Le Sette Sorelle

~ Presidio Est

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    Le Sette Sorelle

    Col nome di "Sette Sorelle" si fa riferimento ai più rinomati centri urbani che sorgono nel Presidio Est, disseminati tra le sue quattro regioni: Chediya, Fanedell, Shea e Garwec. Considerandone le dimensioni o la densità di popolazione, si può parlare di vere e proprie metropoli, e si tratta di luoghi singolari, suggestivi e molto diversi l'uno dall'altro.

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    Istvàn

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    Istvàn è la capitale del regno orientale, nonché sede del Maniero dell'Alfiere e dei principali uffici del Presidio; posta al centro della valle di Chediya, essa è anche detta "Cittadella della Luce", e la tradizione narra che sia sia stata considerata un santuario leggendario in cui ottenere guarigioni miracolose già prima di precipitare su Endlos. [Link]
    Giunta attraverso il Maelstorm, la città ha dato impulso alla ripresa della valle allora in rovina, facendo del mistico potere della guarigione e delle dotte conoscenze di cui erano in possesso -uno scibile presto applicato all'agricoltura alla giurisprudenza, al commercio, alla medicina e a molti altri aspetti della vita- il punto forte della sua egemonia pacificatrice e unificatrice: giunti in terra straniera, la Regina della Cittadella e i suoi sudditi hanno fornito tutto il supporto possibile alle regioni limitrofe in difficoltà, fornendo -ovviamente- anche protezione alle popolazioni vessate da soprusi e saccheggi, opponendo alle scorrerie dei briganti la vigilanza dei Cavalieri sopravvissuti all'Arrivo , addestrati ed educati all'Antico Codice secondo la tradizione dei Paladini del loro mondo natale... un nobile ordine, sopravvissuto all'avvicendarsi dei secoli.
    Oltre al Castello di Lordaeron, il maniero dove l'Alfiere assolve i doveri di stato, troviamo altre importanti istituzioni: la Caserma di Taldor, centro di reclutamento e addestramento per gli aspiranti Cavalieri, e la Biblioteca di Palanthas, sede storica della comunità intellettuale dei Custodi delle Sette Vie.


    Matafleur.

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    Posta ad un paio di miglia dal fiume che collega il Lago Selowen al Mare di Dirac -a distanza di sicurezza dal confine con il Void-, Matafleur è la seconda città più grande ed importante della valle di Chediya, per quanto meno estesa della non lontana capitale.
    Trovata in rovina dalle genti di Istvàn in seguito al loro Arrivo, Matafleur fu interamente ricostruita attorno all'antico borgo originario, conoscendo un'espansione senza pari grazie a quella che la tradizione ama romanzare come "Benedizione della Dea Azzurra" (in vero, un'innovativa commistione tra la magia mistica della Dama e le ricerche condotte sulle particelle del Mare di Dirac), che rese le sue terre le più feconde di tutta Endlos, al punto da stimare le sue produzioni agricole annue come virtualmente sufficienti a coprire il fabbisogno non solo del Presidio, ma persino dell'intero semipiano.
    Al di là del suo insostituibile ruolo per l'economia di esportazione e la sussistenza statale, la fama della città è tuttavia dovuta ad un'altra peculiare coltivazione: in molti sostengono che si tratti della vite, da cui discendono i vini più pregiati e famosi di Endlos, ma l'appellativo di "Città dei Fiori" lascia poco adito a fraintendimenti.
    Naturalmente, la bellezza e la varietà delle sue romantiche fioriture stagionali richiamano appassionati, coltivatori e coppie da ogni angolo del semipiano in ogni periodo dell'anno, ma la principale attrazione turistica -ciò che cattura l'interesse di più di un avventuriero e fattura buona parte degli introiti comunali- restano le proprietà mistiche di cui alcune specie vegetali sono dotate: che sia per l'influenza del Void, per l'antica collaborazione tra Fatati e Scienziati, o per puro caso, diverse varietà originarie di Matafleur posseggono poteri speciali - cosa che le rende particolarmente ricercate come talismani, catalizzatori per reazioni alchemiche, e componenti per incantesimi.


    Mistral

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    Nascosta dagli artifici dei suoi abitanti, Mistral rappresenta per la maggior parte degli Endlossiani una sorta di leggenda: un luogo incantato e meraviglioso, di cui tutti hanno sentito parlare, ma dove nessuno -o quasi- può vantare di essere mai stato... a meno che non si sia o non si conosca un esponente del Popolo Silvano. Vista la sua remota ubicazione -nascosta nelle profondità della foresta di Fanedell, ben lontano dalle vie di transito-, è solitamente impossibile accedervi senza l'invito o addirittura la guida di un suo abitante: se qualcuno dovesse avvicinarsi arbitrariamente, una nebbia arcana avvolgerebbe fitta e serpeggiante i troppo curiosi, confondendoli, stordendoli e facendo loro perdere l'orientamento, rendendo loro impossibile ficcare il naso dove non gli è permesso.
    Le numerose particolarità di questo luogo derivano infatti dai suoi abitanti -appartenenti alla stirpe degli Elfi o discendenti dei Fatati di Arcadia-, capaci di generare con la loro magia e la loro innata predisposizione autentici miracoli architettonici, suggestivi e surreali, che si dice si sviluppino in strutture delicate ma magnificenti, incastonate nei recessi della folta foresta, risaltando tra le chiome degli alberi e sulle fronde secolari come gemme modellate in un perfetto ed equilibrato connubio tra le necessità della popolazione e il rispetto della Natura, in un modo che nessun’altra civiltà sarebbe in grado di attuare; opere d'arte in cui legno, foglie e fiori di piante vive si intrecciano ai minerali della terra -rocce, gemme e metalli- per dar vita a strutture uniche e irripetibili: veri e propri gioielli, opere d'arte in cui vivere.
    Tuttavia, il suo soprannome di "Città dei Gioielli" non si risolve solo nelle strutture cittadine, ma soprattutto nell'arte manifatturiera che ha reso Mistral famosa in tutto l'Est, perché -semplicemente- non c'è materiale che, lavorato in questo luogo dai suoi artigiani, non venga trasfigurato in qualcosa di più alto: legno, cuoio, roccia, metallo, pietre preziose... il materiale non fa differenza. E il discorso vale tanto per i ninnoli decorativi quanto per i simulacri magici e le armi.



    Selowen

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    Descritta nei testi più antichi come null'altro che una palude malsana, in cui si raccoglievano e ristagnavano le acque discendenti dalle cascate di Shea, la zona lacustre di Selowen fu per lunghi secoli teatro di forti tensioni -più volte sfociate in violente situazioni di conflitto- tra le creature che l'abitavano: umani, sirene, naga... ciascuna rivendicando il diritto a vivere secondo i loro apparentemente inconciliabili costumi.
    L'Arrivo della Dama Azzurra pose fine alle Guerre della Laguna, riportando alla ragione i leader delle diverse fazioni, promuovendo e ottenendo il reciproco riconoscimento e la stipula di un accordo che sancisse inviolabili punti di incontro e di compromesso per ciascuna delle parti in causa; un giuramento di pace ed alleanza fu pronunciato al cospetto dello Scoglio dell'Armonia -ancora oggi, simbolo di buon auspicio e meta di molte visite turistiche-, sulle sponde della palude, e fu scommettendo sui frutti di quella collaborazione basata sulla coesistenza pacifica che fu fondata la città di Selowen.
    L'area -con l'aiuto di tutti e l'apporto delle conoscenze giunte dal Vortice- fu sottoposta a lunghi lavori di bonifica, ed è nel tempo trasfigurata in uno dei panorami più belli e suggestivi che il mondo di Endlos possa offrire: universalmente considerata una meraviglia della tecnica edile e una mirabile dimostrazione dell'ingegno umano, ciò che contraddistingue Selowen da ogni altra città dell'Est e del semipiano è il fatto che essa sorga sull'acqua grazie ad un sistema di piattaforme e palafitte, tenute in comunicazione tramite una rete di pontili e canali navigabili.
    Proprio per la presenza di questa particolare viabilità, Selowen ha l'appellativo di "Città dell'Acqua" è anche chiamata la “Città degli Innamorati” perché -a detta degli inguaribili sentimentali- permette delle passeggiate lunghe e molto romantiche, avvolti solamente dal rumore dell’ acqua che bagna le sue rive.


    Lafiel

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    Posta lungo il corso del fiume che discende dal Lago di Selowen al Mare di Dirac, Lafiel è la seconda città più grande della regione di Shea - tanto per dimensioni quanto per numero di abitanti: con le vecchie mura che l'attorniano, i suoi ponti dai parapetti merlati, le lunghe e larghe vie, e l'atmosfera nostalgica e malinconica dei tempi perduti, da l'aria di essere una città solenne, capace di risvegliare i più remoti ricordi e di ispirare un profondo rispetto.
    Per quanto in tutto l'Est risulti ben radicato l'amore per la cultura in tutte le sue forme, nessuna località ne perpetra il culto meglio di questa; dopotutto, considerata il tempio dell’arte e della sapienza per via della sua ricchezza di gallerie e musei, essa detiene l'appellativo di "Città dei Teatri"... e si contende con Selowen quello di "Città degli Innamorati" per via di una leggenda che la vuole -in tempi antichi- il teatro di una tragica storia d'amore a cui, ancora oggi, si ispira uno dei drammi più famosi e più rappresentati in tutto l'Est, il Semipiano e -dicono i più megalomani- finanche il Multiverso: Romeo e Juliette.
    Costante emblema o richiamo a questa storia del folklore locale è uno dei monumenti più caratteristici della città, la torre di un ex-collegio maschile molto prestigioso, dove si trova la Finestra di Orpheus: corre voce che chi si affaccia alla finestra di Orfeo e guarda verso il basso, sia destinato a innamorarsi della prima ragazza su cui si posa il suo sguardo. Anche se il loro amore finirà in tragedia, come quello di Orfeo e Euridice...
    Durante tutto l’anno, in ognuno degli auditorium che -a decine- nobilitano il già incantevole ambiente urbano, vengono periodicamente organizzate mostre, concerti, rappresentazioni, ed eventi di rilevanza internazionale; tuttavia, nessun appuntamento è più importante e più atteso dell'annuale Festival delle Arti, una ricorrenza culturale che vede affrontarsi dotti studiosi e talentuosi artisti nelle discipline più disparate.


    Codec

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    Per chi ha conosciuto i paesaggi tipicamente bucolici dell'Est, il panorama dell'altopiano appare come una nota stridente in una sinfonia: il cielo azzurro è velato da colori più lividi -piombo, viola o varie scale di grigio-, le verdi praterie sono un'arida e brulla distesa annerita dai fulmini, e nell'aria non risuona il canto del vento ma il basso e costante brontolare dei tuoni. Eppure -nonostante l'apparente desolazione-, la regione di Garwec rappresenta la supremazia dell'uomo sulla natura ostile, e l'emblema di questa vittoria non può che essere la metropoli di Codec.
    E' stato con un sacrificio e una dedizione durata decadi -se non interi secoli- che le menti più brillanti di tutto l'Est si sono prodigate nell'intento di conoscere il loro "avversario", e sfruttare i suoi più insidiosi punti di forza a proprio favore; ad oggi, lo scopo è stato in parte raggiunto rendendo l’altopiano abitato in pianta stabile da popolazioni discretamente evolute a livello tecnologico, cui si deve riconoscere il merito di avere imparato a convivere con le mille difficoltà di Garwec, volgendole a proprio vantaggio, fino a raggiungere uno standard di vita qualitativamente alto.
    E' alla luce di tutti questi motivi che la città di Codec si è sviluppata in maniera assai diversa dalle sue altre Sorelle, con alti palazzi -di cemento, vetro e metallo- dalle architetture all'avanguardia, dove le serre, le case, i negozi e le strade sono sempre riscaldate a livelli ottimali ed illuminate artificialmente... ma, soprattutto, riparate dalla pioggia incessante: la più grande invenzione degli Scienziati -ciò che ha permesso di conquistare Garwec- consiste in gigantesche cupole di super-magnetismo, che avvolgono le città assorbendo i frequentissimi fulmini, così da auto-alimentarsi in maniera costante nel tempo; persino una romantica passeggiata per le vie rischiarate dai lampioni è un piccolo miracolo reso possibile dall'ingegno umano. Il suo appellativo di "Città del Futuro" è più che meritato.


    Silphyl

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    Nonostante rientri a pieno titolo tra le Sette Sorelle dell'Est per la sua estensione, ed il suo livello tecnologico sia -pure per gli standard di Garwec- tra i più sofisticati, efficienti e ben riusciti di sempre, Silphyl è l’ormai abbandonata "Città dei Balocchi": nata dall'ingegno più visionario, e strutturata perché ogni suo aspetto fosse grazioso, allegro e colorato, essa è rimasta famosa per l'atmosfera gioiosamente infantile delle sue architetture fiabesche, e dei suoi ambienti da casa di bambole... mentre ben poco è stato scoperto e tramandato circa il non meglio precisato incidente in seguito al quale la struttura venne poi dismessa.
    Alla vivida luce artificiale con cui lo scudo racchiude le rovine sotto una cupola di super-magnetismo -l'invisibile difesa che gli Scienziati dell’Est hanno ingegnato per sopravvivere al clima inospitale dell’altopiano-, il volto di Silphyl ha acquisito un che di spettrale, solitario e malinconico... covando forse la speranza di vedere dei bambini percorrere di nuovo le sue vie come un tempo; nell'attesa di quel giorno, la città resta intatta a fissare nel cielo il bagliore dei fulmini e la furia della tempesta - guizzi elettrici che continuano ad alimentare tutti i sistemi, ancora perfettamente operativi. Anche se non c'è rimasto più nessuno.



    © Endlos RPG Alliance
    2014

    Si ringrazia Madhatter per ambientazione, descrizioni & grafica.



    Edited by Madhatter - 5/5/2019, 08:25
     
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