[EM] Welcome on Board

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    Kuthian

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    La nave sorvolava il deserto in silenzio. Una pace irreale dominava i cieli del Sud.
    La loro aeronave era l’unica cosa che occupasse quell’immenso spazio aereo, che si spiegava a perdita d’occhio in tutte le direzioni. Erano da soli, dispersi tra le nuvole raggrinzite d’alta quota.

    La stazza della Behemoth era totalmente sovradimensionata per un piccolo equipaggio qual era il gruppo degli Eversori. Gli immensi spazi interni erano occupati a malapena da una dozzina di persone, il che faceva sì che anche nei lunghi corridoi della nave imperasse il silenzio.
    Nonostante avesse incontrato la diffidenza di alcuni membri, per volere dei Gerarchi quella nave era ufficialmente la loro nuova casa. Certo, nessuno era costretto a restare a bordo, ma considerando che d’ora in poi ogni briefing o raduno si sarebbe svolto al sicuro in quella gabbia blindata, era indispensabile che tutti loro si ambientassero in fretta.

    Sul ponte dell’equipaggio c’erano diversi ambienti interessanti: per i più intellettuali c’era uno studio dotato di una libreria ben fornita, con tomi particolarmente interessanti riguardanti le arti magiche e la storia del presidio. Poco distante da lì, un laboratorio scientifico era pronto per entrare in funzione, in attesa soltanto di essere rifornito dai membri dotati di competenze tecniche. Su quello stesso ponte si trovava un’area relax in cui spiccava un tavolo da biliardo abbastanza massiccio.

    Prendendo l’ascensore era possibile lasciare quell’area per dirigersi alla sala macchine, all’hangar o al ponte di comando. I primi due ambienti non presentavano particolari attrattive, mentre il ponte di comando conteneva una stanza in particolare dall’indubbio fascino: la sala circolare, semibuia a sufficienza per far risaltare gli ologrammi bluastri proiettati in ogni direzione, conteneva lo Yuzrab stesso, riprodotto fedelmente attraverso i mezzi informatici. Era possibile vedere tutto in tempo reale, dalle oasi seccate fino alle rovine occupate dai predoni, e perfino i fitti traffici carovanieri intorno all’Orchidea non sfuggivano allo scanner della nave. In quella sala si poteva provare un brivido di divinità, circondati da un intero presidio proiettato in attesa soltanto di un input: un gesto della mano poteva zoomare una zona particolare, un tocco a mezz’aria era sufficiente ad ottenere tutti i dati disponibili su quelle particolari coordinate.
    Certo, era meglio non mettersi a giocare con un’apparecchiatura così sofisticata: chissà cosa sarebbe successo se fosse passato un superiore in quel momento – per dirne uno, quella bestia di Bid’daum.

    A proposito, l’ultima volta che il Kuthiano è stato visto si stava dirigendo all’esterno, verso la prua. Qualcuno avrebbe avuto coraggio a sufficienza per andare a vedere cosa stava facendo?


    Benvenuti alla scena di gruppo a bordo della Behemoth. L’obiettivo della ruolata è di far muovere i primi passi ai gildanti, a bordo di un'aeronave di cui conoscono veramente poco. Gli ambienti che potrebbero attirare la vostra attenzione sono stati parzialmente descritti nel mio post, per saperne di più potete controllare nel topic di descrizione [Link].

    Questa role è a partecipazione libera, il che significa che qualunque Eversore può postarci con i ritmi che preferisce: che sia un monopost o diverse pagine d’interazione con qualcun altro, non importa. Non ci saranno turni fissi, né post da QM da aspettare.

    Per non piombare nell’anarchia più totale, comunque, vi chiedo di rispettare alcune semplici direttive:

    1) Mettetevi d’accordo con i player con cui volete esplorare/interagire/discutere.

    2) Non fate doppi post.

    3) Se avete dubbi o temete di scrivere qualche castroneria, chiedete prima di agire.

    4) Per orientarsi nella giocata, ad inizio post sarebbe gradito scrivere in un piccolo box con quali personaggi si sta interagendo. Per capirci:

    CITAZIONE
    Interlocutori: Pinco e Pallino.


    La scena rimarrà aperta finché ce ne sarà bisogno o ci sarà qualcuno che sta ancora giocando (direi comunque di non farla durare mesi e mesi). Alla fine, chi avrà fatto almeno tre post avrà diritto a un punto, come al solito.
    Detto questo, buon divertimento a tutti! =D
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Dimitriy continuava a fissare quegli ambienti con una faccia strana, che non fossero di suo gusto era abbastanza evidente per tutti. Per uno che in passato aveva combattuto contro navi di quel genere, anzi, per la precisione erano fuggiti sotto terra visto che era l’unico modo per difendersi... era davvero difficile avere a che fare con quella macchina di morte. Anche se poi avevano raggiunto una sorta di pace, nel biondo era rimasto un odio ribollente nei confronti dei Nazisti, i quali forti della loro invincibile armata trattavano i russi come dei sudditi.
    In qualche modo una di quelle navi era finita su Endlos e adesso si trovava a bordo di essa. Non sarebbe stata una convivenza molto facile, alcuni ricordi faticavano ad essere sostituiti con delle belle esperienze... ma il ragazzo cercò in qualche modo di trovare dei lati positivi anche in quella faccenda. Avevano dalla loro una grande tecnologia, bisognava riconoscerlo, la potenza di fuoco a loro disposizione bastava per tenere sotto controllo un intero presidio e inoltre adesso avevano una base praticamente inattaccabile. I pro erano di sicuro molti più dei contro, i quali si incentravano solo sul passato dell’assassino... un passato che voleva dimenticare, ma che di sicuro non sarebbe tornato più a tormentarlo. Forse.
    Così, per superare quel tremendo fastidio, Dimitriy decise di esplorare un po’ quella nave, magari avrebbe trovato qualcosa di interessante tra quelle pareti di spesso acciaio. Evitò accuratamente di esplorare l’esterno, non aveva nessuna intenzione di mettersi a parlare con il Castigo, meno aveva a che fare con lui e meglio stava. Decise quindi di inoltrarsi nei corridoi, lasciando il resto dei suoi colleghi sul ponte... anzi, a dire il vero lanciò qualche occhiata al gruppo per vedere se qualcuno voleva unirsi a lui, ma anche in caso contrario si sarebbe mosso.
    Quasi subito il sicario notò qualcosa che di norma non era presente in una macchina simile, o almeno, lui non l’aveva mai notato. Comunque da un lato di apriva una stanza che cozzava un po’ ciò che ci si aspettava dalla Behemoth, ovvero un tranquillo studio con una libreria abbastanza fornita benché piccola. Vi era un tavolo con delle sedie e anche dei divani, insomma, era il luogo adatto per rilassarsi prima di una missione e i luoghi come quelli piacevano molto al russo... il quale si avvicinò alla libreria e iniziò a leggere qualche titolo, trovando con sorpresa un manuale che parlava di alchimia. Lentamente lo sfilò dalla fila di libri e iniziò a sfogliarlo con una certa curiosità.

     
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    _025 ¤ Pride of the Clouds
    Resoconto #1_
    Nessuno lo aveva considerato -nessuno gli aveva obbedito. A ragione, forse, visto che per la sua limitata attività (e le ancor più rare partecipazioni alla vita di gilda) Zyg rappresenta tutto meno che un elemento essenziale nelle gerarchie e nell'organizzazione generale degli Eversori. Ciononostante -per quanto l'orgoglio e l'onore a suo dire siano concetti tanto astratti da non trovare locazione in quel corpo meravigliosamente instabile- il biomante arruolatosi detesta non riuscire ad ottenere quanto si prefigge -se non ai livelli di odio e repulsione che possono in lui suscitare droni e cyborg, detta avversione è comunque più che sufficiente per spingerlo a considerare assurdi rimedi. Significa forse che la gelatina semovente ha intenzione d'andarsene con tutti i propri mezzi? Certo che sì. Significa dunque che la massa citoplastica tenterà un suicidio individuale conscia della moltitudine di cloni pronta a sostituirlo laggiù nella Tana? Può darsi. Significa pertanto che il suscettibile esule di Ravnica se ne starà buono che fermo senza nemmeno provare un'alternativa? Magari. In realtà, quello stesso ex-abissale che fino a pochi istanti or sono si palesava sotto forma di verme (quel medesimo ex-tritone che liberamente ha mutato il proprio corpo recuperando la foggia di un tempo), si preoccupa di trascinare la propria coda squamata sin sul retro dell'ampio refettorio in cui è stato rapito -ne oltrepassa i limiti, alla ricerca di una via di fuga; ciò che risveglia la sua attenzione è infine il peggior emule della capacità d'arrampicarsi -si tratta di un'ascensore, che il citoplasta scopre poter salire quanto scendere verso (si presume) altrettanti varchi nel cielo; ciò che sfugge anzi alla sua vista è l'ampia finestra del ponte d'osservazione -che comunque non gli permetterebbe d'andarsene, essendo quella infrangibile oltre ogni certezza.

    «Ponte di comando.»

    Sentenzia un'abominio di fredda voce, campionata da chissà quale sventurato folle. Pochi secondi prima Zyg aveva infatti richiesto all'IA deputata al montacarichi d'essere condotto verso l'alto -il più in alto possibile, per la precisione. Perchè, logica vuole, l'ammasso verdognolo sperava emergere al di fuori delle spesse pareti di metallo -da lì, infatti, ambiva di potersi librare nelle correnti d'aria leghe e leghe al di sopra delle roventi sabbie del Sud. Non sarebbe stato punto difficile -l'ennesima mutazione per evolvere in tempo reale una coppia d'ali e (lanciandosi senza rimorsi) da qualche parte nello Yuzrab sarebbe pur precipitato (planando senza nemmeno doversi sforzare, probabilmente avvistando per tempo l'ammasso roccioso nelle cui profondità covava laida la Merovish che aveva imparato a conoscere).

    «L'accesso alla Plancia è attualmente limitato ai soli Gerarchi.»

    Ricorda ancora, mentre uno Zyg infastidito la ignora lasciandosi alle spalle il loculo meccanico alla ricerca invece di uno sbocco superficiale. Scoprirà -sopravanzando poco alla volta- che il piano superiore della nave è diviso in tre principali scomparti -scoprirà che la Plancia rappresenta il fulcro dell'intero Behemoth, che la prua è occupata da uno stanzino orribilmente tecnicizzato, che i corridoi posteriori conducono ad un altro, repellente ologramma (benchè, debba ammettere, visualizzare con un solo occhio l'intero presidio meridionale sia qualcosa d'inarrivabile per le attuali competenze del biomante). E che da questo -dal locale circolare in cui s'è ritrovato come conseguenza delle sue peregrinazioni digital-claustrofobiche- s'apre un portellone con la promessa dell'agognata libertà.
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    -Kraj Sperimentale
    Experimental Kraj-
    -Mole Proteiforme
    Protean Hulk-
    -Biovisionario
    Biovisionary-
    -Addestrato alla Caccia
    Bred for the Hunt-
    -Ibridazione Rapida
    Rapid Hybridization-
     
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  4. Eruka
     
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    Il silenzio impressionante di quella struttura faceva quasi accapponare la pelle. Persino un tipo come Asuna Yuuki, che amava il silenzio, lo trovò ansiogeno. Per smorzare un po, si mise a camminare con passo deciso per il corridoio, in modo da produrre un sonoro "tic-tuc" con le scarpe. Portava un grande zaino sulle spalle, e aveva l'aria parecchio stanca, di chi non dormiva da giorni. Infatti era appena arrivata da Laputa, chiamata dall'eversione per partecipare a un nuovo evento. Il loro quartier generale era li, cioè per meglio dire, lei era sopra al loro nuovo quartier generale. Quello che l'aveva convinta a partecipare, era la presenza di un grande scanner da cui avrebbe potuto scovare siti archeologici. Anche la biblioteca la allettava parecchio, ma decisamente per ora ricadeva in secondo piano. Arrivata sul ponte, posò lo zaino pesante a terra. dove c'erano già un gruppetto di persone. Uno dei gerarchi, il più inquietante senza togliere nulla a Zimmer, era in giro per la nave e lei non aveva nessunissima voglia di vederlo o parlarci. Avrebbe tanto voluto scegliersi una stanza e rilassarsi, ma per ora quello non era decisamente il caso.
    Era stanca, aveva studiato come una matta a Laputa, disturbata solo dal viaggio per raggiungere tutti. Però ora aveva il suo bel malloppo di materiale su cui iniziare a cercare. Si lasciò cadere pensierosa su una sedia, il suo livello di instaurare rapporti sociali era pari allo 0,0% e ne dava parecchio l'impressione visto che era parecchio lontana da tutti. Vicino a lei solo il tavolo da bigliardo, vuoto. E così sarebbe rimasto, almeno da parte sua, visto che di giocare proprio non se ne parlava.
    Tirò fuori il suo computerino, aggiornando i datti della nave. Aveva già in programma di collegarlo in modo da poter fare ricerche con lo scanner e avere i dati in tempo reale su di esso. Tanto quella "navetta" non mancava certo di tecnologia. Mise le gambe rannicchiate sulla poltroncina, fregandosene altamente della buona educazione che aveva. Era stanca, stanca morta. Se avesse potuto, si sarebbe messa a dormire sul tavolo da bigliardo, visto che nessuno per ora lo stava guardando. Ed era così fortunata, da non venir considerata da nessuno dei presenti. Ottimo inizio serata, pensò, mentre si appuntava delle cose. Troppo studio non portava a buoni risultati, infatti ora si era concessa del riposo, per questo non aveva tirato fuori i suoi libri. Anche perchè il 70% delle cose nello zaino li vicino erano ricerche e libri di testo. Aveva anche due cambi, di cui uno lo aveva sfruttato prima per cambiarsi e rendersi perlomeno presentabile. Era comunque lavata e pulita, cosa che aveva contribuito a farla rilassare almeno un pochino. Forse era meglio spendere un minimo di rapporto sociale, chiedendo a qualcuno dove e se poteva già sistemarsi in una stanza, ma comunque non voleva rovinare la festa a nessuno. Ma visto che bene o male non gliene importava un fico secco, lo avrebbe sicuramente fatto al più presto.

     
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    Una supernova galattica caldissima e traboccante dolcezza, il cuore pulsante del multiverso.

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    Interacting with...

    _Dimitriy Kozlov




    New House, New Home?_


    E così gli Eversori si trasferiscono. Un divertissement piacevole tra le emozioni di questi giorni adrenalinici. A quanto pare, le basi sparse per la Tana non son sufficienti: si può fare di meglio, organizzarci meglio, aumentare il livello di sicurezza, porre barriere anche naturali tra noi e tutti gli ospiti sgraditi, e magari tenere tutto a portata di mano anziché sparpagliato in diversi covi di fortuna più un bar che, per quanto sotto il controllo diretto del rossiccio, è pur sempre un fottuto bar!

    Già, si può fare di meglio.
    E l'Eversione lo fa.
    Con un dirigibile
    .

    “...Woooow...”


    La curiosità mi ha spinta ad esplorare la nave volante, corazzata ed armata di tutto punto, ma con in più -mi han detto- posti interessanti e di vario genere da scoprire, che spaziano dalla cultura al piacere ludico.

    Tlock tlock tlock tlock, i miei passi rimbombano metallici nei silenziosi ed immensi corridoi, inquietanti e rassicuranti allo stesso tempo. Dovrò solo ambientarmi un po', prenderci familiarità, ma la sicurezza di questa roccaforte nei cieli è forse superiore a quella di Laputa per certi versi: è più piccola, più discreta, più facile da controllare, più difendibile ed agile. Certo, anche meno armata probabilmente, ma hey: non è un intero presidio, diamine
    !

    “Oh! Il biondo!”

    «Mister Kozlov...Buona sera.»


    Dico fintamente compassata ed al contempo con un sorriso ironico, a bassa voce, entrando nella biblioteca della nave ed incrociando il russo per caso. Buffa coincidenza, incontrare proprio lui per primo, tra tutti i membri che dovrebbero essere a bordo.
    Il libro che tiene in mano sembra molto interessante: sembrava un antico trattato di alchimia. Stupefacente! Non tanto la presenza del libro -cosa assai bizzarra su una corazzata del genere, in effetti-, ma più che altro che il russo leggesse! Non pensavo...Non lo facevo un tipo da lettura, specie di quel genere...ma forse si sta solo "documentando" su come craftare qualche veleno...
    In questi pochi istanti lo osservo attentamente, spostandomi una ciocca di capelli neri e lunghi dietro l'orecchio sinistro costellato di piercing ed orecchini gotici, per poi rinfilare la mano nella tasca del lungo cappotto di pelle nera che mi avvolge fino alle caviglie. Non l'avevo mai visto in "versione relax": sempre al lavoro, assicuratore o reclutatore, ma mai per conto suo, con del tempo libero a disposizione -e la scelta su come impiegarlo- e...una personalità, insomma. Curioso individuo, e solo ora noto che è anche carino, a guardarlo bene...

    Do una rapida scorsa anch'io ai titoli esposti nella libreria, ne adocchio qualcuno d'interessante ma non prendo ancora niente. Aspetto prima la sua reazione, per decidere se immergermi nella lettura o nelle relazioni sociali, perché onestamente di leggere non ho molta voglia, senza contare che i libri da qui non dovrebbero scappare
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Incuriosita.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    ---

    Specchietto Riassuntivo_

    Arriva sulla nave, gironzola, trova Dimi in biblioteca XD.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-_zps41489fec



     
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  6. _MajinZ_
     
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    Ci aveva messo un bel po’, ma alla fine Dimitriy era riuscito a dividere il momento del relax da quello del lavoro, un qualcosa che fino a qualche tempo prima non era per nulla distinguibile. Se fino a qualche mese prima c’era solo il freddo assassino ligio al dovere, adesso si aggiungeva il freddo assassino che però sapeva anche rilassarsi quando i suoi servigi non erano richiesti. E adesso che aveva raggiunto una certa posizione, si trovava tra le mani un po’ di tempo libero che doveva pur gestire in qualche modo... i principali erano due: allenarsi o leggere. Anche entrambe le cose insieme.
    Aveva ancora evidenti problemi a socializzare, però lentamente iniziava a cambiare opinione sugli altri e soprattutto a fidarsi di loro. Certo, c’era ancora molta strada da fare ma per il momento le cose andavano abbastanza bene... mantenendo comunque il contegno che lo contraddistingueva sempre. Per questo motivo adesso non era raro vedere il biondo impegnato in faccende prettamente civili, come la lettura di un libro che parlava di uno dei suoi nuovi interessi, ovvero l’alchimia. Ovviamente quella scienza aveva molto a che fare con il suo lavoro, ma il più delle volte era la semplice curiosità a spingerlo ad apprendere nuove nozioni su quell’argomento.
    Intento com’era nella lettura, si accorse dell’arrivo di qualcuno solo all’ultimo istante, quando ormai questa gli era a fianco. Lanciò uno sguardo con la coda dell’occhio e vedendo una figura familiare, finì per voltarsi completamente in quella direzione, incontrando così il viso di Violet. Contrariamente a ciò che ci si poteva aspettare, Dimitriy non fu infastidito da quella presenza e rimase rilassato, era un qualcosa che risaltava davvero dopo aver conosciuto la sua parte professionale.
    Buonasera a lei, Miss McMillan.
    Sembrava quasi simpatico, benché il suo tono di voce fosse ancora abbastanza piatto e... freddo. In ogni caso il biondo chiuse il libro, ricordava perfettamente dove era arrivato, ruotando in direzione della ragazza come se non rifiutasse per nulla il tentativo di conversazione: alla fine era un modo come un altro per non pensare alla bara volante in cui si era ficcato... anzi, in cui era stato ficcato.
    Questa bara è di suo gradimento?
    Domandò il ragazzo senza nascondere un certo fastidio, riferendosi alla Behemoth. Un fastidio che Violet avrebbe sicuramente notato e chissà, magari poteva nascere una bella conversazione riguardo all’uso di macchine aliene per nulla rassicuranti. Gli occhi azzurri comunque si posarono in quelli di lei, osservandoli con uno sguardo indecifrabile... di sicuro si stava impegnando per sembrare meno frigorifero e più essere umano, bisognava dargliene atto.

     
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  7. .Silver Shadow.
     
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    -Sala Macchine-

    Straordinario.
    Il Cuore della Behemoth, un cristallo dall'incommensurabile energia racchiuso in un involucro di vetro e metallo, era uno spettacolo che lo scienziato si soffermava spesso a contemplare quando si trovava a bordo della Nave. Nonostante le diverse paratie che lo separavano dalla camera stagna che conteneva il cristallo, la struttura in plexiglass permetteva di osservare i bagliori di mille colori prodotti dalle radiazioni che di tanto in tanto il cristallo emetteva, quasi fosse un vero e proprio cuore pulsante.
    Adorava fantasticare su come l'intera Endlos sarebbe potuta essere diversa se di quei cristalli ne fossero esistiti altri, su quali cambiamenti e invenzioni avrebbe potuto lavorare in possesso di una tale fonte di energia, su quante guerre sarebbero nate a causa loro e quanto devastanti sarebbero state le armi grazie a loro create.
    Sfortunatamente, ma forse neanche tanto, quelle fantasie sarebbero rimaste tali.
    "CLU, aggiornami sulla sincronizzazione dei laboratori."
    "Sincronizzazione al 40%. Tempo stimato per la fine della procedura: 14h - 43m - 57s" "Mh, andrò a farmi un altro giretto per la nave allora."
    Spostare la base degli Eversori sulla Behemoth comportava degli innegabili vantaggi in campo tattico, ma per uno scienziato comportava anche un enorme carico di lavoro poichè lo costringeva a spostare almeno parte delle proprie attrezzature, se non addirittura tutte, senza contare che sarebbe stato necessario creare dei collegamenti diretti tra tutte le varie postazioni di lavoro, in modo da azzerare il rischio di una eventuale perdita di dati o materiali.
    Dal momento che non poteva fare altro che aspettare, si diresse verso l'elevatore per potersi spostare verso il ponte esterno e prendere una boccata d'aria.
    Mentre saliva verso i piani superiori, ogni singolo rumore proveniente da qualche ingranaggio o luce emessa dalle spie che tappezzavano le pareti rendevano l'intera nave quasi per nulla dissimile da una vera e propria creatura vivente, dotata dei suoi organi, apparati e strutture primarie.
    Giunto a destinazione, non appena aprì il portellone a tenuta stagna venne investito da una folata di aria freschissima e da una luce quasi abbagliante, tanto che almeno inizialmente dovette coprirsi gli occhi con le mani per riuscire a vedere qualcosa.
    Dopo aver richiuso il portellone e aver mosso i primi passi, si accorse di non essere il solo ad aver pensato di godersi lo spettacolare panorama.
    Sul posto erano già presenti Bid'daum, il Gerarca monocorno intento in chissà quali riflessioni, e Zygoin, un interessante biomante con cui prima o poi avrebbe dovuto necessariamente scambiare quattro chiacchere in privato.
    Aveva condiviso più di una missione col kuthiano e, per quanto cinici, crudeli e indelicati potessero essere i suoi modi, era un leader dalle indiscutibili capacità e pertanto degno di stima, invece ben poco conosceva dell'altro collega, se non qualche dettaglio tecnico riguardante le sue competenze.
    "CLU, contattami solo in caso di emergenze." Comandò alla propria IA mentre si avvicinava ai propri colleghi.
    "Avreste mai pensato che il Behemoth che abbiamo tanto cercato fosse in realtà... questa?" Chiese con fare amichevole, spostando poi lo sguardo verso il basso per vedere di tanto in tanto oltre le nuvole quanto piccolo fosse il mondo da lassù.
    Non c'era alcun dubbio, gli Eversori avrebbero dominato il cielo ed i deserti dello Yuzrab.
     
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    Kuthian

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    Interlocutori: Zygoin e Reys

    A quell’altezza l’aria era frizzante e umida, un vero e proprio ossimoro rispetto all’inferno che si estendeva qualche migliaio di metri più in basso. Reggersi al parapetto era praticamente d’obbligo, poiché le sferzate della corrente erano abbastanza vigorose e imprevedibili da poter sbalestrare chiunque. E, per ovvi motivi, non era proprio il caso di perdere l’equilibrio sul ponte esterno.

    Ma lo spettacolo offerto valeva senza dubbio il rischio.

    La megalomania del Kuthiano non poteva che gonfiarsi, ora che si trovava a sorvolare il mondo intero, avendo a disposizione una potenza di fuoco sufficiente a far calare l’apocalisse in qualunque angolo del semipiano. Fissava con insistenza il cannone gemellare di prua, e già lo immaginava vomitare i suoi laser nerastri attraverso le nubi, come della fanghiglia purulenta che cola sullo zucchero filato. E lui sarebbe stato ancora lì, sul ciglio del baratro, a godersi la purga del fuoco che discendeva sulla terra e sterilizzava ogni squallore di civiltà.

    Un rumore di decompressione interruppe il suo sogno ad occhi aperti: qualcuno stava accedendo al ponte esterno. L’obbrobrio verdognolo che attraversò il portellone non poteva che essere Zygoin, il Biomante. Curioso che Bid’daum lo squadrasse con un certo disgusto, quando lo stesso Castigo era stato sempre considerato un essere deforme dalla sua gente. Doveva essere un meccanismo mentale di rigetto, una sorta di rifiuto del subconscio verso ciò che poteva acuire una sua ferita interiore ormai suppurata – mai rimarginata. In un certo senso, Zygoin era come uno specchio che gli ricordava chi fosse in realtà. Per questo gli faceva schifo.

    « Vedo che ti stai divertendo. »

    Un’osservazione piuttosto sarcastica, considerando che il Gerarca aveva subito notato l’insofferenza del sottoposto nei confronti di quella gabbia semovente.
    Decisamente più emozionato era Reys, che poco dopo li raggiunse all’esterno. Finalmente un Eversore che dava qualche soddisfazione, dopo un paio di stizze puerili cui - suo malgrado - aveva dovuto assistere. Se le reazioni del blob viscido non lo avevano sorpreso più di tanto, invece non si sarebbe mai aspettato il nervosismo di Dimitriy nelle prime ore di permanenza sulla nave.

    « Eravamo sulle tracce di una bestia mitologica e seguivamo una vecchia mappa abbandonata nelle Cave del Sapere: la nostra stronzata deve aver fatto impietosire un qualche dio che ci stava guardando. »

    Fu questa la risposta secca rivolta a Reys.
    In un mondo paradossale come Endlos, aveva ancora senso parlare d’impossibile?

     
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    Interlocutori: Bid'Daum e Reys

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    _025 ¤ Pride of the Clouds
    Resoconto #2_
    Si sarebbe sicuramente sciolto in una pozza del suo stesso acido, prima di ammettere che la Behemoth qualcosa di positivo l'aveva. Quello o una qualche altra forma di temporaneo suicidio, di certo. Eppure, almeno con se stesso, non poteva negare che l'enorme carcassa di metallo fosse ben attrezzata per gli scopi cui era stata adibita -fosse soltanto per l'imponente strumentazione di bordo, fosse invece per qualche sistema integrato con cui l'ex-tritone era stato tratto a bordo, la nave poc'anzi eletta a quartier generale dell'Eversione forse meritava un minimo di ammirazione. Forse, ovviamente. E -senz'ombra di dubbio alcuno- mai pubblicamente.

    Di più. Ho finalmente compreso i desideri e le aspirazioni delle mie cavie al laboratorio.

    Replica con il medesimo, tagliente sarcasmo, in riferimento al tentativo d'evasione che lo stesso biomante sta or ora compiendo. Ciò che non si aspettava -ma a cui ha prontamente posto rimedio- era la presenza del Gerarca alieno sul ponte esterno e cioè tra la gabbia e l'unica via di fuga disponibile anche a chi, come Zyg, non conosce la pianta del colosso meccanico -ciò di cui era ignaro (ma che alla fine ha appreso per esperienza) vedrà però l'unico Kraj fronteggiare il superiore privo della deferenza e del rispetto anzi tributato all'Oplite (men che meno del distacco sospettoso benchè ubbidiente rivolto costantemente al Rossiccio).

    Nonostante non abbia ancora avuto modo di sperimentare quel che volevo.

    Aggiunta del tutto personale e in tono sufficientemente stentoreo -senza pudore, senza problemi, con l'intento di rimarcare al neo-giunto... qualcosa. Sì, qualcosa: appena Reys compare sulla scena in Zyg si muove un sentimento non meglio definito -se volessimo fare paragoni con un'orrenda macchina, si potrebbe dire che in lui si attiva una vecchia direttiva non più funzionale (come un comando perduto a forza di aggiornamenti, come un'istruzione ormai obsoleta e dimenticata). Al punto che, se a pelle il Collared non gli sta proprio proprio simpatico, ancora meno lo sarà dopo le sue prime parole -l'ennesimo entusiasta, ci mancava!

    Spero tuttora non lo sia davvero.

    Acido. L'ho già detto, lo ripeterò sempre: maneggiare acidi rende acidi. Punto e basta.

    Se ci tieni a vedere un Behemoth degno di tal nome non è tra gli avvitabulloni che dovrai cercare.

    Conclude quindi, forse deludendo i suoi sgraditi ospiti con un'antipatia sostanzialmente gratuita -forse convincendoli che lasciarlo andare da quella prigionia forzata sia buona cosa. Ed infatti, poco alla volta -con la lentezza richiesta per permettersi di osservare eventuali reazioni- dal corpo mutevole della gelatina verdastra cominciano ad emergere propaggini membranose stile film sci-fi/horror -dimostrando un'invidiabile plasticità morfologica, il Mirmidone tecnofobo rivendica pure la forza propulsiva che lo contraddistingue da un mostro di freddo acciaio.
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    Ah!

    Ah!

    Ah!


    Sorrise divertita.
    La bionda si sentiva come una bambina lasciata in un parco divertimenti, ad essere su quella nave.

    Era stata fatta entrare poche ore prima da una porticina che adesso non avrebbe saputo dire dov'era collocata sulla nave su cui era.
    "Questa è la nuova base degli Eversori." le era stato spiegato.
    Lei in tutta calma aveva dato uno sguardo all'ambiente metallico commentando che forse non ci sarebbe stato bisogno di riempire di così tanto metallo un edificio.

    Poi aveva cominciato a muoversi.

    Solo allora aveva capito che la nuova base non era altro che una grandissima nave volante perfettamente attrezzata ed equipaggiata.
    Così aveva deciso di gironzolare in esplorazione della Behemoth con la speranza di incontrare qualche altro Eversore per poter scambiare due chiacchiere.

    "Nadine potrebbe essere qui..."

    Con questo pensiero cominciò a camminare con rinnovato vigore lungo il corridoio in cui si era trovata quando era entrata nella Behemoth passando dal ponte di osservazione.
    Senza pensare più di tanto a dove andare proseguì lungo il corridoio arrivando ad una porta che, una volta aperta, le rivelò quello che sembrava un bar di bassa lega con tanto di divanetti e tavolo da biliardo ma, a guardar bene, senza bancone o barista, quindi forse era una stanza fatta per concedere all'equipaggio della nave di rilassarsi.

    Notò una giovane poco più piccola di lei che, accucciata sopra una sedia, armeggiava con un aggeggio grigio che non aveva mai visto.

    Era per forza un'appartenente agli Eversori di Merovish, ma non riuscì a capire quale poteva essere l'arma con cui combatteva.

    "Forse anche lei usa poteri psionici o magici come Violet..."

    Ciao.
    Mialee_Sorriso

    Alzo la mano destra in segno di saluto, sorridendo gentile e cominciando ad avvicinarsi di qualche passo.
    Interlocutori: Asuna

     
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  11. Eruka
     
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    Un rumore di passi lasciò intuire all'archeologa di non essere più sola. Alzò lo sguardo e vide una ragazza, anche lei piuttosto giovane, entrare nella saletta dove si trovava. La tentazione di dirle "qui è già occupato, sloggia" diventava sempre più grande. Ad ogni modo, aveva un certo contegno, visto che comunque era un membro che non aveva mai visto. Probabilmente era una nuova, insieme ad altri che si aggiravano per la navetta. A differenza loro, a lei importava pochissimo fare amicizia. Le norme sociali comunque, le imponevano di rispondere.

    "Salve"

    Aveva un tono piuttosto distaccato, come sempre, ad ogni modo rispose al saluto, riponendo per educazione il suo computerino nella borsa. Si alzò in piedi, stiracchiandosi le gambe stanche. La schiena, le caviglie e i tutti i muscoli finalmente avevano smesso di farle male, ma comunque non sarebbe resistita in piedi ancora per molto. Aveva anche sonno, ma comunque era presto e poi non aveva ancora avuto modo di cercare le stanze. La ragazza bionda davanti a lei non sembrava per nulla avere l'aria stanca, anzi. Aveva un viso rilassato e sembrava anche piuttosto divertita. Che cosa mai ci sarà di divertente? aveva pensato l'archeologa, mentre incrociava le braccia. Il divertimento per lei non aveva nulla a che vedere con l'ambiente in cui si trovava, forse, solamente quando faceva ciò che amava di più fare: l'archeologa.

    "nuova recluta?"

    chiese, girandole le spalle e prendendo un bicchiere posto su un vassoio assieme ad altri. Nessuno era ancora entrato, quindi era tutto intatto. Forse gli eversori ignoravano il fatto che dei minorenni non potevano bere certi tipi di bevande, ma d'altronde Asuna stessa sapeva benissimo che le regole insegnate a Laputa non erano uguali a quelle di Merovish. Era piuttosto forte, amarognola, e quando scendeva sembrava bruciare tutto, eppure, era proprio quello che ci voleva. Non invitò la ragazza a prendere un bicchiere, anzi, sperava che se ne andasse via. A dire il vero manco le importava del fatto che fosse nuova o meno. Poi ad un tratto i suoi biondi capelli le ricordarono qualcosa: un'altro membro dell'eversione in quella missione per conto del boggart. Ecco, il boggart dov'era? forse lui e Zyg erano davvero gli unici che potevano suscitarle un minimo di interesse.



    to Mialee
     
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    "Salve"

    Abbastanza impersonale per una ragazzina di...quanto avrà avuto?
    Quindici anni?
    Forse qualcosina in più?

    Mialee rimase leggermente interdetta, spegnendo il sorriso che aveva sul viso nel momento in cui sentì il tono con cui le veniva risposto.
    Subito dopo l'altra mise in una borsa il suo aggeggio e si alzò, andando verso un tavolino che stava accanto alla sedia, facendole una domanda semplicissima.

    "nuova recluta?"

    N-nuov-

    No: lei era nell'Organizzazione già da parecchio tempo e aveva conosciuto già altre guerriere che erano arrivate dopo di lei...

    Ma un momento!

    Continuava a dimenticarsi che non era più nel suo mondo, non lavorava più per l'Organizzazione per uccidere Yoma, nessuno sapeva che lei aveva mai fatto questo e a quanto si diceva qui non c'erano Yoma di alcun genere...

    Era su Endlos.

    Sollevò la sinistra per grattarsi la testa mentre fece un'espressione imbarazzata, socchiudendo gli occhi mentre si ripeteva che era su Endlos, era su Endlos!

    Oh sì, già!
    Sono arrivata pochi mesi fa nel deserto e un eversore di cui non conosco il nome mi ha soccorsa, reclutandomi assieme ad una certa Violet...


    Parlando mise un dito davanti al mento mentre cercava di ricordare se quell'uomo aveva detto come si chiamava, ma era stato abbastanza schivo e "ligio al dovere" nel difendere la carovana e far annettere le due ragazze agli Eversori.

    Mah!
    Suppose che avrebbe scoperto il nome a tempo debito, e poi tanto gli uomini dell'Organizzazione non avevano mai detto alcuno dei loro nomi, quindi ci avrebbe potuto fare l'abitudine senza problemi.

    Dopo questa piccola pausa di riflessione focalizzò nuovamente la sua interlocutrice e, avvicinandosi ancora, le porse la mano mentre un genuino sorriso ritornava sul suo volto:

    Io mi chiamo Mialee Galanodel.

     
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    Una supernova galattica caldissima e traboccante dolcezza, il cuore pulsante del multiverso.

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    CITAZIONE

    Interacting with...

    _Dimitriy Kozlov




    New House, New Home?_


    «Buonasera a lei, Miss McMillan.
    Questa bara è di suo gradimento?»


    “...Cos'è, una minaccia?”


    O forse no. Non sembra voler essere minaccioso, lui. Anzi, è così bizzarramente rilassato ma al contempo...a disagio forse, ecco.
    Forse semplicemente "questa bara non è di suo gradimento", per usare le sue parole
    .

    «Mhm, onestamente si: per me è più una Wunderkammer che una bara. Così piena di libri, armamenti, accattivanti gingilli tecnologici...
    A te invece non piace, Dimitriy?»


    Chiedo quasi pucciosa inclinando la testa di lato...come un gufo che studia la preda. Fratturiamo le rotule del ghiaccio tagliando un po' di distanza con quel "tu" e quel nome a tradimento, uhuh.
    Son curiosa di sapere come mai l'abbia definita "bara", questo splendido prodigio della tecnica
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Incuriosita.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    ---

    Specchietto Riassuntivo_

    Cianciando amabilmente XD.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-_zps41489fec



     
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  14. .Silver Shadow.
     
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    Un Dio?
    Ne aveva viste abbastanza da non poter escludere categoricamente la presenza di entità superiori degne di tale appellativo, ma che una di loro stesse guidando gli Eversori ne dubitava parecchio. Quello che avevano ottenuto fino ad ora era stato conquistato con impegno e sacrificio, non avrebbe mai accettato l'idea che qualcuno avesse regalato loro il successo. Non ne avevano bisogno.
    "Non ho alcuna intenzione di vederne uno vero, questa aeronave è un Behemoth più che adeguato alle mie, anzi, nostre necessità. In fin dei conti sono solo un semplice endlossiano, tutto ciò di cui ho bisogno per sopravvivere è il mio ingegno da tramutare in concreta tecnologia, come questa." Allargò le braccia come per sottolineare il riferimento all'intero struttura su cui si trovavano.
    "Non siamo poi tanto dissimili noi due, procediamo su strade diverse ma anche le rette parallele prima o poi si incontrano."
    Un invito velato, una subdola proposta di congiungere le conoscenze di due branche totalmente opposte della scienza. Sperò che la curiosità e l'inquantificabile mole di possibilità che potevano scaturire dalla cooperazione di due menti come le loro fosse tanto irresistibile da far passare in secondo piano l'astio del biomante verso la meccanica del tecnocrate.


    Edited by .Silver Shadow. - 18/5/2014, 19:56
     
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  15. _MajinZ_
     
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    Sembrava proprio che l’unico a trovarsi fuori posto, su quella nave, era solo Dimitriy... e forze anche Zygoin, ma lui aveva dei motivi totalmente differenti anche se non dissimili. Uno era allergico alla tecnologia in ogni sua forma, l’altro semplicemente sentiva ancora il puzzo dei nazisti. Se si concentrava riusciva anche a vedere quelle carogne camminare tra quei corridoi, ma sinceramente al momento preferiva concentrarsi sull’intraprendente ragazza con cui stava parlando... la quale si stava avventurando in una landa gelata aperta a pochissimi eletti.
    Non so come abbia fatto, ma questa nave proviene dal mio mondo... e di la le chiamavamo bare volanti, anche se gli unici a farne le spese erano quelli che si trovavano sotto.
    Questo voleva dire che portavano si la morte, ma non per quelli che si trovavano all’esterno, ma solo per chi aveva la sfortuna di incontrare i loro cannoni. Era anche vero che era stato proprio l’Impero Russo a provocare i tedeschi, quindi doveva prendersela anche con loro che grazie a quella mancanza di rispetto condannarono migliaia di innocenti a morte. Quei tempi comunque ora erano finiti e una volta tanto una di quelle navi serviva a qualcosa di diverso... all’occorrenza poteva divenire una devastante macchina da guerra, ma a volte usarla come deterrente era allo stesso modo funzionale.
    E’ strano trovarsi dentro qualcosa che fino a qualche anni fa odiavo... ci metterò un bel po’ per farmela piacere, temo.
    In quel momento il biondo si accorse di aver parlato per un bel po’ e stranamente si imbarazzò un poco, ripensando a come si era appena aperto con una persona che non conosceva poi così bene... forse era la prima volta che succedeva. Ovviamente evitò lo sguardo solo per un istante, ma probabilmente lei se ne sarebbe accorta lo stesso, era troppo sveglia per perdersi certe cose.
    Scusa, ti avrò annoiato con questi discorsi.
    Cercò di cambiare argomento lui, andando a recuperare un secondo libro dalla libreria: l’aveva notato prima, si trattava di un manuale sulla creazione di veleni gassosi. L’avrebbe letto alla sera, prima di andare a dormire.

     
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33 replies since 4/5/2014, 15:30   712 views
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