Il Canto del Sole Rosso

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    Sedotta e abbandonata da quel fascinoso straniero, Iade ci mise un po' a realizzare quanto eterogeneo fosse il gruppo dei suoi salvatori, e a farsi un'idea del 'come' esattamente si erano sottratti al bacio mortale delle Creature. Ginocchia a terra al centro del gruppetto, seduta sui talloni e con un'espressione abbastanza stupida dipinta in volto, si trovò a fare i conti con questa signorina dagli abiti sgargianti che le si avvicinava... e fin lì poteva non esserci nulla di particolarmente inquietante. Poi, ecco: si piantava ad un palmo da lei e le avvicinava il viso, molto, molto vicino, tono in qualche modo allegro e in qualche modo inquisitorio, modi di fare che di cortese avevano giusto giusto una crosticina superficiale. Le si avvicinava sempre di più, e d'istinto la piccola pellerossa si scostava lentamente. La cosa andò avanti per parecchi, lunghi istanti: Isha si faceva più vicino, Iade arretrava lentamente tirandosi all'indietro e scostando il visetto, che per ovvie ragioni non riusciva a perdere il bel colorito di un pomodoro maturo istigato dalla vicinanza con Mercuzio.

    Tu sai molto di questa situazione, di ciò sono convinta.
    Noi purtroppo non abbiamo una vera idea di cosa stia accadendo: c’è un tempio che precipita, una colonna di luce, persone che appaiono dal nulla, mostri volanti.
    Sai sarei davvero contenta se potessi darci qualche informazione in più.


    Diamine se suonava come una minaccia!

    « Ehm, io Iade. »
    Poggiò una mano sul petto ad indicarsi, sorridendo poco convinta cercando di sembrare amichevole. « Ehm, giunge da mooolto lontano... ehm, » lo sciamano le aveva dato una formula rituale da usare per identificarsi, però non era stata molto attenta nell'ascoltarlo ed ora non lo ricordava. Finì in un garbuglio mentale da cui non uscì che dopo qualche lungo istante passato a balbettare e prendere tempo. Non sapeva proprio come relazionarsi con quegli individui i quali, ora che il tono di Isha iniziava a prevaricare l'influenza mentale di Mercuzio, iniziavano ad apparire anche minacciosi essendo ai suoi occhi strani e alieni. E in realtà doveva ammettere a se stessa di sapere ben poco di quei quattro, se non tutta quella pletora di cose che aveva dedotto guardandoli o... beh, di cui si era autoconvinta con una combinazione ben bilanciata di fervida immaginazione e pregiudizi sui temibili popoli d'Europa di cui la sua testolina era farcita. Quattro individui... quattro. Il gigante, la femmina che le si era rivolta, poi il giovane fascinoso e...
    E poi... Uhm.
    « Credo impossibile di fermare tempio, a meno di farlo con forza, sì. »
    Rispose imbarazzata a Mercuzio, e nel farlo si chiese quanti guerrieri servissero per sostenere l'enorme massa di terra del tempio. La terra di per se non è pesante, però nel tempio c'era anche pietra, legno e metallo, quindi doveva pesare ben più di tutti i maschi e tutte le femmine di un popolo impilate insieme l'uno sopra l'altro con vecchi e bambini sulla sommità di una simile, immaginaria costruzione umana. Aveva visto in passato uomini portare enormi massi come prova della loro forza, ma non ne sarebbero bastati mille per tenere in alto tutto il tempio.
    « Iade niente a che fare con Creature, però. Non create, non usate, loro nemiche di mio popolo, perciò... »
    Mostrò i palmi aperti e forzò un sorriso amichevole, nel dubbio che Isha l'avesse identificata come responsabile delle loro sciagure.
    « Io amica. Venuta per aiutare vostre tribù. »
    Sperò di trovare segni di un'amicizia ricambiata nei presenti, poi però le fu impossibile non dar fiato ad un dubbio che l'attanagliava:
    « Comunque voi sempre stati tre...? »
    Cavolo. Erano effettivamente in tre.
    Non sapeva più contare...



    La "scala degli anziani", quale fosse il suo funzionamento, era stata rapida e indolore nel trasferire Julian da terra, fin dentro il ventre di terra del tempio. Non aveva dovuto nemmeno attraversare fisicamente il portale, solo avvicinarvi e toccare con mano il fascio di luce era bastato ad attivarne il meccanismo, e ricollocare il saggio di Palanthas nel tempo fisico necessario a sbattere le ciglia. Quale fosse il portento che aveva permesso quel teletrasporto repentino, comunque, di certo il luogo di arrivo non aveva granché di accogliente. La ragazzina pellerossa aveva detto che la massa di terra compatta prossima a crollare al suolo era in realtà un tempio, ma visto dall'interno non ne aveva sicuramente l'aspetto, per quel poco che Julian poteva vedere. Pareva di stare nel sottosuolo, in una miniera abbandonata dimora di nugoli di pipistrelli i quali nel corso delle stagioni avevano accumulato al suolo e sulle pareti strati su strati di guano nero colloso, simile a catrame, che arrivava fin sulle caviglie rendendo difficoltosi i movimenti. C'era pochissima luce, anche dopo che l'occhio si abitua all'oscurità era impossibile andare oltre il distinguere le pareti vicine, e che l'unica apertura era verso l'alto, da cui filtrava un bagliore flebile, che pareva il riverbero d'acqua.

    A questo punto, chiunque si sarebbe fatto prendere dal panico realizzando cos'era successo: il tempio era inclinato su di un fianco! Visto da fuori l'entità di tale inclinazione non era lampante vista la forma amorfa della roccia, ma trovandosi all'interno si traduceva in una rotazione di quasi novanta gradi! Come risultato, ora Julian era come sul fondo di un pozzo, e se voleva spostarsi doveva trovare il modo per salire verso l'alto, lungo pareti scivolose foderate di quella strana sostanza dall'odore penetrante che ricordava quello di frutta marcita al sole estivo.

    Un movimento proveniente dall'unica direzione che la corona di Rossa poteva effettivamente intraprendere senza provare ad attraversare le pareti avrebbe allertato i sensi dell'avventuriero, il quale però avrebbe avuto non poche difficoltà a discernere i contorni della Creatura che stava lentamente scivolando verso di lui. L'oscurità si animò e fu come se avessero letteralmente sradicato una colossale porzione di mura, e improvvisamente Julian si sarebbe trovato a fissare malevoli occhi rossi delle dimensioni di un cranio umano e una bocca che poteva appartenere all'uomo nero dei racconti notturni, uno squarcio rosso sangue sufficientemente ampio da permettere ad intere querce di passarvi all'interno. La bestia era sei o sette volte più vasta delle creature da cui era riuscito a sfuggire, parlando di pura massa. Ricopriva una porzione notevole di quella specie di pozzo creato dalla rotazione rovinosa del tempio e scivolava lentamente ma inesorabilmente verso la sua preda. Ma non era tutto: il terreno stava sprofondando! I piedi affondavano nella molle massa di materia simile a gangli tumorali neri che copriva il suolo, e scendevano sempre più in basso finché, con uno strattone, il saggio di Palanthas avrebbe sentito l'appoggio del suolo venire a mancare, e sarebbe scivolato di colpo verso il basso in caduta libera.

    In parte provvidenziale e in parte sciagurata, la discesa avrebbe scatenato la reazione improvvisa della gigantesca Creatura, che di scatto si sarebbe avventata sul suo pasto come un coccodrillo gigante tenta di azzannare le carni della preda. Questa avrebbe seguito Julian, che di lì a poco avrebbe sperimentato sulla sua pelle le stesse esperienze di Brifos. Da destra e da sinistra, all'interno di nicchie e di anfratti nella terra, Creature più piccole delle dimensioni di cani sarebbero balzate verso di lui, avventandosi con artigli adunchi, graffiando e spalancando le fauci rosse per suggere tempo vitale dal Protodeus. A dozzine, gli avrebbero strappato di dosso pezzi di carne e di anima un lembo alla volta, mano a mano che egli discendeva nell'abisso e la vorace bestia gigante guadagnava terreno...


    .Il Canto del Sole Rosso ~ Sesto turno attivoJulian: Nel tempio non arriva la luce del giorno ed c'è ovunque una specie di sostanza di scarto che non riesci ad identificare, ma al momento è l'ultimo dei tuoi problemi. Ti trovi faccia a faccia con la versione gigante di una Creatura, la quale si avventa su di te e qualora riesce a metterti gli artigli addosso tenta di dilaniarti (attacco fisico di livello critico) e di strapparti l'anima di dosso con una versione due volte più cattiva del "bacio" già subito da Brifos ed Isha nei turni precedenti (attacco psionico di livello critico). Poiché cadi verso il basso, però, per questo turno hai la possibilità di eluderla semplicemente continuando a cadere, con l'unica problematica rappresentata dallo sciame di bestiacce più piccole che tentano di tagliuzzarti con gli artigli e smangiucchiarti l'essere con versioni più piccole e deboli degli ormai celebri "baci" delle Creature. Subisci durante la tua discesa un totale di dodici aggressioni psioniche ognuna con potenza pari ad un Consumo Basso e quattro aggressioni fisiche (tagli) al costato anch'esse di livello Basso. Per comodità puoi eventualmente usare una sola difesa per parare più attacchi, se preferisci.
    Se concludi la discesa vivo e non ti sfracelli al suolo hai pochi istanti per continuare a spostarti. Anche una volta giunto, fermarsi equivale a fare i conti con la bestia più grande. Una volta a terra puoi muoverti nelle consuete quattro dimensioni, ma devi tener conto del buio pesto e quindi o trovi una maniera di orientarti oppure devi andare a caso (destra, sinistra, avanti, dietro, #tuttoaccaso).

    Qualsiasi azione che prevede un'interazione con l'ambiente circostante con uso di abilità passive o tecniche attive può essere fatta per PM. Auguri di buona sopravvivenza.

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    .†.Amakudari.†.

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    Tutto bene, gigante?

    La voce di Mercuzio lo riscosse dai suoi pensieri, spostando l'attenzione delle iridi color ardesia dal Saggio suo collega allo sconosciuto, e contemplando ancora -stavolta da più vicino- i suoi familiari occhi verde e oro, Brifos si limitò a muovere un cenno di assenso col testone coronato di crine blu elettrico.

    Quella è una scala? E dove porta, mia giovane amica?
    chiese quindi il Vampiro, tornando a voltarsi verso la giovane
    D'altronde, è un peccato che il tempio crolli. Potremmo fare qualcosa?
    Tu sai cosa sta accadendo?


    All'udire quelle parole, un crepitio elettrico di apprezzamento percorse la lunghezza del corno dorato del Demone: il Vampiro era stato un pò vago nel porre le domande, ma -se non altro- aveva centrato la questione; lui -purtroppo- aveva ancora la mente un po' sottosopra per via del Bacio delle creature, e i lemmi necessari a formulare le sue domande continuavano a sgusciargli dai pensieri come pesci argentei sotto la superficie di un lago...

    Così, mentre il Figlio della Tempesta scuoteva il testone per chiarificarsi le idee, le sue iridi -grigie come nuvole gravide di pioggia- si appuntarono sulla ragazzina straniera con una curiosità carica di attesa... e così finì per distrarsi fatalmente dai movimenti della Corona di Sophia.
    E non lo vide allontanarsi da solo.

    Tu sai molto di questa situazione, di ciò sono convinta.
    si fece avanti l'Arlecchina, accostandosi alla Naufraga e fissandola da molto vicino
    Noi purtroppo non abbiamo una vera idea di cosa stia accadendo: c’è un tempio che precipita, una colonna di luce, persone che appaiono dal nulla, mostri volanti.
    proseguì la Eldar, incombendo sull'interrogata con un sorriso affilato
    Sai sarei davvero contenta se potessi darci qualche informazione in più.

    « Ehm, io Iade. Ehm, giunge da mooolto lontano... ehm... »
    si presentò la pellerossa, arretrando lentamente e balbettando imbarazzata
    « Credo impossibile di fermare tempio, a meno di farlo con forza, sì. Iade niente a che fare con Creature, però. Non create, non usate, loro nemiche di mio popolo, perciò... »
    proseguì, mostrando i palmi nella gestualità tipica dei saluti e della resa
    « Io amica. Venuta per aiutare vostre tribù. Comunque voi sempre stati tre...? »

    « . . . »

    Dapprima perplesso, l'Amal effettuò una rapida conta dei presenti: Isha -insieme a Iade- era nel suo campo visivo, Mercuzio era subito accanto, e Rekishi era in piedi dietro di lui... fino ad un momento prima, per lo meno: quando si voltò a cercarne la sagoma, gli occhi della Corona Blu si ritrovarono sbarrati dalla sorpresa a fissare il vuoto dove era sicuro di aver visto il collega solo poco prima.

    L'attacco delle Ombre aveva scombussolato anche il Mantra, era vero, ma nessuno degli altri suoi sensi aveva percepito nulla di anomalo, perciò l'ipotesi che qualcuno -o qualcosa- fosse potuto intervenire per rapire il loro compagno contro la sua volontà era da escludersi a priori: nessuno si era accorto di niente, l'interessato non aveva dato alcun tipo di allarme, e -soprattutto- non c'erano segni di colluttazione.

    Restava l'ipotesi della Voce-Fantasma, la stessa che aveva udito anche egli stesso solo poco prima, e questo implicava che Julian si fosse mosso da solo; possibile, tuttavia: dov'era andato? Era passato troppo poco dall'ultimo avvistamento per considerare plausibile che il disperso fosse uscito dalla cerchia dei suoi sensi soprannaturali; sembrava scomparso nel nulla, perciò... restava soltanto...

    Seguendo il flusso delle sue rapide deduzioni, lo sguardo di Brifos scivolò sulla colonna di luce, e il presagio di un sospetto lo raggelò, generando uno scoppiettio insolitamente secco sul corno aureo; rapido e risoluto, sradicò la lancia dal suolo, la portò al fianco, e con un movimento fluido si voltò per dirigersi a passo di marcia verso la Scala degli Anziani.


    « Julian è là dentro. Dobbiamo raggiungerlo. »
    affermò con voce chiara e pacata - più di quanto non fosse
    « Isha, ho bisogno di te. Signor Mercuzio: si occupi di Iade. »

    La sua mano si tese a sfiorare la luce.



    Status Fisico: Ok
    Status Psicologico: Stato di shock [danno Alto], confusione mentale.
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    Energie Residue: 65%


    Mantra: [Vista Cieca | Sense Illusorio | Sense Psionico]
    Levitazione: [Volo]
    Hado: [+10% di Mana]
    Rianimazione: [Immortalità]
    Memento: [Istant-Casting]
    Ataraxia: [Resistenza al Dolore | Anti-Malia]
    Intuizione: [Vista Karmica]
    Voce della Saggezza: [Aura di Saggezza]
     
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    Le sabbie del tempo.

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    Oh ma che nome grazioso che aveva quella strana ragazza, lei stessa sembrava quasi un dolcetto per come si comportava, tutta tremante come un fogliolina mentre l’Eldar le si avvicinava, veniva quasi voglia di morderla.
    Peccato fosse solo un’umana.

    Comunque le informazione che diede furono poche e scarne, che era possibile forse fermare il tempio usando la forza e questo argomento andava approfondito: probabilmente c’era qualche sistema d’emergenza da qualche parte, generatori A-Grav nascosti che andavano azionati con un po’ di sana violenza o qualcosa di quel genere.
    Perché sicuramente non intendeva dire “sollevarlo a forza di braccia”, vero?

    Sempre portando il suo viso vicinissimo a quello dell’umana.

    Oh sono convinta che la piccola Iade possa essere di grande aiuto riguardo il nostro “piccolo” problema in caduta libera, ma come potrebbe aiutarci proprio non lo so.
    Anche perché la foresta si avvicina.


    I lineamenti del viso mutarono rapidamente, da quelli di un serpente pronto ad azzannare alla gola a quelli di una fanciulla corrucciata che non sa rispondere ad un facile quesito, palese invito alla ragazza a spiegare di più dato che il tempo stringeva.
    Isha poi si dedicò ad un’agile mezza capriola all’indietro, finendo a camminare sulle mani mentre teneva le gambe dritte come un fuso verso il cielo di Fanedell.

    E no, prima eravamo in quattro ma uno dei miei protetti ha deciso di lanciarsi nella colonna di luce, anche se la cosa non è un mio problema.
    Mi è stato detto di difenderli dalle minacce esterne ed è ciò che intendo fare, ma contro la loro stessa stupidità non posso fare nulla.


    Disse mentre sorriso affilato si disegnò sul suo volto capovolto.

    Aveva percepito benissimo Julian andare verso il portale ma aveva deciso di non fare nulla, in fondo il saggio o sapeva ciò che stava facendo e in quel caso era meglio non disturbarlo, o stava agendo in modo stupido e impulsivo e in quel caso sarebbe morto per sua stessa mano, lei non aveva alcuna voglia di morire con lui.
    Inoltre ora aveva un solo saggio da proteggere, quello che sembrava più calmo e riflessivo, quindi il suo compito era appena diventato complicato la metà.
     
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    Ah, il dolce piacere della scoperta. Lasciati gli scomodi banchi di scuola tutto sembra più luminoso e più intenso. Persino quel loculo, nero come il catrame e buio come la più profonda delle grotte. Camminiamo a fatica, con quella strana sostanza collosa che ci arriva fino alle caviglie, intenti a muovere continuamente la testa in ogni direzione per carpire anche i minimi particolari. Mentre gli occhi si abituano all’oscurità, la mente inizia ad ingranare costruendo virtualmente l’immagine del posto.

    « Mmmmhhhh. » mugoliamo, quando ormai siamo certi che l’edificio sia ruotato di novanta gradi. E’ il fondo di un pozzo quello in cui ci troviamo? Non resta altro che salire, quindi. Quando vogliamo lo sguardo verso l’alto per osservare le tenebre, sono le stesse tenebre a guardare dentro di noi. Vicine, sempre più vicine. Troppo vicine. Ci vuole un istante per capire che qualcosa ci sta venendo addosso, qualcosa di grande. Occhi rosso sangue ci scrutano come una possibile pietra ed una bocca sconfinata si spalanca per inghiottirci in un sol boccone. Arretriamo, o almeno ci proviamo, perché ora quella sostanza viscosa ci è arrivata alle ginocchia ed attimo dopo attimo sprofondiamo sempre di più. Perché non siamo in grado di volare come Brifos? Sconsolati sentiamo ogni apporto solido sotto i nostri piedi cessare di esistere ed è il vuoto ad accoglierci ed abbracciarci nella nostra caduta.

    In quel condotto enorme continuiamo a precipitare con il vento che sferza le vesti ed i capelli. I nostri occhi sono incollati su quell’essere immenso che sta scendendo con noi, ma noi due non siamo soli. Decine di sue repliche, molto più piccole, si staccano dalla melma e ci vorticano attorno dando vita alla vera battaglia. Non una di quelle da narrare in qualche storia, con l’Eroe che si difende a suon di fendenti o fulmini scaturiti dalle sue mani. E’ uno scontro che si svolge su un piano diverso da quello fisico, nelle profondità della nostra mente. Tentacoli neri si insinuano, rapidi e gelidi come l’inverno, tentando di congelare tutto ciò che si trovi lungo il loro cammino. Noi, invece, nella nostra forma di mille Eroi combattiamo con lance di fuoco senza cedere un passo, infilzando e sferzando ogni volta un tentacolo si faccia troppo vicino al simulacro della nostra esistenza. Una lotta che sembra protrarsi per secoli in un mondo senza leggi né tempo. Quando finalmente il nemico si ritira riprendiamo coscienza del mondo intorno a noi, seppur storditi dalle ferite che ci ha infilitto. Stiamo ancora cadendo e la tunica è stata stracciata in più punti dove gli artigli delle ombre hanno colpito. Lì, la carne è stata stracciata e l’Atramènt sgorga dal nostro corpo nero come i nostri nemici adeguandosi alla gravità.

    Guardiamo rapidamente il fondo del canale che si sta avvicinando, le ombre intorno a noi e poi quella immensa al di sopra. Dobbiamo fermarci in qualche modo. Il Filo della Vita, attorno al nostro collo, si sfalda in centinaia di filamenti cremisi che artigliano la parete alla nostra destra. Niente. Troppo viscoso. Ci riprovano una seconda volta, guidati dalla nostra mente, e colpiscono più in profondità, ma oltre il catrame vi è solo terra incapace di fornire un saldo appiglio. « Che situazione disdicevole. » ammettiamo, accompagnando le parole ad un sospiro.

    Il Filo ci cinge in un cerchio simile a quello che aveva accolto il gruppo in precedenza. Per un istante il nostro corpo brilla di una luce accecante, prima di scomparire e riapparire più in alto, oltre il nemico che pensava fossimo una facile preda. Avremmo voluto risparmiare energie in previsione dell’esplorazione, ma osservarlo schiantarsi al suolo da quell’altezza sarebbe stato comunque uno spettacolo divertente. Tolti dagli impacci non ci resta altro che arrestare la caduta. I filamenti si ricompattano nella sciarpa che scivola dolcemente sotto i nostri piedi divenendo una piattaforma in grado di sorreggere il nostro esiguo peso. E non solo. Mossa dalla nostra volontà ci avrebbe fatto salire verso l’alto in direzione dell’apertura che abbiamo scorto pochi attimi prima, da cui sembrava venire un riverbero di luce.

    Julian Lambert
    » Guardiano delle Sette Vie e Corona di Sophia

    » Fisico / Mentale: tagli gravi all'addome (entità alta), confusione e stordimento alla mente (entità alta)

    » Mana: 40% / 100%

    » Consumi: 40% (critico) + 10% (medio)
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    • Immortalità

    • Rigenerazione

    • Corpo Vuoto

    • Insensibilità Dolore

    Niente Respiro
    • Tasca Dimensionale

    • Resistenza Malie

    • Sesto Senso Illusorio

    • Sesto Senso Psion

    • Istant Casting
    • Presenza Multipla

    • Aura di Carisma

    • Conoscenza

    Linguaggi Umani

    Linguaggi Animali


    The Thread of Life (Arma) {Insieme di fili d'acciaio della lunghezza di 3 metri | Forma di sciarpa rossa}
    • Auspex (auree)
    • Telecinesi
    Indistruttibilità

    _ __ ______________ __ _
    TECNICHE


    ◈ One Thousand and One Tales | Tecnica a Consumo Variabile Critico

    [...]

    Oltre a ciò, l’aspetto principale della molteplicità è il condividere più menti nello stesso corpo. Come si può ben intuire raggirare più persone è molto più difficile che raggirarne una sola. Se qualcuna finisce irretita da vili trucchi, le altre avranno gli occhi ancora puntati sulla realtà. Per questo motivo impressionare o cogliere alla sprovvista un’entità di questo genere è un’impresa titanica. In termini di gioco questo si tradurrà in una resistenza a malie passive (auree di carisma, charme, timore, etc.), oltre ad un sesto senso per quanto riguarderà intrusioni psion ed illusioni. Inoltre, queste ultime due, potranno essere cancellate spendendo un Consumo Variabile con entità pari all’intrusione o illusione usata contro il Saggio.[...]

    ◈ Wind of Life | Tecnica a Consumo Medio

    Per tutte le occasioni in cui ci si vuole spostare senza sforzo o allontanarsi in fretta dai guai, il teletrasporto è la soluzione giusta. Basta un consumo medio per far sì che Julian si possa muovere istantaneamente in una qualsiasi direzione in un raggio di 7 metri, potendo così oltrepassare ostacoli insormontabili o semplicemente ridurre od aumentare le distanze in un soffio. In scene concordate o in quest, previa approvazione del QM, è possibile coinvolgere altri pg o png vicini in un teletrasporto di massa, aumentare la gittata (per esempio cambiare interamente luogo) od usarlo per attraversare le dimensioni.


    _ __ __________________ __ _
    NOTE & RIASSUNTO


    Cado, mi becco in pieno i 4 Bassi fisici (danno entità alta al costato) mentre i 12 Bassi Psion vengono parati in parte da una difesa psion di consumo critico, prendendo danni di entità alta alla mente che lo rintronano.

    Dopodiché, dopo aver fallito un ancoraggio, uso un teleport per portarmi sopra alla creatura gigante (ed evitare mi cada addosso). Per arrestare la mia caduta uso invece la mia arma (insieme di fili in forma di sciarpa) come piattaforma mossa dalla telecinesi passiva. (NB: la telecinesi passiva dice di poter portare, se non erro fino a 30 Kg, ma il pg ha una passiva di corpo vuoto che lo priva di organi e scheletro quindi dovrebbe rientrare nei limiti di peso). Infine uso sempre la telecinesi passiva per muovere la piattaforma (ed il pg) verso l'alto dove aveva visto la luce.


     
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    Iade, così si chiamava: un nome dalle risonanze gradevoli, intriso di sfumature di smeraldo, come la pietra che nella terra dei dragoni gli imperatori giudicavano la più preziosa fra tutte. Compitò silenziosamente quell'appellativo, stupendosi di quanto attirasse l'eufonia; osservò il cielo, perdendosi nel rosso, nella tempesta e nel caos.
    Era già caduto nella fantasia.
    I voli della mente lo attraevano come sirene, troppo veloci perché potesse fermarli. Come sempre, nella sua testa una parola ne chiamava un'altra, gettandolo in un vortice immaginifico di sensazioni, pronte a tramutarsi — appena toccata la lingua — in racconto. Intorno a lui, tuttavia, la storia si evolveva. Sentì parlare di popoli, di tribù, di creature maligne... in maniera troppo oscura, però, per capire qualcosa. Poteva immergersi più a fondo? Dove stava andando? Si sentì irrimediabilmente perduto: si lasciò trasportare con sottile piacere.

    Comunque voi sempre stati tre...?

    Sentì appena quel quesito, distratto com'era, con un'ebete mezzaluna stampata sul volto. Fu il gigante dai capelli azzurri a farlo focalizzare, invocando il suo nome: fu come puntare il dito su una mappa. Il quarto era... ecco, ricordava: l'uomo strano; strano perché così ne aveva percepito l'essenza, avvolta in una qualche mutevolezza che non era riuscito ad afferrare del tutto.
    Julian.
    Un altro nome.
    Lo inquadrò subito: era l'uomo dalla lingua argentina, che parlava di stelle. Julian, ecco, era andato, e bisognava seguirlo prima che gli accadesse qualcosa. Ancora una volta il senso gli sfuggì, ma si limitò ad annuire brevemente, roteando gli occhi verde-oro verso la mèta. A stupirlo, tuttavia, fu il crudo diniego dell'arlecchina, che ora si esibiva in balzi e capriole, quasi che la cosa la divertisse oltremodo.
    Mercuzio le rivolse una lunga occhiata interrogativa. Chissà perché, c'era in lei qualcosa che gli ricordava Iago: era per la comune matrice circense, o forse era anche lei una seguace del Dio Straccione? Il pensiero che quella donna fosse uno dei loro accoliti lo fece rabbrividire.
    Non poteva fare affidamento su di lei.

    Quindi si rivolse a Iade, sorridendole con gentilezza. Parlava piano, dolcemente, come a una bambina o a un'innamorata. — Cosa intendi fare? Se preferisci seguirli li raggiungeremo subito, altrimenti rimarremo qua.
    Personalmente, non ho doveri nei loro confronti.

     
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    Julian ~

    Urlando come la mitologica banshee delle tradizioni del nord, la creatura sprofonda furibonda negli abissi del tempio di terra e fango, mandando echi del suo furore che accompagnano il saggio di Palanthas nella sua faticosa risalita verso l'alto, in direzione di quell'unico tenue bagliore che rischiara l'oscurità totale del luogo. Non sono le uniche strida che fanno compagnia a Julian: ve ne sono altre, distanti e vicine, centinaia di voci che risuonano come canti di anime dannate e sembrano avere origine da un'infinità di altre alcove celate dietro alle pareti di terra, forse per un'infinità di gallerie come quella da cui era appena riemerso a fatica. Il frutto maturo che era stato un tempio era ormai saturo di vermi e di larve fino ad essere irriconoscibile, e la lordura su cui la Corona di Sophia si trovava praticamente ovunque. Infine, però, egli trova l'apertura che conduce ad un'apparente salvezza: un'ampia aula simile ad una grotta, dove stalagmiti di pietra aguzza di un grigio scuro trasformano l'area in una sorta di contorto labirinto al centro della quale si staglia la fonte luminescente.
    Tre dozzine di speroni di roccia erano stati divelti, ed altri ancora erano divorati per metà da chissà quali energie capaci di disgregare la pietra di netto. Sagome vagamente umanoidi erano impresse sulle stalagmiti o sulle pareti vicine, sudari di carbone su cui l'immaginazione disegnava volti sogghignanti che Julian Lambert doveva avere impresso nella sua mente: erano ciò che restava di Creature identiche a quelle che avevano aggredito Brifos e compagni, ad occhio e croce una buona dozzina in tutto. Al centro esatto del circolo di vuoto che si era creato si ergeva la figura massiccia di un Cacciatore, seduto a gambe incrociate di spalle al saggio. Anche in quella posizione la sua stazza era evidente, i muscoli della schiena erano tesi ed il braccio destro impugnava l'arma rituale del suo popolo, che era la fonte di luce che aveva attratto l'avventuriero. Sebbene l'aspetto complessivo dell'arma non differisse da quello di un'arma, era ben lontana dall'essere un'arma arretrata. Spessa il doppio del normale, le incisioni sull'asta ed alla base della lama conducevano a celle di energia, le quali a loro volta portavano infine alla letale punta metallica tramite cavi e conduttori. Era un oggetto affascinante ed emanava potenza.
    La protezione che aveva offerto al suo portatore, tuttavia, non era stata sufficiente.

    Il Cacciatore sarebbe rimasto silente a qualsiasi richiamo o tentativo di dialogo del saggio. Avvicinandosi ad esso, Julian ne avrebbe compreso il motivo solo guardandolo in volto e osservando il cratere che egli aveva là dove un tempo aveva il volto. Dagli zigomi fino alla fronte, la faccia era stata letteralmente asportata creando un perfetto ovale attraverso cui era possibile vedere la trachea e parti di materia grigia cauterizzata dal calore. Chissà come il Cacciatore era rimasto immobile in quella posa anche dopo la morte, dando l'impressione di ergersi a guardia di quell'aula di pietra, non più vivo eppure completamente illeso nel resto del corpo.

    « La Creatura che l'ha ucciso è in stato letargico all'interno del suo corpo. »
    Spiegò con calma una voce di bambino proveniente da qualche parte.
    « E' piena come un uovo dopo che ha succhiato tempo vitale dall'Irochese ed energia pura dalla sua arma. Nel giro di un paio di settimane il suo corpo darà vita per gemmazione ad una covata di suoi simili. Ah... pare che la tua presenza l'abbia svegliata. Non è affamata, tuttavia obbedisce al suo istinto. Non bene. Siamo abbastanza sicuri del fatto che ti ucciderà. »
    Frutto della luce emessa dalla lancia, un'ombra enorme di un qualche felino quadrupede era proiettata sulla parete più distante dalla Corona di Sophia.
    Si potevano distinguere il corpo sinuoso, una lunga coda che sembrava quella di una volpe, orecchie da gatto sul cranio che appariva sproporzionato al resto del corpo, e poi un qualcosa che poteva essere una criniera o qualcosa del genere. Il modo di parlare, il tono di voce, perfino il lessico, tuttavia, erano più che umani.
    « Non scappi? Dovresti, sai? Adesso è ancora presa dal torpore, però non ci metterà molto a svegliarsi del tutto. Tu sembri disarmato, e se non hai qualcosa di grosso quanto una bomba con te, forse faresti bene a cercare un posto dove fuggire... »
    L'ombra del felino si mosse saltando su uno sperone più piccolo, proprio dietro ad uno dei più grossi che impediva a Lambert di vederlo.
    « Oh, c'è un altro intruso. In altre circostanze ci saremmo ritenuti molto offesi per così tanti umani non invitati nel nostro tempio... »
    Poi un sussulto, ed ogni cosa prese a tremare...


    Brifos ~

    Solo l'eco delle parole di Isha, troncate a metà dal concretizzarsi del teletrasporto attuato dalla "Scala degli Anziani", come l'aveva definita la piccola pellerossa chiamata Iade. Brifos si trova catapultato in un luogo buio ed umido, nel quale l'intenso odore di terra si mischia con quello acre e sgradevole di un marciume indefinito, un male che lo circonda e permea ogni lato della bara di fango e catrame in cui il demone si è venuto a trovare. C'è qualcosa di molto sbagliato in quel luogo, ma senza un accenno di luce è impossibile rendersene conto. Brifos si trova a camminare nel punto in cui quello che in origine era il pavimento e la parete ovest del tempio si incontrano, nella scomoda situazione di poggiare i piedi su di una superficie praticamente convessa, e oltremodo cedevole, impastata di guano nero colloso come catrame. D'altronde il raitei aveva visto, dall'esterno, il tempio inclinarsi su di un fianco e lì giacere morente, non c'era da stupirsi che una volta al suo interno tutto il mondo sembra essersi spostato di parecchi gradi. Le sensazioni sgradevoli che quel luogo alterato fornisce, però, sono dovute sopratutto ad altro. Perché il tempio ormai è corroso, è un cadavere in putrefazione. E non c'è niente di sano a passeggiare in un simulacro tanto corrotto... ed infestato.

    Due colpi. Due boati immani. Come onde che pestano feroci sugli scogli. La parete più distante dal Raitei si frantuma, ed una pioggia di terra e liquami investono il demone. Stridendo, gridando e scagliando gli artigli simili a lunghe spade contro i detriti, la gigantesca Creatura si avventa sullo Yōkai con foga inusitata. Nemmeno il tempo di elaborare ciò che sta succedendo che l'altra parete, contro cui Brifos è schiacciato dalla furia animale della bestia, cede di colpo alla pressione esercitata dall'essere di buio. Sui due, ora avvinghiati in un abbraccio mortale, si apre il vuoto. Il buio opprimente del ventre del tempio avvolge la Corona di Regalia e lo costringe ad una dura lotta puramente fisica contro un avversario quattro o cinque volte superiore per massa e dotato di forza fisica sufficiente a sbriciolare la roccia. La Bestia affonda più e più volte mentre i due cadono nel vuoto, i suoi arti culminano in lame capaci di perforare perfino una corazza, e che non esitano a cercare di sventrare il demone a più riprese. Infine, dopo un volo di settanta passi, la roccia porge i suoi saluti e sarebbe la schiena di Brifos a risponderle, un urto che ucciderebbe sul colpo un normale essere umano. Un capitombolo, altri cinque metri abbondanti, poi un patrimonio di due battiti di cuore da spendere saggiamente per salvarsi la vita: uno sperone si distende quel tanto che basta da fornire un appiglio, ed al contempo la Creatura sembra allentare impercettibilmente la presa. Il saggio di Palanthas può tentare il tutto per tutto districandosi da quell'abbraccio mortale e tirando se stesso in salvo, al contempo condannando la bestia all'abisso. Una situazione del genere richiede sangue freddo, forza, capacità che vanno ben oltre quelle di un essere umano. L'alternativa è soccombere.

    Trascorrono attimi attoniti, piccoli occhi famelici nell'oscurità scrutano il baratro ansiosi di scoprire chi dei due emerge vittorioso da quella battaglia. Scosse di terremoto percorrono le pareti e di colpo tutte quelle piccole e malefiche presenza si ritraggono, cercando oscuri anfratti in cui rintanarsi. Il tempio trema, sta precipitando. La sua carcassa ha subito il colpo ferale. Sopravvivere a quella prova di forza è solo l'inizio.


    Isha, Mercuzio ~

    « A... aiutarvi per tempio...? »
    Si ritrasse ancora da Isha, per quanto possibile.
    « Avverto che Iade molto poco brava coi pesi. »
    Con le minacce si ottengono un sacco di cose, e sicuramente Isha era stata alquanto minacciosa nei confronti della giovane pellerossa, ma nemmeno tutte le intimidazioni di questo mondo avrebbero convinto Iade a provare a tenere su quel tempio a forza di braccia! D'altronde bastava guardarla, aveva bicipiti magri come stecchi...
    Nel frattempo, però, il tizio grande e grosso ebbe la brutta, brutta, brutta idea di avvicinarsi alla colonna di luce. Impartì alcuni ordini, e vi entrò senza esitare.

    « Mooooooooolto pessima idea andare là, signore... »
    In effetti, a ben vedere, forse i Vichinghi erano stati effettivamente in quattro, all'inizio.
    Se aveva ben capito cos'era successo uno di loro era entrato per sbaglio nella scala degli anziani. Beh, poco male. Probabilmente era già morto.
    Si esibì in una scrollata di spalle mentre prendeva il suo bastone e iniziava a incidere rune nel terreno. Di lì a poco il gigante che l'aveva seguito avrebbe fatto la sua stessa fine, però poteva andargli peggio visto che sarebbero morti in un tempio dei Grandi Spiriti.
    « Tanto simile a suicidio di entrare in scala di anziani, meh. »
    Disse scuotendo il capo con aria solenne, mentre incideva le sue rune nel terreno, convenendo con la tizia minacciosissima, la quale ora si era messa a fare piroette, e a testa in giù ribatteva a tono al bestione, che però nel frattempo era già scomparso.
    Ma dove caspita erano finiti i potentissimi Cacciatori dei Grandi Laghi evocati dalla vecchia Ko...?

    « Cosa intendi fare? »
    « Uh~...? »
    Alzò gli occhi, incrociando lo sguardo magnetico dello straniero che l'aveva salvata.
    Improvvisamente dimenticò che cosa stava facendo.
    « Se preferisci seguirli li raggiungeremo subito, altrimenti rimarremo qua.
    Personalmente, non ho doveri nei loro confronti.
    »

    « Mh-mh!!! »
    Scosse il capo con vigore, rifiutando l'idea con tutte le sue forze.
    « Eh-ecco, Iade veramente già perso un braccio in passato per via di Creature, già. »
    Rossa in viso, abbassò lo sguardo riprendendo ad incidere rune nella terra -ma procedendo del tutto a caso con immagini che nulla avevano a che fare con l'incantesimo che stava tentando in origine.
    « Mooooooolto doloroso quando sciamano l'ha riattaccato. » Piagnucolò, memore del fattaccio. Evitò i dettagli sul come aveva recuperato l'arto perduto - quel giorno aveva visto come sono fatte le persone dentro e non era stato piacevole, « Iade vorrebbe di evitare di perdere di nuovo braccio, o magari peggio. Iade, inoltre, dovrebbe evitare di morire perché deve accompagnare i Cacciatori chiamati da vecchia Ko e prendere le loro lance ad energia quando loro morire combattendo. Poi deve portarle ai vostri capotribù, così loro danno armi a potenti eroi e distruggono creature. Voi avete visto, no?, che affatto di possibile uccidere creature con armi normali? »
    Finì di disegnare l'ultima runa. Aveva disegnato un gatto. Non c'era assolutamente nessun gatto nell'incantesimo di richiamo che voleva comporre.
    Improvvisamente la terra sussultò. Le rune disegnate al suolo si illuminarono in modo assai scomposto (alcune sì, altre no, altre parzialmente), Iade mutò espressione in una decisamente allarmata e di botto la luminosa Scala degli Anziani già percorsa da Brifos e da Julian si spense. In compenso, il tempio prese a sussultare paurosamente, le poche Creature che vi volteggiavano ancora attorno si allontanarono gridando dalla massa di terra in disfacimento, la cui discesa diventò di colpo molto più accentuata. Troppo accentuata. Era praticamente in caduta libera. Frattempo le rune non smettevano di brillare, emanando fasci di luce che diventavano sempre più forti, e minacciosi. La temperatura nell'area ebbe un aumento sensibile e piccole scosse telluriche attraversarono la zona.

    « Ops. »
    Disse Iade, ammirando il disastro che aveva appena fatto.
    « Forse fatto pasticcio. »


    .Il Canto del Sole Rosso ~ Sesto turno attivoJulian: In questa specie di "stanza" all'interno del tempio c'è un ingresso -quello da cui sei arrivato- ed anche un'uscita, con nel mezzo parecchi metri di stalagmiti al centro del quale c'è il cadavere del Cacciatore, lancia ad energia ancora in pugno. "Qualcosa" appollaiato dietro una stalagmite, di cui vedi l'ombra simile a quella di un grosso felino proiettata sulla parete, ti avverte del pericolo imminente: il cadavere del Cacciatore ospita una Creatura, la quale sta per uscire per ammazzarti senza tanti complimenti. Trova una soluzione al problema, quale essa sia, o preparati a combattere (o schiattare).
    Ah, già, dimenticavo: il tempio prende a sussultare e tremare e da questo momento in poi sarà come trovarsi in piedi sul carrello di una giostra stile montagne russe, l'esperienza potrebbe migliorare esponenzialmente il tuo senso dell'equilibrio oppure insegnarti a cadere con stile attraverso un corso composto di sola pratica.

    Brifos: Ti materializzi da qualche parte nel tempio, abbastanza vicino in linea d'aria a Julian per quanto i tuoi poteri extrasensoriali ti dicono. Fai a malapena in tempo a fare una stima della distanza che vi separa, che improvvisamente la parete esplode e si proietta su di te. Oltre alla scarica di roccia e melma che ti piove in faccia, subisci le amorevoli "ditate" di una versione più grande, più grossa, più cattiva delle Creature che hai già avuto il dubbio piacere di conoscere. Ciascuna "ditata" è peggio di una spadata e sufficientemente violenta da trapassarti da parte a parte. Sono tutti attacchi fisici, contano come tecnica a Consumo Medio.
    Autoconclusivamente e senza possibilità di interazione precipiti. La parete opposta a quella sfondata dalla creatura cede come pastrafrolla, neanche la possibilità di querelare gli architetti: l'assicurazione non copre un'invasione di Creature fatte di buio assetate di energia. Sei in buona compagnia, quanto meno: la bestiaccia si crede Gandalf e ti ha scambiato per il Barlog. Tu... Non puoi... PASSARE! Essì che passi, invece! Passi attraverso la suddetta parete! E poi giù in un volo di venti metri senza paracadute, con un fardello da settanta Kg abbondanti di massa semiliquida che ti pesa sul groppone... e che cerca pure di sventrarti a furia di "ditate" (altri attacchi fisici a Consumo Medio).
    Caro Brifos, hai un solo gettone per salvarti, durante il quale sei finalmente libero di interagire attivamente e quindi descrivere autoconclusivamente le tue azioni e quelle, conseguenti, della tua grossa e sgradita compagna di viaggi. Sbatti contro una parete di roccia e c'è uno sperone abbastanza solido da sostenere il tuo peso a cui puoi aggrapparti. Devi solo liberarti della bestia gigante e trovare il modo di arrivarci, lasciando quindi cadere nel vuoto quest'ultima. Unico problema: l'essere è totalmente immune agli attacchi puramente fisici, devi agire con qualcosa di energetico o psionico, altrimenti nisba.
    Se non hai un modo realistico per districarti dalla presa della bestia e aggrapparti al costone la tua avventura finisce qui. Sul fondo dell'abisso c'è un brulicare di Creature, se anche sopravvivi alla caduta queste ti si avventano addosso istantaneamente crivellandoti di dozzine di Consumi Alti psionici, per cui anche possedendo difese adatte non hai l'energia spirituale per sopravvivere.
    Se sopravvivi ti ritrovi al sicuro sullo sperone di roccia, con il tempio che trema e sussulta attorno a te, nulla di buono in vista. Le tue abilità extrasensoriali ti forniscono un quadro abbastanza chiaro della situazione: l'aura negativa della bestia gigante e qualche centinaio (!) di altre auree simili più piccole sotto di te ad una distanza rassicurante, svariate altre auree di Creature sopra di te, sparse qua e là, poi l'aura di Julian distante da dove ti trovi, con a fianco una potente fonte di energia, ed altre due fonti di energia simili più vicine in linea d'aria a dove ti trovi. Se decidi di dirigerti verso Julian devi anzitutto trovare il modo per tornare da dove sei precipitato (quindi risalire il baratro). Una delle due fonti di energia invece è immediatamente prossima alla tua posizione ed è raggiungibile da un'apertura poco distante dal costone su cui ti trovi (emette un debolissimo riverbero di luce).
    Ci sono vuoti descrittivi qua e là, poiché come ribadisco il tuo post sarà autoconclusivo ti lascio libertà di colmarli come preferisci a favore della tua narrazione. Ricordati comunque che ovviamente hai solo due slot tecnica!

    Isha, Mercuzio: Vi sta cascando il tempio in testa. Finora la cosa era stata una vaga minaccia che potete aver percepito come qualcosa che avverrà a fine quest... e invece no. Accade adesso. Sì, proprio adesso.
    Vi do un indizio del perché: Iade stava componendo un incantesimo di richiamo con delle rune, dello stesso genere di quelle composte dai Cacciatori per aprire il portale che da al tempio. Le suddette rune si trovano poco distanti da Iade -quindi abbastanza vicine da fare interferenza. Ma che capiate o meno cosa sta succedendo è irrilevante, fatto sta che il tempio sta cascando per davvero, con buona pace per Brifos e Julian che si trovano al suo interno. Potrebbe esserci una soluzione al problema, o forse no, o magari è il caso di levarsi di torno in fretta. Decidete voi.

    Turni liberi ♥


    Edited by Yomi - 29/7/2014, 03:35
     
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    Non è più affare nostro. Questa la frase magica da usare ogni volta che la situazione si fa più complicata di quanto lo vorremmo. Anche questa volta è un mantra che ci ripetiamo mentre l’enorme ombra precipita maledicendoci e le altre voci bramano la nostra mente. Ci sono tanti giorni per morire ma non oggi, pensiamo, non oggi. O almeno finché non avremo scoperto di più di questo luogo e del popolo che è venuto su Endlos.

    Scivoliamo tra le stalagmiti che ci ostacolano il passo lasciando una scia nera che sgorga dalle nostre ferite. Al centro di quel labirinto naturale c’è il nostro tesoro, custodito da un eterno guardiano in attesa che lo potessimo toccare con mano. Rimaniamo incantati dall’ombra annerita delle creature che si staglia su pietra, ultimo ricordo della loro esistenza, poi gli occhi si posano sul guerriero seduto al centro e sulla sua arma: una lancia. Più la guardiamo meno la capiamo: sembra una di quelle cose che piacciono tanto ad Arthur, anche se assomiglia a quella di Brifos solo più carica di fili e robe strane. « Ehi, scusa… » domandiamo al tipo seduto sottovoce, leggermente intimoriti da quell’aria di sacralità che permea la zona. Nessuna risposta. Ci facciamo avanti a passi lenti. « Sicuro di sentirti bene? » azzardiamo. Quando finalmente gli giungiamo davanti capiamo il perché abbia taciuto. Lo squadriamo un attimo, dispiaciuti per non poter dialogare con lui. « Quindi questa non ti serve più, vero? » Il Filo della Vita si sfalda ed i filamenti si intrecciano saldamente intorno alla lancia per sollevarla e portarcela. A giudicare da come le ombre si erano comportante con Brifos devono in qualche modo temere l’arma. E poi è un bel souvenir. Ora dobbiamo solo capire come…

    « La Creatura che l'ha ucciso è in stato letargico all'interno del suo corpo. » La voce di un bambino ci fa voltare, ma non scorgiamo altro che un’altra ombra, questa volta di un felino. Ascoltiamo con calma le sue parole apprendendo la condizione di quel corpo senza vita, divenuto bozzolo per le ombre in un’orrenda parodia di un classico fenomeno naturale. « Sapete molte… » Stiamo per rispondere quando la terra trema e finiamo con il sedere per terra. Altri guai a quanto sembra. Il Filo della Vita si ricompatta seguendo il nostro volere e levita a pochi centimetri da terra, abbastanza per fornire una solida piattaforma in grado di darci la stabilità necessaria. Ci appoggiamo alla lancia, usandola, come un bastone e, con un saltello, atterriamo sulla sciarpa. Ora che non siamo sballottati ovunque possiamo finalmente parlare. « Ehm, dicevamo, che sapete molte cose, specie considerando che noi ne sappiamo poche. Un tempio che sta precipitando, creature simili ad ombre decisamente affamate e fantomatici guerrieri Irochesi che dovrebbero risolvere la situazione e invece vanno a zonzo. » La nostra voce prende la sfumatura di quella di mille persone diverse. Ognuna abbastanza convincente da far si che il più abile commerciante di Merovish scambi tutti i suoi averi per un ciottolo. « Chi siete voi? Cosa sono queste ombre, ma soprattutto come facciamo ad evitare che questo tempio si schianti sotto di noi? » Domande legittime, che speriamo vengano soddisfatte. Non sapere nulla di quella faccenda è piuttosto umiliante e la bambina non ci ha mai convinto troppo. Per questo lo avremmo ascoltato, anche perché non riusciamo a scorgere altre possibilità. Dopo le sue risposte, avremmo dovuto pensare comunque a quell’ombra con istinti materni nel corpo dell’Irochese. E quale strumento migliore se non la lancia appena sottratta? Peccato non sapere come usarla, ma per quello c’è un rapido rimedio. Avremmo poggiato la destra sulla lancia e ci saremmo immersi nell’oggetto per comprendere la sua storia e, forse, il suo funzionamento.

    Julian Lambert
    » Guardiano delle Sette Vie e Corona di Sophia

    » Fisico / Mentale: tagli gravi all'addome (entità alta), confusione e stordimento alla mente (entità alta)

    » Mana: 30% / 100%

    » Consumi: 5% (basso) + 5% (basso)
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    • Immortalità

    • Rigenerazione

    • Corpo Vuoto

    • Insensibilità Dolore

    Niente Respiro
    • Tasca Dimensionale

    • Resistenza Malie

    • Sesto Senso Illusorio

    • Sesto Senso Psion

    • Istant Casting
    • Presenza Multipla

    • Aura di Carisma

    • Conoscenza

    Linguaggi Umani

    Linguaggi Animali


    The Thread of Life (Arma) {Insieme di fili d'acciaio della lunghezza di 3 metri | Forma di sciarpa rossa}
    • Auspex (auree)
    • Telecinesi
    Indistruttibilità

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    TECNICHE


    ◈ One Thousand and One Tales | Tecnica a Consumo Variabile Basso

    [...] Seconda capacità senza dubbio utile è il peso generato da mille ed uno voci anziché una sola, specialmente considerando che non si tratta di persone qualunque, bensì di Eroi. Sono parole pesanti a cui nessuno si sognerebbe di dire di no od ignorare, rese tali dalle loro azioni e dalla Storia scritta dalle loro gesta. Con un Consumo Variabile il Saggio sarà in grado di rafforzare una parola od un discorso, creando un effetto coercitivo per chi l’ascolterà. Con un consumo basso, per esempio, le sue parole saranno suadenti come un consiglio che vale la pena seguire, mentre, con un consumo più elevato, si trasformeranno in un ordine assoluto impossibile da contraddire indipendentemente dagli effetti che potrà generare. [...]

    ◈ Story of Knowledge Comprensione | Tecnica di Gilda a Consumo Basso

    Quale dovere maggiore, per un Saggio, della conoscenza di ogni cosa, capendone il significato intrinseco, il perché ed il come? Se le grandi menti dell'Est non avessero il dono di Sapere, non potrebbero brillare, non potrebbero essere Corone. Ecco che, allora, questa sapienza si rivela al mondo intero quando il Saggio entra a contatto con oggetti, o sostanze inanimate come le pietre od i muri, oppure ancora con gli alberi e, in definitiva, con ogni cosa che non abbia voce udibile da tutti. Al momento del contatto, dunque, ciascun Saggio ne apprenderà l'identità, riuscendo a catalogarlo, e cosa in sé nasconde, ciascuno però secondo la propria appartenenza alle Vie: coloro che seguono Symphonia, ad esempio, toccando un violino potranno apprendere il modo in cui è stato costruito, chi lo ha suonato e dove; coloro che seguono Dharma, invece, ne apprenderanno il motivo della realizzazione, e quale potrà essere lo scopo dell'oggetto nel futuro. Nel caso di Julian, in quanto saggio di Sophia, egli apprenderà la Storia dell'oggetto in questione.


    _ __ __________________ __ _
    NOTE & RIASSUNTO


    Arrivo, afferro la lancia tramite i fili, poi ascolto l'ombra. Per evitare di cascare di continuo a seguito delle scosse uso lo stesso trucco di prima (piattaforma galleggiante tramite la sciarpa). Dopodiché uso una tecnica a consumo basso psion per rendere le mie parole più autoritarie/convincenti unita alla passiva di autorità (relativa al dialogo sottolineato). Infine, dopo aver sentito le possibili risposte uso la tecnica di gilda sulla lancia per capirne la storia e come funziona (spero).


     
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    .†.Amakudari.†.

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    La luce del teletrasporto si spense, sostituendo alla verde cornice di Fanedell un mondo nero come l'abisso, e mentre il Mantra si stendeva attorno a lui, aderendo alle superfici e infilandosi in ogni interstizio per monitorare quel dominio -rilevando anche, da qualche parte in linea d'aria, la presenza della Corona Rossa-, il Demone delle Tempeste si ritrovò tutto solo in un'oscurità densa di umidità e dall'odore riprovevole.

    Brifos non seppe dare un nome a quella sensazione, ma fu allora che il suo animo conobbe
    la delusione: in quel momento avrebbe voluto Isha al suo fianco, le aveva chiesto di seguirlo, le aveva detto che aveva bisogno della sua presenza e del suo appoggio... ma lei non l'aveva raggiunto. Per tutta la traversata del bosco, la Eldar non aveva fatto altro che ripetere che il suo compito era vegliare su di lui e Julian, ma aveva lasciato da solo il Raitei e abbandonato entrambi.

    Isha aveva mentito, oltre che disatteso al suo incarico di Ranger, e -in quel momento- il filo della fiducia che il gigante aveva creduto instaurato con l'Arlecchina si sfaldò; fortunatamente, però, la Corona Indaco non rimase incastrata in quel pensiero amaro troppo a lungo: a salvarlo dalla sgradevole sensazione del tradimento fu qualcosa di altrettanto sgradevole, ma fintanto che si trattava di fango, guano, roccia, e un disincarnato assalitore assetato di sangue, tempo od energia, lo Youkai poteva sopportarlo. Quello, avrebbe almeno potuto provare a gestirlo.

    Stridendo come un'aquila, un'Ombra di grossa taglia -evidentemente allertata dalla sua presenza- sfondò la parete di pietra divenuta sottile e friabile dalla consunzione, e franò letteralmente addosso al gigante, sbattendolo spalle al muro difronte e trascinandolo con sé nell'abisso che si aprì al di là, dopo che ebbe sbriciolato anche quello... e così, mentre le zampe artigliate del mostro si muovevano frenetiche nel tentativo di colpirlo, e la gravità li richiamava a sé entrambi, il Raitei non ebbe molto tempo per reagire o per pensare: nessuna meraviglia, se la sua strategia fu tutt'altro che complessa.

    Contraendo tutti i muscoli del corpo, così da indurirli ed evitare di finire sbudellato -infondendo ovviamente parte della propria energia nella procedura-, il Demone delle Tempeste trasformò gli addominali in uno scudo compatto e resistente quanto il miglior acciaio temprato, tanto che pure la violenza con cui la sua schiena impattò il lo sperone di roccia frappostosi sulla sua strada durante la caduta libera non produsse sul Saggio gli effetti devastanti che avrebbe potuto...
    e con l'impatto arrivò anche la sua occasione.

    La pietra -fragile per la degenerazione del Tempio- non avrebbe retto a lungo il peso di entrambi, e mentre i suoi sensi percepivano il progressivo cedimento di quell'appiglio, gli occhi bigi si appuntarono su un picco poco distante, e -con un esercizio di concentrazione- l'Amal si tramutò in un simulacro di aria traslucida, sgusciando dalle grinfie del suo aggressore come solo un alito di vento può fare, e traslandosi altrove prima che il costone cedesse sotto il peso dell'Ombra.

    Il mostro scomparve da qualche parte nell'abisso sotto di lui, fino ad uscire dal raggio delle sue percezioni, e mentre il tempio continuava a scuotersi e sussultare la Corona Blu si staccò dal suolo, restando sospeso nel vuoto e con il mento in una mano, per analizzare la situazione e ponderare il da farsi: non aveva rinunciato all'idea di recuperare il suo collega Rekishi, ma prendendo per un dato di fatto l'inaffidabilità di Isha, non era il caso di fare di nuovo affidamento su un suo apporto di qualche tipo... lo stesso valeva per Mercuzio, che era un civile capitato lì per caso, e per la ragazzina, perchè... beh, Kalia gli aveva spiegato che i bambini vanno tenuti lontano dalle situazioni pericolose.

    Doveva muoversi da solo, e per quanto l'oscurità fosse fitta sopra la sua testa -una coltre di tenebra densa e fitta come l'inchiostro- la cosa non lo impensieriva: per trovare la strada anche senza vederla, gli sarebbe bastato affidarsi alla voce del Mantra... ciò che invece lo preoccupava erano le molte paia di occhi puntate nella sua direzione in quel momento: le creature, che di oscurità erano costituite, sarebbero state capaci di vedere nell'oscurità? Non poteva esserne certo, ma -dovendo prevedere lo scenario peggiore- propendeva per crederlo: se solo avesse sporto il corno fuori dalla voragine per tentare una risalita, sarebbero sciamate su di lui a decine, e...

    Un flebile crepitio azzurrino in cima al corno parve bussare nei suoi pensieri per interromperne il flusso, e fu concentrandosi sui propri sensi che l'Amduscias percepì una nuova flebile presenza a poca distanza da lui: non sembrava trattarsi di una delle Creature, e questo lo incuriosì, perché... beh, poteva trattarsi di un abitante del tempio, qualcuno che avrebbe potuto spiegargli cosa era accaduto e perché.

    Ma come fare con la Corona della Via della Storia...?
    Dalle informazioni che poteva ricavare, il disperso sembrava stare bene, anche se era in compagnia di un'Ombra e... e di qualcos'altro -qualcosa di potente-, quindi lasciarlo a sé stesso non era forse la decisione più saggia, però... però, d'altra parte, la possibilità di ottenere qualche risposta su tutta quella faccenda era finalmente ad un passo da lui: doveva solo tendere la mano e coglierla.
    Julian se la sarebbe cavata da solo, fino al suo arrivo...?

    Un tremito nella roccia -più violento degli altri- mise in allarme tutti gli esseri di tenebra che precedentemente la comparsa del Raitei aveva richiamato, e nel percepirle darsi alla ritirata più precipitosa, il Saggio non potè che identificare in quell'istante il momento propizio a tentare uno spostamento; attese giusto qualche istante perché i mostriciattoli raggiungessero una distanza di sicurezza appropriata e -infine- si diresse levitando in direzione della flebile fiamma vitale che ancora brillava ostinata ai margini dei suoi sensi..



    Status Fisico: Ok
    Status Psicologico: Stato di shock [danno Alto], confusione mentale.
    eremita
    Energie Residue: 65% - (20% + 5%) = 40%


    Mantra: [Vista Cieca | Sense Illusorio | Sense Psionico]
    Levitazione: [Volo]
    Hado: [+10% di Mana]
    Rianimazione: [Immortalità]
    Memento: [Istant-Casting]
    Ataraxia: [Resistenza al Dolore | Anti-Malia]
    Intuizione: [Vista Karmica]
    Voce della Saggezza: [Aura di Saggezza]

    Elettrostimolazione: Tramite il rilascio di scosse elettriche in zone selezionate del suo corpo, Brifos possiede la capacità di incrementarne un parametro a scelta tra forza muscolare, resistenza fisica e velocità, influendo sul proprio tono muscolare; l'entità del power-up (in un singolo campo per slot tecnica) è subordinata alle energie consumate dal Raitei di volta in volta, e può essere mantenuta per un paio di turni o una singola azione soltanto, a patto che si effettui una ripartizione del consumo energetico.
    Consumo: Variabile > Alto

    Forma Eterea: Brifos può alterare la sostanza del proprio corpo, mutandola in aria e facendola divenire simile al vapore di una nube, potendo così camminare nel vento e nell’aria a velocità semplicemente inimmaginabili; sfruttando la potenza e la direzioni delle correnti, potrà muoversi da un luogo all’altro con un’apparenza incorporea, nebulosa e traslucida, inodore ed incolore, facilmente confondibile con un banco di nebbia od una nube.
    Mentre si è in questo stato etereo si possono attraversare fessure, spiragli, commessure e tutto ciò che presenti anche un minuscolo orifizio in cui passi dell’aria; utilizzato unicamente per gli spostamenti in scene GDR-only
    Consumo: Basso
     
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    Merda.

    Ogni tanto le capitava, le sue fantasie mentali causate dal Dio Ridente le provocavano stati di distrazione tali da escludere qualsiasi cosa le capitasse attorno, ma questa volta Cegorath le aveva fatto un tiro mancino veramente terrificante.
    Brifos le aveva chiesto di andare con lui ad aiutare Julian e lei invece era rimasta lì come un’idiota, persa nelle proprie fantasie a non fare assolutamente nulla.
    Oh, inoltre ora il tempio stava precipitando a velocità folle verso la foresta per colpa di Iade.
    Era indubbio che se fossero sopravvissuti a quella orribile avventura Sylvanas l’avrebbe uccisa, aveva disatteso il compito che la sua bella capa le aveva affidato e questo la riempiva di rimorso.

    Vedi di sistemare il casino che hai combinato o se sopravviveremo verrò a cercarti e tu non vedermi quando sono arrabbiata.
    Se non pensi di riuscirci fuggiremo, per il momento, ma sarò comunque molto scontenta.


    Non potevano fare altro che stare lì o scappare a gambe levate, in entrambe le situazioni c'erano conseguenze terribili che non voleva prendere in considerazione.
    Lei, comunque, non sarebbe sopravvissuta alla furia di Sylvanas.

    Edited by Settra - 3/8/2014, 14:36
     
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    Perché suo zio lo odiava tanto? Da quando aveva visto lo strano fenomeno nella volta celeste, di tanto in tanto, il pensiero tornava a lui, alla sua rabbia feroce, espressa il più delle volte unicamente da sguardi velenosi. Lo jezreelita, seppure bambino, se ne accorgeva: lo studiava di sottecchi, come si fa con un eroe delle fiabe. Quel sentimento era esercitato con la sicurezza cieca della superstizione, e si chiedeva perché dovesse odiare così tanto proprio lui, che in fondo ne era il figlio adottivo. Provava la sensazione che qualcosa gli sfuggisse. Non era un pensiero gradevole; lo allontanava come si fa con una mosca insolente. Era l'unica persona, in millenni di vita, dalla quale non fosse riuscito a farsi amare, nemmeno per un istante; e sarebbe dovuta essere la più cara.

    Ora come allora, aveva l'impressione che qualcosa si allontanasse dal suo controllo. Un dettaglio, uno solo, forse infimo, ma che improvvisamente era divenuto di colossale importanza. Non riusciva a coglierne la scintilla, eppure ne percepiva la presenza.

    Gli altri erano perduti, decretò Iade, e fu una notizia che lo turbò appena: non era responsabile del loro destino. La ragazza raccontò anche di quale fosse la sua missione, e Mercuzio fu incuriosito da quella storia delle lance, detentrici di un potere eccezionale, capace di fendere le creature oscure. Qualcosa di cui si sarebbe impossessato volentieri, se ce ne fosse stata l'occasione. Ma non era questa la notizia importante, al momento. Riguardava forse Isha, che aveva abdicato al suo dovere? No, non era nemmeno quello.
    Era ancora lontano dal vero.

    Iade cominciò a scrivere le rune. Forse ora avrebbe richiamato quelli che aveva chiamato cacciatori, per far loro dono delle armi. Sorrise, guardandola. Ogni volta che le parlava lei arrossiva dolcemente, ed era una cosa che gli piaceva moltissimo e un po' lo inorgogliva, di un orgoglio fatuo e cangiante. Fu allora che la terra cominciò a tremare, con scosse così violente che il tempio sarebbe crollato di certo, di lì a poco. Si voltò di scatto verso Iade, allarmato, esplorandone l'intimo con lo sguardo della propria mente. Era chiaro che avesse sbagliato qualcosa: non erano solo le sue parole, ma anche la confusione che vide tutt'intorno a lei, come una bruma o un guazzabuglio nerastro. Cercò di recuperare notizie dalla sua memoria emotiva, studiando nel frattempo le rune. Alcune non c'entravano affatto: come quel gatto, e non serviva essere uno psion per intuirlo; altre, invece, erano poco più che scarabocchi della forma vera. Avrebbe corretto lui stesso quegli errori, ma prima voleva spingere la stessa Iade a farlo, non sicuro di cosa sarebbe accaduto entrando in contatto con quella grafia. Solo in caso contrario avrebbe agito di persona, manovrando il bastone tramite le mani della ragazza.

    E si ricordò di cosa aveva notato prima: lei era arrossita, e già prima lo aveva fatto, entrando in confusione, chiamandolo vichingo. Non sapeva se era quello il dettaglio che gli stava sfuggendo. Si aggrappò a quel filo di logica come si fa con una speranza o con l'eco di un sogno che non si vuole lasciare. Si rivolse a lei, imperioso. I suoi occhi verde-oro, di solito ridenti o persi in un'espressione di vacua meraviglia, erano come cambiati. In essi si scorgeva una durezza più inflessibile del diaspro, la stessa furia antica in cui era stato allevato. Un'ira che aveva portato molte città alla rovina, solo da ultima Liberty.

    E' ora che ti prenda le tue responsabilità, Iade. — sbottò. La sua voce, sebbene trasmettesse un ordine, era tuttavia ipnotica. — Porta a compimento ciò che hai promesso di fare ai tuoi superiori. Esiste solo la tua missione. Ricordi?
    Serrò la mascella. La parte difficile doveva ancora venire, e non era certo di quello che stava facendo. Andava avanti come in una veglia ancora bagnata di sonno, trascinato da un'inerzia misteriosa che gli faceva muovere la lingua tra i denti. Sapeva solo di avere poco tempo.
    Ora ti concentrerai al massimo delle tue possibilità: stavolta non sbaglierai.
    Gli sovvenne il ricordo di quello che gli umani chiamavano senso di nausea; per lui era più come una vertigine. E fu allora, socchiudendo gli occhi, che fece la cosa più dolorosa di tutte: si escluse dai suoi sentimenti.
    Traccia bene le rune. Io non esisto per te,
    e nemmeno questa donna, se ti è d'impaccio.


    La fitta al petto non era reale.
    Era solo il pallido fantasma di un'emozione, un'emozione piccola piccola, forse un po' meschina, che aveva provato in tempi così antichi che quasi ne provava vergogna.

    CITAZIONE
    Energie: 75-15=60%.
    Tecniche: Dono di Malkav (malia di parola, abilità passiva).
    Leggere i Pensieri di Superficie (per rendersi conto di cosa è successo riguardo le rune, e per intervenire nel caso in cui non lo facesse Iade, consumo basso).
    Lingua Biforcuta (per arginare l'effetto di Dono di Malkav su Iade e farla concentrare sul suo compito, e cioè tracciare le rune giuste, consumo medio).
     
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    Julian ~

    Ci fu un boato quando il Protodeus sollevò la sua voce in quella di mille diverse entità, spazzando l'aria con la sua presenza psionica. Il tempio tremò attorno a lui, polvere discese dal soffitto e le pareti scricchiolarono come sul punto di sgretolarsi, fornendo una scenografia calzante all'effetto della malia psionica ed accentuandone di molto l'effetto, fino a rendere imperiosa la voce del saggio. Julian Lambert avrebbe terrorizzato anche un mostro fra i più temibili in quella situazione, avrebbe atterrito un Wyrm del fuoco o perfino uno dei grandi e selvaggi draghi neri di Celentir, spingendoli in un angolo come cuccioli indifesi a guaire per avere pietà. Ma la creatura celata dalla grande stalagmite di pietra bianca, però, si limitò ad agitare la grande coda bianca e a declinare lentamente la testolina a lato, per poi balzare sulla sommità aguzza della roccia, rivelandosi.

    Cattura2-4

    « Strano schema vocale. »
    Gongolò serafico, il viso che in un certo senso aveva qualcosa di molto umano e molto poco animale assolutamente inespressivo.
    « Immagino sia una di quelle infusioni psioniche che avvengono mediante l'uso della voce. Rammento qualcuno che piegando l'entropia aveva ottenuto qualcosa di simile. Tu però sembri avere una natura diversa... »

    La creatura sembrava a prima vista un furetto albino di un qualche tipo, o forse un gattino dal manto rado e candido di qualche mese. In realtà il suo corpo era di un bianco sbagliato, assolutamente troppo bianco per essere naturale, la testa troppo grande e regolare. Sembrava un bambolotto di ceramica, oppure una sorta di peluche animato dalle movenze terribilmente realistiche. Gli occhi erano grandi e perfettamente sferici, due biglie di un rosa profondo immote e inanimate, prive d'anima. La bocca da micetto rimaneva ferma congelata in un sorriso anche quando parlava, e nel suo rimanere perfettamente immobile solo l'ondeggiare regolare della grande e folta coda lo rendeva diverso da una gargolla in superflat o da un soprammobile di cattivo gusto made-in-japan. Non aveva un'aura, la sua presenza lasciava solo una vaga e appena percepibile scia di energia di quelle che si faceva fatica a rilevare perché troppo tenue e troppo propensa a confondersi con l'ambiente e dissolversi fra i venti. Non si trattava di un occultamento, bensì della semplice conseguenza del fatto che quella creatura, qualsiasi cosa fosse, era tutt'altro che normale.

    « Tuttavia non c'era bisogno di ricorrere a simili espedienti, bastava chiedere, » disse ancora passando definitivamente a parlare in prima persona « tutto sommato, non ho niente da nascondere e a ben vedere forse nemmeno qualcosa di utile da fare, visto che tutti i cacciatori e le puellae sono rimasti uccisi dalle Creature. Puoi chiamarmi Kyuubey, e sono un familiare. Il mio compito è quello di individuare quelle che gli umani chiamano Sacerdotesse ed offrire loro un equo scambio che le rende ciò che sono. Quanto al tempio... »
    Fece una pausa. Crepe presero a salire tutt'attorno alla stanza, e grandi frammenti di pietra crollarono al suolo schiacciando sotto di se una dozzina di stalagmiti, mancando di pochi passi il cadavere del Cacciatore, Julian e Kyuubey stesso.
    « Non c'è mai stato un modo per impedirne il crollo. E' sempre stato condannato sin da quando è stato risucchiato dalla frattura nella realtà. Le Creature ne hanno bevuto l'energia che lo sosteneva... ed ora infine è definitivamente collassato. »
    Mentre parlava, le scosse telluriche raggiunsero il loro apice e poi si bloccarono, di colpo. Ad un tratto, ci fu solo silenzio interrotto di rado dal suono di piccoli sassi che rotolavano da qualche parte e scricchiolii che annunciavano un primo e preliminare assestamento...

    « Beh... è stato un piacere conoscerti! »
    La creatura saltò con agilità dalla stalagmite e zampettò via senza fretta, sempre rivolgendosi all'unica altra presenza nella stanza... che tuttavia non era destinata a rimanere tale a lungo.
    « La Creatura è desta. Visto che non hai seguito il mio consiglio presumo che sarai morto nel giro di qualche istante. C'è un altro intruso che forse durerà un po' di più, vado da lui per vedere se avrà più fortuna di te. »

    In quel momento, nel silenzio irreale del tempio ormai morto, un ticchettio inquietante è preavviso di qualcosa di orribile, e con un suono disgustoso di carni dilaniate il cadavere del cacciatore vomita un'entità di buio che si avventa con furia animale su Julian, gli artigli neri protesi e pronti a dilaniarlo. L'oscurità si dilata e diventa tentacoli di buio, circonda il saggio con le sue spire e tenta di richiudersi su di lui, di soffocarlo. Se fosse riuscita a piegarsi sulla sua preda, avrebbe generato una pressione insostenibile attorno al protodeus ed alla sua cassa toracica, fino a immobilizzarlo e strangolarlo. Poi, dopo averlo stretto nella sua morsa, un artiglio delle dimensioni di una falce avrebbe tentato di trafiggerlo per tre volte, nel cranio, nel costato e nello stomaco. Solo allora, distendendosi sul volto della sua vittima, la Creatura avrebbe dato sfogo al suo appetito insaziabile vibrando un'ondata psionica di dolore mentre banchettava con il tempo vitale della sua preda...


    Brifos ~

    Le profondità del tempio erano abissi ben distanti dalla luce del sole, delle autentiche catacombe scolpite nella roccia in cui l'aria è irrespirabile e l'oppressiva presenza serpeggiante delle Creature proviene da ogni direzione. Brifos era stato costretto alla totale immobilità mentre una tremenda scossa tellurica aveva percorso le pareti del tempio, provocando crolli sparsi e annunciando che qualcosa di grosso era avvenuto. Alcuni ponti di pietra distanti in linea d'aria erano crollati, vie erano state inghiottite dal buio ed altre erano sorte. Al silenzio immediatamente successivo al terremoto erano seguiti strida di bestie e grida animali: le Creature ammassate nell'abisso che si agitavano. Poi rumori di artigli che riecheggiavano dalle profondità, suoni indistinti di una legione di esseri che aggrediscono la pietra. L'eco di quei suoni continuarono senza posa, accompagnando l'Arcano nel suo cammino, e proseguendo anche dopo che infine giunse a destinazione...
    L'aura di luce che proveniva dalla cavità nella pietra trovata dal Raitei era un faro nella notte che nel buio totale era visibile da molto distante, forniva al demone delle tempeste un punto di riferimento verso cui procedere. Quando infine giunse a destinazione, la Corona Indaco ebbe accesso ad un vasto antro completamente invaso dal chiarore artificiale di una lancia ad energia, che splendeva di luce propria dalla sua posizione conficcata nel suolo. Accanto ad essa, riversa a terra, una sagoma umanoide di polvere, ossa e pelle secca e grigia sul punto di sgretolarsi: il cadavere di un uomo adulto che doveva trovarsi lì da dei secoli per ridursi in quel modo. Solo gli abiti e la presenza luminosa della lancia ad energia forniva all'Unicorno indizi sulla sua identità: era uno dei Cacciatori Irochesi, divenuto il pasto non di una ma bensì di un intero sciame di Creature ed ora ridotto a quei resti pietosi. Bastava sfiorarne il cadavere perché si riducesse in polvere. Ma se anche il suo portatore era rimasto ucciso, l'arma che egli impugnava in battaglia non aveva ancora cessato la sua lotta. Tenace come un guerriero indomito, ella seguitava a irradiare un'aura purificatrice e la dozzina di aloni scuri sulle pareti della grotta erano testimoni della sua battaglia, fuliggine e catrame che formavano le sagome di demoniaci volti ghignanti impressi sulla roccia, una buona metà dello sciame di bestie che era stato spazzato via. Ma se dozzine di Creature erano morte a causa dell'esplosione di luce, altrettante si celavano dietro ogni anfratto, dentro ogni cavità, ammassate l'una sull'altra nello spazio angusto dei rari coni d'ombra in cui la luce vendicativa della lancia non poteva raggiungerle.

    Brifos si trovava ora di fronte ad un dilemma di difficile soluzione. La lancia ad energia sarebbe stata una potente alleata nella situazione in cui si trovava il saggio di Palanthas, tuttavia rimuoverla dalla sua posizione poteva essere un potenziale disastro: evidentemente era tutto ciò che impediva a quel gruppo di bestie di uscire allo scoperto ed assalirlo.

    Immagine-3

    « Non sembri umano. »
    Asserì in tono calmo e incolore una presenza a fianco dell'Unicorno.
    In qualche modo capace di evadere anche le percezioni extrasensoriali di Brifos, qualcosa di molto simile ad un cucciolo bianco era comparso dal nulla ed ora sedeva placidamente poco distante, osservando la scena con calma innaturale, il tono di voce di chi si trova in una situazione che non lo riguarda affatto e non lo tocca minimamente.
    « Mi sorprende spesso quanto siano tenaci questi artefatti: in qualche modo portano in se una parte della loro creatrice. Perfino adesso non vuole ammettere la sorte del suo padrone, e continua a combattere anche se ciò la consumerà. Ci metterà ancora un po' a scaricarsi del tutto... intanto potresti tentare la fuga, che ne dici? »


    Isha, Mercuzio ~

    Era molto, molto confusa quando si rese conto che il tempio stava effettivamente crollando al suolo. In altre circostanze si sarebbe semplicemente messa a correre, ma appena Isha le gridò contro le gambe si rifiutarono di reagire ed il panico insorse lasciandola pietrificata. Aveva la vaga consapevolezza di aver fatto qualcosa di molto poco intelligente, ma al contempo non aveva idea di cosa. Le rune erano un innocuo incantesimo di richiamo identico a quello che aveva già composto poco prima, serviva solo a chiamare i Cacciatori Irochesi, non a spezzare le energie che mantenevano in cielo il tempio. Ignorava il motivo per cui adesso stava crollando a peso morto, e non riusciva a pensare lucidamente per capire che cosa poteva fare per impedirlo.
    Infine, come lo straniero sbottò contro di lei, si irrigidì e rimase per un lungo istante sul posto, stupita ed esterrefatta. Poi, lentamente, cullata dalla voce melliflua del vampiro perse gradualmente gran parte delle sue facoltà ed i suoi occhi si spensero, come spesso accade alle persone preda dell'ipnosi. La mente semplice e fiduciosa per natura verso il prossimo di Iade era vergine alle tecniche di persuasione mentale e facile da manipolare; per Mercuzio fu come affondare un coltello caldo nel burro. Le ordinò di concentrarsi e lei lo fece, le intimò di non sbagliare e lei in tutta risposta compose degli archi meravigliosi che andarono a comporre rune perfette, ottimamente concatenate. L'incantesimo si completò in pochi attimi mentre la carcassa ormai morta del tempio incombeva su di loro, ed Iade riprese una stilla di libero arbitrio solo dopo che ebbe completato le richieste del vampiro.

    « La scala degli anziani... »
    Disse con il tono di voce flebile di una sonnambula, volgendo lo sguardo verso il punto in cui poco prima sorgeva la colonna di luce.
    « Ho interferito con le rune della scala degli anziani... »
    Ripeté ancora, in un'affermazione che in quel momento era tanto esatta quanto completamente inutile.
    In un lampo di consapevolezza, Iade prese rapidamente a comporre un nuovo incantesimo. Proprio allora, il cielo si oscurò e con uno spostamento d'aria tremendo il tempio crollò sui tre.


    .Il Canto del Sole Rosso ~ Sesto turno attivoJulian: La creatura si avventa su di te e tenta di ghermirti circondandoti con le tue spire, si tratta di una tecnica di livello Medio. I successivi tre attacchi a cranio, costato e ventre sono normali colpi fisici. Infine, ella ti scaglia contro un'offensiva psionica di livello Alto che hai già ampiamente sperimentato ed i cui effetti collaterali ti sono ormai noti.

    L'arma che esamini ha una reazione molto particolare alla tecnica di gilda che utilizzi per scandagliarla, poiché si tratta di un oggetto senziente ed in grado di rispondere a certi stimoli esterni come se fosse vivo e pulsante. Racchiude in se una straordinaria quantità di informazioni, poiché si tratta di qualcosa di abbastanza vetusto per gli standard umani -poiché esiste da quasi un secolo-, ma anche perché impugnato nel corso della sua esistenza da una dozzina di valenti guerrieri che lo hanno condotto in battaglia molte volte in molti diversi avvenimenti, ma sopratutto perché non è un'arma forgiata ma bensì creata: frutto di un desiderio potente espresso da una fanciulla che si è concretizzato e frammentato in novantanove lance simili a quella che hai di fronte. Grazie alle informazioni che ottieni sulla storia di questa lancia ad energia le parole di Kyuubey assumono un significato: quell'essere, qualsiasi cosa sia, forte di un qualche potere è stato in grado di dare forma ad un desiderio estrapolando questo potente artefatto tecnologico e altre novantotto copie. La bambina, di cui riesci a intravedere il volto e le fattezze, trovandosi coinvolta in una terribile guerra di conquista ad opera di un popolo straniero e condotta dagli esseri d'ombra con cui hai già avuto a che fare ha chiesto degli strumenti per far sì che anche i suoi fratelli potessero lottare e difendere le loro famiglie dalla guerra.
    Le lance ad energia dei Cacciatori sono strumenti eccezionali, molto rari anche in un luogo come Endlos dove certo si possono trovare armi potenti e dotate di una storia notevole. Ciò che le rende quasi uniche è il fatto che generano ed emettono una quantità di energia spaventosa, che tu stesso stimi essere oltre due volte e mezza quella di cui disponi in condizioni ottimali. In termini di gioco significa che possono pagare autonomamente il consumo energetico delle tecniche utilizzabili tramite la lancia stessa! Le abilità materiali della lancia sono:
    ~ Una passiva che permette al possessore di utilizzare gratuitamente una quantità di consumi pari al cinquanta Consumi Bassi (250% di una riserva di energia spirituale, in poche parole) purché questi siano utilizzati esclusivamente per tecniche della lancia stessa, salvo la rottura dell'artefatto. La lancia però è stata usata dal suo defunto possessore e quindi attualmente la sua riserva è del 160%. Il nome di questa abilità è Colei che Porta la Speranza. Affine a tutte le classi.
    ~ Una passiva che le permette di fendere ciò che è normalmente etereo e intangibile e, più nello specifico, di ferire le Creature che risultano normalmente del tutto immateriali. In pratica un colpo fisico sferrato con quest'arma può tranciare in due quelle bestie così come ucciderebbe un essere di carne ed ossa. Il nome di questa abilità è Colei che Estingue il Buio. Affine a tutte le classi.
    ~ Una tecnica a consumo Alto che permette di avvolgere la lancia di fiamme di luce e sferrare un attacco fisico potenziato di livello pari al consumo. Il nome di questa tecnica è Colei che Dona la Virtù. Affine alle classi Guerriero e Cavaliere.
    ~ Una tecnica a Consumo Alto che permette, infilzando la lancia al suolo, di evocare quattro sagome umanoidi di luce, ognuna delle quali brandisce una copia spirituale della lancia ad energia. Queste si muovono per attaccare e sferrano ognuna l'equivalente di un singolo attacco fisico di livello Basso. Il nome di questa tecnica è Colei che Conduce alla Luce Affine alle classi Evocatore e Sciamano.
    ~ Un raggio di luce a lunga gittata a consumo Variabile da un minimo di Alto fino anche ad Estremo (ovvero criticox2 per un 80% di energia spirituale bruciata, ma richiede due slot tecnica per questa modalità) che ustiona e perfora qualsiasi cosa incontri, provocando danni devastanti in tutto ciò che è maligno, il cui nome è Colei che Spazza via l'Oscurità Affine alle classi Elementalista e Sacerdote.
    ~ Un'abilità a Consumo Critico che crea una vasta e potente aura di luce che nel giro di alcuni istanti si solidifica in un incendio di luce di potenza Critica che strazia le carni di qualsiasi entità malvagia che tenti di superarlo. E' una tecnica che richiede alcuni istanti per essere castata e pertanto non è possibile impiegarla per difendersi in risposta ad un attacco, tuttavia impedisce a qualsiasi essere delle tenebre di varcare la barriera così creata, a meno che non venga in qualche modo distrutta. Il nome di questa abilità è Colei che Esilia la Notte Profonda Affine alle classi Elementalista e Sacerdote.
    ~ Un'abilità a Consumo Critico che genera in una vastissima area una cupola di luce della durata di due turni che infligge un danno Alto ad area a tutto ciò di malefico si trova al suo interno, comprese creature delle tenebre, bestie e creature il cui intento è uccidere finanche esseri umani il cui animo è contaminato dal male o dagli intenti malefici. Il nome di questa tecnica è Colei che Bandisce le Tenebre. Affine alle classi Elementalista e Sacerdote.

    Non è tutto rose e fiori: la lancia ha dei difetti. Se non possiedi una classe corretta non puoi sfruttarne le abilità, dunque se non sei un elementalista O un sacerdote non puoi usare Colei che Spazza Via le Tenebre o Colei che Esilia la Notte Profonda, se non sei un Guerriero oppure un Cavaliere non puoi usare Colei che Dona la Virtù. I limiti dovuti a ceppi primari o secondari sono ignorati. Tieni conto poi che è molto pesante. I Cacciatori che di norma la brandiscono sono dei palestrati di due metri e passa, loro la usano come se pesasse niente ma fatti due conti: laddove una picca da fanteria settecentesca va sui due Kg, questa bestia ne pesa quasi sette. L'asta totalmente in metallo, cavi e cellule di energia probabilmente contribuiscono ad innalzare il suo peso rendendola poco user-friendly. Infine è semi-senziente e sa che non sei il suo possessore originario, non ti ritiene un guerriero degno di questo nome e più in generale non ti riconosce come qualcuno degno di brandirla. Questo non ti impedisce di usarla liberamente e non ha effetti sostanziali in gioco -anche perché finché la rivolgi contro le Creature a lei non dispiace per niente-, però di certo non è un vantaggio perché è come avere a che fare con un collaboratore che esegue i tuoi ordini controvoglia.

    Per il resto: per usare una lancia basta prenderla in mano e colpire di punta. Ora che l'hai fra le mani ti rendi conto che tutto sommato potevi anche provare a conficcarla nel cadavere del cacciatore per vedere se magari uccideva la Creatura prima che questa usciva fuori per ammazzarti.

    Brifos: La situazione è semplice: nella cavità nella roccia in cui ti trovi è avvenuto un combattimento fra un cacciatore e un nutrito gruppo di Creature. Pur soccombendo al mero numero dei suoi avversari, è riuscito ad abbatterne una metà ed a confinarne l'altra metà grazie ad una tecnica della lancia ad energia, la quale tiene distanti le creature impedendo loro di nuocere. Puoi provare a prendere l'arma e portarla con te, poiché si tratta di un artefatto potente e potrebbe esserti utile, ma c'è un problema: se rimuovi l'oggetto dalla sua posizione disattiverai la tecnica che confina le Creature, costringendoti quindi a fare i conti con una buona dozzina di quelle bestiacce. L'arma possiede una riserva di energia autonoma pari a ventiquattro Consumi Bassi (il 120% di energia spirituale, quindi) e ogni due turni di gioco brucia autonomamente un Critico per mantenere attiva la tecnica che bandisce le Creature. Nel giro di sei turni quindi finirà con lo scaricarsi del tutto e cesserà di funzionare.

    Isha, Mercuzio: Risposta sbagliata, vi casca il tempio in testa. Quest conclusa per voi, la scena si sposta qui!


    Edited by Madhatter - 22/8/2014, 10:43
     
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    Muoversi per il tempio, in mezzo a quella totale oscurità, era un'esperienza particolare: gli occhi bigi non potevano discernere alcunché, eppure... con il canto del Mantra ad indicargli la via, il Raitei era ben lungi dal brancolare nel buio: percepiva le vibrazioni che scuotevano la roccia come se si trattasse di un moribondo in preda alle convulsioni, le strida ininterrotte delle Creature in completo deliquio, e la sua affinità con l'aria -la piena consapevolezza del moto degli oggetti in essa immersi, soprattutto- lo aiutava a capire come avanzare, dove posizionarsi, e quando aspettare immobile per evitare che crolli e altri cedimenti strutturali lo coinvolgessero.

    Il suo obiettivo era la luce -e la presenza- che percepiva in fondo ad una delle tante gole apertesi nella struttura, e l'Amal continuò a dirigervisi più in fretta che poteva, alternando rapidi scatti a lunghe pause nelle quali era costretto a starsene nascosto o al riparo; nel momento in cui finalmente pervenne alla sua meta, la Corona Indaco si ritrovò in un antro tutto sommato vasto, con la compagnia di una lancia ad energia -fonte da cui si irradiava quel chiarore-, i resti mangiati dal tempo -o dal suo prosciugamento- del suo possessore Irochese, e -dove quella luce non poteva penetrare- le creature sopravvissute alla lotta rintanandosi negli anfratti per non fnire vaporizzate in sbuffi neri sulle pareti.

    Il fatto che quei predatori così voraci non gli fossero ancora sciamati addosso lasciava facilmente desumere che la Lancia fosse l'unico baluardo tra lui e loro, e questo conduceva ad un dilemma dalle soluzioni ambivalenti: per coloro che mettono l'istinto di auto-conservazione al di sopra di tutto, sarebbe stato logico e impellente preservare la situazione attuale e proseguire allontanandosi dal pericolo, ma... lui era un Saggio, e la sua priorità era dipanare quella matassa di avvenimenti, così da comprendere i meccanismi -e magari il senso- degli eventi di cui stava essendo testimone.

    La Lancia avrebbe fornito indiscutibilmente una fonte preziosa da poter interrogare sulla storia di quel tempio, ma rimuoverla dalla sua posizione avrebbe potuto disattivarne le funzione difensive, e... essendo già ben conscio di essere sufficientemente provato e stanco, Brifos era propenso ad evitare scontri inutili: magari, riflettendoci un po' su, avrebbe potuto trovare una soluzione; così, in piedi nella luce, a carezzarsi il mento con le dita di una mano con fare meditabondo, il Demone delle Tempesta stava riflettendo sul modo migliore per procedere quando...


    « Non sembri umano. »

    ...una voce sconosciuta, neutra quanto la sua, provenne dal suo fianco. Volgendo pacatamente le iridi color ardesia in quella direzione, il gigante non vide nulla; ci volle qualche secondo ancora perché Brifos abbassasse lo sguardo sul pavimento e notasse l'animaletto bianco che vi era comparso.

    « Neanche tu. »
    constatò in risposta il Raitei, reclinando il testone da una parte

    « Mi sorprende spesso quanto siano tenaci questi artefatti... »
    continuò la creaturina dall'inquietante musetto inespressivo
    « ...in qualche modo portano in se una parte della loro creatrice. »

    Un crepitante guizzo azzurrino percorse il corno aureo dello Youkai, e la sua attenzione tornò a concentrarsi sulla Lancia, conficcata nella pietra a pochi passi da lui; non poteva comprendere a pieno le parole dell'esserino, ma -come il suo atteggiamento compassato mirava ad ostentare-, era palese che quello conoscesse tutta la storia. E quindi: perché non provare a porgli qualche domanda? Qualcuno con più empatia del Saggio lo avrebbe trovato amichevole o sinistro, ma -stando alla realtà dei fatti- per la Corona era semplicemente non ostile.

    « Perfino adesso non vuole ammettere la sorte del suo padrone, e continua a combattere anche se ciò la consumerà. Ci metterà ancora un po' a scaricarsi del tutto... »

    jpg« E che le succede quando si scarica? »
    gli scappò detto, a bruciapelo, come un bambino che non trattiene la curiosità

    In piedi di fianco a quella creatura, con gli occhi grigi puntati sull'artefatto, l'Amduscias sollevò una mano per sfiorare la Lancia -voleva solo toccarla, non intendeva ancora rimuoverla-, per poi ritrarla una volta terminata la campionatura.

    « ...intanto potresti tentare la fuga, che ne dici? »

    « Lo farei, ma non so dove si trova l'uscita. »
    la voce pacata parlò con naturalezza, e il corno dorato crepitò una scintilla
    « Tu sapresti indicarmela? »

    Alcuni non sarebbero stati d'accordo con lui (Julian in primis), ma per Brifos essere uno studioso implicava prevedere un certo studio del fenomeno -ponendo attenzione a cercare di non alterarne gli equilibri- prima di agire, passando alle vie di fatto... e in quel momento -oltre che di un istante per riprendere fiato- il Raitei aveva bisogno di qualche dato in più per i suoi calcoli.




    Status Fisico: Stanco
    Status Psicologico: Curioso e concentrato
    eremita
    Energie Residue: 40% - 10% = 30%

    Mantra: [Vista Cieca | Sense Illusorio | Sense Psionico]
    Levitazione: [Volo]
    Hado: [+10% di Mana]
    Rianimazione: [Immortalità]
    Memento: [Istant-Casting]
    Ataraxia: [Resistenza al Dolore | Anti-Malia]
    Intuizione: [Vista Karmica]
    Voce della Saggezza: [Aura di Saggezza]

    Conoscere: Quale dovere maggiore, per un Saggio, della conoscenza di ogni cosa, capendone il significato intrinseco, il perché ed il come? Se le grandi menti dell'Est non avessero il dono di Sapere, non potrebbero brillare, non potrebbero essere Corone. Ecco che, allora, questa sapienza si rivela al mondo intero quando il Saggio entra a contatto con oggetti, o sostanze inanimate come le pietre od i muri, oppure ancora con gli alberi e, in definitva, con ogni cosa che non abbia voce udibile da tutti.
    Al momento del contatto, dunque, ciascun Saggio ne apprenderà l'dentità, riuscendo a catalogarlo, e cosa in sé nasconde, ciascuno però secondo la propria appartenenza alle Vie: coloro che seguono Symphonia, ad esmepio, toccando un violino potranno apprendere il modo in cui è stato costruito, chi lo ha suonato e dove; coloro che seguono Dharma, invece, ne apprenderanno il motivo della realizzazione, e quale potrà essere lo scopo dell'oggetto nel futuro.
    Consumo: Medio
     
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    Bella figura di merda. Una di quelle che gli amici bastardi ti rinfacciano ogni volta. Le nostre mille ed una voci si infrangono senza risultato contro quella che sembra la creatura più inoffensiva del multiverso, almeno a giudicare dall’aspetto. Ad aggiungere beffa al danno, anche quello strano essere parlante non ci ricorda nulla che abbiamo mai visto o letto. Possibile che la roba strana stia giungendo tutta assieme? Eppure uno così non dovrebbe passare troppo inosservato. Ha bloccato il nostro influsso psionico come fosse uno scherzo ed il Filo della Vita non ci indica la sua esistenza, come se fosse una creatura la cui esistenza si trova ai margini della Storia.

    Si fa beffe di noi, questo è vero, ma se non altro sembra snocciolare informazioni utili: Kyuubey, Puellae, Sacerdotesse ed Entropia. Puntelliamo mentalmente ognuna di queste parole certi che almeno una tra loro possa in qualche modo risolvere l’enigma. Abbiamo rischiato di morire senza niente in mano, ma ora abbiamo finalmente delle informazioni ed una strana lancia. Il viaggio si è rivelato fruttuoso. Chissà se gli altri stanno ottenendo qualcosa di utile dalla bambina. La brutta notizia è che questo posto è destinato a collassare; i Ranger non saranno per nulla contenti. D’istinto alziamo lo sguardo: ci dovrà essere un punto da cui uscire a costo di aprire di forza un varco. Magari l’animaletto peloso lo sa. « Sai per caso dove…» « Beh... è stato un piacere conoscerti! » Ah. « La Creatura è desta. Visto che non hai seguito il mio consiglio presumo che sarai morto nel giro di qualche istante. C'è un altro intruso che forse durerà un po' di più, vado da lui per vedere se avrà più fortuna di te. » Un altro intruso? Che qualcuno ci abbia seguito? Oppure è un amico di Mercuzio? Persi nei nostri pensieri la creatura ne approfitta per scomparire dalla nostra vista. Sospiriamo. A quanto pare il posto sta cadendo a pezzi ed un’altra di quelle ombre è viva. Guardiamo la lancia che a fatica riusciamo a tenere in mano: è quella la chiave. Siamo troppo stanchi per combattere o per cercare una via di uscita, se solo potessimo capire come usarla…

    Con le scosse telluriche ormai un ricordo scendiamo a terra e lasciamo che il Filo della Vita ci vortichi intorno. Chiudiamo gli occhi ed immergiamo dita e mente nell’artefatto. Non è la prima volta che forziamo informazioni da un’oggetto, ma è senz’altro la prima che quell’oggetto assume una forma ben definita nella nostra mente. Ci troviamo davanti ad una figura di luce, all’apparenza una bambina con una lunga coda di cavallo, i cuoi piedi sono immersi fino alle caviglie in un lago cremisi. Passo dopo passo, lentamente, ci avviciniamo a lei creando onde concentriche sulla superficie liquida. Quando siamo di fronte a lei non una parola, ma i nostri occhi veicolano qualcosa che le parole non possono. Dopo quella che ci sembra un’eternità lei ci porge la mano e noi la stringiamo. Immagini fluiscono nella nostra mente come un torrente in piena: vediamo la sua creazione, le sue copie ed i volti di chi l’ha impugnata. Un desiderio tanto forte da divenire realtà, complice quell’esserino che ci ha parlato. Qualcosa di così raro nell’Universo che bramiamo di saperne di più. Ma la storia finisce e ci troviamo nuovamente nella grotta con la lancia che ci pulsa in mano e la necessità di uscire dal tempio il prima possibile. Peccato qualcuno non sia d’accordo.

    Spire nere eruttano dal corpo del guerriero e si lanciano contro di noi per ghermirci in un abbraccio mortale. Lente e prevedibili. Il Filo della Vita si scompone nei filamenti e si moltiplica per diventare uno scudo cremisi contro cui l’ombra si schianta. Osserviamo l’artiglio dirigersi verso il nostro cranio e con la mente vi frapponiamo la nostra arma, un’altra volta ed una terza ancora. Quando però è il turno del bacio siamo troppo stanchi per poterci opporre. I mille eroi vengono annientati dai tentacoli ed il dolore a cui è sottoposta la nostra mente ci toglie il respiro. I pensieri si fanno leggeri e la vista annebbiata; l’Atramènt di cui siamo composti sembra sul punto di liquefarsi e cadiamo in ginocchio. Una preda facile. Dobbiamo attingere ad ogni forza di volontà, desiderosi di riportare la lancia a Palanthas, per poter imbracciare quello strano strumento e puntarlo verso il nemico. A quel punto sarebbe bastato sfruttare la riserva dell’artefatto per sprigionare un’ondata di luce che si sarebbe abbattuta sull’ombra.

    Julian Lambert
    » Guardiano delle Sette Vie e Corona di Sophia

    » Fisico / Mentale: tagli gravi all'addome (entità alta), confusione e stordimento alla mente nonchè dolore fortissimo (entità critica)

    » Mana: 20% / 100%

    » Consumi: 10% (medio)

    » Mana Lancia: 120% / 160%

    » Consumi Lancia: 40% (critico)

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    • Immortalità

    • Rigenerazione

    • Corpo Vuoto

    • Insensibilità Dolore

    Niente Respiro
    • Tasca Dimensionale

    • Resistenza Malie

    • Sesto Senso Illusorio

    • Sesto Senso Psion

    • Istant Casting
    • Presenza Multipla

    • Aura di Carisma

    • Conoscenza

    Linguaggi Umani

    Linguaggi Animali


    The Thread of Life (Arma) {Insieme di fili d'acciaio della lunghezza di 3 metri | Forma di sciarpa rossa}
    • Auspex (auree)
    • Telecinesi
    Indistruttibilità

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    TECNICHE


    ◈ Shield of Life | Tecnica a Consumo Variabile Medio

    Per quanto capiti raramente a causa della sua natura immortale, può capitare che Julian bbia intenzione di difendere il proprio corpo. Per questo può irrorare i fili con la propria energia psichica in modo da renderli ancora più resistenti ed in grado di fronteggiare ogni assalto, in relazione al consumo speso, compresi quelli potenziati dal mana. In termini di gioco si tratta di una difesa fisica a consumo variabile in grado di formare uno scudo, un bozzolo (in tal caso l’effetto sarà di un gradino inferiore al consumo) o addirittura una serie di scudi per proteggere altre persone oltre a lui (in tal caso il consumo sarà equi-ripartito rispetto al numero di scudi).

    ◈ Colei che spazza via l'oscurità | Tecnica a Consumo Critico

    Un raggio di luce a lunga gittata a consumo Variabile da un minimo di Alto fino anche ad Estremo (ovvero criticox2 per un 80% di energia spirituale bruciata, ma richiede due slot tecnica per questa modalità) che ustiona e perfora qualsiasi cosa incontri, provocando danni devastanti in tutto ciò che è maligno, il cui nome è Colei che Spazza via l'Oscurità Affine alle classi Elementalista e Sacerdote.


    _ __ __________________ __ _
    NOTE & RIASSUNTO


    Parlo con il simpaticone, ottengo le info dalla lancia e mi guardo intorno alla ricerca di un'uscita. All'attacco fisico a consumo, grazie all'istant casting, utilizzo una difesa fisica media (shield of life) per evitare di essere bloccato nell'abbraccio mentre i normali attacchi fisici li paro con la mia arma (i fili d'acciaio che mi vorticano attorno). Subisco invece l'offensiva psionica che mi fa cadere in ginocchio. Reggo botta e punto la lancia usando la tecnica a consumo critico che posso usare avendo la classe elementalista.


     
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    Brifos ~

    « E che le succede quando si scarica? »
    « Smetterà di funzionare, direi. »
    Rispose atono il cucciolo, trasmettendo una certa ovvietà nelle sue parole. In effetti era abbastanza semplice, e in linea con il flusso di dati che dalla lancia era fluito direttamente al cervello di Brifos grazie alle abilità proprie dei saggi di cui anche Julian aveva fatto uso: l'arma godeva di una riserva di energia propria, proprio come un essere vivente, quindi era pacifico che una volta scaricata completamente cessasse di funzionare. Era tutto da vedere se poi la lancia si sarebbe comportata come una creatura biologica dotata di spirito cessando di funzionare per sempre, in pratica morendo, oppure se proprio come una lampadina sarebbe tornata a funzionare ripristinando la sua energia in qualche modo. Inoltre c'era anche un'altra domanda che sarebbe certamente sovvenuta a qualcuno avvezzo a porsi domande: la lancia possedeva energia ed era in grado di generarla, ma in che modo? Perché l'energia per sua natura non può crearsi dal nulla, sarebbe illogico. Se il combustibile di un essere vivente è il cibo che mangia e l'aria che respira, da cosa nasceva il potere di quegli strumenti arcani?

    « Lo farei, ma non so dove si trova l'uscita. »
    La testolina bianca della creatura si inclinò a lato.
    « Tu sapresti indicarmela? »

    Cattura-26

    « Quindi anche tu, come pure l'altro semiumano, non hai idea di come uscire da questo posto. »
    Sbuffò piccato, assumendo un'espressione contrariata ma che di contro non trasmetteva al gigante blu frustrazione o altro.
    « Mi dispiace, il tempio è collocato in una bolla dimensionale a parte. Il guscio che faceva da tramite con il mondo materiale è collassato, a quest'ora sarà un brutto mucchio di terra e fango spiaccicato da qualche parte. Le Creature si sono mangiate quasi tutta l'energia contenuta nel nucleo, e quella che era rimasta si sarà sicuramente dissipata per via di quel maldestro portale che i Cacciatori hanno aperto per salire quassù. Qualcuno deve aver involontariamente alterato le rune che lo mantenevano aperto, dando il colpo di grazia a questo luogo e tagliandolo fuori dal resto del multiuniverso. Se provi a forare le pareti troverai solo altra terra... »
    Indicò i resti del guerriero Irochese che giacevano poco distanti.
    « A proposito! Tu come hai fatto a finire qua sopra? »
    La luce della lancia tremolò di energia pura, le ombre per un istante si mossero e gli occhi e gli artigli acquattati nelle ombre gemettero famelici...


    Julian ~

    Il raggio di energia luminosa che fuoriesce dalla lancia sorprenderebbe anche uno dei più potenti Arcimaghi dei Venti di Hysh, formidabili esorcisti di demoni e manipolatori degli incantesimi del Sapere della Luce; fende la penombra come la lama di un coltello e falcidia le carni liquide della bestia, disgregandone la forma e dissipandone i resti finché di quest'ultima non rimane niente, se non l'eco di un grido disperato di agonia che per un attimo riecheggia fra le stalattiti. Silenzio. La Corona di Sophia si scopre di nuovo da sola, per la prima volta da quando ha messo piede in quel tempio pieno di pericoli. La luce della lancia ad energia -sfolgorante come mille torce mentre veniva usata- diventa mano a mano più soffusa per poi infine tornare ad essere poco più luminosa di una lanterna, ora in stato di riposo. Giudicando dall'esperienza di combattimento appena vissuta, Julian poteva ampiamente constatare come effettivamente quell'arma fosse letale contro le Creature, le quali si erano rivelate in passato molto poco suscettibili alle normali offensive, ma d'altronde era chiaro che erano state forgiate appositamente per affrontare quei particolari nemici. Sebbene fosse impossibile appurarlo con certezza se non tramite una prova pratica, si poteva stimare che per abbattere una creatura di dimensioni medie poteva essere sufficiente un danno pari ad appena un quarto di quello appena inferto all'essere d'ombra fuoriuscito dal cadavere del Cacciatore, a patto che il colpo sia ben piazzato. Difficilmente danni inferti con altri tipi di armi potevano sortire lo stesso effetto sulle Creature, anche se stando nel tempio Julian probabilmente avrebbe avuto presto modo di appurarlo personalmente.

    Terminata la situazione di pericolo, adesso il protodeus era chiamato a decidere il da farsi, trovandosi al momento in una situazione precaria quanto ad energie residue e ferite subite, sebbene con la possibilità di avvalersi di quel nuovo, potente alleato. Di fronte a se aveva l'ignoto, una possibile via di fuga che portava apparentemente verso l'alto (ma era impossibile vedere granché salvo avventurarvisi), alle sue spalle invece l'abisso da cui era appena risalito, e una brulicante massa di presenze ostili rilevate dal proprio auspex che sembravano accumularsi da qualche parte nel profondo del tempio. Era impossibile calcolarne il numero perché sarebbe stato come contare i granelli di sabbia contenuti in un secchio: migliaia, letteralmente, sufficienti a formare una legione e conquistare un regno. Strisciavano, si contorcevano, gridavano in preda ad una fame insaziabile che nemmeno tutta la sconfinata energia contenuta nel nucleo del tempio era riuscita a saziare. Ora che stringeva fra le mani la lancia ad energia, inoltre, Julian poteva riconoscere facilmente anche la presenza di altre due sue simili, di cui una sempre più debole: i cacciatori, d'altronde, erano tre ed ognuno di loro aveva con se una lancia. Impossibile capire dove fosse sparito Kyuubey, la cui presenza era già difficile da riconoscere perfino quando si trovava a fianco del saggio. Un'altra presenza familiare era invece più facile da trovare: Brifos, con di fianco una lancia ad energia... e molto vicino all'abisso infestato dalle Creature.


    .Il Canto del Sole Rosso ~ Ottavo turno attivoBrifos: I due turni di durata della tecnica della lancia scadono e la barriera si rinnova automaticamente bruciando un Consumo Critico della riserva di energia della lancia, che adesso ammonta all'80%.

    Julian: La tua lancia è al 120% del suo potenziale. Scegli il da farsi: di fronte a te il buio e l'ignoto, dietro di te svariate ramificazioni che formano un labirinto in cui puoi trovare, da qualche parte, Brifos e una terza lancia ad energia. Più in profondità un assembramento di Creature che diventano mano a mano sempre più numerose... e affamate.
     
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    Per un attimo nella caverna vi è solo luce. Un bagliore accecante che ci costringe a stringere gli occhi e a renderli simili a due fessure. Un breve istante in cui la buona riuscita nella missione è in bilico e legata all’esistenza di quella creatura d’ombra. La vediamo venire ferita, contorcersi ed urlare. Quando il buio torna prepotentemente sul palcoscenico del mostro non vi è più nessuna traccia.

    Ansimiamo, spezzando il silenzio, e lasciamo cadere la pesantissima lancia. La testa ci scoppia e sentiamo che le forze ci stanno lentamente abbandonando. Dall’altro lato, però, abbiamo l’unica arma utile contro questi mostri. Rimaniamo così, immobili, per lunghi istanti mentre proviamo a scacciare la nebbia dalla nostra mente e cerchiamo di ritornare lucidi. Ora possediamo le informazioni che ci servivano ed un arma che potrebbe persino esser replicata da Arthur nella migliore delle ipotesi. Dobbiamo uscire via di qui.

    Scrutiamo la caverna nella sua interezza con occhio critico. Potremmo provare a forarla con un altro colpo della lancia, ma al di fuori del tempio vorticavano creature e fiamme cremisi lo avvolgevano. Non ci sembra una via sicura. No, ci dev’essere un altro modo per uscirne. Forse un congegno di luce come quello che abbiamo usato per entrare. E chi meglio di quella palla di pelo potrebbe sapere dove si trova?

    Aveva detto di volersi recare da un altro intruso. Per questo chiudiamo gli occhi e ci concentriamo sulle presenze rivelandone una non troppo distante: la nostra meta. Dov’è che si trova di preciso? Quale via sarà quella giusta? Quel posto assomiglia ad un intricato labirinto più che ad un tempio e noi siamo stanchi. Possiamo permetterci di sprecare altra energia? Ponderiamo per altri minuti, poi ci decidiamo a poggiare il palmo su una delle stalagmiti. Avremmo tracciato la mappa di quel posto per esser certi di raggiungere l’altra presenza e lo strano essere che si è recato da lui. Una volta ottenuta la mappa, con un grande sforzo, avremmo fatto perno sulla lancia per rialzarci e l’avremmo usata come bastone per sorreggere il nostro cammino. Passo dopo passo, come un medicante storpio, ci saremmo avvicinati. Feriti nel corpo e nella mente, ma non intenzionati ancora a mollare.

    Julian Lambert
    » Guardiano delle Sette Vie e Corona di Sophia

    » Fisico / Mentale: tagli gravi all'addome (entità alta), confusione e stordimento alla mente nonchè dolore fortissimo (entità critica)

    » Mana: 15% / 100%

    » Consumi: 5% (basso)

    » Mana Lancia: 120% / 160%

    » Consumi Lancia: -

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    • Immortalità

    • Rigenerazione

    • Corpo Vuoto

    • Insensibilità Dolore

    Niente Respiro
    • Tasca Dimensionale

    • Resistenza Malie

    • Sesto Senso Illusorio

    • Sesto Senso Psion

    • Istant Casting
    • Presenza Multipla

    • Aura di Carisma

    • Conoscenza

    Linguaggi Umani

    Linguaggi Animali


    The Thread of Life (Arma) {Insieme di fili d'acciaio della lunghezza di 3 metri | Forma di sciarpa rossa}
    • Auspex (auree)
    • Telecinesi
    Indistruttibilità

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    TECNICHE


    ◈ Map of Knowledge | Tecnica a Consumo Basso

    Chi più della Corona di Sophia può comprendere l’importanza di una buona mappa? Si dice che dietro ogni vittoria vi siano dei buoni esploratori che hanno annotato terreno e posizioni nemiche affinché il generale possa sfruttare al meglio i propri uomini. Che tattico sarebbe Julian se non fosse in grado di averne sempre una a portata di mano? Con un consumo basso ed unicamente in scene e quest (previo consenso del QM) è possibile per lui concentrarsi e tracciare l’ambiente circostante (con limitazioni dettate dal QM). Nel caso si tratti di un ambiente aperto egli sarà in grado di conoscere la morfologia del terreno (le varie zone quali boschi, pianure, alture etc) al pari del lavoro di un buon cartografo, mentre nel caso di ambiente chiuso ciò che otterrà sarà una planimetria indicante stanze, dimensioni , porte e scale. Utile capacità non solo per manovrare un esercito, ma anche per trovare la via giusta da labirinti o dungeon.


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    NOTE & RIASSUNTO


    Stanchissimo, si riposa un po' poi usa la tecnica per tracciare una mappa del tempio in modo da poter raggiungere la presenza (Brifos) senza sbagliare strada e nel minor tempo possibile (si spera).

    Ps: ricordati la passiva di rigenerazione ç___ç


     
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52 replies since 18/4/2014, 14:31   1243 views
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