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_MajinZ_.
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A causa di tutta quella fitta serie di eventi, Dimitriy si era quasi scordato che insieme a lui e ai suoi colleghi, nell’arena, c’era anche il mostro che fino a pochi minuti prima stavano affrontando... ma in confronto agli abomini che stavano sorgendo dal terreno, il Campione non era altro che un moscerino, proprio come lo erano tutti loro: ogni essere vivente che calcava quella sabbia scura, al momento, erano delle semplici nullità al cospetto di quelle creature infernali. Il russo lo cercò con lo sguardo, lo vide, ma adesso c’erano altre cose che avevano una priorità maggiore.
Una cosa molto importante però era già accaduta, infatti gli Eversori erano tutti riuniti e per il momento erano ancora tutti vivi, quindi la cosa era abbastanza incoraggiante. Fare dei piani però era abbastanza irrilevante, insomma, se quei cosi avessero abbandonato l’arena probabilmente sarebbe stata la fine... non potevano permettere che delle simili bestie scorrazzassero liberamente per la città, avevano faticato tanto per appropriarsene e lasciarla a loro non era un’ipotesi sostenibile. L’assassino comunque restò in silenzio dopo le parole del biondino, anche perché una voce familiare lo costrinse a voltarsi in quella direzione... quel tono era inconfondibile, non poteva dimenticarlo.
Capelli rossi, carnagione scura, un fisico possente... e quel ghigno sadico sul volto. Il Macellaio si unì al drappello di Eversori portando con se la sua pungente ironia, oltre al fastidio che causava la sua presenza in un sicario che non aveva ancora digerito la prigionia. In ogni caso non sembrava essere giunto li per combattere, anzi, stranamente aiutò in qualche modo coloro che erano privi del loro fidato equipaggiamento... contenuto nel sacco che l’ispanico portava in spalla e che scagliò a terra, dando modo di far tornare la roba ai legittimi proprietari. Dimitriy quindi recuperò l’artiglio che ancorò subito al suo posto, nel braccio destro, sistemando poi il resto delle cose dove più gli piaceva. Purtroppo le sue erano armi inadatte a combattere quei cosi, ma averle con se gli dava una sicurezza in più che, soprattutto in quei momenti, era fondamentale avere.
Nel frattempo qualcuno aveva pensato bene di iniziare a combattere, purtroppo però i risultati furono abbastanza scarsi e... inquietanti. Il Mastino infatti aveva pensato bene di colpire l’insetto enorme diventato ormai tangibile, ma il colpo sferrato con l’ascia riuscì soltanto a fare più danni che altro, visto che il sangue corrosivo del mostro lo ustionò e il successivo scontro lo scagliò via, dritto sulle nere gradinate di ossidiana. Se un guerriero di quel calibro volava via come nulla, che possibilità avevano loro di contrastare quegli abomini? Il russo se lo domandò, ma non trovò nessuna risposta: probabilmente quello era davvero il loro ultimo giorno di vita. Ormai però non aveva neanche le forze per disperarsi ancora, aveva semplicemente accettato la realtà e adesso era in pace con se stesso, tanto non aveva davvero più nulla da perdere. Morire senza provare a cambiare il proprio destino, però, non era per nulla nel suo stile.
...non è lui lo sfregiato?
Domandò abbastanza sorpreso l’assassino, intromettendosi nella conversazione tra il rosso e Ariste... quell’affermazione l’aveva lasciato un po’ perplesso. Pensava che il Macellaio conoscesse quel tizio, aveva una cicatrice e gli aveva messi in guardia, probabilmente si conoscevano anche... ma invece quella domanda mandava tutto in frantumi. Alla fine poco importava, avevano le ore contate e solo un miracolo poteva salvarli dalla fine. Però si trovavano a Sud, a Merovish e nella Tana i miracoli non esistevano... gli Dei evitavano di posare lo sguardo nel putridume di quei luoghi.SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONEStato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni.
Stato mentale: ahia
Energia: 30%
Note: \\
Passive:
₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
[Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]
₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
[Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]
₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
[Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]
₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
[Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]
₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
[Mana +10% - Resistenza al Dolore]
₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
[Resistenza alle Malie passive]
Equipaggiamento:
₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.
₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.
₪ Occhio della Sirena
L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.
₪ Croce della Dama
La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
[Oggetto + Tecnica Variabile: Consumo Alto]
₪ Bussola dei Desideri
Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
[Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]
Tecniche utilizzate:
\\. -
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Eccoli lì radunati, gli eroi di una città che non meritava di essere salvata, i luridi paladini senza una bandiera da innalzare. Non si sarebbero tirati indietro come Egon o Preek, che amavano fregiarsi del titolo di eminenze della Tana solo quando poteva fargli comodo: poco importavano le argomentazioni che il Pasha tirò in causa, così come non contavano le sue promesse di rinforzi, a cui Bid’daum non credette nemmeno per un istante.
Non sperò nemmeno nel ritorno promesso dallo Speziale, per quanto quest’ultimo si fosse rivelato un individuo capace di sorprendere.
Ma la vera sorpresa fu quella Farida, che d’improvviso si strinse contro di lui e lo baciò intensamente. Il Kuthiano rimase stranito, s’irrigidì senza sapere come reagire: i gesti d’affetto gli erano totalmente estranei, eppure quel contatto umano gli fece uno strano effetto. Sentì una dolcezza che non aveva mai conosciuto, perfino il suo corpo sembrò nutrirsi di quel tepore.
Solo in un secondo momento si accorse di ciò che l’odalisca gli aveva lasciato in bocca. Malgrado da parecchio tempo non potesse più percepire fisicamente la fatica, conosceva a sufficienza il suo corpo da capire che quella piccola gemma aveva degli effetti lenitivi.
Poteva pagare cara una leggerezza del genere: certe persone avevano l’usanza di custodire capsule di cianuro in bocca… ma probabilmente non era questo il caso.
Quell’odalisca che mostrava uno strano interesse per lui, quella voce sottile che solo lui aveva sentito…
Almeno di lei – solo di lei – si sarebbe fidato.
Dopo la fuga dei Pasha, un ragazzino alzò la voce, blaterando paroloni e perdendosi in giri di parole davanti a tutti. Parafrasando il suo monologo, probabilmente stava suggerendo una ritirata strategica… curioso davvero, parlava come se avesse una voce in capitolo.
Quello sbarbatello doveva essere uno degli ultimi arruolati, cioè una delle loro preziosissime razioni di carne da macello di cui non conosceva nemmeno il nome. Senza pensarci troppo, lo ignorò del tutto.
Il Gerarca apprezzò decisamente di più l’atteggiamento del nuovo venuto, molto più affine al nostro come temperamento. Si prese qualche istante per analizzarlo, e notò che la sua anima aveva un tratto caratteristico, difficile da definire ma che aveva già visto in precedenza.
« Tu, Isaac e quello smilzo accompagnato da un cerbero siete molto simili. Non sembrate di qui, eppure siete stranamente invischiati in questo casino. »
Lo incalzò senza preavviso.
« Se anche tu vuoi massacrare quei mostri, non avremo problemi a collaborare. »
Anche perché non erano esattamente nella posizione di poter rifiutare un aiuto in quella battaglia disperata.
« Mi resta comunque qualche dubbio: non mi sembri proprio il tipo che fa della beneficenza. »
Spostò di nuovo lo sguardo verso il ring dell’Arena, illuminato dall’energia di una magia arcaica. Come potevano fermare l’afflusso di quegli orrori, antichi quanto il presidio stesso? Se solo avessero saputo qualcosa sulla natura di quel sigillo, forse avrebbero potuto tentare qualcosa.
Il Primo Alfiere. Il Labirinto di Krarth. Era una storia troppo antica, troppo distante nel tempo.
Solo il deserto era sopravvissuto alle prime guerre del Sud, dannazione!
Poi giunse l’illuminazione. Era così facile, dopotutto: solo lo Yuzrab poteva ricordarsi qualcosa di quell’epoca. Non gli restava che chiedere proprio a lui.
« Sahrā, tu sai qualcosa di questo portale nell’Arena? Sai come fermarlo? »
Il tempo era agli sgoccioli, gli serviva una direzione da prendere. Poi vi si sarebbe gettato con tutto se stesso.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: illeso
Stato mentale: prima turbato, poi deciso a vincere
Energia: 70%
Equipaggiamento:Kuthian Armour [ Armatura | passiva di peso trascurabile ]
Comet Hammer [ Arma bianca ]
Tàmerlein [ Spada | passiva di evocazione | passiva di vibrazione ultrasonica | passiva di ferimento spirituale ]
Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]
Istrice Maledetto [ Set di cinque spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]
Passive:Risorse Criminali [ Passiva di 110% di energia ]
Oltre la Realtà [ Passiva di Auspex spirituale ]
Senso di Morte [ Passiva di tatto ipersviluppato ]
Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico | manipolazione GDR-only dei PNG ]
Anatema del Re Implacabile [ Passiva d’immunità alla fatica ]
Tentacoli di un solo Abominio [ Passiva di equipaggiamento caster ]
Insano [ Passiva di instant casting ]
Attive utilizzate: /. -
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Cenere alla cenere, polvere alla polvere. Il deserto si riprende tutto prima o poi. E questo è ciò che mi è stato sempre insegnato. Fin da quando il mio clan è stato macchiato di infamia e lei ci ha riscattati. Fin da quando ho accettato di servirla e proteggerla sapevo quale sarebbe stata la mia fine. Così quando è arrivata l’unico rimpianto è stato di non averla potuta salvare come avrei voluto. Un rancore che mi ha trascinato qui, di nuovo vivo, generando un’anomalia. Per cosa esisto? Perché sono ancora vivo? Nel buio della prigione me lo sono domandato a lungo. Vivo per combattere. Questa è stata la mia risposta, ma ora sono stato spogliato anche di quello scopo. Non sono più nulla. Con il corpo riverso in una pozza di sangue sulle scalinate color ebano lacrime scendono dalle mie guance. «Voglio morire…» biascico. Perché non posso tornare al deserto?
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Voci si susseguono nella mente. Scampoli di realtà filtrati dalla coscienza. Voglio morire ma l’ombra non sembra del mio stesso parere. I suoi artigli si aggrappano ad ogni spiraglio, issandoci su e salvandoci dal baratro. Gli occhi si aprono lentamente, ancora una volta. Una scena già vissuta in quella caverna e molte altre volte in passato. Ma, rispetto alle altre volte, quello che vedo mi spiazza colpendomi in petto come migliaia di bastonate fino a togliermi il respiro. «Bahira…» mormoro sempre più convinto di star sognando. Il corpo si muove da solo ed altro sangue scivola a terra mentre i crampi e le fitte provano a fermarmi. Ricado giù di colpo, travolto dal dolore ma continuando a fissare il volto di lei. Ha la pelle più chiara ed i capelli sono più scuri, ma non vi è dubbio: è lei. «Bahira al Khemal…» pronuncio di nuovo. E’ un sogno, è pura follia mi ripeto. Eppure se a me è stata concessa una seconda opportunità perché non a lei? Forse si può ancora sistemare tutto. Forse c’è ancora speranza. Un nuovo senso alla vita si fa strada nel mio animo ed è una sensazione paradisiaca. Un calore che non provavo da tanto tempo…SPOILER (clicca per visualizzare)Mana: 90%
Ferite: Alto+Medio. -
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Epureremo il mondo dai demoni, dai Tau'ri e poi dagli scarafaggi.
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Come previsto nessuno degnò di attenzione i vani tentativi di portare un minimo di assennato buon senso nella situazione sempre più critica, anzi, un nuovo arrivato pensò bene di inveire verbalmente contro Takheloth. Ovviamente tutte le offese lanciate non ebbero minimo effetto sul Nehether'Rhae, più che altro perchè troppo di "basso rango" per poter essere capite da lui.
Si voltò verso la voce, trovando un energumeno dall'aspetto poco rassicurante. Tale individuo sgradevole stava continuando imperterrito a vomitare insulti contro la sua persona. Sospirò sconsolato. La stupidità in quel luogo non pareva far altro che aumentare. Erano solo un gruppo di pazzi il cui destino sarebbe stato morire per mano di quelle creature. In più quell'imbelle guerriero gli stava dando qualche problema di autocontrollo.-Non tollero che mi venga mancato di rispetto da un gorilla spelato. La tua ignoranza probabilmente supera ampiamente la tua altezza.-
Si avvicinò all'energumeno levitando leggiadro sul terreno polveroso, ignorando completamente gli altri, focalizzandosi su colui che l'aveva fatto irritare.-Dal tono delle tue parole e dal tuo olezzo deduco che sei il solito gorilla gonfio di ormoni; che si lanciano sbraitando improbabili maledizioni sul nemico, roteando quei ferri sgraziati che ti porti a presso e chiami armi.-
Si spostò, guardandosi fugacemente attorno per tenere d'occhio la scena, portandosi fra il suo interlocutore e il resto della folla. Stava montando nel Nehether'Rhae la voglia di spiccare il capo a quell'uomo tanto gonfio di ego, scoperchiargli il cranio e osservare come la natura avrebbe potuto creare tanto orrore dissonante.-Se c'è qualcuno che puzza di escrementi, dovresti essere tu; non usi le tue deiezioni per lavarti?-
Sorrise del suo stesso spassoso senso dell'umorismo, emettendo un leggerissimo risolino, tornando però subito dopo serio e impassibile.-Tu scambi la mia lungimiranza e buon senso per terrore? Tu sparli di cose che nemmeno non conosci, ignorante di una bestia da soma. Quante guerre ha vinto la tua spada nella tua insignificante vita di macellaio prezzolato? Quante vite hai spento? -
Fece una breve pausa.-La storia si ricorda di generali e re. Non di soldati e tagliagole.-
Si girò verso la colonna di luce, per controllare a che punto le creature si fossero addentrate nel portale, per poi riportare la sua attenzione sul suo vero nemico.
-E non penso di tornarmene nella mia dimora per il futile motivo che mi hai elencato. Io non ho gonadi apprezzabili e dal tuo aspetto presumo nemmeno tu.-
Sogghignò maligno ancora, come un perfido bambino, portandosi la mano a coprirsi educatamente la bocca. Chissà a termine della battaglia, se Takheloth avesse partecipato, quel fusto avrebbe potuto prestare le sue al Dio stellare, oltre alla testa per fini accademici.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Necrodermis danneggiato in maniera lieve-media, alcune fessure con conseguente piccola perdita di massa del Nehether'Rhae.
Stato psicologico: Concentrato.
Energia= 35
NOTA IMPORTANTE: Takheloth non è magico. Non usa alcun tipo di magia. Egli si basa solo su energie fisiche dell'universo materiale; ergo egli non può colpire coi suoi poteri (tranne dove diversamente scritto) esseri eterei o puramente magici.
Hanel en Djehuty (Volo del sacro Ibis) (passiva)
Io non arranco è la natura che si piega per lasciarmi il passaggio.
Takheloth possiede una naturale predisposizione a manipolare le leggi fisiche ai suoi voleri. Normalmente per interagire con ciò che lo circonda dovrebbe spendere energia ma alcune cose semplicemente accadano perchè la sua stessa presenza lo permette. Una di queste è l'alterazione del campo gravitazionale intorno a lui che gli permette di levitare o volare durante gli spostamenti.
L'altezza massima è di cinque metri. Se di suo gradimento Takheloth può estroflettere una minima parte della sua essenza sotto forma di ali diafane incorporee di colore bianco acceso, simili a quelle di un insetto. Il numero è variabile e tali ali non influiscono con l'ambiente vista la loro natura eterica. Takheloth può levitare anche senza la formazione di suddette ali
Nehethery'Akh (Anima Divina)(passiva)
Takheloth è pura energia solare resa manifesta tramite la sua mera volontà. Allo stato nativo il suo corpo permeerebbe l'atmosfera di un pianeta o una stella per centinaia di chilometri, nutrendosi dell'energia naturale. Non potendosi quindi manifestare da solo egli necessita di un vettore con cui comunicare: il Necrodermis (vedi sotto). Normalmente l'energia degli Dei stellari non può essere rinchiusa in una singola forma, venendo quindi distribuita equamente fra più Necrodermis; mentre una parte rimarrà esterna a formare una sorta di coscienza perennemente attiva e che controlla effettivamente il corpo. Se il corpo dovesse venire distrutto l'essenza del dio solare verrebbe espulsa verso l'esterno disperdendosi nell'etere. Takheloth quindi semplicemente focalizzerà la propria coscienza in un altro corpo.
Necrodermis (Assenza di Organi) (passiva)
Questo involucro di metallo è il carapace di un mostruoso parassita fasciato di ingannevole luce.
Essendo principalmente un corpo cavo di metallo senziente con all'interno energia eterica; il Necrodermis non possiede organi veri e propri. Ogni funzione è delocalizzata e non vi sono centri nevralgici. Il corpo può comunque simulare in caso di necessità l'intero apparato di organi umano o di altre razze e specie, con annesse funzioni quali: respirazione, battito cardiaco, impulsi neurali, calore cutaneo ecc. Se viene colpito il Necrodermis si crepa e nel peggiore dei casi si frattura rilasciando parte dell'essenza del Nehether'Rhae; provocando momenti di stordimento a seconda della gravità del danno allocato. In caso di danni gravi il Necrodermis non riesce più a resistere all'immensa pressione interna e collassa.
Il Necrodermis funge da strumento con cui il Nether'Rhae interagisce ed incanala i suoi poteri fisici.
Edited by Heru-Hur - 5/5/2014, 22:19. -
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Si agitava nel sonno, anche mentre sonnecchiava le faceva male dappertutto, con le alucce avvolte attorno al busto in modo che non le facessero male in quello spazio ristretto mentre le sfumature iridescenti risplendevano di tutti i colori dell’arcobaleno.
Nel suo sogno stavano accadendo un sacco di cose strane, prima c’era una megafesta supergigantesca in cui le fatine sue sorelle si lanciavano da ogni parte, ridendo, scherzando, trangugiando miele così dolce che avrebbe potuto uccidere un essere umano, inebriate tanto dallo zucchero quanto dall’essenza stessa del caos che scorreva loro nelle vene.
Il tutto si stava svolgendo all’insegna dei bagordi, del divertimento selvaggio e della distruzione quando una enorme colonna di luce prorompeva dal nulla e da essa cominciavano a fuoriuscire immense mostruosità, orribili a vedersi, che non sembrava affatto che avessero voglia di giocare!
Alcune delle fatine più curiose si avvicinarono ai mostri giganti e brutti per vedere più vicino cosa era arrivato nella Landa Tenebrosa, alcune vennero ridotte in pezzettini mentre le altre schivavano rapide gli artigli delle creature, ridendosela un mondo e usando i loro poteri per far imbizzarrire ancora di più i nuovi venuti.
Fu solo dopo qualche tempo, nel quale le fatine si erano ormai stancate di giocare, che arrivò la loro mamma e cominciò a fare pulizia di tutto ciò che si parava davanti a lei, qualsiasi creatura non fosse appartenuta alla Landa Tenebrosa veniva prontamente disintegrata dai suoi poteri semidivini, viva o morta che fosse.
La piccola Wydwen se la godeva un mondo a vedere la mamma che riduceva in polvere tutto ciò che le capitava a portata, le svolazzava attorno e la osservava ma le si gelò il sangue nelle vene quando vide lo sguardo che Oona aveva quando la osservava.
Sembrava arrabbiata con lei, e intanto le faceva male dappertutto, quando la mamma finì di ripulire la Landa Tenebrosa ella richiamò Wydwen, il suo sguardo era glaciale, era chiaro che lei l’aveva delusa ma non riusciva a capire il perché.Mi disgusti…
Disse la mamma e per lei fu come un colpo al cuore, la gigantesca mano di lei si richiudeva sulla sua piccola figlia relegandola ad un eternità di oscurità.
Si svegliò di soprassalto, urlando come un ossesso, agitandosi nella tasca del suo salvatore cercando in ogni modo una via di fuga.
Appena vide una luce, che proveniva dall’esterno, ci si lanciò con tutta se stessa ritrovandosi a volare in mezzo ad un sacco di volti che in un primo momento non riusciva a riconoscere, ancora terrorizzata vide l’unico di loro che le risultava familiare e ci si scagliò addosso, stringendosi al petto di Dimitry con quanta più forza aveva nelle sue piccole braccine.
Piangeva a dirotto, e il Russo sapeva quanto ciò fosse difficile data la sua indole incurante, singhiozzando parole come “mamma”, “mostri”, “non mi vuole bene” e altre assai meno comprensibili.. -
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Edited by Kami della Falsa Speranza - 7/5/2014, 18:18. -
Eren Satu.
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Danzando sulle Rovine - I
Arena Nera, Merovish - Presidio del Sud
Quando il Pasha Preek espone il suo punto di vista dopo la democratica decisione dei presenti di rimanere, Eren non può che concordare con lui. Peccato che di tutto il pistolotto l'unica cosa giusta che abbia detto è che sono dei mercanti.
Quando il Roscio esterna il suo disappunto nei confronti del Pasha, Eren si ritrova a dover concordare anche con lui. Soprattutto sul seguito della sua arringa, in particolare l'ultima parte.
Il fatto che lui, lo Sprecone, fosse completamente all'oscuro di molti aspetti riguardo questa storia non lo aiuta a formulare una controproposta convincente per l'offerta che il Roscio stava proponendo per il disastro imminente. In una logica di concorrenza commerciale, questo è pericoloso per gli affari; rimanere indietro anche nei pettegolezzi può far male ai profitti.
Per questo rimanere ad ascoltare quanto accade, in questi casi, non è sbagliato.
Basso × 5% | Medio × 10% | Alto × 20% | Critico × 40%
- Condizioni › Ottimali. Risente parecchio del clima.
- Energia › 0% [0B+0M+0A+0C]
- Mercante itinerante › {Passiva per la comprensione e l'uso delle lingue endlosiane + Passiva per la comprensione e l'uso delle mappe endlosiane e dei sistemi d'orientamento}
- Valuta del mercante › {Passiva che riduce di un livello le barriere colpite dalle monete}
- Note › Blabla, mi faccio gli affari del Roscio.«La speranza in un guadagno
disonesto è l'inizio della rovina.»
Eren Satu. -
Neidlos.
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Avrebbe riconosciuto quella sagoma tra mille. Quei passi, poi, inconfondibili quanto fastidiosi. E quella voce, satura di oscurità e violenza. Un timbro che non aveva dimenticato, e che gli fece salire subito il sangue al cervello.
« Tu! »
Il Malkavian biascicò con veemenza, raschiando un grumo arancio dalla gola, un misto di saliva e sangue, rigettandolo sul terreno. No, non poteva crederci. Il Fulvo, il Macellaio bastardo che avevano incontrato nell'oasi e contro il quale avevano combattuto, era proprio lì, davanti a loro. Sì, proprio lui, lo stesso che gli aveva incastrati, facendoli arrestare e finire in prigione, lo stesso che li aveva costretti a dover combattere nell'Arena. La stessa bestia, stava ora offrendo loro il proprio aiuto.
« Figlio di puttana! » inveì pesantemente verso il colosso, facendosi spazio tra gli altri - dando una spallata al damerino che aveva profilato una ritirata - per dirigersi verso la sacca contenente le loro armi, sequestrate in precedenza. Gli occhi andarono a cercare la Nemesis, e dopo averla trovata, il Vampiro la raccolse repentinamente, impugnandone l'elsa con una presa ferrea. « Cosa cazzo ci fai qui? Dico, ma vi siete bevuti il cervello? Questo è il pezzo di merda che ci ha fatti andare in galera. »
Le vene delle tempie iniziarono ad ingrossarsi, così come quelle sul collo. Trovava inammissibile che gli Eversori si alleassero con una carogna di tal genere. Gli interrogativi, però, erano molteplici; perchè si trovava lì? Perchè dava l'impressione di sapere più di quanto sapessero loro sull'intera faccenda? Cosa significava il gesto di riportare loro le armi?
Ma no, la rabbia era più forte. Avrebbe lasciato agli altri l'onere della diplomazia. Troppe, troppe cose erano successe. E nel mentre il Campione veniva letteralmente polverizzato da una delle creature che di lì a poco avrebbero invaso Merovish, come fosse stato l'ultimo dei disgraziati di Endlos, Schneider sollevò la lama nera della mannaia, puntandola dritta al collo del Macellaio.
« Datemi un buon motivo per non staccargli la testa dal collo. » si rivolse ai tre gerarchi, per poi voltarsi verso il Fulvo, concludendo lapidariamente. « Stavolta lo farò per davvero. »SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONE. -
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Mentre il gruppo dei Pasha cominciava ad allontanarsi la sola Alarya si mosse in direzione opposta per andare incontro ad Helk e consegnargli una strana boccetta dal misterioso contenuto.
« E' un tonico. »
Pragmatica e concisa non aggiunse altro prima di tornare dal suo padrone e al suo ruolo di integerrima guardia del corpo.
“Grazie amica mia.”
Gli occhi gialli del Pirata seguirono la sua figura che si allontanava per qualche secondo prima di concentrarsi sull'insolito presente.
Fece ondeggiare curioso la boccetta soppesandone e studiandone il fluido in essa contenuto. Si chiese quali potessero essere le proprietà di quel tonico, nello specifico si chiese quanto potesse essere davvero efficace. Tuttavia considerando da chi l'aveva ricevuto le sue qualità non andavano sottovalutate. Non era un dono da prendere alla leggera, doveva farne uso nel migliore dei modi, il che escludeva a priori che fosse lui a beneficiarne.
Era stata una lunga giornata fino a quel momento, ma era ancora nel pieno delle forze e delle condizioni fisiche. Ma osservando i suoi compagni si era reso conto che alcuni erano davvero messi male, in special modo i reduci dell'Arena. Di fatto erano stati costretti a trascinarli di peso fin lì.
Stavano per gettarsi in un Inferno da cui probabilmente non sarebbero usciti vivi, ma quantomeno potevano sperare di far affondare con loro quanti più di quei mostri possibile.
Per fare ciò era necessario che il gruppo fosse nelle migliori condizioni, doveva dare quell'aiuto a qualcuno per cui potesse fare la differenza.
Diede una rapida occhiata ai compagni e la scelta fu abbastanza facile e rapida da prendere.
Ariste, il gerarca, era davvero messo male e sebbene non lo avesse mai visto combattere di persona aveva motivo di pensare che fosse tra i combattenti più abili ed esperti di tutta l'organizzazione. Credeva che averlo in battaglia avrebbe potuto fare la differenza, quindi gli si accostò e gli offrì la fiala.
“Bevi questo, è un tonico.
Magari può darti un po' di sollievo.”
Una scelta in linea con il pragmatismo di Alarya.CITAZIONECondizioni fisiche: ottime
Condizioni psicologiche: attento
Energia: 85%
Note:
Tecniche utilizzate:
Abilità:
Pensare
Come già detto quella del pirata è una mente brillante e fuori dal comune. Certo non è detto che riesca sempre a trovare la cosa giusta da fare in ogni situazione, anch'egli è passibili di errori madornali e scelte sbagliate. Tuttavia come Capitano di una nave pirata ha imparato che il tempismo è tutto, pensare velocemente è d'obbligo in determinate. Così un po' per predisposizione naturale, un po' per necessità ha acquisito una velocità di pensiero disarmante. Il che si traduce in una prontezza di riflessi decisamente fuori dall'ordinario. (Passiva di bonus ai riflessi, 5 punti)
Agire
Se pensare velocemente è importante, lo è ancor di più saper agire in tempo. Spesso situazioni di pericolo richiedono che pensiero e azione riescano a muoversi di concerto e in sintonia. Così Helk si è allenato duramente per saper agire in maniera quasi istantanea dopo aver deciso cosa fare. Ora gli basta un'istante per riuscire ad attivare uno dei suoi dispositivi o per azioni di altro genere. (Il tutto si traduce in una Passiva di Istant Casting, 5 punti)
Equip:
Alabarda Spaziale #3, l'edulcorata
Trattasi della terza versione di una sua arma ben collaudata, appunto l'alabarda spaziale. Un oggetto dalla lunghezza totale intorno ai 180 cm, dalla colorazione grigiastra arricchita da delle strisce più scure in prossimità della punta. Una delle estremità si ingrossa e termina dunque in una punta pericolosamente acuminata. Anche questo è un vero e proprio gioiello di tecnologia, l'alabarda è realizzata infatti con un mix unico di metamateriali nanostrutturati, da cui derivano le sue incredibili e versatili doti.
Normalmente presenta una resistenza pari a quella dell'acciaio e un peso contenuto.
Black Plate:
La Black Plate è un gioiello di tecnologia, frutto di una vita di ricerca, e da un'esistenza attuale che ha del paradossale, in quanto inviata dal suo creatore a se stesso prima che sia stata inventata e realizzata. Di per se si presenta come una carta o tessera nera con un simbolo bianco sulla superficie liscia. Sembra sia composta da una specie di metallo leggermente flessibile, ma la sua composizione interna è ben più complessa e misteriosa. Ma di cosa si tratta esattamente? Facile. La Black Plate altro non è che un dispositivo di controllo. Uno strumento atto a controllare e manipolare materia ed energia (e non solo). Strabiliante! Un oggetto davvero fuori dal comune e dalle potenzialità infinite. La più grande difficoltà è il controllo del dispositivo stesso. Infatti codificare un comando da trasmettere alla carta è decisamente complicato, questo limita di molto l'utilizzo che Helk è in grado di farne attualmente.. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)STATUS
Status Fisico:
Ottimo 100%
Ferite Riportate:
Nessuna
Condizione Mentale:
Ottimale
Mana Consumato:
30%
Mana Residuo:
40%
Altro: Evoco Gaius ad Alto (2 turni) e Celosia a Medio (2 turni) contro i pesci piccoli, per tenerli a bada per un po'. Parlo agli altri dicendogli ciò che sa sulla situazione.
EQUIP
اِخْتَفَى
{ Equip:
Maschera Bianca
{ Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, ment…
ألف ليلة وليلة
{ Equip: Mantello Nero
{ Info: un banalissimo mantello nero logoro
بوصلة من الرغبات
{ Equip: Bussola dei Desideri
{ Passive: ndr
{ Attive:
Fiala di Mana
{ Equip: Boccetta
{ Passive: Ripristina il Mana al massimo quando usata (only …
///
{ Equip:
{ Info:
ABILITA' PASSIVE
الرمال التغييرات
{ Passive: Cambiare forma a piacimento
الهاوية ووكر
{ Passive: Camminare su ogni superficie
الرمال قادم
{ Passive: Istant-Cast
الرمال مشاركة
{ Passive: Condivisione attive con le evocazioni
ABILITA' ATTIVE
فارس
{ Attiva: Consumo Alto
Il prossimo nemico è... nascosto nella nebbia... Un gigante che si erge verso il cielo... La sua collera fa tremare la terra.
~
Il terzo colosso si configura come un'evocazione di nuda pietra, terra ed erba. La sua figura è imponente, il suo corpo rivestito di roccia come fosse una corazza; il braccio destro è sostituito da un lungo e ruvido blocco di pietra, ch'egli non esita a manovrare con violenza sui nemici. Alto complessivamente otto metri, e largo due, è il gigante umanoide più alto di cui il deserto dispone... nonché uno dei più forti. Quando richiamato, egli sorge dalla campo di gara ed esegue ciecamente il volere del deserto; la sua permanenza in questo mondo può durare anche due turni, a scapito però della sua potenza (ma non delle sue dimensioni, giacché queste non incidono sulla forza del colosso).
والقط الوحشي
{ Attiva: Consumo Medio
Un'altare sovrasta il lago... Un guardiano lo sorveglia... Tiene vivo il fuoco.
~
Dalla terra emerge una creatura leonina rivestita di un'armatura di roccia e pietra, che viene subitamente lanciata verso il nemico. La creatura, fra le più piccole evocabili, misura complessivamente sette metri -altezza e larghezza comprese- e risulta, per qualsiasi persona comunque, sufficientemente imponente da indurre alla cautela. Dotata di artigli e di un paio di zanne che spuntano lateralmente al muso, la bestia attacca servendosi di queste armi naturali o sfruttando una rapida corsa. Qualora la sua permanenza non sia prolungata per due turni, dimezzandone quindi la potenza, il mostro ritornerà alla terra se colpito o al termine del tempo previsto per l'evocazione, ovvero un turno; e non si fermerà davanti a nulla che non sia il fuoco.
Edited by flama - 10/5/2014, 23:47. -
.
Fiumi di parole riempirono l'aria.
Un miscuglio di voci, un batti e ribatti continuo, una confusione di idee, opinioni, domande, speranze e disillusioni.
Ariste era troppo stanco per prestare ascolto ad ogni singolo verbo proferito. Lo sguardo continuava a vagare senza focalizzarsi su alcun volto specifico, mentre la sua mente assorbiva solo poche frasi, le più importanti.
Da buon greco, aveva vestito le vesti del grande, impavido comandante sparuti istanti prima, dando sfogo alle sue ambizioni inespresse, ma la verità era ben altra.
Quando nel piatto conteso si stagliava l'intero montepremi, tuttavia, anche l'insicurezza veniva mascherata, soppressa.
La decisione dei Pasha di ritirarsi dal campo di battaglia era certamente condivisibile, e l'oplite non espresse alcun pensiero in merito.
La sua attenzione venne risvegliata totalmente, invece, quando il nerboruto fulvo apparì nuovamente.
Guarda un po' chi si rivede.
L'accoglienza riservata al rosso fu abbastanza variopinta. Esemplare fu la reazione di Klaus.
Lui sa sicuramente molte più cose di noi. Tanto basta per evitare azioni avventate, al momento.
Non voleva dilungarsi oltre.
Tutto ciò che importava al Gerarca ellenico era reperire informazioni.
Soprattutto considerando che troppe ancora sono le zone d'ombra che offuscano il nostro sapere.
Mai frase si rivelò più corretta.
Le urla dello Sfregiato catturarono l'interesse dei presenti, mentre questi fronteggiava una delle orribili creature richiamate dal portale.
« Poveraccio... era uno dei vostri, quello? »
... prego?
Certezze spazzate via da una semplice, innocua domanda.
Dimitriy sollevò la questione prima del greco, ma la situazione non migliorava certo.
Macellaio, è tempo di finirla con i misteri.
Più andavano avanti e più ostacoli insorgevano.
Il nemico principale non era rappresentato dal Mastino, né da quei giganteschi obbrobri in procinto di invadere Merovish.
Il nemico era l'ignoranza.
L'oplite gravò stancamente sul muro alle sue spalle, massaggiandosi la fronte.
Problemi, sempre problemi.
Abbi la creanza di spiegare come stanno realmente le cose.
Fortunatamente, anche in quel marasma di reietti dimenticati dagli Dèi, una barlume di generosità si fece strada verso Ariste: Helk Muliphen, il pirata spaziale, gli si accostò per porgergli un preparato.
Gli occhi di Skotos si mossero dalla fiala al volto del canide antropomorfo.
Esitò un attimo, poi sorrise e prese la boccetta.
Ti ringrazio sentitamente.
Un gesto non di poco conto, quello del sottoposto.
L'avrebbe certo ricordato in battaglia, qualora ve ne fosse stato bisogno.
Senza esitare, stappò il contenitore e ne bevve il liquido prezioso.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 15%
Fisico: costole fratturate, danni interni, ematomi su tutto il corpo, movimenti compromessi (danno Alto totale).
Mente:assente.
Passive: +50% Forza, +50% Resistenza, +50% Agilità, +50% Velocità; +50% Riflessi; +10% Energia; Resistenza ad Influenze Psicologiche fino a livello Medio; Auspex di Cenere; Istant Casting.
Tecniche Attive:
Note:. -
.Silver Shadow..
User deleted
Soverchiante.
Nessuna parola poteva descrivere meglio la minaccia che le creature di Krarth rappresentavano. La prima creatura ad attraversare il portare e prendere forma materiale è un deforme insettoide dotato di quattro ali su cui un individuo, che lo scienziato non riconosce, si schianta con tutta la sua forza, ottenendo risultati tuttaltro che positivi; vero è che riuscì a perforare il carapace di quella creatura, ma il contatto con il suo sangue aveva anche rivelato una nuova minaccia, un acido dalla potenza e rapidità di azione semplicemente stupefacenti che in pochi secondi aveva reso inutile l'arma del guerriero. Come se non bastasse, la creatura era dotata di una forza semplicemente inverosimile, sufficiente a scagliare il guerriero sugli spalti con una sola sferzata dei propri artigli.
Non riusciva davvero a capacitarsi di come potessero esistere entità di simile potenza, ed era più che sicuro che questo non fosse altro che la punta dell'iceberg, una minuscola e per niente esaustiva dimostrazione di quello che si celava oltre il Portale.
Intorno a lui, intento a studiare la creatura, i suoi compagni cercano di farsi forza a vicenda e di trovare una soluzione all'imminente catastrofe, ma non sembra nulla da fare.
Il Kuthiano rivolse a Sahara la sua domanda e l'incarnazione del Deserto aveva dato la sua risposta, una risposta che era l'esatto opposto di ciò che erano le attuali intenzioni degli Eversori. Ma in che modo avrebbero potuto preparasi a qualcosa di così antico e sconosciuto? In che modo avrebbero potuto arrestare l'avanzata di quegli incubi se avessero deciso di lasciarli passare liberamente il Portale?
"Comando: Ifrit" bagliori verdastri ricoprirono il braccio sinistro dell'armatura, sparendo poco dopo e lasciando al loro posto la struttura del lanciafiamme usato in precedenza. Quale che fosse la decisione dei Gerarchi, lo scienziato era pronto a seguirla.Alimentazione: 75%
Energia Consumata: 0%
Condizioni Esoscheletro: Integrità 100% Funzionalità 100%
Condizioni Pilota: Nessuna ferita; Lieve nervosismo. -
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{ Arena Nera }
Tutti
"Finisce qui. Se chele cose escono, noi ha perso.
No solo l'arena, ma tutta città. Forse tutta Merovish."
non importa quanto eccentrico sia il suo accento: il Boggart ha ragione
"...ma se tu ritiene più importante tua sopravvivenza, tu è libero di andare.
Noi resta. Noi tenta. "
Incertezza, stizza, cusiosità, sorpresa, rancore... sono molteplici e variegati i sentimenti che colgono gli Eversori all'esordio del Macellaio dai capelli cremisi: nessuno di quegli stati d'animo è troppo positivo -perché lui sulla faccia un sorriso da schiaffi, e loro dei motivi più che validi per volergli far saltar via tutti i denti-, ma al momento, visto che stanno per gettarsi in un assalto disperato e potenzialmente suicida, non c'è molto che si possa fare in merito.
Guarda un po' chi si rivede.
è il commento neutro e asciutto di Aristotelis
"Finalmente, rosso. Io mi chiedeva quando tu avresti mostrato tuo volto, in chesta storia. "
lo accoglie ghignando il buon vecchio Zimmer, l'unico per nulla turbato
"Nostri sono ancora tutti in piedi. Nostri non cadono."
-Non tollero che mi venga mancato di rispetto da un gorilla spelato.
La tua ignoranza probabilmente supera ampiamente la tua altezza.-
protesta Takheloth, fluttuando dirimpetto all'energumeno per eliminare il divario
-Dal tono delle tue parole e dal tuo olezzo deduco che sei il solito gorilla gonfio di ormoni; che si lanciano sbraitando improbabili maledizioni sul nemico, roteando quei ferri sgraziati che ti porti a presso e chiami armi.-
...a parte qualche incauta minaccia, e inutili scambi di battute analoghi,
a cui il Fulvo -da bravo attaccabrighe- certamente non si sottrae:
se qualcuno cerca la lite, perchè non accontarlo? Lui era generoso, a modo suo.
Erano gli altri che se la prendevano a male. Certa gente è così permalosa...
« Beh... sì. E' esattamente quello che faccio. »
assentì con noncuranza, alzando le spalle con poco trasporto
« I ferri si chiamano "spade", bimbo - e sono facili da usare, sai?
La parte appuntita va dentro le altre persone. »
-Se c'è qualcuno che puzza di escrementi, dovresti essere tu;
non usi le tue deiezioni per lavarti?-
Alla parola "deiezioni", un sopracciglio si inarca sul viso del Guerriero: non deve essere una parola di sua conoscenza... "deiezioni", "dei", sarà roba di religione, vai a capire - e, a lui, di divinità, preghiere e altre cazzate importa poco... per questo, ritenendo la cosa ininfluente -tanto più perché pronunciata da un'altezzosa mammoletta in quel periodo del mese-, sembra optare per ignorarla con una indifferente scrollata delle spalle larghe. Certa gente è proprio intrattabile.
-Tu scambi la mia lungimiranza e buon senso per terrore? Tu sparli di cose che nemmeno non conosci, ignorante di una bestia da soma. -
prosegue Takheloth, infarcendo ogni frase di insulti al vetriolo
-Quante guerre ha vinto la tua spada nella tua insignificante vita di macellaio prezzolato?
Quante vite hai spento? La storia si ricorda di generali e re. Non di soldati e tagliagole.-
« Bah. Per quanto ne so io,
la Storia celebra la morte degli Eroi, non la fuga di qualche piscialetto... »
commenta l'Ispanico con un mezzo sogghigno strafottente
« ...perciò, rassegnati: ti ruberemo i riflettori in ogni caso. »
Il Nehether'Rhae aggiunge qualcos'altro, e il Boggart interviene a tranquillizzarlo, ma... il Rosso non li sente: un pò per noia, un pò perché un altro di quei disperati con una pessima cera gli ha appena puntato contro la spada, arma che -tra l'altro- è appena stato lui a restituirgli. Certa gente è davvero ingrata.
« Tu! Figlio di puttana! Cosa cazzo ci fai qui? »
sbotta Klaus, investendo Takheloth con una spallata nell'avvicinarsi al Macellaio
« Dico, ma vi siete bevuti il cervello?
Questo è il pezzo di merda che ci ha fatti andare in galera. »
ruggisce furente il Vampiro, puntandogli alla gola la lama della Nemesis
« Datemi un buon motivo per non staccargli la testa dal collo. »
inquisisce, volgendo lo sguardo ai suoi tre superiori in gerarchia
« Stavolta lo farò per davvero. »
« ...l'integrità del tuo culo è un motivo buono a sufficienza? »
domanda il Rosso, prendendo la lama tra pollice ed indice per scostarla da sé
« Andiamo: sei già uno straccio, e abbiamo un sacco di cosi da buttare giù. »
Lui sa sicuramente molte più cose di noi.
Tanto basta per evitare azioni avventate, al momento.
tuttavia, è la voce dell'Oplite a pacificare il Vampiro
Soprattutto considerando che troppe ancora
sono le zone d'ombra che offuscano il nostro sapere.
...non è lui lo sfregiato?
con una certa sorpresa, Dimitry si immette nel discorso
« Non è...? No! Quello... Lui ....non è lo Sfregiato - non il nostro, almeno.
Hisagi Shuei, il Campione dell'Arena Nera sarebbe dovuto essere il vostro avversario. »
il Guerriero scuote il capo, accigliandosi contrariato nel fissare il Russo
« ...e non avrebbe nemmeno dovuto ridurvi così male... Che cavolo succede?! »
« Tu, Isaac e quello smilzo accompagnato da un cerbero siete molto simili.
Non sembrate di qui, eppure siete stranamente invischiati in questo casino. »
A spezzare il flusso dei suoi pensieri è la voce del Khutiano, e mentre il Macellaio dai capelli fulvi interrompe il suo rimuginare nervoso, il solito sogghigno compiaciuto torna ad increspargli le labbra mentre gli occhi scuri si posano sul Gerarca; tuttavia, non sembra volergli fare omaggio di una risposta a quella domanda indiretta, così resta ad ascoltare quello che ha da dire.
« Se anche tu vuoi massacrare quei mostri, non avremo problemi a collaborare.
Mi resta comunque qualche dubbio: non mi sembri proprio il tipo che fa della beneficenza. »
« Solitamente no, non sono il tipo che fa beneficienza. »
conviene quello, muovendo appena un cenno di assenso con la testa
« ...ma ho avuto ordini dall'alto, quindi stavolta vi va di culo. »
Un'illuminazione colpisce Bid'daum, che in quel momento pensa bene di chiedere informazioni all'unica creatura abbastanza antica e abbastanza legata al Deserto da possedere magari un più profondo grado di comprensione di quel che sta accadendo, ma... la risposta che ottiene è tutt'altro che incoraggiante; forse non tutti l'hanno udito - e, forse, è persino meglio così.
Il deserto può dirvi che le creature in esso imprigionate, lo sono più o meno da quando il Primo esalò l'ultimo respiro. Il deserto ricorda che tale porta è controllata da una chiave, quella che voi forse chiamava "Cuore dei Titani", e che tutti abbiamo visto venire distrutta. Il deserto vi dice che non c'è modo di chiudere il passaggio, per ora.
Non c'è speranza di evitare lo scontro... ma non può nemmeno esserci solo sconforto, e non deve essere per forza sconfitta è disfatta, perché arrendersi non è un'opzione: "Il deserto li ha già visti sconfitti", dice, così anche Sahara si prepara a far quel che può per proteggere il Dominio delle Sabbie... ma i segreti del Deserto appartengono solo a lui e a quanti a quelle sabbie sono pronti a consacrarsi.
"Mentre voi bisticciate come scimmie in calore, noi sta perdendo tempo."
con urgenza, Zimmer richiama i suoi all'ordine e si rivolge al Fulvo
"Rosso, tu sa qualcosa. Tu ha sempre saputo qualcosa più di altri.
Sembra arrivato momento di parlare, no? "
Macellaio, è tempo di finirla con i misteri.
si unì alla richiesta il Greco
Abbi la creanza di spiegare come stanno realmente le cose.
« Oh, certo: preparate il thè, che tiro fuori i biscotti dal forno. »
ritorce sarcastico l'interpellato, incrociando le braccia muscolose sul petto
« Ci conviene mettere sotto controllo la situazione qui, prima.
Se sopravviviamo, avremo tutto il tempo per chiacchiere e spiegazioni. »
Il surreale scambio di battute si sussegue tra il drappello redunato nell'anello inferiore dell'Arena Nera, toccando buona parte dei presenti, ma non tutti: al cotrario della concorrenza, Eren Satu reputa più saggio limitarsi ad osservare l'evolversi della situazione, mentre -a poca distanza da lui- Venat cerca di riprendere fiato, Reys appronta il lanciafiamme del suo esoscheltro, e Ariste viene avvicinato da Henk - che gli porge il misterioso medicamento ricevuto da Alhara.
« ....e poi, io non sono bravo con le parole. »
brontola tra sé e sé, distogliendo lo sguardo verso un punto imprecisato
« Delle pubbliche relazioni deve occuparsene Isaac: perché non è ancora qui? »
« Perché potrebbe non essere più qui, suppongo. »
Con tono compassato, una voce dal forte accento germanico si fa largo tra i presenti, catalizzando l'attenzione sull'alto e allampanato figuro in pastrano nero che avanza verso il centro dell'assembramento: i capelli biondi e la pelle pallidissima risaltano in maniera spettrale sul suo abbigliamento scuro... scuro come le occhiaie che gli cerchiano gli occhi blu cobalto e che tingono con un'ombra livida le labbra sottili e ben disegnate; in mano regge una lanterna, e accanto gli cammina un mastino infernale a tre teste -alto più di un metro al garrese e dalle carni decomposte-, ma con buona probabilità solo Bid'daum e gli altri dotati del dono della vista mistica sono in grado di notarlo.
« Che cazzo significa? »
« Che è già da un po' che non riesco più a percepirlo. »
prosegue il Dottore della festa dei Pasha fermandosi e abbassando la lanterna
« Temo gli sia successo qualcosa nell'Upperdark... »
Le iridi di un blu tanto fondo da sconfinare nel viola si posano insondabili sul Castigo, perché è lui quello a cui ha consegnato il bando della Legione delle Sabbie per quella missione nei cunicoli profondi... nel Bazar delle Talpe, all'indomani della Notte del Giudizio, in un giorno che sembra lontano come un'altra vita terrena.
« Quindi mi stai dicendo che dovremmo farcela senza Shuei... »
inquisisce stizzito il Rosso, più irritato dall'aplombe del compare che da altro
« ....con questa masnada ridotta culo-a-terra, e con un uomo in meno? »
« Der Tod oder die Ehre. »
replica senza emozione il Tedesco, chiudendo gli occhi in uno stanco sospiro
« O la Morte, o la gloria. »
« Che merda di situazione! »
Nello sbottare con enfasi il suo malcontento, il Macellaio si volta verso il centro dell'Arena, tirando un calcio rabbioso ad un pezzo di roccia nera grosso quanto il cranio di un bambino: la pietra schizza via con la velocità di un proiettile, e scompare nel mucchio di insettoidi alati che ronzano ancora nei pressi del portale; un paio di creature toccano il suolo -ormai carcassa- mentre gli schizzi di icore corrosivo si spandono ai membri più vicino dello sciame, intaccandoli con la loro stessa intrinseca virulenza.
Risultato? Il chiasso cresce di intensità fino al parossismo, e poi... poi, qualcosa accade nella distesa di sabbia: una figura emerge dal pilatro di luce -ora, ancora più largo che in precedenza- e mentre una sensazione opprimente si dirama nell'aria, così intensa che percepite disagio anche là dove siete, lo sciame che infesta il campo si ritrova d'un tratto come paralizzato, e i mostriciattoli nel raggio di dieci metri precipitano al suolo in simultanea -con un tonfo e uno sbuffo di cenere-, raggomitolandosi senza più un ronzio.
Molte paia di occhi convergono sul responsabile, ma passa qualche lungo istante prima che sia possibile metterlo a fuoco: dapprima, quel colosso -sarà alto almeno tre o quattro metri- sembrava un'ombra nera stagliata contro il lucore abbagliante del portale; ora che avanza con passi da gigante e si discosta dalla luce, è inevitabile giungere a capire che quello è un'ombra. Un'ombra dagli occhi blu, che brandisce una scimitarra di metallo nero in ciascuna delle sue quattro mani.
...e Sahara è il solo che sa dare un nome a quell'apparizione:
Nebularion, il Bevitore di Anime.
{ Arena Nera }
Abdel
«Bahira…»
Il Mastino dell'Arena riapre lentamente gli occhi dal suo sonno di incoscienza, e la prima cosa che gli si para davanti è la visione sfuocata di uno dei suoi sogni più dolci; la Pasha Najaran, tuttavia, non comprende l'appellativo che le è stato rivolto, e incapace di dare un senso a quella parola, reclina un poco la testolina scura da una parte, per porgere orecchio con maggior attenzione.
Quando però il ferito che sta accudendo si agita, riversando altro sangue sulla lastra crepata di ossidiana -dove è malamente atterrato- e sulla sua tunica -la cui foggia ricorda vagamente i kimono del Presidio Occidentale-, la fanciulla trasale preoccupata mentre porta le braccia esili a cercare di sostenere il guerriero... un uomo che è il doppio di lei, ridotto all'ombra di sé stesso dalle ferite riportate, e che continua a fissarla con insistenza.
«Bahira al Khemal…»
mormora di nuovo, con la solenne devozione di un orante
« ...beh, io non ho intenzione di restare allo scoperto un momento di più. »
ma la sua voce è sovrastata dal berciare composto ma insofferente di Egon
« Alarya: portami fuori di qui. »
E non serve nemmeno un assenso, che la Guardia si porta davanti al suo padrone, e i due cominciano ad allontanarsi, in direzione dell'uscita più vicina dagli anelli degli spalti.
« Brutto... »
Il contatto visivo tra Abdel e Najaran si interrompe nel momento in cui lei -stizzita- si volta per fulminare quell'uomo con lo sguardo, ma... ad interromperla è l'indice affusolato di Kalanjanus, accoccolatosi al capezzale del ferito accanto alla donna, che le si adagia contro la bocca morbida e rossa, inducendola al silenzio; sulle labbra ben disegnate gli aleggia il solito sorriso tranquillo e disteso.
« Non perdiamo la testa: non ce n'è alcun bisogno.
Va bene anche così...! »
le dice con tono neutro e terribilmente ragionevole
« Basta solo organizzarci, perciò... »
continua, prendendo in mano la situazione e volgendosi all'Eunuco
« ...Farida, accompagna tu il Pasha Preek al Muro Scarlatto. »
il suo sorriso si accentua nel vedere l'uomo trasalire, un po' sorpreso
« Io resto con la Signorina Najaran e il nostro amico.
Vediamo se ho qualcosa anche per lui... »
Recuperando la sua solita aria disinvolta, il Pasha Preek annuisce e si congeda con un leggero inchino, prima di affiancarsi all'odalisca per allontanarsi a passo svelto nella direzione opposta a quella di Egon; lo Speziale, invece, abbassa le iridi dorate sulla scarsella che porta attorno alla vita e fischietta un motivetto allegro mentre ne fruga l'interno, mentre -con un sorriso caldo e rassicurante- la Signora del Distretto della Polvere stringe la mano al Mastino per confortarlo.
« Non muoverti, intesi...? »
si raccomanda, con un tono che mesce premura e autorità
« Se capisci la mia lingua... dimmi qual'è il tuo nome...? »
{ Arena Nera }
Sahara
Prima che il Condottiero scagliasse la sua maledizione sullo Yuzrab, il Deserto era meno esteso, perciò... eri l'equivalente di un bambino, ma -per quanto ricordi- quell'entità di ombra solidificata è Nebularion, uno dei demoni della mitologia di Krarth: ha quattro braccia -ciascuno armata di una scimitarra nera-, ed è abilissimo nel corpo a corpo.
Sarebbe saggio tenerlo dunque a distanza? Auspicabile, ma difficile a farsi, perché egli ha la ben perniciosa caratteristica di essere immune a tutte le forme di magia: ogni incantesimo lanciato contro il Bevitore di Anime viene annullato prima che possa colpirlo, perché è circondato da una zona anti-incantesimi... che si origina dai suoi occhi blu, simili a fuochi fatui.
Sarà il caso di condividere le informazioni in tuo possesso.
{ Arena Nera }
Tutti
« Mio. »
A rompere l'immobilità dopo il tempo di un respiro è -ancora- il Macellaio; il viso feroce mostra un ghigno crudele mentre la destra si stringe attorno all'elsa dell'enorme spada che porta sulla schiena, e -senza pensarci due volte- inizia ad avanzare verso il quel mostro sconosciuto.
« Gain, aspetta....! »
cerca di richiamarlo il Tedesco
« Era "morte o gloria", no? »
lo zittisce perentorio l'Ispanico, senza fermarsi né voltarsi
« Mentre guadagno tempo, vedi che puoi fare per questi qui. »
Un sospiro evade le labbra livide del Medico, ma egli non aggiunge altro all'indirizzo del compagno; dopotutto, è così che stanno le cose: le forze schierate in campo sono più sbilanciate di quanto era stato pianificato, oscuri e non contemplati intenti hanno disseminato imprevisti ovunque sul loro cammino, e le cose non stanno andando come avrebbero dovuto; tuttavia, tirarsi indietro non è possibile. A quanto pare, per quanto poco chiari appaiano i loro scopi, nemmeno per loro la ritirata è una possibilità contemplabile.
« Se qualcuno è in grado di combattere, lo accompagni. »
esordisce, passando in rassegna i presenti con un fugace sguardo di cobalto
« I più malridotti, invece, si avvicinino: non sono in grado di curarvi,
ma posso offrirvi un placebo che vi permetterà di tornare a combattere. »
Così dicendo, il Tedesco posa la lanterna al suolo -davanti ai propri piedi-, e non appena stende le braccia davanti a sé per imporre i palmi sul lume spento, quello inizia ad irradiare una spettrale luce iridescente nel raggio di una mezza dozzina di metri... un'evanescenza i cui colori oscillano senza posa tra un pallido verde malsano, un tenue bianco-azzurrino, e un mistico violetto soffuso; bagliori di cui solo Bid'daum avrebbe riconosciuto a colpo sicuro la natura. Erano spiriti.
. -
_MajinZ_.
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Dimitriy ignorò ogni litigio, ogni scambio di parole: era troppo stanco per fare anche una cosa così semplice... e alla fine neanche gli importava. Al momento era pervaso da un moto di egoismo, l’unica cosa che gli interessava era riprendersi il prima possibile e ignorare il resto era una delle prime cose da fare, se ci si voleva rimettere in sesto. Il ragazzo mal sopportava l’idea di essere inutile, anche lui voleva fare la sua parte in quell’Inferno e voleva farlo come un attore principale, e non da semplice comparsa. Purtroppo però non aveva modo di riprendersi dalle ferite, non da solo almeno.
La risposta alla sua domanda però lo incuriosiva, conoscerla però lo rese inquieto. Non era quello colui che dovevano sfidare, era sempre un Campione ma non quello giusto... e il massacrarli fino a quel punto non rientrava nei progetti dell’alto. Il russo osservò l’ispanico per qualche istante, per quanto fosse un figlio di puttana della peggior specie, in quel momento nemmeno lui aveva motivo di mentire... quindi sospirò, vedendo la situazione peggiorare ancora di più. E oltre a ciò bisognava registrare l’aiuto inaspettato di quel rosso, le cose stavano andando davvero male se si arrivava ad avere alleati simili. Però in certi casi... i nemici si rivelavano più utili degli amici.
In ogni caso quella serie di eventi aveva bisogno di una spiegazione e l’unico che poteva darla, era chi era nato millenni prima ed era figlio del deserto stesso. Sahara spiegò la situazione, ma Dimitriy non aveva la forza neanche di preoccuparsi, a stento si reggeva in piedi e ormai sentire quelle notizie sconvolgenti non gli faceva molto effetto. Se erano già stati sconfitti, però, di sicuro potevano farlo ancora e ritirarsi non era una cosa contemplata dal gruppo... o almeno, da chi si sentiva davvero parte di quel gruppo. Erano comunque in inferiorità numerica, sembrava infatti che alcuni attori mancassero, altri però se ne aggiunsero, come ad esempio quel tedesco.
O la Morte, o la Gloria. Erano di sicuro delle belle parole, ma probabilmente nessun Vero Eversore aveva intenzione di prenderne una senza l’altra. Raggiungere la Gloria con la Morte, ecco, quello poteva essere un buon proposito... almeno avrebbe reso la fine un po’ più dolce. All’improvviso però il chiasso di quei maledetti insetti venne meno: qualcosa uscì dalla colonna di luce, e non era nulla di simpatico. Un colosso alto tre o quattro metri fece la sua apparizione, nero come l’oscurità più sconfinata... con quattro mani armate di scimitarre. Lo spettacolo stava per iniziare?
Inaspettatamente il Macellaio si fece avanti, assumendosi la responsabilità di guadagnare tempo... lasciando all’amico Nazista il compito di rimettere apposto i feriti. Il modo in cui l’avrebbe fatto divenne presto comprensibile: l’uomo posò una lanterna al suolo e questa iniziò a brillare con diverse sfumature, passando dal verde pallido al violetto, fino a raggiungere un bianco particolare. Dimitriy fece spallucce, avanzò di qualche passo e si sedette a terra a poca distanza dalla lanterna. Poi chiuse gli occhi e attese che e energie tornassero... infondo non aveva molto da perdere. Subito però senti la sua fiamma vitale ravvivarsi, magari non era del tutto tempo perso, quello.SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONEStato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni.
Stato mentale: ahia
Energia: 40%
Note: \\
Passive:
₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
[Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]
₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
[Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]
₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
[Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]
₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
[Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]
₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
[Mana +10% - Resistenza al Dolore]
₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
[Resistenza alle Malie passive]
Equipaggiamento:
₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.
₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.
₪ Occhio della Sirena
L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.
₪ Croce della Dama
La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
[Oggetto + Tecnica Variabile: Consumo Alto]
₪ Bussola dei Desideri
Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
[Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]
Tecniche utilizzate:
\\. -
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Voci simili a sussurri danzano nell’aria, provando a fare breccia nella mia mente. Lontane, come appartenessero ad un altro mondo dove è relegato il caos dell’Arena Nera. Per me c’è lei e lei soltanto. Il mio sguardo si perde nei suoi occhi color rubino – ma una volta non erano verdi? – e segue i contorni delicati del volto di porcellana scivolando sui capelli neri fino a rimanere stregato dai vestiti dalle fogge mai viste. E’ diversa da come ce lo ricordiamo, ma deve essere lei. Deve! Non vi è altra spiegazione. Ci sono certi legami che vanno oltre il tempo e le avversità. Nel nostro caso persino oltre la morte. Sebbene il corpo sia straziato di ferite ed il freddo si stia facendo strada tra le ossa rendendolo pesante come un macigno, c’è una parte di me che si sente leggera come una piuma: il collo. Lì dove i suoi fili mi avevano una volta legato e lì dove sono destinati a tornare. Perché io sono suo e non ci sarà nera mietitrice che lo possa impedire!
Stremato, trovo giusto l’ultimo barlume di forza per alzare il braccio destro ed avvicinarlo a lei. Non al volto, non mi è concesso neppure sfiorarlo, ma le vesti come un medicante che chiede la grazia. E lei? Mi ignora e si volta straziandomi il cuore. A questo mi sono ridotto? Ad uno strumento inutile nelle sue mani, ad un fastidio che la costringe a trattarmi come una madre al capezzale del figlio? Mi stringe la mano, ma ormai i dubbi stanno rodendo il mio animo. Parassiti nauseabondi che mi riempiono il petto di vergogna. Ma niente fa così male come le parole che mi rivolge. « Se capisci la mia lingua... dimmi qual'è il tuo nome...? » Se solo avessi vetro lì dove batte il cuore ora vi resterebbero solo schegge. Le labbra si muovono da sole, pronunciando parole a fatica. « Voi avevate promesso. » Tutto è così vivido ai nostri occhi, come un sogno durante il dormiveglia. La luna ed il cielo stellato che si riflettono sulla cupola di cristallo della Sala dei Primi. Il freddo pavimento di marmo su cui sono inginocchiato e lei, stupenda come sempre e con indosso solo dei veli che esaltano le sue forme, che mi porge il calice in un rito ripetuto mille volte prima di quel giorno. Le sue parole sono incise nel marmo. Le ricordiamo perfettamente, nonostante tutto questo tempo. “Tu sei mio. Che questo sangue ne sia la prova e sigilli il nostro patto. Mai tu dimenticherai il mio nome…” «…né io dimenticherò il tuo, Abdel Majid. » Calde lacrime mi scivolano sulle guance cancellando lo sporco ed il sangue sul volto..