fronte.
      Problemi, sempre problemi.
      Abbi la creanza di spiegare come stanno realmente le cose.
      Fortunatamente, anche in quel marasma di reietti dimenticati dagli Dèi, una barlume di generosità si fece strada verso Ariste: Helk Muliphen, il pirata spaziale, gli si accostò per porgergli un preparato.
      Gli occhi di Skotos si mossero dalla fiala al volto del canide antropomorfo.
      Esitò un attimo, poi sorrise e prese la boccetta.
      Ti ringrazio sentitamente.
      Un gesto non di poco conto, quello del sottoposto.
      L'avrebbe certo ricordato in battaglia, qualora ve ne fosse stato bisogno.
      Senza esitare, stappò il contenitore e ne bevve il liquido prezioso.

      Energia: 15%
      Fisico: costole fratturate, danni interni, ematomi su tutto il corpo, movimenti compromessi (danno Alto totale).
      Mente:assente.
      Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.

      Tecniche Attive:

      Note:
       
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    4. .Silver Shadow.
       
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      Soverchiante.
      Nessuna parola poteva descrivere meglio la minaccia che le creature di Krarth rappresentavano. La prima creatura ad attraversare il portare e prendere forma materiale è un deforme insettoide dotato di quattro ali su cui un individuo, che lo scienziato non riconosce, si schianta con tutta la sua forza, ottenendo risultati tuttaltro che positivi; vero è che riuscì a perforare il carapace di quella creatura, ma il contatto con il suo sangue aveva anche rivelato una nuova minaccia, un acido dalla potenza e rapidità di azione semplicemente stupefacenti che in pochi secondi aveva reso inutile l'arma del guerriero. Come se non bastasse, la creatura era dotata di una forza semplicemente inverosimile, sufficiente a scagliare il guerriero sugli spalti con una sola sferzata dei propri artigli.
      Non riusciva davvero a capacitarsi di come potessero esistere entità di simile potenza, ed era più che sicuro che questo non fosse altro che la punta dell'iceberg, una minuscola e per niente esaustiva dimostrazione di quello che si celava oltre il Portale.
      Intorno a lui, intento a studiare la creatura, i suoi compagni cercano di farsi forza a vicenda e di trovare una soluzione all'imminente catastrofe, ma non sembra nulla da fare.
      Il Kuthiano rivolse a Sahara la sua domanda e l'incarnazione del Deserto aveva dato la sua risposta, una risposta che era l'esatto opposto di ciò che erano le attuali intenzioni degli Eversori. Ma in che modo avrebbero potuto preparasi a qualcosa di così antico e sconosciuto? In che modo avrebbero potuto arrestare l'avanzata di quegli incubi se avessero deciso di lasciarli passare liberamente il Portale?
      "Comando: Ifrit" bagliori verdastri ricoprirono il braccio sinistro dell'armatura, sparendo poco dopo e lasciando al loro posto la struttura del lanciafiamme usato in precedenza. Quale che fosse la decisione dei Gerarchi, lo scienziato era pronto a seguirla.


      C.L.U. Interface:NEXT StatusAlimentazione: 75%
      Energia Consumata: 0%
      Condizioni Esoscheletro: Integrità 100% Funzionalità 100%
      Condizioni Pilota: Nessuna ferita; Lieve nervosismo
      PassiveSummoning Program
      Registrazione Audio/Video
      Scanner
      Enciclopedia Istantanea
      Utensili Multiuso
      ESP Vision
      TecnicheNessuna tecnica usata
      EquipaggiamentoMaker
      CLU
      Repulsore
      Mitragliatrice Leggera
      Vibrolama
       
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      { Arena Nera }
      Tutti

      "Finisce qui. Se chele cose escono, noi ha perso.
      No solo l'arena, ma tutta città. Forse tutta Merovish.
      "

      non importa quanto eccentrico sia il suo accento: il Boggart ha ragione
      "...ma se tu ritiene più importante tua sopravvivenza, tu è libero di andare.
      Noi resta. Noi tenta.
      "


      Incertezza, stizza, cusiosità, sorpresa, rancore... sono molteplici e variegati i sentimenti che colgono gli Eversori all'esordio del Macellaio dai capelli cremisi: nessuno di quegli stati d'animo è troppo positivo -perché lui sulla faccia un sorriso da schiaffi, e loro dei motivi più che validi per volergli far saltar via tutti i denti-, ma al momento, visto che stanno per gettarsi in un assalto disperato e potenzialmente suicida, non c'è molto che si possa fare in merito.

      Guarda un po' chi si rivede.
      è il commento neutro e asciutto di Aristotelis

      "Finalmente, rosso. Io mi chiedeva quando tu avresti mostrato tuo volto, in chesta storia. "
      lo accoglie ghignando il buon vecchio Zimmer, l'unico per nulla turbato
      "Nostri sono ancora tutti in piedi. Nostri non cadono."

      -Non tollero che mi venga mancato di rispetto da un gorilla spelato.
      La tua ignoranza probabilmente supera ampiamente la tua altezza.-

      protesta Takheloth, fluttuando dirimpetto all'energumeno per eliminare il divario
      -Dal tono delle tue parole e dal tuo olezzo deduco che sei il solito gorilla gonfio di ormoni; che si lanciano sbraitando improbabili maledizioni sul nemico, roteando quei ferri sgraziati che ti porti a presso e chiami armi.-

      ...a parte qualche incauta minaccia, e inutili scambi di battute analoghi,
      a cui il Fulvo -da bravo attaccabrighe- certamente non si sottrae:
      se qualcuno cerca la lite, perchè non accontarlo? Lui era generoso, a modo suo.
      Erano gli altri che se la prendevano a male. Certa gente è così permalosa...

      « Beh... sì. E' esattamente quello che faccio. »
      assentì con noncuranza, alzando le spalle con poco trasporto
      « I ferri si chiamano "spade", bimbo - e sono facili da usare, sai?
      La parte appuntita va dentro le altre persone. »


      -Se c'è qualcuno che puzza di escrementi, dovresti essere tu;
      non usi le tue deiezioni per lavarti?-


      Alla parola "deiezioni", un sopracciglio si inarca sul viso del Guerriero: non deve essere una parola di sua conoscenza... "deiezioni", "dei", sarà roba di religione, vai a capire - e, a lui, di divinità, preghiere e altre cazzate importa poco... per questo, ritenendo la cosa ininfluente -tanto più perché pronunciata da un'altezzosa mammoletta in quel periodo del mese-, sembra optare per ignorarla con una indifferente scrollata delle spalle larghe. Certa gente è proprio intrattabile.

      -Tu scambi la mia lungimiranza e buon senso per terrore? Tu sparli di cose che nemmeno non conosci, ignorante di una bestia da soma. -
      prosegue Takheloth, infarcendo ogni frase di insulti al vetriolo
      -Quante guerre ha vinto la tua spada nella tua insignificante vita di macellaio prezzolato?
      Quante vite hai spento? La storia si ricorda di generali e re. Non di soldati e tagliagole.-


      jpg
      « Bah. Per quanto ne so io,
      la Storia celebra la morte degli Eroi, non la fuga di qualche piscialetto... »

      commenta l'Ispanico con un mezzo sogghigno strafottente
      « ...perciò, rassegnati: ti ruberemo i riflettori in ogni caso. »

      Il Nehether'Rhae aggiunge qualcos'altro, e il Boggart interviene a tranquillizzarlo, ma... il Rosso non li sente: un pò per noia, un pò perché un altro di quei disperati con una pessima cera gli ha appena puntato contro la spada, arma che -tra l'altro- è appena stato lui a restituirgli. Certa gente è davvero ingrata.

      « Tu! Figlio di puttana! Cosa cazzo ci fai qui? »
      sbotta Klaus, investendo Takheloth con una spallata nell'avvicinarsi al Macellaio
      « Dico, ma vi siete bevuti il cervello?
      Questo è il pezzo di merda che ci ha fatti andare in galera.
      »
      ruggisce furente il Vampiro, puntandogli alla gola la lama della Nemesis
      « Datemi un buon motivo per non staccargli la testa dal collo. »
      inquisisce, volgendo lo sguardo ai suoi tre superiori in gerarchia
      « Stavolta lo farò per davvero. »

      « ...l'integrità del tuo culo è un motivo buono a sufficienza? »
      domanda il Rosso, prendendo la lama tra pollice ed indice per scostarla da sé
      « Andiamo: sei già uno straccio, e abbiamo un sacco di cosi da buttare giù. »

      Lui sa sicuramente molte più cose di noi.
      Tanto basta per evitare azioni avventate, al momento.

      tuttavia, è la voce dell'Oplite a pacificare il Vampiro
      Soprattutto considerando che troppe ancora
      sono le zone d'ombra che offuscano il nostro sapere.


      ...non è lui lo sfregiato?
      con una certa sorpresa, Dimitry si immette nel discorso

      « Non è...? No! Quello... Lui ....non è lo Sfregiato - non il nostro, almeno.
      Hisagi Shuei, il Campione dell'Arena Nera sarebbe dovuto essere il vostro avversario. »

      il Guerriero scuote il capo, accigliandosi contrariato nel fissare il Russo
      « ...e non avrebbe nemmeno dovuto ridurvi così male... Che cavolo succede?! »

      « Tu, Isaac e quello smilzo accompagnato da un cerbero siete molto simili.
      Non sembrate di qui, eppure siete stranamente invischiati in questo casino.
      »

      A spezzare il flusso dei suoi pensieri è la voce del Khutiano, e mentre il Macellaio dai capelli fulvi interrompe il suo rimuginare nervoso, il solito sogghigno compiaciuto torna ad increspargli le labbra mentre gli occhi scuri si posano sul Gerarca; tuttavia, non sembra volergli fare omaggio di una risposta a quella domanda indiretta, così resta ad ascoltare quello che ha da dire.

      « Se anche tu vuoi massacrare quei mostri, non avremo problemi a collaborare.
      Mi resta comunque qualche dubbio: non mi sembri proprio il tipo che fa della beneficenza.
      »

      « Solitamente no, non sono il tipo che fa beneficienza. »
      conviene quello, muovendo appena un cenno di assenso con la testa
      « ...ma ho avuto ordini dall'alto, quindi stavolta vi va di culo. »

      Un'illuminazione colpisce Bid'daum, che in quel momento pensa bene di chiedere informazioni all'unica creatura abbastanza antica e abbastanza legata al Deserto da possedere magari un più profondo grado di comprensione di quel che sta accadendo, ma... la risposta che ottiene è tutt'altro che incoraggiante; forse non tutti l'hanno udito - e, forse, è persino meglio così.

      Il deserto può dirvi che le creature in esso imprigionate, lo sono più o meno da quando il Primo esalò l'ultimo respiro. Il deserto ricorda che tale porta è controllata da una chiave, quella che voi forse chiamava "Cuore dei Titani", e che tutti abbiamo visto venire distrutta. Il deserto vi dice che non c'è modo di chiudere il passaggio, per ora.

      Non c'è speranza di evitare lo scontro... ma non può nemmeno esserci solo sconforto, e non deve essere per forza sconfitta è disfatta, perché arrendersi non è un'opzione: "Il deserto li ha già visti sconfitti", dice, così anche Sahara si prepara a far quel che può per proteggere il Dominio delle Sabbie... ma i segreti del Deserto appartengono solo a lui e a quanti a quelle sabbie sono pronti a consacrarsi.

      "Mentre voi bisticciate come scimmie in calore, noi sta perdendo tempo."
      con urgenza, Zimmer richiama i suoi all'ordine e si rivolge al Fulvo
      "Rosso, tu sa qualcosa. Tu ha sempre saputo qualcosa più di altri.
      Sembra arrivato momento di parlare, no?
      "


      Macellaio, è tempo di finirla con i misteri.
      si unì alla richiesta il Greco
      Abbi la creanza di spiegare come stanno realmente le cose.

      « Oh, certo: preparate il thè, che tiro fuori i biscotti dal forno. »
      ritorce sarcastico l'interpellato, incrociando le braccia muscolose sul petto
      « Ci conviene mettere sotto controllo la situazione qui, prima.
      Se sopravviviamo, avremo tutto il tempo per chiacchiere e spiegazioni. »


      Il surreale scambio di battute si sussegue tra il drappello redunato nell'anello inferiore dell'Arena Nera, toccando buona parte dei presenti, ma non tutti: al cotrario della concorrenza, Eren Satu reputa più saggio limitarsi ad osservare l'evolversi della situazione, mentre -a poca distanza da lui- Venat cerca di riprendere fiato, Reys appronta il lanciafiamme del suo esoscheltro, e Ariste viene avvicinato da Henk - che gli porge il misterioso medicamento ricevuto da Alhara.

      « ....e poi, io non sono bravo con le parole. »
      brontola tra sé e sé, distogliendo lo sguardo verso un punto imprecisato
      « Delle pubbliche relazioni deve occuparsene Isaac: perché non è ancora qui? »

      « Perché potrebbe non essere più qui, suppongo. »

      Con tono compassato, una voce dal forte accento germanico si fa largo tra i presenti, catalizzando l'attenzione sull'alto e allampanato figuro in pastrano nero che avanza verso il centro dell'assembramento: i capelli biondi e la pelle pallidissima risaltano in maniera spettrale sul suo abbigliamento scuro... scuro come le occhiaie che gli cerchiano gli occhi blu cobalto e che tingono con un'ombra livida le labbra sottili e ben disegnate; in mano regge una lanterna, e accanto gli cammina un mastino infernale a tre teste -alto più di un metro al garrese e dalle carni decomposte-, ma con buona probabilità solo Bid'daum e gli altri dotati del dono della vista mistica sono in grado di notarlo.

      « Che cazzo significa? »

      « Che è già da un po' che non riesco più a percepirlo. »
      prosegue il Dottore della festa dei Pasha fermandosi e abbassando la lanterna
      « Temo gli sia successo qualcosa nell'Upperdark... »

      Le iridi di un blu tanto fondo da sconfinare nel viola si posano insondabili sul Castigo, perché è lui quello a cui ha consegnato il bando della Legione delle Sabbie per quella missione nei cunicoli profondi... nel Bazar delle Talpe, all'indomani della Notte del Giudizio, in un giorno che sembra lontano come un'altra vita terrena.

      « Quindi mi stai dicendo che dovremmo farcela senza Shuei... »
      inquisisce stizzito il Rosso, più irritato dall'aplombe del compare che da altro
      « ....con questa masnada ridotta culo-a-terra, e con un uomo in meno? »

      jpg
      « Der Tod oder die Ehre. »
      replica senza emozione il Tedesco, chiudendo gli occhi in uno stanco sospiro
      « O la Morte, o la gloria. »

      « Che merda di situazione! »

      Nello sbottare con enfasi il suo malcontento, il Macellaio si volta verso il centro dell'Arena, tirando un calcio rabbioso ad un pezzo di roccia nera grosso quanto il cranio di un bambino: la pietra schizza via con la velocità di un proiettile, e scompare nel mucchio di insettoidi alati che ronzano ancora nei pressi del portale; un paio di creature toccano il suolo -ormai carcassa- mentre gli schizzi di icore corrosivo si spandono ai membri più vicino dello sciame, intaccandoli con la loro stessa intrinseca virulenza.

      Risultato? Il chiasso cresce di intensità fino al parossismo, e poi... poi, qualcosa accade nella distesa di sabbia: una figura emerge dal pilatro di luce -ora, ancora più largo che in precedenza- e mentre una sensazione opprimente si dirama nell'aria, così intensa che percepite disagio anche là dove siete, lo sciame che infesta il campo si ritrova d'un tratto come paralizzato, e i mostriciattoli nel raggio di dieci metri precipitano al suolo in simultanea -con un tonfo e uno sbuffo di cenere-, raggomitolandosi senza più un ronzio.

      Molte paia di occhi convergono sul responsabile, ma passa qualche lungo istante prima che sia possibile metterlo a fuoco: dapprima, quel colosso -sarà alto almeno tre o quattro metri- sembrava un'ombra nera stagliata contro il lucore abbagliante del portale; ora che avanza con passi da gigante e si discosta dalla luce, è inevitabile giungere a capire che quello è un'ombra. Un'ombra dagli occhi blu, che brandisce una scimitarra di metallo nero in ciascuna delle sue quattro mani.

      ...e Sahara è il solo che sa dare un nome a quell'apparizione:
      Nebularion, il Bevitore di Anime.


      { Arena Nera }
      Abdel

      «Bahira…»

      Il Mastino dell'Arena riapre lentamente gli occhi dal suo sonno di incoscienza, e la prima cosa che gli si para davanti è la visione sfuocata di uno dei suoi sogni più dolci; la Pasha Najaran, tuttavia, non comprende l'appellativo che le è stato rivolto, e incapace di dare un senso a quella parola, reclina un poco la testolina scura da una parte, per porgere orecchio con maggior attenzione.

      Quando però il ferito che sta accudendo si agita, riversando altro sangue sulla lastra crepata di ossidiana -dove è malamente atterrato- e sulla sua tunica -la cui foggia ricorda vagamente i kimono del Presidio Occidentale-, la fanciulla trasale preoccupata mentre porta le braccia esili a cercare di sostenere il guerriero... un uomo che è il doppio di lei, ridotto all'ombra di sé stesso dalle ferite riportate, e che continua a fissarla con insistenza.

      «Bahira al Khemal…»
      mormora di nuovo, con la solenne devozione di un orante

      « ...beh, io non ho intenzione di restare allo scoperto un momento di più. »
      ma la sua voce è sovrastata dal berciare composto ma insofferente di Egon
      « Alarya: portami fuori di qui. »

      E non serve nemmeno un assenso, che la Guardia si porta davanti al suo padrone, e i due cominciano ad allontanarsi, in direzione dell'uscita più vicina dagli anelli degli spalti.

      « Brutto... »

      jpgIl contatto visivo tra Abdel e Najaran si interrompe nel momento in cui lei -stizzita- si volta per fulminare quell'uomo con lo sguardo, ma... ad interromperla è l'indice affusolato di Kalanjanus, accoccolatosi al capezzale del ferito accanto alla donna, che le si adagia contro la bocca morbida e rossa, inducendola al silenzio; sulle labbra ben disegnate gli aleggia il solito sorriso tranquillo e disteso.

      « Non perdiamo la testa: non ce n'è alcun bisogno.
      Va bene anche così...! »

      le dice con tono neutro e terribilmente ragionevole
      « Basta solo organizzarci, perciò... »
      continua, prendendo in mano la situazione e volgendosi all'Eunuco
      « ...Farida, accompagna tu il Pasha Preek al Muro Scarlatto. »
      il suo sorriso si accentua nel vedere l'uomo trasalire, un po' sorpreso
      « Io resto con la Signorina Najaran e il nostro amico.
      Vediamo se ho qualcosa anche per lui... »


      Recuperando la sua solita aria disinvolta, il Pasha Preek annuisce e si congeda con un leggero inchino, prima di affiancarsi all'odalisca per allontanarsi a passo svelto nella direzione opposta a quella di Egon; lo Speziale, invece, abbassa le iridi dorate sulla scarsella che porta attorno alla vita e fischietta un motivetto allegro mentre ne fruga l'interno, mentre -con un sorriso caldo e rassicurante- la Signora del Distretto della Polvere stringe la mano al Mastino per confortarlo.

      « Non muoverti, intesi...? »
      si raccomanda, con un tono che mesce premura e autorità
      « Se capisci la mia lingua... dimmi qual'è il tuo nome...? »


      { Arena Nera }
      Sahara

      Prima che il Condottiero scagliasse la sua maledizione sullo Yuzrab, il Deserto era meno esteso, perciò... eri l'equivalente di un bambino, ma -per quanto ricordi- quell'entità di ombra solidificata è Nebularion, uno dei demoni della mitologia di Krarth: ha quattro braccia -ciascuno armata di una scimitarra nera-, ed è abilissimo nel corpo a corpo.

      Sarebbe saggio tenerlo dunque a distanza? Auspicabile, ma difficile a farsi, perché egli ha la ben perniciosa caratteristica di essere immune a tutte le forme di magia: ogni incantesimo lanciato contro il Bevitore di Anime viene annullato prima che possa colpirlo, perché è circondato da una zona anti-incantesimi... che si origina dai suoi occhi blu, simili a fuochi fatui.

      Sarà il caso di condividere le informazioni in tuo possesso.


      { Arena Nera }
      Tutti

      « Mio. »

      A rompere l'immobilità dopo il tempo di un respiro è -ancora- il Macellaio; il viso feroce mostra un ghigno crudele mentre la destra si stringe attorno all'elsa dell'enorme spada che porta sulla schiena, e -senza pensarci due volte- inizia ad avanzare verso il quel mostro sconosciuto.

      « Gain, aspetta....! »
      cerca di richiamarlo il Tedesco

      « Era "morte o gloria", no? »
      lo zittisce perentorio l'Ispanico, senza fermarsi né voltarsi
      « Mentre guadagno tempo, vedi che puoi fare per questi qui. »

      Un sospiro evade le labbra livide del Medico, ma egli non aggiunge altro all'indirizzo del compagno; dopotutto, è così che stanno le cose: le forze schierate in campo sono più sbilanciate di quanto era stato pianificato, oscuri e non contemplati intenti hanno disseminato imprevisti ovunque sul loro cammino, e le cose non stanno andando come avrebbero dovuto; tuttavia, tirarsi indietro non è possibile. A quanto pare, per quanto poco chiari appaiano i loro scopi, nemmeno per loro la ritirata è una possibilità contemplabile.

      « Se qualcuno è in grado di combattere, lo accompagni. »
      esordisce, passando in rassegna i presenti con un fugace sguardo di cobalto
      « I più malridotti, invece, si avvicinino: non sono in grado di curarvi,
      ma posso offrirvi un placebo che vi permetterà di tornare a combattere. »


      Così dicendo, il Tedesco posa la lanterna al suolo -davanti ai propri piedi-, e non appena stende le braccia davanti a sé per imporre i palmi sul lume spento, quello inizia ad irradiare una spettrale luce iridescente nel raggio di una mezza dozzina di metri... un'evanescenza i cui colori oscillano senza posa tra un pallido verde malsano, un tenue bianco-azzurrino, e un mistico violetto soffuso; bagliori di cui solo Bid'daum avrebbe riconosciuto a colpo sicuro la natura. Erano spiriti.


      In a Trail of Fire

      Innanzitutto: perdonate il ritardo: quasi un mese per rispondere è un ritmo indecente Y_Y
      Cercherò di rimettermi in carreggiata ;w;

      Dunque... ad eccezione di Lully, che si trova da tutt'altra parte, per voi altri la situazione è questa: il Macellaio -che avete appreso chiamarsi Gain- parte per andare incontro al mostro appena uscito dal portale collegato a Krarth, lasciandovi in compagnia del suo compagno, il Dottore Tedesco che in molti avete già incontrato o intravisto nelle fasi precedenti della campagna.

      Questi attiva la lanterna con cui è arrivato e riguadagnate tutti un 5% di energia - a cui si somma un ulteriore 5% per coloro che restano fermi vicino alla lanterna invece di intervenire nel combattimento, perdendo di fatto il turno.

      In sostanza, da questo turno in poi dovete decidere di volta in volta se restare fermi a recuperare le forze o intervenire in battaglia, considerando però che il passaggio del portale si allarga progressivamente e verranno fuori creature sempre più potenti - e che se non li sfoltite, i mini-boss si accumulano :geez:
      Vi conviene coordinarvi e fare gioco di squadra :sisi: Detto ciò, le indicazioni extra:

      @Sahara: Dal momento che solo Sahara riconosce il nemico e sa come muoversi, sarebbe il caso che intervenisse per primo, condividendo le informazioni.

      @Bid'daum: Mentre gli eventi si svolgono, non puoi fare a meno di sentirti strano e non sai se è per quella donna o per quello che ti ha dato; fatto sta che ti senti rinvigorire di momento in momento, e quando è l'ora di passare all'azione, sei quasi come nuovo. Recuperi il 30% delle energie.

      @Zimmer: Ingerisci la sostanza che il tuo nuovo amichetto Speziale ha lasciato in consegna al fido 23, e sulle prime è davvero dolciastra sulla lingua... poi diventa piccantina -come zenzero-, e mentre tutto il tuo corpo molliccio viene investito da una vampata di calore inizi a sentirti veramente su di giri, euforico e pronto a spaccare teste come se non ci fosse un domani - o nemmeno un oggi pomeriggio. Recuperi il 40% delle energie.

      @Ariste: Il tonico ha un colore perlato, una consistenza molto densa, e un sapore soffuso che non ti è possibile definire; non è sgradevole, ma... ce ne vorrebbe di più per farti un'idea sul fatto che ti piaccia o meno. Purtroppo, però, ce n'era solo un assaggio, ma c'è da dire che il sollievo che ti trasmette è immediato. Recuperi il 20% delle energie.

      Per interrogativi insoluti, chiedete pure in Bacheca =*
      La scadenza è fissata per il 15 Giugno

       
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    6. _MajinZ_
       
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      Dimitriy ignorò ogni litigio, ogni scambio di parole: era troppo stanco per fare anche una cosa così semplice... e alla fine neanche gli importava. Al momento era pervaso da un moto di egoismo, l’unica cosa che gli interessava era riprendersi il prima possibile e ignorare il resto era una delle prime cose da fare, se ci si voleva rimettere in sesto. Il ragazzo mal sopportava l’idea di essere inutile, anche lui voleva fare la sua parte in quell’Inferno e voleva farlo come un attore principale, e non da semplice comparsa. Purtroppo però non aveva modo di riprendersi dalle ferite, non da solo almeno.
      La risposta alla sua domanda però lo incuriosiva, conoscerla però lo rese inquieto. Non era quello colui che dovevano sfidare, era sempre un Campione ma non quello giusto... e il massacrarli fino a quel punto non rientrava nei progetti dell’alto. Il russo osservò l’ispanico per qualche istante, per quanto fosse un figlio di puttana della peggior specie, in quel momento nemmeno lui aveva motivo di mentire... quindi sospirò, vedendo la situazione peggiorare ancora di più. E oltre a ciò bisognava registrare l’aiuto inaspettato di quel rosso, le cose stavano andando davvero male se si arrivava ad avere alleati simili. Però in certi casi... i nemici si rivelavano più utili degli amici.
      In ogni caso quella serie di eventi aveva bisogno di una spiegazione e l’unico che poteva darla, era chi era nato millenni prima ed era figlio del deserto stesso. Sahara spiegò la situazione, ma Dimitriy non aveva la forza neanche di preoccuparsi, a stento si reggeva in piedi e ormai sentire quelle notizie sconvolgenti non gli faceva molto effetto. Se erano già stati sconfitti, però, di sicuro potevano farlo ancora e ritirarsi non era una cosa contemplata dal gruppo... o almeno, da chi si sentiva davvero parte di quel gruppo. Erano comunque in inferiorità numerica, sembrava infatti che alcuni attori mancassero, altri però se ne aggiunsero, come ad esempio quel tedesco.
      O la Morte, o la Gloria. Erano di sicuro delle belle parole, ma probabilmente nessun Vero Eversore aveva intenzione di prenderne una senza l’altra. Raggiungere la Gloria con la Morte, ecco, quello poteva essere un buon proposito... almeno avrebbe reso la fine un po’ più dolce. All’improvviso però il chiasso di quei maledetti insetti venne meno: qualcosa uscì dalla colonna di luce, e non era nulla di simpatico. Un colosso alto tre o quattro metri fece la sua apparizione, nero come l’oscurità più sconfinata... con quattro mani armate di scimitarre. Lo spettacolo stava per iniziare?
      Inaspettatamente il Macellaio si fece avanti, assumendosi la responsabilità di guadagnare tempo... lasciando all’amico Nazista il compito di rimettere apposto i feriti. Il modo in cui l’avrebbe fatto divenne presto comprensibile: l’uomo posò una lanterna al suolo e questa iniziò a brillare con diverse sfumature, passando dal verde pallido al violetto, fino a raggiungere un bianco particolare. Dimitriy fece spallucce, avanzò di qualche passo e si sedette a terra a poca distanza dalla lanterna. Poi chiuse gli occhi e attese che e energie tornassero... infondo non aveva molto da perdere. Subito però senti la sua fiamma vitale ravvivarsi, magari non era del tutto tempo perso, quello.



      CITAZIONE
      Stato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni.
      Stato mentale: ahia
      Energia: 40%

      Note: \\

      Passive:
      ₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
      [Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]

      ₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
      [Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]

      ₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
      [Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]

      ₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
      [Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]

      ₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
      [Mana +10% - Resistenza al Dolore]

      ₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
      [Resistenza alle Malie passive]

      Equipaggiamento:
      ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
      Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

      ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
      Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

      ₪ Occhio della Sirena
      L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

      ₪ Croce della Dama
      La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
      [Oggetto + Tecnica Variabile: Consumo Alto]

      ₪ Bussola dei Desideri
      Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
      Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
      La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
      Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
      Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
      Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
      L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
      Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
      Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
      [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]

      Tecniche utilizzate:
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      Voci simili a sussurri danzano nell’aria, provando a fare breccia nella mia mente. Lontane, come appartenessero ad un altro mondo dove è relegato il caos dell’Arena Nera. Per me c’è lei e lei soltanto. Il mio sguardo si perde nei suoi occhi color rubino – ma una volta non erano verdi? – e segue i contorni delicati del volto di porcellana scivolando sui capelli neri fino a rimanere stregato dai vestiti dalle fogge mai viste. E’ diversa da come ce lo ricordiamo, ma deve essere lei. Deve! Non vi è altra spiegazione. Ci sono certi legami che vanno oltre il tempo e le avversità. Nel nostro caso persino oltre la morte. Sebbene il corpo sia straziato di ferite ed il freddo si stia facendo strada tra le ossa rendendolo pesante come un macigno, c’è una parte di me che si sente leggera come una piuma: il collo. Lì dove i suoi fili mi avevano una volta legato e lì dove sono destinati a tornare. Perché io sono suo e non ci sarà nera mietitrice che lo possa impedire!

      Stremato, trovo giusto l’ultimo barlume di forza per alzare il braccio destro ed avvicinarlo a lei. Non al volto, non mi è concesso neppure sfiorarlo, ma le vesti come un medicante che chiede la grazia. E lei? Mi ignora e si volta straziandomi il cuore. A questo mi sono ridotto? Ad uno strumento inutile nelle sue mani, ad un fastidio che la costringe a trattarmi come una madre al capezzale del figlio? Mi stringe la mano, ma ormai i dubbi stanno rodendo il mio animo. Parassiti nauseabondi che mi riempiono il petto di vergogna. Ma niente fa così male come le parole che mi rivolge. « Se capisci la mia lingua... dimmi qual'è il tuo nome...? » Se solo avessi vetro lì dove batte il cuore ora vi resterebbero solo schegge. Le labbra si muovono da sole, pronunciando parole a fatica. « Voi avevate promesso. » Tutto è così vivido ai nostri occhi, come un sogno durante il dormiveglia. La luna ed il cielo stellato che si riflettono sulla cupola di cristallo della Sala dei Primi. Il freddo pavimento di marmo su cui sono inginocchiato e lei, stupenda come sempre e con indosso solo dei veli che esaltano le sue forme, che mi porge il calice in un rito ripetuto mille volte prima di quel giorno. Le sue parole sono incise nel marmo. Le ricordiamo perfettamente, nonostante tutto questo tempo. “Tu sei mio. Che questo sangue ne sia la prova e sigilli il nostro patto. Mai tu dimenticherai il mio nome…” «…né io dimenticherò il tuo, Abdel Majid. » Calde lacrime mi scivolano sulle guance cancellando lo sporco ed il sangue sul volto.
       
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