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{ Arena Nera, Ring di Sabbia }
Zimmer
Finalmente libero dalle allucinazioni della droga, il buon vecchio Zimmer si abbandona alle braccia di Kalanjanus (...no, non in quel senso: il bipede è in gamba, ma non è il suo tipo - credo), e le prime parole che gli lasciano la bocca zannuta sono una sofferente confessione.
”... dannazione collega.
Io ha sognato di essere mio stesso cliente.”
Orrori indicibili.
« Ahia. »
commenta comprensivo il suo nuovo amico.
Come se capisse.
”Ehi, perché gravità no funziona?O tu ha imparato a volare, bipede?”
domanda il Boggart, confuso... prima di ricordarsi di colpo di quel che stava facendo
”Merda! Tu lascia me, spacciatore da strapazzo! Io deve combattere!”
In quel momento, la luce bianca esplode dal centro dell'Arena -rischiarando a giorno forse l'intera Tana-, ma il Moro non si volta neppure, e -con il suo carico di passeggeri- continua ad allontanarsi, camminando nell'aria; l'esplosione segna netti e forti chiaroscuri su ogni cosa, eppure -dalla sua posizione- l'Eversore ha l'impressione che le labbra dello Speziale -appena una silouhette nera stagliata contro il bianco accecante oltre le sue spalle- si siano curvate in uno strano sorriso.
Siete tra i primi a raggiungere i cancelli dell'uscita, e mentre Helk viene lasciato libero di tornare con i piedi per terra, Kalanjanus adagia lo stremato Boggart a terra con la delicatezza di un padre.
« Aspetta qui. E non muoverti finché non ti avranno dato una controllata. »
si raccomanda cordialmente il Mercante, rialzandosi e facendo per voltarsi
« Vado a vedere come se la sono cavata il Pasha Preek e la bella Najaran. ♥ »
Così dicendo, lo Speziale raggiunge la sommità del primo anello di ossidiana con un solo balzo,
per addentrarsi nella rete di corridoi interna agli spalti; l'oscurità lo inghiotte, facendolo svanire alla vista... ma si sarebbero senz'altro rivisti – di quello, potevate esserne certi.
{ Arena Nera, Ring di Sabbia }
Ariste
Dopo i contraccolpi dovuti all'escursione termica, il passaggio repentino dal caldo torrido della lava incandescente al gelo pungente che ha solidificato la roccia lavica velandola di brina, sulle prime Aristotelis è forse convinto di avere le traveggole: si è voltato per cercare Bid'daum con lo sguardo, e lo ha trovato... cosa strana, tra le braccia di una procace fanciulla, però. Ora si può davvero dire che dentro quell'anello di ossidiana se ne sono viste di tutti i colori.
La guerra crea strani compagni.
Perso nei propri pensieri, e in parte già ammaliato dai sussurri della Helshezag, il commento che esce di bocca all'Oplite si stiracchia pigro ed esitante nell'aria, ma -subito dopo- quel momento di vuoto silenzio viene riempito dalle parole di Khalid... e sono queste a richiamare l'attenzione del Greco quanto quella della spada.
Non sembra che Queelag la rivoglia indietro.
replica sarcastico Ariste, testando il bilanciamento della lama con dei fendenti
Perché no?La sventura è la scusa degli impreparati.
« Questo è vero... »
Il commento della Maschera giunge con un sospiro amaro: probabilmente, sta ripensando con contrizione alle misure di sicurezza dell'Arena -di sua responsabilità-, rivelatesi inutili all'arrivo del Mimo, e a contenere tutto il disastro che ne è conseguito... ma, in fondo, visto il calibro dei vostri nemici, chi può biasimarlo?
Mi hai incuriosito, Khalid.
prosegue l'Eversore, tornando a concentrarsi sull'interlocutore
Cos'altro dice la tua gente, in merito?
In quel momento, dal centro dell'Arena una colonna di luce bianca ascende fino alla volta sotterranea che racchiude la Tana, producendo un lampo tale da illuminarla a giorno e privarvi tutti della vista; temendo l'ennesima disgrazia, una volta recuperata la vista, i due guerrieri hanno da rimanere assai piacevolmente sorpresi dal fatto che...
Per gli Dèi dell'Olimpo! Ma cosa...
...inspiegabilmente, tutti i Titani sono scomparsi. Svaniti nel nulla, come se non fossero mai esistiti lì;sfortuna che i segni della loro distruzione sono rimasti a testimonianza del loro passaggio, rassicurandovi in merito al fatto che, no: non siete ancora irrimediabilmente impazziti.
È questo ciò che rimane, di una battaglia? Rimorso ed inadeguatezza?
sopraffatto da quella realtà -e dalla stanchezza-, Ariste cade esausto sulla sabbia
Sembra che la nostra Tana sia salva, Khalid bin Bashir.
chiacchiera, alleggerendo le stanche membra dal peso dell'armatura
Mi manca la Tessaglia.
« Sarà meglio riunirci agli altri, per ora: devo controllare i miei uomini,
e immagino che anche tu vorrai assicurarti delle condizioni dei tuoi compagni... »
replica il Legionario, porgendo la mano e il suo appoggio per camminare
« Della spada e delle antiche leggende parleremo con più calma un'altra volta... »
...e, data la situazione, sembra una proposta più che ragionevole.
{ Arena Nera, Spazio Aereo }
Reys
Dall'alto, la speranza di vittoria sulla Serpe acquista per il Collared sempre più chiaramente i netti contorni della certezza... ma dal momento che la bilancia pende dalla loro parte, perché non assestare l'ultimo colpo al nemico? Dopotutto, se con le poche forze che gli restano può comunque limitare le perdite degli alleati Elldroc, perché non farlo? La battaglia deve finire, subito.
"Isaac, avvicinati a portata di tiro."
« Sky... da bravo, fai come vuole il nostro amico. ♥ »
Il Tatuato bisbiglia con tono quasi vezzeggiativo all'orecchio della loro cavalcatura, e il draghetto bianco si inclina leggermente su un fianco -in una virata-, per portare l'Eversore più vicino al suo obiettivo: svelto e silenzioso si abbassa in un volo avvitato, e non appena è abbastanza vicino, Reys può cogliere l'occasione per far detonare il suo colpo a pochi metri dal volto umano della ributtante creatura serpentina; il Mostro -assediato com'è dalle continue ondate di Guardie del Sottosuolo-, non si accorge in tempo della sortita, e... il proiettile sibila tra le sue fauci, dischiuse in un moto di sorpresa, prima di esplodere con tutta la sua violenza.
« Boom! Headshot...! ♥ »
Mentre vampate di fuoco e densi nastri di acre fumo nero si innalzano insieme a voi verso la volta sotterranea, riprendete rapidamente quota, ed è allora che -da qualche parte al centro dell'Arena- un lampo abbagliante di luce bianca illumina ogni cosa a giorno, reclamando con prepotenza la vostra attenzione in quella direzione.
"Ma che diamine? Isaac, che sta succedendo?"
Sorpreso dall'ennesima novità, lo Scienziato si rivolge al Chiacchierone, ma -stavolta- anche quello sembra brancolare nel buio: le labbra ben disegnate si arricciano per un istante, dubbiose, e le spalle si alzano in un'eloquente ammissione di ignoranza, ma gli occhi cerulei non lasciano la colonna di luce neppure dopo che il bagliore è scomparso e la quiete inizia a dipanarsi sul campo di battaglia.
« ...non lo so ancora, ma sembra finita. Ed è quel che conta. ♥ »
annuncia, rivolgendo un sorriso a Reys da sopra una spalla
« Raggiungi pure i tuoi compagni: è un momento importante, e devi stare con loro. »
Così, mentre il rettile bianco assume l'assetto per svolazzare da tutti gli altri, Isaac muove un passo indietro e si lascia cadere teatralmente nel vuoto; ti allontani in fretta, così lo perdi di vista in mezzo al palpitante brulichio degli Elldroc e le volute di sabbia cinerea, ma... se hai imparato a conoscerlo un po', sai che non c'è nulla di cui preoccuparsi: chi lo ammazza, quello...?
{ Arena Nera, Spalti }
Bid'daum
Tàmerlein prende congedo dalla realtà con uno sbuffo di nero fumo, e mentre Merovish viene rischiarata a giorno dalla colonna di luce bianca che erutta dal centro dell'Arena, il suo padrone rinviene tra le braccia della sua bella soccorritrice... che, a vederlo sobbalzare e tirarsi indietro con una certa fretta, non può far a meno di curvare le labbra rosse e piene in una piega enigmatica e maliziosa – persino sottilmente ghignante.
« Cosa… cos’è successo? Perché sei qui? »
« Avete vinto. »
replica la donna, con una voce calda e avvolgente che la rende ancora più sensuale
« Quanto a me, stavo solo dando una mano - come ordinatomi. »
è la prima volta che parla, ma... sembra proprio la voce perfetta per lei
« Ce la fai, ad alzarti...? »
Decisamente, il Castigo ha conosciuto giorni migliori, e probabilmente -esausto dal combattimento- preferirebbe volentieri perdere i sensi e dormire per giorni, ma... una risposta negativa vorrebbe dire mostrarsi deboli, e -in più- i suoi doveri di Gerarca gli impongono di sincerarsi che i suoi compagni siano ancora tutti interi o perlomeno vivi, e così non gli resta che assentire e rimettersi in piedi -aiutato, in questo, dalla bella Danzatrice-, cercando di mostrarsi il più stabile possibile.
« E comunque... »
riprende, con un tono finto-offeso, che mescola rimprovero e divertimento
« ...quel bikini che mi hai distrutto: era il mio preferito. »
sentenzia, mentre la bianca mano ghermisce con voluttà il fondo-schiena del Khutiano
« Adesso siamo pari. »
...e, dato che -purtroppo o per fortuna- Bid'daum è troppo stanco per andare in escandescenze
o per fare altro, per quella volta non resta che raggiungere gli altri – un passo alla volta.
{ Arena Nera, Spalti }
Tutti
Lentamente, claudicando, vi radunate difronte ai cancelli: viste le condizioni in cui alcuni di voi versano, probabilmente spostarsi non è la scelta più comoda, ma... stare fermi non avrebbe cambiato poi molto; Merovish non è certo il tipo di luogo in cui puoi cullarti nella speranza di ricevere soccorsi, e così -col sostegno di nuovi e vecchi amici- vi siete rialzati dal fango e dalla polvere per continuare ad andare avanti... tanto letteralmente, quanto metaforicamente.
Troppo preso dal raccogliere i cocci di un artefatto rotto -che ormai poco o nulla conserva del potere di cui i suoi stessi occhi sono stati testimone-, Sahara bada a malapena agli alleati giunti dall'Upperdark in loro soccorso, limitandosi a ricambiarne il cerimonioso saluto con un cenno del capo e un inchino; il Dottore Tedesco, invece, continua a vagare da una parte all'altra del capannello di sopravvissuti, prestando cure d'urgenza ai casi più gravi e dando disposizioni sul da farsi a quelli ancora in grado di muoversi, così da compensare la sua mancanza di ubiquità.
« Sono..sono morto? »
si domanda lo Sguattero Venat, rinvenendo e trascinandosi verso il Rosso
« Incredibile eh, Zimmy? L'unica cosa di cui sento bisogno adesso
è uno dei tuoi luridi torcibudella, sisi. »
”Il primo giro lo offri tu allora... ”
ghigna di rimando il Boggart, che è appena stato visitato
Frattanto, anche gli Elldroc e gli altri Eroi si riuniscono lì: Ariste -spogliatosi della panoplia- arriva camminando insieme al mascherato Khalid, venendo accolto dal saluto militare dei Legionari ancora in vita, e mentre Reys atterra poco lontano, smontando dalla groppa di un piccolo rettile bianco e alato -che prende poi forma di una piccola fiammella fatua e scompare-, Bid'daum fa la sua entrata al fianco dell'Odalisca Farida; infine, arrivano anche uno zoppicante Dimitry, che -dopo aver rifiutato un altro passaggio- arranca al meglio che gli riesce dietro a quell'energumeno di Gain, che trasporta in braccio un 23 ammaccato e semi-cosciente, ma stranamente incolume.
...ed ecco arrivare -per ultimi- anche gli sciacalli, ma -con ogni probabilità- Helk è l'unico a prestargli attenzione e poterne -forse- essere sollevato. Non tanto per Egon Emeros, composto e vagamente insofferente, che scende con cautela da una scoscesa pila di detriti che -di traverso al primo anello di ossidiana- degrada nella sabbia, ma per la sua guardia del corpo, che lo accompagna come al solito, seguendo docilmente i suoi passi.
Gli abiti dell'uomo sono più logori e sporchi di quando si è presentato nelle tribune solo qualche ora prima, ma è ancora vivo e in apparenza incolume; Alarya, invece, deve aver dovuto affrontare uno scontro molto duro, a giudicare dai vestiti laceri oltre il limite della decenza, e dalla ferita al fianco -appena rattoppata alla meglio da Faust- che ha velato di una sfumatura rossastra la sua pelle d'ambra, percorsa qui e là da molti altri segni di graffi, ematomi e morsi, umani e non; manco a dirlo, il padrone non ha perso un'oncia della sua alterigia, mentre la guerriera -sicuramente a causa della stanchezza- ha un'espressione più vacua di prima... tuttavia, un barlume di vita le balena nello sguardo quando nota il Cronopirata in mezzo al gruppo dei sopravvissuti.
« Dove cazzo è Isaac? »
chiede il Macellaio, mollando a terra lo Schiavo, accanto al suo padrone
« A fare il suo lavoro, immagino. »
risponde serafico il Tedesco, affaccendato col bendaggio di un ferito
« Tutti ne abbiamo uno. »
« Bah... quello stronzo ha fatto solo mezza giornata. »
borbotta l'Ispanico, alzando il cappuccio sul capo e allontanandosi
« Non è mica giusto. »
Il potere insito nel glifo di contenimento, che il Pasha Preek ha apposto sull'Arena durante le prime -incerte- fasi del combattimento, si dissipa lentamente e -in ritardo di alcuni minuti- anche il corpulento Eunuco emerge dagli anfratti di ossidiana, avanzando lentamente fino agli altri: naturalmente, anche i suoi abiti sono sgualciti, macchiati di sangue, e bruciacchiati dal fuoco, ma -in qualche modo- anche così quell'omone pelato conserva una spiccata dignità.
Per un istante, un lungo e denso silenzio cala sui presenti come un sudario funebre: un modo per salutare con solennità i guerrieri caduti nella difesa della città, ma anche -e soprattutto- per sentire con sollievo tutte le ferite, i lividi e la stanchezza che vi fanno sentire sì ammaccati nel fisico e svuotati nello spirito, ma sono anche la prova della vostra vittoria e della vostra sopravvivenza... l'emblema della nera speranza che germoglia sotto il deserto – e che sa trovare una strada per la vita anche nell'oscurità del sottosuolo e nel sangue che bagna la terra arida.
Lentamente i Cancelli iniziano a schiudersi,
e nel silenzio assoluto che echeggia tonante sull'Arena Nera,
l'eco di una voce rimbalza fino ai sopravvissuti...
« ...prima ancora di mostrarci il suo volto: ucciso, senza che nessuno potesse impedirlo. »
...una voce familiare per alcuni, e sconosciuta per altri, che tuttavia aleggia autorevole e magnetica su una platea che beve ogni parola che quell'uomo proferisce, e pende dalle sue labbra; basta appena uno spiraglio tra i battenti, per vedere la scena con i vostri occhi: la schiena tatuata di Isaac, sta in piedi una decina di metri fuori alla Porta d'Ossidiana, e -oltre le sue spalle- la folla oceanica a cui si sta rivolgendo... perché la popolazione del Sud -quella troppo indigente o rassegnata per cercare scampo altrove- si è radunata lì per scoprire quale fato li avrebbe attesi dopo l'assassinio del nuovo Re delle Sabbie e la liberazione dei mostruosi Titani – e ora si anima di sussulti di sorpresi e del vocio incerto e preoccupato di chi si domanda cosa ne sarà di loro adesso.
Perché, per quanto estranei agli intrighi e ai retroscena, la gente di Merovish una cosa la sa:
nulla di buono viene mai per loro, quando il potere resta vacante nella Tana...
« Ma non dovete avere timore, né sentitevi persi: non vi serve un Alfiere. »
prosegue l'Oratore, con una voce suadente che sovrasta il chiacchiericcio e dipana il silenzio
« ...perché gli Eroi che oggi hanno protetto l'Arena e la città con il loro sangue
saranno il vostro scudo, la vostra forza, e la vostra guida! »
Che il giovane dai capelli rosso ruggine amasse sproloquiare, Bid'daum, Reys e Sahara lo avevano capito durante la loro missione nell'Upperdark; che sapesse anche come farsi ascoltare dalla folla, Aristotelis lo aveva già scoperto quel giorno al Bazar delle Talpe, quando -all'indomani della Notte del Giudizio- aveva rubato la scena a quello strillone di strada per intessere le sue trame, ma... ora che i cancelli si spalancano, e che migliaia di occhi si posano su di voi, Isaac sembra proprio un dannato profeta.
« Popoli delle Sabbie! Ecco i veri Signori di Merovish! »
li chiama a raccolta, stendendo con eleganza un braccio nella vostra direzione
« Acclamateli, perché quest'oggi hanno sconfitto gli antichi dei! »
Come un'ondata di marea, la folla si riversa in avanti -infervorata da quelle parole-, superando il Chiacchierone e inghiottendolo, e mentre perdete di vista Isaac e vi accorgete che anche Faust -il Dottore Tedesco- si è misteriosamente dileguato, la gente vi si raduna attorno adorante: la giornata è stata lunga e devastante, e questo certamente non farà bene alle vostre ferite, ma...
Che non si dica che venire portati in trionfo non faccia bene allo spirito:
cosa c'è di meglio che venire incoronati a furori di popolo padroni della propria casa?
Perché la Tana può non essere niente più che un buco di vermi e sassi...
...ma è il vostro buco di vermi e sassi – e guai a chi lo tocca.
Edited by - Destino - - 1/11/2014, 16:54. -
_MajinZ_.
User deleted
Dimitriy stentava ancora a crederci, prima di quel momento aveva pensato a qualsiasi cosa e nessun ragionamento aveva un finale lieto come quello. Sopravvivere a un evento come quello si poteva definire in un modo soltanto, non vi erano altri sinonimi: si trattava di un miracolo. Ma ancora più sconcertante era il fatto che alla fine nessun Eversore era morto, tutti erano riusciti a portare a casa la pelle anche dopo aver lottato con dei feroci Titani sputati fuori direttamente dall’inferno... e poi la città apparteneva ancora a loro, erano riusciti a difenderla e a restarne i padroni. Tutto ciò aveva dell’incredibile.
In qualche modo il biondo aveva ripreso a camminare, rifiutando categoricamente di essere nuovamente caricato in spalla, preferendo aiutarsi con una zampa di quegli schifosissimi insetti per avanzare. Arrancava un po’ a fatica ma non aveva nessuna intenzione di farsi aiutare ancora, gli bastava la pessima esperienza di poco prima. In qualche modo quindi raggiunse i suoi compagni, c’erano tutti e nessuno se la passava poi così male... erano vivi, quella era la cosa fondamentale e il resto passava in secondo piano, c’era tempo per riprendersi dalle ferite. Adesso bisognava godere della vittoria appena ottenuta.
Le ferite però facevano male e volente o nolente anche il russo si ritrovò costretto a sottoporsi a una piccola visita, anche se conosceva bene le condizioni del suo corpo, visto che gli faceva male praticamente ogni centimetro, sia dentro che fuori. Riusciva a contare anche le fratture ormai, ma stoico come suo solito resisteva senza protestare o lasciar trasparire qualcosa... non era per nulla cambiato, nonostante tutto. E infondo non c’era neanche il tempo per farlo. Merovish era una città spietata che non lasciava un attimo di riposo, stare fermi per troppi istanti non era contemplato e per quel motivo tutti iniziarono a muoversi verso l’uscita. Per qualche tempo però l’arena poteva anche riposarsi.
Qualcuno poi aveva approfittato della situazione per mostrare la propria abilità con la voce, lasciandosi andare ad un discorso a cui nessuno sembrava essere immune. Circondato da un mare di gente c’era uno di quelli che aveva aiutato loro a sconfiggere gli invasori. Lodava le gesta di chi aveva lottato insieme a lui, ma stare al centro della scena non era nello stile di Dimitriy, per questo si defilò prima che la marea umana lo investisse, per quanto fosse zoppo era ancora in grado di far perdere le sue tracce almeno alle persone comuni... ma ciò non significava che non fosse soddisfatto di quel che era accaduto, anzi, era estremamente orgoglioso di tutto ciò. Solo che alcune abitudini non morivano mai, soprattutto quando eri una spia su cui pesava l’intera rete di informatori della Tana. Più la sua faccia restava sconosciuta e meglio era, lui la pensava così.SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONEStato fisico: Pessimo: fratture un po' ovunque e possibili danni interni... altre fratture, probabilmente.
Stato mentale: ahia
Energia: 20%
Note: \\
Passive:
₪ Vy ne mozhete vzyatʹ ~ Non puoi prendermi
[Power Up Agilità 50% - Velocità 50%]
₪ Vy ne slyshite ~ Non puoi sentirmi
[Il personaggio non produce nessun suono muovendosi]
₪ Vy ne mozhete vosprinimatʹ ~ Non puoi percepirmi
[Anti-auspex: il personaggio riesce a eludere gli Auspex spirituali Passivi.]
₪ Instinkt ubiĭtsy ~ Istinto dell'Assassino
[Doppia Passiva: Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce]
₪ Neuderzhimo~ Inarrestabile
[Mana +10% - Resistenza al Dolore]
₪ Vy ne mozhete upravlyat' ~ Non puoi controllarmi
[Resistenza alle Malie passive]
Equipaggiamento:
₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.
₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.
₪ Occhio della Sirena
L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.
₪ Croce della Dama
La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
[Oggetto + Tecnica Variabile: Consumo Alto]
₪ Bussola dei Desideri
Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
[Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]
Tecniche utilizzate:
\\. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)STATUS
Status Fisico:
Ottimo 100%
Ferite Riportate:
Nessuna
Condizione Mentale:
Ottimale
Mana Consumato: 0%
Mana Residuo:
30%
Altro:
EQUIP
اِخْتَفَى
{ Equip:
Maschera Bianca
{ Info: la maschera replica l'uso dei normali sensi, ment…
ألف ليلة وليلة
{ Equip: Mantello Nero
{ Info: un banalissimo mantello nero logoro
بوصلة من الرغبات
{ Equip: Bussola dei Desideri
{ Passive: ndr
{ Attive:
///[/font]
{ Equip:
{ Info:
ABILITA' PASSIVE
الرمال التغييرات
{ Passive: Cambiare forma a piacimento
الهاوية ووكر
{ Passive: Camminare su ogni superficie
الرمال قادم
{ Passive: Istant-Cast
الرمال مشاركة
{ Passive: Condivisione attive con le evocazioni
ABILITA' ATTIVE
{ Attiva:. -
.
Avevano vinto. Non gli era ben chiaro come, l’ultimo ricordo che aveva era quello di una disfatta ormai imminente. A tempo debito si sarebbe fatto spiegare cos’era successo mentre era svenuto. Ancora una volta Farida si mostrò particolarmente premurosa e aiutò il Kuthiano a risollevarsi da terra. Non era qualcosa di cui andare troppo fieri, ma dopo una battaglia di quelle proporzioni anche l’orgoglio smetteva di avere voce in capitolo nella sua testa frastornata. La danzatrice poi allungò le mani senza fare troppi complimenti e per questa volta il nostro dovette incassare: non riuscì ad opporre resistenza, era troppo occupato a ricordarsi come si fa a respirare.
Si allontanarono dagli spalti, lasciandosi alle spalle il ring colossale dell’Arena. Della guerra che avevano combattuto erano rimasti solo i cadaveri, le spaccature e le macerie sparse. Si avvicinarono ai cancelli, e fu allora che rivide la maggior parte dei suoi commilitoni: erano tutti malridotti, ma riuscivano a tenere ancora la testa alta. Da quell’inferno ne erano usciti vincitori, e lo avevano fatto insieme.
L’apertura dei battenti rivelò una folla accalcatasi fuori dall’Arena. Una voce magnetica sovrastava il vociare del popolino. Proprio come aveva fatto in una piazza del Bazar, Isaac stava arringando la gente accorsa sul posto. Se la prima volta aveva annunciato l’insediamento di un nuovo alfiere sul trono del Sud, adesso stava proclamando l’esatto contrario con una facilità disarmante. Sembrava che il suo compito fosse semplicemente sostenere il governo più promettente per quel presidio, ma il Fulvo non era mai sembrato realmente interessato a quella terra. Ancora una volta non riusciva a inquadrare bene quale fosse il suo ruolo.
Ma… aspetta un momento.
Isaac non era mica morto nell’Upperdark?
Invece se ne stava lì, davanti alla moltitudine, a tessere le lodi di un manipolo di mercenari con cui - in fin dei conti - aveva avuto pochi contatti. Bid’daum d’altro canto conosceva bene i suoi uomini. Sapeva quanto sangue avevano versato per la loro causa. Conosceva i loro desideri. I loro stessi pensieri erano entrati in sintonia per coordinare la gilda nel silenzio. Sapeva quali spettri del passato si erano lasciati alle spalle. Tutti loro erano stati delusi dalla vita, tutti quanti avevano trovato a Merovish l’ultima spiaggia in cui ripartire da zero. Era stato bello ricominciare a vivere per uno scopo. Un tempo aveva pensato che quegli stessi soldati di ventura non avessero futuro. Erano dei miseri paladini senza bandiera, che sognavano di costruirsi un mondo su misura. Quanto si era sbagliato quel giorno!
Nel vuoto più assoluto, dove non c’era nemmeno spazio per il Bene e il Male, avevano cercato uno scopo per cui combattere.
C’erano voluti quattro anni di atrocità, di nuovi arrivi e ritorni, quattro anni vissuti nell’ombra di un sole spietato come quello del Sud. Senza falsi ideali, senza motti vuoti e simboli privi significato avevano trovato la vera essenza della speranza. Avevano capito come colmare il vuoto.
Spostò lo sguardo verso Aristotelis, poi verso Zimmer. Gli uscì appena un sussurro.
« L’Eversione è compiuta. »
C’erano voluti quattro anni, ma alla fine ogni cosa gli fu chiara. Tutto quello che avevano fatto acquisì un senso quel giorno, davanti al popolo che li osannava come eroi. Poteva finalmente abbandonarsi al dolce tumulto della folla.
Lo fece con un sorriso.. -
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La battaglia era giunta a conclusione, non c'erano più nemici da affrontare.
Così una volta che lo Speziale ebbe toccato terra davanti ai cancelli dell'Arena, il Pirata – ancora riconoscente per il passaggio- poté finalmente sostenersi con le proprie gambe, mentre uno Zimmer malconcio ma cosciente veniva delicatamente posto al suolo.
Furono i primi a raggiungere i cancelli dell'Arena, mano a mano anche gli altri superstiti cominciarono a convergere in quel punto. Gli Eversori avevano trionfato contro mostri e titani ed a gruppi o ad uno ad uno stavano lentamente riemergendo verso l'uscita. All'inizio di quella lunga ed estenuante battaglia si era preparato a dire addio ai compagni, eppure nonostante tutte le difficoltà e gli avversari leggendari il gruppo si stava ricomponendo al gran completo davanti ai cancelli.
Ma a ritrovarsi lì non furono solo gli Eversori, tra gli ultimi fecero la loro comparsa altre figure, che erano svanite prima ancora che il manipolo di guerrieri si scagliasse contro il gigante d'ombra Nebularion.
La sua attenzione venne attirata non tanto da Egon, ma dalla sua fedele guardia del corpo che lo seguiva distante pochi passi. Provò una strana sensazione di sollievo nel constatare che fosse ancora in vita, nonostante portasse evidenti sul suo corpo i segni di una lunga battaglia. Uno strano sentimento considerando che si era avvicinato a lei non molte ore prima, nel tentativo di estorcerle informazioni con l'inganno.
Poteva il pirata essersi affezionato alla pragmatica donna dai capelli di platino?
Anche se non li aveva fiancheggiati nel confronto coi titani, anche lei doveva aver sostenuto un combattimento estenuante, per di più privata del suo tonico.
“Alarya... ce l'abbiamo fatta.”
Le disse una volta scivolato al suo fianco, emulando in qualche modo il suo stile diretto e conciso. Ma il suo tono non nascondeva certo il sollievo e la contentezza di ritrovarla tutto sommato sana e salva.
Intanto i Cancelli vennero aperti e gli Eroi si ritrovarono così al cospetto dei cittadini di Merovish.
Grazie a loro la città era salva.. -
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TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.
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La richiesta dello scienziato viene esaudita con piacere dall'amico che ordina alla propria creatura di abbassarsi di quota. Per una volta, gli schemi ideati non vengono disturbati da alcun tipo di nefasta sorpresa ed è con la calma e la precisione di un chirurgo che lo scienziato approfitta della guardia abbassata della serpe per sparare un unico raggio di energia dritto all'interno delle sue fauci, deglafrangone la scatola cranica e spargendone le interiora sugli Elldroc circostanti.
Boom! Headshot! urla esaltato Isaac, ma Reys si limita solo a tirare un sospiro di sollievo per la minaccia deballata. Non prova entusiasmo nell'uccidere, l'omicidio è solo uno strumento per arrivare al proprio fine, e forse in questo disinteresse si cela la sua genialità nello scoprire il modo migliore di farlo.
Poi arrivò quel lampo di luce che nemmeno Isaac seppe spiegare, ma c'era davvero bisogno di un perchè? In realtà sì, ma di risposte ne cercava già così tante che questa si sarebbe solo aggiunta alla lista. Per il momento avrebbero solo riposato e apprezzato la vittoria.
Non appena smontò dalla bestia alata di Isaac, impartì il comando per rispedire al laboratorio l'esoscheletro che in una manciata di secondi venne avvolto da bagliori verdastri, sparendo insieme a loro. Poteva dunque riunirsi ai compagni e sedersi accanti a loro.
Nessuno aveva abbastanza forze per parlare o commentare l'accaduto, eppure una voce risuonò per tutta l'Arena, una voce facilmente riconoscibile come quella di Isaac.
Che fosse un inarrestabile chiaccherone era risaputo, ma il suo discorso fu più che sorprendente. In qualche modo era riuscito a farli apparire degli eroi, dei liberatori, dei paladini al servizio di Merovish. Sorrise pensando all'ironica piega che avevano preso gli eventi, di sicuro non avrebbe mai pensato che un gruppo di siffatti criminali potesse essere acclamato in quel modo, ma forse non tutti gli eroi sono devoti alla giustizia e al bene supremo. L'orda di persone si riversò come una mandria all'interno dell'Arena, acclamando i suoi nuovi padroni e protettori.
Adesso più che mai, Merovish apparteneva agli Eversori.. -
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Saggiamente, Khalid rimandò la discussione circa la spada maledetta.
Avevano appena concluso una delle più disperate battaglie tenutesi a Merovish, nonché una delle più decisive nello scenario politico della Tana -scenario politico? Si fotta la politica, avrebbe detto qualcuno: avevano sventato distruzione e morte ben peggiori della notte degli attentati perpetrati dal Ragno!
Era proprio vero che la Helshezag annebbiasse la mente e corrompesse lo spirito.
« Sarà meglio riunirci agli altri, per ora: devo controllare i miei uomini,
e immagino che anche tu vorrai assicurarti delle condizioni dei tuoi compagni... »
Ci pensò su, Ariste: in vero, una riconciliazione col gruppo mercenario avrebbe alleggerito il peso sulle sue membra -e sulla sua coscienza.
Già... Mp.
Facendo leva sulle stanche gambe e serrando la presa sulla mano offerta dalla Maschera, l'oplite si erse in piedi in tutta la sua acciaccata stazza.
Sempre dignitoso, sempre nobile, tuttavia provato: era pur sempre un uomo.
Trascinando i piedi sul suolo eterogeneo dell'Arena, il Gerarca contemplava la desolazione del nido d'ossidiana, tacendo forse per rispetto o forse per non perdere altre energie.
Cadaveri, ghiaccio, mostri divelti, sangue, armi spezzate, lava in solidificazione, sabbia.
Guerrieri in incredulo peregrinare, nugoli di Elldroc, legionari in saluto marziale.
Pasha e servi, Gain ed Herr Doktor.
Zimmer, Bid'daum, 23, Dimitriy, Helk, Reys, Sahara, Aristotelis.
Tutti conversero di fronte all'ingresso dell'Arena Nera, ognuno con i suoi pensieri, ognuno con le sue conclusioni.
È, il silenzio, l'unica risposta?
Certo che no, quando Isaac è in giro.
Le porte giganti s'aprirono al risuonare delle parole dell'oratore.
« ...prima ancora di mostrarci il suo volto: ucciso, senza che nessuno potesse impedirlo. »
Isaac ed una folla muta dagli occhi inquisitori e curiosamente spaventati.
« Ma non dovete avere timore, né sentitevi persi: non vi serve un Alfiere. Perché gli Eroi che oggi hanno protetto l'Arena e la città con il loro sangue saranno il vostro scudo, la vostra forza, e la vostra guida! »
Dannato Isaac. Il greco sapeva bene dove stesse andando a parare.
Perse le ultime parole, inghiottite dalla calca che si precipitò ad acclamarli, codardi liberati dalle catene del terrore, barbari ringalluzziti dalla -infondata?- certezza di essere al sicuro almeno per un altro breve respiro della Tana.
Vermi e sassi, si diceva di Merovish, ma non era mica quella la realtà.
Puttane, stronzi, assassini, stupratori, pedofili, alcolizzati, drogati, menomati, coglioni, disadattati, ipocriti, ignoranti, ignavi, inutili, fetenti, appestati, troie, osceni, truffatori, borsaioli, folli, zoofili, necrofili, scarafaggi, cani e cagne.
Per questi abomini di Endlos avevano rischiato la vita più volte segretamente, un paio di volte pubblicamente.
Per questi abomini di Endlos avevano pianificato e combattuto battaglie su ogni fronte.
Per questi... falsi, bastardi e orripilanti reietti.
Aristotelis Skotos sputò per terra: il disgusto era l'unica sensazione plausibile, nel realizzare tutto ciò.
E invece no.
L'uomo è una strana bestia: il suo spirito d'adattamento non è secondo nemmeno ai ratti e alle blatte. Forse è per questo che odia questi animali così tanto.
È competitivo, ed avido: vuole vuole vuole senza mai dover dare niente in cambio.
Eppure.
Eppure.
Eppure l'oplite provò un senso di soddisfazione, un calore interiore, che raramente ebbe il piacere di sentir nascere in sé.
Era felice.
Felice.
Felice per essere riuscito a conquistare Merovish e la merda che questa comprendeva.
Ma diciamolo: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.
Perso in pensieri che trascendevano il linguaggio, incomunicabili anche a gesti, le parole di Bid'daum risuonarono lontane, ma non per questo inaudite.
L’Eversione è compiuta.
Il Gerarca osservò i propri colleghi, i propri amici, con un sorriso, batté le mani sulle loro spalle e, scrutando sentieri indefiniti negli sguardi degli astanti, concluse.
L'Eversione è appena cominciata.
Ed era tempo di crogiolarsi nei frutti ottenuti dal primo raccolto.
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In qualche modo era finita: i mostruosi Titani erano stati ricacciati nell'abisso da cui erano usciti, gli Eroi venivano portati in trionfo, e il loro Mandato si era concluso con successo; a quel punto, non gli restava che marcare visita alla Quinta Bolgia per una chiacchierata con il cavallo su cui avevano puntato come vincente per quella corsa, rispondere alle loro domande -perché qualche spiegazione se la meritavano-, e fare ritorno a casa con i suoi Fratelli per fare rapporto al Padre...
Per non finire trascinato dalla folla, messasi in movimento per manifestare la propria gratitudine al manipolo di pazzi che aveva sfidato la sorte e -incidentalmente- salvato le loro vite, l'Imperatore aveva trovato posto sul tetto di una bassa casupola poco distante dall'Arena, e -con un ginocchio al petto e l'altro penzoloni nel vuoto- stava pigramente contemplando dall'esterno lo scioglimento tutto sommato positivo di quella situazione; fu allora che la presenza in piedi alle sue spalle prese la parola.
« Questa è una grave anomalia nella procedura di proclamazione,
oltre che un arbitraria divergenza dagli accordi presi col Signore della Chiave. »
esordì, con una sfumatura appena insofferente nella voce solitamente pacatissima
« ...come sarebbe a dire che non hanno un Alfiere? »
Che fosse appena arrivata era plausibile, che si fosse avvicinata senza essere notata un po' meno, ma... forse, più semplicemente, era sempre stata lì: dopotutto, come poteva il Portavoce di Lord Aeon mancare ad una prova per l'Insediamento? Senza scomporsi, il giovanotto dai capelli color ruggine rimase immobile al suo posto.
« Certo che ce l'hanno... solo che non gli serve – sapere chi egli sia. ♥
C'è stato un cambio di programma -ordini dall'alto-, e si è ritenuto più prudente fare così. »
ribatté con indolenza l'Arcano, levando le braccia per stiracchiarsi
« Nessuno può minacciare la stabilità di un Presidio prendendone di mira la colonna...
...se non ne conoscono l'identità. »
Per un lungo istante calò il silenzio, tanto che sarebbe stato naturale pensare che Lord Dauphine se ne fosse andato senza replicare, ma -in verità- egli aveva soltanto preferito chiudersi in un meditabondo silenzio... perché quelle parole dovevano aver tracciato nella sua mente una linea luminosa che congiungeva numerosi strani eventi avvenuti o ancora in corso sul semi-piano, creando un disegno ampio ed elaborato che collocava in una luce nuova il ruolo degli Alfieri.
« Il Sud potrà finalmente avere un po' di tranquillità... »
concluse Isaac, richiamando le ginocchia al petto per rimettersi in piedi
« Quel che resta da fare è scoprire chi sono e a cosa puntano questi nemici di Endlos,
e -soprattutto- capire come li fermiamo. »
Quando si voltò a cercare il volto pallido e severo dell'albino,
il Chiacchierone scoprì di essere solo.. -
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Ve lo chiedo di nuovo: che cos'è un miracolo?
Una sinergia di coincidenze fortunate e circostanze favorevoli che si coniugano al momento opportuno, come sostiene lo Scienziato? Oppure l'intervento attivo di una volontà superiore che agisce per cambiare le cose in meglio, come si spertica a dire il Devoto? Alla fine, è importante saperlo davvero?
Dopo tutta questa storia, dovreste essere arrivati a capire che, spesso, a fare la differenza è semplicemente la capacità umana di credere: in sé stessi, nella propria forza, nei propri compagni... Una questione di astrazione, insomma – eterno paradigma del “volere è potere”.
Dopotutto, è quando si confida in qualcosa e ci si impegna per raggiungerla
che i mutamenti cominciano a manifestarsi e ad accadere nella realtà...
E forse la risposta è propria questa: fare di sé stessi il proprio miracolo.
Quando Aren e i suo sgherri hanno seminato panico e distruzione per gli spalti, la maggior parte di quelli che non sono rimasti uccisi sui gradini d'ossidiana -sventrata dalle esplosioni dei terroristi- sono fuggiti lontano da loro. Pochi sono rimasti... troppo frastornati dal fumo o dalla paura anche solo per capire. Quando il sigillo rappresentato dal Cuore dei Titani è stato infranto, e il portale per il Labirinto di Krarth si è dischiuso per i suoi abominevoli prigionieri, per i sopravvissuti è stato il momento di scegliere tra il lì e l'altrove.
Nascondersi o fuggire – le uniche possibilità degli inermi abitanti della Tana.
Vincere o morire – il bushido dei Guerrieri delle Sabbie, i veri Campioni eletti dall'Arena.
Piegare il destino o soggiacere ad esso – la scelta degli eroi... La scelta da voi compiuta.
Perciò... si potrebbe dire che siete stati voi e voi soltanto il Miracolo di Merovish.
La città è vostra, e con essa le vite di chi vi si arrabatta ogni giorno per sbarcare il lunario, di chi solca lo Yuzrab per attraversare il deserto, persino di coloro che dimorano nell'Upperdark... ed è ora che inizia il difficile, perché da questo giorno in avanti sarete responsabili dei loro destini, garanti delle loro esistenze... Custodi dei Sogni delle Sabbie del Sud.
Edited by - Destino - - 19/11/2014, 19:29.