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Nonostante l'aspetto terrificante, l'interno del quartier generale mobile degli Eversori era sorprendentemente tranquillo. Il ponte equipaggio era per quanto possibile insonorizzato, e nonostante le continue proteste di Zimmer, si era speso abbastanza negli interni per poter offrire un ambiente il più possibile tranquillo.
"Più grande spreco di nostri soldi! Noi dovrebbe spendere in armi, scudi! No poltrone e musica soffusa." aveva più volte commentato... ma non si era mai davvero mosso contro quelle decisioni.
In fondo, lui sul ponte equipaggio, non lo si vedeva mai. A quanto ne sapeva l'equipaggio, il Boggart viveva nella sala macchine, in comparti della nave sconosciuti ai più. Si aggirava inquieto, controllando che il prodigio tecnologico scovato nelle profondità delle sabbie continuasse a funzionare come un orologio. Lo si poteva sorprendere a parlare da solo, a volte, nei pressi della enorme gemma energetica compressa all'interno di diversi campi di soppressione.
L'ex nave del quarto raich, ormai da tempo sotto il controllo dell'organizzazione più potente e segreta della Tana, volava secondo rotte casuali calcolate dal computer centrale, allo scopo di non restare mai ferma troppo a lungo. Un volo placido e tranquillo, ben sopra la portata di radar o qualsiasi altro residuo di tecnologia che occasionalmente tempestava il manto dorato dello Yuzrab.
Visibile all'esterno come una creatura viva, un drago dei tempi passati, solcava i cieli del Sud mimetizzandosi con le occasionali nuvole che incrociavano la sua rotta.
E' in una di queste giornate, che la voce raschiante del Boggart irruppe stonata dagli altoparlanti interni del Ponte equipaggio. "Bracciodipietra! Rapporto in Hangar, tu ha tre minuti. Tu fa aspettare me, e io espelle tua cabina nel deserto!"
Dal tono, il Boggart non sembrava per nulla dell'umore di fare quattro chiacchiere in simpatia. Beh, come al solito, in fondo.. -
_MajinZ_.
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Dimitriy se ne stava tranquillo nella sua cabina, completamente rilassato visto che quel giorno non aveva nulla da fare... diciamo che era una delle sue rarissime giornate libere. La gestione della sua rete di spionaggio era un compito difficile e complesso, le Voci non potevano essere lasciate a loro stesse per troppo tempo e necessitavano di un controllo costante, per evitare che qualcuno sapesse troppo o troppo poco. In ogni caso a volte serviva staccare la spina, ogni tanto anche il biondo aveva bisogno di divagarsi e chiudersi nella sua silenziosa stanza era un ottimo modo per divagarsi.
Il russo era intento a leggere un libro sull’alchimia, una delle sue nuove e interessanti passioni. Lo faceva seduto sul letto, con la schiena appoggiata al muro ma divisa da esso dal cuscino. I guanti bianchi giacevano sul comodino e la giacca nera appoggiata alla sedia, davanti alla scrivania... insomma, in quel momento non aveva nulla del freddo assassino che camminava per le vie di Merovish. Adesso era solo un ragazzo normale in fase di relax, preso dai suoi pensieri e lontano da ogni fastidio che si celava oltre la porta della sua cabina. Purtroppo però quel mondo la fuori era fin troppo vicino e il suo attimo di pace era destinato ad implodere brutalmente fra tre.. due... uno...
La voce gracchiante di Zimmer, resa ancora più gracchiante dall’interfono, invase di colpo la piccola stanza facendo spuntare una piccola vena sulla tempia del sicario. Sollevò il capo verso l’altoparlante, ascoltò quelle parole, poi chiuse il libro con un colpo secco e sospirò: addio pace, è stato bello conoscerti. Senza aggiungere altro il ragazzo si tirò su, indossò i guanti e poi la giacca, lasciando infine la stanza per raggiungere il suo superiore che lo attendeva nell’hangar. Non ci mise molto a raggiungerlo, lo individuò quasi subito e si mosse nella sua direzione.
Eccomi.
Secco, conciso. La sua espressione era quella fredda e inespressiva, ma si poteva notare una sottile nota di fastidio. Nulla di troppo esagerato, infondo lui rispettava il suo capo, però quella lettura l’aveva preso davvero... non vedeva l’ora di riprendere a leggere.. -
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Il portello del turboascensore si sollevò con uno scatto meccanico, rivelando l'Hangar alla figura dell'assassino Eversore. L'ampio salone, sporco d'olio di giunzione e bruciature di grafite, era carico di piccoli container, casse e contenitori di ogni tipo. Le pareti erano cariche di attrezzi e occasionalmente armi, mentre "parcheggiate" sul fondo le due navette ausiliarie attendevano di poter essere utilizzate.
Nonostante fosse il ponte più vicino all'esterno della nave, divisa dall'aria sottostante solo dalla paratia corazzata attraverso la quale potevano salpare le navette, all'interno dell'area non si sentiva assolutamente nessun rumore esterno. Sembrava quasi di essere fermi, al suolo, in una qualche officina del Blood Runner... e non in volo per i cieli dello Yuzrab, ad una velocità moderata ma costante.
Zimmer sedeva a quello che pareva un banco da lavoro, a ridosso della parete, trafficando come sue solito con attrezzi e progetti. Su tutto il tavolo, erano presenti progetti moderni quanto antichi tomi alchemici, che avrebbero fatto sembrare la lettura che tanto aveva appassionato il Russo una favola della buonanotte.
Antichi riti sconosciuti a gran parte delle creature di superficie campeggiavano da quelle pagine, racchiuse in piccole lettere vergate a mano.
"Tu ci ha messo troppo." salutò il molliccio, senza nemmeno alzare lo sguardo. Gli occhi erano coperti da spessi occhialoni da saldatore, le mani coperte dai guanti alchemici, che spesso il rosso aveva usato per dominare la materia e creare ciò che più gli serviva.
Zimmer però non era solo, ad attendere Dimitriy. E fatto ancor più inquietante... l'ospite del rossiccio non era nemmeno un Eversore.
Una figura dalla fisionomia alta e sottile, avvolta da una lunga tunica nera, il volto occultato da uno spesso cappuccio.
"Quanto tempo, mio principe...<3" commentò con voce sibilante, mentre con una mano si abbassava il cappuccio...
Un volto noto si stagliò davanti al biondo... un volto odiato e che gli aveva fatto guadagnare il soprannome che tanto spesso veniva usato da Zimmer.
Nell'hangar della Behemoth, ecco Medusa aveva fatto la sua apparizione.. -
_MajinZ_.
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L’hangar era come al solite immerso nel casino, come ogni luogo in cui bazzicava il Rossiccio. Olio e bruciature macchiavano il pavimento, attorno alle pareti invece vi erano numerosi container e attrezzi di ogni tipo. Quello era uno dei ponti più esterni, eppure non si sentiva nessun rumore... proprio non sembrava che fossero in viaggio tra i cieli dello Yuzrab. La Behemoth era una nave eccezionale, enorme ma allo stesso tempo silenziosa, letale ma anche invisibile. E per chi osava posare gli occhi su di lei, il suo aspetto mostruoso gliel’avrebbe fatto subito abbassare.
Dimitriy ci mise poco a rintracciare il suo capo, lo vide seduto a quello che sembrava un tavolo da lavoro, circondato da progetti di ogni epoca, scritti antichi e strumenti ad alta tecnologia che contrastavano in modo prepotente tra loro. Il Boggart non se ne stava con le mani in mano, indossava infatti i suoi guanti da alchimista e due occhialoni da saldatore... quindi a occhio e croce stava facendo qualcosa di importante, anche se era difficile capire cosa. Quegli scritti alchemici poi aveva un aspetto interessante, ma difficilmente avrebbe lasciato che un bipede li leggesse.
Ovviamente il rosso si lamentò di un presunto ritardo del russo, cosa impossibile tra l’altro, però non rispose e si limitò ad incrociare le braccia, attendendo in silenzio gli ordini. Proprio in quel momento però, il biondo si accorse di un’altra presenza... una presenza che non conosceva, anche se la sensazione che gli trasmetteva stranamente non era nuova. Quello non era un eversore, la figura incappucciata di nero era un’estranea. Un’estranea nella base segreta degli Eversori. Dimitriy lanciò uno sguardo a Zimmer... per un rischio simile doveva esserci di sicuro una motivazione, il mercante non era uno stupido.
Quando però quella comparsa si levò il cappuccio, beh, il sicario dubitò fortemente della sanità mentale del suo capo.
La reazione del russo non si fece attendere, in un primo momento sgranò gli occhi alla vista di quella donna... poi istintivamente balzò all’indietro sfoderando immediatamente i suoi due pugnali, posizionandosi in modo tale da essere pronto a un possibile assalto. Era odio puro quello che lo sguardo del biondo scagliava in direzione della donna. Il ricordo del proprio braccio pietrificato era ancora vivo, ma quel che più gli bruciava era il tradimento, l’essere stato preso in giro.
Cosa ci fa lei qui? Capo sei impazzito per caso?!
Sbraitò l’assassino senza distogliere lo sguardo da quella strega, proprio non riusciva a capire il motivo della sua presenza sulla nave... quella era una nemica, era una persona pericolosa che poteva fare molto male alla Gilda. Alla gorgone andava subito tagliata la testa.. -
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Zimmer sospirò esasperato, alzando appena il capo dal tavolo da lavoro, muovendo la mano come se volesse scacciare un improvvisa mosca particolarmente fastidiosa che aveva interrotto il suo lavoro.
"Con chi tu crede di parlare, ragazzo?" commentò con tono grave, lanciando un occhiataccia da sotto gli occhialoni da lavoro.
Lasciò però che fosse la letale bionda a prendere la parola.
"Ah, Dimitriy... sempre così passionale e avventato..." Cinguettò la gorgone, avvicinandosi con noncuranza verso il russo. Era lei, senza ombra di dubbio. Così vicina, a portata di mano... Se il biondo voleva la sua vendetta, gli sarebbe bastato un rapido movimento di mano per far buon uso dei propri pugnali. Ma se non fosse stato completamente accecato dalla sete di vendetta, forse avrebbe potuto notare un particolare. La strega, ai tempi del loro primo incontro, aveva gli occhi verdi... Mentre ora, erano azzurri. Un semplice scherzo della memoria, forse? In fondo, erano passati anni dal raid alla fortezza di quel signore della guerra.
"...e dire che vi ho aiutati così tanto, confermandovi le voci circa la creatura dormiente, il Dio Bestia che ora avete addomesticato..." Qualcosa non quadrava. Medusa non sembrava conoscere la vera natura della Behemoth... com'era possibile, se vi si trovava a bordo?
Uno sguardo significativo partì, come un lampo, dal volto di Zimmer.
"Non fare cazzate, ragazzo" sembravano dire i suoi occhi.
La ragazza però era sempre più vicina, se avesse voluto, avrebbe potuto allungare una mano e sfiorare la figura del sicario eversore. "Come va il braccio, mio bel principe? Lo usi ancora per salvare le belle ragazze in pericolo, o ora hai imparato a controllarlo meglio?" Quasi sussurrò, con un sorriso provocatorio stampato sulle labbra.. -
_MajinZ_.
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Già, senza neanche accorgersene aveva mancato di rispetto a un suo superiore. Per quel che riguardava Dimitriy era una cosa che accadeva abbastanza di rado, anzi, non succedeva proprio mai. Però in quel momento, vedendo quella donna davanti a se la sua mente aveva reagito di istinto e ogni gerarchia era saltata in un istante... la visione del pericolo imminente aveva sfondato ogni barriera, ma ripensandoci un istante dopo si accorse subito che un errore simile non era proprio da lui. Abbassò lo sguardo, colpevole, quando Zimmer lo riprese. Il rosso però non proseguì, lasciando la parola a quella maledetta strega che continuava a ridurre la distanza dal sicario.
Lentamente si avvicinava al russo come se fosse una cosa normalissima, dimenticandosi quasi che a causa di ciò che lei gli aveva fatto, lui la odiava a morte e non desiderava altro da fare che spedirla all’inferno. Per fortuna in quel momento la ragione superava l’istinto, se quella donna si trovava in quel luogo doveva esserci un qualche motivo. Così subito si calmò, rinfoderando i pugnali e facendo un passo indietro: non voleva starle troppo vicino, aveva dei brutti ricordi. La rabbia sfumò soffocata dall’autocontrollo del ragazzo, il quale ricambiò lo sguardo della strega e notò un particolare guardando quegli occhi... un tempo erano verdi, ma adesso erano azzurri. Se lo ricordava bene, ricordava ogni dettaglio di quella figura. Non era uno che dimenticava i volti, quindi doveva esserci una spiegazione anche per quello.
Ecco infatti che pian piano la verità veniva a galla, lei non sapeva che adesso si trovava all’interno di quella creatura... lanciò un’occhiata al Boggart e quello fece una faccia abbastanza eloquente, solo uno stupido non avrebbe capito.
Tsk.
Non aggiunse altro il russo, limitandosi a far schioccare la lingua con fare scocciato... non nascondeva il suo risentimento verso quella donna.
Stai attenta a non scherzare col fuoco, sono cambiato dal nostro ultimo incontro.
Rispose il ragazzo con un’espressione dura, che non lasciava spazio a nessuna ironia. Non dimenticava, ma sapeva benissimo che non era il momento per la vendetta... adesso doveva sapere, poi avrebbe pensato a un modo creativo per sbarazzarsi di lei.. -
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_MajinZ_.
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Dimitriy non gradì molto quelle risate, stava quasi per ripensarci riguardo al tagliarle la testa subito... ma ciò sarebbe stata come una sconfitta, oltre al fatto che Zimmer gli avrebbe fatto il culo a strisce. Quella crepa però non sfuggì alla sua attenzione, sembrava quasi che sul volto della Strega vi fosse una maschera d’argilla che lentamente andava in frantumi. Il biondo comunque storse la bocca a quell’occhiata maliziosa, era così che l’aveva fregato in quei sotterranei e la cosa continuava a farlo incazzare di brutto... poteva sopportare tutto, ma le prese in giro proprio no.
In quel momento però fu il Rosso a prendere la parola, richiamando l’attenzione del russo su di lui... il quale notò in quel momento il libro che il suo capo teneva sotto braccio. Era un bel tomo, antico a giudicare dalla rilegatura... era anche chiuso con un lucchetto, ma su di esso non vi era nessuna serratura: chissà come si apriva, era una bella domanda e magari più tardi gliel’avrebbe chiesto. La cosa più strana però era il fatto che quei due, Medusa e Boggart, avessero un patto riguardante l’accesso alle Caverne Caustiche, un luogo che il biondo non ricordava di aver mai sentito nominare.
Nello stesso istante una nuova crepa si aprì sul volto della donna, facendo cadere a terra un angolo del viso... ma lei continuava a sorridere, come se ciò fosse una cosa normalissima. Quando però diede vita a una sfera luminosa, istintivamente il ragazzo tornò a stringere i pugnali, rilassandosi solo quando classificò quella cosa come inoffensiva. Continuava a fluttuare, ma per il momento non sembrava qualcosa di pericoloso. In ogni caso il suo tempo sembrava finito, dopo aver lanciato un altro sguardo sensuale al sicario che lo ricambiò con indifferenza, il volto della strega andò completamente in pezzi... rivelandone un altro, appartenente a una ragazza completamente diversa.
Dimitriy inarcò un sopracciglio, quella non sapeva neanche dove si trovasse, si trattava di una semplice pedina soggiogata dalla magia della Gorgone. Le sue richieste di aiuto non valsero a nulla, all’improvviso infatti un serpente uscì a forza dalla sua bocca e lei istantaneamente divenne pietra... proprio com’era successo al braccio dell’assassino. Il serpentello comunque provò a scappare, ma il brutto piede di Zimmer gli spiaccicò la testa a terra.
Caverne Caustiche?
Domandò subito il russo, incrociando poi nuovamente le braccia al petto.
E pensavo che lei fosse una nostra nemica, è stato un rischio farla salire.
Lui era un tipo prudente, non vedeva di buon occhio certe scelte, anche se a farle era stato un suo diretto superiore... ma da quando era libero aveva sviluppato un suo senso del giudizio.
Cosa abbiamo guadagnato da questo patto?
Chiese infine Bracciodipietra, osservando incuriosito il Rosso.. -
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_MajinZ_.
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Dimitriy ricordava bene quei titani e anche se non ne aveva affrontato uno direttamente, aveva sentito la pressione che essi esercitavano mentre fuoriuscivano dal portale. E fu solo a causa di un colpo di fortuna che il portale venne ostruito dall’ennesima creatura infernale. In ogni caso era abbastanza certo che tumulti del genere non fossero innocui, il terreno della Tana non era così stabili e quindi ovviamente potevano nascere nuove zone, oppure ci si poteva imbattere in aree inesplorate. Erano infatti migliaia i cunicoli non ancora esplorati sotto la capitale meridionale.
Le cave caustiche erano uno di quei luoghi, che a quanto pare aveva attirato l’attenzione della gorgone per chissà quale corrotto motivo. La cosa non doveva importargli, però... sperava che gli Eldroc non la facessero a pezzi, ci sperava con tutto il cuore. Sì. Perché voleva essere lui a ucciderla. Comunque il biondo scacciò i pensieri vendicativi e fuorvianti, concentrandosi invece sulla realtà dei fatti e sulle parole del rosso. Il quale sembrava fin troppo tranquillo.
E’ comunque un pericolo, quella donna è una serpe. Meno abbiamo a che fare con lei e meglio è, questo è il mio parere.
E come si poteva dargli torto? Quel che aveva fatto a lui poteva benissimo farlo ad ognuno di loro, quella strega era furba, un’approfittatrice che sfruttava la fiducia degli altri per i suoi loschi fini. Le successive parole del Boggart però fecero sgranare gli occhi al russo, il quale fissò il suo capo con un’espressione quasi sconvolta... aveva immaginato che quella non fosse umana, ma addirittura figlia di un titano, quasi non riusciva a crederci. Con che diavolo di nemico si stava scontrando? Non avrebbe mai immaginato un simile retroscena, probabilmente la stava anche sottovalutando, prima di quel momento.
Figlia di un titano...
Sussurrò il biondo assorto per un istante nei suoi pensieri, forse aveva scelto il nemico sbagliato da affrontare... eppure quell’idea invece di terrorizzarlo a morte, lo faceva sentire strano. Si domandava se era migliorato abbastanza da tenere testa a un mezzo titano, chissà, magari avrebbe portato a termine la sua vendetta... oppure sarebbe morto nel tentativo. L’unico modo per capirlo era sfidarla, ma per il momento era meglio accantonare quel pensiero.
Sì ma... come lo apriamo? Non c’è una serratura, credi che serva qualcosa di magico o magari... alchemico?
Domandò poi il ragazzo calmandosi un poco, osservando il tomo tra le mani del Boggart. Era interessante, senza ombra di dubbio e di certo se c’entrava l’alchimia lui poteva dare una mano. Però c’era qualcosa che mancava all’appello, era come se il mercante non avesse detto tutto.
Comunque c’è dell’altro, vero? Se quel che dici è certo, quel tomo ha una grande importanza e non credo che l’ingresso alle cave caustiche basti per ripagarla del favore.
Cambiò tono sull’ultima parola, mettendoci una nota di ironia.
E questa sfera luminosa non mi piace per nulla.
Concluse infine incrociando le braccia per fissare quel globo magico, che da quando era stato generato non smetteva di fluttuare, di sicuro aveva un qualche significato e serviva a qualcosa, ma Dimitriy al momento non sapeva proprio cosa pensare.. -
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Dimitriy afferrò il tomo al volo con entrambe le mani, iniziando poi ad analizzarlo in ogni angolo e constatare da vicino come quella cosa fosse priva di serratura. Sfiorò il lucchetto con le dita, riportando poi l’attenzione verso il suo capo. Aprirlo però sembrava una cosa molto complicata, se ne la magia e nemmeno l’alchimia potevano fare qualcosa, allora serviva qualcosa di più potente e arcano. E nella Tana non c’era posto migliore delle Cave per rintracciare antichi sortilegi, di sicuro li avrebbero trovato qualcosa di utile.
Va bene.
Per un attimo accantonò il pensiero di Medusa, concentrandosi sul compito che gli era appena stato affidato. Questa era una cosa che interessava anche a lui, voleva scoprire come aprire quella cosa e avrebbe studiato a fondo, cercando più alternative possibili per risolvere quell’enigma. Comunque il biondo continuò ad osservare il Rosso, che con le mani libere indossò i guanti per andare a manipolare la sfera... subito iniziò a colargli il naso. Spiegò che quella era pura magia primordiale, qualcosa di molto pericoloso ma se maneggiata da mani esperte assumeva tutt’altra forma. Si cristallizzò, diventando un bellissimo gioiello azzurro con infiltrazioni di bianco.
Invece di conservarlo in quello stato, il Boggart colpì la sfera con un martello mandandola in frantumi per poi regalare una spiegazione gratis all’apprendista alchimista Dimitriy. Quella magia si poteva cristallizzare per ottenere una particolare pietra di nome Primeva, in grado di scovare qualsiasi artificio e quindi di rivelare oggetti falsi... era una cosa molto utile per loro, al momento.
Le consegnerò alle Voci, dirò loro di consegnarle ai mercanti più fidati.
Commentò il biondo afferrando l’antico libro sotto al braccio, recuperando poi il sacchetto di frammenti: adesso si che aveva qualcosa per combattere la noia. Però avrebbe preferito di gran lunga fare tutto da solo, sospirò quando il Mercante nominò quella persona.
...va bene, andrò ad avvisarla immediatamente. Ti contatto appena scopro qualcosa.
Detto ciò il ragazzo si incamminò per prepararsi, prima di scendere nuovamente a Merovish tramite il sistema di trasferimento... senza dimenticarsi di avvisare Asuna. Non scorreva buon sangue tra loro due, ma le faccende di lavoro non si discutevano e Dimitriy era abbastanza maturo da riuscire a collaborare senza prenderla a schiaffi..