[EM] Involuzione

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    « No, cazzo, così non va! »

    Gettò l’ennesimo libro contro il muro della sua cabina, in un moto di rabbia. Era visibilmente frustrato e incazzato con se stesso. Perché continuava a fallire, cosa stava sbagliando? Era sempre riuscito a cavarsela in passato, anche di fronte a pratiche che sembravano impossibili. Aveva sputato sangue per intere notti, perdendo il sonno per la troppa nausea, ma alla fine aveva ottenuto ogni volta il risultato sperato.

    Questa volta però era diversa da tutte le altre.

    Questa volta aveva la reale percezione che quello che stava tentando di fare era fuori dalla sua portata. Non aveva nemmeno stabilito da che parte cominciare, ogni volta che cercava di fare un passo avanti ne faceva tre indietro. Stava accumulando troppa frustrazione in quelle settimane di fallimenti. Era diventato intrattabile e potenzialmente pericoloso per la maggior parte dei suoi uomini: le rare volte che usciva fuori dalla cabina 113, le reclute cercavano di evitarlo con cautela.

    Ma il peggio doveva ancora venire.
    Il peggio era stato ridursi a contattare proprio l’ultimo individuo con cui avrebbe voluto parlare in quel momento. Per il Kuthiano era stata un’umiliazione tremenda chiedere il suo aiuto, ma l’aveva fatto per disperazione, dato che ormai cercava di aggrapparsi a qualunque cosa.

    Senza preavviso aveva contattato mentalmente Zygoin, un sottoposto che gli stava vagamente sulle palle. Il messaggio era stato conciso: presentati subito alla cabina 113, ordine di Bid’daum.

     
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    D'accordo, è evidente che bisogna fare qualcosa. Non perchè io personalmente abbia problemi al riguardo, nè perchè non sappia gestire la situazione. No, la questione è un'altra: capico le emergenze, ma non si può penetrare nella mente di altri così come se nulla fosse e pretendere che a quelli stia bene. No, proprio no! In primis perchè un evento di tal sorta avviene senza alcun tipo di preannuncio e potrebbe esser rilevato come una minaccia; indi, se l'avete mai provato, sarete concordi sul fatto che sia alquanto sgradevole (sì, certo, a meno che non crediate alle favole sull'anima gemella e sulla gioia nel poter comunicare intimamente col proprio amato); ultimo ma non ultimo, il grave danno che l'operazione apparentemente innocua in realtà comporta: per un individuo impegnatissimo e sempre dedito allo studio questa via di comunicazione improvvisa rappresenta la peggiore delle interruzioni (vuoi perchè a differenza di una missiva non si può posticipare, vuoi perchè a differenza di un richiamo non la si può ignorare, vuoi perchè a differenza di un messaggero l'invasione telepatica non si trasformerà in una cavia gratuita su cui sfogare la propria curiosità scientifica).
    Sì, insomma, mi pare di essere stato chiaro: basta telefonate intracraniche. Ne è in particolar modo convinto anche uno dei molti Zyg, geloso del proprio isolamento in quell'antro di laboratorio fornitogli dalla gilda -ad essere sinceri quel biomante è già all'opera, con numerosi progetti in via di sviluppo pur di impedire che in futuro lo distolgano dalle sue preziose ricerche tramite quello snervante canale di comunicazione (eh già, in realtà il tutto prevede pure qualche piccola funzione extra che...).

    «Sarà fatto.»

    Risponde quindi senza che ce ne sia l'esigenza, per il solo gusto di ribattere con la stessa moneta il fastidio di un estraneo entro i propri pensieri -lo fa però senza tradire insofferenza od altra negativa attitudine, con un timbro atono e neutro, con una replica altrettanto concisa ed ubbidiente.
    Pur tuttavia, prima di presentarsi dal superiore come richiesto -prima di abbandonare la propria cella opportunamente stipata di resti animali e vegetali (tutto pur di dimenticare l'abominio meccanico entro il quale è costretto, tutto pur di sopportare la prigionia forzata che lo stesso Monocorno gli ha imposto)- il Kraj di stanza sulla Behemoth provvede a separarsi di una piccola masserella di citoplasti -se ne stacca letteralmente un pezzo dal corpo, indifferentemente che provenga dal capo o da qualche altra appendice- la ripone dunque con cura entro una capsula stagna e procede infine a stipare quest'ultima tra i carichi del magazzino destinati alla Bolgia -vi è infatti sul cilindro così preparato una precisa indicazione affinchè quello venga recapitato al laboratorio merovisho dello stesso biomante.
    Chiamatela assicurazione, se così preferite, ma a forza di perdere il proprio corpo attuale e di dover ricominciare daccapo senza le ultime pregresse esperienze dei suoi cloni Zyg si è ingegnato eseguendo sporadici backup che si intensificano quando prevede di dedicarsi ad attività discretamente pericolose -in attesa che uno dei suoi plurimi io produca una reale soluzione al quesito, il citoplasta sperimentale continuerà ad inviare in sede un campione di sè contenente tutti gli avanzamenti fino ad allora prodotti.
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    Edited by AnimeHunter - 22/9/2014, 15:09
     
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    Percepì chiaramente il suo arrivo. Quell’anima così contorta aveva dei tratti peculiari che lo irritavano per qualche misterioso motivo. Forse era la mancanza di personalità che intravedeva tra le pieghe del suo spirito a farlo innervosire. Gli dava sempre l’impressione di parlare con qualcuno di falso.

    Quando Zygoin varcò la soglia della sua cabina, Bid’daum era in piedi in mezzo alla stanza. Era riuscito a ricomporsi, così da evitare di mostrarsi in uno stato alterato davanti al suo sottoposto. Peccato che lo stesso non si potesse dire per la stanza centotredici: molti libri erano sparpagliati per terra, i muri si erano scrostati per colpa dei rilasci incontrollati di magia oscura. In fondo c’erano molti schemi anatomici sovrapposti e spiegazzati.

    Pa9Eajb

    « Zygoin. »

    Soppesò quel nome con fare ambiguo. Oltre alle informazioni presenti sul dossier, non sapeva molto di quel loro Myrmidon. Era schivo e intrattabile, passava la maggior parte del suo tempo facendo delle sperimentazioni. Quasi mai aveva avuto l’occasione di scendere in campo insieme a quel miscuglio organico di gelatina, e le poche volte in cui avevano conversato il tutto era sempre degenerato in uno scontro verbale, fatto di menefreghismo e intimidazioni. Ma se quel giorno l’aveva convocato d’urgenza, significava che non sapeva più dove sbattere la testa.

    « Sto facendo degli esperimenti col mio scheletro per riattivare una capacità peculiare del mio popolo d’origine. Ho ignorato questa possibilità in passato, ma ora voglio padroneggiarla. Non è mia intenzione perderci troppo tempo, ed è qui che tu potresti tornarmi utile: te ne intendi di manipolazione ossea? »

    Aveva mentito spudoratamente.
    Allo stato attuale delle cose avrebbe anche potuto perderci una vita intera, e non avrebbe fatto nemmeno un fottutissimo passo avanti.

     
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    _Mindmoil
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    Ed era ovvio che non sarebbe stata una convocazione alla quale rispondere serenamente -nessun dubbio l'ex-tritone dovesse evitare di prendersi tutte le libertà che si concedeva con chi lo aveva arruolato: il Gerarca che ne aveva richiesto la presenza nella sua personalissima cabina (fatto questo di difficile interpretazione, conoscendo molto poco la psiche e le abitudini dello stesso) non era apparso nemmeno lontanamente accondiscendente quanto l'unico Bloodletter dell'organizzazione -se Dimitriy minacciava il biomante ma subiva comunque ciascuna delle angherie a cui quest'ultimo sottoponeva il suo diretto superiore, nei confronti di Bid'daum la prima mancanza di rispetto prometteva una discretamente lunga serie di barbarie non meglio precisate (qualcosa di vagamente oscuro e incomprensibile, al pari dell'ingiustificato senso di inquietudine ch'egli riusciva sempre e comunque a generare in chiunque gli si approcciasse).
    Perciò, una volta accostato l'uscio ed immessosi nella stanza privata del kuthiano -una volta trascinato il suo molle e traslucido corpo nel privé che pochi altri posson dire d'aver visitato (senza reali deferenze, evitando servilismi degni di un paggio costretto a chiedere permesso)- il Kraj mantiene un atteggiamento rigido e neutrale, evita di dispensare commenti circa l'innegabile caos che ha sconvolto la stanza, focalizza la propria attenzione unicamente sull'individuo che gli si presenza innanzi e che -a differenza sua- non fa nulla per nascondere la propria autorità. Ruota perfino tutti i suoi bulbi oculari (sparsi qui e là tra esofagi ramificati e chissà che altro diavolo di organi interni alla gelatina) fino ad ottenere una sola, multiprospettica immagine del comandante con cui ha a che fare (qualcosa che, comunque, non gli consente di carpire appieno la figura del tormentato fondatore).

    Esperimenti.

    Si lascia andare come primo vocabolo, declinandolo in una serie di memorie e di protocolli di cui non è certo il Castigo abbia tenuto conto (quant'è abituato quello ad operare con le sofisticatissime pratiche sperimentali?).

    Direttamente sulla tua persona?

    E qui sorge una punta di dubbio, di scetticismo. Non tanto per l'avventatezza dell'usarsi come cavia -Zyg stesso, per primo, ha perseguito questa via- quanto per il fatto che nessun segno sembra trasparire dalla sagoma dell'altro -il suo corpo pare integro tal quale il loro ultimo incontro, non di certo il risultato fallimentare di una sperimentazione maldestra.

    Ad ogni modo la mia sola competenza non sarà sufficiente a farti risparmiare tempo: posso riprodurre in me qualsivoglia struttura scheletrica io conosca, ciononostante non ho ancora avuto l'occasione di analizzare la tua nè posso annoverarti tra le emanazioni del mio essere.

    Nel dirlo ti mostra esattamente di cos'è capace, lascia cioè che peculiari nuclei citoplastici si addensino in tessuto osseo e vadano a costituire arti e rachide prima di una testuggine, quindi di un pennuto corridore e poi -salendo la scala evolutiva- di un carnivoro, di un primate e di un tritone (elegia a ciò ch'era, adulazione gratuita ch'egli compie verso il suo vecchio se stesso).

    E questo prevede una lenta e dettagliata disamina, oltre a dei costi aggiuntivi che potresti non gradire.

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    Edited by AnimeHunter - 22/9/2014, 15:10
     
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    Un’altra caratteristica odiosa di Zygoin era l’impossibilità di sondarne le reazioni. Forse altri Eversori che lo conoscevano più a fondo sarebbero stati in grado di decifrare la sua mimica, ma lui non riusciva a notare niente. Non filtrava nulla dalle sue fattezze contorte, né dai lineamenti sbozzati del muso, e nemmeno dalla sua voce. Per tutti questi motivi non riusciva a capire il tono con cui avesse avanzato quel suo interrogativo. Era sarcastico? Sospettava qualcosa? O era semplicemente sorpreso?

    Invece il trucco che inscenò poco dopo ricevette un’interpretazione univoca.

    « Risparmiami i tuoi giochini evolutivi. Non sono una recluta da impressionare. »

    Gli rivolse un’occhiata di sufficienza. Lui sapeva degli incontri che Zygoin organizzava con ogni nuova matricola. Lui sapeva quanto si divertisse a terrorizzarli, uno per uno. Almeno in questa sfumatura di perversione si assomigliavano un po'. Tuttavia il Kuthiano non avrebbe mai permesso ad un suo sottoposto d’immaginarlo come una possibile cavia.

    « Costi? »

    Rimarcò quella parola con un vago senso di disgusto.

    « Che genere di costi? »

    Il loro gruppo aveva finanziato le ricerche dei Biomante, gli aveva fornito i mezzi e il materiale per continuare a lavorare anche in un ambiente difficile come Merovish. Avevano messo a sua disposizione perfino un altro laboratorio, presente a bordo della nave.

    Con che coraggio veniva a parlargli di costi?

    Lui ordinava, gli altri eseguivano. Era questo l’ordine naturale delle cose. A quel grottesco miscuglio di biomassa conveniva dargli una spiegazione esaustiva e poi iniziare a vomitare qualche parola che suonasse gradita al Gerarca: Bid’daum non era famoso per la sua pazienza.

     
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    Costi.

    Ripete quello, imperturbabile e senza variare di una virgola il senso del messaggio. Zyg può infatti permettersi di reiterare la propria richiesta perchè è certo di quanto necessita al fine di ottemperare alla richiesta dell'altro -non si fa intimorire da un rifiuto, non produrrà una differente risposta solo perchè il Castigo sembra non volersi sottoporre alla penale. Così è: c'è un costo o c'è il doversi arrangiare.

    Puoi pure considerarli futili svaghi quanto sceneggiate per la carne da cannone, se così preferisci. Non pretendo tutti apprezzino il mio campo di studi -meno individui lo fanno, anzi, più posso ritenermi tranquillo da possibili furti. Ciononostante, se hai bisogno della mia Scienza ti ho già avvertito: questa presenta dei costi ineludibili, qualcosa che non riguarda la necessità di materiali o di denaro ma che... dovrebbe essere più che evidente dai miei giochetti.

    Sì, in detta occasione è chiaro -dopo la succitata sfilza di pacate critiche è ovvio Zyg non ha intenzione di farsi denigrare da un'estraneo, nè di lasciare a quello la possibilità di dubitare del suo operato: ci vuole conoscenza per potersi addentrare nell'intricatissima selva di metodiche e nozioni in cui si è specializzato il biomante, non basta chiedere (anzi, pretendere) affinchè i miracoli si compiano. Nemmeno il più vasto quantitativo di potere -se nella sua rozza espressione di mana (o simile fonte energetica)- può nulla per creare o mutare secondo le vie scoperte dall'Alleanza Simic; no: la brama di ottenere senza il desiderio di adoperarsi conduce unicamente alla distruzione -se il citoplasta seguisse queste brutali per quanto immediate direttive allora non una delle sue trovate sarebbe mai giunta a realizzazione.
    A parte questo, comunque, puoi vedere che il molliccio subordinato ignora la tua richiesta di smetterla ed anzi si sforza di ricombinare la propria figura in un'altra distinta -riassorbe le ossa che hanno perso di funzione, riduce gli organi supplementari, cheratinizza là ove serve e in un mirabile flusso delle parti assume le sembianze dell'assassino occhidighiaccio (perchè? Perchè proprio lui -perchè l'ha fatto? Insomma... cosa centra Dimitriy con i costi?).
    Non contento, ancora, nel giro di qualche istante di più (ed è una transizione breve perchè deve limitarsi ad una metamorfosi umano-umano, senza coinvolgere grandi squilibri) abbandona le fattezze del Bloodletter e s'immerge in quelle del Pit Dog Mialee -seguono un paio di Voci da tempo scomparse dall'organico e che forse non riconoscerai, un secondo caduto nell'identità di Nadine, l'attuale gavetta Violet e non da ultimo il tuo collega greco (oltre all'Oplite Zyg si cala in Asuna, recupera le sembianze di Ibaba, conclude lo spettacolino con un viandante che per merito suo non ha mai raggiunto Merovish).

    Ti è chiaro, ora? L'aiuto che cerchi porta con sè un tributo estremamente oneroso: la tua unicità -e con essa il vanto ed il rischio che un secondo Bid'daum possa sorgere per mia mano.

    Una consapevolezza che -al di là dell'arroganza sfrenata di cui comunque il biomante non farà uso- ti rende edotto circa il pericolo or ora rappresentato dall'informe scienziato (tanto per le potenzialità inespresse che già intimamente cova quanto per l'inestimabile fonte di segreti che rappresenta dovesse la sua persona cadere in mano al nemico).
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    Edited by AnimeHunter - 22/9/2014, 15:11
     
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    Il suo interlocutore si premurò personalmente d’illustrargli i costi a cui faceva riferimento. La sua forma mutò sensibilmente, trasformando in pelle ciò che prima sembrava un surrogato di materiale organico. Al termine della mutazione si trovò davanti Dimitriy Kozlov. Una copia pressoché perfetta, probabilmente nemmeno un occhio più critico del suo avrebbe potuto scorgere qualche differenza con l’originale.
    Dopo di lui continuò la carrellata di metamorfosi, che videro alternarsi figure conosciute ad altre ignote. Vide Mialee Galanodel, la nuova recluta con un cognome disgustoso, che tanto lo aveva fatto infuriare poco tempo prima. Osservò la copia di un’altra claymore, quella Nadine che aveva visto crepare brutalmente proprio in una missione in cui si erano immischiati insieme. Non provò assolutamente nulla nel rivederla, non era sua abitudine affezionarsi ai giocattoli che si rompevano troppo in fretta.

    Dopo aver impersonato per qualche istante l'ennesima recluta, toccò a una figura di maggior spessore: Aristotelis Skotos. Era lì, più nitido di un ritratto, la sua tipica espressione decisa era soltanto meno sentita del solito. Fu allora che si sollevò un dubbio non indifferente nella sua testa: se avesse parlato con un clone dell’altro Gerarca sarebbe riuscito ad accorgersi dell’inganno? Con una simile mina vagante nel loro gruppo non avrebbero più svolto le riunioni in totale tranquillità: per quanto fossero blindati a migliaia di metri dal suolo, una minaccia interna era sempre possibile. Era pur vero che, se il Biomante era davvero intenzionato a rivolgere la sua scienza contro di loro, la logica gli avrebbe imposto di non mostrare le sue carte con tanta leggerezza.

    Cosa voleva veramente Zygoin?

    Senza preavviso Bid’daum scoppiò in una fragorosa risata. Era la prima volta che succedeva in presenza di un suo sottoposto. A dirla tutta, era un evento più unico che raro vedere il Gerarca sanguinario ridere.

    2m7bA6M« Un secondo Bid’daum? Molto bene allora. »

    Si ricompose quanto bastava per parlare, mantenendo comunque un’espressione divertita. Gli altri Eversori a cui era stato sottratto del materiale genetico erano consenzienti oppure il Biomante si era preso qualche libertà di troppo? Se ne sarebbe accertato il prima possibile. Per ora si limitò a tendere una mano verso di lui. Un gesto simile spesso annunciava la morte di chi si trovava davanti, ma stavolta non ci fu nessuna intenzione omicida da parte sua.

    « Se è questo il prezzo, vieni pure a prenderti il mio DNA. Muoio dalla voglia di vederti tentare e fallire. »

    Era spavaldo e totalmente convinto di ciò che stava dicendo. Possibile che fosse solo una provocazione? No, i suoi occhi trasmettevano una sicurezza infrangibile: poteva esistere un solo Castigo, e presto anche il mutante l’avrebbe capito.

     
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    _Mindmoil
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    Nulla, Zyg non vuole nulla. Non da questo Gerarca, almeno, non da uno dei pochi Eversori che considera troppo lontani dai suoi schemi perchè valga la pena coltivarci un qualche tipo di rapporto (Bid il primo, Takheloth l'altro).
    Ciò che il biomante vuole davvero è solo impossessarsi delle tracce genetiche di quanti più individui gli sarà possibile -acquisire sempre più conoscenza, espandere oltre i confini di un solo mondo l'archivio di forme e sistemi che l'evoluzione ha prodotto qui e là nel tempo. Solo allora -solo quando avrà compreso come sostituirsi alla forza prima che tutto fa avanzare- si riterrà soddisfatto del proprio operato e terminerà ogni ambizione -se essersi ricostituito Kraj non gli basta ancora, ciò che gli rimane è dunque lo sfruttare quanto appreso per accelerare la sua corsa verso l'ascensione.

    Un secondo Bid'daum.

    Sancisce ora, ripetendo le stesse parole dell'altro, lieto (si fa per dire) che il Monocorno abbia accettato senza remore di sottoporsi al campionamento biologico.

    Il privilegio di perdurare in eterno, sfuggendo la morte e la logica dei tuoi nemici.

    Rincara ancora, rivelando pur senza farlo quale sia stata l'idea alla base del proprio personalissimo sistema clonale -con tono neutro espone quella proposta allettante, estendendo pur lui il braccio nella sua forma corrente, riconvertendolo anzi ad una pletora di finissimi tentacoli dall'aspetto traslucido.

    La sicurezza di dominare incontrastato, priva del rischio di affrontare una ribellione.

    Tentacoli che lesti ed appiccicosi si avviluppano attorno all'arto del Castigo, lo suggono in una morsa molliccia e pure disgustosa, ne fanno sgorgare il sangue con una singola, del tutto superflua perforazione: potrebbe accontentarsi di qualche cellula epidermica, potrebbe accontentarsi di una sola microgoccia ematica, potrebbe evitare di raccogliere campioni doppi. Potrebbe, ma non lo fa (non lo fa perchè il Gerarca si è offerto schernendolo e quindi non c'è fretta di liberarlo da quell'inutile e ridondante metodica -l'attesa sarà comunque lunga, così o in altro modo).

    L'ambizione di essere uno e molti, declinandosi in base alle proprie esigenze.

    Conclude, ritirando la propaggine gelatinosa non prima di qualche minuto -procedendo al contempo con una divisione multipla del suo stesso corpo informe. E sono sei le copie di sè stesso che il Myrmidon ottiene al termine dell'operazione, sei masse plastiche sotto intensa attività metabolica al fine di normalizzare il proprio stato cellulare rimuovendo ogni sorta di ingerenza esterna salvo che per il materiale nucleico poco prima estratto dal kuthiano.

    Il potere di ghermire il Potere.

    Sibila da ultimo, un istante prima che la sua voce si spenga e che ciascuna delle distinte entità di cui era composto ribolla e pulsi, tesa poichè in divenire.
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    Edited by AnimeHunter - 22/9/2014, 15:13
     
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    Ascoltò lo sperticato elogio di Zygoin ai risultati della sua disciplina. Le formule che utilizzò erano molto simili a quelle dei credo religiosi, ugualmente totalizzati dalla fede e ugualmente ciechi. Il mutante era arroccato sulle sue convinzioni, il suo fanatismo poteva addirittura avere degli sbocchi pericolosi: vivendo con i paraocchi sarebbe stato disposto a sacrificare tutto ciò che non rientrava nel suo campo visivo. Se ce ne fosse stato il bisogno, quel Myrmidon avrebbe sacrificato anche la gilda, ne era certo. Doveva rieducarlo, meglio con le cattive se necessario.

    Conclusa la sgradevole raccolta dei campioni necessari, il corpo del sottoposto subì una trasformazione. La materia organica si riplasmò seguendo le informazioni genetiche raccolte dal Kuthiano. Qualcosa però stava andando storto. La pelle era tirata in modo innaturale, appariva lucida e irregolare come un’immensa cicatrice. La corporatura del nuovo essere era minuta e ritorta su se stessa. S’intravedevano abbozzi di appendici laddove i normali esemplari della sua razza esibivano ali ed esoscheletro. I tratti del volto erano senza dubbio i suoi, ma erano molto più emaciati. Quello che si trovò davanti non era un secondo Bid’daum.

    Era un obbrobrio.

    Gli fece più male del previsto vedere quale dovrebbe essere il suo vero aspetto. Stava guardando un ritratto mostruoso di sé, in cui era stata conservata tutta la sozzura che si era sforzato di nascondere al mondo.

    « È questo il Potere di cui parli? »

    Lo provocò, avvicinandosi a quella copia sgualcita. Era visibilmente instabile, il suo sguardo folle era piantato su di lui, ma in realtà fissava il nulla.

    « Ti sembra che io sia una schifezza del genere?! »

    Sbraitò contro se stesso, tirando un calcio stizzito contro quell’emblema della debolezza.

    « Ascoltami bene: io non sono la merda cromosomica che mi hanno lasciato i miei genitori. »

    Sputò per terra, disgustato.

    « Quel corpo doveva collassare dopo qualche decennio, ma io mi sono ricostruito dalle fondamenta. Io ho riscritto il mio destino, capisci? La mia arte ha distrutto la tua scienza! »

    Aveva perso il conto di quanti anatemi aveva imposto sul suo organismo malformato. Il lordume sciamanico aveva rinforzato il suo fisico rachitico, al modico prezzo della sua sanità mentale e della purezza del suo spirito. Ricordava bene quanto sangue gli aveva impastato i capelli, vedeva in chiazze verdi e giallognole tutta la bile che aveva sputato quando non c’era più nulla da vomitare nel suo stomaco. Lui aveva fatto tutto ciò per combattere il destino ignobile che gli si era avvinghiato addosso, e potendo tornare indietro l’avrebbe rifatto mille volte.

    Perché alla fine aveva vinto.

     
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    Qualcosa va storto. O meglio: qualcosa non va. Difficile dire cosa, di primo acchito -con Zyg parte di un processo e quindi inabile ad operare un'analisi critica bisognerà attendere che l'atto di replica si arresti spontaneamente e solo poi si potrà discutere quali siano state le cause di ciò che ha preso piede nello stanzino. Anche se, con quel che il Gerarca stesso vomita disgustato, non è punto difficile comprendere quale sia la natura dell'errore manifestatosi.
    Su tutti, però, è lo stesso citoplasta -per primo- a domandarsi cosa sia accaduto: dei sei cloni a cui aveva destinato l'avvio della mutazione ora non ne rimangono che due -ciascuno degli esperimenti risulta fallito, laddove quattro siano pure collassati per insufficienze di vario tipo. E questo, nemmeno a dirlo, porta la coppia superstite a voltarsi l'un verso l'altro con l'intento di scoprirsi abominevoli, di confrontarsi con il Castigo che staziona a nessuna distanza, di porsi quesiti sul procedimento e sulla sua ineccepibile correttezza. No, non ha sbagliato Zyg -nessuna distrazione, esecuzione anzi fluida e scontata a seguito dell'ennesimo evento di routine. E allora...? Possibile che il codice genetico dell'altro menta? Ha senso pensare che in più del sessanta percento dei casi Bid'daum sarebbe morto per suo stesso sviluppo -che nelle restanti possibilità si sarebbe anzi trattato di un ostinato refuso destinato comunque all'oblio?
    Chiamala Fede, chiamala Scienza. Comunque tu la voglia chiamare essa ha appena investito il Kraj di una consapevolezza ancora più segreta del tuo DNA.

    Quello che vedi... rappresenta la tua eredità genetica. Essa... essa non racconta menzogne, non scherza, non genera... inganni. Racconta invece di... di come... sei nato, di quale sia la tua... radice. Di ciò che sei... in realtà... al netto dei trucchi e... e delle... delle maschere dietro i quali hai preferito... nasconderti.

    Misero tentativo di uno dei due veri Bid'daum, breve lezione che il biomante costretto in corpo morente cerca di impartire tra gli improvvisi attacchi di panico per le vie aeree che gli si chiudono lasciandolo senza fiato e con gli occhi sbarrati.

    Non c'è però vanto in quel che hai fatto se esso si limita alla mera apparenza.

    Subentra invece il secondo, apparentemente sano, Castigo. In lui la voce si fa solo leggermente più tirata, il corpo deforme non è scosso da singulti, se non fosse per la pelle che si stacca a faldoni come il peggiore degli ustionati lo diresti addirittura autosufficiente.

    Quale che sia la tua arte, quale che siano gli espedienti che hai utilizzato, essi non hanno mutato la tua essenza prima -il loro ruolo si esaurisce in sola finzione, in una frottola per te e per il mondo a cui fiero ti mostri. E' il tuo rancore verso te stesso a raccontare oltre ogni dubbio chi e cosa sei.

    Ma le condizioni dei fantocci sono troppo precarie per poter continuare con questo duetto -prima che entrambi soffochino e impazziscano per il dolore Zyg si vede costretto a rivertere la mutazione e a fondere la coppia in un unico essere -un essere decisamente più perfetto, quell'essere amorfo in cui tempo addietro ha tramutato se stesso.

    Perciò, ora che conosco la verità, ho il Potere tra tutti maggiore: non solo il tuo DNA, bensì il DNA di chi ti rifiuti di essere.

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    Che male c’era nel nascondersi dietro una maschera?
    I benpensanti la schifavano come la peste: la maschera è il male, dicevano, e a lungo andare si sostituisce alla tua vera identità. La maschera ti fa perdere i contatti con chi sei veramente. È una bugia che si appiccica alla faccia, che si aggancia alla pelle con invisibili barbigli, al punto che strapparla creerebbe solo più danni di quanti ne provochi indossarla.

    Era una cosa bellissima.

    Dava una forma laddove c’era solo sozzeria informe, e tingeva di colore un corpo intriso dalla malattia. Permetteva di nascondersi dallo sguardo schifato degli altri, di giocare a fare i forti quando nel profondo si era immensamente deboli. Era più facile manipolare gli altri quando il loro giudizio si fermava alla scorza.
    Aveva accettato da tempo quelle menzogne. Le falsità si erano abituate alla fisionomia del suo viso. Col passare degli anni, maschera e volto erano diventati una cosa sola. La bugia era diventata verità.
    Lui aveva accettato la sua maschera.

    Non si riconosceva più in quei corpi contorti. Le parole di accusa che sentì non erano nemmeno pronunciate dalla sua voce. Zygoin aveva perfettamente ragione: lui aveva soltanto cambiato le sue apparenze. C’era qualcos’altro che contava? Oltre alle apparenze, per caso esisteva qualche altro biglietto da visita con cui ci si presentava involontariamente agli altri? La via delle anime gli aveva fornito un corpo solido, che non cadesse a pezzi. Gli aveva dato una faccia che - sebbene non fosse l’idillio della bellezza - non era nemmeno uno sgorbio senza espressività. Dei muscoli reattivi con cui restituire colpo su colpo, ferita su ferita. Lo sciamanesimo gli aveva dato il potere e, in ultima analisi, gli aveva donato un futuro.

    Avrebbe potuto polverizzare quel sottoposto per l’insubordinazione, ma se l’avesse fatto sarebbe stato come confermare tutto ciò che aveva detto. Ucciderlo sarebbe stata una sconfitta. Fu difficilissimo reprimere la collera ma, due profondi respiri dopo, Bid’daum aveva capito come rispondergli.

    « Vuoi farmi la predica? La verità non è potere, le bugie sono il vero potere. La nostra organizzazione è fondata sulla menzogna, tutti noi ci siamo nascosti dietro una gigantesca falsità. Questo ci ha dato forza, ci ha permesso di stare sempre due passi avanti ai nostri nemici. »

    Piantò il suo sguardo sul mutante.

    « Ci ha permesso di conquistare un presidio. »

    Tutto quel parlare del suo corredo genetico gli aveva fatto quasi dimenticare per quale motivo l’aveva convocato.

    « Non credere di poter avere qualche potere di ricatto su di me. Io non ho paura della verità, sono capace di piegarla per raggiungere i miei obiettivi. Quello che voglio sapere è solo una cosa: come posso riattivare il mio scheletro? »

    Scandì bene l’ultima domanda. Non gli importava che il mutante conoscesse un segreto tanto scomodo su di lui. Tra menzogne e verità avrebbe forgiato il suo corpo ancora una volta.

     
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    _Mindmoil
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    Non dava idea di essere stupito o impressionato da quella pungente considerazione, nessun segno d'indignazione alla verità rivelata. No, il Gerarca piuttosto sembrava consapevole della sua posizione, sicuro del proprio inganno, contento di affondare nel falso e lì radicare la propria essenza. Il che affatto stona con la linea di pensiero intrapresa -si dimostra coerente col farsi beffe della verità e sguazzare invece nel marcio.

    Un segnale, sincero o meno che sia, acquista valore solo per chi lo riceve. Così il potere della verità e della menzogna, così l'importanza della comunicazione efficace o fallace. Non è con il falso che tieni in pugno questa città, ma con l'ambiguità delle tue parole e con l'incertezza di chi le ha udite, incapace di distinguere finzione e realtà.

    Ci tiene a concludere, per dimostrarti che la tua arroganza si sbaglia e che non è una semplice maschera a donarti il predominio nel quale ti culli -ci tiene a precisare, forte delle sue conoscenze di comportamento e comunicazione tra individui.

    E per dimostrartelo ho in serbo la prova più evidente fra tutte -la tua personale verità e menzogna.

    Sussurra compiaciuto, sfoderando un sorriso enigmatico riconoscibile per alcuni fori cadenzati nell'impasto gelatinoso del suo volto.

    Come posso riattivare il mio scheletro?

    Chiosa poi, finalmente emulando il tuo esatto timbro vocale (benchè più calmo e misurato di quanto non trasudi l'autentico).

    Non puoi. Non è il tuo scheletro che devi riattivare, di tuo più nulla è rimasto nel corpo che sfoggi.
    Ma questa è anche la chiave per riuscire in quello a cui ambisci.

    Gli attori escono di scena. Silenzio in sala. Sipario.
    -100/100_
    MANA UNITS
    -Experiment Kraj
    -Protean Hulk
    -Biovisionary
    -Bred for the Hunt
    -Rapid Hybridization
     
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11 replies since 1/9/2014, 10:01   280 views
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