Call to Arms (IV)

Intermezzo ~ Merovish

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    Presidio Meridionale ~ Merovish
    Distretto della Fame – Quinta Bolgia

    Sfrecciava tra i cunicoli bui e umidi della Tana come l'ultimo dei pipistelli, frullando le candide ali come se ne andasse della sua vita, con la mente tesa al suo obiettivo, gli occhi attenti agli ostacoli, e le altre sue percezioni estese al massimo delle loro possibilità.

    Procedette così schivando le stalattiti che pendevano dal soffitto -nascoste tra le ombre-, le tante mani che si tendevano per catturarlo -per metterlo in pentola o per venderlo a qualche ricco cliente del serraglio-, e gli oggetti di varia forma, natura e consistenza che -per gioco o per necessità- la gente gli tirava dietro; poi, imboccò infine l'ingresso della bettola che stava cercando, e -invertendo la metamorfosi-, forte del suo slancio percorse tutta la lunghezza del bancone in scivolata, producendo al suo seguito un tripudio di improperi, vetri rotti e torcibudella rovesciato.


    jpg
    « Mercenari?! Dove siete, Mercenari?! »
    bandì. a voce tanto alta da sovrastare il chiasso del locale
    « Devo parlare con i mercenari di qui! »
    frugando la tasca interna della giacca, tirò fuori una busta di carta con sigillo reale
    « Ho un lavoro da affidare loro per conto dell'Alfiere dell'Est!
    I loro servigi saranno profumatamente retribuiti – ma mi servono ora. Subito. »

     
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    Here we are,
    don't turn away now:
    we are the Warriors
    that built this town

    from dust.




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    Poteva essere una giornata come tante altre. Lui sarebbe stato un burattinaio in mezzo a tutti i suoi nuovi e inconsapevoli pupazzi, tanti quanti erano gli abitanti del meridione. Tuttavia gli ingranaggi del mondo continuavano a ruotare, caricando dei meccanismi di proporzioni colossali che stavano accumulando energia da almeno un’eternità, in attesa di scattare.
    Ogni tanto qualche cialtrone in piazza sbraitava riguardo la fine dei cicli cosmici che avrebbe portato l’apocalisse. Molti pensavano che un fato del genere non avrebbe mai toccato quella città lercia e maledetta, seppellita sotto strati di terra e roccia. In quella culla sotterranea, sporca di piscio e sangue, forse nemmeno il destino poteva giungere. Poveri illusi: quando si chiude la porta in faccia al destino, quello entra dalla finestra.

    Si trovava alla Quinta Bolgia quando il destino lo raggiunse. Una comparsa inattesa scivolò lungo tutto il bancone, fermandosi sul fondo del tavolo. Esattamente dov’era seduto Bid’daum. Sollevò lentamente lo sguardo verso il tizio che aveva appena interrotto la sua pausa dal lavoro. Che palle, adesso avrebbe dovuto ammazzarlo. Perché gli idioti non aspettavano almeno che tornasse in servizio prima di prenotarsi un viaggio per l’altro mondo?

    Per sua fortuna, il giovincello con gli occhiali scuri disse delle cose interessanti: l’Alfiere dell’Est l’aveva mandato fin là per assoldare dei mercenari.

    « Un lavoro per la Dama Azzurra? Quale onore. »

    Presto avrebbe scoperto che non cercava dei tagliagole qualsiasi, ma gli sconosciuti professionisti che tempo prima avevano aiutato ad abbattere il Drago Divoramondo. Stavolta era Kisnoth, la capitale del Pentauron, il bersaglio di un attacco da parte di ignoti. La chiamata alle armi era stata così vasta da raggiungere anche i più scomodi alleati che si potesse desiderare. Questo poteva solo significare che la più grande città del semipiano era in serio pericolo.

    Mentre intascava la lettera dell’Alfiere orientale e ponderava sui preparativi, si mise in contatto mentale con gli altri due Triumviri. Non c'era panico nei suoi pensieri, solo una composta smania di entrare in azione.

    Signori, abbiamo un problema.


    grey-divider-no-background-th


    Farewell, I've gone,
    to take my throne above,
    don't weep for me
    'cause this will be
    the labor of my love.



    Edited by Jira - 19/9/2014, 20:45
     
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    _Shrieking Grotesque
    1st report_
    Non avrebbe potuto fare più chiasso quel messaggero giunto alla Bolgia, difficilmente si sarebbe potuto spendere in un richiamo ancor più eclatante. Mercenari. Mercenari ha gridato senza sapere che molte erano le orecchie pazientemente all'ascolto. Mercenari è stato il suo appello nella rocambolesca entrata al cospetto del Castigo. Una parola vuota in realtà, perchè al pari di ladri, scommettitori, pervertiti ed altra brava gente con pieno diritto appartenente a questa simile risma, di mercenari la Tana è invasa ed anzi ne soffre -perchè la piaga dei factotum (a buon prezzo ma senza garanzie) affligge la città-tunnel da ben prima che questa vedesse sorgere l'organizzazione degli Eversori.
    Una parola che, comunque, risveglia il sonnolento interesse generale e lo convoglia verso un unico scopo: denaro. Quando mai il denaro non fatto gola? Specie se è denaro certo, garantito niente di meno che dall'Alfierato dell'Est (vale a dire la leggendaria depositaria di ogni virtù, quella figura ammantata di così tante doti caritatevoli che il solo pensarla a Merovish rappresenta la più esilarante tra le battute). E' così che i mormorii tacciono di colpo e le bocche più difficili a chiudersi decidono sia il momento di bere, è così che i sogni di un bottino sicuro svaniscono con la stessa rapidità che li ha generati: Bid'daum risponde per primo alla chiamata, accoglie senza ripensamenti l'incarico, sancisce col benestare di tutti i presenti una prematura conclusione all'asta. Nessuno è infatti tanto folle da opporglisi -il figuro è tristemente ben noto da chi è morto per sua mano, tra i vivi circolano comunque voci alle quali è meglio credere piuttosto che rischiare di verificarle di persona.
    Eppure, differentemente da quanto si potrebbe pensare, non è la parola Mercenari ad aver colto l'attenzione del biomante, non la prospettiva di guadagno o la certezza vi sia un compito per gli Eversori a mettere sull'attenti l'informe ammasso citoplastico che risponde al nome di Zygoin. Simili quisquilie non lo riguardano fintantochè un superiore non ne richiede espressamente la presenza, compiti tanto miseri non distolgono la quotidianità del Kraj dai suoi soliti binari di studio. In realtà, senza una valida spiegazione, non vi sono nemmeno i presupposti perchè quello stesso sia conscio di quanto è avvenuto. No: a focalizzare l'attenzione di Zyg e conseguentemente a renderlo partecipe della vicenda è il distorto tracciato ch'egli rileva sondando i suoi immediati dintorni, quel misto d'umano e d'animale miscelato pur senza le costanti tipiche di un ibrido (di primo acchito una strategia valevole il tempo di studiarla, forse forse un evento saturo d'arcano e perciò privo di riscontri utili).
    Ma chi è, dunque, questa novità per la Tana? Un pallido gufo, sembrerebbe a vista. Un umano metamorfo, racconta l'esperienza biomantica. Tanto peculiare da convincere la gelatina stranamente a spasso (e questa è una lunga storia, sicuramente meglio affrontata altrove) a riorganizzare con rapidità i propri tessuti ed affrontare il puzzo e il disgusto tipici della taverna gestita dal Boggart.
    Nella forma e nell'aspetto di un cencioso, banalissimo ubriacone egli viene perciò a conoscenza di quanto basta per sapere che il ragazzo volante -il loro temporaneo datore di lavoro- stringe contatti con l'Est -che pure, con tutta probabilità, sarà animato dalla magia fatata e selvaggia naturalmente presente in quelle terre tanto floride quanto evolutivamente sterili.
    Ma allora, a ben pensarci, come può tutto questo dare avvio a ciò che invece da qui prende piede? Presto detto: tutto terminerebbe in questo stesso istante, destinando le rimanenti ore di luce ad una tranquilla giornata, se solo il rapporto teso tra Gerarca corrotto e Myrmidon mutevole non spingesse quest'ultimo ad adocchiare con quanta più discrezione possibile il contenuto della lettera (senza avvicinarsi davvero ma unicamente sviluppando una vista d'aquila in quei suoi occhi fasulli, al fine di scoprire le motivazioni d'ingaggio e l'emergenza cui i Mercenari sono chiamati). Convincendolo perfino, con un sorriso beffardo a proprio esclusivo uso e consumo, a penetrare la mente del kuthiano per depositarvi un paio d'immagini e qualche breve frase ad effetto.

    Digli che i Mercenari che cerca sono ovunque.

    Sussurra tramite il canale privato al quale recentemente pur lui è stato reso partecipe -sussurra ignaro dell'errore commesso, troppo eccitato di poter finalmente invadere la mente di Bid (come quello ha sempre fatto senza scrupoli nei suoi confronti) per accorgersi di avergli impartito un ordine.

    E che hanno tanto a cuore la sua fretta da trovarsi già sul posto.

    Conclude con un sogghigno, riferendosi al piccolo distaccamento inviato qualche settimana prima al Bloodrunner ed anzi concedendo al Gerarca di condividere lo sguardo del clone gelatinoso or ora al cospetto del Malkavian e del Russo.
    -100/100_
    MANA UNITS
    -Experiment Kraj
    -Protean Hulk
    -Biovisionary
    -Bred for the Hunt
    -Rapid Hybridization
    - 0%
    GdR
    -Biomantic Mastery
    - 0%
    GdR
     
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    « Un lavoro per la Dama Azzurra? Quale onore. »

    Una voce sgradevolmente ruvida -ancora di più, al suo sensibile udito di musico- provenne dallo sgabello del bancone davanti a cui il Messaggero si era fermato, rispondendo alla chiamata del Gufo con un sarcasmo che -lì per lì- lo irritò: se qualcuno aveva voglia di fare il simpatico in una situazione come quella, avrebbe anche potuto reagir male, ma... quando le lenti scure degli occhialini si abbassarono a riflettere il viso butterato del suo interlocutore, gli bastò vedere il corno che gli sormontava il capo per desistere da una tenzone inutile.

    jpgLa natura era stata già abbastanza crudele con lui, e non era il caso di infierire ancora; inoltre, se quel tale aveva risposto al suo appello, si trattava comunque della persona che stava cercando: quanto sarebbe stato visto di buon occhio se avesse mutilato quel ratto di sentina dopo aver fatto il nome della Dama Azzurra? Probabilmente ben poco.

    « Questa è la lettera di Sua Signoria l'Alfiere Orientale... »
    rimarcò, fissandolo dall'alto e lasciandogli cadere davanti una busta sigillata
    « Tutti i dettagli che è stato possibile reperire per la missione
    sono al suo interno. »


    L'altro non rispose: intascò la missiva, e parve concentrarsi sui fatti suoi; probabilmente, il Mercenario stava facendo mente locale su chi convocare e cosa fare per organizzare il proprio lavoro, e -fin troppo in linea con quello stesso sentimento- il Violinista ricordò a sé stesso che anche lui aveva la sua dose di preparativi da mettere a punto prima dell'inizio dell'operazione.

    « Il punto di ritrovo è ad uno qualsiasi degli ingressi di Kisnoth,
    tra un'ora a partire da adesso. »

    concluse, girando sui tacchi e percorrendo il bancone come una passerella
    « Rifletteteci bene, e... se non vi presenterete, capiremo. »

    Giunto all'altra estremità dell'asse, il Musico spiccò un balzello in avanti, e il suo corpo riprese subitaneamente le sembianze di un rapace bianco: mentre lo strano visitatore pallido spiccava letteralmente il volo -rapido come era arrivato- per allontanarsi da quella città e da quelle genti, molte paia di occhi lo seguirono... ma uno di quegli sguardi curiosi in particolare tornò ad appuntarsi sul taccuino che aveva davanti, ostentando la stessa meditabonda concentrazione che solitamente manteneva quando visitava la Quinta Bolgia, fingendosi un qualunque avventore.

    Rimase pacatamente al suo posto, un tavolo defilato abbastanza da non ritrovarsi accidentalmente coinvolto in qualche rissa, ma ben visibile all'oste così da non alimentare sospetti circa le sue attività, e senza nessuna fretta bevve un lungo sorso dal torci-budella amaro e diluito con chissà-cosa che gli era stato spacciato per la birra richiesta come ordinazione; con disinvoltura, recuperò una sottile grafite dalla rilegatura e scribacchiò qualche parola ai margini della carta.


    "E' arrivato un messaggero dall'Est. Cerca mercenari per Kisnoth."
    recitava la grafia piccola e sinuosa dell'avventore
    "Pare abbiano accettato. Cosa faccio?"

    Come il cadavere di un annegato viene restituito alla superficie, sottili tratti di inchiostro iniziarono ad affiorare spontaneamente in un angolo della pagina ingiallita; in risposta a quella richiesta, la grafia trasandata -dalle lettere appuntite e leggermente pendente a sinistra- aveva un'unica indicazione da assegnargli.

    "Mantieni la posizione."

    Rimessa al suo posto la grafite, il cliente della Bolgia strappò l'angolo di carta dal taccuino, lo bruciò sulla fiamma della candela che gli stava di fronte, e trasse un altro lungo sorso dal boccale di vetro non perfettamente pulito; non fece assolutamente nulla di particolare -come i mille altri derelitti che si riunivano lì in quelle ore-, e avrebbe continuato a farlo ancora per un bel pezzo, prima di lasciare una moneta al vecchio sfregiato che stava al bancone e tornare a mischiarsi nella feccia che abitava le vie di Merovish. Lui, dopotutto, era un mero osservatore.

     
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3 replies since 18/9/2014, 18:11   246 views
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